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Chronology

RECENSIONI BIBLIOGRAFICHE

 

Recensioni bibliografiche 2003   13.12.2004

Segnalazione riviste: 

E' uscito il primo numero di "IPNOSI. Rivista italiana di Ipnosi clinica e sperimentale" (editore Franco Angeli, Milano).

La rivista, il cui primo numero è uscito nel maggio 2004, annovera come Direttore responsabile Camillo Loriedo, il quale nell'editoriale sottolinea come la rivista rappresenti il risultato della vita oramai decennale della Società Italiana di Ipnosi. Loriedo così riassume le linee programmatiche della neonata rivista: <<Naturalmente, la storia ci ha insegnato a non fare eccesivo affidamento sulla tenuta della coesione di gruppo nel caso di una disciplina, come quella dell'ipnosi, che sembra sia stata tagliata su misura per produrre soprattutto l'exploit individuale e le unusual personal performances. E, d'altra parte, sarebbe segno di scarsa attenzione, oltre che scientificamente poco costruttivo, ignorare l'esistenza di conflitti che fioriscono nella nostra come in altre Società. Conflitti che abbiamo imparato a considerare indispensabile nutrimento, ma che non possono non essere ritenuti anche rischio incombente.  La rivista che ci proponiamo di realizzare deve accettare benevolmente la presenza di questo rischio, per riuscire a prevenire la caduta nell'ammaliante sonno dell'ortodossia, che a differenza dell'ipnosi, non consente risvegli>>.

La "Rivista Sperimentale di freniatria" n.2/2004 (secondo semestre 2004) dedica un numero monografico al tema degli "ARTEFATTI STORICI DELLA PSICHIATRIA".

 

               

Recensioni dalla stampa 2003

12.10.2004 

E' uscito un numero monografico della rivista "Sistemi intelligenti" dedicato a <<Scienza cognitiva e psicopatologia>> (a cura di M. Marraffa e C. Meini, XVI, n.2, agosto 2004).

Dalla recensione di Michele Di Francesco sul supplemento domenicale de "Il Sole 24 ore" del 10.10.2004: <<(...) Al possibile incontro tra scienza cognitiva e psichiatriaè così dedicato il numero corrente di Sistemi intelligenti, curato da Massimo Marraffa e Cristina Meini, con contributi di Bruno Bara, Livia Colle, Antonio semerari, Elisabeth Pacherie, Tim Bayne, Francesco Mancini, Amelia Cangemi, Giovanni Liotti, Alfredo Civita - un'autorevole schiera di autori le cui competenze spaziano dalla filosofia della mente alla pratica clinica, e i cui contributi illustrano la natura bidirezionale dell'interazione tra i due settori. Da un lato le evidenze cliniche offrono sia spunti che vincoli all'elaborazione e al vaglio sperimentale di teorie circa l'architettura della mente, dall'altro tali teorie offrono un quadro concettuale di riferimento che permette l'elaborazione di modelli dei disturbi psichici che vadano oltre la dimensione descrittiva del linguaggio ordinario. Un esempio di quest'ultimo tipo di influsso, messo a fuoco dai curatori nel saggio iniziale, riguarda  il ruolo che l'ipotesi del carattere modulare della mente (organizzato cioé in agenzie a vario titolo autonome e dedicate a compiti specifici) può svolgere nella costruzione di una nuova tassonomia dei disturbi psichici (come autismo e schizofrenia). Un ulteriore esempio è offerto dal saggio di Giovanni Liotti, riguardo al ruolo che i processi cognitivi hanno nella vita emozionale. Aderire a una teoria psicobiologica (che vede le emozioni precedere l'attività cognitiva, in grado al massimo di svolgere un ruolo regolativo), a una teoria socio-costruttivista (al cui interno i processi cognitivi hanno un ruolo costitutivo dell'emozione), oppure a un modello componenziale (che assume aspetti di entrambe le teorie precedenti) ha una ripercussione immediata e profonda sul trattamento dei disturbi della sfera emotiva.

Che l'incontro tra psichiatria e scienza cognitiva sia auspicabile e proficuo sembra essere certo. Ci si potrebbe però chiedere fino a che punto esso debba o possa spingersi. Su questo tema sono pertinenti le riflessioni di Alfredo Civita, quando nota come il ricorso alla teoria cognitiva permetta al terapeuta "di sussumere gli elementi individuali sotto concetti universali", mentre altri modelli di indagine restano programmaticamente confinati alla "dimensione dell'individuale". E' probabile, di fatto, che nella capacità di offrire una sintesi convincente di entrambe queste aspirazioni esplicative e cliniche si giocherà il futuro della nuova prospettiva utilmente delineata da marraffa e Meini>>. 

 

 

2.09.2004 

Recensione di Pierre-Henri Castel del libro di Michel Foucault "Il potere psichiatrico. Corso al College de France 1973-1974".

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                 Rivista Frenis Zero 6.07.2004 

Segnalazione dell'articolo di G.L. Vaccarino, P. Vaccarino, R. Keller ed E. Pirfo sui "Quaderni italiani di Psichiatria" (vol. XXIII, marzo 2004) dal titolo "PSICOSI, ISTERIA E PASSIONI D'AMORE NELLA LETTERATURA ITALIANA DELL'OTTOCENTO".

Abstract: <<La Letteratura italiana della seconda metà dell'Ottocento accolse in modo diretto le concezioni e le teorie relative alle cause morali della follia elaborate dagli psichiatri del tempo, mettendo in relazione soprattutto le passioni d'amore con le nevrosi e le psicosi che possono colpire in particolare le donne. 

L'articolo presenta una serie di personaggi di romanzi e novelle che, descritti secondo le categorie proprie della psichiatria positivistica e lombrosiana in special modo, si abbandonano a passioni smodate e deliranti, in preda a ossessioni incontrollabili; per questo rovinano se stessi e la propria famiglia, uccidono, muoiono suicidi o finiscono i loro giorni in manicomio.

La follia, presso gli autori presi in considerazione, venne percepita e rappresentata come una sorta di sanzione per i comportamenti individuali trasgressivi rispetto alle norme morali della società borghese ottocentesca, fondata su valori quali lavoro, onestà, rispettabilità, ruolo subordinato della donna, centralità della famiglia, ubbidienza. La letteratura, quindi, - come d'altra parte anche la psichiatria - svolse un ruolo importante di 'normalizzazione', fissando con precisione i confini tra uomo (o donna) normale e uomo (o donna) 'anormale', contribuendo a sedimentare maggiormente nell'opinione pubblica lo stereotipo del pazzo pericoloso a sé e agli altri>>.

Per comunicazioni con gli autori: Roberto Keller, Dip. Salute Mentale, Osp. Amedeo di Savoia, email: rokel2003@libero.it

 

 

22.06.2004

Recensione su "L'Espresso" di venerdì 18 giugno del convegno "Oedipus. L'Edipo oggi", organizzato dal Centro Psicoanalitico Romano e svoltosi dal 4 al 6 giugno a Roma. 

                            vai alla pagina del convegno

 

                  Maitres à dispenser 27.05.2004

Questa sera alla trasmissione di RadioTre "Fahrenheit" è stato presentato il libro:"MIO PADRE E' UN CHICCO DI GRANO" di Luana De Vita (ed. Nutrimenti, Roma, 2004, pagg.126, euro 10,00).

L 'autrice, psicologa clinica e collaboratrice del "Messaggero" di Roma, racconta la sua storia di figlia che per 40 anni ha dovuto farsi carico del padre gravemente psicotico. Il libro non vuole raccontare una storia esemplare né offrire un'analisi critica di fenomeni sociali quali l'emarginazione dei malati di mente e dei loro familiari, il difficile ed impervio rapporto con le istituzioni ed i servizi, ecc.. Semplicemente è un racconto dal tono molto personale che a tratti si fa duro, spietato, una narrazione che vuole essere testimonianza di una condizione femminile "destinata" (storicamente? culturalmente?) a prendersi cura del genitore 'folle', ma che diventa anche denuncia dei troppi vuoti istituzionali e delle negligenze di chi, pur avendo il dovere di dare risposte, colpevolmente tace. L'Io narrante  ha davanti sempre il Tu del padre , muto interlocutore i cui atti diventano sintomi   per un misterioso nesso logico: <<Come è saltato fuori il nesso tra te e la schizofrenia non l'ho mai capito, lo considero simbolicamente un brillante epilogo di colloquio clinico>>. Un'adolescenza piena di rabbia, ma anche un'adolescenza 'mancata' è quella di chi racconta la propria nell'incipit del libro: 

<<"No, non se ne parla, papà. Sono le tre di notte, dormiamo tutti, chiama domani".

Con te è sempre tutto inutile, convincerti che non è il caso o non è il momento è impossibile. Poco dopo squilla di nuovo il telefono, sei sempre tu.Rispondo e richiudo, senza neanche aprire gli occhi, ma tu richiami. "Senti, papà, mamma dorme, io dormo, dormiamo tutti, perché non vai a dormire anche tu?" Ributto giù il telefono, tanto lo so che tra un secondo richiami. E nel risponderti ancora, continuando a non aprire gli occhi, mi accorgo che sto dormendo nel tuo letto e che mamma è accanto a me. Ieri sera era sconvolta, sempre grazie a te naturalmente; ho deciso di dormire con lei, possibile che non si sia svegliata con tutte queste telefonate?

Così, mentre continuo a dirti che non devi chiamare a quest'ora, mi giro a guardarla e provo a chiamarla, provo a scuoterla. Lei non risponde, non reagisce proprio. Stavolta ti mando a quel paese urlando che vogliamo dormire, butto giù il telefono, accendo la luce e lei è nel letto, gli occhi non sono chiusi ma non sono neanche aperti. La bava, la schiuma che le scende giù dagli angoli della bocca e non mi sente, non mi ascolta. L'ambulanza, devo chiamare l'ambulanza. "Non lo so cosa ha preso, non so, forse si è avvelenata, ma abbiamo mangiato le stesse cose, forse ha preso i sonniferi di papà, era molto agitata ieri sera, forse non si è regolata con la quantità". L'ambulanza sta arrivando, io mi vesto di corsa e...chi chiamo adesso? Ho solo quindici anni, che gli dico a quelli del pronto soccorso? E tu, papà, richiami. Stavolta ti aggredisco, ti disintegro e tu non richiami più, capirai solo molto più tardi perché ti ho maledetto alle quattro di mattina. Eppure sei stato tu e la tua ostinazione a voler parlare con mamma, quella notte, a salvarla. E sempre tu sei la ragione di questa ulteriore, ennesima notte di follia. Non è la prima volta e non sarà l'ultima, una notte in bianco, una corsa in ospedale, una tragedia sfiorata, le urla, le liti, il sangue, l'umidità dell'alba che si confonde con le lacrime>>.

 

 

 

 

 

 

30.04.2004

Recensioni:

 Mark Solms & Oliver Turnbull "Il cervello e il mondo interno". Dalla prefazione di Oliver Sacks...

 

"NATI PER IL CRIMINE. Cesare Lombroso e le origini della criminologia biologica" di Mary Gibson    vai alla prefazione dell'autrice

 

15.03.2004

Segnalazione dell'uscita in libreria della 2a. edizione di "SCENE DA UN MANICOMIO. Storia e storie del Santa Maria della Pietà" di Bruno Tagliacozzi e Adriano Pallotta.

Il Santa Maria della Pietà, tra i manicomi d'Europa, era probabilmente il più antico come origini e il più grande come numero di ospiti. Quattro secoli e mezzo di esistenza ripercorsi seguendo le tappe storiche e gli eventi più significativi, con un particolare approfondimento sugli ultimi cinquant'anni che sono rivisitati e analizzati attraverso i racconti dei diretti protagonisti: un infermiere e un paziente. Una storia per non dimenticare la tragicità dell'istituzione manicomiale, barattata spesso come luogo di cura e in realtà drammatica struttura segregante e spersonalizzante, nella quale era facile entrare e impossibile uscire.

Scheda bibliografica: B. Tagliacozzi & A. Pallotta, "Scene da un manicomio. Storia e storie del Santa Maria della Pietà", Edizioni Ma.Gi., Roma, pagg.248, euro 18,07 (ISBN:88-86801-18-1).

 

 

23.02.2004

Recensione di Arnaldo Ballerini del libro di Marco Alessandrini "RIPENSARE LA SCHIZOFRENIA. Delirio, sogno, psicosi: ripartire da Philippe Chaslin", Edizioni Ma.Gi., Roma, 2004.  Vai alla recensione

 

3.02.2004 

Recensione di Gilberto Corbellini sul libro di Eugenio Borgna "Le intermittenze del cuore" (dal Domenicale de "Il Sole 24 ore" del 1.02.2004)   Vai alla recensione

 

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