"Crisi
ecologica e pandemia. Una sfida per la psicoanalisi"
A
cura diGiuseppe Leo
Scritti
di: Hilda
Catz, Anna Ferruta, Marco Francesconi, Pietro R. Goisis,Robert
Hinshelwood Giuseppe Leo, Nancy McWilliams, Giuseppe Riefolo,Merav
Roth, Cosimo Schinaia,Daniela
Scotto Di Fasano, Robert D. Stolorow
Writings
by:J. Altounian, S. Amati
Sas, W. Bohleber, M. El Husseini, R. El Khayat, Y. Gampel R. Kaës,
J. Kristeva, G. Leo, A. Loncan, P. Matvejević, M.-R. Moro,
S. Resnik, S. Varvin
Writings
by:H. Catz, A. Ferruta,
M. Francesconi, P. R. Goisis, R. D. Hinshelwood, G. Leo, N.
McWilliams, G. Riefolo, M. Roth,
C. Schinaia, D. Scotto Di Fasano, R. D.
Stolorow
Writings
by:J. Altounian, S. Amati
Sas, W. Bohleber, M. El Husseini, R. El Khayat, Y. Gampel R. Kaës,
J. Kristeva, G. Leo, A. Loncan, P. Matvejević, M.-R. Moro
Edited
by/a cura di: Giuseppe Leo
Writings by/scritti di: S.
Araùjo Cabral,
L. Curone,M.
Francesconi,L.
Frattini, S.
Impagliazzo,D.
Centenaro Levandowski,G.
Magnani,M.
Manetti,
C. Marangio,G.
A. Marra e Rosa,
M. Martelli, M. R. Moro,R.
K. Papadopoulos,A.
Pellicciari,G.
Rigon,D.
Scotto di Fasano,
E. Zini, A. Zunino
Edited
by/a cura di:Ambra Cusin & Giuseppe
Leo
Prefaced by/prefazione di: Anna
Sabatini Scalmati
Writings by/scritti di: H.
Abramovitch
A. Cusin M. Dwairy A. Lotem M.
Mansur M. P. Salatiello Afterword
by/ Postfazione di: Ch.
U. Schminck-Gustavus Notes
by/ Note di:Nader Akkad
Edited
by/a cura di:Giuseppe
LeoPrefaced
by/prefazione di: R.D.Hinshelwood
Writings by/scritti di:J.
Altounian
W. Bohleber J. Deutsch
H. Halberstadt-Freud Y. Gampel
N. Janigro R.K. Papadopoulos M. Ritter
S. Varvin H.-J. Wirth
Edited
by/a cura di: Giuseppe Leo
Prefaced by/prefazione di: Georg Northoff
Writings by/scritti di: D. Mann
A. N. Schore R. Stickgold
B.A. Van Der Kolk
G. Vaslamatzis M.P. Walker Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Writings by: A.
Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B.
Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S.
Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L.
Tarantini, A. Zurolo.
Writings by:J.
Altounian, S. Amati Sas, M. e M. Avakian, W. A.
Cusin, N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A.
Sabatini Scalmati, G. Schneider, M.Šebek,
F. Sironi, L. Tarantini.
Writings by: J.
Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A.
Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y.
Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M.
Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth
Relazione
presentata al seminario IL DESTINO DI ECUBA.
RESILIENZA AL FEMMINILE NEI TRAUMI COLLETTIVI (27
novembre 2021) Video nel canale You Tubehttps://youtu.be/W-imFEDIvls
Video
della relazione di Virginia De Micco al seminario IL
DESTINO DI ECUBA. RESILIENZA AL FEMMINILE NEI TRAUMI
COLLETTIVI (27 novembre 2021)
Perché
aprire uno spazio alla specificità della ricerca delle psicoanaliste
?
Ci
sono molte ragioni: ne indicherò qui solo alcune, lasciando alle
colleghe lo spazio per indicarne altre.
Confrontata
alla crisi attuale che attraversa la divisione dei territori sessuati
– maschile femminile - la psicoanalisi sembra mantenere una
posizione apparentemente salda, una sorta di neutralità in merito,
imponendo di fatto un sistema di pensiero
che va al di là delle diversità, delle società e dell’evoluzione
culturale, eccezion fatta per la ricerca spesso dimenticata o messa ai
margini di quelle psicoanaliste che hanno mesto al centro della
loro riflessione la questione del sessuale femminile.
Infatti
quel che Freud (1925a;1931;1932), diceva delle donne, quello che
Winnicott (1987) diceva delle donne, quello che Lacan (1972-73)
diceva delle donne, non ha convinto del tutto le donne analiste. Le
donne analiste hanno ricercato, spesso in solitudine, prima degli
anni’60, poi in una rete di ‘comuni sensi’ sempre più
allargata, al di là e oltre le enunciazioni che hanno fondato una
psicoanalisi dove la donna si può leggere via via sotto il
titolo di un maschietto castrato o di un dispositivo psichico
articolato in un’unica funzione, quella materna, o infine,
accontentarsi, non senza una qualche soddisfazione (non priva di
una certa ironia), di essere il Grande Altro, quello che l’apparato
teorico speculare di questi grandi analisti, non è riuscito a
cogliere ed eccede la teoria.
Figure
del femminile in definitiva, quelle di cui sopra, oltre le quali le
donne analiste hanno continuato a ricercare, avvertendone, nella
stanza d’analisi, quanto le silhouette che andavano a configurare
stringessero il loro pensiero come un busto e ne accorciassero il
respiro. La ricerca comunque è stata e rimane insatura, (forse
altrimenti non sarebbe ricerca) e perché emergano nuovi pensieri è
necessario tenere conto di quanto peso abbiano avuto, sul lavoro e
nella mente delle analiste donne, quelle figure, per così dire
classiche, che è molto difficile abbandonare. Il nuovo non si
costruisce infatti scollandosi e separandosi da quanto lo ha
preceduto, anzi potremo dire che nessuna sincronia è possibile senza
una diacronia. Pertanto, in questo ricercare delle analiste donne, che
non si accontenta di risposte troppo forti che limitino e facciano da
diga al libero sgorgare del pensiero al lavoro, lo spazio Rosenthal
si apre per accogliere tutto ciò che
emerge come nuovo nella stanza d’analisi, nel doppio senso di ciò
che affiora, come inedito, ma anche come ciò che, a viva voce, chiede
di essere ascoltato come un’emergenza del dolore: quel dolore
intraducibile che una ragazza di sedici anni è comunque riuscita ad
esprimere lapidariamente nel modo seguente: <<Essere donna è
così difficile che solo le donne ci riescono>>[Ludovica, Liceo
Margherita di Savoia da "Un secolo di donne, 1908-2008. Il
tuo pensiero sui muri di Roma". (Comune di Roma)] .
Ma
non solo.
Questo
spazio mantenendosi aderente al progetto che ha
strutturato Id-entita mediterranee, si apre per accogliere anche
quanto le analiste, utilizzando il metodo analitico per
confrontarsi con il disagio contemporaneo, vanno
sperimentando in una zone di confine. Zone segnate
di sconvolgimenti traumatici diversi che vanno dagli stravolgimenti
naturali che percorrono il pianeta, a quelle dei
conflitti, che sotto il titolo di guerre di
"religione" o "interventi umanitari", lo
insanguinano devastando non solo i corpi ma anche e soprattutto
anime.
Come
mostra la comparsa di una loi foularderie varata in
Francia, c'è un luogo simbolico ( intorno a cui si levano
comunque conflitti armati), che non può non essere interrogato
oggi dalle psicoanaliste e che insieme le interroga: il velo
femminile e le pratiche discorsive e metaforiche animate dal
gesto di velare, svelare e rivelare.
Duplicità
e ambivalenza sono costitutivi del velo. Esso rinvia
alternativamente e contemporaneamente, al vedere-attraverso, al
baluginìo dell'intravedere e all'oscurità dell'enigma, alla nudità
disvelata della verità (nuda Veritas) e alle apparenze ingannevoli o
ai segreti dietro cui si cela la natura (i famosi veli di Maya o di
Iside). Evoca il desiderio di possesso e la presa di distanza; la
purezza e l'erotismo; i canoni tanto del pudore quanto della seduzione
femminile (la danza dei sette veli di Salomé (per la quale il
Battista perse la testa). Associato sia alla sacralità sia alla
profanazione, il velo richiama la violenza sull'altro («sciogliere i
sacri veli di Troia» è il sogno di Achille che assimila
l'abbattimento delle mura della città allo stupro). Il velo, la
sua semantica e la sua storia si prestano ad una ricerca,
quella aperta dallo spazio Rosenthal, che porta a
incrociare la questione dell'origine e della verità, del femminile e
del fantasma di castrazione, della sessualità e della violenza, in
una zona di confine tra l'immaginario, il simbolico e il reale.
LO SPAZIO
VELATO. FEMMINILE E DISCORSO PSICOANALITICO
a cura di
Laura Montani e Giuseppe Leo
E'
l'ultimo libro uscito dalle Edizioni Frenis Zero, come coronamento del
lavoro svolto da LAURA MONTANI (psicoanalista, membro ordinario della
S.P.I.) come curatrice dello "SPAZIO ROSENTHAL", uno spazio
di riflessione psicoanalitica sul femminile aperto nella rivista
Frenis Zero.
Writings by: A.
Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B.
Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S.
Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L.
Tarantini, A. Zurolo.
Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero
Collana: Confini della psicoanalisi
Anno/Year: 2012
Pagine/Pages: 381
ISBN: 978-88-903710-6-6
Prezzo/Price: € 21,00
Presentazione:
Il
libro, nato dallo "Spazio Rosenthal", uno spazio curato da
Laura Montani sulla rivista di psicoanalisi Frenis Zero, propone
contributi di riflessione psicoanalitica sul femminile. Il libro, dopo
la prefazione di Laura Montani, si divide incinque
sezioni. La sezione LA TRASMISSIONE DEL FEMMINILE comprende i
contributi di Anne Loncan, di Simona Marino, di Adele Nunziante Cesaro
e di Giuseppe Stanziano, e di Anna Zurolo. La sezione IL DESIDERIO
FEMMINILE NEL DISCORSO PSICOANALITICOannovera duetesti di LauraMontani.La
sezioneMATERNITA'E FEMMINILE
comprende i testi di Julia Kristeva, Barbara Massimilla, Santa
Parrello, e Massimiliano Sommantico. La sezioneCINEMA
EFEMMINILEraccoglieun contributo diLauraMontani
edun'intervista diBarbaraMassimillaaFrancescaComencini.Infine,la
sezione TRAUMISOCIALI E FEMMINILEraccoglie
due testi di AmbraCusin e diLidiaTarantini.
Un'anteprima
limitata del libro sarà a breve presente su Google Books:
pp. 316, 2a ristampa 2012,
1a edizione 2012 (Codice
editore 1422.22)
Tipologia: Edizione a stampa Prezzo: € 38,00 Disponibilità: Buona Codice ISBN: 9788820400996
Recensione
di Laura Montani.
Non
si può oggi più
prescindere, per quanto riguarda la psicoanalisi, dal lavoro di
decostruzione
delle
psicoanaliste per
quanto concerne la questione del desiderio femminile
all’interno
della/delle
teorie
psicoanalitiche. In parallelo
sappiamo che il gender
è stato fatto e disfatto dalle
pratiche
discorsive che hanno impegnato intorno a questo tema tutti gli
orizzonti disciplinari,
nessuno
escluso, ma in modo particolare la psicoanalisi e la filosofia,
da parte di studiose che lo
hanno
interrogato, riferendosi comunque, soprattuttoalla psicoanalisi.
Nasce
dunque, anzi è nato, nel corso del tempo un lavoro
su e nel pensiero psicoanalitico che ha permesso l’uscita
di un testo singolare come quello che presentiamo nello spazio
Rosenthal, e
non
a caso, proprio in questo spazio.
Il
titolo Psicoanaliste
è un’asserzione forte di esistenza. Il sotto titolo:il piacere di pensare, è la conseguenza di questa asserzione.
Così,
secondo unaspecifica
cifra di riconoscimento/rispecchiamento, Amalia Giuffrida
rilegge
Ma
non tutte le psicoanaliste sono state avventurosamentecoinvolte, come Lou Salomé, nella
sfida
psicoanalitica: come sfida,
infatti, la psicoanalisi si poneva ai tempi del suo nascere, e
Lou
Salomé
si è trovata ad esercitare il diritto di pensare e il piacere
immenso che ne consegue, in
base
a una serie di complesse circostanze, tra cui non ultima la
grande amicizia con Freud e con
la
figlia Anna, enon per tutte il diritto di pensare fu concesso
pacificamente dalla comunità
analitica,
come sappiamo dalla storia di M Klein, che M. Fraire rilegge, o
da quelladi P. Aulagnier
presentata da A. Costis.
Sel’essenza dell’abitare consiste in una questione
etica, come vuole Heidegger, e l’abitare può
essere
considerato una metafora attiva dell’aver-cura, tutte le
analiste che hanno scritto insieme
questo
testo insolito si sono prese cura della psicoanalisie, oltre adun
lavoro “genealogico” in
senso
stretto, ci hanno offerto un lavoro etico.
Lo
spazio psicoanalitico emerge, nei vari contributi, veramente
“abitato“ dalle psicoanaliste del
passato,
che lo hanno reso libero per i pensieri delle analiste del
presente.
Il
diritto di pensare, duramente conquistato dalle analiste di
ieri, rende possibile il piacere di
pensare
delle analiste del presente: il debito, che questo testo
implicitamente paga, è questo.
Questa
è l’assoluta' novità di questo testo, dove il
dialogo è possibile sulla scorta di una scelta
di
piacere e di un riconoscimento di appartenenza e di discendenza
implicito nel pensiero di ogni
singola
analista che ha scelto l'altra, facendola emergere dal passato
per riportarla nel presente
vivo
del propriopersonale
pensiero al lavoro. Ma la novità non consiste solo in questo
pur
significativo
gesto che riguarda, per ciascuna delleautrici, la scelta di un'analista del passato, masoprattutto nell'evidente piacere di pensare insieme,
in un gesto di comunione inedito che
riconosce
la validità del pensiero dell’altra, delle altre, dando una
sua propria, direi morbida
piegatura
all’equazione inconscia sapere/potere e la flette verso il
senso di “potere/ pensare” o, se vogliamo, verso un’altra
piegatura, meno morbida e più assertiva: “il diritto di
pensare”. Ma non
c’è
diritto senza riconoscimento dell’altro. Il diritto di
pensare, duramente conquistato dalle
analiste
del passato, rende possibile il piacere di pensare delle
analiste del presente: il debito, che
questo
testo implicitamente paga, è questo.
Esso
inaugura un metodo: stare insieme, pensare insieme, pur
mantenendo ciascunaautrice
la
propria
singolarità.
Questo
confronto con l’altra, per ritornare a sé, è il
filo rosso che dà unità compositiva al testo e anima
l’incontro di ciascuna analista con
un’interlocutrice privilegiata, scelta in base a
un proprio senso di appartenenza a una genealogia interna, luogo
di fondazione e di discendenza. Un vero e proprio lavoro di
trasmissione dunque, in cui ciascuna analista trasmette
alla comunità scientifica non solo il proprio lavoro
teorico-clinico, ma la cifra di questo lavoro, il piacere di
pensare, appunto, inequivocabilmente tracciato dalla
passione del femminile, oltre che da quella per la ricerca: un
pensiero al lavoro sulla coppia femminile
–donna in psicoanalisi, che, evidentemente, non cessa di
interrogare l’orizzonte epistemico della nostra disciplina.
La
diacronia che è stata scelta, oltre al racconto del farsi
del pensiero della studiosa prescelta in
cui
rispecchiarsi e riflettere/riflettersi, mette in scena come,
nel corso del tempo, il pensiero di
ciascuna
analista si sia dovuto confrontare non solo con le
lotte e gli scontriche
hanno infuriato
nella
comunità psicoanalitica, ma soprattutto tra loro, proprio loro
le analiste, come tali, sempre
l’una
contro l’atra, nonostante apparenti momenti di
“sororanza”, subito ringhiottiti dal conflitto.
Credo
che questo essere insieme, come analiste e proprio in quanto
tali, accettando le proprie
diversità
e le proprie filiazioni senza contrapporle, faccia parte del piacere
di pensare che la
lettura
di questo testo intensamente comunica. Nonci troviamo però di fronte a una “storia
della
psicoanalisi al femminile, come la curatrice fa notare
sobriamente, ma auna
qualità altra
rispetto
a una possibile definizione di genere. Tutti i lavori
presenti in “Il piacere di pensare”,
sonocertamente la polifonia di un pensiero femminile al
lavoro, ma si muovono, ciascuno a
suo
modo e con un proprio stile. Ciascuna autrice in fondo affronta con passione e
coraggio,
la
storia stessa della psicoanalisi, al di là del genere e, sesvelacome la stessa epistemologia psicoanalitica sia andata
trasformandosi sotto la forza del pensiero di M. Klein, diP. Aulagnier e
delle
altre pensatrici qui convocatee rilette, ciò accade al di là della contrapposizione
maschile/
femminile,
ma emerge di per sé, come un “fatto scientifico“,
certamente non neutro, nel momento
in
cui, secondo una propria inclinazione, un proprio modo
d’essere, ciascuna analistadi oggi,
a
partire da sé, restituisce attraverso la propria scrittura
il debito che sente versola
propria
genealogia
personalee lo
esplicita chiaramente.
BIBLIOGRAFIA:
J.
Buttler, La disfatta del genere, Meltemi editore, 2006.
M.Fraire, Arte del fare e
del disfare, “Lapis”, 28 pp.11-14, 1995.
Lou
Salome, La Materia erotica, Edizioni delle donne, 1979.
M
. Heidegger,L’arte
e lo Spazio, Il melangolo, Genova 1997.
M.
Heidegger, “Poeticamente
abita l’uomo”, e “Costruire,
Abitare, pensare”.in
"Saggi e
discorsi",
Mursia, Milano 1991.
P.
Cupelloni ,“Plasma germinale”, generi e generazioni
dentro l’urgenza della vita, in
"Generi
e generazioni. Ordine e disordine delle identificazioni“, Franco
Angeli, Milano 2008.
E. Lévinas, Dall’esistenza all’esistente, Marietti.
E. Lévinas, Il tempo e l’altro, Il melangolo.
Post
del 13.12.2013: E' morta Luciana Sica, giornalista di Repubblica
molto vicina alla psicoanalisi. Ecco un ricordo di Laura Felici
Montani:
<<La
scorsa notte è venuta
a mancare dopo una breve e fulminante malattia, LucianaSica.La
voglio ricordare come l’ho conosciuta: un viso sottile da
ragazza, gli occhi vivi e attenti, Luciana Sica.
Avrebbe compiuto sessant'anni il prossimo 16 gennaio. La
psicoanalisi - i suoi articoli sempre
puntuali nell’interrogare il destino della disciplina,sono stati
quello che ci ha unito nei nostri brevi, intensi incontri, dove
una simpatia reciproca, forte, intensissima, non ha dato seguito a
una vera amicizia, per i percorsi accidentati delle nostre vite,
simili però nella passione per la conoscenza e il rifiuto dei
dogmi disciplinari che, nonostante ciò avrebbero
condotto lei
a riconoscimenti prestigiosi come il premio Musatti, a coronamento
delsuo
incontro con la psicoanalisi. Sua passione privata, mai tradotta
in passione professionale. La passione per la psicoanalisi nasceva
in Luciana da una più vasta curiosità, da
un ‘ansia di conoscereche dette il via a un lungo colloquio con i classici e con
le più rilevanti personalità del mondo psicoanalitico
internazionale. Si deve a lei un "Manifesto in difesa della
psicoanalisi", sulle pagine de La
Repubblica, che aprì un percorso di riflessione
tra analisti di varie scuole, sfociata nel recente volume
einaudiano Salvate il dottor Freud. .I
funerali di Luciana Sica saranno celebrati domani, sabato 14
dicembre, alle ore 14, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere
a Roma. E
che la terra le sia lieve, come molti miei colleghia cui mi unisco le hanno augurato>>.