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 Frenis Zero  Publisher

      "NEUROSCIENZE IN PRIMA PERSONA. Un nuovo approccio metodologico per collegare stati mentali e neuronali"

 

 

 

 di Georg Northoff1 e Alexander Heinzel2

1 Dipartimento di Psichiatria, Università di Magdeburgo (Germania)

2 Dipartimento di Medicina Nucleare, Università di Dusseldorf (Germania)


Questo articolo è stato originariamente pubblicato in inglese nella rivista Philosophy, Ethics, and Humanities in Medicine 2006, 1:3 . La traduzione in italiano è di Giuseppe Leo.

 


Abstract in English

Though the brain and its neuronal states have been investigated extensively, the neural correlates of mental states remain to be determined. Since mental states are experienced in first-person perspective and neuronal states are observed in third-person perspective, a special method must be developed for linking both states and their respective perspectives. We suggest that such method is provided by First-Person Neuroscience. What is First-Person Neuroscience? We define First-Person Neuroscience as investigation of neuronal states under guidance of and on orientation to mental states. An empirical example of such methodological approach is demonstrated by an fMRI study on emotions. It is shown that third- and first-person analysis of data yield different results. First-person analysis reveals neural activity in cortical midline structures during subjective emotional experience. Based on these and other results neural processing in cortical midline structures is hypothesized to be crucially involved in generating mental states. Such direct linkage between first- and third-person approaches to analysis of neural data allows insight into the "point of view from within the brain", that is what we call the First-Brain Perspective. In conclusion, First-Person Neuroscience and First-Brain Perspective provide valuable methodological tools for revealing the neuronal correlate of mental states.

 

            

 

 

  

 

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

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"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

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Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

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INTRODUZIONE

 

Noi sperimentiamo gli eventi nel loro ambiente. Siamo coscienti di qualcuno degli eventi che sperimentiamo. Perciò sperimentiamo gli stati mentali in una prospettiva in prima persona. Al contrario, non osserviamo mai stati mentali in altre persone e quindi in una prospettiva in terza persona. Anziché osservare gli stati mentali delle altre persone, noi osserviamo i loro cervelli coi loro stati neuronali. A causa di tale dissociazione tra prospettiva in prima e in terza persona gli stati mentali e quelli neuronali sono stati spesso considerati separatamente ed isolati gli uni dagli altri determinando in ultima analisi un dualismo tra cervello e mente1. Si deve precisare che non intendiamo sottintendere che questa descrizione rifletta lo sviluppo storico nella filosofia della mente. Da un punto di vista storico lo sviluppo potrebbe essere considerato in entrambi i sensi (si veda ad es. la voce n.2 in bibliografia per una discussione più accurata).

Comunque, le moderne tecniche di "imaging" permettono nuove intuizioni e l'accesso "in diretta" al cervello mentre si sperimentano stati mentali nella prospettiva in prima persona. Allo scopo di rivelare i veri correlati neuronali degli stati mentali, le prospettive in prima ed in terza persona devono essere tra loro collegate. Un tale collegamento richiede uno speciale approccio metodologico in cui entrambe le prospettive sono direttamente correlate tra di loro. Tutto questo è stato dibattuto recentemente sotto il titolo di "metodologie in prima persona"3,4. In questo lavoro vogliamo presentare una descrizione di un tale approccio rispetto agli stati neuronali, le "Neuroscienze in Prima Persona" ("First-Person Neuroscience").

Nella prima parte verranno presentate la definizione ed il concetto di "Neuroscienze in Prima Persona". Seguirà la dimostrazione di un esempio empirico, un nostro studio sulle emozioni utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), in cui entrambi gli approcci, quello in prima e quello in terza persona, vengono direttamente confrontati tra di loro. I risultati rivelano il ruolo cruciale dell'elaborazione neuronale nelle strutture corticali della linea mediana nel generare stati mentali emozionali. Ci concentreremo qui sugli stati mentali emozionali. Perciò resta ancora dubbio in che misura tutto ciò si applichi anche agli stati mentali in generale come anche a singoli e distinti aspetti degli stati mentali. Nell'ultima parte di questo lavoro discuteremo le implicazioni epistemologiche delle Neuroscienze in Prima Persona. Suggeriamo che le Neuroscienze in Prima Persona presuppongano un "punto di vista da dentro il cervello" che chiamiamo "Prospettiva First-Brain".

 

NEUROSCIENZE IN PRIMA PERSONA ("First-person Neuroscience"): DEFINIZIONE E CONCETTO

 

Cosa sono le Neuroscienze in Prima Persona?

Le neuroscienze in prima persona utilizzano dei metodi per l'esame e la valutazione sistematica degli stati mentali da parte degli stessi ed i loro contenuti sperimentati secondo una prospettiva in prima persona, e collegano questi con i dati riguardanti gli stati neuronali che vengono ottenuti in una prospettiva in terza persona (Fig.1). 

Fig.1 Il collegamento tra stati mentali e neuronali nelle Neuroscienze in Prima Persona.

 

Tali metodi comprendono, ad esempio, la fenomenologia e la psicologia introspettiva che possono essere considerate come degli stadi verso lo sviluppo di una "scienza dell'esperienza" ( si veda anche in bibliografia la voce n.5 per la distinzione tra introspezione ed analisi fenomenologica). Il collegamento tra dati in prima ed in terza persona nelle neuroscienze in prima persona dipende e quindi presuppone un affidabile e dettagliato resoconto dei dati in prima persona da parte degli stessi e quindi una "scienza dell'esperienza". Meglio si fornisce un resoconto dei dati nella prospettiva in prima persona e meglio e più promettente sarà il loro collegamento con i dati in terza persona: "Perciò, ad esempio, un meccanismo di integrazione su larga scala nel cervello, come la sincronizzazione neuronale nella banda gamma, dovrebbe essere convalidata anche sulla base della sua capacità di fornire intuizioni, nei resoconti nella prospettiva in prima persona, dei contenuti mentali come la durata. Le questioni empiriche devono essere guidate da evidenze in prima persona"(Varela, 1996)5(si veda anche in bibliografia le voci n.1,3, 6-8). Questo, comunque, contrasta con gli approcci empirici più diffusi che indagano il cervello solo nella prospettiva in terza persona. Le indagini empiriche degli stati cerebrali si focalizzano esclusivamente sugli stati neuronali e presuppongono quindi solo la prospettiva in terza persona. Questo approccio può, di conseguenza essere chiamato quello delle Neuroscienze in Terza Persona.

Le neuroscienze in terza persona possono essere definite dalle indagini empiriche sugli stati cerebrali nella prospettiva in terza persona. Esse sono quindi necessariamente limitate agli stati neuronali e non possono tener conto degli stati mentali soggettivi, che restano inaccessibili nella prospettiva in terza persona. Le neuroscienze in prima persona, al contrario, possono essere definite dall'indagine empirica degli stati cerebrali grazie all'orientamento di un sistematico collegamento epistemologico tra prospettiva in prima ed in terza persona; ciò tiene conto del collegamento empirico tra stati mentali e neuronali. Di conseguenza, le neuroscienze in prima persona si focalizzano sullo sviluppo di metodi per il collegamento sistematico tra dati nella prospettiva in prima ed in terza persona: "Terzo, sarebbe inutile rimanere con descrizioni in prima persona prese in modo isolato. Abbiamo bisogno di armonizzare e vincolare queste costruendo dei collegamenti appropriati con studi in terza persona... Per fare in modo che questo sia possibile siamo in cerca di metodologie che possano fornire un collegamento aperto con descrizioni obiettive basate sul metodo empirico"(Varela, Shear, 1999)3.

L'osservazione nella prospettiva in terza persona, come si presuppone nella fisica e nelle neuroscienze in terza persona, rimane insufficiente di per sé nell'indagine empirica degli stati mentali dato che questi ultimi possono essere resi accessibili solo con l'esperienza e quindi nella prospettiva in prima persona. Questo è stato già affermato da Hume il quale, secondo uno dei suoi attuali interpreti, sottolineava il ruolo dell'introspezione: "Hume cercava di adattare il metodo sperimentale di Newton all'indagine dei poteri e dei principi della mente umana che era stata avviata da Locke. Abbiamo detto 'adattare' piuttosto che 'adottare', perché Hume non pensava che gli esperimenti fisici potessero essere condotti sulla mente. Piuttosto, egli pensava che il lavoro della mente fosse accessibile all'introspezione, e che, grazie ad un accurato studio introspettivo dei propri stati coscienti, si potessero scoprire dei principi generali da applicare a quegli stati; proprio come grazie all'accurato studio delle operazioni degli oggetti fisici, Newton aveva scoperto i principi generali che si applicano loro, come le leggi del moto e della gravitazione. Il risultato di questo studio essenzialmente introspettivo della mente deve essere una scienza autenticamente empirica della natura umana"(Dicker, 1998)9.

Spesso i metodi di valutazione degli stati mentali e quelli per il loro collegamento coi dati in terza persona sono stati compresi sotto il termine di "Metodologie in Prima Persona"3. Inoltre, le neuroscienze in prima persona sono spesso messe sullo stesso piano delle neuroscienze in seconda persona. Le neuroscienze in seconda persona si concentrano su quegli stati mentali che possono essere individuati nella prospettiva in seconda persona per mezzo dell'introspezione o del "giudizio fenomenico"1. Ad esempio, l'indagine dei correlati neuronali della coscienza può essere considerata un esempio paradigmatico delle neuroscienze in seconda persona o "neurofenomenologia"5. Si dovrebbe sottolineare che il termine "fenomenico" comprende sia gli stati consci che quelli inconsci allo scopo di tener conto di tutta la gamma degli stati mentali per come vengono sperimentati e giudicati nella prospettiva in prima come anche in quella in seconda persona. Nonostante tali differenze nella varietà degli stati mentali, l'Epistemologia in Seconda Persona non viene spesso differenziata rispetto alle neuroscienze in prima persona (si vedano, ad es., le voci bibliografiche n.5, 6). Nel seguente uso del termine "Neuroscienze in prima persona", l'Epistemologia in Seconda Persona viene compresa per motivi pratici. Si dovrebbe anche sottolineare il fatto che noi presupponiamo un significato piuttosto ampio del termine "neuroscienze". Esso comprende tutte le discipline coinvolte nell'indagine empirica diretta o indiretta del cervello andando dalla psicologia, passando per la neurocomputazione fino alla neurogenetica. Comunque, non tutti gli stati mentali, come si sperimenta nella prospettiva in prima persona, sono coscienti e possono di conseguenza essere individuati e riconosciuti nella prospettiva in seconda persona. Le Neuroscienze in Seconda Persona sono quindi necessariamente identiche a quelle in Prima Persona, dato che quest'ultime coprono un più ampio spettro del mentale, ossia gli stati inconsci e consci di quanto lo facciano le neuroscienze in seconda persona che restano limitate agli stati coscienti. Un esempio di neuroscienze in prima persona distinto da quelle in seconda persona consiste nell'indagine degli stati neuronali sottostanti la psicologia psicodinamica, e quindi i processi inconsci. Ad esempio, certi parametri psicodinamici, che sono alterati in pazienti con schizofrenia catatonica, correlati in modo significativo con la de-attivazione della corteccia orbito-frontale durante la stimolazione emotiva7,10,11.

 


   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(fine della prima parte dell'articolo - il lavoro nella sua interezza verrà pubblicato all'interno di un volume di prossima pubblicazione edito dalle Edizioni Frenis Zero)

 
 
 
 
   

 

 

 BIBLIOGRAFIA

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