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CONGRESSI
II semestre 2004 |
Questo servizio di informazione sugli eventi ECM deve necessariamente fare i conti con l'ingente mole di eventi accreditati e, soprattutto, in fase di accreditamento per il 2004. Pertanto, abbiamo operato una selezione, forzatamente 'arbitraria', di congressi che ci sono sembrati maggiormente attinente alla formazione psicoterapica. Mano a mano che un evento sarà accreditato, verrà aggiornata la sua scheda completa del punteggio assegnatogli. Gli eventi contrassegnati da un asterisco (*) sono quelli che hanno ricevuto un accreditamento solo per gli psicologi. Per gli eventi formativi che non compaiono nel sito ECM-sanità (http://ecm.sanita.it) verrà indicata la fonte informativa ( a fondo pagina).
Per visualizzare gli eventi ECM del PRIMO SEMESTRE 2004 clicca qui | Eventi SECONDO SEMESTRE 2004 in attesa di accreditamento | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
XXXV CONVEGNO A
SEMINARI MULTIPLI DELLA SPI;
Sede:
HOTEL MICHELANGELO, MILANO, VIA
SCARLATTI;
Info:
Segretario
Scientifico della S.P.I., Prof. Giuseppe Berti Ceroni Società Psicoanalitica Italiana – Via Corridoni 38, 20122 MILANO Fees= euro 126. Programma: 09.00-10.00 Registrazione dei partecipanti e caffè
di accoglienza 10.00-13.30 Seminario (1a tranche) 13.30-14.30 Lunch 14.30-18.00 Seminario (2a tranche) 18.15-18.45 Questionario di apprendimento ECM N.1 - ANNA
MARIA PANDOLFI La ” crisi evolutiva della psicoanalisi”.
Discussione su Il metodo e le tecniche. Si propone
di discutere la problematica della “crisi della psicoanalisi” della
quale da molto si parla .Si ritiene che tale crisi sia reale e
multideterminata e possa essere interpretata
nella accezione psicoanalitica di espressione di un bisogno di cambiamento
nella continuità, quindi espressione di vitalità, di salute, di
possibili capacità evolutive. Analogamente a quanto avviene per le
persone, per le gruppalità, per le istituzioni. Dare
a ciò un destino evolutivo è compito degli psicoanalisti, che del
resto in parte già lo stanno facendo, ma in modo non abbastanza
ufficializzato, esplicito, riconosciuto e percepito anche all’esterno.
Questa crisi sembra riguardare in particolare l’assetto clinico della
psicoanalisi anche nelle sue formulazioni relative alle tecniche e al
setting, per come si è istituzionalizzato, mantenuto, cristallizzato nel
tempo soprattutto a livello formativo. Si discute l’utilità anzi la
necessità che la psicoanalisi in quanto strumento clinico allarghi i suoi
confini , le sue competenze, i suoi significati anche e ben al di là
della tecnica classica. Sì da poter essere e diventare uno strumento
efficace anche per quelle persone che la tecnica classica o para-classica
non può trattare e che comunque la psicoanalisi può trattare e che
costituiscono una fascia notevole dei nostri potenziali pazienti, in
particolare i casi gravi. Lo
psicoanalista deve diventare capace fin dall’inizio , di essere tale,
anche” senza divano”. La psicoanalisi clinica ha il duplice compito di
rivisitare, ripensare criticamente e modificare alcuni dei suoi assetti,
divenendo attenta più al metodo che alle specifiche tecniche.
Si propone quindi una discussione approfondita sulle relazioni e le
differenze tra il metodo della psicoanalisi e le tecniche molto variegate
in cui esso si declina. N.
2 - GUIDO BUFFOLI Favorire la crescita dei bambini intuizioni preconsce
delle favole riguardo alle dinamiche sane e patologiche dello sviluppo
infantile ed adolescenziale comparazioni con storie inventate e disegnate
dai bambini in terapia aiuti
terapeutici e aiuti delle favole In una
terapia ho fatto la fantasia
che un bambino mi dicesse: “ Prima credevo che la vita fosse facile e
che io non ero capace di far niente,perciò ai miei genitori era toccato
il bambino più stupido,ora ho
capito che è difficile per tutti ma
anche una
bella impresa per chi ci vuol provare “ , nella realtà quel bambino mi
disse: “ Prima ero troppo piccolo ora sono diventato grande e non ho più
paura .” Le fiabe hanno
sempre avuto il pregio di non
negare , di non nasconderel a complessità della vita,fornendo indicazioni
e speranze sul come affrontarle e come scriveva B.Bettelheim nel suo
notevole libro “Il mondo incantato” la favola mentre intrattiene il
bambino gli permette di conoscersi e favorire lo sviluppo della sua
personalità, A. Marcoli nel suo libro “ Il bambino nascosto “ presenta
favole agli adulti per aiutarli a capire i loro figli. Esistono autori che
hanno cercato di raccogliere tutte le favole note in
un corpo unico di oltre venti volumi e ancora Bettelheim affermava
che non basterebbe un solo libro a rendere giustizia dei contributi
delle fiabe al mondo dell’infanzia, ma noi psicoanalisti che ne
pensiamo? Nei nostri tempi in
cui crisi, dubbi e spinte mortifere ricordano
corto oscurantismo medioevale “ La spada nella roccia “ ed
“Il signore degli Anelli“ mostrano percorsi paralleli verso la
crescita, l’emancipazione e la genitalità. Nelle favole, forma d’arte
unica simile ma diversa dalla mitologia, si
possono scoprire notevoli intuizioni ma soprattutto quella saggezza
umana che ha riconosciuto al
bambino l’essere ed il divenire persona. In questo
seminario vorrei intercalare vignette cliniche ,contenenti storie
raccontate in vario modo da
piccoli pazienti, con vignette tratte da autori come
Afanas’ev, Dickens, Wilde , Capuana , Collodi , Andersen
, Grimm ed altri ed auspico che colleghi interessati a queste tematiche
possano portare contributi specifici nella speranza di aprire insieme un
portale particolare per un confronto psicoanalitico-sciamanico con
Merlino, Gandalf e Albus Silente. N. 3 –
GIUSEPPE BALLAURI Il trauma nella psicoanalisi
dei comportamenti violenti e delle nevrosi,attraverso la fiction
cinematografica con la visione del film di P. BrooK :Il Signore delle
mosche,e un episodio televisivo della serie Ai Confini della realtà. 3)Il tema
del seminario nasce dall’esigenza di affrontare il problema della
aggressività e della violenza,dopo gli accadimenti
sconvolgenti e traumatici verificatisi negli ultimi due anni in
Italia (G8) e nel Mondo (Tween Towers e guerre). La fiction
cinematografica può essere un utile strumento per aiutare a “pensare”
a questi avvenimenti da un vertice psicoanalitico, in considerazione
del fatto che la dimensione dello
spettatore, durante la visione di un film ,è uno stato sospeso tra veglia
e sonno , che permette il
sorgere dell’immaginazione creativa,della reverie e che può essere
paragonata con un po’ di cautela alla relazione paziente-analista,
durante una seduta , in cui entrambi i partner della coppia cercano di
sospendere il pensiero vigile e razionale per lasciarsi andare alle libere
associazioni. Il film Il
Signore delle mosche avrà lo scopo di affrontare il tema della
violenza secondo la teoria di Bion, ma durante la discussione
si potranno senz’altro presentare altri modelli d’interpretazione,che
i partecipanti potranno suggerire. L’episodio
della serie Ai confini della realtà,intitolato la Giostra ,ci permetterà
di affrontare la coazione a ripetere, proponendoci più spunti per
riflettere sulla clinica delle nevrosi e sulla teoria del trauma
proposta da Freud. N. 4 - MAURO MANCIA & GIUSEPPE MOCCIA
Memoria, inconscio e funzioni terapeutiche: la
psicoanalisi in dialogo con le neuroscienze La scoperta della memoria implicita da parte delle
neuroscienze ha favorito una revisione e un ampliamento del concetto di
inconscio. Per Freud, l’inconscio è dinamico, legato alla rimozione fin
dai primi periodi della vita. Sappiamo ora che le esperienze emozionali e
affettive delle prime relazioni del bambino con la madre e l’ambiente in
cui cresce non possono essere rimosse in quanto le strutture della memoria
esplicita, necessarie per la rimozione, non sono mature prima dei 2-3 anni
di vita. Pertanto le esperienze presimboliche e preverbali del neonato
possono solo essere depositate nella memoria implicita. Esse costituiranno
la struttura fondante un nucleo inconscio del Sé non rimosso. L’identificazione dell’inconscio (rimosso e non rimosso) con la
memoria (rispettivamente esplicita ed implicita) permette alcune ipotesi
sulla organizzazione anatomo-fisiologica delle funzioni inconsce della
mente. Queste nuove acquisizioni, oltre ad arricchire il
concetto di inconscio, portano un contributo significativo alle teorie del
transfert e del sogno e conseguentemente alle funzioni terapeutiche
dell’analisi. Il transfert, inteso nella sua qualità organizzazionale,
esprimerebbe la sua funzione di traduzione di contenuti inconsci, anche
non rimossi, nella strutturazione della relazione sè-altro e
rappresenterebbe una forma di modulazione affettiva piuttosto che uno
spostamento distorcente della libido e dell'aggressività. Nel transfert,
una attenzione particolare dovrà essere data alle modalità comunicative
del paziente, in particolare alla voce e alla struttura del suo
linguaggio. Un contributo essenziale alla scoperta dell’inconscio non
rimosso verrà dall’analisi dei sogni. Le funzioni terapeutiche del lavoro analitico passano attraverso una ricostruzione
che può essere ottenuta con il lavoro sull’inconscio rimosso e non
rimosso. I sogni, in particolare, in virtù delle loro capacità
simbolopoietiche, possono trasformare simbolicamente esperienze, fantasie
e difese presimboliche, rendendole verbalizzabili e pensabili anche senza
il ricordo. N. 5 -
MARIA CHIARA RISOLDI, PATRIZIA SALATIELLO, ANNA VACAVA Guerra e dopoguerra: esperienze, pensieri
e domande La
drammaticità del nostro tempo ci
chiede di confrontarci con le conseguenze delle guerre moderne. Con i
traumi di chi le vive. Con i traumi di chi vi assiste. E con i traumi di
chi corre in aiuto di chi le vive. Dalla tragedia dell’11 settembre
2001, e con il susseguirsi di vicende belliche,
si assiste ad un vero e proprio boom dell’area della psicologia
dell’emergenza nell’ambito degli aiuti umanitari. Che cosa significa
portare aiuto psicologico? Che cosa succede nella psiche di chi parte per
portare aiuto? Si potrà e come, quando tutto è a soqquadro e si è in
preda al disorientamento e al panico, far funzionare in qualche modo la
mente? E qual è lo spazio minimo di cui si ha bisogno perché accada? Può
essere utile la presenza di qualcuno che aiuti a elaborare l’angoscia
delle èquipe presenti nelle emergenze o in quel momento
viene privilegiato il fare e l’elaborazione può semmai avvenire
in un secondo tempo? E ancora
: spesso le popolazioni in guerra hanno culture familiari sociali,
politiche, diverse dalla nostra. Quante sarebbero
le variabili sulla tecnica, non sulla teoria psicoanalitica, da
modificare anche in base a
questi parametri? Che relazione ci sarà tra la mancanza di un
contenimento della paura e dell’angoscia e lo scatenamento del sadismo ?
Le proponenti il seminario hanno fatto,
o stanno organizzando, diverse esperienze sul campo. A partire
dalle storiche esperienze di Freud, si interrogano
sul ruolo e sulla funzione degli psicoanalisti interessati ad
essere coinvolti nelle drammatiche vicende della attuale violenza sociale. N. 6 -
FRANCO DE MASI Il ritiro psicotico e la compromissione del senso di
realta' Nei pazienti
gravi un utile elemento di riflessione analitica dovrebbe venire dallo
studio di quelle strutture psicopatologiche, specifiche per ogni
paziente, che si sviluppano nell'area che ha portato a fallimenti
dell'identità personale Ritengo,
pertanto, che sia necessario distinguere il mondo della fantasia o
dell'immaginazione, che è alla base della nostra capacità di sognare,
cioè di prefigurare la realtà psichica ed emotiva, dal ritiro nella
fantasia. In questo
ritiro, che si prepara nell'infanzia, avviene quella dissociazione dalla
realtà psichica che costituisce la premessa per la futura
proliferazione delirante. I bambini
destinati a sviluppare una psicosi entrano nel mondo dissociato non solo
per difendersi dall'angoscia o dalla solitudine, ma anche per il piacere
di sperimentare un'illusoria autosufficienza gratificante e un'onnipotenza
che rende ogni cosa possibile. Le
operazioni mentali che avvengono nel ritiro non sottostanno alle
leggi del funzionamento psichico normale. Non possono essere rimosse
nè essere "sognate" per essere trasformate in
pensieri. Queste
strutture, che si sviluppano precocemente e in modo autonomo, devono
essere ricostruite e ricomprese nella loro genesi al fine di aiutare il
paziente a sottrarsi al loro dominio. Per mezzo
di esemplificazioni cliniche il seminario dovrebbe cercare di fare
luce sui modi con i quali è possibile raggiungere il paziente nel suo
ritiro, per aiutarlo a riemergere. N. 7 -
MARZIA MORI UBALDINI Trauma
precoce: evoluzione nella teoria e nella clinica
Introdurrò
l’argomento con alcune riflessioni sui cambiamenti della teoria
psicoanalitica che
riguardano il peso
evolutivo dell’incontro con l’ambiente neonatale
nelle relazioni oggettuali successive.
I recenti apporti delle nuoroscienze e le affinate osservazioni
della infant
research, che ha
studiato l’ intensa attività mentale del neonato,
hanno aumentato la nostra consapevolezza circa la significatività e la
delicatezza dell’incontro
del neonato con i care-givers. Appare
attualmente sostenibile
l’ipotesi di eventi particolarmente gravi nei primi anni di vita
possano provocare traumi
che disgregano
i nessi ed interrompono e distorcono il senso degli scambi
affettivi, danneggiando la capacità di costruzione di
identificazioni corrette a livello cognitivo- affettivo. I traumi precoci
possono influenzare tutte le procedure negli scambi relazionali originari
e, quanto più il trauma è
precoce, tanto più viene alterata la competenza comunicativa e quindi la
capacità di costruzione di senso. Il lavoro
che porto in questo seminario
è frutto di una ricerca clinica su patologie gravi,che ha accompagnato
tutta la mia vita professionale. Sostenuto
da esempi clinici esso descrive i
segni che i trauma precoci lasciano nel paziente adulto. I traumi
a volte sono tanto precoci da non potersi fare ricordo,rimangono
incistati nel corpo oppure impediscono alla
relazione di formarsi al di fuori di un
rigido sistema che
oscilla fra idolatria e persecuzione. Il terrore
per l’incontro per l’incontro affettivo e per il cambiamento
ostacolano inconsciamente una
stabile alleanza terapeutica ed il processo analitico si può insabbiare
per lunghi periodi. Ipotesi
fondamentale è che se
l’analista riconosce per tempo il paziente affetto
da danni per trauma precoce e riesce ad approntare l’assetto
mentale adatto per la cura del
nucleo che è stato
danneggiato all’origine
della vita mentale, allora egli
potrà evitare alcune delle reazioni terapeutiche negative che spesso
portano ad tempestose
interruzioni. Soprattutto
però si possono evitare al paziente pericolose cadute in crisi di panico,
dissociazioni,reazioni psicosomatiche e il riprodursi di
cambiamenti catastrofici
con pericolosi acting autolesivi. Il
seminario intende approfondire questo tema, portando,
attraverso esempi clinici, la descrizione delle
procedure particolari opportune
e utili per riuscire a creare un’area relazionale nuova non distorta dal
trauma. E’ quasi come l’innesto di una cellula staminale, che
con molta pazienza bonifica,almeno in parte, l’area del danno che
il trauma produce
nelle relazioni affettive. N.
8 - Paolo Fonda Fusionalita’,
traumi precoci,
aggrappamento Vorrei
discutere di pazienti adulti, nei quali riscontriamo esiti di traumi
precoci, relativi a una delicata epoca, sostanzialmente preedipica.
Approfondirei sopratutto alcune costellazioni difensive, che createsi a
seguito di bruschi traumatici “svezzamenti”, avvenuti nello stretto
passaggio dall'“illusione di unione onnipotente”, ricca di fusionalità,
alla condizione di prevalente separatezza. Il bambino si trova di fronte a
un traumatico insostenibile dolore e ad angosce persecutorie che non
possono essere rappresentate nella sua fragile mente. Se ne può difendere
con una reazione di intenso aggrappamento tendente ad annullare la
distanza con l'oggetto, annullando con ciò anche il costituendo spazio
potenziale necessario al pensare. In questa sorta di “claustrum”, dove
prevale l’immobilità in un’atmosfera SP, si crea un vissuto
ampiamente non mentalizzato (un fantasma) di un sé inestricabilmente
aggrappato all'oggetto che, installandosi nel mondo interno, vi produrrà
tenaci effetti limitanti sulle potenzialità relazionali e vitali.
Discuteremo casi clinici e degli aspetti tecnici, che possono portare allo
“scioglimento” dell’aggrappamento e alla riconnessione con il
“tesoro” – la buona relazione oggettuale antecedente la
“catastrofe” – tenacemente nascosto e protetto fino quasi alla fine
dell’analisi. N.
9 - Daniela Scotto di Fasano Indovina chi viene in
seduta oggi... Vorrei esplorare con i colleghi, a partire dalla presentazione di una mia
relazione, come pensare quelli che fino a non molto tempo fa erano
considerati "disturbi" (quando non addirittura agiti)
dell'ortodossia del trattamento psicoanalitico. In particolare, il riferimento è alle psicoanalisi di bambini e di
adolescenti, nell'avvio e nel corso delle quali è sempre stato impossibile
escludere del tutto e per sempre il contatto con i genitori (e spesso con
i familiari) del paziente. Il mio quesito riguarda la possibilità che costoro (che un tempo si
tendeva a 'circoscrivere' in spazi limitati e il più possibile extra-trattamento,
affidandone il 'contenimento' a colleghi) oggi non solo potrebbero non
risultare di 'ostacolo' al nostro lavoro ma, addirittura,
rappresentare per l'analista un utile vertice osservativo, in grado
di integrare e allargare il campo analitico, diventando, per la coppia
analitica al lavoro, i "migliori colleghi". In questa luce, l'osservazione acquisirebbe lo status di strumento
prezioso, sia dal vertice del genitore (che è in tal modo messo in grado
di capire con quali strumenti e in che modo lavora l'analista) sia dal
nostro, arricchiti da impreviste competenze genitoriali su quel soggetto, loro
figlio, nostro paziente. Inoltre, mi piacerebbe esplorare un'evenienza che, almeno nella mia
esperienza, accade sempre più frequentemente con alcuni pazienti,
cioé il fatto che questi chiedano di far intervenire (o, senza chiedere,
accada che facciano intervenire) in seduta uno o più 'altri'
(coniuge, genitore, altro) nel corso della loro analisi. I quesiti sui quali mi vado interrogando concernono le eventuali caratteristiche
di questi pazienti, da un lato, e, dall'altro, il modo in cui si
debbano pensare tali evenienze - "rotture di setting"?
Semplici accidenti? Preziose e impreviste risorse? - alla luce della
possibilità che abbiano da insegnarci qualcosa. In questo caso, cosa?
E comunque, cosa in relazione al modo in cui concettualizziamo il
setting? N. 10 - PAOLA MARION E PAOLO FABOZZI Origini e finalità del processo interpretativo nello Zwischenreich tra
paziente e analista Il tema dell'interpretazione attraversa l'intero
arco temporale della psicoanlaisi, occupando una posizione centrale nella
riflessione e nello sviluppo del suo pensiero teorico-clinico. Se si
ripensa ad alcuni grandi mutamenti teorico-clinici che hanno attraversato
il movimento psicoanalitico nel corso della sua storia, si può affermare
che l'interpretazione sia collocabile in un luogo delimitato ad un estremo
dalla pretesa che la psicoanalisi trasmetta un sapere oracolare che impone
al paziente una N. 11 -
FRANCESCO NAPOLITANO Passività, Passione,
Sublimazione. I tre
termini del titolo si riferiscono a un mio percorso di ricerca iniziato
quattro anni fa, sul quale mi piacerebbe attivare uno scambio, e che
descrivo perciò brevemente. All’epoca, punto di partenza è stato il
mio interesse per la coppia concettuale attività/passività, con lo scopo
di rintracciare le ragioni del primato psichico assegnato da Freud alla meta
pulsionale rispetto all’oggetto. Ho cominciato così a
studiare la storia pre-freudiana della coppia attività/passività,
puntando da un lato alla filosofia greca e dall’altro alla rivoluzione
filosofica seicentesca, che di quella filosofia segna un parziale
tramonto, e scoprendo per strada la ricchezza psicoanalitica dei dibattiti
filosofici su attività e passività, quando siano interpretati in chiave
freudiana. Come spesso accade, il vagabondaggio storico ha prodotto, in
parziale deroga al progetto iniziale, un lavoro imprevisto (Sulla storia
pre-freudiana della coppia attività/passività, Rivista di
psicoanalisi, 2002, 4), che ha poi funzionato da trampolino per una
ricerca estensiva sulla passione, con particolare riferimento agli
esiti sublimati della stessa. In itinere, i risultati di questa
ulteriore, appassionante deviazione dalla rotta prevista sono stati
annotati in un diario di bordo in corso di stampa presso Boringhieri.
Inutile dirlo, essi sono costituiti prevalentemente da domande (la
speranza è che siano però ben poste) concernenti prevalentemente origine
e ruolo della passione di conoscere nell’ontogenesi e nella cura,
intesa, quest’ultima, come recidiva d’amore (e di odio) e rinnovato
flusso di quelle stesse passioni che animarono l’infanzia
(i corsivi rimandano a termini freudiani presenti in La Gradiva).
Chi fosse interessato a cercare con me possibili risposte e ulteriori
domande, prima dell’eventuale incontro milanese potrebbe visitare il mio
porto di partenza del 2002. n. 12 - ALBERTO MARIA COMAZZI E LEOPOLDA PELIZZARO FRISIA La morte incalza: l’analista, il lutto e la
riparazione
Cercheremo
di sviluppare come recare sollievo al dolore provocato dall’attesa della
morte e poi dal lutto, può essere individuato e riconosciuto nel recupero
di una capacità di condividere, con l'aiuto dell'analista, la
comprensione e la percezione di una nuova bellezza in altri oggetti vivi,
soprattutto all'interno del rapporto con l'analista. Nella
possibilità di trasformazione che gli offrirà l'analista, il soggetto in
lutto potrà trovare un limite al suo dolore e un luogo mentale dove
depositare nell'oblio la persona scomparsa. Discussione centrata su
sequenze cliniche significative, materiale raccolto in anni di lavoro
presso il Servizio di Psicologia Medica del Nord Italia Transplant al
Policlinico di Milano, dove il dr. Comazzi assiste le famiglie che hanno
donato gli organi di un loro congiunto morto improvvisamente e presso il
Servizio di Psicologia dove la dr.ssa Pelizzaro lavora con pazienti
terminali e con i loro famigliari all’Hospice del dipartimento
Oncologico dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Inoltre saranno
discussi casi clinici seguiti nella stanza d’analisi, al di fuori
dell’Istituzione. n.
13 - Giuseppe Berti Ceroni (Bologna), Marco Chiesa (Londra), Giovanni
Foresti (Pavia), Angela Gesuè (Milano), Roberto Goisis (Milano), Giuseppe
Luoni (Roma) e Giuseppe Sabucco (Milano) Malattia mentale e sofferenza esistenziale:
punti di vista dal campo psicoanalitico. La proposta epistemologica che appare nella premessa
della legge di riforma psichiatrica in discussione- pare senza molto
successo- in parlamento, di contrapporre malattia- di competenza
medica-e sofferenza esistenziale- di competenza di chi se la
prende: medici, psicoterapeuti, religiosi, cultori di altre scienze umane-
è evidentemente questionabile, anche per come dissocia due enti- la
malattia mentale e la sofferenza esistenziale-, che varie correnti
psicologiche-psicoterapeutiche e la psicologia-psichiatria sociale avevano
invece con fondati motivi e ben collaudate ricerche variamente collegato. L’occasione
può prestarsi per riprendere un tema poco trattato e con poca chiarezza
in psicoanalisi: la psicoanalisi è una terapia che guarisce- almeno per
un arco dell’esistenza- da certe malattie? O viceversa soltanto cura- o
si prende cura- della complessa personalità dell’analizzando, senza
proporsi intenti terapeutici? Può, come secondo aspetto della questione,
lenire e fare meglio intendere sofferenze esistenziali, impedendo che
diano luogo a malattie, fungendo quindi da fattore di prevenzione? Ricerche,
esperienza clinica, singoli casi possono colloquiare su queste domande,
senza essere sopraffatte da teorie. Per facilitare una discussione aperta
e profonda su queste questioni, i promotori porteranno spunti di
discussione invece che relazioni tornite. N. 14 - FABRIZIO FRANCHI, ALESSANDRO BRUNI, ANA
JURAGA, STEFANIA PALLOTTA, TOMMASO PARISI, GIOVANNI SIRIANNI, CLAUDIA SPADAZZI. La malattia somatica: affezione di un organo o dell’interezza dell’uomo? Il gruppo “Synaptica”, da
oltre 10 anni, porta avanti un’attività sperimentale teorico-clinica,
nell’intento di integrare l’anamnesi medica di pazienti affetti da
malattie organiche, con l’indagine sulla personalità e sulla storia
familiare, ricavata adoperando un vertice psicoanalitico. Il gruppo è
composto da psicoanalisti quasi tutti con un’esperienza di medicina
clinica in vari settori.
Tenendo
presenti le teorie e le esperienze che hanno utilizzato un vertice
psicoanalitico per affrontare il campo difficile della psicosomatica, Il
gruppo ha messo a punto un setting clinico originale, aperto sul piano
teorico ad apporti diversificati e finalizzati alla prospezione binoculare
della malattia d’organo. Il metodo prevede una serie di incontri con il
paziente ed un lavoro parallelo dell’equipe nel quale vengono
contemporaneamente confrontati l’anamnesi medica, la storia familiare e
le sue derive transgenerazionali, gli elementi della personalità del
paziente ed il loro dispiegarsi in relazione all’insorgenza della
malattia. L’equipe di analisti, utilizzando le possibilità euristiche
che si attivano in un assetto di gruppo di lavoro a finalità analitica,
si cimenta nel disaggregare, espandere ed amplificare il materiale clinico
seguendo i gradienti rizomatici delle associazioni libere, fino
all’emersione di una nuova rete di nessi, intrecci ed intersezioni, che
ri-significano il senso della malattia nel contesto della storia del
paziente. Programma
del seminario. Mattina. Saranno presentati, in un dialogo intrecciato, la prospezione teorica,
unitamente alla descrizione del metodo utilizzato e la storia del gruppo,
unitamente ad una riflessione sul funzionamento analitico di questo tipo
di setting di gruppo. Pomeriggio. Sarà offerta ai colleghi, in via sperimentale, la possibilità di
condividere in un gruppo più allargato la “gestazione” di un “caso
clinico”. Verrà presentato previamente il materiale ricavato dai
colloqui con un paziente, quindi il gruppo sarà invitato a lavorare
secondo il metodo proposto. In terza istanza il risultato del lavoro del
seminario sarà confrontato con la ri-significazione già da noi
precedentemente restituita al paziente. n. 15 - Anna Ferruta, Arrigo Lucchin, Mario
Marinetti Pazienti difficili da
raggiungere: nuovi disagi nella mente e nella tecnica dell’analista ? Il Seminario affronta casi clinici caratterizzati da una spiccata eterogeneità
dei livelli mentali e relazionali, accostati gli uni agli altri e non
comunicanti tra loro. * o
“analizzare” le comunicazioni del paziente, individuando lo stato del
transfert e l’interpretazione “giusta” ma trasformando il paziente
inconsciamente in un oggetto non vivo, invece di incontrarlo
relazionalmente nella posizione di un soggetto capace di elaborare ed
entrare in contatto. * oppure
di essere un vivo recettore della fame di sensorialità del paziente, che
tuttavia non riesce a fare uso dell’oggetto-analista come portavoce
della sensorialità primitiva e delle protoemozioni, perché dispone di
un’organizzazione mentale scissa, che entra in funzione in automatico. Il
privilegiare l‘uno o l’altro approccio lascia immutata la situazione;
può accadere allora che
l’analista si sorprenda a pensare di ricorrere ad altre vie rispetto a
quelle che gli sono peculiari (setting, analisi del transfert, uso del
controtransfert, interpretazione). Questo Seminario prende avvio da sequenze di sedute di due pazienti che,
pur motivati a fare
un’analisi per affrontare i loro problemi relazionali, pongono
all’analista una particolare difficoltà a trovare i modi per
raggiungerli nei nuclei emotivi più profondi e potere così dispiegare lo
strumento elettivo dell’analisi e della trasformazione psichica, la
rappresentazione di parola: * una paziente si mostra raggiungibile solo quando compaiono parole
dotate di una particolare qualità sensoriale, fuori dal loro
“significato”. * un paziente maschera sotto abiti femminili il suo sentire, così come
deforma la comunicazione in seduta con sogni e parole che
“nascondono”lui e “appagano” l’analista. L’approfondimento concerne aspetti teorici relativi al funzionamento
della mente dell’analista, quando si sente “sospinto” verso moti di
“evasione” dal metodo, e
alcune articolazioni della tecnica in seduta (le parole che toccano,
tenuta del setting, terzietà, rapporto
tra scissione e rimozione). Questo Seminario è frutto della ricerca sulla clinica delle patologie gravi da parte di un Gruppo di Studio del Centro Milanese di Psicoanalisi che vi lavora dal 1996 (Fabio Benini, Stella Bolaffi Benuzzi, Valeria Egidi Morpurgo Anna Ferruta, Tebaldo Galli, Arrigo Lucchin, Noé Loiacono, Mario Marinetti, Michele Stuflesser, Rossana Russo, Domenico Sartorelli, Rosetta Schlesinger Pareyson).
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Bologna, settembre-dicembre 2004 Ciclo di Seminari del Centro Bolognese di Psicoanalisi "LE PSICOANALISI DEL NUOVO SECOLO" Sede: via C. Battisti, 24; Fees= euro 200.
PROGRAMMA Seminari CPB 2004 "Le" psicoanalisi del nuovo secolo 23 Settembre 2004
ore 21-23 Le fantasie
primarie: come passare dal contatto sensoriale al rapporto
analizzando-analista Relatore: Dott. Enrico Cesare Gori Ore 23.00-23.30 Discussione Ore 23.30-23.45 test di
valutazione 8 Ottobre 2004
ore 21 - 23 Sull'originario nella psicosi Relatore: Dott. Andrea Baldassarro Ore 23.00-23.30 Discussione Ore 23.30-23.45 test di
valutazione 21 Ottobre 2004 ore 21 - 23 "Biondo era, bello e di gentile aspetto" Relatore: Dott.ssa Antonella Montezemolo Ore 23.00-23.30 Discussione Ore 23.30-23.45 test di
valutazione 4 Novembre 2004 ore 21 - 23 "Interpretazione, transfert e controtransfert nel lavoro psicoanalitico con le coppie" Relatore: Dott. Giulio Cesare Zavattini Ore 23.00-23.30 Discussione Ore 23.30-23.45 test di
valutazione 16 Novembre 2004 ore 21 - 23 Extreme Self-disclosure Relatore: Dott. Owen Renik Ore 23.00-23.30 Discussione Ore 23.30-23.45 test di
valutazione 17 Dicembre 2004 ore 21 - 23 Psicoanalisi e narrazione: un modello della mente e della cura Relatore: Dott. Antonino Ferro Ore 23.00-23.30 Discussione Ore 23.30-23.45 test di
valutazione Abstracts: Antonella
Montezemolo: L'autore
descrive un caso clinico di un paziente difficile con un trattamento a 3
sedute la settimana. Esamina il materiale raccolto (sedute, sogni, agiti,
comportamenti non verbali, ecc.) e, a posteriori, considera i segnali
transferali e controtransferali di cui non ha tenuto conto a sufficienza e
che potrebbero avere portato,
al di là dei fattori oggettivi di vita del paziente, ad una interruzione
del trattamento stesso. Gori Molti
pazienti portano in analisi le fantasie profonde (primarie) che sono
coperte dalle loro parti più sviluppate, ma che rimangono molto attive.
Sono sensazioni dovute al funzionamento ormonale, neuro-ormonale e
muscolare che si scaricano nelle varie parti del corpo. I pazienti
spargono le sensazioni nel contatto con l'analista: si tratta di studiare
come accoglierle e contenerle dentro noi per trasformarle a livello più
maturo. Zavattini Ferro Una
inadeguatezza della funzione a a trasformare tutte le stimolazioni che
arrivano: allora elementi b devono essere “sbarrati fuori” messi in un
altrove, di solito sono meccanismi violenti di evacuazione che danno luogo
a malattie psicosomatiche gravi, ad allucinazioni ad agiti caratteropatici. Una
inadeguatezza del ♀ rispetto a contenuti già trasformati in
elementi a (o meglio trasformati parzialmente quelli che ho chiamato
elementi balfa) e qui abbiamo come luogo principe la negazione come
barriera protettiva con fenomeni come la formazione del doppio, scissioni,
evacuazioni nella mente dell’Altro di contenuti non assimilabili e non
contenibili (trasformazioni in allucinosi). Il
terzo luogo di patologia è quello determinato da un eccesso di “fatti
emozionali indigeriti” che superano le capacità della mente di tesserli
in narrazione in presenza di una adeguata funzione alfa e di una adeguata
capacità del contenitore. Credo
che a questi tre livelli corrispondano operazioni mentali diverse che
spettano all’analista: operazioni di reverie (e conseguente sviluppo
della funzione a), di essere all’unisono (e sviluppo di ♀) oppure
operazioni interpretative classiche. Non
è facile distinguere sempre il livello interessato, e spesso si tratta di
patologie a loci misti. Postulo
come fattore terapeutico la qualità del funzionamento mentale
dell’analista in seduta e in particolare le sue doti di recettività,
elasticità, capacità di trasformazione, di tolleranza e di pazienza. Queste
doti entrando nel campo operano trasformazioni : così elementi beta
,contenuti protomentali emotivi o sensoriali prima non trasformati in
pittogrammi (elementi alfa) o non contenibili, possono non essere più ‘camuffati’,’stoccati’,scissi,proiettati,evacuati
ma possono accedere a una loro pensabilità.
La
relazione, affrontando il tema dell' atteggiamento dell'analista in
seduta, approfondirà le implicazioni delle rivelazioni di sé che
l'analista può attuare nel corso della seduta e delle funzioni
terapeutiche che tale atteggiamento può assumere, Baldassarro In
questo lavoro intendo discutere il concetto di originario - introdotto nella riflessione psicoanalitica da Piera
Aulagnier, ripreso poi da André Green ed altri autori - come processo
costantemente all’opera nel funzionamento psichico e direttamente
implicato nell’organizzazione
psicotica dell’individuo. Se
la psiche trasforma tutto quello che produce od incontra e lo elabora
attraverso i processi del
primario e del secondario, a monte di essi la prima modalità di incontro
con la realtà esterna è ciò che può essere definito come “originario”,
il cui postulato fondamentale è quello dell’autogenerazione,
per il quale tutto il reale è il
prodotto della propria attività rappresentativa. La rappresentazione
si costituirebbe, dunque, come “l’equivalente psichico del lavoro di
metabolizzazione proprio dell’attività organica” (Aulagnier, 1994,
57). La psiche tende infatti fondamentalmente a conoscere se stessa; ed il
pensiero pensa per conoscere, della realtà esterna e di quella interna,
quello che la realtà psichica ha costruito “intorno” ad essa. Per
originario, quindi, si intende
un “al di là” del primario:
non qualcosa che lo precede soltanto temporalmente, ma un processo che
persiste indefinitamente accanto al primario ed al secondario e che
concerne le esperienze iniziali del soggetto. Lo sfondo
rappresentazionale inconscio, proprio dell’originario, costituisce il
primo tentativo della psiche di dare forma ed organizzazione
all’incontro tra la sensorialità corporea inesplicabile del soggetto e
la realtà esterna.
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Roma, 2-4 settembre 2004 5° Congresso Internazionale di Neuropsicoanalisi "SCISSIONE, DINIEGO E NARCISISMO:UNA PROSPETTIVA NEUROPSICOANALITICA SULL'EMISFERO DESTRO". Organizz.: Dipartimento di Scienze Cliniche, Morfologiche e Tecnologiche - Univ. di Roma; Sede: Congress Center "Europa", Largo Francesco Vito, n.1 -Roma, Info: lorenzo.pascazio@libero.it; Fees= euro 509. ABSTRACT DELLE RELAZIONI PIU’ SIGNIFICATIVE E CURRICULUM VITAE DEI RISPETTIVI RELATORI Margaret R. ZellnerPsicoterapeuta psicoanalitica dal 1996 a New York, candidata
avanzata della National Psychological Association for Psychoanalysis (NPAP),
New York City, Master of Art in Studi Latino Americani e Bachelor of Art
in Semiotica, segue il Science
Fellowship, Neuropsychology Sub-Program, presso il Graduate Center, New
York. Membro del Direttivo del Neuro-Psychoanalysis Center (Londra, New
York). Conduttrice con Terry Hunt, Ed.D., del seminario annuale intitolato
“Guarigione emozionale: dalla co-dipendenza alla vitalità”al
Omega Institute ( Rhinebeck, New York) e del workshop “Emotional Access
& Expression”.
Margaret R. Zellner Neuroanatomia di base Questa
lezione introduttiva fornirà una panoramica di base sull’anatomia del
cervello, dal tronco encefalico, a altri sistemi quali, i sistemi
subcorticali, gli emisferi cerebrali, mettend in luce i collegamenti, ove
possibile, alle funzioni psicodinamiche evidenziate dalla psicoanalisi.
Saranno messi in particolare luce le aree cerebrali primarie e
associative, per fornire il terreno per la comprensione degli argomenti
discussi durante la conferenza. Oliver
Turnbull Neuropsicologo,
si è formato a Cambridge. Ha prodotto numerose pubblicazioni su
prestigiose riviste neuroscientifiche, principalmente su argomenti quali i
disturbi delle funzioni visuo-spaziali, le lateralizzazioni e i disturbi
neuropsicologici che comportano false credenze, come l’anosognosia e la
confabulazione. È attualmente Senior Lecturer nel Centre for Cognitive
Neuroscience a Bangor, Università del Galles. È anche segretario della
Società Internazionale di Neuropsicoanalisi e responsabile della
redazione della rivista interdisciplinare Neuro-Psychoanalysis. Oliver
Turnbull.
I deficit neuropsicologici
dopo lesioni emisferiche destre I
pazienti neurologici che soffrono di lesioni all’emisfero cerebrale
destro, riportano una serie di deficit neuropsicologici, che riassumeremo
in questo seminario. La discussione offre un riassunto breve sulla
letteratura sull’asimmetria emisferica e la specializzazione
lateralizzata, spiegando la relazione tra le asimmetrie di lato
nell’organizzazione emisferica, e la lateralizzazione comportamentale,
come la preferenza manuale. L’esposizione poi passerà in rassegna i
principali deficit osservati dopo lesioni all’emisfero destro. Queste
sono: (1) disturbi visuo-spaziali (ad esempio, l’aprassia costruttiva e
l’aprattognosia spaziale) che rappresentano alterazioni della capacità
di funzionare nello spazio concreto. (2) Eminegligenza (neglect) spaziale, che riflette un’alterazione nella distribuzione
delle risorse attenzionale verso il lato sinistro dello spazio. E, infine,
(3) diniego del deficit (anosognosia, o anosodiaforia) per cui i pazienti
non riescono a riconoscere dalle loro menomazioni, e di conseguenza, non
mostrano alcun disagio a tal proposito. Questo seminario inoltre tratta di
aspetti della ricerca sulle funzioni dell’emisfero cerebrale destro che
sono stati studiati più di recente, in particolare sull’elaborazione
globale e locale, e specialmente nel campo dell’espressione e percezione
delle emozioni. Il simposio termina con una breve discussione sulla
relazione tra queste scoperte neuropsicologiche
e i tentativi più ampi di caratterizzare la “funzione”
dell’emisfero cerebrale destro. Mark Solms Lateralizzazione emisfericaNella
letteratura popolare e psicoanalitica, le funzioni dell’emisfero destro
sono frequentemente caratterizzate come “intuitive”, “creative”,
“olistiche”, “emozionali”, “inconsce” “basate sul processo
primario” e via dicendo. Questo intervento considera queste evidenze
alla luce di fatti scientifici e cerca di identificare le reali funzioni
dell’emisfero cerebrale destro, fornisce, inoltre,
una visione approfondita sulle prove esistenti di una funzione
differenziata degli emisferi cerebrali destro e sinistro. L’emisfero
sinistro sembra essere, secondo l’opinione maggioritaria, dominante per
funzioni lineari, semantico e di orientamento verso i dettagli, mentre
l’emisfero destro sarebbe deputato per l’elaborazione di aspetti più
olistici, di tipo emozionale e sintetico. Queste interpretazioni verranno
criticate da un vertice psicoanalitico, che offre delle alternative di
pensiero sulle differenze interemisferiche. Andrea
Clarici. Narcisismo e meccanismi di difesa: concetti di base utili per un confronto con le neuroscienze Freud
ha introdotto il concetto di narcisismo nel 1914. Egli riteneva necessario
introdurre questo concetto clinico dalla constatazione che molti dei
pazienti trattati in psicoanalisi si presentavano refrattari alla terapia.
La motivazione iniziale di Freud al merito veniva dal fatto che queste
persone si erano ritirate in se stesse, o meglio che gli investimenti
affettivi e relazionali (la catexi) si era ritirata all’interno del Sé,
rendendo impossibile la relazione psicoanalitica con il terapeuta, cioè
il transfert. Il concetto di narcisismo dall’epoca di Freud ha avuto
amplissimi sviluppi, fondamentalmente permettendo l’emergere di una più
chiara teoria delle relazioni oggettuali, una teoria che nasce appunto
dalla definizione del concetto di Sé. Il Sé viene quindi a definirsi
come una rappresentazione di se stessi, derivante dai più precoci
sensazioni derivanti dal proprio corpo, un’entità autoriflessiva in un
rapporto costante, di varia natura e qualità, con gli oggetti interni
(ossia con le rappresentazioni mentali del mondo esterno). Il concetto di
narcisismo ha inoltre portato a una migliore comprensione dello sviluppo
infantile fisiologico, quel percorso che ogni individuo intraprende per
arrivare da uno stato mentale più primitivo a una più matura capacità
di amore verso il prossimo, verso se stessi e di relazione con il mondo.
Parimenti, lo studio dello sviluppo infantile e delle sue alterazioni ha
portato a una definizione delle affezioni psicopatologiche collegate al
narcisismo e a una migliore comprensione dei fattori causali alla base
delle malattie mentali. Questo
sviluppo concettuale sostanziale era già adombrato nello scritto di Freud
del 1914 dove egli parla di una fondamentale regressione ad una
organizzazione narcisistica in seguito alla malattia organica. Nel
soggetto si sviluppano così delle difese psichiche specificatamente
adottate per evitare il dolore psichico, la frustrazione e l’incapacità
di tollerare nella realtà soggettiva, i propri deficit funzionali e
sociali, nonché le perdite relazionali conseguenti alla malattia. In
particolare, in questa sede verrà sottolineato come la malattia organica
cerebrale (in particolare quella conseguente a lesione dell’emisfero
cerebrale destro) comporta una regressione a un utilizzo di difese
psichiche di carattere narcisistico, e che queste difese hanno
caratteristiche specifiche strettamente dipendenti dalla sede cerebrale
della lesione. Guido Gainotti
Nato a Noceto (Parma) il 12.3.1939, si è laureato in Medicina e
Chirurgia con pieni voti e lode presso l’Università di Parma. Dal 1989
è Professore Ordinario di “Riabilitazione Neurologica” nel Corso di
Laurea in Medicina e Chirurgia dell’U.C.S.C di Roma, dove dirige il
Servizio di Neuropsicologia ed è dal 1994 Direttore della Scuola di
Specializzazione in Neurologia. Dal 1997 è inoltre Presidente del Diploma
Universitario di Fisioterapista dell’Ospedale di Pescopagano (Potenza).
Negli anni 1998-99 ha coordinato l’unità di lavoro sulla didattica per
il corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’U.C.S.C. Dal 2000 è
membro del Nucleo di Valutazione dell’U.C.S.C. e dal 2001 è Referente
della Facoltà di Medicina e Chirurgia per i processi di orientamento,
tutorato e placement. E’ stato Presidente (dal 1979 al 1982 e di nuovo dal 1996 al 1998)
della sezione di Neuropsicologia della Società Italiana di Neurologia.
E’ stato dal 1990 al 1998 membro del Comitato Coordinatore del Gruppo
Intersocietario di Studio per la Riabilitazione Neurologica. E’
membro del Comité Scientifique Stratégique de l’IFR “Sciences du
Cerveau” di Marsiglia. Guido GainottiIstituto di Neurologia, Università Cattolica, PoliclinicoGemelli, Roma, Italia Sulla relazione singolare tra le emozioni, l’emisfero destro e i processi inconsciL’osservazione clinica che alcuni pazienti con danno cerebrale destro (e non sinistro) mostrano una sindrome di anosognosia / diniego di malattia, ha sollevato il problema dei meccanismi sottostanti a questo sorprendente fenomeno e del collegamento con l’organizzazione cerebrale, che appare essere diversa tra i due emisferi cerebrali. Esistono due interpretazioni principali su questo argomento. La prima sostiene che l’anosognosia/diniego possa essere un aspetto di una reazione emozionale inappropriata dei pazienti con pazienti con lesione emisferica (PLE) destra. Questa reazione emozionale abnorme potrebbe, a sua volta, suggerire una dominanza destra per il comportamento emozionale, così come i disturbi del linguaggio nei PLE sinistra derivano da una dominanza emisferica sinistra per il linguaggio. Molti filoni di ricerca hanno sostenuto questa ipotesi, dimostrando che l’emisfero cerebrale destro svolge un ruolo predominante nei processi emozionali. La seconda ipotesi propone invece che la sindrome caratterizzata da anosognosia e diniego sia dovuta a un deficit della consapevolezza dei processi e funzioni sostenute dal emisfero destra. Dal punto di vista psicoanalitico questo è stato sostenuto già molti anni fa da Galin (1974), che ha distinto i “processi primari” inconsci dell’emisfero destro dai “prcessi secondari” consci dell’emisfero cerebrale sinistro. Alcuni modelli teorici riguardanti l’architettura funzionale delle emozioni, in accordo con dati empirici recenti, suggeriscono che l’interpretazione “emozionale” e “sull’inconscio” non sono necessariamente contraddittorie tra loro. In accordo con questi modelli, dovrebbe essere necessario distinguere due livelli di elaborazione emozionale: (1) un livello “schematico” (in cui le emozioni sono automaticamente sperimenate come emozioni ‘vere’) e (2) un livello “concettuale” (nel quale le emozioni sono analizzate e sottoposte a controllo volontario). Dati empirici recenti suggerirebberoche l’emisfero cerebrale destro avrebbe un ruolo principale al livello schematico, e pertanto nella generazione automatica e inconscia delle emozioni, mentre l’emisfero cerebrale sinistro potrebbe essere principalmente coinvolto al livello concettuale, cioè nel analisi conscia e nel controllo dei processi emozionali. Se congiunti, questi dati clinici e teorici suggeriscono che l’elaborazione inconscia e automatica dei dati emozionali tipica dell’emisfero destro potrebbe spiegare i fenomeni sorprendenti della anosognosia, o negazione dell’emiplegia sinistra presenti in alcuni pazienti con lesione cerebrale destra. Todd
Feinberg Todd
E. Feinberg, M.D. è Professore Associato di Neurologia e
Psichiatria al “Albert Einstein College of Medicine” e Direttore del
Yarmon Neurobehavior and Alzheimer’s Disease Center al Beth Israel
Medical Center a New York. E’ coeditore del testo “Neurologia
comportamentale e Neuropsicologia” (McGraw-Hill), e ha contribuito ad
oltre 75 fra articoli, abstract e libri. Il libro pubblicato più
recentemente “Ego alterati: come il cervello Crea il Sé” (Oxford). Todd
Feinberg La patologia
dell’emisfero destro e il Sé: asomatognosia, confabulazione e
identificazione erronea delirante In
che cosa consistono le basi neurobiologiche del Sé? In questo intervento
verranno analizzati esami videoregistrati di pazienti affetti da lesioni
cerebrali e disordini del Sé, in particolare identificazione erronea
delirante, asomatognosia , confabulazione, Sindrome di Capgras
per le immagini allo specchio, Sindrome di Capgrasper l’ambiente
circostante, la Sindrome di Frégoli per le persone e l’ambiente. Dopo
la visione delle videoregistrazioni, verranno riassunte le caratteristiche
cliniche e discusse le implicazioni di ciascuna delle suddette patologie,
focalizzando in particolare l’attenzione sull’elevata frequenza di un
coesistente patologia delle aree cerebrali frontali destre in questi
pazienti, indicativa di un coinvolgimento delle suddette aree cerebrali
nell’integrazione del Sé con l’ambiente circostante. V.S.
Ramachandran V.S. Ramachandran è direttore del Center for Brain and Cognition e professore presso il Dipartimento di Psicologia e del Programma di Neuroscienze dell’Università della California, San Diego, e professore aggiunto in Biologia al Salk Institute.La ricerca di Ramachandran è stata inizialmente sulla percezione visiva ma egli è più noto per i suoi lavori in neurologia. Tra questi citiamo il libro “La donna che morì dal ridere”, oltre che numerosi articoli di ricerca sperimentale su prestigiose riviste quali Scientific American, Science, Nature e molte altre. Ramachandran
VS. Anosognosia; l’interfaccia tra la neurologia, la psichiatria e la psicoanalisiI
pazienti affetti da lesione cerebrale all’emisfero destro, alle volte
negano fermamente i loro deficit. Verranno descritti tre nuovi esperimenti
messi in atto per determinare l’estensione e la profondità di tale
diniego. Viene ipotizzato che in soggetti normali l’emisfero sinistro si
interfacci abitualmente con piccole, locali “anomalie” o discrepanze,
cercando di imporre una coerenza finalizzata a preservare lo status quo.
Ma quando le anomalie vanno oltre un limite predefinito interviene
l’emisfero destro e genera uno spostamento. Un fallimento di questo
processo dovuto ad una lesione cerebrale all’emisfero destro può
parzialmente spiegare il fenomeno dell’anosognosia. Il nostro modello può
generare una nuova teoria evolutiva focalizzata sull’auto-inganno che
differisce da quanto proposto precedentemente da Trivers. A questo punto
viene utilizzata l’anosognosia come punto di partenza per speculare su
numerosi altri aspetti della natura umana come il meccanismo difensivo di
Freud. In conclusione vengono presentati nuovi concetti su possibili
legami fra patologie psicologiche e fenomeni neurologici. Prof. Massimo AmmanitiProfessore Straordinario di Psicopatologia generale e
dell'Età Evolutiva, Facoltà di Psicologia Università di Roma dal 1991
al 1994 e Professore Ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo dal 1994
ad oggi. È docente in Psicopatologia dello Sviluppo, presso la IIa Scuola
di Specializzazione in Psicologia Clinica dell'Università di Roma, dal
1991 ad oggi. È
membro del Board of Directors della World Association of Infant Mental
Health (WAIMH). È
Presidente dell'Associazione Italiana per la Salute Mentale Infantile, e
psicoanalista della International Psychoanalytical Association. È inoltre
membro del Research Advisory Board dell'International Psychoanalytical
Association. Ègli è esperto dell'Inserm (Institut National de la Santé
e de la Recherche Médical), nonché membro dell'Osservatorio per la
Salute Mentale del Ministero della Salute e dell'Osservatorio per
l'Infanzia e l'Adolescenza del Ministero del Lavoro e per le Politiche
Sociali.
Prof. Massimo AmmanitiIl punto di
vista psicoanalitico Gli
sviluppi più recenti dell'"infant research" tendono ad ignorare
il concetto di narcisismo, rilevante non solo nella clinica ma anche nello
sviluppo infantile. Se il narcisismo primario in termini energetici e di
sistema chiuso non è più riproponibile si può adottare un'ottica
evolutiva rifacendosi a Freud, Balint, Kohut e Lebovici. Queste
concettualizzazioni vengono discusse anche alla luce dei contributi più
recenti dell'"infant research" e della neurobiologia. Anne Alvarez
Anne
Alvarez si è formata come psicologa clinica negli anni intorno al 1950
in Canada e negli Stati Uniti. È poi diventata Psicoterapeuta
Psicoanalitica del bambino e dell’adolescente presso la Tavistock Clinic
di Londra. È membro dell’Associazione britannica degli Psicoterapeuti
Infantili. È anche Membro Onorario dell’AIPPI (Associazione Italiana di
Psicoterapia Psicoanalitica Infantile), dell’ Associazione Francese di
Psicoterapia Psicoanalitica Infantile, e membro dell’Associazione per la
Psicoanalisi Infantile di Boston (USA). Attualmente è Primario
Psicoterapeuta per l’Infanzia e l’Adolescenza del Dipartimento
Infantile e della Famiglia della Tavistock Clinic di Londra e Direttrice
del Progetto di Ricerca sull’Autismo presso la stessa sede di Londra.
Anne Alvarez
Sull’importanza
nella clinica del confronto tra la neurologia, la psichiatria e la
psicoanalisi
Il mio schema sui livelli del lavoro analitico deriva dal
fallimento clinico, a contatto con pazienti estremamente danneggiati, nel
raggiungerli con le più consuete interpretazioni di carattere esplicativo
(Freud, 1905) o di tipo localizzatorio (Klein, 1946). Ho dovuto imparare
che questi bambini non erano capaci di pensiero del tipo spaziale,
temporale e causale richiesto dal funzionamento di tipo simbolico, e in
quello che Bruner chiama il pensiero “a due canali” (two tracked
thinking; Bruner, 1968). L’assunto che questi bambini avessero un Io o
un Sé a cui potessi parlare, e un senso chiaro di un oggetto a cui
potessi fare riferimento, si è rivelato falso. Le recenti ricerche sul
cervello confermano, illuminano, e aiutano la quantificazione di questi
diversi livelli. Suggerisco che gli sviluppi storici nei livelli di
interpretazione necessitino di essere invertiti quando prendiamo in
considerazione in modo congiunto aspetti di tipo clinico, aspetti
psicopatologici ed evolutivi. Vi sarebbe infatti bisogno di una descrizione empatica e
di tecniche più attive di recupero, nei primi stadi del lavoro
terapeutico, specialmente dove vi siano autismo, psicosi, disturbi
dissociativi gravi e cronici, o grave depressione.
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Roma, settembre-dicembre
2004 Ciclo di seminari del Centro
Italiano di Psicologia Analitica (CIPA) "INCONSCIO E NARRAZIONE"
. Sede: via Flaminia, n.388 - Roma;
Info: cipa-ecm@mclink.it; Fees=
euro 84.
CENTRO ITALIANO DI PSICOLOGIA ANALITICAIstituto di Roma INCONSCIO E NARRAZIONE 25 settembre 2004 – 18 dicembre 2004 L’evento
è rivolto a Psicoterapeuti Junghiani.
Numero massimo di partecipanti : 40 (20 medici e 20 psicologi) L’evento formativo è finalizzato ad arricchire la preparazione teorica, approfondire la pratica analitica e migliorare la comunicazione e le capacità relazionali dei partecipanti. Metodologia: relazioni teoriche e gruppi di supervisione clinica. Le prime finalizzate all’esplorazione dei differenti punti di vista maturati odiernamente nell’ambito della teoria della clinica. I secondi, orientati a una verifica della validità ed efficacia terapeutica di tali punti di vista attraverso una discussione di casi clinici in gruppo con supervisore . Ore di formazione previste: 16, ripartite in 4 incontri. Costo del corso: 84 euro. Direttore del corso: Dott. Massimo Giannoni Luogo di Svolgimento: CIPA, via Flaminia 388, Roma Le date degli incontri sono: Sabato 25 settembre
ore 16.00-17.00 Riconoscimento e Cambiamento Dott. Roberto Zucchetti ore 17.00-18.00 Dibattito ore 18.00-20.00 Discussione di un caso clinico presentato da uno dei partecipanti Sabato 23 ottobre
ore 16.00-17.00 Trattamento dei pazienti gravi e comunicazione Dott. Giovanni Caputo ore 17.00-18.00 Dibattito ore 18.00-20.00 Discussione di un caso clinico presentato da uno dei partecipanti sabato 6 novembre
ore 16.00-17.00 Empatia e partecipazione Dott. Roberto Zucchetti ore 17.00-18.00 Dibattito ore 18.00-20.00
Discussione di un caso clinico presentato da uno dei partecipanti
Sabato 18 dicembre
ore 16.00-17.00 Narrazione e terapia Dott. Giovanni Caputo ore 17.00-18.00 Dibattito ore 18.00-20.00 Discussione di un caso clinico presentato da uno dei partecipanti Abstracts delle Relazioni Riconoscimento e Cambiamento Dott. Roberto Zucchetti Trattazione del tema della memoria implicita e degli aspetti non verbali e non coscienti della comunicazioe analitica. Sarà focalizzata l’esperienza del riconoscimento come fattore di cambiamento nella terapia. Bibliografia: D. Stern “Qualcosa in più dell’interpretazione”, in Psicobiettivo, vol 20/3,2000 L.W.
Sander “Thinking differently” Psychoanalytic Dialogues vol 12 (1) pag.
11-42, 2002. Trattamento dei pazienti gravi e comunicazione Dott. Giovanni Caputo Sulla comunicazione non verbale nella relazione analitica soprattutto nelle psicoterapie con pazienti gravi. Bibliografia: Beebe, Lachmann “Infant research e trattamento degli adulti” Cortina, Milano P. Fonagy , M. Target “Attaccamento e funzione riflessiva”,Cortina, Milano C.G. Jung “Vol XVI”: parti scelte Empatia
e partecipazione
Dott. Roberto Zucchetti Analisi del concetto di empatia in Kohut, con una particolare attenzione agli aspetti compatibili con il concetto di “partecipazione” in Jung. Bibliografia: H. Kohut “Seminari” Astolabio, Roma H. Kohut, “Introspezione ed empatia” a cura di A. Carusi,Bollati Boringhieri, Torino C.G. Jung “Vol. XVI”: parti scelte Narrazione e terapia Dott. Giovanni Caputo La narratologia come metodo terapeutico in alcune società. Il modo in cui viene fatto un resoconto o una versione dei fatti è il tema centrale dell’approccio narrativo e del discorso analitico. Bibliografia: Roy Shaffer “Rinarrare una vita”, S. Mitchell “L’amore può durare?” Cortina, Milano |
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Roma,
24-26 settembre 2004 "EDIPO
OGGI" Organizz.:
Centro Psicoanalitico di Roma; Sede: Palazzo Altemps, via dei Gigli d'oro,
n.21- Roma; Info: cpdr@tiscali.it;
Fees= euro 160.
PROGRAMMA
Venerdì 24 settembre sera (h.
19,30-22,30): La
vicenda di Edipo 19,30
– 19,45 Amalia Giuffrida
(psicoanalista S.P.I., presidente C.P.dR., Roma): saluto ai partecipanti. 19,45
– 20,30 Andrea B. Baldassarro
(psicoanalista S.P.I., Roma): introduzione ai lavori del convegno. 20,30 – 21,30 Lezione magistrale di Guido
Paduano (prof. di filologia classica, Univ. di Pisa): “La
lunga storia dell’Edipo Re”. 21,30 – 22,00 Letture dall’ “Edipo
Re” e dall’ “Edipo a Colono” di Sofocle, di Ubaldo
Lo Presti (attore, Roma). 22,00 – 22,30 “Edipo. Corpi e voci”: Proiezione di video e filmati sull’Edipo,
a cura di Ciro Giorgini (autore
di Fuori Orario, RAI 3, Roma).
Sabato 25 settembre mattina
(h.9,30-13): L’Edipo
e la psicoanalisi
9,30 – 10,00 Maurizio
Balsamo (psicoanalista S.P.I., segretario C.P.dR., Roma):
introduzione. 10,00 – 12,00 Lezione magistrale di André
Green (psicoanalista S.P.P., Parigi): “Qualificazioni
dell’Edipo”. 12, 00 – 13,30 Tavola rotonda
intradisciplinare (chair. M. Balsamo):
“L’Edipo da Freud alla
psicoanalisi contemporanea”. Intervengono Amalia
Giuffrida (psicoanalista S.P.I., Roma),
Lucio Russo
(psicoanalista S.P.I., Roma) e
interventi dalla sala.
Pausa pranzo. Sabato
25 settembre pomeriggio (h.14,30-18):
Declinazioni dell’Edipo 14,30 – 16,30 Lezione magistrale di Jacques
Galinier (Laboratorio di etnologia e sociologia comparativa, Univ. di
Parigi X): “Dalla madre fallica al padre senza piede. Il pendolo edipico degli
indiani Otomi (Messico)”. 16,30 – 18,00 Tavola rotonda
interdisciplinare (chair. Lorena
Preta, psicoanalista S.P.I., Roma): “L’Edipo
può ancora essere considerato la struttura portante dell’organizzazione
intrapsichica e delle relazioni parentali e sociali?”. Intervengono Manuela
Fraire (psicoanalista S.P.I., Roma), Alfonso
M. Iacono (Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, prof.
ordinario di Storia della filosofia politica, Univ. di Pisa), Sebastiano
Maffettone (prof. ordinario di Filosofia politica, Univ. L.U.I.S.S.-
Guido Carli, Roma) e interventi dalla sala.
Domenica 26 settembre mattina(h.9,30-13):
Edipo
a più voci 9,30 – 11,30 Lezione magistrale di Mario
Martone (regista teatrale e cinematografico, Roma): “La
costruzione dell’Edipo a teatro”. 11,30 – 12,30 Tavola rotonda
conclusiva (chair. A. Baldassarro):
“A più voci. L’Edipo, oggi:
arte, letteratura, antropologia, psicoanalisi”. Intervengono A. Green, J. Galinier, G.
Padano e interventi dalla sala. 12,30 – 13,00 Conclusioni: Domenico
Chianese (psicoanalista, presidente della S.P.I., Roma).
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Roma, 18 settembre 2004 "L'EMOZIONE COME ESPERIENZA INFINITA". Organizz.: AR.S.A.P., Sede: viale Romania, n. 32 - Roma; Info: ilcerchioapv@libero.it; Fees= euro 100.
Giornata di studi sull’applicazione del pensiero di Matte Blanco da tenersi il 18 settembre presso la sede congressuale ARSAP nell’ambito del IV Convegno internazionale di Bi-logica Matte Blanco, psicoanalista con funzioni di training della SPI, nato in Cile, ha trascorso molti anni della sua vita in Italia dove è morto nel 1995. Studioso di importanza internazionale ha pubblicato due opere sul funzionamento dell’Inconscio. Segreteria Organizzativa:
Gli oratori: · Pietro Bria , laureato in medicina, psichiatra, professore di Igiene mentale presso l’Università Cattolica di Roma, ha curato e tradotto l’opera di Matte Blanco in lingua italiana presso la Casa Editrice Einaudi. · Domenico Chianese, Psicoanalista con funzioni di training, Presidente della Società italiana di Psicoanalisi. Ha pubblicato fra l’altro Costruzioni e campo analitico( Borla).. · James Grotstein, laureato in medicina, psichiatra, Psicoanalista con funzioni di training della Società Psicoanalitica Americana (APsaA), ha scritto, fra gli altri libri “Splitting ed Identificazione proiettiva” ed.it. Astrolabio, Roma, e “Who Is the Dreamer Who Dreams the Dream?”di prossima pubblicazione in italiano. · Mauro Mancia, Ordinario di fisiologia presso l’università di Milano, Psicoanalista con funzioni di training presso la Spi,. Ha pubblicato fra l’altro Percorsi e riflessioni sulla psicoanalisi contemporanea (Boringhieri) e Il sogno come religione della mente (Laterza). · Francesco Orlando, professore di Letterature comparata all’Università di Pisa, insignito del Premio Musatti, autore di Per una teoria freudiana della Letteratura (Einaudi) Solomon Resnik, professore di psichiatria, Psicoanalista dell’IPA, tiene in diversi paesi europei seminari rivolti alla formazione degli psicologi e degli psichiatri. Autore di diversi libri sul sogno e sulla psicosi quali ad esempio Il teatro del sogno (Boringhieri), Persona e psicosi (Einaudi)
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Milano,
24-25 settembre 2004 CORSO
TEORICO-PRATICO SUL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DI PERSONALITA'. Organizz.:
Associazione Italiana per lo Studio dei Disturbi di Personalità (A.I.S.D.P.);
Sede: via Prinetti, n.29 - Milano; Info: maffei.cesare@hsr.it;
Fees= euro 250.
ABSTRACTS CORSO AISDP SUL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DI PERSONALITA’ – TERZO INCONTRO – 24/25 SETTEMBRE La pianificazione del trattamento: a) la durata: crisi, breve e lunga – Dott. Paolo
Migone b) il formato: individuale, di gruppo, familiare, misto
– Dott.ssa Laura Vanzulli, Dott. Raffaele Visintini Abstract: In accordo col modello bio-psico-sociale, proposto da Paris, ritengo che
necessario
conoscere la storia familiare di tutti i giovani pazienti BDL, seguiti in
psicoterapia individuale, e inquadrare i loro problemi all'interno del
contesto familiare di appartenenza (paradigma di riferimento
evolutivo-interattivo). Nel mio intervento prenderò in esame i criteri di
scelta per la psicoterapia individuale e per l'intervento integrato
(individuale e familiare). Illustrerò con una vignetta clinica il modello
e le tecniche della terapia focale della famiglia. Attualmente
la psicoterapia di gruppo costituisce un elemento di novità nella
gestione dei pazienti con Disturbi della Personalità; i limiti e i
vantaggi di questo approccio, soprattutto all’interno delle istituzioni
di pubblica salute costituiscono un terreno aperto di confronto tra i
clinici. L’intervento
verte sul management dei pazienti con disturbi della personalità indicati
per la psicoterapia di gruppo. In particolare vengono evidenziati i criteri d’inclusione e di esclusione
per la psicoterapia di gruppo, gli aspetti della personalità che
necessitano di essere indagati durante la fase di assessment e le modalità
di gestione della fase di inserimento in gruppo del paziente. c) le tecniche: psicoterapia, farmaci, miste,
altro – Dott. Giuseppe Nicolò, Prof. Marco Battaglia Questo dato impone, come molte altre evidenze della letteratura dovrebbero essere presi in considerazione per ipotizzare un modello di trattamento adattabile ai servizi di salute mentale o ad altri servizi psichiatrici. Verrà illustrato nell’incontro come sia possibile ipotizzare sulla base della valutazione di alcune variabili, quali le funzioni metacognitive e il tipo di disturbo profili specifici di trattamento. Sulla base di tali profili sarà possibile ipotizzare un matching con il profilo metacognitivo del terapeuta e panificare interventi individuali o di gruppo. La presentazione prevederà anche alcuni role play tra i partecipanti. Il fine di questa presentazione è quello di fornire all’uditorio una
base di conoscenza dei principali temi neurobiologici coinvolti nella
variazione interindividuale rilevante per la personalità umana e nei suoi
disturbi; alla luce di questi elementi saranno esposte alcune linee di
ragionamento nella scelta farmacologica. Approfondimenti sulle
tecniche di intervento con i disturbi di personalità: a)
Il modello cognitivo-comportamentale – Dott. Antonio Semerari Abstract: I soggetti con Disturbo di Personalità possono presentare difetti nella capacità metacognitive, ovvero nella capacità di comprendere gli stati mentali proprio ed altrui. Il disturbo può essere a carico di specifiche sottofunzioni . Ad esempio in alcuni pazienti predomina la difficoltà a riferire i pensieri e le emozioni che costituiscono gli stati mentali, altri sono in grado di riferire i contenuti ideativi ed emotivi ma non riescono a stabilire un ordine in ciò che pensano o provano, né a darne una interpretazione coerente. Verranno descritti, con l’aiuto di brani di sedute, diversi tipi di disturbi metacognitive, le loro conseguenze cliniche, i problemi che ne derivano all’interno del trattamento e le linee principali di intervento con cui è possibile ridurre il malfunzionamento metacognitivo. b)
La terapia di gruppo – Prof. Lucio Sarno Abstract: La letteratura scientifica e clinica indica a partire dagli anni ’90 un incremento dell’interesse per l’applicazione degli interventi di terapia di gruppo – con particolare riferimento ai modelli gruppo-analitici – nel trattamento dei soggetti con Disturbo di Personalità. Nel presente intervento, si affronteranno in particolare i seguenti temi: a) utilità della psicoterapia di gruppo per i soggetti con Disturbo di Personalità; b) teorie della tecnica: limiti e vantaggi dei differenti modelli nel caso del trattamento di soggetti con Disturbo di Personalità; c) i vantaggi del trattamento gruppo-terapeutico rispetto al setting individuale nell’intervento psicoterapeutico per i soggetti con Disturbo di Personalità; d) limiti e vantaggi del gruppo omogeneo rispetto al gruppo etero-sintomale nel trattamento gruppo-terapeutico dei soggetti con Disturbo di Personalità. c)
Il modello bioenergetico – Prof. Ezio Zucconi Mazzini, Dott.ssa
Gilberta Alpa Abstract: L’approccio Self-analitico bioenergetico che presentiamo estende, mediante la mediazione corporea, le relazioni oggettuali e la intersoggettività, mettendo in risalto l’importanza dell’esperienza affettiva immediata e del coinvolgimento, fattori di apprendimento cognitivo di sé e di cambiamento terapeutico. La sintonizzazione empatica che si avvale della percezione corporea della relazione, favorisce l’autosvelamento e fa superare le resistenze messe in atto fin dall’inizio attraverso la nevrosi da transfert. I bisogni di mutualità e di conflittualità , di conoscere l’altro e di essere conosciuti dall’altro, di contatto e di privacy, trovano più facile intermediazione mediante il linguaggio del corpo, in accordo con quanto dice Fonagy che “nel corpo si trova il nucleo originario del Sé agente”. La videoproiezione di alcuni casi clinici, più che le parole, possono nel breve tempo assegnatoci, confermare vera anche oggi l’affermazione di Ferenczi: “la tecnica analitica non è mai stata, e neppure è adesso, qualcosa di stabilito una volta per tutte”.
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Pisa,
settembre-dicembre 2004
Corso di Aggiornamento per Medici e Psicologi "Psicoterapia teoria e pratica" Responsabile Scientifico: Dr.Roberto Bichesecchi Organizz.: Associazione Psicanalisti Pisa; Sede: Via Alessandro Manzoni 11 Pisa; Info: paola.morganti9@virgilio.it; Fees= euro 260.
Il
Corso si rivolge a:
Medici e Psicologi. Obiettivi :Aggiornare sulla teoria e pratica delle varie modalità di intervento in psicoterapia Il numero previsto di partecipanti di 20 . La partecipazione al Corso è determinata dalla comunicazione dell’avvenuto pagamento Il
costo per la partecipazione al Corso
è stabilito in €
260,00. L’evento è stato inserito nel
programma di Formazione Continua in Medicina (ECM) ed è in
valutazione per
l’attribuzione di crediti formativi. Al termine del Corso verranno comunicati ( se pervenuti ) i Crediti Formativi ECM acquisiti, assegnati dalla Commissione Ministeriale, e verranno rilasciati gli attestati. Per
informazioni e iscrizioni
rivolgersi a: Sig.ra
Paola Morganti
tel . Tel.
3358041334 e-mail:
paola.morganti9@virgilio.it
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Roma,
9-10 settembre 2004 "MIND AND COMPLEXITY"
Sede:
CATHOLIC UNIVERSITY OF SACRED HEART (Università del Sacro Cuore) AULA
BRASCA, Largo gemelli, n.8- Roma; Organizz.:
A.P.A. (ASSOCIAZIONE PSICOANALITICA ABRUZZESE)
SCUOLA DI FORMAZIONE QUADRIENNALE IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA "ARARA
AZZURRA"; Info:
GIUSTINOGALLIANI@LIBERO.IT;
Fees= euro 400.
Programma
September 9th, 2004 8,30
Welcome address by the Academic and Political
authorities Introductory
Plenary Lecture
9,00
E. Severino, University of Venice, Italy Mind
and the Problem of Foundation First Session:
Foundations between Order an Noise
9,45
Walter J Freeman, University of California at Berkeley,
USA How
Mind Changes the Brain 10.30
Coffee Break 10,45
Stuart A. Kauffman, Santa Fe Institute NM and
Bios Group LP, USA Complexity
and Birth of Order in the Living 11,30
Franco F. Orsucci, Director of the Institute for
Complexity Studies; collaborator at the Institute
of Psychiatry of UCSC, Rome, Italy Dynamical
Diseases and Human Gravitation Fields 12,15
Discussion Second Session:
Psychopathology Revisited
15,00
Daniel R. Weinberger, National Institute of Health,
USA Schizophrenia
as the Shipwreck of Mind 15,45
Joachim Klosterkötter, Klinik für Psychiatrie der
Universität zu Köln, Germany The
Problem of Basic Symptoms 16,30
Coffee Break 16,45
Filippo M. Ferro, University of Chieti, Italy Explorations
in Schizophrenias 17,30
Alec Roy, Psychiatry Service, Department of Veterans
Affairs, New Jersey Healthcare System, USA Suicide
as a Multidimensional Real Outcome 18,15
Discussion 18,30
Test
September
10th, 2004 Third Session:
Co-Evolution in Brain Research
9,00
Herman M. van Praag, Department of Psychiatry and
Neuropsychology, Academic Hospital, Maastricht
University, The Netherlands Locating
the Efficacy of Psychopharmacology 9,45 Lamberto Maffei, Scuola Normale Superiore and National
Research Council, Italy Multiple
Determinations of Neuro-Plasticity 10.30 Coffee Break 10,45 Alberto Siracusano, Tor Vergata University, Rome,
Italy Psychopharmacology
and Psychotherapy in Dynamics 11,30
Sergio De Risio, Catholic University of Sacred Heart,
Rome, Italy Fractal
structures in Dreaming and Psychotic Onset. 12,15
Discussion Fourth Session:
Bodies/Minds in Resonance
15,00
Joseph P. Zbilut, Rush University, Chicago, USA Complexity
and Singularity in Psychobiology 15,45
Walter G. Sannita, University of Genoa, Italy, and
State University of New York, USA Resonance
and sensory information processing 16,30
Coffee Break 16,45
Tito Arecchi, National Institute of Optics, Florence,
Italy Multiple
Resonances 17,30
Alessandro Giuliani, National Institute of Health – ISS,
Rome, Italy Complexity
Theory and Bio-dynamics Conclusive Plenary
Lecture
18,15
Paolo Zellini, Tor Vergata University, Rome, Italy Number,
Mind, Complexity 19,00
Test Razionale Il concetto di un rapporto caos-cosmo si trova già in Esiodo. Anteriore ai pre-socratici. Il concetto di un possibile approccio scientifico allo studio del caos è piuttosto recente e si chiama matematica della complessità. Nasce quasi per caso dalla meteorologia. Ma più complessa dei venti, più complessa delle nuvole vaganti è la mente: sensazioni, emozioni, sentimenti, passioni, pensiero… Pensiero. La matematica della complessità non trova forse qui il suo “oggetto”, il suo “campo di applicazione” più specifico ed elettivo? Al vortice caotico di sensorialità elementare che costituisce la pre-mente del neonato si deve di necessità applicare una “struttura originaria” che ne rende percettibile la presenza, che alla presenza dia senso. E’ così che la mente “si fonda”? E il fondamento del pensare reca con sé la necessità della declinazione della mente in direzione delle sue espressioni vicine alla normalità (singolarità instabile)? Questa necessità vale decisamente anche per le espressioni psicopatologiche, le disseminazioni di disturbi psichiatrici (stabilità necessitate che bisognerebbe saper de-stabilizzare)? Soprattutto domande. Il congresso è fatto per recare risposte plausibili. |
Eventi
SECONDO SEMESTRE 2004 già accreditati
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EVENTI FORMATIVI TRATTI DA ALTRE FONTI (non ecm) | ||||||
Trieste,
5-6 novembre 2004
"IL SOGGETTO CHE NON C’E’- LE SUJET QUI N’EST PAS. Michel Foucault 1984-2004" Sede:Aula Magna - Scuola Superiore di Lingue Moderne per interpreti e traduttori Programma
Venerdì
5 novembre - Vendredi 5 novembre
Ore 9.00 - 9 h. 00 Inaugurazione
L’ermeneutica del soggetto - L’herméneutique
du sujet Fabio
Polidori (Trieste) Pier
Aldo Rovatti (Trieste) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Mario
Colucci (Trieste) Ore 15.00 – 15 h. 00
“Bisogna difendere la società” “Il faut défendre la société” Philippe
Artières (Parigi) Alessandro
Dal Lago (Genova) Ottavio
Marzocca (Bari) Dario
Melossi (Bologna) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Pierangelo
Di Vittorio (Bari) Sabato
6 novembre - Samedi 6 novembre
Ore 9.00 - 9 h.
00 Il potere psichiatrico Le pouvoir psychiatrique Robert
Castel (Parigi) Mario
Colucci (Trieste) Françoise
Gorog (Parigi) Agostino
Pirella (Torino) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Pier
Aldo Rovatti (Trieste) Ore 15.00 – 15 h 00 Gli
anormali Les anormaux ovvero tavola rotonda su ou
table ronde sur Soggetti
e diritti nell’epoca del biopotere Sujets et droits à
l’époque du bio-pouvoir Louise
Blais (Ottawa) Carla
Corso (Trieste) Pierangelo
Di Vittorio (Bari) Pierre
Lascoumes (Parigi) Paul
Morin (Montréal) Judith
Revel (Roma) Federica
Sossi (Bergamo) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Daniel
Borrillo (Parigi)
Eventi – Événements Venerdì
5 novembre - Vendredi 5 novembre ore
19.30 – 19 h. 30 Smarrimento e accanimento
o
La vita
degli uomini infami
La déroute et l’acharnement
ou
La vie des hommes infâmes
Pierre
Lascoumes (Parigi) Youness Anzane (Parigi) Lettura-spettacolo tratta da «Il
disordine delle famiglie» di Arlette Farge e Michel Foucault e «La
vita degli uomini infami» di Michel Foucault Lecture spectacle de « Le désordre des familles » de Arlette Farge et Michel Foucault et « La vie des hommes infâmes » de Michel Foucault Convegno
organizzato da – Colloque organisé par: Dipartimento di Filosofia – Università
degli Studi (Trieste) Centre Culturel Français (Milano) Centre Michel Foucault
(Parigi) Organizzazione di volontariato Associazione Franco
Basaglia (Trieste) Segreteria organizzativa – Comité d’organisation: Deborah
Borca: tel. +39 328 382 3218 – e-mail: deborahborca@libero.it Mario
Colucci: tel. +39 335 595 3773 – e-mail: mario.colucci@tin.it Jean-François
Rochard: tel. +39
320 059 4620 – e-mail: rochard@sslmit.units.it Pier
Aldo Rovatti: tel. +39 340 686 8436 – e-mail: rovatti@units.it È prevista la traduzione simultanea dal e verso il
francese
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(Fonte:http://www.fabula.org/actualites/article9003.php)
Aboutissement de ce siècle positiviste nourrissant le fantasme d'une lisibilité totale des corps (J.-L. Cabanès), Lombroso peut être considéré comme une des incarnations les plus frappantes de ce médecin-magistrat dont parle Michel Foucault ; son oeuvre, par son syncrétisme, propose une grille de lecture à la fois très ample et très complexe de cette idéologie scientifique ayant permis, au XIXème siècle, le glissement d'une hygiène des corps à une hygiène morale. Mais si Cesare Lombroso constitue un maillon essentiel dans l'histoire des mentalités, c'est autant par le succès immédiat de ses théories que par la mécompréhension et la caricature dont elles ont immédiatement été l'objet. Autrement dit, en cristallisant un certain nombre de mythes d'époque et vérifiant par là-même une doxa politique, Cesare Lombroso permet d'interroger l'ensemble des discours fin de siècle, ainsi que leur articulation.
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(Fonte: C.I.S.P.P. - Venezia) XXII° CORSO SEMINARIALECoordinato dal Prof. Salomon Resnik Sul tema FORME DI VITA –
TRASFORMAZIONI - PSICOANALISI Aperto a psichiatri , psicologi , educatori , si svolgerà in 6 incontri , ciascuno costituito da una introduzione e riflessione teorica,seguita dalla presentazione e discussione di materiale clinico Si terrà dalle ore 17 alle 19.45 nelle giornate di sabato: 27/11/04 S.Resnik Forme di vita-trasformazioni-psicoanalisi .Introduzione al tema e articolazione transdisciplinare : Vita
e trasformazione dell’esperienza psicoanalitica 29/01/05 S.Resnik,E.Levis,A.Panza,I.Schiappadori Esperienza estetica e trasformazione Metafora e trasformazione 26/02/05 S.Resnik,E.Levis,F.Nosè Trasformazioni in un paziente con aspetti psicotici in campo istituzionale.
A contatto con l’esperienza delirante : tra dicibile e
indicibile 30/04/05 S.Resnik,E.Levis Movimenti trasformativi nello spazio di transfert La cura : uno spazio per l’attesa e la trasformazione 28/05/05 S.Resnik ,E.Levis , L.Boccanegra Accompagnamento ad una apertura trasformativa nella terapia individuale
Trasformazione e restituzione di emozioni indivise 02/07/05 S.Resnik, M.Pagliarani,S.Nissim Trasformazioni della/nella genitorialità e nella affiliazione adottiva
Quando una donna diventa madre
2° sessione plenaria (19.45-20.30) con S.Resnik, E.Levis Prova di valutazione dell’apprendimento.Verifica con questionario. Per informazioni ed iscrizioni telefonare a: Dott.ssa L. Rebecca tel. 041/5229340 Dott.ssa M.Jovon tel. 041/5220594
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