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CONGRESSI 

II semestre 2005

  Questo servizio di informazione sugli eventi ECM deve necessariamente fare i conti con l'ingente mole di eventi accreditati e, soprattutto, in fase di accreditamento per il 2005. Pertanto, abbiamo operato una selezione, forzatamente 'arbitraria', di congressi che ci sono sembrati maggiormente attinente alla formazione psicoterapica. Mano a mano che un evento sarà accreditato, verrà aggiornata la sua scheda completa del punteggio assegnatogli. Gli eventi contrassegnati da un asterisco (*) sono quelli che hanno ricevuto un accreditamento solo per gli psicologi. Per gli eventi formativi che non compaiono nel sito ECM-sanità (http://ecm.sanita.it) verrà indicata la fonte informativa  (a fondo pagina).                                                                                                   

 

 

   
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Eventi SECONDO SEMESTRE 2005 in attesa di accreditamento 
Milano, 25.11.2005 "PETER FONAGY E LA PSICOTERAPIA DEL DISTURBO BORDERLINE: PROMUOVERE LA MENTALIZZAZIONE" Sede: OSPEDALE S. CARLO - MILANO; Info: IDA.TACCONI@EFFETTI.IT ; Fees= euro 150.

Curriculum

 

PETER FONAGY

Peter Fonagy, PhD FBA is Freud Memorial Professor of Psychoanalysis and Director of the Sub-Department of Clinical Health Psychology at University College London.  He is Chief Executive of the Anna Freud Centre, London. He is Consultant to the Child and Family Program at the Menninger Department of Psychiatry at Baylor College of Medicine. He is a clinical psychologist and a training and supervising analyst in the British Psycho-Analytical Society in child and adult analysis. His clinical interests centre around issues of borderline psychopathology, violence and early attachment relationships.  His work attempts to integrate empirical research with psychoanalytic theory. He holds a number of important positions, which include Co-Chairing the Research Committee of the International Psychoanalytic Association, and Fellowship of the British Academy. He has published over 200 chapters and articles and has authored or edited several books. His most recent books include Attachment Theory and Psychoanalysis (published 2001 by Other Press), What Works For Whom? A Critical Review of Treatments for Children and Adolescents (with M. Target, D. Cottrell, J. Phillips & Z. Kurtz – published 2002 by Guilford), Psychoanalytic Theories: Perspectives from Developmental Psychopathology (with M. Target – published 2003 by Whurr Publications), Psychotherapy for Borderline Personality Disorder: Mentalization Based Treatment (with A. Bateman – published 2004 by Oxford University Press) and What Works For Whom? A Critical Review of Psychotherapy Research (with A. D. Roth – published 2004 by Guilford).

 

 

GIORGIO G. ALBERTI

Nel 1970  laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università Statale di Milano, dove nel 1974 consegue il diploma di specialità in Psichiatria. Dal 1971 al 1975 è assistente presso il Centro di Pronto Intervento Neuropsichiatrico R. Bozzi della Provincia di Milano.

Dal 1975 al 1981 è aiuto presso i servizi psichiatrici della provincia di Pavia. Oltre che nell’attività clinica, intra- ed extraospedaliera, si impegna nell’attività di umanizzazione e deistituzionaliz-zazione dell’ospedale psichiatrico di Voghera, e della organizzazione dei centri di salute mentale di Pavia e poi Garlasco che egli dirige.

Nel 1981 è all’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura e poi al Centro Psico-Sociale di Zona 3 a Milano di cui è il responsabile dal 1981 al 1989.

Frequenta i corsi della Scuola di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale di Milano.

Nello 1988 diventa primario psichiatra presso l’USSL 21 di Morbegno.

A livello  di psicoterapia individuale  inizia a studiare  il problema  dell’integrazione  tra  diversi approcci.

Nel 1994 primario della Unità Operativa Psichiatrica dell’Ospedale San Carlo Borromeo, che tuttora dirige. Nel 1996 è nominato responsabile del Dipartimento di Salute Mentale.

Nel giugno 1999 è eletto nella Segreteria del Coordinamento Regionale Lombardo dei Primari di

Psichiatria, in cui resta fino al 2001.

Dal 2000 all’attualità promuove la partecipazione della sua équipe a ricerche epidemiologiche mul-ticentriche, quali la HoNOS 2 sul rapporto tra costo e gravità dei pazienti psichiatrici, la Respil sulla residenzialità psichiatrica, oltre che a ricerche in campo psicofarmacologico (p.es. ricerca RIS-ITA, di confronto in doppio cieco tra risperidone e aloperidolo nelle schizofrenie acute e, più recente-mente, la sperimentazione sul risperidone long-acting).

Nel 2002 ha organizzato il 1° congresso nazionale della sezione italiana SEPI presso l’Ospedale San Carlo Borromeo, di cui ha curato gli atti.

La sua produzione scientifica comprende circa 70 articoli e contributi a libri a più autori, su temi epidemiologici, psicofarmacologici e psicoterapeutici, oltre a due volumi, uno sulla schizofrenia e un altro sull’integrazione tra le psicoterapie, editi ambedue da F. Angeli.

E’ socio SIP, Società Italiana di Psichiatria, oltre che membro del consiglio direttivo e del comitato esecutivo della sezione regionale lombarda della  stessa SIP; socio AIAMC - Associazione italiana analisi modificazione comportamento; socio SEPI – Society for the Exploration of Psychotherapy Integration.

 

 

 

MARIA ISABELLA GRECO

Laurea in Medicina e Chirurgia il 26/6/84 presso l’Università degli Studi di Pisa. Voto: 110/110,  abilitazione professionale conseguita nel settembre 1984 presso l’Università degli Studi di Pisa, Diploma di specializzazione in psichiatria conseguito il 5/7/88 presso l’Università degli Studi di Milano. Voto: 70 e lode/70.

 

Medico Interno presso la Clinica Psichiatrica dell’Università degli Studi di Milano dal settembre 1984 al febbraio 1988: in tale periodo si è interessata di medicina psicosomatica nell’ambito del Consorzio Internazionale per lo Studio delle Reazioni  Neurologiche e Psicologiche relative alla Cardiochirurgia (Responsabile: Prof. Wilner del Dipartimento di Psichiatria del Long Island Jewish Medical Center di New York) ed ha collaborato alla ricerca nell’ambito del Progetto Finalizzato Oncologia del C.N.R occupandosi prevalentemente della patologia neoplastica dell’apparato genitale femminile.

 

In trattamento psicoanalitico dall’ottobre 85 al giugno 93 con un membro della Società Italiana di Psicoanalisi, è iscritta all’Albo degli Psicoterapeuti dell’Ordine dei Medici di Milano.

 

Ha conseguito nel feb.2002 il diploma del corso di formazione manageriale per “Dirigente sanitario di struttura complessa” (Regione Lombardia).

 

Servizi prestati presso Pubbliche Amministrazioni

Medicina fiscale presso il Com. di Milano - Guardia medica presso la USSL 17 di Bellano - Guardia medica per il Comune di Milano - Medico convenzionato per la medicina generale in qualità di sostituto - Medicina termale - Guardia turistica presso USSL 23 di Tirano - Componente medico della commissione per il riconoscimento delle invalidità Ussl 75/5.

 

Servizio presso l’Unità Operativa di Psichiatria dell’Ospedale San Carlo Borromeo dal 2 febbraio 88 a tutt’oggi.  Dal 1-12-95, coordina per il Dipartimento di Salute Mentale il Nucleo per l’Aggiornamento e la Formazione (dal 1998 con posizione 3A) e dal maggio 2000 referente per i ricoveri della UOP 54 effettuati presso l’SPDC del medesimo Ospedale.

 

Pubblicazioni

Il simbolismo del cuore attraverso i sogni del paziente cardiochirurgico - Atti del XXXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria - Milano 21-26 Ottobre 1985 Ghedini Editore / Valutazione della performance neuropsicologica in pazienti cardiochirurgici mediante somministrazione testale Atti del XXXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria - Milano 21-26 Ottobre 1985 - Ghedini Editore / Lo spazio vissuto nel contesto delle pratiche riabilitative di tipo psicomotorio - Atti del XXXVI  Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria - Milano 21-26 Ottobre 1985 - Ghedini Editore / Aspetti del rapporto medico/paziente durante la somministrazione testale - Atti del I° Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicologia Medica – Roma 18-19 Ottobre 1986 - IES Mercury Editoria / La rehabilitation dans le cancer du sein - Atti VI èmes Journées Psychologie et Cancer – Marsiglia 22-24 Ottobre 1987 / Ansia e depressione nelle neoplasie ginecologiche - Argomenti di psico-oncologia CNR Prog.finalizzato “Oncologia” – Sottoprogetto11 / La riabilitazione nella paziente mastectomizzata - Atti del I° Congresso Nazionale di Riabilitazione medico chirurgica – Copanello 11-13 Giugno 1987 - Monduzzi Editore / Recents Advances in Study of Quality of Life in Patients affected by Gynecological Cancer - Atti 4th European Conference on Clinical Oncology and Cancer Nursing – Madrid 1-4 Novembre 1987 / Aspetti psicodinamici della rettocolite ulcerosa - Atti XXVIth World Congress of the International College of Surgeons –Milano 3-9 Luglio ’88 - Monduzzi Editore / Psychosocial Aspects of Rehabilitation of colostomized Patient - Atti XXVIth World Congress of the International College of Surgeons –Milano 3-9 Luglio ’88 - Monduzzi Editore / Una unità operativa psichiatrica in assenza del SPDC: utilità delle strutture intermedie - Atti del XXXVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria –Roma 6-11 Febbraio 1989 - CIC Edizioni Internazionali / Gabapentin and Valproate as an adjunct in the neuroleptic treatment of manic syndromes - Atti XI th Congress of the European College of Neuropsychopharmacology – Parigi 31 Ott.-4 Nov.1998 - Editore Elsevier / Un triennio d’aggiornamento psichiatrico al San Carlo di Milano: riflessioni su un’esperienza (Psichiatria Oggi – N.2 Novembre 1999) - Abuso di sostanze e psicopatologia: l’esperienza di un Servizio Psichiatrico di diagnosi e cura – (Psichiatria Sociale n.2 – sett.2002).

 

Partecipazione in qualità di docente ai seguenti Corsi

Corso di aggiornamento interdisciplinare sulla riabilitazione psicologica entero ed urostomale per operatori addetti ai Centri AISTOM - Corso di formazione per enterostomisti 1987-1988, Attività di supervisione di casi clinici relativamente alle problematiche psichiatriche/ psicologiche nell’ambito del Servizio di Nefrologia e Dialisi  dall’89 a tutt’oggi con cadenza quindicinale - Corso APTUS per Ausiliari Socio- Assistenziali . Materia d’insegnamento: elementi di psicologia e sociologia  (70 ore ) , Relazione dal titolo: La depressione mascherata . Incontro scientifico con i medici di base di Cesano Boscone , Relazione dal titolo: Psicofarmaci e ricoveri in SPDC. Programma psicoeducativo CRT - Relazione dal titolo “I Disturbi d’ansia. ” Incontro scientifico con i medici di base di Milano - Docente nel Corso di formazione Triage Osp.S.Carlo B.- Docente nel Master di Medicina Generale “Diagnosi e trattamento delle patologie Neuropsichiatriche” - Docente nel corso “Principi di Pschiatria” - Relazione nell’ambito del convegno “La psicoterapia cognitivo analitica di Ryle” - Relazione nell’ambito del convegno “Doppia diagnosi” - Insegnamento di Psicologia Clinica nel corso di Diploma Universitario di Infermiere – anni accademici 1999/2000, 2000/2001 , 2001/2002

 

Partecipazione alla Segreteria Scientifica e /o Organizzativa dei seguenti Corsi

Convegno Nazionale: “Il cancro avanzato e l’équipe curante: i problemi psicologici degli operatori addetti alla cura dell’ammalato inguaribile- prospettive d’intervento” - Corso di aggiornamento interdisciplinare sulla riabilitazione psicologica entero ed urostomale per operatori addetti ai centri AISTOM  - Attualità in Psichiatria  - Metodologia del lavoro psichiatrico - Training sulle tecniche di abilità sociale Dinamiche gruppali nel contesto riabilitativo con pazienti psichiatrici  - Il trattamento integrato dei disturbi del comportamento alimentare  - La metodica del Problem Solving - I figli dei pazienti psicotici - Psichiatria di Consultazione – Tavola rotonda: dall’ecclettismo all’integrazione – Incontri sul tema: La persona malata – Corso per infermieri: Principi di assistenza psichiatrica – Convegno Naz. S.E.P.I.: Integrità e integrazione in Psicoterapia – Convegno: La psicoterapia cognitivo analitica di Ryle nel trattamento del disturbo borderline di personalità – Convegno sulla Doppia Diagnosi: Incontro con Joel Solomon.

 

 

CESARE MAFFEI

 

Dati Personali:

Nome:                                                 Cesare

Cognome:                                           Maffei

Data di nascita:                                     30 giugno 1951

Luogo di nascita:                                    Voghera (Pv)

Cittadinanza:                                     Italiana

Residente a:                                       Via Sigieri, 11  -  20135 Milano

 

 

Curriculum degli studi:

Nell' Anno Accademico 1970/71,

si iscrive alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano.

 

Nel 1976,

si laurea in Medicina e Chirurgia discutendo una tesi sperimentale dal titolo: "Aspetti neuropsicologici dei processi cognitivi in pazienti schizofrenici"., con il punteggio di  110/110 e lode.

 

Nel 1980,

si specializza in Psichiatria discutendo una tesi dal titolo "I processi cognitivi nella Schizofrenia",  con il punteggio di 70/70 e lode.

 

Carriera Universitaria:

 

Nel 1980

diviene Assistente Ordinario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano.

 

Nel 1986,

diviene Professore Associato di Psicologia Medica (raggruppamento disciplinare M11E, Psicologia Clinica) presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano.

 

Nel 1998,

diviene Professore Associato di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele.

 

Dall'a.a.1998/99 è Delegato Rettorale per la Valutazione presso la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI).

 

Nel marzo 2000,

diviene Professore Ordinario di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

 

Attività didattica:

 

Partecipa, a partire dall'Anno Accademico 1976/77 ai Corsi di Clinica Psichiatrica tenendo gruppi di esercitazione e lezioni:

 

A.A. 1976/77,

Secondo Insegnamento di Clinica Psichiatrica, Primo Incarico (Prof. G.Penati).

A.A. 1977/78,

Secondo Insegnamento di Clinica Psichiatrica, Primo Incarico (Prof. G.Penati).

A.A. 1978/79,

Corso di Clinica Psichiatrica IV, Terzo Incarico (Dott. G. Smeraldi).

A.A. 1979/80,

Corso di Clinica Psichiatrica IV, Terzo Incarico (Dott. G. Smeraldi).

A.A. 1980/81 - 1981/82 - 1982/83,

Corso di Clinica Psichiatrica I. (Prof. C. L. Cazzullo).

 

Durante tali Anni Accademici ha tenuto seminari presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria.

Dall'A.A. 1981-82 all'A.A. 1987/88,

Ha tenuto il Corso di  Psicologia Generale e Psicodiagnostica presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell'Università di Milano.

Dall'A.A. 1986/87 all'A.A. 1989/90,

Ha tenuto i Corsi di Psicopatologia ed Igiene Mentale e di Psicologia Clinica presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia dell'Università di Milano.

A.A. 1986/87,

Ha tenuto il Corso di Psicologia Medica per gli studenti del IV anno di Medicina e Chirurgia, presso il Polo Policlinico.

Dall'A.A. 1986/87 all'A.A. 1991/92,

Ha tenuto il Corso di Psicologia Medica per gli studenti del IV anno di Medicina e Chirurgia presso il Polo S. Paolo.

Dall'A.A. 1988/89 all'A.A. 1997/98

Ha tenuto  il Corso di Psicologia Medica per gli studenti del IV anno di Medicina e Chirurgia presso il Polo S. Raffaele.

Dall' A.A. 1988/89 all' A.A. 1994/95 e nell' A.A. 1997/98,

Ha tenuto per affidamento, il Corso di Psicologia Clinica per gli studenti del V anno di Medicina e Chirurgia presso il Polo S.Raffaele.

Dall'A.A. 1988/89 all'A.A. 1997/98

Ha tenuto il Corso di Psicologia Medica presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell'Università di Milano.

Dall'A.A. 1989/90 all'A.A. 1990/91,

Ha tenuto il Corso di Psicopatologia Generale e dell'Età evolutiva presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell'Università di Milano.

Dall'A.A. 1991 al 1999,

Ha tenuto il Corso di Teorie e Modelli dell'Intervento Psicoterapeutico presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell'Università di Milano.

Dall' A.A. 1997/98 a tutt'oggi

Tiene , per affidamento, il Corso di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Psicologia dell' Università Vita-Salute S.Raffaele di Milano.

Dall’A.A. 1999/2000 a tutt’oggi,

Tiene  il Corso di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Psicologia dell' Università Vita-Salute S.Raffaele di Milano.

 

Attività clinica:

 

A.A. 1973/74,

Allievo interno nel reparto di Medicina Generale "Brera" dell'Ospedale Maggiore di Niguarda.

A.A. 1974/75 - 75/76  e fino al 27.10.1976,

Allievo interno presso l'Istituto di Clinica Psichiatrica dell'Università di Milano.

Dal 28.10.1976,

Prosegue la frequenza presso l'Istituto di Clinica Psichiatrica dell'Università di Milano in qualità di "Medico interno con funzioni assistenziali".

Dal 1978 al 1979,

Tirocinio pratico ospedaliero in Psichiatria presso il Padiglione Guardia II del Policlinico, Clinica Psichiatrica dell'Università di Milano.

Dal 1979 al 1980,

Assistente incaricato presso l'Ospedale Psichiatrico Provinciale Paolo Pini di Milano.

Dal 1980 al  1986,

Attività di reparto, ambulatoriale e di Pronto Soccorso presso il Padiglione Guardia II del Policlinico di Milano (Clinica Psichiatrica dell'Università), in qualità di Assistente Ordinario.

Dal 7 giugno 1988 al 31 ottobre 1998,

Direttore del Servizio di Psicologia Medica e Psicoterapia del Dipartimento di Scienze Neuropsichiche dell'Ospedale San Raffaele di Milano.

Dal 1 novembre 1998 a tutt’oggi,

Direttore del Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia del Dipartimento di Scienze Neuropsichiche dell'Ospedale San Raffaele di Milano.

 

Altri titoli:

E' iscritto all'Ordine dei Medici ed all'Ordine degli Psicologi ed all'Elenco degli Psicoterapeuti di entrambi gli Ordini.

 

E' socio fondatore e Presidente dell'Associazione Italiana per lo Studio dei Disturbi di Personalità (AISDP), affiliata all'International Society for the Study of Personality Disorders  (ISSPD).

 

E' socio:

della International Society for the Study of Personality Disorders  (ISSPD). Di quest' ultima è socio, membro dell'Executive Board e chairman del Committee for Collaborative Research.

della New York Academy of Sciences,

dell' American Association  for Research on Personality Disorders (ARPD),

dell' Association Française d' Etude et de Recherche sur les Troubles de la Personnalité ( AFERTP),

della Società Italiana di Psicoterapia Medica (SIPM).

 

ANTONIO SEMERARI

Antonio Semerari è nato a Martina Franca nel 1950. Vive a Roma da molti anni; è sposato ed ha tre figli. Ha studiato medicina e psichiatria all’Università “La Sapienza” di Roma.

Subito dopo la laurea ha cominciato ad interessarsi alla psicologia e alla psicoterapia cognitiva risultando tra coloro che hanno introdotto il cognitivismo clinico nel nostro paese.

I primi lavori di ricerca risalgono all’inizio degli anni’80 quando con Francesco Mancini e Sandra Sassaroli finalizzati a chiarire  i meccanismi cognitivi di automantenimento delle sintomatologia nevrotica.

Nel 1984 diventa didatta della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva ed inizia un’interrotta attività di formazione di psicoterapeuti.

Nel 1985 cura con Francesco Mancini il volume “La psicologia dei costrutti personali: Saggi sulla Teoria di G.A. Kelly”, Franco Angeli, che contribuisce ad introdurre in Italia la psicologia costruttivista.

Nel 1989 gli viene affidato l’insegnamento di psicoterapia cognitiva presso la specializzazione in psichiatria dell’Università Cattolica di Roma, e nel 1990 viene chiamato ad insegnare nel corso post-laurea di psicoterapia cognitiva dell’Università di Barcellona.

In quello stesso periodo comincia ad interessarsi dello studio della relazione terapeutica e del confronto tra psicoanalisi e psicoterapia cognitiva. Le riflessioni teoriche e cliniche di quel periodo portarono alla pubblicazione nel 1991 de “I processi cognitivi nella relazione terapeutica”, NIS, Roma.

Il tema era allora scarsamente trattato in terapia cognitiva e il libro ebbe una certa risonanza anche per il confronto sistematico con le teorie psicoanalitiche ed ha certamente contribuito allo sviluppo di un dialogo tra le due tradizioni di ricerca. Gli interessi per la dimensione interpersonale della psicoterapia lo porta ad interessarsi del trattamento dei pazienti relazionalmente “difficili” in particolare dei pazienti con Disturbi di Personalità.

Con un gruppo di allievi fonda nel 1996 il III Centro di Psicoterapia Cognitiva orientato verso il trattamento dei pazienti gravi. Contemporaneamente viene fondato il gruppo di ricerca del III Centro di cui è coordinatore. La ricerca del gruppo si indirizzata all’analisi dei trascritti di sedute di pazienti con Disturbi di Personalità. In particolare, nel corso del trattamento vengono studiate le variazioni delle funzioni metacognitive, ovvero come si modificano nel tempo le capacità dei pazienti di monitorare, comprendere e regolare i propri contenuti mentali.

Il lavoro di ricerca del III Centro ricevette abbastanza presto un certo riconoscimento internazionale e due strumenti di indagine del processo terapeutico ideati dal gruppo, la “Scala di valutazione della Metacognizione (Svam)” e la “Griglia degli Stati Problematici”, vengono utilizzate da gruppi di diversi paesi.

Il modello del Terzo Centro è stato riassunto nel 1999 nel volume collettivo (curato da Semerari) “Psicoterapia cognitiva del paziente grave: Metacognizione e relazione terapeutica”, Cortina, Milano, che viene tradotto in spagnolo nel 2002 da Desclee de Brouwer. A questo libro farà seguito nel 2004 un altro lavoro collettivo curato da Dimaggio e Semerari: “I disturbi di personalità: modelli e trattamento”, Laterza, Roma. Anche di questo libro i diritti di traduzione sono stati di recente acquistati dalla Desclee de Brouwer.

Nel 2000 Semerari viene eletto presidente della Sezione Italiana della Society for Psychotherapy Research (S.P.R.), carica che terrà fino al congresso internazionale del 2004 tenutosi a Roma.

Sempre nel 2000 pubblica con Laterza il libro: “ Storia, teorie e tecniche della psicoterapia cognitiva” anch’esso tradotto in spagnolo nel 2002 dalla Paidos.

 

Elenco delle principali pubblicazioni degli ultimi anni.

-      A. Semerari (1998): Costruttivismo e Psicoterapia Cognitiva. Psicobiettivo, 18; 1.

-         M. Procacci, A. Semerari (1998): Il senso di non-appartenenza e non-condivisione in alcuni disturbi di personalità: modello clinico e intervento psicoterapeutico. Psicoterapia, 12.

-         A. Semerari, A. Carcione, G. Dimaggio, M. Falcone, G. Nicolò, M. Procacci (1998): Analisi delle sedute attraverso la valutazione degli stati problematici e delle funzioni metacognitive. Quaderni di Psicoterapia cognitiva, 3.

-         M. Procacci, R. Popolo, G. Vinci, A. Semerari, A. Carcione, G. Dimaggio, M. Falcone, G. Nicolò, I. Pontati, G. Alleva (2000): Stati mentali e funzioni metacognitive nel disturbo evitante di personalità: studio su caso singolo. Ricerca in Psicoterapia, 3;1.

-         A. Semerari, A. Carcione, G. Nicolò (2000): Metacognition y relation terapeutica en el tratamiento de pacientos con trastornos de la personalidad. Revista Argentina de Clinica Psicologica, IX.

 

-         G. Nicolò, E. Mergethaler, I. Pontalti, A. Semerari, A. Carcione, D. Catania (2000): Analisi dei patterns di Emozione-Astrazione in un trattamento psicoterapeutico cognitivista: risultati preliminari. Psicoterapia, 21.

-         A. Semerari, A. Carcione, M. Falcone, G. Nicolò (2001): E’ possibile osservare diversi profili metacognitivi in diversi disturbi di personalità? Come misurare la funzione metacognitiva in psicoterapia. Sistemi Intelligenti, 13;1.

-         G. Dimaggio, A. Semerari (2001): Psychopathological Narrative Forms. Journal of Constructivistic Psychology, 14.

-         G. Dimaggio, A. Carcione, A. Semerari, M. Marraffa, M. Falcone, G. Nicolò, I. Pontati, M. Procacci (2001): Modelos de mantenimento de los trastornos de personalidad. Revista de Psicoterapia, 45.

-         A. Semerari (2001): La disfunción metacognitiva en el trastorno de personalidad borderline. Revista de Psicoterapia, 45.

-         A. Carcione, L. Conti, G. Dimaggio, G. Nicolò, A. Semerari (2001): Estados mentales, déficits metacognitivos y ciclos interpersonales en el trastorno de personalidad por dependencia. Revista de Psicoterapia, 45.

-         G. Dimaggio, A. Semerari (2001). El narcisismo en acción. Un modelo de psicopatología ilustrado per el análisis intensivo de un caso individual. Revista de Psicoterapia, 45. 

-         M. Procacci, G. Dimaggio, A. Semerari (2001). El trastorno de personalidad por evitación. De la psicoterapia descriptiva a un modelo de mantenimento del trastorno. Revista de Psicoterapia, 45.

-         G. Nicolò, G. Dimaggio, A. Semerari, A. Carcione (2001): Metacognición y trastorno paranoide de personalidad. Revista de Psicoterapia, 45.

-         G. Dimaggio, A. Semerari, M. Falcone, G. Nicolò, A. Carcione & M. Procacci (2002):    Metacognition, states of mind,  cognitive biases and interpersonal cycles: proposal for an integrated narcissism model, Journal of Psychotherapy Integration, 12, n.4, 421-451

-         G. Dimaggio, G. Salvatore, C. Azzara, D. Catania, A. Semerari & H. J. M. Hermans (2003)

Dialogical relationships in impoverished narratives: From theory to clinical practice.

Psychlogy and Psychotherapy: Theory, Research and Practice,76, 385-409.

 

-         A. Semerari, A. Carcione, G. Dimaggio, M. Falcone, G. Nicolò, M. Procacci (2003): Assessing Problematic States. Psychotherapy Research, 13(3), 337-353.

 

-  A. Semerari, A. Carcione, G. Dimaggio, M. Falcone, G. Nicolò, M. Procacci, G. Alleva (2003), How to evaluate metacognitive functioning in psychotherapy? The metacognition assessment scale and its application, Clinical Psychology and Psychotherapy, 10, 238-261

 

Capitoli in libri

-         A. Semerari, G. Dimaggio (1998): La storia del paziente secondo Antonio Semerari e Giancarlo Dimaggio. In: F. Veglia (a cura di) “Storie di vita”; Bollati Boringhieri, Torino.

-         G. Dimaggio, A. Semerari (1998): La costruzione di storie e l’immagine del corpo. In: M. Ceruti e G. LoVerso (a cura di) “Epistemologia e Psicoterapia”; Raffaello Cortina, Milano.

-         A. Semerari, A. Carcione, G. Dimaggio, M. Falcone, G. Magnolfi, G. Nicolò, M. Procacci (1998): La valutazione in Psicoterapia. In: S. Di Nuovo, G. Lo Verso G., M. Di Blasi, F. Giannone “La valutazione della psicoterapia: un’ipotesi italiana”; Franco Angeli, Milano.

-         A. Semerari (1999): La relazione terapeutica e la tecnica del colloquio. In: A. Semerari (a cura di) “Psicoterapia cognitiva del paziente grave”; Raffaello Cortina, Milano.

-         A. Carcione, G. Nicolò, A. Semerari (1999): Deficit di rappresentazione degli scopi. In: A. Semerari (a cura di) “Psicoterapia cognitiva del paziente grave”; Raffaello Cortina, Milano.

-         G. Dimaggio, M. Procacci, A. Semerari (1999): Deficit di condivisione e di appartenenza. In: A. Semerari (a cura di) “Psicoterapia cognitiva del paziente grave”; Raffaello Cortina, Milano.

-         A. Semerari (1999): Deficit di regolazione emotiva. In: A. Semerari (a cura di) “Psicoterapia cognitiva del paziente grave”; Raffaello Cortina, Milano.

-         A. Carcione, A. Semerari (2001): La metacognizione nel trattamento del paziente con disturbi di personalità: la tecnica del colloquio e le strategie di condivisione. In: D. Strozzi, C.M. Xella. Atti del Convegno internazionale “Il futuro in psicoterapia. Ritorno alla clinica”, Milano

-         A. Semerari, A. Carcione, Nicolò G., Falcone M. Il Modello Metacognitivo  in Cristiano Castelfranchi, Francesco Mancini, Maria Miceli (a cura di) Fondamenti di cognitivismo clinico, Bollati Boringhieri Torino 2002.

-         A. Semerari, A. Carcione, G. Nicolò (2003): Metafore e processi metacognitive in psicoterapia. In: A. Pacciolla, N. Natoli ( a cura di), Metafora e psicologia, Laurus Robuffo, Roma

-         G. Dimaggio, A. Semerari, (2004). Disorganized Narratives: the psychological condition and its treatment. How to achieve a  metacognitive point of view restoring order to chaos. In L. Angus & J. McLeod (Eds.), Handbook of narrative psychotherapy: Practice, Theory and Research (pp. 263-282). Thousand Oaks, CA: Sage.    

-         A. Semerari, A. Carcione, G. Dimaggio, G. Nicolò, M. Procacci (2004).  A dialogical approach to patients with personality disorders. In: Hubert J.M. Hermans, G. Dimaggio (a cura di) The dialogical Self in Psychotherapy, Brunner- Routledge NY 

Libri curati

-         F. Mancini, A. Semerari (1985): La psicologia dei costrutti personali: saggi sulla teoria di G.A. Kelly; F. Angeli, Milano.

-         F. Mancini, A. Semerari (1990): Le teorie cognitive dei disturbi emotivi; La Nuova Italia Scientifica, Roma.

- A. Semerari (1999): Psicoterapia cognitiva del paziente grave; Raffaello Cortina, Milano. [Trad.spagnola 2002 Desclee De Brouwer]

-  G. Dimaggio, A. Semerari (2003), I disturbi di Personalità, Modelli e Trattamento, Laterza, Roma

 

Libri:

-         A. Semerari (1991): I processi cognitivi nella relazione terapeutica; La Nuova Italia Scientifica, Roma.

 

-         A. Semerari (2000): Storia, teorie e tecniche della psicoterapia cognitiva; Laterza, Roma,  Bari

      [Trad.spagnola 2002 Paidos]

 PETER FONAGY E LA PSICOTERAPIA DEL DISTURBO BORDERLINE:

PROMUOVERE LA MENTALIZZAZIONE

 

                                      MILANO,  VENERDI’ 25 NOVEMBRE 2005

 

 

Razionale

IL CONVEGNO SI PROPONE DI ILLUSTRARE UNA INNOVATIVA METODICA PSICOTERAPEUTICA PER IL TRATTAMENTO DI PAZIENTI AFFETTI DA DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA'. IL SEMPRE CRESCENTE RICORSO DI QUESTI AI NOSTRI SERVIZI SIA AMBULATORIALI CHE DI RICOVERO METTE IN EVIDENZA IMPORTANTI PROBLEMATICHE IN TERMINI DI DISTURBI DELL'UMORE, ATTACCHI DI PANICO, AGITI AUTO ED ETEROAGGRESSIVI, ABUSO DI SOSTANZE, DISABILITA' SOCIALE E PONE DIFFICILI INTERROGATIVI DI GESTIONE.L'INTERVENTO DI QUALIFICATI PROFESSIONISTI DELLA SALUTE MENTALE E' VOLTO A DISCUTERE LE PIU' VALIDE E ATTUALI STRATEGIE D'INTERVENTO E DI CURA.

 

 

 

8.30-9.00     REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI

 

9.00-9.15         SALUTO DELLE AUTORITA’

                    GIUSEPPE DE LEO

 

9.15-9.30            INTRODUZIONE AI LAVORI 

                    GIORGIO G. ALBERTI

                 Partendo da una prospettiva epidemiologica, relativa alla Lombardia, in cui si evidenzia un rilevante crescita della prevalenza dei disturbi di personalità negli ultimi decenni, si dimostra la necessità di introdurre nel servizio psichiatrico pubblico attività o modalità operative più adeguate alle esigenze terapeutiche dei disturbi gravi di personalità, tra cui in primo luogo i borderline.

Si illustra l'interesse per questa problematica avvertito nel DSM dell'Ospedale San Carlo, ed espressosi anche nel recente passato con il coinvolgimento formativo di studiosi di rilevanza internazionale.

 

9.30-10.30   LA PATOGENESI  DEL DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’

   PETER FONAGY

                    Adult personality disorder in increasingly seen as associated with adverse childhood experience.  The relationship of early experience and adult personality turns out to be complex.  To understand it we require a comprehensive model based in developmental theory.  The paper will present a developmental model of borderline personality disorder with three major risk elements: 1). lack of contingency and markedness of infant-mother interaction; 2). lack of playfulness in the family and 3). attachment trauma.  These risks interactively combine with three major categories of sequelae: 1). disorganized attachment and associated disorganization of self structure; 2). failures of mentalization; 3). the ‘hyperactivation’ of the attachment system and 4). a shift in the switch point between two cortical arousal systems.  The outcome of these interactive influences is the distortion of mental function characterized by failure of mentalization and the re-emergence of pre-mentalistic modes of subjectivity including psychic equivalence, the pretend mode, and teleological thinking.  We have evolved a therapeutic approach which aims to take into consideration these developmental vulnerabilities and appears to enhance the success of psychotherapeutic interventions regardless of orientation. The key aim of this approach is the enhancement of mentalisation.  While many therapeutic approaches to BPD can be modified to fit with this aim, certain aspects of classical treatments come to be seen as not helpful and possibly even iatrogenic. The paper will review key features of the approach and identify aspects of psychological therapy which we believe to be critical in ringing about enduring change as well as those we believe to hinder recovery.

 

 

INTERVALLO

 

 

11.00-12.00  LA PSICOTERAPIA DEL DISTURBO BORDERLINE 

                     PETER FONAGY

 

 

PRESENTAZIONE DEI DISCUSSANTS

                       M. ISABELLA GRECO

 

INTERVENTI  DEI DISCUSSANTS

 

 12.00-12.30 CESARE MAFFEI,

 12.30-13.00 ANTONIO SEMERARI

 

13.00–13.30          DISCUSSIONE

 

PRANZO

 

 

14.15-15.15    DIBATTITO FRA IL PUBBLICO E 

                      PETER FONAGY, CESARE MAFFEI, ANTONIO SEMERARI

   MODERATORE : M. ISABELLA GRECO

 

 

15.15-15.45    CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

                     GIORGIO G. ALBERTI

 

15.45-16.15          DISCUSSIONE

 

16.15-16.30  QUESTIONARI ECM

 

PETER FONAGY E LA PSICOTERAPIA DEL DISTURBO BORDERLINE:

PROMUOVERE LA MENTALIZZAZIONE

 

                                      MILANO,  VENERDI’ 25 NOVEMBRE 2005

 

 

RELATORI E MODERATORI

 

DR. GIUSEPPE DE LEO

DIRETTORE GENERALE

AO “OSPEDALE SAN CARLO BORROMEO” MILANO

 

PROF. GIORGIO G. ALBERTI

DIRETTORE DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE, AO SAN CARLO BORROMEO MILANO 

PROFESSORE A CONTRATTO, SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PSICOLOGIA CLINICA

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI, MILANO

 

PROF. PETER FONAGY,  PHD, FBA

FREUD MEMORIAL PROFESSOR OF PSYCHOANALYSIS 

DIRECTOR, SUB-DEPARTMENT OF CLINICAL HEALTH PSYCHOLOGY

UNIVERSITY COLLEGE LONDON

 

DR.SSA MARIA ISABELLA GRECO

COORDINATORE ATTIVITÀ AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE DSM AO SAN CARLO BORROMEO

COORDINATORE DEGENZE  U.O.P. 54 DSM AO SAN CARLO BORROMEO

 

PROF. CESARE MAFFEI

PROFESSORE ORDINARIO DI PSICOLOGIA CLINICA,

UNIVERSITÀ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE, MILANO

PRESIDENTE

INTERNATIONAL SOCIETY FOR THE STUDY OF PERSONALITY DISORDERS – ISSPD

 

PROF. ANTONIO SEMERARI

PSICANALISTA, ROMA 

 

PETER FONAGY E LA PSICOTERAPIA DEL DISTURBO BORDERLINE:

PROMUOVERE LA MENTALIZZAZIONE

 

                                      MILANO,  VENERDI’ 25 NOVEMBRE 2005

 

 

INFORMAZIONI GENERLI

 

 

Sede del convegno:

Sala Conferenze – Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo

Via Pio II, 3 – 20153 Milano

 

Crediti formativi:

Verrà richiesta domanda di accreditamento ECM per medici, psicologi, infermieri ed educatori professionali

  

Quote d’iscrizione:

Medici           150,00€

 Il convegno è a numero chiuso e la partecipazione è soggetta a riconferma da parte della segreteria organizzativa.

 La partecipazione dei dipendenti dell’AO San Carlo è gratuita, compatibilmente con la disponibilità di posti

 

Velletri (Roma), 24.11.2005 "PSICOPATOLOGIA E ANTROPOLOGIA CULTURALE: STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE "; Sede: Sala Conferenze “Benito Al Bosco; Info: : psicoeantro@exicite.it  

OBIETTIVI

 

L’obiettivo che il convegno si pone è quello di avviare un dibattito tra i maggiori esperti nel campo della psicopatologia e dell’antropologia culturale, al fine di pervenire ad una decostruzione della cultura dell’occidente come depositaria del “verbo medico” e favorire in tal modo una serie di ricongiungimenti tra culture diverse. Appare infatti oggi più che mai necessario considerare, accanto ai modelli della cultura occidentale (si veda ad esempio il punto di vista neuro-biologico), anche quelli specifici di altre culture che prescindono da questo o “non se ne lasciano colonizzare”, favorendo non una mera globalizzazione ma un affiancamento integrato di autonomie.

La medicina biologica tecnicizandosi ha vinto oggi su tutti i campi, dimostrandosi la “medicina migliore”, ma il rischio che si corre è quello di “perdere l’Uomo” reificandolo.

Chi lavora nell’ambito della psicopatologia si trova a confrontarsi con sistemi di pensiero che sono diversi dal sistema di pensiero studiato dagli psicopatologi occidentali. Lo stesso Foucault auspicava la nascita di una materia che avesse per oggetto la “storia dei sistemi di pensiero”. Tutti i sistemi di pensiero se confrontati non sono gerarchizzati ma, nessuno escluso, hanno un seme di verità nella relazione terapeutica, nell’essere umano che si ammala. Tutte le ritualità apotropaiche presenti nelle culture “preletterate”, non sono altro, ad esempio, che una forma di prevenzione

paragonabile alla nostra. Mentre nell’800 il contatto con queste culture avveniva tramite il racconto dei pochi viaggiatori, oggi le “vediamo” in casa nostra. Questo spinge gli organizzatori a ritenere che un corretto concetto di psicopatologia non possa esistere se non nell’accezione di “psicopatologia culturale”.

 

 

 

ARGOMENTI

 

Etnopsichiatria e psichiatria transculturale

 

Storia della psichiatria transculturale

 

Psicopatologia fenomenologia e approccio transculturale

 

L’intervento psichiatrico su pazienti non-nazionali

 

Le patologie mentali nell’era della globalizzazione

DESTINATARI

 

Il convegno si rivolge a medici psichiatri e psicologi nonché agli operatori nell’ambito socio-sanitario, che sempre più frequentemente si confrontano con aspetti psicopatologici espressi con sintomatologie specifiche tipiche di diverse culture. Il convegno vuole fornire strumenti di comprensione del sintomo e del paziente nel suo complesso codice di significato ampliando la prospettiva nosografia psichiatrica del modello medico occidentale.

 

Presidente Onorario: Bruno Callieri

 

Presidenza del Convegno: Pietro Bria, Romano Mastrogirolamo, Mario Pinto

 

Segreteria scientifica e organizzativa: Emanuele Caroppo, Vera Dani   

                Maria Teresa Daniele, Giuseppe Di Maria,

                                   Nicoletta Giacchetti

 

Responsabile dei rapporti con la stampa: Manuela Di Vito, Clara Camerino

 

E-mail: psicoeantro@exicite.it

ABSTRACT DELLE PRINCIPALI RELAZIONI

 

1.     Ancora Alfredo

2.                             Beneduce Roberto

3.              Callieri Bruno

4.    Cardamone Giuseppe

5.    Faranda Laura

6.    Inglese Salvatore

7.    Mellina Sergio

 

 

                                                                                                                                                                                               

1.    ANCORA A.

 

I COSTRUTTORI DI TRAPPOLE DEL VENTO. FORMAZIONE E PSICHIATRIA TRANSCULTURALE

 

Il mondo della formazione sembra permeato in questo momento più da istanze legate solo  all’apprendimento di tecniche che al pensiero che le sottende. L’arte della cura contiene in sè un’affascinante scommessa che la rende per questo più vicina al mondo dell’artista, stante la sua possibilità di dare ad ogni incontro, ad ogni contesto terapeutico,un’aria di unicità ed irrepetibilità (con buona pace di chi i cerca con tutti i mezzi di standardizzarla o clonarla).

La psichiatria transculturale vuole cercare di costruire una direzione di cambiamento nel processo di osservazione, passando attraverso (e non sopra) i vari stili di pensiero e le loro manifestazioni culturali. In questo passaggio fra pratiche e saperi diversi, si assiste spesso a contaminazioni e adattamenti che ogni incontro-scontro con culture altre sollecita e provoca. Tale attraversamento può rappresentare   una  opportunità per evitare   di ingabbiare in rigide griglie conoscitive “un oggetto”, sempre più lontano e sempre più “da studiare”, tanto caro a teorie etnocentriche dure a morire. In realtà l’oggetto è diventato da tempo soggetto: è qui fra noi con tutto il suo carico di sofferenza e di diversità. La  presenza di migranti,rifugiati,vittime di torture,  pare continuamente chiederci,fra l’altro, come ci poniamo noi operatori di fronte a quel “qualcosa che avanza”, a “quello straniero” che irrompe prima nei nostri pensieri oltre che nei nostri servizi ospedalieri e ambulatoriali.

 

 

2.    BENEDUCE R.

 

LA PELLE INTERIORE. LA COSTRUZIONE DIALETTICA DELLA CULTURA E DELLA PSICOPATOLOGIA

 

La comunicazione interroga il gioco di dissimulazione e rivelazione che la cultura e la società opera nei confronti della sofferenza, ma più che di costruzione a un senso si vuole problematizzare il rapporto dialettico fra follia e devianza da un lato, cultura dall'altro. L'analisi dei saperi psicologico-psichiatrici è al riguardo fondamentale per introdurre una prospettiva innovativa relativamente a questi processi, che necessitano anche una preliminare interrogazione su che cosa siano identità e cultura.

 

 

3.    CALLIERI B.

 

L’ETNO PSICHIATRIA COME PATOLOGIA DEL FUTURO

 

La psicopatologia, da sempre in dialogo con l’alterità, deve lasciarsi oggi istruire dall’esperienza etnopsichiatrica, deve lasciarsi desituare al cospetto dell’uomo creatore e portatore di una cultura altra; per una psicopatologia antropologicamente orientata si ratta di un richiamo sempre più pressante di un ritorno ai compiti etici e conoscitivi che le sono propri.

All’etnopsicopatologia spetta la qualifica di “nucleo complesso” dell’etnopsichiatria: se la psicopatologia dell’immigrazione, le ricerche epidemiologiche transculturali, l’etnografia rappresentano specifici campi di pertinenza operativa dell’etnopsichiatria, etnopsicopatologia per il tramite di un modello psicologico “complementarista” e di un approccio metodologico “metaculturale”, opera proprio nel “contesto”, “nell’interfaccia” tra lo psichico e le determinanti culturali. Tali tematiche verranno ampiamente presentate e discusse nel corso del lavoro.  

 

 

4.    CARDAMONE G.

 

PSICOPATOLOGIA, CULTURA E DIMENSIONE ISTITUZIONALE DELLA CURA. LE RISPOSTE DEI SERVIZI

 

Ogni mondo culturale fabbrica degli esseri umani specifici per il tramite della loro affiliazione a luoghi, gruppi, oggetti e dei processi di socializzazione inscritti in un certo ethos culturale. Questa duplice fabbricazione tende a rendere isomorfi, in una situazione intraculturale, la domanda della persona malata ed il sistema di risposta terapeutica che intorno ad essa si attiva. L’incontro tra soggetto in sofferenza e terapeuta definisce il primo in quanto “caso” e questa definizione avviene all’interno di uno specifico contesto istituzionale. Quali modalità di accesso, prese in carico, esiti di trattamento si configurano quando i Servizi di salute mentale operanti nella comunità e, in grado di porsi in maniera culturalmente sensibile, si trovano ad incontrare persone provenienti da altri contesti e universi culturali? In questa relazione vengono affrontati i nodi teorici, operativi, clinici ed organizzativi che configurano le prassi istituzionali di un Dipartimento di salute mentale.

 

 

5.    FARANDA L.

 

L’IDENTITÀ SOSPESA DEI BAMBINI STRANIERI: CONTAMINAZIONI ANTROPOLOGICHE E DECOSTRUZIONI NOSOGRAFICHE

 

L’intervento tenterà di sintetizzare l’esperienza di ricerca condotta in alcune scuole romane sui disagi e la fatica identitaria di bambini immigrati di “seconda generazione”. Individuando nella scuola primaria uno snodo territoriale virtualmente comune alla ricerca antropologica e a quella psicopatologica (sopratutto in una prospettiva di prevenzione), verranno individuate alcune zone di “intersezione empirica”  esemplari. Richiamando alcuni casi osservati in sede etnografica, si tenterà di  ripensare la metafora dell’incontro come strumento di dialogo interdisciplinare.

  

 

6.    INGLESE S.

 

COMPITI DELL'ETNOPSICHIATRIA DI FRONTE ALLA GLOBALIZZAZIONE TERRORISTA CONTRO LE SOCIETÀ APERTE

 

L'etnopsichiatria sviluppata durante l'epoca delle migrazioni di massa ha senza dubbio difeso le forme viventi della diversità e della varietà antropologica contribuendo a individuarne le specificità psicologiche, psicopatologiche e culturali. Questa fase conoscitiva e operatoria - caratterizzata dalla messa a punto e dalla sperimentazione in vivo di nuovi dispositivi clinici - è ancora in corso e riesce a illuminare le pieghe profonde in cui si invagina la varietà psicopatologica emergente dai vari contesti culturali. Questo scenario epocale è però divenuto ancora più originale e complesso a causa delle modalità, delle forme e degli effetti generali provocati da migrazioni, acculturazioni e affiliazioni finalizzate alla violenza terrorista.

Problemi dell'identità mimetica e quelli della metamorfosi antagonista, il movimento di soggettività eterogenee e divergenti lungo bande spazio-temporali alternative e confliggenti, gli effetti di panico e di astenia sociale generalizzata (il big bang della galassia post-traumatica) rappresentano i nuovi momenti di applicazione di una metodologia clinica votata alla messa in tensione permanente dell'alleanza tra antropologia e psicopatologia.

 

 

7.    MELLINA S.

 

ANTROPOLOGIA, CULTURA, PSICOPATOLOGIA. NOTA

STORICO-FENOMENOLOGICA SU TRE SISTEMI DI PENSIERO

 

L’antropologia è nata quando l’uomo ha cominciato a specchiarsi nell’acqua, scrutare i suoi simili, osservare il mondo circostante.

La psicopatologia è nata quando l’uomo ha dovuto fare i conti con la propria e l’altrui follia.

La storia dell’uomo, dell’ominazione, della creazione, del creato, della follia è iniziata più tardi, quando gli uomini hanno cominciato a sfamarsi e i Greci hanno inventato la filosofia.

I saperi dell’uomo erano molti, diversi e ubiquitari. Tuttavia il popolo degli Elleni ha saputo metterli in forma e approntare un dispositivo generale che potesse consentire a tutti di porre con metodo alcune questioni radicali dell’esistenza.  Fu così che gli uomini cominciarono a domandarsi chi fossero, da dove venissero, per quale fine stessero sulla terra e dove fossero diretti. Altri grandi interrogativi inquietanti riguardavano il «prius», il «supra», la creazione del mondo, chi lo avesse creato, per quale disegno, ma soprattutto – sapendo che erano destinati a perire – quando sarebbe finito il mondo. Un modo abile (uno dei tanti) per proiettare le proprie angosce di morte fuori dalla proprio esser-ci.

La cultura è nata con l’uomo, al pari della storia, ma sia l’una che l’altra non parlano, sono indifferenti all’uomo, è semmai l’uomo che ha bisogno di entrambe per parlarne, per ri-conoscer-si, per sentirsi “situato” (il «Befindlichkeit» di Heidegger). Antropologia culturale e Psicopatologia si sono costituite come scienze quasi contemporaneamente nel primo venticinquennio del XX sec., ma erano già in embrione in quelli precedenti. Hanno avuto un comune catalizzatore, e un comune destino di ribellione alla crudeltà umana, essendo nate sulle macerie di due guerre mondiali e regimi totalitari.

Il loro rapporto, seppure fecondo e strategico, non è mai stato facile, ma le prospettive apocalittiche del XXI secolo, quelle della globalizzazione della violenza, della glocalizzione degli egoismi e delle nuove ignoranze, degli squilibri delle risorse, impongono un’alleanza stretta e duratura a favore dell’umano, del rispetto dell’umana presenza, del destino del mondo..

Protagonisti, avvenimenti, processi storici, sistemi di pensiero verranno passati brevemente in rassegna come sequenze fotografiche.

 

Bologna, 2.12.2005 "Disturbi psicopatologici gravi nell’adolescenza e nella prima età adulta"

Istituto di Psichiatria del Università di Bologna  “Paolo Ottonello”

Dipartimento di Salute Mentale - U.O. di Neuropsichiatria Infantile

Azienda USL di Bologna

 

Quartiere Reno

Sala "Falcone-Borsellino"

Via Battindarno n° 123, Bologna

venerdì 2 dicembre 2005

 

 

 

Disturbi psicopatologici gravi nell’adolescenza e nella prima età adulta

La giornata affronta il nodo teorico e pratico del rapporto fra esordi psicotici e disturbi di personalità: il problema della loro diagnosi e del trattamento.

 

Mattina

 

Ore   9,00 -  9,15                  Registrazione partecipanti

Prima Sessione                     Chairmen: Giovanni Neri –  Andrea Bussolari

 

Ore   9,15                               Introduzione ai lavori

                                                Franco Riboldi, Direttore Generale Azienda USL di Bologna

                                                Domenico Berardi

                                                Giancarlo Rigon

 

Ore 9,45 - 11,00               Philippe Jeammet

Psichiatra e Psicoanalista. Professore di Psichiatria infantile e dell’adolescenza, Direttore del Servizio di Psichiatria dell’Adolescenza dell’Institut Mutualiste Montsouris di Parigi

Lettura Magistrale

Ore  11,00 – 11,20                 Discussione

 

Ore 11,20 – 11,40                  Pausa

 

Ore 11,40 – 12,10     Esordi psicotici: aspetti nosografici ed epidemiologici  (gruppo Psichiatria Adulti/ NPEE C. Gentili, A. Ricciotti, R. Verlato)

 

Ore  12,10 – 12,40    Esordi psicotici: percorsi di trattamento fra teoria e pratica (gruppo Psichiatria Adulti/ NPEE L. Borghi, S. Costa)

 

Ore  12,40 – 13,15                Discussant  Philippe  Jeammet

Discussione generale

 

 

Seconda Sessione.               Chairmen  Giuseppe Ferrari – Mariano Bassi

 

Ore 14,30 – 15,00                  Prof. Domenico Berardi

                                    Esordi giovanili delle patologie psichiatriche

 

Ore 15,00 – 15,30   Dott. Euro Pozzi

                                    Disturbi di personalità ed esordi psicotici

 

Ore 15,30 – 16,00                  Discussant: Philippe Jeammet

 

Verona, 26.11.2005 "Questioni tecniche nella relazione transfert-controtransfert"; Sede: Verona, Biblioteca Capitolare – piazza del Duomo 13

Si intende offrire in questa Giornata di studio rivolta agli psicoterapeuti – medici e psicologi che operano sia in ambito privato che pubblico - materiale teorico e clinico utile a stimolare la riflessione teorica e il confronto su uno dei nodi principali della pratica psicoterapeutica a indirizzo analitico: il transfert e il controtransfert.

In questa giornata, in particolare, saranno a confronto due scuole differenti: junghiana e freudiana, e il rilievo sulle diverse tecniche messe in atto, illustrate dalla presentazione di casi clinici, permetterà ai partecipanti di lavorare sull’importanza del riconoscimento delle proprie risposte emotive ai fini del loro proficuo utilizzo nella relazione terapeutica.

 


 

Programma della giornata

 

·       8,00      Registrazione partecipanti

·       8.30      Introduzione, dott. G. Nicolussi

·       9.00      Lezione magistrale della dott.ssa Maria Irmgard Wuehl

(con presentazione di un caso clinico)

·       11.15      Intervallo

·       11.30      Lezione magistrale, dott. G. Nicolussi

·     12.30         Confronto e dibattito tra partecipanti e relatori

(coordina la dott.ssa S. Peruzzi)

·       13.30      Questionario di valutazione e prove ECM

·       14.00      Fine dei lavori

 

ABSTRACTS

 

IL CONTROTRANSFERT: STRUMENTO DI CONOSCENZA DEL MONDO INTERNO DEL PAZIENTE, Maria Irmgard Wuehl

 

Nella visione freudiana classica il controtransfert era un ostacolo al trattamento: eventuali segni della sua presenza conducevano alla interruzione della terapia. La funzione dell'analista è quella di fare da specchio o fornire uno schermo vuoto e non quella di proiettare sul paziente i suoi residui infantili. "Non sopporterei di essere guardato per tutta la giornata dai miei pazienti", affermò Freud. Da qui la scelta del lettino.

Le due poltrone che Jung sostituisce al lettino freudiano impongono il vis-à-vis e costituiscono il luogo di coinvolgimento tra analista e paziente e determinano uguaglianza e reciprocità. "L'analista è in analisi tanto quanto il paziente", dirà Jung. Il controtransfert, la reazione dell'analista, diventa di conseguenza un fattore terapeutico essenziale in analisi.

Alla luce di un caso clinico da me trattato, un disturbo di personalità borderline, cercherò di mostrare l'utilizzo del controtransfert da una prospettiva junghiana; arricchendo la mia esposizione con le teorie e i modelli che sottendono le componenti dei vissuti controtransferali.

 

 

 

TRANSFERT E CONTROTRANSFERT: questioni di tecnica nella tradizione freudiana, Gianfranco Nicolussi

 

Le riflessioni sul controtransfert nella storia del pensiero psicoanalitico hanno avuto accenti diversi e molteplici evoluzioni e concettualizzazioni : dalla neutralità analitica (“lo specchio opaco”) raccomandata ma poco praticata da Freud  (in una lettera scritta nel 1927 a Oskar Pfister raccomanda un "cordiale rapporto umano"), alla paratassi di H.S. Sullivan, passando per M.Klein e Bowlby, emerge sempre e comunque la centralità della posizione emotiva del terapeuta e delle sue risposte in analisi: sulla scorta di esempi storici e della presentazione di vignette cliniche si mostrerà l’imprescindibile attualità dell’importanza di interrogarsi continuamente su questi aspetti della relazione terapeutica.

Presentazione del Workshop

 

 

l’Associazione per la Terapia di Comunità (ATC) dedica da alcuni anni una particolare attenzione ai problemi della formazione degli operatori psichiatriaci  che svolgono attività a stretto e prolungato contatto con i pazienti, in strutture residenziali o semiresidenziali.

Caratteristica saliente di questo lavoro è l’intensità della relazione e la particolare vicinanza al paziente, con tutto ciò che ne deriva in termini di coinvolgimento emotivo, di necessità di riflessione e di costante elaborazione di quello che viene definito il “Controtransfert” dei terapeuti e dell’Istituzione Curante.

In un momento come l’attuale in cui si sta diffondendo, non senza ragione, la tendenza alla validazione delle prassi terapeutiche, a una maggior definizione delle procedure e alla misurazione dei risultati, l’importanza di tutto ciò che appartiene alla sfera relazionale col paziente tende ad essere sottovalutata e talvolta addirittura svalutata.

Le nostre proposte formative mirano all’acquisizione di una capacità riflessiva e, in  particolare, all’apprendimento e allo sviluppo dell’attitudine a lavorare in gruppo. Esse si ispirano al concetto dell’ ”Apprendere dall’Esperienza” riproducendo le caratteristiche, i compiti e l’atmosfera del contesto in cui gli operatori svolgono la loro quotidiana attività, consentendo di acquisire maggior disponibilità al rapporto col paziente e maggior dimestichezza col lavoro in Equipe, con tutte le implicazioni che ciò comporta.    

In particolare, i Workshops Esperienziali, come modello di formazione, si differenziano nettamente da un Convegno o un Seminario con letture magistrali e presentazioni di relazioni preordinate: offrono infatti ai partecipanti un’opportunità di apprendimento diretto attraverso un breve periodo di convivenza in stile comunitario, articolato in attività indispensabili all’esistenza della Comunità che si viene temporaneamente a costituire e in una serie di sessioni in Grandi e Piccoli Gruppi finalizzate sostanzialmente alla riflessione e all’apprendimento di tutto ciò che accade durante lo svolgimento del Workshop. In altre parole, la finalità di questi eventi consiste nel Fare, Pensare e Imparare qualcosa che possa poi essere utilizzato nelle rispettive esperienze di lavoro.

In questa particolare occasione, l’obiettivo sarà quello di mettere a fuoco la Leadership e l’esercizio dell’’Autorità con tutti i riflessi che ne derivano per i pazienti, gli operatori e l’organizzazione del lavoro. Infatti, la finalità di Strutture come Comunità o Centri Diurni è proprio quella di consentire a persone che l’hanno persa in misura considerevole, la riacquisizione di un certo grado di “autorità”, intesa come maggior consapevolezza della propria identità, capacità di assumersi una certa responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri, raggiungimento di un livello di autonomia che metta in condizione di provvedere ai propri bisogni essenziali.

Anche per gli operatori è importante riconoscere il loro rapporto con la Leadership e l’Autorità perché ciò significa mettere in evidenza dinamiche legate alla dipendenza, all’antagonismo, all’invidia, all’aderenza al compito di lavoro, ai ruoli e alle competenze.

L’obiettivo in definitiva è quello di studiare l’esercizio dell’Autorità e della Leadership attraverso le relazioni interpersonali e intergruppali che si sviluppano all’interno del workshop per tutta la sua durata, consentendo ai partecipanti di maneggiare l’emotività nelle proprie azioni, di comprendere eventuali resistenze al cambiamento  e di esercitare ruoli formali ed informali di Leader. I partecipanti-residenti potranno analizzare il proprio modo di rapportarsi con questi aspetti nella quotidianità e nelle relazioni con gli altri e costituiranno con lo Staff del Workshop una vera e propria Comunità finalizzata all’Apprendimento.

Per la realizzazione di questi obiettivi, la nostra Associazione si avvale della collaborazione di Robert D. Hinshelwood, psicoanalista e psichiatra inglese noto per la lunga esperienza di Comunità Terapeutiche, di Istituzioni Psichiatriche in genere e di patologie gravi in particolare, che svolge il ruolo di Direttore dei nostri Workshops e di Supervisore dello Staff e di Janet Chamberlain, Infermiera Professionale, consulente al Servizio di Psychosocial Nursing del Cassel Hospital di Londra cui è affidata la supervisione dei gruppi di attività dei Workshops.

Gli altri componenti dello Staff sono professionisti che operano in Italia e/o all’estero, con comprovata esperienza di Comunità e/o di conduzione di Gruppi terapeutici o esperienziali.

 

Curricula Workshop Novembre 2005 (Verona)

 

Robert D. Hinshelwood

 

Membro della Società Psicoanalitica Britannica (BPS), e del Royal College of  Psychiatrists, già Direttore del Cassel Hospital di Londra, Fondatore dell’Association of Therapeutic Communities (ATC) e del British Journal of Psychotherapy; Professore di Psicoanalisi al Centro di Studi Psicoanalitici dell’Università di Essex

 

 

Enrico Pedriali

 

Medico-Psicologo, Gruppoanalista, consulente organizzativo e supervisore di Comunità Terapeutiche, Docente a Contratto alla Scuola di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita dell’Università di Milano-Bicocca; past-President di AiTC, promotore dei Workshops Esperienziali “Apprendere dall’Esperienza” per Operatori di Comunità Terapeutiche.

 

 

Janet Chamberlain

 

Infermiera Professionale, Consulente del Servizio di Psichosocial Nursing del Cassel Hospital di Londra.

 

 

 

Laura Forti

Psicologa, Psicoterapeuta. Direttore della Comunità Terapeutica Saint Gabriel's Road di Londra e Senior Consultant Psychoterapist della Arbours Association.

 

Louisa Diana Brunner

 

Consulente di Organizzazione e Management per aziende e organizzazioni no-profit, Membro dello Staff di numerose Group Relations Conferences su Autorità, Leadership e Organizzazione in Italia, Inghilterra e Israele.

 

 

 

 

 

 

 

Presentazione Giornata di Studio del 28 -11

 

Leadership, Autorità e Potere assumono aspetti  che variano in rapporto alle caratteristiche degli individui, alla  diversa configurazione dei gruppi sociali e al  contesto in cui essi sono inseriti. Non vi è Istituzione, Associazione o raggruppamento che non si caratterizzi per la presenza di un Leader la cui figura è inevitabilmente connessa all’uso dell’Autorità e del Potere. anche quando la loro esistenza viene negata per pregiudizi ideologici.

I Servizi di Salute Mentale, come tutte le Istituzioni, hanno un rapporto di interscambio col contesto in cui operano e organizzano i loro processi produttivi  in funzione degli obiettivi che si propongono di raggiungere. Tuttavia, la particolare natura del compito di lavoro, i conflitti umani, primitivi e profondi che la caratterizzano, influenzano profondamente il funzionamento istituzionale e la sua Leadership, l’esercizio dell’Autorità e l’espressione del Potere, condizionando la prassi del gruppo di lavoro e producendo inevitabilmente effetti importanti sui pazienti. E’ soprattutto alla luce di questa specificità che essi vanno osservati e compresi

Sul versante degli Operatori tutto ciò vuol dire confrontarsi con posizioni di dipendenza o di autonomia, passività e capacità d’iniziativa, aderenza al compito di lavoro, identificazione col proprio ruolo, invidia e l’aggressività, accettazione acritica e persecutorietà e molto altro ancora.

Sul versante dei pazienti  viene chiamata in causa  la resistenza al cambiamento,  la prospettiva di emancipazione, l’angoscia di separazione espresse talvolta con inerzia esasperante, talaltra con il rifiuto ostinato e la distruttività.

In definitiva, Leadership, Autorità e Potere si collocano entro una polarità che va da una condizione di debolezza o carenza da un lato all’eccesso o alla degenerazione dall’altro: l’obiettivo di questa Giornata di Studio è quello di porre al centro del dibattito il significato che essi possono assumere in un Servizio di Salute Mentale. Si tratta di un nodo cruciale e di un quesito stimolante perché mette a fuoco il passaggio faticoso da una posizione di dipendenza a una di progressiva autonomia, che riguarda in ugual misura operatori e pazienti e rinvia in definitiva all’accettazione di un delicato processo di separazione.

Per raggiungere questo obiettivo, la struttura della Giornata di Studio è stata concepita in modo da stimolare il più possibile l’interattività fra relatori e partecipanti.

Sia Robert D. Hinshelwood che Antonello Correale  e Mario Perini hanno sviluppato nel tempo grande interesse per questi temi in una serie di libri e  articoli molto significativi: la prima parte della Giornata darà  loro modo di  esporre i rispettivi punti di vista in tre distinti interventi che daranno vita a una successiva discussione con il pubblico. Nel pomeriggio, gli stessi relatori si confronteranno in una Tavola Rotonda in cui ciascuno farà da  discussant agli altri due, innescando e amplificando il confronto coi presenti.

I Chairmen, Enrico Pedriali e Flavio Nosè,  svolgeranno la funzione di sottolineare i passaggi salienti delle relazioni e i commenti più significativi stimolando i partecipanti ad inserirsi nella discussione sia con domande che con  contributi personali.

 

 

 

Abstracts 28 Novembre (Milano, Casa della Cultura)

 

Leadership, Autorità, Potere e Salute Mentale (Robert  D. Hinshelwood)

 

 

Leadership, Autorità e Potere sono aspetti ricorrenti in ogni attività umana che implichi un rapporto fra individuo e gruppo. Non vi è Istituzione, Associazione o raggruppamento che non si caratterizzi per lo stile della sua Leadership e il diverso esercizio dell’Autorità e del Potere.

Queste espressioni non hanno di per sé accezione positiva o negativa, ma possono assumere configurazioni variabili a seconda della diversa interazione fra strutture di personalità, dinamiche proprie dei gruppi e contesto in cui si collocano.

L’efficacia di ogni prassi istituzionale dipende dall’adeguatezza delle risorse umane e materiali e dalla natura del rapporto con l’ambiente circostante. Le Istituzioni Psichiatriche non sfuggono a questa evidenza, ma i processi gruppali che si svolgono al loro interno dipendono anche dal particolare compito di lavoro che devono svolgere, soprattutto quando riguarda pazienti con patologie di notevole gravità. Anch’essi infatti hanno con la Leadership e l’Autorità un rapporto che può oscillare dalla dipendenza estrema all’antagonismo ostinato, così come da una posizione di perdita (o rinuncia) di qualsiasi forma di potere al suo esercizio  in forme tiranniche e oppressive.

Leadership, Autorità e Potere si collocano quindi entro una polarità che va dalla mancanza o perdita all’eccesso o degenerazione.

La domanda che si pone allora è: nelle Istituzioni Psichiatriche, è possibile un uso costruttivo della Leadership, dell’Autorità e del Potere che rappresenti un’alternativa  all’abuso o al disuso ?

 

 

Il posto del Leader nel Campo Istituzionale (A. Correale)

 

Nella relazione si sostiene l’idea che il leader di un’istituzione non sia soltanto il frutto delle forze emotive che in essa si sviluppano, ma sia esso stesso un potente fattore plasmante la cultura e la mentalità dell’Istituzione.

Questa influenza del leader sul gruppo istituzionale avviene tramite vie in gran parte inconsapevoli, legate maggiormente a come il Leader è, piuttosto a che cosa il Leader fa.

Si ripropone il pensiero di Freud sul Leader con particolare riferimento all’analisi dei processi di idealizzazione nei gruppi per corroborare questa tesi.

Si indagano poi i fenomeni di circolazione nei gruppi istituzionali, considerando che una buona circolazione di emozioni e di idee nei gruppi sia il risultato essenzialmente di un buon funzionamento della Leadership.

Inoltre viene sottolineata l’opportunità di promuovere nei gruppi di lavoro, accanto alla gruppalità organizzata in riunioni preordinate e finalizzate, una “gruppalità diffusa”sotto forma di agglomerati che si riuniscono temporaneamente, per progetti particolari e provvisori o per esigenze transitorie che restituiscano una certa dimensione di libertà agli operatori e crei momenti più spontanei di verifica. Naturalmente questo richiede una capacità da parte del Leader di “vegliare “ su questa gruppalità diffusa perché non divenga caotica ed anarchica.

Da ultimo viene presa in considerazione quale dovrebbe essere l’assetto mentale del Leader dell’Istituzione perché egli possa svolgere le delicate funzioni che il gruppo di lavoro richiede.

 

 

Leadership e Gruppo di Lavoro in Comunità Terapeutica (M. Perini)

 

La relazione è centrata sul concetto di Leadership come funzione del pensiero del gruppo e dispositivo di contenimento delle ansie primitive legate al compito, al ruolo, alle identità minacciate dai processi di gruppo, ai rischi più frequenti del gruppo di lavoro (dalla frammentazione esplosiva alla deriva paranoide) e alla temperatura elevata delle relazioni gruppali, specie nei contesti residenziali che si occupano di persone disturbate e disturbanti.

Le ansie, l’irrazionalità, le aggressioni, l’invidia e la rivalità, le idee e le fantasie inconsce distruttive se non vengono adeguatamente contenute minacciano di paralizzare il gruppo e di farlo “esplodere”. In questi casi il gruppo di lavoro verrà spinto a ripiegare su un funzionamento secondo la modalità degli “Assunti di Base” per impedire che queste minacce finiscano col distruggerlo completamente: Il risultato è la perdita dell’orientamento al compito e alla capacità di lavorare. Qui si misura la capacità del Leader di offrire un efficace contenimento, per cui gli elementi disturbanti possono essere metabolizzati dal gruppo che può ricavare apprendimento da queste esperienze e in tal modo migliorare la propria capacità di dedicarsi al compito e di raggiungere dei buoni risultati.

Il punto di riferimento concettuale è essenzialmente la concezione bioniana del workgroup e l'analisi dei processi organizzativi secondo il modello Tavistock.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Curricula per Milano 28 Novembre (Casa della Cultura)

 

 

Antonello Correale

 

Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana; Primario Psichiatra al Dipartimento di Salute Mentale - Azienda USl Roma B;  già Coordinatore della Commissione di consulenza  della SPI sulle Patologie Gravi e i modelli di comprensione; Fondatore del Gruppo Romano del Pollaiolo.

 

Robert D. Hinshelwood

 

Membro della Società Psicoanalitica Britannica (BPS), e del Royal College of  Psychiatrists, già Direttore del Cassel Hospital di Londra, Fondatore dell’Association of Therapeutic Communities (ATC) e del British Journal of Psychotherapy; attualmente Professore di Psicoanalisi presso il Centro di Studi Psicoanalitici dell’Università di Essex

 

 

Mario Perini

 

Psichiatra, Psicoanalista AIPsi e IPA, Direttore scientifico del Consorzio IL NODO Group  di Torino, collaboratore del CESMA (Centro esperienze e Studi di Management) e di AiTC,  si occupa da diversi anni di supervisioni istituzionali, formazione degli operatori, conduzione di Gruppi Balint ed è responsabile scientifico  dei Seminari Tavistock  di Arona.

 

 

 

Flavio Nosè

 

 Psichiatra, Psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Verona. Professore a contratto per l’insegnamento di Psicoterapia   presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria della Facoltà di Medicina di Verona. Promotore delle “Giornate di Costagrande”, per operatori della residenzialità psichiatrica.  Socio ordinario e membro del Consiglio Direttivo  di ASVEGRA.

 

 

Enrico Pedriali

 

Medico-Psicologo, Gruppoanalista, consulente organizzativo e supervisore di Comunità Terapeutiche, Docente a Contratto alla Scuola di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita dell’Università di Milano-Bicocca; past-President di AiTC, promotore dei Workshops Esperienziali “Apprendere dall’Esperienza” per Operatori di Comunità Terapeutiche.

 

Pavia, 19.11.2005 "Modelli dell’autismo e autismo ecologico: un confronto”; Organizz.: Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali Fondazione - Genitori per l’Autismo; Sede: Università Centrale, Aula del ‘400.

Gli ultimi decenni di ricerca hanno chiarito che all’origine dell’Autismo vi è un disordine, di varia natura, della organizzazione del Sistema Nervoso, che ha effetti a cascata sull’evoluzione del soggetto e sulla costruzione del suo mondo interpersonale. In questo campo in rapidissima trasformazione, crocevia di diverse discipline, moltissime rimangono tuttavia le questioni irrisolte. E man mano che le conoscenze aumentano appare peraltro sempre più evidente la grande eterogeneità di ciò che la nosografia attuale, con i suoi criteri, definisce “Autismo”. Eterogeneità di cause, percorsi eziopatogenetici, espressioni fenotipiche, evoluzioni, gravità, sintomatologia. Ha trovato consenso, negli ultimi anni, la nozione di Autismo come “spettro”, vale a dire come continuum di condizioni che esprimono in modi anche assai diversi alcuni aspetti fondamentali comuni. Altri preferiscono parlare invece di Autismo come insieme di sindromi diverse, con differenti etiopatogenesi e alcuni tratti sintomatologici comuni. In ogni caso, quali sono questi aspetti comuni? In cosa consiste questa “autisticità” che accomuna condizioni anche così diverse? E quali ne sono le basi? Negli scorsi anni sono stati elaborati alcuni modelli esplicativi dell’autismo, nel tentativo di individuarne i disturbi fondamentali e specifici, i loro fondamenti neurofunzionali e la natura della profonda disabilità sociale e comunicativa che lo caratterizza. A grandi linee, i principali modelli sono: 1. L’ipotesi di un problema originario del contatto affettivo e dell’empatia, per una disfunzione primaria dei meccanismi alla loro base. Fu questa, com’è noto, l’ipotesi iniziale di Kanner, poi ripresa, con sostegno empirico, da P. Hobson negli anni ‘80 e ‘90. Malgrado le controversie e le controargomentazioni che ha sollevato sia sul piano empirico che clinico (ad esempio la dimostrazione, da parte di M. Sigman e coll., che nell’autismo esiste spesso un normale attaccamento o l’evidenza di come nell’esperienza autistica esistano spesso intensi affetti), recentemente è stata rivolta verso di essa una rinnovata attenzione, sostenuta sia dall’interesse suscitato dalla scoperta dei sistemi neurofisiologici dell’empatia e dell’intersoggettività originaria (sistema dei “neuroni specchio” e della simulazione incarnata; Rizzolati et al. 1996; Gallese, 2000, 2001 ) sia dal ruolo sempre più importante riconosciuto in generale alle competenze e ai processi imitativi precoci nella costruzione/esplorazione del mondo interpersonale (Meltzoff e Gopnik, 1993, 2001; Gallese e Goldman 1998; Gallese 2003); processi imitativi tipicamente disfunzionanti nell’autismo ( Rogers 1999; Williams et al. 2004). 2. Le diverse versioni delle teorie della teoria della mente (ad es.: Leslie 1986; Baron-Cohen 1989; Perner 2001; Surian 2004) che ipotizzano una disfunzione a qualche stadio dell’acquisizione di una “teoria della mente”, vale a dire la capacità di orientarsi nel mondo interpersonale attraverso l’automatica attribuzione di stati mentali, intenzioni e punti di vista agli interlocutori interumani; competenza specie-specifica, con i suoi correlati neurofunzionali, fondamentale per la “cognizione” sociale. 3. Le ipotesi di un deficit delle funzioni esecutive programmatorie, di monitoraggio dell’azione e delle sue conseguenze, che avvicina l’autismo alle sindromi del lobo frontale (Ozonoff 1992, 2000; Russell 1997, 1998; Pennington 1997; Zalla 2003). In questo modello il disturbo neuropsicologico di base (dal quale anche il deficit di teoria della mente secondariamente deriverebbe) intralcerebbe l’organizzazione e la percezione dell’esperienza interumana come insieme strutturato e coerente di comportamenti orientati ad uno scopo e lo sviluppo implicito del concetto di “agente intenzionale”. 4. L’ipotesi di un deficit di coerenza centrale (Frith, 1989; Happé, 2001) che ipotizza una difficoltà nelle operazioni di “sintesi” e integrazione dell’informazione e delle sue componenti cognitive ed affettive, “pre-requisito” anch’esso dello sviluppo di capacità di teoria della mente. A questo modello sono accostabili le ipotesi di un disturbo complesso della processazione dell’informazione e del funzionamento coerente dei diversi network neuronali (ad es.: Minshew, 2001). Ognuno di questi modelli (e delle numerose varianti di ciascun modello) integra un corpus di evidenze sperimentali e di dati provenienti dalla clinica, dalla psicologia, dalla neuropatologia, dal neuroimaging e così via. Ognuno di essi ha un certo potere esplicativo della complessa sindrome autistica, stabilisce gerarchie e coerenze tra sintomi diversi, ma ognuno di essi ha delle difficoltà e lascia non spiegati molti aspetti. Varie integrazioni sono state tentate. Per far solo un esempio, esiste una versione “hot” della teoria della mente (Brothers, 1995; Sigman, 1995), che cerca di “incarnarla”, integrando in essa l’importanza degli aspetti empatico-affettivi (e anche diversi dati neuropsicologici e neuropatologici sul ruolo sempre più importante che nell’autismo è riconosciuto alle strutture e ai circuiti deputati all’integrazione e modulazione dell’esperienza affettiva, amigdala e sistema limbico ad esempio). Ma anche questi tentativi di ibridazione presentano problemi, oltre ad essere in generale ancora largamente insufficienti rispetto alla complessità ed eterogeneità della clinica dell’autismo nonché, ovviamente, come tutti i modelli puramente deficitari, alla comprensione della singolarità dell’autismo come esperienza umana e personale. Negli ultimi anni si è fatta dunque sempre più strada e più volte è stata segnalata l’esigenza di un confronto tra questi modelli, elaborati prevalentemente in contesti sperimentali, e i modi attraverso cui l’esperienza autistica si manifesta in contesti naturali (e, in particolare, in contesti adatti all’espressione della particolare umanità autistica), sia per capire meglio, alla luce dei modelli, le evidenze dell’ “autismo al quotidiano”, sia per cimentare i modelli con la complessità della clinica. Il confronto può dunque portare ad un arricchimento reciproco: per i modelli di ricerca ad un loro ulteriore affinamento, per i clinici, ad una migliore capacità di comprensione e gestione dell’autismo nei contesti di vita reali.

 La giornata programmata, in cui si incontreranno neuropsicologi, neurofisiologi, psichiatri, psicologi e neuropsichiatri infantili attivamente impegnati sul problema, intende dunque promuovere questa riflessione. 

Presidenti: F. Barale, G. Lanzi

 Comitato scientifico: F. Barale, E. Caverzasi, V. Gallese, P.L. Politi, S. Ucelli. 

Comitato organizzatore: S. Ucell di Nemii, P.L. Politi, P. Aliata, M. Boso, A. Pace, G. Segagni Lusignani. 

Programma 

Chairman: G. Lanzi e T. Vecchi 

Ore 8,30 - Iscrizioni 

Ore 9,00 - Indirizzi di saluto delle Autorità 

Ore 9,30 - F. Barale (Università di Pavia): Introduzione. 

Ore 9,45 - V. Gallese (Università di Parma): Le basi neurofisiologiche dell’intersoggettività, dell’empatia e dell’imitazione: il sistema di simulazione incarnata e i neuroni specchio. Implicazioni per l’autismo. Discussant: G. Bottini (Università di Pavia), E. D’ Angelo (Università di Pavia) 

Ore 10,40 - T. Zalla (Institut Jean-Nicod di Parigi e Institut des Sciences Cognitives di Lione): “Dall’azione condivisa alla condivisione delle menti”. Autismo e rappresentazione dell’azione. Discussant: V. Gallese (Università di Parma), M. Sala e P. Brambilla (Università di Pavia e Università di Udine) 

Ore 11,30 - Coffee Break Chairman: U. Balottin e S. Soresi 

Ore 12,00 - L. Surian (Università di Trieste): Processi cognitivi e sviluppo linguistico nell'autismo. Discussant: L. Barone (Università di Pavia), F. Barale (Università di Pavia) 

Ore 12,50 - Pausa Pranzo 

Chairman: A. Vita e C. Lenti 

Ore 14,30 - C. Meini (Università del Piemonte Orientale): Modelli recenti della psicologia ingenua: Rileggere l'autismo? Discussant: S. Mistura (Dipartimento di Salute Mentale, AUSL di Piacenza) 

Ore 15,15 - S. Ucelli, P. Aliata, F. Barale (Università di Pavia e Cascina Rossago): L’autismo al quotidiano interroga i modelli: autismo di laboratorio e autismo ecologico. Discussant: S. Soresi (Università di Padova) e A. Ferro (Pavia). 

Ore 16,15 - Tavola rotonda (Relatori e discussant): ripresa della discussione. 

Ore 18,00 - Conclusioni 

E’ prevista una sessione poster che verranno esposti nell’anti-aula previa accettazione del comitato scientifico. I poster dovranno pervenire entro il 30 Settembre. La giornata è dedicata a tutti coloro che si occupano o sono interessati al tema dell’autismo. Il numero di partecipanti previsto è di 250. L'iscrizione è obbligatoria e gratuita per studenti e specializzandi dei diversi corsi di laurea e di diploma. Per gli altri è previsto il pagamento di una quota d'iscrizione di 20 Euro. Per informazioni o effettuare una pre-iscrizione, contattare la segreteria della Sezione di Psichiatria del Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali dell’Università di Pavia al numero 0382/987250 o inviare i propri dati all'indirizzo mail alessandro.pace@unipv.it Per la giornata è stato richiesto l'accreditamento ECM. 

 

SCHEDA DI ISCRIZIONE per il Convegno “Modelli dell’autismo e autismo ecologico: un confronto”.Pavia, 19 novembre 2005, Università Centrale, Aula del ‘400. Da inviarsi via fax al numero: 0382/526723 

Cognome e nome 

Luogo di nascita 

Data di Nascita

 Indirizzo Privato (via, n°, CAP, Città, Provincia) 

Codice fiscale

 Professione Disciplina 

Recapito telefonico        Numero cellulare

 Indirizzo di posta elettronica 

Istituzione di appartenenza 

Indirizzo Istituzione di appartenenza(CAP, Città, Provincia, tel, fax) 

Telefono e fax dell’ente di appartenenza     Tel. Fax. 

Per i soggetti che devono versare la quota di iscrizione occorre allegare alla scheda di iscrizione la copia del bonifico bancario intestato a: Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali Sezione di Psichiatria cc N° 679 ABI 06906, CAB 11301 presso Banca regionale Europea C.so Strada Nuova 61c 27100 Pavia. Indicare come causale: “Iscrizione Convegno Autismo 19_11_05”

 

 

 

Varese,  1.10.2005 "IL CONTINUUM TRA PSICHIATRIA E NEUROLOGIA IN INFANZIA E ADOLESCENZA"; Sede: AULA MAGNA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL'INSUBRIA VIA RAVASI, 2; Segr. Organizz.: INFORMATICS & COMMUNICATION S.R.L.; Info: IC@IN-CO.IT  sales@inf-com.it  Fees: n.d.
OBBIETTIVI DELL’EVENTO

 

 

L’idea di questo convegno è nata dalla necessità di affrontare un argomento che è centrale e fondante per chi si occupa della salute dei bambini e degli adolescenti. Infatti, sebbene le nuove acquisizioni scientifiche in campo neuropsichiatrico infantile rafforzino l’unitarietà di questa disciplina, esiste al contempo una tendenza, sempre più diffusa e pressante, a considerare la neurologia e la psichiatria in età evolutiva come due discipline distinte. E’ noto che, relativamente all’età adulta, nella seconda metà del XX secolo si è giunti ad una fattiva separazione di queste due discipline. Il rischio attuale è che qualcosa di simile possa realizzarsi anche per i bambini e gli adolescenti, senza tener conto però, che una tale opzione sarebbe in contraddizione proprio con la stessa  prospettiva evolutiva. Lo sviluppo neurologico e quello psichiatrico sono, infatti, le parti costituenti ed inscindibili di un unico processo evolutivo che, solo convenzionalmente, possiamo considerare costituito da due diverse componenti. Freud stesso era un grande esperto di paralisi cerebrali infantili ma allo stesso tempo ha formulato la teoria psicoanalitica ed ha così rivoluzionato la nostra comprensione della vita mentale fornendo una straordinaria serie di nuove conoscenze sui processi mentali inconsci e sul determinismo psichico. Nel 1914 proprio Freud scriveva che “tutte le nozioni psicologiche che noi abbiamo via via formulato dovranno un giorno essere basate su un sostrato organico” e a distanza di quasi un secolo le nuove conoscenze acquisite ci possono aiutare proprio a colmare l’apparente e artificiosa separazione tra ciò che è neurologico e ciò che è psichiatrico. Recentemente anche Erik Kandel (premio Nobel per la medicina) ha affrontatato il tema dei rapporti tra biologico e psicologico fornendo “un nuovo contesto intellettuale per la psichiatria”. E’ proprio in questo clima culturale che opera la neuropsichiatria infantile in Italia, dove esiste una disciplina unitaria, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa e del mondo dove invece la formazione del neurologo pediatrico è distinta da quella dello psichiatra dell’età evolutiva. Il convegno si propone quindi di affrontare, alla luce delle più aggiornate acquisizioni scientifiche e con il contributo di alcuni tra i più noti esperti italiani e internazionali alcune condizioni neuropsichiatriche dell’età evolutiva che si collocano proprio a ponte tra neurologia e psichiatria. I temi principali che verranno trattati saranno l’autismo infantile, la sindrome da deficit d’attenzione/iperattività e la sindrome di Tourette, ed uno spazio rilevante verrà inoltre riservato all’epilessia, una condizione neurologica nella quale però una reale ed efficace presa in carico del paziente non può prescindere dal tenere in considerazione e trattare anche gli aspetti psichiatrici e neuropsicologici ad essa associati.
ELENCO DEGLI ABSTRACT AD OGGI DISPONIBILI

 

 

Can AEDS alter neuropsicologica functions?

Giuseppe Capovilla

 

Il titolo della mia relazione in realtà è un quesito: possono i farmaci antiepilettici (AEDs) alterare le funzioni cognitive? A questa domanda la risposta è certamente si, nel senso che, con modalità differenti, tutti gli AEDs possono causare alterazioni sul profilo cognitivo del bambino. Anche se la maggioranza dei  bambini epilettici sono di intelligenza normale, una parte di essi può presentare deficit cognitivi che possono essere temporanei o permanenti. Le ragioni sono molteplici e comprendono sia le cause che determinano l'epilessia stessa che altri fattori quali il tipo di sindrome convulsiva (ed all'interno dello stesso tipo sia l'andamento degli episodi critici che quello delle anomalie intercritiche), fattori psicosociali e relazionali, oltre appunto i farmaci antiepilettici. Tutti questi fattori sono spesso correlati tra loro e risulta sovente difficile capire quanto ognuno di questi possa essere responsabile del disturbo cognitivo. Relativamente agli AEDs, vi sono comunque evidenze che alcuni di loro possono di per se causare disturbi delle funzioni cognitive. In questo senso, va specificato che l'occorrenza di tali disturbi dipende sia dal tipo di molecola utilizzato che dai livelli ematici presenti in ogni paziente, oltre che da possibili interazioni nei regimi di politerapia. Pertanto, è opportuna una attenta valutazione di ogni singolo caso, con l'esecuzione di valutazioni testali ad hoc prima e dopo l'introduzione del farmaco stesso. Quello che in generale si può dire, sulla base della letteratura esistente, è che i farmaci di nuova generazione, con l'esclusione del topiramato, sono potenzialmente meno pericolosi dei cosiddetti vecchi farmaci anche se, per questi ultimi, una chiara e non controversa azione negativa sulle funzioni cognitive è ben evidente solo per il fenobarbital. Per tale motivo, in particolare in età evolutiva, l'utilizzo sia del fenobarbital che del topiramato va attentamente valutato in funzione del bilancio tra i possibili vantaggi e svantaggi che il farmaco può dare in ogni singolo paziente.

 

TOURETTE CONDITION
Emilio Fernandez-Alvarez
 

 

Tics are the most frequent abnormal movements in children. This is one reason for their importance. Another reason is their relationship to fascinating disturbances of human behaviour such as compulsion and obsessions.  Because of this relationship, Luria (quoted by SACHS 1987) stated that the importance of Tourette syndrome is exceptional because 'any understanding of such a syndrome must vastly broaden our understanding of human nature in general". Tics may also be related to other movements such as mannerisms or repetitive gestures whose degree of volitional character may be questioned. In fact, tics are the most striking manifestations of a complex disturbance that includes anomalies of thought (e.g. obsessions), sensation (e.g. sensitive tics) and behaviours (e.g. ADD). Limitation of the study of this disorder to their motor phenomenology is a reductionistic mistake that will have negative consequences on their management.

            The term tic is used to designate both a symptom and a disease. As a symptom it has a wide variety of expression. Tic disease has even more varied manifestations. It may be limited to simple transient tics manifested only for less than a year or, in Tourette condition, include several types of chronic motor and phonic tics, often together with compulsive-obsessive manifestations, attention deficit, behaviour disorders or sleep disturbances.

TABLE 1 Varieties of tic  disease

 

            Transient single motor tics

            Transient multiple motor tics

            Transient multiple phonic tics

            Chronic single tics

            Chronic multiple motor tics

            Chronic multiple phonic tics

            Gilles de la Tourette disorder (TD)

             Non-specific tics

                                Tics are ‘readily observed but broadly defined’ (Singer 2000). They are repetitive movements of skeletal or pharyngo-laryngeal muscles the latter responsible for emission of sounds  or noises. They are considered as stereotyped, involuntary, sudden, inopportune, nonpropositional, absurd, irresistible movements,  of variable intensity (SHAPIRO and SHAPIRO 1986). The involuntary character is not absolutely clear. An important feature of the definition of tics is that the patients are able to exert  some  control on the movement for an average of 2.5 minutes (Koller and Biary 1989). Moreover sometimes they explain that they are ‘urged’ to do it as a compulsive action. The voluntary suppression of tics generates an unpleasant feeling that is resolved with the execution of the tic (LECKMAN et al 1992).

Tics  can be divided into:

 

    a) simple motor tics that involve a single muscle or group of muscles e.g. eye blink, shoulder shrug or twitch of the nose. Their variety is enormous. Even ear movements have been reported (KESHAVAN 1988, CARDOSO and FALEIRO 1999)

    b) complex motor tics that result in elaborate movements involving several muscle groups. Although essentially involuntary they may have a degree of intentionality and a great variety of expression; such as scratching one's nose or jumping.

  c) Phonic tics can express as vocalization or simpler noises such throat clearing, grunts or sounds imitating animal cries e.g. barking. They may utilize articulate language. They include echolalia (repetition of the words of an interlocutor), palilalia (repetition of one's last words) and coprolalia (emission of obscene language). This last modality, although uncommon (8% in adults according to GOLDENBERG et al 1994) is of historical interest as it was one of the remarkable features mentioned in the original description by  Itard (1825) of  the case of the Marquise de Dampierre who said ‘extraordinary words  which make deplorable contrast to her distinguished  manner. Those words are mostly  rude oaths, obscene adjectives...’. Interesting is that the content of the obscenities is itself often largely determined by the cultural norms of the society or the family. Thus the most awful blasphemies were said by one of my  Tourette’s patients, a son of a very religious family living in a small town were the family were very known by their religiosity. Another Tourette patient called ‘puta’ his mother and immediately said ‘sorry, I didn’t want to say it’. Coprolalia may even occur in sign with congenitally deaf users of this medium (Morris et al 2000).    

     Echopraxia (imitation of gesture) and copropraxia (obscene gestures) are rare. In the former, the patient the imitation is specially frequent if is of another person with tics or may feel compelled to mimic another, even to the extent of possibly injurious consequences (Bradshaw 2001 p 57)

     Other difficulties on the analysis of tics, in addition to their variable expression, are the fact that they "come and go" that is their expression and location change without apparent reason, and that the patient can inhibit them for some time especially in front of witnesses and the physician. In one study (GOETZ  et al 1987) with video recording, there was a 27% reduction when the subject was facing the examiner. The patients recognize the imminence of their tics and may mask them by giving them a propositional appearance.  Although tics are generally easy to identify, ever for lay persons, they may be sometimes difficult to distinguish from other abnormal movements. Complex tics should be differentiated from choreic movements, dystonia and stereotypies and simple tics from myoclonus. The capability of the patients to temporally control their tics is a useful feature.

Table : Characteristics of tics which permit differentiation  from other abnormal movements.

 

       -The patient can reproduce tics voluntarily.

       -The patient can partially control them.

       -Tics do not interfere with voluntarily activity (e.g. do not alter handwriting or prevent drinking out of a glass).

       -Tics predominate on facial muscles, trunk and proximal parts of limbs (the farther from face, the rarer the involvement).

       -Tics may persist during sleep.

------------------

        For each patient there exist specific situations in which the frequency of tics increases or decreases (e.g. television watching, concentration of attention, pleasurable situations, etc...  Especially events causing anxiety, emotional trauma, and social gatherings increase tics (SILVA  et al 1995). Tics are not precipitated by stimuli  as occurs in some forms of myoclonus. Although it is generally held that tics disappear during sleep, it is now clear that many patients continue to have tics in some stages of sleep (GLAZE et al 1983).

 

INTERACTIONS BETWEEN ANTIEPILEPTIC DRUGS (AEDs) AND PSYCHOTROPIC DRUGS

Emilio Perucca

 

Because epilepsy is associated with an increased prevalence of psychiatric disorders, and because a number of AEDs (particularly valproic acid, carbamazepine and lamotrigine) are extensively used as mood stabilizers, the co-administration of AEDs and psychotropic drugs is relatively common in clinical practice, resulting  in clinically important drug interactions. Most of these interactions occur a metabolic level, as a result of changes in the activity of hepatic drug metabolizing enzymes. Carbamazepine, phenytoin and barbiturates, in particular, are potent inducers of several cytochrome P450 isoenzymes (particularly CYP3A4, CYP2C9 and CYP2C19), as well as glucuronyl transferases, resulting in accelerated metabolism and decreased plasma levels of  a large number of psychotropic drugs, including, for example, most tricyclic antidepressants, paroxetine, mianserin, bupropion, paroxetine, haloperidol, chlorpromazine, mesoridazine, clozapine, risperidone, olanzapine, quetiapine, ziprasidone and many  benzodiazepine drugs.  Conversely, valproic acid may act as an enzyme inhibitor and increase the plasma levels of  some tricyclic antidepressants  and certain benzodiazepines. Newer generation AEDs are less likely to alter the activity of drug metabolizing enzymes, though topiramate (at doses >200 mg/day), oxcarbazepine and felbamate may increase CYP3A4 activity, topiramate and  oxcarbazepine may inhibit CYP2C19 and felbamate may inhibit a wider range of CYP enzymes.  Another possibility to be  considered is a change in the pharmacokinetics of  AEDs after addition of a psychotropic agent, examples being the increase in plasma carbamazepine and phenytoin levels after addition of fluoxetine, fluvoxamine or viloxazine. In most settings, these interactions can be predicted on the basis of knowledge of the isoenzymes involved in the metabolism of the administered drugs, and of the influence of the same drugs on these isoenzymes. Pharmacodynamic interactions at the site of action, such a reciprocal potentiation of CNS adverse effects, may also occur, but in most cases these have not been adequately characterized. 

 

Reference

Spina E, Perucca E. Clinical significance of pharmacokinetic interactions between antiepileptic and psychotropic drugs. Epilepsia 2002; 43 (suppl. 2):37-44

 

 

Neuropsychological aspects of idiopathic epilepsies of childhood and adolescence
Paolo Piccinelli

 

Negli ultimi anni  è sempre più cresciuto l’interesse clinico per lo studio delle funzioni cognitive e degli aspetti psicologici nei bambini epilettici. Nella presente relazione verrà presentata una batteria di tests neuropsicologici e psicologici appositamente approntata per valutare i disturbi neuropsicologici e le difficoltà di apprendimento  nelle epilessie idiopatiche in età evolutiva. Verranno analizzati i dati presenti in letteratura e verranno illustrati  i risultati di alcuni recenti studi di ricerca effettuati dalla nostra Unità Operativa in collaborazione con altri Centri specialistici della Lombardia.

I dati emersi dagli studi sperimentali inducono a raccomandare di valutare sempre i piccoli pazienti epilettici non solo con esami  elettrofisiologici ma anche con accurate valutazioni cliniche e testali, neuropsicologiche e psicologiche, al fine di  individuare precocemente disturbi di attenzione o di memoria, difficoltà specifiche di apprendimento (dislessia, disortografia e discalculia) e disturbi della sfera emozionale.

 

 

La sindrome di Tourette

Cristiano Termine

 

Unità di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche,

Università degli Studi dell’Insubria, Varese, Italia

e

Dipartimento di Clinica Neurologica e Psichiatrica dell’Età Evolutiva, IRCCS  “Fondazione Istituto Neurologico C. Mondino”, Università di Pavia, Italia

 

 

La sindrome di Tourette è una condizione neuropsichiatrica caratterizzata da tics motori e vocali con insorgenza prima dei 18 anni d’età. La diagnosi è basata unicamente su criteri clinici. La prevalenza è stimata tra 1-10/1000 soggetti in età evolutiva. Le manifestazioni cliniche tendono a ridursi nel corso della vita con un certo miglioramento dopo l’adolescenza e la prima età adulta. Molto spesso i pazienti presentano comorbidità psichiatriche significativamente più invalidanti delle manifestazioni ticcose. Le principali condizioni associate sono il disturbo da deficit d’attenzione/iperattività e il disturbo ossessivo-compulsivo. La sindrome di Tourette è una condizione ereditaria il cui meccanismo genetico, tuttavia, non è noto e in cui i fattori ambientali possono svolgere un ruolo determinante nell’espressione dei tic. I risultati di indagini autoptiche, le tecniche di brain-imaging e quelle neurofisiologiche supportano il coinvolgimento dei circuiti cortico-striato-talamocorticali sebbene il meccanismo fisiopatologico o le alterazioni neurotrasmettitoriali siano sconosciuti. Le evidenze più recenti, tuttavia, suggeriscono un’alterazione dopaminergica prefrontale. I neurolettici tradizionali sono il trattamento di prima scelta sebbene le principali comorbidità psichiatriche richiedano un trattamento specifico. Esiste, infine, un crescente interesse per trattamenti farmaci non-neurolettici, terapie comportamentali o di sostegno psicologico e per approcci di tipo chirurgico.

 

 

Milano,  24.09.2005 "AFFETTI E TRAUMA"; Organizz.: ISTITUTO DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOLOGIA PSICOANALITICA DEL SÉ E PSICOANALISI RELAZIONALE; Sede: A.S.P.R.U. RISVEGLI ONLUS - VIA VITTADINI 3 - 20136 MILANO; Info: pinatomaurizio@virgilio.it  SUSI@ISIPSE.IT  Fees= euro  80.

 

Salerno, 1.10.2005 "LA VISIONE OLISTICA DEL PROCESSO TERAPEUTICO. SUPERVISIONE DI CASI CLINICI INDIVIDUALI E DI GRUPPO"; Organizz.: ISTITUTO S.P.I.G.A. "SOCIETÀ DI PSICOANALISI INTERPERSONALE E GRUPPOANALISI" - ISTITUTO DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA; Sede: ORDINE DEI MEDICI DELLA PROVINCIA DI SALERNO - VIA SS. MARTIRI SALERNITANI, 31 - 84100 SALERNO; Info: info@spigahorney.it  ; Fees= euro  40.

1 Ottobre 2005

Ordine dei Medici della Provincia di Salerno

Via SS. Martiri Salernitani, 31

SALERNO

 

       9.30 – 10.00                    Registrazione partecipanti

 

                    Chairperson: Sandro Maiello

 

     10.00 - 10.30     Vincent Alfred Morrone

          La visione olistica del processo terapeutico

 

     10.30 – 11.00     Confronto/dibattito con i partecipanti

 

     11.00 – 13.00     Vincent Alfred Morrone, Fiorella Olper, Renata Ferrini

          Presentazione e discussione di casi clinici

 

     13.00 – 13.30     Adempimenti ECM

 

Messina, 29 settembre-1 ottobre 2005 "I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO TRA CLINICA E RIABILITAZIONE"; Organizz.: DISMED ONLUS; Info: dismed@tiscali.it ; Fees= euro 150.

Relatori: Uta Frith (London), Philippe Evrard (Charleroi), Fabio Canziani (Palermo), Michele Zappella (Siena), Gaetano Tortorella (Messina), E. Spina, G. Costantino, E. Germanò, A. Gagliano, M. Elia, D. Mazzone.

Il  prof.  Gaetano  Tortorella e' nato a  Messina  l'11  Ottobre   1948. Nella sessione estiva degli esami di stato dell’anno 1966-67 ha conseguito la maturità classica presso il liceo statale “F. Maurolico” di Messina. Per la votazione riportata ha ottenuto l’iscrizione con esenzione totale dal pagamento delle tasse al primo anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’ Università degli Studi di Messina; ha proseguito gli studi di medicina riportando costantemente una media di voti superiore ai 28/30 ed ottenendo,  quindi, l’esenzione totale anche per gli anni successivi. Nella sessione estiva dell’anno accademico 1972-73 ha conseguito il diploma di laurea inmedicina e chirurgia, discutendo la tesi su “I tipi psicologici di Benjamin nelle psiconevrosi infantili”, ottenendo la votazione di 110/110 e lode e avendo riconosciuta la dignità di stampa della tesi. Successivamente ha sostenuto gli esami per l’abilitazione all’esercizio professionale ed è stato ammesso per concorso all’iscrizione alla scuola di specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dell’Università degli Studi di Pisa, dove il 26 Ottobre 1976  ha conseguito il diploma di specialista.  

Dal 1° novembre 1973 a tutt'oggi  il prof. Tortorella ha svolto ininter­rottamente la sua attività' clinica, didattica e di ricer­ca presso l'Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Messina, inizialmente con la qualifica di assistente incaricato, successivamente - dal 1° Novembre 1974 al 31.7.1980 - con la qualifica di “medico interno a carico del bilancio universitario” e - dal 1° Agosto 1980 - con la qualifica di ricercatore confermato.

                    Nella terza tornata di giudizi di idoneità (bando 1989) è stato giudicato "idoneo" ad assumere le funzioni di "professore   Associato" dalla Commissione Giudicatrice per il gruppo di discipline ex n.135 – attuale F19B -  Neuropsichiatria Infantile e, nella seduta del 13.5.1994, è stato chiamato con riserva dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina per l’insegnamento di Neuropsichiatria Infantile. Con decreto rettorale del 22.04.99 è stato inquadrato nel ruolo dei professori associati per il settore scientifico disciplinare F19B a decorrere dal 13.5.94 per gli effetti giuridici e dal 18.12.98 agli effetti economici.

Il prof. Tortorella ha pure conseguito l' idoneita' a primario di Neurop­sichiatria Infantile nella sessione di esami del 1983 ottenendo, con la votazione riportata, il primo posto nella graduatoria nazionale degli idonei. Nel novembre 1991 ha vinto il concorso per un posto di pri­mario di neuropsichiatria infantile presso l'USL 42 di Messina, cui ha successivamente rinunciato.

Attività didattica:

          Sin dall’anno accademico 1973-74 il prof. Tortorella ha iniziato a svolgere attività didattica con lo svolgimento di seminari ed esercitazioni rivolti agli studenti del corso di laurea in medicina e chirurgia; successivamente, a partire dall’anno accademico 1975-76, ha avuto affidato l’incarico ufficiale di insegnamento di “Igiene mentale” presso la scuola di perfezionamento in Neuropsichiatria Infantile per Assistenti Sociali.           Dopo di allora ha ricoperto vari incarichi di insegnamento, come di seguito elencati:

1) titolare dell'incarico di insegnamento di "Elettrofisiologia" presso Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile negli anni accademici 1978/79, 79/80, 80/81, 81/82, 82/83.

                    2) "collaboratore" nell'insegnamento di "Semeiotica Neurologica Strumentale" presso la stessa Scuola dall' a.a. 1983/84 al 1989/90.

                    3) titolare dell'incarico di insegnamento di "Neuropsichiatria Infantile III" presso la stessa Scuola dall'a.a. 1990/91 all'attuale.

                    4) incaricato della supplenza dell' insegnamento di "Neurologia Pediatrica" del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia negli a.a. 1991/92 e 1992/93.

                    5) incarichi di insegnamento di Neuropsichiatria Infantile presso i seguenti corsi: a)Diploma Universitario in Logoterapia; b)Diploma Universitario in Audiometria; c)Diploma Universitario di Terapista della Riabilitazione della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva; d)Diploma Universitario di Fisioterapista; e)Diploma Universitario di Tecnico di Neurofisiopatologia.

                    6) incarico di insegnamento di “Neuropsichiatria Infantile” presso scuola di specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Messina, scuola di specializzazione in Neurologia, scuola di specializzazione in Pediatria

                    7) incarico di insegnamento di “Neuropsichiatria Infantile” nel corso di laurea in Scienze dell’Educazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Messina dall’anno accademico 1997-98 a tutt’oggi.

                    8) Presidente del Corso di Laurea per “Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva” della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina dall’a.a. 2000-2001 a tutt’oggi.

L'attivita' scientifica del prof. Tortorella e' documentata da  oltre 140 pubblicazioni su riviste italiane e straniere, tutte  inerenti argomenti  di neuropsichiatria infantile; molti di questi  lavori sono stati oggetto di relazioni ufficiali in congressi nazionali ed internazionali.

          Gli interessi scientifici del prof. Tortorella si sono orientati verso  tutti i settori della  Neuropsichiatria  Infantile,  dalle problematiche  di psi­copatologia infantile a quelle di neurologia pediatrica.  Nell'ambito della psicopatologia dell'età evolutiva ha pubblicato lavori originali sulle psiconevrosi infantili, sulle sequele neuropsichiatriche nei traumi cranici, sulla semeiologia delle turbe psicopatologiche nelle epilessie dell'infanzia, oltre a numerosi interventi sulle problematiche assistenziali e di inserimento dei bambini con handicap neuropsichici. Per quanto concerne gli aspetti  neuropediatrici si è particolarmente dedicato allo studio delle patologie pre­coci dello sviluppo  neurocogniti­vo,  di patologie neurodegenerative, di malattie neuromuscolari; gran parte della sua produzione scientifica si è rivolta alle  malattie  convulsivanti del­l'infanzia e agli studi di elettroencefalografia in eta' evolutiva.

           Il prof.  Tortorella ha anche collaborato con suoi articoli  alla stesura  di due volumi ("Aspetti psicopatologici dell' epilessia" in "Le convul­sioni nella patologia pediatrica" di A.  Ferlazzo  e G. Lombardo, Roma 1981 e "I traumatismi cranici: sequele neurologiche e psichia­triche" in "Neurologia Infantile " di F. Guzzetta,Padova 1987)

           Il prof. Tortorella è stato responsabile dei progetti di ricerca del MURST (60%) "Valore prognostico dell'eeg su cassette in età neonatale" (1990) , "Mappaggio eeg nelle epilessie parziali benigne dell'età evolutiva" (1991), “Fisiopatologia del mioclono epilettico nel bambino” (1995-96) “Epilessie parziali del bambino: criteri di farmacoresistenza (1997-98). e ha collaborato ai progetti nazionali "Cerebropatie con­genite e sviluppo cognitivo " (MURST 1988) e " Epilessie dell'età evolutiva e funzioni cognitive" (MURST 1992). E’ responsabile del PRA 98 e 99 su “Epilessie genetiche in età evolutiva” e dei Progetti di Ricerca d’Ateneo 2000,2001 e 2002 concernenti temi di epilessia, farmacoterapia dell’epilessia, displasie corticali ed epilessia.

   Dopo essere stato segretario regionale della Societa' Italiana di  Neuropsichiatria  Infantile per il biennio 1984/ 86,  il  prof. Tortorella  dal 1986 al 1990 ha fatto parte del Comitato di Reda­zione  della rivista uf­ficiale della Societa' "Giornale di Neuropsichiatria­ dell' eta' evolutiva",

   Il prof. Tortorella e' pure socio della Societa' Italiana  di Elettroen­cefalografia  e Neurofisiologia Clinica,  della Societa' Italiana di Neu­ropediatria e della Lega Italiana contro l'Epilessia.

          L’ attività assistenziale  del prof. Gaetano Tortorella si è svolta ininterrottamente dal 1973 a tutt’oggi presso la Clinica di Neuropsichiatria Infantile del policlinico universitario; il suo interesse è stato rivolto alla diagnosi ed al trattamento delle molteplici patologie neurologiche e psicopatologiche dell’infanzia con particolare approfondimento delle problematiche assistenziali relative ai disturbi percettivo-motori della prima infanzia e alle malattie convulsivanti del bambino. Il prof. Tortorella ha avuto modo di esprimere le sue capacità cliniche nell’ambito delle strutture ambulatoriali, nell’organizzazione del day hospital, nel reparto degenze, nelle attività di consulenza alle altre cliniche pediatriche. Particolare interesse il prof. Tortorella ha dedicato all’organizzazione ed al funzionamento del laboratorio di neurofisiologia clinica: oltre alla notevole mole di registrazioni elettroencefalografiche ed all’impegno nella loro analisi e refertazione in tale ambito il prof. Tortorella ha avuto modo di introdurre, tra i primi centri in Italia, tecniche innovative di registrazione come quelle “dinamiche” su cassette magnetiche e, assai recentemente, su “microchip”. Esperienze di applicazione di tali tecniche in età neonatale hanno costituito la base di originali apporti scientifici in sede internazionale.

 

Milano, 13 0ttobre 2005-13 giugno 2006 "PAROLE E MUSICA. L'ESPLICITO E L'IMPLICITO NELL'ESPERIENZA TERAPEUTICA"; Organizz.: ISTITUTO DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOLOGIA PSICOANALITICA DEL SÉ E PSICOANALISI RELAZIONALE; Info: pinatomaurizio@virgilio.it  SUSI@ISIPSE.IT ; Fees= euro 360.

ABSTRACT SEMINARI TEORICI

 

 

DALL’ IMPLICITO ALL’ESPLICITO ATTRAVERO IL MODELLO DEL TRAUMA: UN DIALOGO POSSIBILE TRA NEUROSCIENZE E PSICOANALISI

Nella presentazione verranno brevemente illustrati i principali studi effettuati sugli equivalenti biologici del processo di cambiamento indotto dalla psicoterapia ad orientamento analitico e sulle strette connessioni tra meccanismi biologici e psicologici. In particolare verranno illustrati i meccanismi biologici alla base della plasticità e della dinamicità delle strutture cerebrali e dell’interazione tra espressione genica ed influenze ambientali, comprese le esperienze precoci e quelle terapeutiche.

Verranno utilizzati le esperienze cliniche e gli studi neurobiologici sulle esperienze traumatiche e la loro elaborazione come modello di dialogo tra neuroscienze e psicoanalisi. 

 

 

LA CONSONANZA INTENZIONALE: MECCANISMI NEUROFISIOLOGICI DELL’ INTERSOGGETTIVITA’

L’intervento verterà sull’osservazione della ricerca sulla relazione tra sistema sensori-motorio e cognizione nei primati non-umani e nell’uomo. Verrà data particolare attenzione alla scoperta dei neuroni mirror ed alla elaborazione di un modello neuroscientifico di aspetti di base delle relazioni interpersonali.

 

 

ORDINE DAL CAOS: COME LA MENTE APPRENDE PAROLE E REGOLE DI UNA LINGUA A PARTIRE DAL FLUSSO CONTINUO DI PAROLA

Come fa un bambino a imparare da zero la sua lingua materna? Questo problema è molto piu' complesso di quanto si possa credere. Una lingua comprende un lessico (un "dizionario mentale") e un insieme di regole per generare frasi corrette. Come fa il cervello a crearsi un lessico e a scoprire le regole della lingua? Sono gli stessi meccanismi cerebrali che si attivano per sviluppare le stesse competenze? Studiamo questo problema "trasformando" gli adulti in neonati: usando delle microlingue inesistenti, con un proprio microvocabolario e una minuscola grammatica, cerchiamo di ricostruire come gli adulti identificano gli uni e l'altro sulla base di una esposizione a qualche minuto di parola continua. I nostri studi mostrano che gli adulti sono capaci di fare complessi calcoli statistici sulla frequenza delle sillabe, ma che, per trovarne le regole della lingua, questi calcoli non bastano. Una specie di intuizione

 

 

UN FATTORE ASPECIFICO IN PSICOANALISI: IL SELF-RIGHTING

Come in medicina diamo per scontata una vis medicatrix naturae,, così è ipotizzabile anche in psicoanalisi l’esistenza di una tendenza innata al ricupero, che, seguendo Lichtenberg, abbiamo chiamato self-righting.Riteniamo che lo scopo di tutti  i fattori specifici del trattamento sia quello di innescare questo potente fattore terapeutico aspecifico: Cercherò di mostrare come i nuovi modelli relazionali della Psicoanalisi offrano te teorie migliori per comprendere e per innescare il cambiamento, visto in questa ottica.

 

 

GLI STATI DEPRESSIVI NELLA RICERCA DI E. TRONICK

Ponendo come riferimento l’articolata ricerca svolta da E. Tronick, verrano esplorati il concetto di stato e le organizzazioni delle diverse forme depressive osservate nell’esperienza infantile.

 

 

L’INGAGGIO IN PSICOANALISI

A partire dall’osservazione della rilevanza della unitarietà della dimensione relazionale implicita ed esplicita promossa dall’esperienza esplorativa e curativa psicoanalitica, verrà osservato il valore che va ad assumere la percezione soggettiva e reciproca dell’ingaggio nella coppia analitica.

 

 

AGGRESSIVITA’ REATTIVA E AGGRESSIVITA’ VULCANICA: L’ESPERIENZA DEL MALE

A partire dalla definizione a dalla descrizione dell’aggressività reattiva e dell’aggressività vulcanica, saranno sviluppati temi      riguardanti l’esperienza del male nelle sue espressioni più radicali. Saranno prese in considerazione evidenze cliniche e riferimenti teorici derivati dalla psicologia del sé e dalla prospettiva relazionale in psicoanalisi.

 

 

IL TRANSFERT TRA REALTA’ ESTERNA E REALTA’ INTERNA

Sarà sviluppato il tema del passaggio dal transfert freudiano, inteso come trasferimento sull'analista di una realtà interna del paziente originata dalle fantasie inconscie e il transfert come originato dal passato relazionale (realtà esterna) del paziente e dal suo rapporto attuale con l'analista.

 

 

IL MOMENTO PRESENTE E LA SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA

Sulla scorta della riflessione del contributo riflessivo proposto da D. Stern in queste aree, verrano esplorate le implicazioni e le ricadute potenziali all’interno dell’esperienza clinica quotidiana.

 

 

 

 

ABSTRACT SEMINARI CLINICI

 

 

ANNA MARIA BARBERO

I due seminari clinici consentiranno di osservare l’evoluzione di un’esperienza clinica di un soggetto con un percorso terapeutico avviato da tempo.

 

MARINA AMORE

I due seminari clinici consentiranno di osservare l’esperienza di consultazione nel suo distendersi nei diversi momenti fino alla definizione degli accordi per procedere alla presa in carico.

 

GIACOMO SANTINI

Il seminario clinico sarà orientato all’esplorazione dell’esperienza della fase di accoglienza e di consultazione di un soggetto richiedente un aiuto terapeutico.

 

VOLTA MARIA TERESA

I tre seminari consentiranno l’esplorazione di un’esperienza terapeutica rivolta ad un bambino ed alla sua coppia genitoriali.

 

Roma, 7 ottobre 2005"IDENTITÀ ED IMMAGINE FEMMINILE"; Sede: POLO DIDATTICO-P.ZA ODERICO DA PORDENONE-ROMA; Info: ecm@asclepion.lazio.it ; Fees= euro 50.

PROGRAMMA CONVEGNO

 

 

                                                 “ IDENTITA’ E IMMAGINE FEMMINILE”

                                                                   

                                                                      7 OTTOBRE 2005

 

 

                                                                                               MATTINA

 

   

                                                                  APERTURA CONVEGNO             (R.ROCCHI)                                9,00                                    

 

 

                                                                  IDENTITA’ E IMMAGINE FEMMINILE

 

Psicodinamica dell’identita’ e dell’immagine femminile                    (A. HOMBERG)                         9,30

 

Donne nel tempo: :le figure di spicco nella storia europea del ‘900     (I.BARATTA)                           10,30

 

Immagine femminile come ispirazione  nell’arte del ‘900                 (T.CASCELLA)                        11,00 

 

 

                                                                     11,30-11,45 pausa caffè

Nomi di donna in una partitura di Mozart                                                  (E.PIERANUNZI)               11,45

                                                                                                                                                      

Uomo e immagine femminile: una ricerca                                        (A.MONTELLANICO)        12,00

                                          

 

                                                 IDENTITA’ SENZA IMMAGINE E IMMAGINE SENZA IDENTITA’

                                                                     la ricerca dell’immagine   

                            

Belli da morire                             (anoressia e bulimia )                                             ( P. MACHADO)         12,30

                                                                                                                                        ( L. COSTANTINO)    13,00   

 

13,30-15,30 Pausa pranzo

 

Faccia di  plastica                               (tra chirurgia ricostruttiva e chirurgia estetica)            ( P. CECCHI)               15,30  

 

Ricrearsi  l’identita’                       (progetto amazone)                                        ( A. BARBERA)           16 ,00                                                             

 

Se l’identità è immagine sociale       (un figlio a tutti i costi)                                 ( S.GROSSI)                 16,30

 

                                                                                                                                        ( M..TARANTO)          17,00

 

 

 Sanita’ mentale                    (Non tutte furono”libere donne di Magliano”)                          (M.R. BIANCHI )         17,30

                                           cenni storici sull’istituzione dei manicomi criminali per donne in Italia

                                                  e sommessi dubbi sul concetto che la follia conduca alla conquista della libertà

 

 

Ba ttaglia Terme (Padova), 14 e 15 ottobre 2005 "
I CONFINI NATURALI DELLA CREATIVITÀ
(Spettro Bipolare e Creatività)", Organizz.: AION; Sede: Villa Selvatico, Via Sant’Elena.

 

L'Associazione AION in collaborazione con la SIPSUM (Società Italiana di Psichiatria Scienze umane e creatività. Sezione speciale della Società Italiana di Psichiatria), organizza per i giorni 14 e 15 ottobre 2005
il Congresso Nazionale SIPSUM dal titolo "I confini naturali della creatività" cui sono stati attribuiti 6 crediti ECM per medici, psicologi, infermieri, educatori
 
I CONFINI NATURALI DELLA CREATIVITÀ
(Spettro Bipolare e Creatività)
 
Battaglia Terme (Padova)
14 e 15 ottobre 2005

 

Villa Selvatico, Via Sant’Elena
 
 
 
 
VENERDÌ 14 OTTOBRE
sessione plenaria

 

Ore 14 Apertura

Ore 14,30 Saluti autorità

Chairmen:

Maurizio De Vanna e Giuliano Turrini

Ore 15,00

Flaminio De Felice: Creatività e spinte inerziali

Ferdinando De Marco: Complessità e creatività della Riabilitazione Psicosociale

Luigi Baldari: Concezione psicoanalitica e micropsicoanalitica della creativita'

Sandro Rodighiero: Creatività, Arte, Emozioni

Sergio Moravia: I confini naturali della creatività

 

Ore 18 Discussione

Ore 19 Chiusura giornata

 

Ore 19,15 Assemblea dei Soci SIPSUM

SABATO 15 OTTOBRE MATTINA

sessione plenaria

Chairmen:

Luigi Pavan e Gianpaolo Pierri

Ore 9,30

Liliana Bal Filoramo: Creatività e procreazione assistita

Emmanuel Anati: I confini naturali della creatività: considerazioni di un archeologo

Piero De Giacomo: Frasi bussola: frasi a forte impatto psicologico nella psicoterapia e nel counseling

Giovanni Gozzetti: Arte, creatività nella schizofrenia nel pensiero di Ferdinando Barison

Adone Brandalise: I confini naturali della creatività

Ore 13,00 Discussione e chiusura della mattinata

 

COLAZIONE DI LAVORO

 SABATO 15 OTTOBRE POMERIGGIO

sezioni tematiche parallele e Lavoro in Gruppo

 

Sezione 1 Il Pensiero filosofico nei percorsi dell’essere

 

Ore 15,00 Conduttore:
Renzo Mulato:La divina follia e le sue inquietanti ombre

Ore 15,30

Gian Maria Raimondi: L'orizzonte sta altrove. Il viaggio di Robert Walzer

Bice Quattrone: Depressione creativa

Sonia Galantini: Percorsi terapeutici e percorsi di vita

Katia Coppoletta e Annamaria Borgato: L’intervento pedagogico-clinico in un percorso creativo di globalità di linguaggi

Ore 16,30 Lavoro in gruppo

 
 
Sezione 2 Letteratura, Poesia e Psicopatologia

 

Ore 15,00 Conduttore:
Remigio Raimondi: L'indicibile psicotico e le sue narrazioni

Ore 15,30

Gaetano Marchese: Parole nel tempo: la poesia orfica di Lorenzo Calogero

Fabrizia Brighenti Giuseppe Manuli: “Nella rete dei riflessi”. il cinema di Andreij Tarkovskij e il lavoro dello psichiatra

Maria Chieco: Linguaggio poetico e metafora in terapia

Luciano Liziero: La riabilitazione psicosociale attraverso l’intervento di nursing

 

Ore 16,30 Lavoro in gruppo

 

Sarà presentata la Mostra su:

Aspetti religiosi e antropologici del meridione d’Italia

 

 

Sezione 3 Iconologia e Percorsi Creativi della Mente

 

 

Ore 15,00 Conduttore:

Alberto Panza: L'iconicità nell'ermeneutica psicoanalitica

Ore 15,30

Antonio Scala: Percorso del simbolo e creatività

Mario Degli Stefani: La musicoterapia nella riabilitazione psicosociale e nella terapia

Patrizia Anderle: La “Magia” del colore nell’arte-terapia

Andrea Dallaporta: Immagini della letteratura e comprensione psicopatologica

Ore 16,30 Lavoro in gruppo

 

 

Sezione 4 Meccanismi Biologici e Funzione Creativa nella Terapia

 

Ore 15 Conduttori: Sonia Frediani e Gino Montagnani: Antipsicotici atipici come stabilizzatori

Ore 15,30

Pasquale Verrienti: Un approccio multidisciplinare nella gestione del coma nelle gravi cerebrolesioni acquisite

Andrea Danieli: Basi biologiche degli effetti della psicoterapia

Gioia Marzi: Parole e Molecole

Claudia Bergamo: La cefalea in psichiatria

 

Ore 16,30 Lavoro in gruppo

 

Ore 17,45 TAVOLA ROTONDA

 

Chairmen:

Massimo Di Giannantonio e Giuseppe Spinetti

 

(con Relatori delle Lezioni Magistrali e Conduttori delle Sezioni Parallele)

 

Ore 19,00 Compilazione questionari ECM
 

Ore 19,30 Chiusura lavori

 

Relatori e Chairmen

Anati Emmanuel Paleoantropologo, Direttore del Centro Camuno di Studi Preistorici, Capo di Ponte, Brescia

Anderle Patrizia Psichiatra DSM ULSS 17 Monselice

Bal Filoramo Liliana Micropsicoanalista, Docente di Psicologia Dinamica presso l’Università di Torino, socio AION

Baldari Luigi Psichiatra, Micropsicoanalista, direttore U.O. di Psicoterapia Messina, socio AION

Bergamo Lucia Claudia Neurologo Resp.U.O.S di Coordinamento di Neuropsichiatria D.I.S.M. Padova.

Borgato Annamaria Psicologa, Centro Terapeutico Az. ULSS 17 Monselice

Brandalise Adone Docente di Teoria e Metodologia Generale della Letteratura, Università di Padova

Brighenti Fabrizia Dir. U.O.C..di Psichiatria Monselice.-.Conselve

Coppoletta Katia filosofo, specialista in Pedagogia Clinica, docente l’Istituto d’Arte “Corradini” di Este

Chieco Maria Psichiatra, Dip. Salute Mentale Az. ULSS 17

Dallaporta Andrea Psichiatra Presidente ASVEGRA Padova

Danieli Andrea Psichiatra, Direttore DSM Thiene - Schio VI

De Felice Flaminio Psichiatra, Presidente Società Italiana di Psichiatria, Scienze Umane e Creatività, Direttore DSM Locri, R.C.

De Giacomo Piero Prof. Ordinario direttore dell’Istituto di Clinica psichiatrica all’Università di Bari

De Marco Ferdinando Direttore DSM Az. ULSS Fr/3, Frosinone, Presidente SECIP Società di Economia e Management in psichiatria

De Vanna Maurizio Professore Ass. di Psichiatria Università di Trieste

Degli Stefani Mario Psichiatra DISM ULSS 16 Padova

Di Giannantonio Massimo Professore di Psichiatria, Univ. Chieti

Frediani Sonia Psichiatra, Direzione medica Lilly

Galantini Sonia Psichiatra DSM ULSS 17 Monselice - Este

Gozzetti Giovanni Psichiatra, Libero Docente di Psichiatria, V. Presidente Società Italiana per la Psicopatologia, Padova

Liziero Luciano Coordinatore DSM Az. ULSS 17, Monselice - Este

Liguori Giorgio Psichiatra, DSM ASL 4 Pres. di AION, Cosenza

Manuli Giuseppe Psichiatra, Dip. Salute Mentale Az. ULSS 17

Marchese Gaetano Dirigente Psicologo ASL 4, Cosenza, socio AION

Marzi Gioia Psichiatra Micropsicoanalista, socio AION Frosinone

Montagnani Gino Psichiatra, Direzione medica AstraZeneca

Moravia Sergio Ordinario di Storia della Filosofia, Univ. Firenze

Mulato Renzo Filosofo, Preside Centro di studi Universitari “Erasmo da Rotterdam”, Pordenone

Panza Alberto Psicologo, Psicoterapeuta, docente di Psicoantropologia Università La Sapienza di Roma

Pavan Luigi Prof. Ordinario di Psichiatria Università di Padova, Direttore DISM Padova

Pierri Gianpaolo Prof. Ordinario di Psichiatria Università di Bari, Presidente SIPM Società Italiana di Psicoterapia Medica

Quattrone Beatrice Psichiatra, Direttore DSM Reggio Calabria

Raimondi Remigio Direttore DSM Massa Carrara, Romanziere

Raimondi Gian Maria Filosofo Massa Carrara

Rodighiero Sandro Psichiatra, Gruppoanalista, Direttore DSM Azienda ULSS 17 Este – Monselice, socio AION, Segr. COIRAG

Segreti Vera Attrice, Cosenza

Scala Antonio Psichiatra docente di riabilitazione psicosociale II Università Napoli, Primario em.e Dir. Comunità Aquilone di Solopaca

Spinetti Giuseppe Direttore DSM ASL 1 Imperia, Presidente Società Italiana di Ecologia, Psichiatria e Salute Mentale

Turrini Giuliano Psichiatra, psicoanalista, Direttore sanitario di Villa Maria Luigia, Parma

Verrienti Giuseppe Neurologo, Psichiatra, Psicoanalista Casa di cura Villa Verde Lecce

 

http://www.associazioneaion.it/link44.html

 

Formia, 12-13 novembre 2005 "LA BIOMUSICOLOGIA E LA CON-VIBRAZIONE SONORA. IL CONCETTO DI RISONANZA IN MUSICOTERAPIA E IN PSICOTERAPIA"; Sede: APPIA GRAND HOTEL - LATO NAPOLI - 04023 - FORMIA; Info: tiziana.martongelli@libero.it  ALESSANDRO.BERTIROTTI@UNIPR.IT ; Fees= euro 170.

La Biomusicologia

 

Sino agli inizi della seconda metà del XX secolo, la musicologia tendeva a trascurare le indagini rivolte allo studio degli aspetti creativi e biologici sottesi alla musica. In modo diverso si comportavano le nascenti neuroscienze. Discipline che iniziavano a studiare i fatti musicali per indagare l’eziologia di alcuni disturbi legati ad abilità linguistiche e musicali, causati da ictus o da altre cerebrolesioni.

La biomusicologia nasce con le opere di Nils L. Wallin, il quale conia il termine e per primo tenta di riallacciare i rapporti fra musicologia e biologia. Questo accade nel 1982, un momento storico assai propizio: esplode un forte interesse per il “fenomeno musica” tra i neuroscienziati, gli psicologi cognitivisti, i ricercatori sull’intelligenza artificiale e gli esperti in etologia umana ed animale. Questo rinnovato interesse scientifico pone le basi per una nuova ri-definizione di musica: in chiave anche biologica piuttosto che solo culturale.

Nel 1997 Fiesole ospita un convegno dal titolo emblematico: Uomo, mente e musica, al quale partecipano studiosi provenienti da tutto il mondo. I risultati di questo incontro sono raccolti in un testo intitolato The Origins of Music (Wallin N.L., 2000). Nel testo appaiono le discipline che concorrono alla definizione teorica ed applicativa della biomusicologia, ossia la musicologia evoluzionistica, la neuromusicologia e la musicologia comparata. La musicologia evoluzionistica si occupa delle origini della musica, della questione dei canti animali e dell’evoluzione della musica in rapporto a quella dell’uomo; la neuromusicologia si occupa di individuare le aree del cervello che sono coinvolte nel processo musicale, i meccanismi neurocognitivi che si attivano durante l’ascolto ed esecuzione della musica, e dell’ontogenesi delle capacità musicali ed abilità musicali (Bertirotti A., 2003); la musicologia comparata si occupa delle “funzioni culturali” ed utilizzazione della musica, dei vantaggi-costi legati alla musica, delle pressioni selettive che veicolano l’evoluzione musicale e delle caratteristiche universali dei sistemi e comportamenti musicali.

Per fare un esempio, la domanda cruciale che si pone il ricercatore di biomusicologia è, in chiave prettamente evolutiva: in che modo una facoltà come la musica, che manca di “uso diretto”, è sfuggita all’implacabile e forte azione selettiva della Natura (Wallin N.L., 2003, pag. 23)? Forse la musica esiste ancora perché “innocua e senza significato teleologico”, oppure perché poligeneticamente strutturata in cooperazione e dotata di pregnanza esistenziale?

In sostanza, la domanda madre di tutti gli altri quesiti e tipici delle diverse discipline che studiano la musica, è: la musica, apparentemente senza scopo, a che cosa è utile? Maggiori informazioni su www.bertirotti.com

 

 

 

Bibliografia

 

Bertirotti A., 2003, L’uomo, il suono e la musica, Firenze University Press, Firenze.

Wallin N.L. - Merker B. - Brown S., 2000, (eds.), The Origins of Music, MIT Press, Cambridge, Mass.

Wallin N.L., 2003, Pensare in termini evolutivi alla musica: una analisi, in Systema Naturae, (in corso di stampa), Asti.


La Convibrazione sonora è un concetto direttamente collegato alla Biomusicologia. Gli autori ne hanno sviluppato una visione che si coniuga sia con la Musicoterapia (attiva e recettiva) che con la Psicoterapia. Walter Binello ha indagato sull’aspetto relazionale del fenomeno sonoro, a partire dal metodo del Dialogo Sonoro (Programmazione Neuro Linguistica e musica, secondo le teorie di Mauro Scardovelli) arricchendolo con recenti studi sulla fisica degli esseri viventi che spiegano il rapporto esistente fra la risonanza corporea e la risonanza emotiva. Giorgia Coizza ha applicato i principi della risonanza alla Psicoterapia, ricercando sulla relazione fra la risonanza emotiva e quella mentale, muovendosi nell’ambito della Psicoterapia relazionale sistemica e dell’Ipnosi ericksoniana.

Il paradigma nel quale si muovono gli autori si può sintetizzare nell’assioma Risonanza corporea – risonanza emotiva – risonanza mentale. Il metodo del dialogo sonoro (musicale o verbale) si muove lungo il cammino Rispecchiamento – calibrazione – risonanza.

 

Schema teorico

 

Risonanza corporea                     Risonanza emotiva                  Risonanza mentale

 

 

 

 


Acqua biologica

 

 

senza parola

   PIANOFORTE                          utilizzo massiccio della risonanza corporea

 

                                                                                                                          con la

                                                                                                                         parola

                                                                                                                  

senza parola

   DISCHI                                     utilizzo sottile della risonanza corporea

 

                                                                                                                        con la

                                                                                                                        parola

 

 

 

DIALOGO SONORO = METODO                   presuppone   Rispecchiamento

                                                                                          Calibrazione

                                                                                         Risonanza

 


Programmazione teorica e pratica

GIORNATA 1

 

 

 

 

 

 

 

Registrazione dei partecipanti e presentazione del corso

 

 

08.30-09.00

 

Teoria 1

 

 

 

 

 

Dalle ore 09.00 alle ore 11 e dalle ore 11.15 alle ore 13.15 del 10 settembre 2005

 

 

 

 

Sessione 1

La biomusicologia:

Principi teorici:

Aspetti biologici della musica

Prof. A. Bertirotti

09.00-09.15

 

 

 

Aspetti neurocognitivi della musica

Prof. A. Bertirotti

09.15-09.45

 

 

 

Aspetti comportamentali della musica

Prof. A. Bertirotti

09.45-10.15

 

 

 

La segmentazione

Prof. A. Bertirotti

10.15-10.30

 

 

 

Il raggruppamento

Prof. A. Bertirotti

10.30-10-45

 

 

 

La relazione musica-linguaggio

Prof. A. Bertirotti

10.45-11.00

 

Pausa

 

 

 

11.00-11.15

Sessione 2

 

 

Il suono della parola e della musica

Prof. A. Bertirotti

11.15-11.30

 

 

 

La relazione circolare suono-uomo-suono

Prof. A. Bertirotti

11.30-12.00

 

 

 

Esiste una vera e propria specificità del linguaggio?

Prof. A. Bertirotti

12.00-12.15

 

 

 

Le relazioni fra Armonia, Melodia e Semantica

Prof. A. Bertirotti

12.15-12.30

 

 

 

La ricerca attiva delle regolarità

Prof. A. Bertirotti

12.30-12.45

 

 

 

Il livello temporale ottimale di catalogazione degli eventi sonori

Prof. A. Bertirotti

12.45-13.15

 

Teoria 2

 

 

 

 

 

Dalle ore 15.00 alle ore 17.00 e dalle ore 17.15 alle ore 19.15 del 10 settembre 2005

 

 

 

 

Sessione 3

La fisica acustica: il suono come relazione.

 

 

dott. W. Binello

15.00-15.30

 

I parametri del suono.

 

 

dott. W. Binello

15.30-15.45

 

La teoria dei suoni armonici.

 

 

dott. W. Binello

15.45-16.15

 

La risonanza corporea.

 

 

dott. W. Binello

16.15-16.30

 

Dialogo sonoro e la Programmazione Neuro Linguistica

 

 

dott. W. Binello

16.30-17.00

 

Pausa

 

 

 

17.00-17.15

Sessione 4

Matching, pacing, leading.

 

 

dott. W. Binello

17.15-17.45

 

La risonanza emotiva.

 

 

dott.ssa G. Coizza

17.45-18.15

 

La fisica degli organismi viventi.

 

 

dott. W. Binello

18.15-18.30

 

L’uomo elettromagnetico.

 

 

dott. W. Binello

18.30-18.45

 

La risonanza mentale.

 

 

dott.ssa G. Coizza

18.45-19.15

 

 

 

GIORNATA 2

 

 

 

Pratica

 

 

 

Dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.15dell’11 settembre 2005

 

 

 

Sessione 1

Prima esperienza diretta di musicoterapia ricettiva

dott.ssa G. Coizza

09.00-11.00

Pausa

 

 

11.00-11.15

Sessione 2

Prima esperienza diretta di musicoterapia attiva

dott. W. Binello

11.15-13.15

Sessione 3

Seconda esperienza diretta di musicoterapia attiva

dott. W. Binello

15.00-17.00

Pausa

 

 

17.00-17.15

Sessione 4

Seconda esperienza diretta di musicoterapia ricettiva

dott.ssa G. Coizza

17.15-19.15

Verifica dell’apprendimento

 

dott. W. Binello e dott.ssa G. Coizza

19.15-19.45

 


 

Roma, 5.11-10.12.2005 "MODELLI PSICODINAMICI: FUNZIONALITA’ E LIMITI"; Sede: CENTRO STUDI E RICERCHE - OSP. S. MARIA DELLA PIETA' - SALA MACCACARO - P.LE S. MARIA DELLA PIETA' 5; Info: SEGRETERIA@SMORRL.IT ; Fees= euro 160.

 

MODELLI PSICODINAMICI: FUNZIONALITA’ E LIMITI

 

Il corso prevede sei moduli formativi, di cui: cinque dedicati ciascuno ad uno specifico orientamento psicodinamico ed uno, conclusivo, consistente in una giornata di elaborazione di esperienze cliniche, secondo l’ottica dei cinque orientamenti.

L’articolazione interna dei moduli specifici di ciascun orientamento, sarà curata dal referente del modulo stesso.

Il corso è rivolto a 10 Medici, 20 Psicologi e 10 Infermieri e si svolgerà presso la Sala Maccacaro – Centro Studi e Ricerche – Ospedale S. Maria della Pietà – P.le S. Maria della Pietà 5, Roma.

 

 

05/11/2005                  Modello Psicoanalitico (coordinatore Dott. A. Balbi)

09.30 – 10.30              La psicodinamica delle psicosi  Dott. A. Balbi

10.30 – 11.30              La psicodinamica nei disturbi di personalità   Dott. P. Petrini

11.30 – 12.00              Break

12.00 – 13.00              Psicodinamica, mente e cervello   Dott. G. Lago

13.00 – 14.00              Intervallo pranzo

14.00 – 15.30             Discussione sui modelli psicoanalitici     Dott. A. Balbi eventuali sostituti Dott. P. Petrini – Dott. G. Lago

15.30 – 15.45              Break

15.45 – 17.30             Casi clinici  Dott. A. Balbi eventuali sostituti Dott. P. Petrini – Dott. G. Lago

12/11/2005                        Modello cognitivo (coordinatore Dott.ssa G. Gardner)       

09.00 – 09.30                            Lavoro in piccoli gruppi: come si sviluppa la conoscenza

                        Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

09.30 – 10.00                           Come si sviluppa la conoscenza – Lezione magistrale

                        Dott.ssa G. Gardner

10.00 – 11.00                          Esercitazione in piccoli gruppi: gli schemi

                        Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

11.00 – 11.30                         Gli schemi disfunzionali – Simulata di problemi clinici in sessione plenaria

                        Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

11.30 – 11.45                         Break

11.45 – 12.30                         Esercitazione in piccoli gruppi: i costrutti personali

                        Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

12.30 – 13.00                          Lezione magistrale su:  I costrutti personali

                        Dott.ssa G. Gardner

13.00 – 14.00                          Intervallo pranzo

14.00 – 14.30                         Confronto e dibattito su:  Emozioni e processi cognitivi

                        Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

14.30 – 14.45                         La tecnica A, B, C Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

14.45 – 15.30                         Esercitazione in piccoli gruppi:  la tecnica A, B, C

            Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

15.30 – 15.45                         Break

15.45 – 16.00                         Il laddering  Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

16.00 – 17.00 Esercitazione in piccoli gruppi: Applicazioni della tecnica del laddering - Conclusioni e verifica lavoro svolto – Presentazione in plenaria

                        Dott.ssa G. Gardner eventuale sostituto Dott. R. Capo

 

 

19/11/2005                         Modello relazionale (coordinatore Dott. C. Bernardi)

09.00 – 09.30                                    Presentazione del modello                         Dott. C. Bernardi        

09.30 – 10.00                        Analisi del contesto                        Dott. C. Bernardi        

10.00 – 11.30                        Lavoro in piccoli gruppi sui modelli relazionali       

                        Dott. C. Bernardi eventuale sostituto Dott.ssa G. Spina

11.30 – 11.45                        Break

11.45 – 13.00                        Role Playing sui modelli relazionali

Dott. C. Bernardi eventuale sostituto Dott.ssa G. Spina

13.00 – 14.00                        Intervallo pranzo

14.00 – 14.30                        Sistema osservato e Sistema osservante  Dott. C. Bernardi        

14.30 – 17.00                        Lavoro in piccoli gruppi sui modelli relazionali

                        Dott. C. Bernardi eventuale sostituto Dott.ssa G. Spina

17.00 – 17.30                        Sintesi conclusiva e chiusura dei lavori Dott. C. Bernardi        

 

 

26/11/2005                        Modello gestaltico (coordinatore Dott.ssa A. Ravenna)

09.00 – 09.30                        Il modello gestaltico. L’incontro (esercitazione) Dott.ssa A. Ravenna

09.30 – 10.45                        Il comportamento e l’etica. Teorie e filososofie nella psicoterapia

della Gestalt (lezioni frontali)  Dott.ssa A. Ravenna

10.45 – 11.15                        Discussione sul modello gestaltico

                        Dott.ssa A. Ravenna eventuale sostituto Dott. O. Rossi

11.15 – 11.30                        Break

11.30 – 12.45                        Esperienze di contatto (lavoro in piccoli gruppi)

                        Dott.ssa A. Ravenna eventuale sostituto Dott. O. Rossi

12.45 – 13.15                        Role Playing sulle esperienze di contatto

                        Dott.ssa A. Ravenna eventuale sostituto Dott. O. Rossi

13.15 – 14.15                        Intervallo pranzo

14.15 – 15.30 Sensazioni ed emozioni, fondamento e limiti del lavoro gestaltico (esercitazioni) Dott.ssa A. Ravenna eventuale sostituto Dott. O. Rossi

15.30 – 15.45 Break

15.45 – 17.00 Presenza, incontro (esercitazioni)

                        Dott.ssa A. Ravenna eventuale sostituto Dott. O. Rossi

17.00 – 17.30 Sintesi conclusiva e chiusura dei lavori Dott.ssa A. Ravenna

 

 

03/12/2005 Modello gruppoanalitico (coordinatore Dott. F. Pieroni)

09.00 – 10.00 La “presenza”: riflessione  - Mente e relazione – cenni storici

                        Dott.ssa I. Sampalmieri eventuale sostituto Dott. F. Pieroni 

10.00 – 11.30 Lavoro in piccoli gruppi: Modello gruppoanalitico  Dott.ssa L. Ticca

11.30 – 11.45 Break

11.45 – 13.00 Role Playing sul modello gruppoanalitico  Dott.ssa R. Ristagno

13.00 – 14.00 Intervallo pranzo

14.00 – 14.30 “Integrità ed integrazione” – rapporto individuo-istituzione Dott. F. Pieroni

14.30 – 16.00            Lavoro in piccoli gruppi: linee applicative in ambito terapeutico ed in ambito organizzativo    Dott.ssa L. Ticca

16.00 – 17.00 Role Playing sulle linee applicative in ambito terapeutico ed in ambito organizzativo    Dott.ssa R. Ristagno

17.00 – 17.30 Sintesi conclusiva e chiusura lavori    Dott. I. Sampalmieri

 

 

10/12/2005      Sessione Clinica (coordinatori: Dott. F. Pieroni – Dott. S. Longo)

09.00 – 09.30  Integrazione dei Modelli  Dott. S. Longo

09.30 – 10.30  Lavoro in piccoli gruppi: Modelli psicodinamici Dott. C. Bernardi

10.30 – 11.30  Role Playing sui modelli psicodinamici    Dott. A. Balbi

11.30 – 11.45  Break

11.45 – 13.00  Role Playing sui modelli psicodinamici   Dott.ssa A. Ravenna

13.00 – 14.00  Intervallo pranzo

14.00 – 17.00         Aula interattiva – I docenti, i discenti (confronto e dibattito)

                               Dott.ssa G. Gardner – Dott. F. Pieroni – Dott. S. Longo

17.00 – 17.30  Sintesi conclusiva e chiusura lavori   Dott. S. Longo

 

18.00 – 19.00                        Esame finale

ABSTRACT

 

La psicoterapia della Gestalt (Dott.ssa A. Ravenna)

Per i professionisti che lavorano nell’ambito socio-sanitario oggi, è chiara la necessità di un’evoluzione e di un ampliamento delle modalità di applicazione della psicoterapia. Sempre più, si sottolinea, infatti l’importanza dello sviluppo di una cultura del benessere della comunità come benessere psicofisico promosso dall’eduzione emozionale degli individui nei relativi contesti di vita (scuole, aziende, ospedali, etc).

Nelle strutture ospedaliere tale cultura del benessere agevola l’emergere del bisogno di interventi complementari alle cure mediche quali possono essere per gli utenti gli incontri di counselling ed il percorso psicoterapeutico. In una struttura pubblica occorre tener conto dell’equilibrio funzionale tra efficacia ed efficienza di ciascun intervento prendendo in considerazione gli aspetti e le problematiche che interagiscono in ambito istituzionale: la relazione tra le diverse professionalità, l’esigenza di una ridistribuzione delle esperienze, la presenza di codici ed interessi diversi non facilmente conciliabili.

In quest’ambito un sempre più diffuso approccio efficientista sostenuto prevalentemente da questioni economiche può comportare gravi rischi.

In particolare in relazione alla psicoterapia praticata nell’ambito delle strutture pubbliche, si sottolineano da più parti le forti implicazioni conseguenti ad una sorta di “industrializzazione” della salute psichica tale da snaturare il senso e lo scopo essenziale di un processo terapeutico di qualsiasi tipo. L’apertura del lavoro psicoterapeutico all’uso di modelli psicodinamici permette di individuare interventi elettivi per le diverse aree di applicazione evitando offerte standard ed, anche, di mettere a disposizione relazioni d’aiuto di tipo umanistico più adeguate al continuo divenire dell’esperienza ed al contesto relazionale in cui ogni individuo è costantemente immerso. Il rapporto psicoterapeutico diventa così il paradigma relazionale che permette di restaurare una comunicazione intra e interpersonale efficace e in sintonia con il contesto.

La Gestalt fonda il suo modello di intervento sull’ampliamento delle aree di consapevolezza e sulla intenzionale assunzione di responsabilità del cliente. Consapevolezza e conoscenza, in senso gestaltico, implicano l’integrazione tra sapere empirico, personale, soggettivo fondato sul sentire, sensoriale ed emozionale e sul pensiero analogico.

La GTP ha il suo specifico nell’apertura ad esperienze di contatto emozionale nel qui ed ora che permettono alla persona di sperimentare se stessa e il vissuto degli altri, di riconoscere le proprie abilità, di prendere decisioni e tramutarle in azioni efficaci aprendo il cammino alla creatività e alla possibilità di fare della propria vita un’esistenza “unica”.

 

Bibiografia

Costantini A., Psicoterapia di gruppo a tempo limitato. Basi teoriche ed efficacia clinica, ed. Mc Graw Hill, Milano, 2000.

Ginger S., A., La gestalt del con-tatto emotivo, ed. Mediterranee, Roma, 1990.

Naranjo C., Teoria della tecnica Gestalt, ed. Melusina, Roma, 1989.

Naranjo C., Atteggiamento e prassi della terapia gestaltica, ed. Melusina, Roma, 1991

Perls F., Hefferline R., Goodman P., La terapia della Gestalt.

Eccitamento e accresimento nella personalità umana, ed. Astrolabio, Roma, 1971

Poster E., M. Terapia della Gestalt integrata, ed. Giuffré, Milano, 1986

 

Il Modello Relazionale (Dott. C. Bernardi)

Il Modello Sistemico: definizione.

Analisi del contesto.

Sistema osservato e sistema osservante.

Applicazioni del modello sistemico: la terapia familiare strategica, strutturale, esperienziale, trigenerazionale e la Scuola di Milano.

Ipotizzazione e processo terapeutico.

Diagnosi psichiatrica e diagnosi sistemica

 

 

La gruppoanalisi (Dott. F. Pieroni)

La presentazione

Comunicazione della propria presenza in un determinato contesto. Rende esplicito e condivisa la presenza individuale come reciproco “essere con” per il progetto. Questo concetto attualizzato all’obiettivo della giornata formativa.

 

La struttura relazionale della mente

Il pensiero come rapporto del soggetto col suo ambiente che influenza e da cui viene influenzato. I fondamenti psicoanalitici della struttura relazionale della mente (Freud, Ferecsi, et al.).

Evidenza della relazionalità del pensiero nella situazione del “qui ed ora” formativo. L’altro rivela ed alimenta il tuo pensiero.

 

L’utilizzo gruppoanalitico del gruppo nelle istituzioni

La gruppoanalisi per le situazioni di vita/apprendimento istituzionale. La rilevanza del “contesto” nella pratica grupoanalitica.

Alcuni strumenti per l’uso del gruppo come strumento per la progettazione e per la decisione partecipata  (II GPA)


Modelli Psicodinamici

(Dott. A. Balbi) Le nuove ricerche sul neurosviluppo e nel campo delle relazioni precoci fra bambino ed adulto di accadimento hanno gettato nuova luce sullo sviluppo delle componenti simboliche e non-simboliche della mente. La componente non simbolica, facente capo quindi a funzioni svolte dal sistema libico diventa un punto di contatto privilegiato nella relazione terapeutica on i pazienti psicotici, con i quali bisogna intervenire oltre che con le “parole terapeutiche” anche con le “azioni terapeutiche”

 

(Dott. P. Petrini)  I disturbi di personalità costituiscono un’area sempre più rappresentata degli interventi nell’ambito della salute mentale. Il loro trattamento comporta difficoltà specifiche connesse alla variabilità del quadro clinico, ai meccanismi di difesa specifici ed in particolare la proiezione, e l’impulsività. Queste aree sono approfondite nella relazione.

 

(Dott. G. Lago)  Nella relazione viene sviluppato il confronto fra la classica teoria freudiana, della Klein e di Bion, e i dati delle ricerche sul neurosviluppo. La connessione fra aree del cervello e mente, la teoria dell’attaccamento e le sue conseguenze sulla relazione terapeutica

 

Alessandria, 7.11.2005 "PSICOPATOLOGIA DELL'ADOLESCENZA: CLINICA E INTEGRAZIONE DEGLI INTERVENTI"; Sede: AZ. OSPEDALIERA, VIA VENEZIA 16, ALESSANDRIA; Info: FRIVA@OSPEDALE.AL.IT  ppodesta@ospedale.al.it  ; Fees= euro n.d.

Abstract delle relazioni Convegno “Psicopatologia dell’Adolescente: clinica e integrazione degli interventi”, Alessandria 7-11-2005.

 

Continuum psicopatologico dei disturbi psichiatrici dall’infanzia all’adolescenza.

Dante Besana: Direttore SOC di Neuropsichiatria Infantile- ASO “Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo”, Alessandria.

 

I disturbi psicopatologici dell’adolescenza, dal punto di vista nosologico, comprendono da un lato entità cliniche il cui esordio si situa tipicamente alla pubertà in soggetti che fino a quel momento avevano presentato uno sviluppo emotivo e relazionale adeguato, dall’altro quadri psichiatrici che, già presenti in età infantile, alla pubertà si connotano di nuovi aspetti sintomatologici e/o assumono manifestazioni cliniche peculiari e diverse dalle precedenti.

Per questi ultimi, nella pratica clinica, il continuum psicopatologico e sintomatologico dall’infanzia all’adolescenza rappresenta spesso un problema diagnostico rilevante : alcuni quadri che all’esordio, in età infantile, sembrano connotarsi di un corredo sindromico inquadrabile in una certa diagnosi, con l’evolversi del disturbo (o con l’aggravarsi dello stesso per nuovi eventi stressanti) assumono caratteristiche cliniche e nosologiche diverse.

La conoscenza di questo aspetto rappresenta pertanto in Neuropsichiatria Infantile un elemento di enorme importanza non solo al fine di una corretta diagnosi, ma soprattutto per una più consapevole prognosi e, di conseguenza, per una più adeguata presa in carico terapeutica.

La relazione prenderà in considerazione in quest’ottica le patologie più specificamente connotate da tale evoluzione psicopatologica: i disturbi relazionali, la schizofrenia, il disturbo bipolare, la depressione.

 

 

Emergenze psichiatriche nei bambini e negli adolescenti.

Vincenzo Villari: Direttore SC Psichiatria 2 ASO S. Giovanni Battista di Torino, DSM TO I sud.

 

Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento di interesse del mondo scientifico e dell’opinione pubblica per i disturbi mentali degli adolescenti e dei bambini. Il problema delle emergenze cliniche e delle richieste inderogabili di interventi specialistici è sicuramente di grande interesse e, verosimilmente tenderà ad ampliarsi in futuro con tutte le possibili difficoltà connesse. Queste sono sia di natura clinica, sia sociale che culturale. Le prime sono determinate dall’estremo polimorfismo con cui il disagio psichico si manifesta nei bambini e negli adolescenti, cosa che richiede clinici attenti e preparati per cogliere gli aspetti specifici del problema ed evitare di trattare i bambini come se fossero dei piccoli adulti. In particolare è frequente che nelle emergenze i contenuti psichici e la componente soggettiva del malessere non sempre siano evidenti, con larga prevalenza dei disturbi del comportamento (aggressività, condotte suicidarie, abuso di sostanze). Gli aspetti sociali assumono la massima importanza per l’inevitabile profondo coinvolgimento della famiglia o di chi si occupa direttamente dei piccoli. Per quanto questo problema sia cruciale per tutta la psichiatria, in questo ambito si può raggiungere un tale livello di allarme e di intensità emotiva da porre anche il clinico più esperto in condizioni di difficoltà.

Ultimo aspetto è quello culturale, legato alla grande partecipazione che questi temi generano nella società suscitando un dibattito che coinvolge molti soggetti ed in cui appare meno chiara e definita la delega agli specialisti del campo di occuparsi della terapia e degli interventi globali.

Questa molteplicità di vedute può essere al tempo stesso una possibile risorsa, ma anche una fonte di complessità e, talvolta, di conflitto.

 

Psicopatologia e abuso di sostanze in adolescenza.

Costantino Girardengo: Direttore SERT ASL 20.

 

Nell’intervento si propone l’ipotesi genetica bio-psico-sociale dell’abuso e della dipendenza da sostanze, il cui inizio è collocabile in età adolescenziale.

Vengono illustrate poi le diverse modalità di utilizzo delle sostanze d’abuso in adolescenza, sia legali che illegali, cercando di collegarle alle trasformazioni sociali in atto.

Infine si propongono alcune riflessioni relativamente alla coesistenza di quadri psicopatologici e dipendenza da sostanze, con alcuni accenni ai possibili modelli di collaborazione tra SERT e CSM.

 

 

Continuità e cronicità dei disturbi dell’umore dall’adolescenza all’età adulta.

Daniele Gennaro: Responsabile SPDC Azienda Ospedaliera S.S. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, DSM ASL 20-ASO Alessandria.

 

La relazione fra i disturbi dell’umore in età evolutiva e in età adulta rappresentano una delle questioni fondamentali della psichiatria. Negli ultimi anni il dibattito si è focalizzato sul valore predittivo dei disturbi dell’umore in età evolutiva nei confronti dei disturbi dell’umore in età adulta e sul percorso che i disturbi dell’umore seguono nella loro evoluzione sino all’età adulta.

I disturbi depressivi incidono sulle tappe dello sviluppo deformandole e limitandole, per cui, data la severità della prognosi, è di primaria importanza instaurare un trattamento terapeutico precoce ed efficace.

E’ oggi ben documentato che il disturbo bipolare dell’umore spesso insorge nell’adolescenza e non è raro nell’età prepubere. Il disturbo bipolare nell’età evolutiva spesso non viene riconosciuto e pone serie difficoltà diagnostiche sia per la frequente comorbidità con altri disturbi psichiatrici che per gli aspetti meno tipici delle manifestazioni sintomatologiche. Vengono discussi inoltre i problemi di diagnosi differenziali nei confronti delle schizofrenie ad esordio precoce.

La precoce identificazione dei bambini a rischio, lo sviluppo di strategie di prevenzione per l’età evolutiva e il miglioramento dei trattamenti sono tra gli obiettivi più importanti da raggiungere ai fini di una adeguata prevenzione, ove possibile, e di un più adeguato trattamento per ridurre l’impatto della cronicità.

 

Tra prodromi ed esordio, nell’adolescenza la diagnosi precoce di schizofrenia.

Massimo Prelati: Dirigente Medico I Livello, CSM Tortona, DSM ASL 20- ASO.

 

La diagnosi di schizofrenia si accompagna da sempre ad importanti implicazioni ad ogni livello: emotivo, sociale, diagnostico differenziale e terapeutico.

Molti disturbi dell’età evolutiva possono presentare elementi propri dei prodromi della schizofrenia, altri presentano dei punti di contatto pur distinguendosene chiaramente su un piano nosografico. Le caratteristiche di personalità in evoluzione, proprie della fase adolescenziale, contribuiscono ad aggiungere nuovi elementi di disturbo alla già difficile identificazione di un esordio schizofrenico.

Le teorie sulla neuroplasticità e la progressione dell’organizzazione e maturazione cerebrale anche nella vita extrauterina, fino al termine dell’età evolutiva, sembrano concretizzare, su un piano biologico, l’incontro tra il “genetically preprogrammed child” e l’”emotional developing care” da cui possono risultare molteplici diagnosi.La necessità di una sistematizzazione diagnostica porta a porre precisi criteri per ogni disturbo come per la schizofrenia, ma questa non comincia quando osserviamo i sintomi che permettono di soddisfare tali criteri. I sintomi prodromici, insidiosi e spesso sottovalutati, diventano oggetto di una diagnosi differenziale con i disturbi dell’età evolutiva: rappresentano la manifestazione iniziale di quelle alterazioni  funzionali che sottendono alla schizofrenia e che forse danno già precocissimo segno di sé fin dalle prime fasi della vita.

La schizofrenia potrebbe quindi essere, per molti versi, sempre ad esordio precoce e le forme “early onset” rappresenterebbero, non più la precocità dell’esordio in sé, ma la rapidità con cui evolve una maturazione neurobiologica disfunzionale.

 

La scuola come cassa di risonanza del malessere giovanile.

Prof. Alessandro Lanza, insegnante Istituto Comprensivo di Sandigliano (BI).

 

Nell’intervento si propongono riflessioni riguardanti la scuola come istituzione e le sue funzioni di socializzazione e selezione, nonché le difficoltà manifestate dai discenti rispetto a tali funzioni.

Vengono inoltre prese in esame le problematiche connesse al ruolo della famiglia nei suoi rapporti con la realtà scolastica.

Da ultimo si tratta della  “socializzazione orizzontale” e del ruolo del gruppo dei pari e dei mass media nello stabilirsi di tale funzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Situazione attuale e prospettive di evoluzione della pedo-psichiatria in Francia.

Dott. Yvan Halimi, Presidente della Conferenza Nazionale delle Commissioni Mediche degli Istituti di Salute Mentale in Francia.

 

Sollecitati dal Ministero della Sanità per stabilire l’orientamento della politica sanitaria per i prossimi cinque anni nell’ambito della psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, i Dottori Yvonne Coincon, Alain Plantare e Yvan Halimi hanno redatto un rapporto sull’attuale situazione e formulato un certo numero di proposte operazionali da mettere in opera nelle regioni.

Nella relazione verranno esposti i principali elementi di questo rapporto.

 

Intervento residenziale di comunità con adolescenti con disturbo di personalità, esito dei trattamenti.

Dott. Giovanni Brisone, Responsabile Unità Terapeutica Disturbi Neuropsichici “Centro Paolo IV”, Casalnoceto.

 

Le patologie gravi in Adolescenza, ed in primis i disturbi di personalità, sempre più frequentemente, richiedono l’attivazione di interventi multidimensionali, che necessitano di ambienti specializzati ad alta intensità di intervento e a forte valenza contenitiva. L’adolescente borderline, per la sua carica di aggressività ed esplosività, da una parte, e la sua incapacità ad accedere a relazioni intimamente significative, dall’altra, rappresentano una sfida ad una efficace presa in carico terapeutica. Il ricovero in una struttura specialistica, adatta a sintonizzarsi con la mente ed i bisogni dell’adolescente fornisce una nuova realtà relazionale che permette di recuperare uno spazio mentale che risulta deteriorato e deficitario. La comunità terapeutica, permette una presa in carico globale, non solo da parte del singolo terapeuta ma da parte di tutta la struttura, rappresentabile come un unico settino. La comunità fornisce in questo modo all’adolescente una cornice operativa e contenitiva in cui la concretezza dell’agito viene costantemente tradotta in rappresentazioni dotate di senso che permettono di creare quello spazio mentale adatto ad un percorso psicoterapeutico individuale.

L’unità terapeutica disagi neuropsichici del Centro Paolo Iv, si compone di due comunità, una maschile ed una femminile, di 10 posti ciascuna ed accoglie adolescenti con diversi tipi di patologie psichiatriche. Il disturbo borderline rappresenta una delle cause di ricovero più frequenti. Da circa due anni abbiamo iniziato una ricerca finalizzata ad una valutazione di efficacia del trattamento residenziale di questi pazienti. Nel corso del nostro intervento verranno descritti i nostri primi risultati.

 

 

Savona, 22.10-23.10.2005 "CONVEGNO INTERNAZIONALE SENSIBILITÁ ESTETICA E STATO ADULTO DELLA MENTE DEDICATO A DONALD MELTZER"; Sede: SAVONA SALA DELLA SIBILLA COMPLESSO MONUMENTALE DEL PRIAMAR; Info: E.VARALDO@MAIL.PROSITDAT.IT segreteria@bccongressi.it ; Fees= euro 180.

Segreteria Scientifica:

Choròs Centro di Psicoanalisi

Via Pia 30 /3  17100 Savona ' 019 821695

 

Segreteria Organizzativa:

BC Congressi S.r.l.

v. XX Settembre 14

16121 Genova

' 010/5957060 fax 010/5958548    

e.mail: segreteria@bccongressi.it

LINGUA UFFICIALE: ITALIANO ED INGLESE

È prevista traduzione simultanea in inglese ed in italiano

 

 

Quota di iscrizione: € 150,00 iva inclusa  studenti € 100,00 iva inclusa  entro il 15/9/2005

  € 180,00 iva inclusa  studenti € 125,00 iva inclusa  dopo tale data

 

Numero partecipanti: 200
Obiettivi generali del seminario:

 

¨    Fare acquisire conoscenze teoriche ed aggiornamenti in tema di:

Sviluppi del pensiero psicoanalitico post-kleiniano .

Relazioni fra la sensibilità estetica e lo stato adulto della mente

 

 

 

¨    Fare acquisire abilità manuali, tecniche o pratiche in tema di:

Difficoltà nelle relazioni intime

Problemi di claustrofobia

Gestione della sofferenza all’interno dei gruppi

 

 

¨    Fare migliorare le capacità relazionali e comunicative in tema di:

Vita familiare

Contatto con il mondo dell’adolescenza

Relazioni  fra la vita familiare e le modalità di apprendimento

 

 

Obiettivo formativo di interesse nazionale:

 

Gruppo 2 - Aggiornamento professionale nell'esercizio dell'attività psicologica e psicoterapeutica

 

Il Convegno si propone di approfondire il pensiero di D. Meltzer ed il suo contributo al modello post-Kleiniano della mente che ha evidenziato il ruolo dell’emozione come centro di significati e come base dello sviluppo del pensiero e della conoscenza

 

 

Questo convegno risponde innanzitutto all’esigenza emotiva di ricordare Donald Meltzer, continuando a pensare sul suo pensiero, insieme ad altri che lo hanno conosciuto ed amato.

Il confronto, la riflessione, la pubblic-azione intorno al suo modello estetico della mente costituiscono d’altronde un’occasione per promuovere la crescita e valorizzare lo “stato adulto”.

Speriamo dunque con questo incontro di dare un contributo alla valorizzazione della bellezza, a volte minacciata dalle istanze regressive e narcisistiche del nostro tempo.

 

This conference is designed to try  and meet our  emotional need to remember Donald Meltzer. It is our aim to continue thinking about his thought, in the company of others who knew and loved him.

We hope that the comparison, reflection, and public-ation of his thought will provide an opportunity to promote the growth of, and to evaluate, the “adult state”.

We also hope that this meeting will provide an opportunity evaluate beauty, a concept that is often under siege  from the regressive and narcissistic requirements of our times.


PROGRAMMA

 

Sabato 22 ottobre

 

ORE   9,00            PRESENTAZIONE CONVEGNO

 

L’estetica della mente

Moderatore / MODERATOR   Silvio Riolfo Marenco (Milano)

                         

ORE   9,30            La noia come incapacità di vedere la bellezza del mondo      

                        carlos TaBbia  (Barcellona)                             

ore 10,15            discussione

 

ore 10,30            Le prigioni della mente: i mondi claustrofobici                            

FRANCO  scabBiolo (Oxford)                                                          

ore 11,15            discussione

 

ore 11,30            Un’estetica dell’angoscia? 

                        Gianni Vattimo (Torino)

ore 12,15             discussione

 

 

La famiglia come matrice dello Stato Adulto

Moderatore / MODERATOR    Giovanni F. Ricci (Savona)

 

ore 14,30            Disturbi di pensiero    

MAURO Rossetti  (Venezia)

ore 15,15            discussione                  

 

ore 15,30            "Non distogliere lo sguardo dalle questioni dure": 

le sfide dell’adolescenza

Maria Elena Petrilli (Venezia)

ore 16,15            discussione                  

 

ore 16,30            Il claustrum e l’artista: Franz Kafka

RENATO Voltolin  (Milano)

ore 17,15            discussione

 

oRE 17,30            Ricordo di donald MEltzer 

                         

 

 

Domenica 23 ottobre

 

La funzione dell’immaginazione

                        Moderatore / MODERATOR   RENATO Voltolin (Milano)

 

ORE   9,00            Il contributo della poesia al modello postKleiniano della mente                       

Meg harris Williams (Londra)

ore   9,45            discussione

 

Ore 10,00        Lo spavento per la nuova idea   

selina sella Marsoni  (Biella)

ore 10,45             discussione

 

ore 11,00            L’arte e il desiderio postumo della vita                          

ACHILLE BONITO OLIVA (Roma)

ORE  11,45            discussione

MEG HARRIS WILLIAMS

Meg Harris Williams è una scrittrice e un’artista con un’educazione psicoanalitica di tutta una vita (figlia di Martha Harris e figliastra di Donald  Meltzer). Il suo lavoro con Donald Meltzer include capitoli su Amleto e Adrian Stokes in “Amore e timore della bellezza”, una commedia su Macbeth nel “Claustrum” e molte conferenze tenute con lui su temi concernenti la relazione tra psicoanalisi e letteratura o creatività. Il suo peculiare interesse è la poesia e i modi in cui lo ‘spirito poetico’ si sovrappone al pensiero psicoanalitico. Uno dei suoi scritti è una breve storia per illustrare le battaglie del neonato prematuro con il ‘conflitto estetico’  incluso in “Il neonato nell’unità di cura intensiva” di Romana Negri. Ha anche scritto una novella basata su Amleto (A trial of Faith) e scritto e illustrato Five tales from Shakespeare per bambini.

Meg ha anche avuto per molto tempo uno speciale interesse per Bion, e ha anche scritto molti articoli e un brano di narrativa basati sui suoi libri autobiografici.

Il suo libro più recente The vale of Soul-making: poetic origin of the post klenian model of the mind, è stato pubblicato da Karnac quest’anno.

 

Genova, 26.10.2005-10.06.2006  "PSICOANALISI ODIERNA"; Sede: VIA DANTE 2, 16121 GENOVA; Info: vittorioottavio.calcagno@fastwebnet.it .

26 Ottobre Cosimo Schinaia: La Psicoanalisi tra modernità e postmodernità

via Dante 2 Ore 21 – 23,30

 

9       Novembre Giuseppe Ballauri: Violenza tra psicoanalisi e fiction cinematografica

Via Dante 2 ore 21 – 23,30

12 Novembre Incontro di Psicoanalisi e Arte

S. Maria di Castello ore 9 – 11,30

                        Franco Sborgi: Il ritratto e la maschera nella cultura figurativa tra fine 800

                        e primi 900

                        Graziella Magherini: Sindrome di Standhal e dintorni, la psicologia dell’arte

                        Tra emozione e ricerca

 

14 Dicembre Carla Preve: Contraddittorio con Speziale Bagliacca su “Ubi maior”

Via Dante 2 ore 21 – 23,30

 

10    Gennaio Luigi Maccione: Sottopelle: comunicazione arcaica tra paziente e analista

Via Dante 2 ore 21 – 23,30

 

 8 Febbraio Roberto Speziale Bagliacca: L’assedio e la breccia. Nota tecnica per l’analisi

                      delle nevrosi ossessive

Via Dante 2 ore 21 – 23,30

 8 Marzo      Roberto Peraldo Giannolino: Il concetto di gruppo interno: riflessioni

                      teorico-cliniche

Via Dante 2 ore 21 – 23,30

 

12 Aprile     Roberto Ricca : La speranza e lo scrivano Bartleby

Via Dante 2 ore 21 – 23,30

 

10 Maggio   Maurizio Fato : Setting ed esperienze emotive intense: un adolescente

 Via Dante 2 ore 21 – 23,30                        prepsicotico

 

10 Giugno   Il bambini maltrattato o abusato sessualmente

 S.Maria di Castello ore 9 – 11,30 Renata Rizzitelli: Note sulle problematiche terapeutiche del                      bambino abusato

                                               Tullio Bandini: Il bambino abusato in psichiatria forense

Gian Luigi Rocco: Riverberi di maltrattamenti e abusi sessuali  infantili subiti nell’analisi dei pazienti adulti      

Il programma scientifico del Centro psicoanalitico di Genova  2005 –2006 avrà come titolo generale e come filo conduttore dei vari seminari LA PSICOANALISI ODIERNA NELLA CLINICA E NEI SUOI ASPETTI EPISTEMOLOGICI  RELATIVI ALLE ARTI VISIVE.

Il primo seminario scientifico tenuto dal dottor COSIMO SCHINAIA sarà di carattere orientativo e toccherà le differenze che sono maturate nel corso degli ultimi anni in relazione al pensiero psicoanalitico ed avrà per titolo LA PSICOANALISI TRA MODERNITA’ E  POSTMODERNITA’.

A seguire un seminario dal titolo INCONTRO TRA PSICOANALISI ED ARTE aperto ad esperti, nel quale si alterneranno psicoanalisti  quali il dottor LUCA TRABUCCO con la relazione 1899 LA SCOPERTA DELL’INCONSCIO TRA PSICOANALISI ED ARTE e la professoressa GRAZIELLA MAGHERINI  a sua volta con un lavoro che tratta SINDROME  DI  STENDHAL E DINTORNI, LA PSICOLOGIA DELL’ARTE TRA EMOZIONE E RICERCA  ed infine il professor FRANCO SBORGI docente di storia dell’arte contemporanea con IL RITRATTO E LA MASCHERA NELLA CULTURA FIGURATIVA TRA FINE 800 E PRIMI 900. In tutti questi lavori si approfondiranno alla luce delle nuove acquisizioni  psicoanalitiche importanti argomenti di grande L’ASSEDIO E LA BRECCIA.

rilievo per la conoscenza degli aspetti profondi in relazione all’arte, tra i quali  è senz’altro fondamentale il tema del doppio.

Il cinema sarà il tema seguente, nel quale GIUSEPPE BALLAURI affronterà in un seminario dal titolo VIOLENZA TRA PSICOANALISI E FINCTION CINEMATOGRAFICA  come oggi si esprima sullo schermo il trauma psichico e la violenza che ne deriva.

CARLA PREVE invece commenterà, in  contraddittorio con l’autore, il libro di Speziale “Ubi Maior”, nel quale appunto si indicano nuove acquisizioni di carattere tecnico nella clinica psicoanalitica.

Sempre seguendo questo filone lo stesso ROBERTO SPEZIALE BAGLIACCA presenterà il lavoro L’ASSEDIO E LA BRECCIA   riguardante le sue annotazioni di carattere tecnico nelle nevrosi ossessive.

 LUIGI  MACCIONE  in  SOTTOPELLE: COMUNICAZIONE ARCAICA TRA PAZIENTE E ANALISTA  tratterà  la comunicazione non verbale nella cura dei pazienti portatori di patologie gravi  e non

ROBERTO RICCA nel seminario  LA SPERANZA E LO SCRIVANO BARTLEBY, prendendo come spunto il racconto di Melville, parlerà invece di come si possano trattare i pazienti che hanno una fortissima passività.

MAURIZIO FATO in SETTING ED ESPERIENZE EMOTIVE INTENSE:UN ADOLESCENTE PREPSICOTICO tratterà le nuove acquisizioni cliniche della tecnica del trattamento psicoanalitico e psicoterapico degli adolescenti.

Nel lavoro IL CONCETTO DI GRUPPO INTERNO. RIFLESSIONI TEORICO-CLINICHE, l’autore ROBERTO PERALDO-GIANOLINO, affronterà il tema della relazione interna con la coppia, la famiglia e la società, come si rivela nei trattamenti psicoanalitici.

Infine, nell’incontro  sul tema IL BAMBINO MALTRATTATO O ABUSATO SESSUALMENTE,  RENATA RIZZITELLI con il lavoro NOTE SULLE PROBLEMATICHE TERAPEUTICHE DEL BAMBINO ABUSATO   e GIAN LUIGI ROCCO con il lavoro RIVERBERI DI MALTRATTAMENTI E ABUSI SESSUALI INFANTILI SUBITI NELL’ANALISI DI PAZIENTI ADULTI, si occuperanno delle accezioni tecniche relative alla terapia ed alla tecnica in questo tipo di pazienti traumatizzati, nello stesso incontro, il prof. TULLIO BANDINI  nel lavoro IL MINORE ABUSATO IN PSICHAITRIA FORENSE  tratterà l’argomento dal punto di vista criminologico e forense.

            Ritengo che la pluralità e l’originalità dei lavori siano un’ottima motivazione all’aggiornamento, per cui il programma scientifico riveste, a mio parere, una buona importanza dal punto di vista qualitativo, servendo allo scopo per il quale viene richiesto l’accreditamento ECM.

 

Il Segretario Scientifico

     Dott. Gian Luigi

                                  

 

 

Roma, 29.10.2005- 17.12.2005 

LA TERAPIA MUSICALE: STRATEGIE D’INTERVENTO NELLE DIVERSE CONDIZIONI CLINICHE

La psicologia della musica studia il fenomeno musicale nei suoi aspetti neuropsicologici, psicologici e psicoterapici. Impiegata in modo esclusivo o come coadiuvante di altri trattamenti, la musicoterapia offre un ampio spettro di applicazione nell’ambito della prevenzione e della cura.

Gruppoanalisi e Musicoterapia hanno radici ed orizzonti culturali diversi. Tuttavia i confini dei loro rispettivi domini hanno punti di scambio che rendono interessante il dialogo tra queste due espressioni. In particolare la dimensione non verbale propria della musicoterapia si presta ad attingere sia alla dinamica dei processi creativi, sia alle forme più radicali della realtà individuale e relazionale dell’esistenza.

Il corso prevede sette moduli formativi, ciascuno dedicato ad uno specifico ambito di intervento clinico come specificato nel contenuto. Gli argomenti trattati saranno relativi a: stati di coma, demenze, Morbo di Parkinson, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, disturbi schizofrenici, oncologia e malattie terminali, gravidanza e profilassi perinatale.

La prima parte della giornata verterà maggiormente sugli aspetti teorici e di aggiornamento relativi all’ambito clinico visitato; nella seconda parte, ad un’introduzione teorica, faranno seguito l’illustrazione delle modalità applicative ed esperienze pratiche della Musicoterapia riferita al contesto specifico.

Il corso è rivolto a 10 Medici, 20 Psicologi e 10 Infermieri e si svolgerà presso la Sala Di Liegro – Centro Studi e Ricerche – Ospedale S. Maria della Pietà – P.le S. Maria della Pietà 5 - Roma.

 

29 ottobre 2005             Musicoterapia e Disturbi d’ansia

09.00 – 09.30             Ouverture: musical-mente; dalla tensione alla distensione – Presentazione giornata  Dott.ssa  S. Ragni eventuale sostituto  Dott.ssa N. Venerus

09.30 – 10.45             Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sul sapere 

Dott.ssa M. Buonomo eventuale sostituto Dott. S. Longo

10.45 - 11.00              coffee break

11.00 - 12.15             Role Playing su: Disturbi d’ansia 

Dott.ssa  N. Venerus eventuale sostituto Dott. S. Longo

12.15 - 13.00              Disturbi d’ansia: la teoria e la clinica

                                    Dott.ssa  N. Venerus eventuale sostituto Dott. S. Longo

13.00 - 14.00              intervallo pranzo

14.00 – 14.30              Esperienza musicoterapeutica (attività pratica) Dott.ssa  S. Ragni

14.30 – 15.30              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sull’esperienza  Dott.ssa  S. Ragni

15.30 – 16.00              Disturbi d’ansia: teoria e applicazione in Musicoterapica Dott.ssa  S. Ragni

16.00 – 16.30              Role Playing: La vostra musica  Dott.ssa  S. Ragni

 

 

05 novembre 2005             Musicoterapia e Depressione

09.00 – 09.30 Ouverture:  Re Saul e la Cetra di Davide: dal regno dell'invisibile al condivisibile – Presentazione giornata 

                        Dott.ssa  A. M. Salierno eventuale sostituto  Dott.ssa  S. Ragni

09.30 – 10.45              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sul sapere 

Dott.ssa C. Bocci  eventuale sostituto Dott. S. Longo

10.45 – 11.00              coffee break

11.00 – 12.15              Role Playing su: Depressione

Dott.ssa V.  Mezzedimi eventuale sostituto Dott. S. Longo

12.15 – 13.00              Depressione: la teoria e la clinica

Dott.ssa E. Angelozzi  eventuale sostituto Dott. S. Longo

13.00 – 14.00              Intervallo pranzo

14.00 – 14.30              Esperienza musicoterapeutica (attivita’ pratica) 

Dott.ssa  S. Ragni eventuale sostituto Dott.ssa A.  Salierno

14.30 – 15.30              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sull’esperienza 

Dott.ssa  S. Ragni eventuale sostituto Dott.ssa A.  Salierno

15.30 – 16.00  Depressione: teoria e applicazione in Musicoterapica

Dott.ssa  A. M. Salierno eventuale sostituto  Dott.ssa  S. Ragni

16.00 – 16.30              Role Playing: la vostra musica   

Dott.ssa  A. M. Salierno eventuale sostituto  Dott.ssa  S. Ragni

 

19 novembre 2005            Musicoterapia e  Disturbi Schizofrenici

09.00    09.30 Ouverture: le artiterapie: un ponte tra realta' parallele - Presentazione giornata   Dott. A. Balbi eventuale sostituto Dott. S. Longo

09.30 – 10.45              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sul sapere 

Dott.ssa A. Caldarelli  eventuale sostituto Dott. S. Longo

10.45 – 11.00              coffee break

11.00 – 12.15             Role Playing su: Disturbi Schizofrenici  

Dott.ssa D. Spinelli  eventuale sostituto Dott. S. Longo

12.15 – 13.00              Disturbi Schizofrenici: la teoria e la clinica  

Dott. A. Balbi eventuale sostituto Dott. S. Longo

13.00 – 14.00              Intervallo pranzo

14.00 – 14.30              Esperienza musicoterapeutica (attivita’ pratica)  

Dott.ssa G. Nataloni  eventuale sostituto Dott.ssa  S.  Ragni

14.30 – 15.30              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sull’esperienza  

Dott.ssa G. Nataloni  eventuale sostituto Dott.ssa  S.  Ragni

15.30 – 16.00              Disturbi Schizofrenici: teoria e applicazione in Musicoterapica 

                                    Dott.ssa G. Nataloni  eventuale sostituto Dott.ssa  S.  Ragni

16.00 – 16.30              Role Playing: la vostra musica

                                    Dott.ssa G. Nataloni  eventuale sostituto Dott.ssa  S.  Ragni

 

26 novembre 2005            Musicoterapia e coma

09.00 – 09.30             Ouverture: la voce del silenzio nella distanza abitabile - Presentazione giornata     Dott. R.  Orsetti  eventuale sostituto  Dott.ssa S. Ragni

09.30 – 10.45              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sul sapere 

Dott. R.  Orsetti  eventuale sostituto  Dott. S. Longo

10.45 – 11.00  coffee break

11.00 – 12.15             Role Playing su:  il coma

Dott. R.  Orsetti  eventuale sostituto  Dott. S. Longo

12.15 – 13.00              Il coma: la teoria e la clinica             

Dott. R.  Orsetti  eventuale sostituto  Dott. S. Longo

13.00 – 14.00              intervallo pranzo

14.00 – 14.30              Esperienza musicoterapeutica (attivita’ pratica)  Dott.ssa  S.  Ragni

14.30 – 15.30              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sull’esperienza   Dott.ssa  S.  Ragni

15.30 – 16.00              Il coma: teoria e applicazione in Musicoterapica       Dott.ssa  S.  Ragni

16.00 – 16.30              Role Playing su: la vostra musica        Dott.ssa  S.  Ragni

 

 

3 dicembre 2005            Musicoterapia e Oncologia e Malattie terminali

09.00 – 09.30             Ouverture: dialogo sonoro e la musica che accompagna (la musica come consolazione) - Presentazione giornata  

Dott.ssa   P. Ginobbi   eventuale sostituto  Dott.ssa S. Ragni

09.30 – 10.45              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sul sapere 

Dott. S. Antonini   eventuale sostituto  Dott. S. Longo  

10.45 – 11.00              coffee break

11.00 – 12.15             Role Playing su: Oncologia e Malattie terminali

Dott.ssa   P. Ginobbi   eventuale sostituto  Dott.ssa S. Ragni

12.15 – 13.00             Oncologia e Malattie terminali: la teoria e la clinica   Dott.ssa   P. Ginobbi   eventuale sostituto  Dott.ssa F. Primi

13.00 – 14.00              intervallo pranzo

14.00 – 14.30              Esperienza musicoterapeutica (attivita’ pratica)  Dott.ssa  S.  Ragni

14.30 – 15.30              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sull’esperienza   Dott.ssa  S.  Ragni

15.30 – 16.00             Oncologia e Malattie terminali: teoria e applicazione in Musicoterapica       Dott.ssa  S.  Ragni

16.00 – 16.30              Role Playing su: la vostra musica        Dott.ssa  S.  Ragni

 

 

10 dicembre 2005            Musicoterapia e Malattie degenerative:  Morbo di Parkinson e demenze

09.00 – 09.30             Ouverture: la musica del movimento. nella confusione della mente il sottile filo della memoria emozionale - Presentazione giornata

Dott. S. Miglionico  Dott. P. Tarrroni  eventuale sostituto  Dott. S. Longo

09.30 – 10.45  Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sul sapere 

Dott. S. Miglionico  Dott. P. Tarrroni  eventuale sostituto  Dott. S. Longo

10.45 – 11.00              coffee break

11.00 – 12.15             Role playing su:  Malattie degenerative

Dott. S. Miglionico  eventuale sostituto  Dott. P. Tarrroni 

12.15 – 13.00              Malattie degenerative: la teoria e la clinica  

Dott. S. Miglionico  eventuale sostituto  Dott. S. Longo

13.00 – 14.00              intervallo pranzo

14.00 – 14.45             Malattie degenerative: teoria e applicazione in Musicoterapica      

Dott. P. Tarrroni  eventuale sostituto  Dott. S. Longo

14.45 – 15.30              Esperienza musicoterapeutica (attivita’ pratica)  Dott.ssa  S.  Ragni

15.30 – 16.00              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sull’esperienza   Dott.ssa  S.  Ragni

16.00 – 16.30              Role Playing su: la vostra musica        Dott.ssa  S.  Ragni

 

 

17 dicembre 2005            Musicoterapia, Gravidanza e profilassi Perinatale

09.00 – 09.30             Ouverture: ascoltando in relazione, una creazione io-tu - Presentazione giornata  Dott.ssa  R. Falovo eventuale sostituto Dott.ssa S. Ragni

09.30 – 10.45              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sul sapere 

Dott.ssa C. Festa eventuale sostituto  Dott. S. Longo

10.45 – 11.00              coffee break

11.00 – 12.15             Role playing su:  Gravidanza e profilassi Perinatale

Dott.ssa C. Festa eventuale sostituto  Dott. S. Longo

12.15 – 13.00             Gravidanza e profilassi Perinatale: la teoria e la clinica   Dott.ssa  R. Falovo eventuale sostituto Dott.ssa D. Fornarola

13.00 – 14.00              Intervallo pranzo

14.00 – 14.30              Esperienza musicoterapeutica (attivita’ pratica)   Dott.ssa  S.  Ragni

14.30 – 15.30              Lavoro a piccoli gruppi: I circoli sull’esperienza   Dott.ssa  S.  Ragni

15.30 – 16.00             Gravidanza e profilassi Perinatale: teoria e applicazione in Musicoterapica       Dott.ssa  S.  Ragni

16.00 – 16.30              Role Playing su: la vostra musica    Dott.ssa  S.  Ragni

 

 

17.00 – 18.00              Esame finale

ABSTRACT

 

Le demenze

Viene proposta una classificazione delle varie forme di demenza e vengono evidenziati i dati epidemiologici ed i fattori di rischio di queste forme con particolare riguardo alla malattia di Alzheimer. Si passa quindi a considerare i percorsi diagnostici e la diagnosi differenziale delle diverse forme della malattia e si illustrano i vari test utili quali il Mini Mental State Examination, la Mental Deterioration Battery e le semplici scale che valutano il livello di disabilità funzionale.

Viene quindi ricordato come la diagnosi tempestiva della malattia cioè una diagnosi posta al primo manifestarsi della sintomatologia permetta di utilizzare tutti i diversi aspetti terapeutici compresi quelli farmacologici.

Viene quindi illustrata la terapia farmacologia e vengono anche considerati i trattamenti non farmacolgici ed i principi del supporto ai familiari ed ai care givers.

Tra i  trattamenti non farmacologici rivolti ai pz con deterioramento cognitivo la musicoterapia, avvalendosi di  mezzi espressivi sonoro-musicali legati all'ascolto e alla produzione musicale con strumenti,  l'uso della voce, stimola la memoria,  la percezione, il movimento, l'azione concreta  e  favorisce la comunicazione non verbale,  permettendo l'utilizzo di più canali sensoriali in un setting ricco di stimoli non solamente tecnici ma in cui confluiscono elementi autobiografici  e vissuti emotivi (I.s.o, identità sonoro-musicale).

Disturbi d'ansia

Si approfondisce il significato del termine e la sua storia. Si valutano i vari modelli psicodinamici e biologici. Vengono esaminate anche da un punto di vista storico le varie condizioni cliniche in cui è presente l'ansia. Si cerca di evidenziare la differenza tra ansia e paura.

Viene anche accennata il problema dell'ansia dovuta a condizioni mediche o all'utilizzo di sostanze. Si passano sommariamente in rassegna i vari approcci psicoterapeutici e psicofarmacologici delle diverse condizioni in cui si manifesta la sintomatologia ansiosa.

Si presentano metodologie e tecniche di musicoterapia  per la riduzione dell'ansia e per favorire il rilassamento, legate all'ascolto e alla produzione creativa di suoni e musiche. I parametri musicali quali tempo e ritmo, individuati soggettivamente e inscritti in musiche significative scelte dai soggetti o proposte spontaneamente su strumenti musicali, sono elementi che contribuiscono ad individuare un processo musicoterapeutico specifico, proprio di ogni persona, realizzato anche grazie ad una scheda anamnestico-informativa di musicoterapia.

Si illustrerà come metodo particolarmente indicato per i disturbi d'ansia, la G.I.M. ( Guided Imagery and Music).

Disturbi dell'umore

Vengono ricordati i cenni storici relativi alla descrizione di questi disturbi psichici e vengono quindi considerati i dati epidemiologici privilegiando quelli relativi ai disturbi del tono dell'umore più importanti e le correlazioni esistenti con le condizioni socioeconomiche e culturali. Verranno quindi ampiamente trattati i fattori eziologici (biologici, genetici, psicodinamici, sociali). Particolare riguardo verrà quindi rivolto alle diverse caratteristiche cliniche dei vari tipi di disturbo al processo diagnostico, alla diagnosi differenziale al decorso alla prognosi ed alle moderne linee guida per il trattamento.

Tra gli interventi non farmacologici, la musicoterapia può risultare  coadiuvante efficace in questi disturbi, tenendo presente che gli effetti della musica sulla psiche,  sono noti sin dall'antichità, come testimoniato da testi biblici e  dalle ricostruzioni storico-antropologiche relative a diverse culture ed epoche. Si evidenzieranno  quindi gli aspetti dell'espressione e della relazione sonora emusicale, che hanno un effetto modulatore del tono dell'umore e dei vissuti emozionali, con la successiva rielaborazione in costante riferimento alla soggettività e alle differenze individuali.

 

Milano, 11-12.11.2005 "PADRI, MADRI E FIGLI ADOLESCENTI.DA EDIPO A NARCISO: VENT’ANNI NEL LABIRINTO DEL MINOTAURO"; Sede:   MILANO: TEATRO CARCANO, CORSO DI PORTA ROMANA  Info:  LOREDANA.CIRILLO@LIBERO.IT ; Fees= euro  100.

OBIETTIVI DELL’EVENTO FORMATIVO:

Presentazione dei dati, delle riflessioni teoriche e cliniche riguardanti le recenti ricerche condotte dall’Istituto Minotauro sul tema dei padri, delle madri e dei loro figli adolescenti.

 

L’Istituto Minotauro è una cooperativa sociale di psicologi, psichiatri e formatori, che realizza interventi di prevenzione e trattamento del disagio psicologico e sociale, attraverso attività di consultazione, ricerca, formazione, analisi istituzionale e attraverso la gestione dei servizi socio-sanitari, assistenziali ed educativi. Lo scopo dell’Istituto è di applicare la psicoanalisi alle istituzioni, e in particolare ha approfondito la ricerca e l’intervento a favore degli adolescenti.

L’Istituto promuove il Terzo Convegno nazionale sull’adolescenza in occasione del ventennale della sua fondazione. Questo evento culturale si propone l’obiettivo di rappresentare una significativa occasione di riflessione sulla genitorialità in adolescenza, sui suoi significati affettivi, sui cambiamenti e le difficoltà che nel corso del tempo sono sopraggiunte nel rapporto genitori-figli. I contributi presentati si rivolgono ad un pubblico di specialisti psicologi,  psichiatri, ed educatori  ma anche ad un pubblico più ampio, costituito dalle madri e dai padri alle prese con il difficile ruolo di genitori di adolescenti. 

In particolare, nella prima giornata del convegno, verranno presentati i dati e le riflessioni teorico-cliniche delle recenti ricerche condotte dall’Istituto sull’evoluzione del modo di esprimersi dei codici affettivi materno e paterno nell’ambito del rinnovato percorso evolutivo e adolescenziale.

Nella seconda giornata verranno presentati i dati di vent’anni di consultazione psicologica con padri e madri in difficoltà durante le crisi evolutive dei figli, con una particolare attenzione all’area dell’insuccesso scolastico, dell’antisocialità e dei disturbi alimentari.

 

ABSTRACT DI ALCUNE RELAZIONI

 

 

DA EDIPO A NARCISO

Di Gustavo Pietropolli Charmet

 

La relazione celebra i vent’anni di lavoro dell’Istituto Minotauro, e si propone l’obiettivo di rappresentare una significativa occasione di riflessione sulla genitorialità in adolescenza e sui suoi significati affettivi. Grande rilievo verrà dato ai cambiamenti intercorsi nel contesto familiare, verranno discussi  i motivi e le vicissitudini che hanno accompagnato la trasformazione dalla famiglia etica alla famiglia affettiva e il passaggio dalla triangolazione edipica alla patologia narcisistica.

 

 

 

 

LO SVILUPPO DEI GENITORI

Di Alfio Maggiolini

 

L’adolescenza è una fase del ciclo di vita in cui lo sviluppo fisico, sociale e psicologico è particolarmente ampio. La relazione intende presentare gli atteggiamenti e i comportamenti dei genitori non solo come reazione a questi cambiamenti del figlio, ma come un processo di sviluppo proprio del ruolo e delle funzioni genitoriali, in un quadro teorico che prende in considerazione l’evoluzione dei ruoli affettivi in un continuo processo di costruzione del Sé.

 

 

 

LA CONSULTAZIONE IN ASSENZA DEL FIGLIO

Di Franco Giori

La relazione intende approfondire e sviluppare il tema delle consultazioni con i genitori di adolescenti nei casi in cui è impossibile o inopportuno coinvolgere il ragazzo nei colloqui; attraverso diverse esemplificazioni cliniche verrà approfondito non tanto la metodologia di presa in carico quanto gli obiettivi, il significato, l'utilità e i limiti in consultazioni di questo tipo, a partire dalla prima domanda di aiuto fino alla conclusione dei colloqui. Ecco i punti nodali che verranno presi in considerazione:

1) La domanda di aiuto che suggerisce e orienta verso questo tipo di intervento

2) L'attivazione di un contenitore complesso.

3) Controtransfert e risposta dello psicologo nel crocevia fra identificazione con il ragazzo reale, identificazione con il ragazzo nella mente dei genitori, identificazione con il complesso delle ansie e dei vissuti di padri e madri in rapporto al proprio disagio e a quello percepito nel figlio.

4) Sinergie fra sostegno al ruolo e sostegno alla persona.

5) Aiuto ai genitori o aiuto al figlio attraverso il lavoro con i genitori?

6) La valorizzazione della crisi e le possibili risimbolizzazioni nel ruolo educativo di madri e padri; gli snodi, punti qualificanti della consultazione per un possibile  cambiamento nella relazione con il figlio in direzione facilitante lo sblocco almeno di alcuni compiti evolutivi.

7) Quando, strada facendo, si configura la possibilità di convocare il figlio

8) Consultazione terminabile e interminabile.

Numerose esemplificazioni cliniche aiuteranno a chiarire i concetti, il valore e i limiti di questi interventi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA CONSULTAZIONE SEPARATA DI PADRI E MADRI

Di Matteo Lancini

 

La consultazione con l’adolescente richiede l’elaborazione di modelli di presa in carico dei genitori, attenti alla specificità di questa fase evolutiva, coerenti con i modelli teorici di riferimento e sintonici con gli obiettivi che si intendono perseguire. In questa relazione è descritta, nelle sue diverse fasi, una metodologia di consultazione con l’adolescente che prevede l’ascolto separato dell’adolescente, del padre e della madre da parte di tre psicologi differenti che lavorano in équipe. Tale descrizione è accompagnata dalla presentazione di riflessioni teoriche e di teoria della tecnica che sostengono questa metodologia e dalla presentazione di dati clinici provenienti dall’esperienza effettuata in questi anni all’interno dell’Istituto Minotauro.  

 

 

 

MADRI ED INSUCCESSO SCOLASTICO
Di Silvia Lo Vetere


Oggi la scuola è oggetto di iperinvestimento da parte della famiglia. Spesso si dice che "la madre finisce con l'andare a scuola con il figlio". Il lavoro clinico con i ragazzi rende evidente tale tematica dato che da subito essi tendono a vedere in qualche modo implicati i genitori e in particolare la madre, nei propri insuccessi. Si vogliono pertanto mettere in luce e descrivere, così come emergono dai colloqui, alcune delle rappresentazioni più significative nella mente dei ragazzi di questo tema.

 

 

I GENITORI AGLI OCCHI  DEGLI INSEGNANTI

Di Elena Buday

 

A partire dai dati raccolti nel corso della consulenza agli insegnanti offerta dal Minotauro, la relazione esamina la rappresentazione che i docenti hanno costruito rispetto ai modelli educativi che caratterizzano i genitori oggi. In particolare, vengono illustrati -attraverso l'analisi di un caso- gli effetti che queste rappresentazioni possono avere sulla relazione tra insegnanti, genitori e studenti. Vengono infine descritte alcune modalità di intervento possibili nell'ambito dello sportello di consulenza agli insegnanti per il successo formativo.

 

 

 

GENITORI DI BAMBINI, GENITORI DI ADOLESCENTI.

 Di Enrica Campari


Attraverso brevi esemplificazioni cliniche di consultazioni per bambini, adolescenti o preadolescenti, intendo esporre osservazioni sul lavoro mentale di padri e madri con figli di età diverse. Con l'emergere di disturbi psicologici nei figli, il naturale processo relazionale, simbolico e fantasmatico parentale viene sollecitato a manifestarsi e ad esprimersi. Il lavoro intende evidenziare quali competenze genitoriali appaiono meglio funzionanti, carenti o messe in crisi e la loro correlazione con il manifestarsi di sintomi nei più piccoli e nei più grandi. Lo scopo è anche
di valutare i fattori che consentono o meno l'evolversi del ruolo genitoriale in senso diacronico.

 

 

 

 

IL PADRE PACIFISTA

Di D. Miscioscia


Da molti anni il ruolo del padre è in crisi. Sempre più spesso, da diversi ambiti, politici, religiosi e scolastici, depositari e custodi nel tempo dei valori paterni, si è levata una denuncia dell'assenza o della debolezza dei valori del padre in campo educativo e morale. In ambito culturale la sociologia, la psicologia e la pedagogia hanno studiato attentamente questa crisi ed hanno proposto soluzioni centrate sulla riscoperta della dimensione delle regole in famiglia e sull'assunzione di una maggiore responsabilità da parte del padre in campo educativo. Attualmente, la metamorfosi del padre sulla scena familiare ci consegna l'immagine di una figura molto meno autoritaria che in passato: si tratta di un padre debole ed assente, al tempo stesso, tuttavia, tale figura sembra più capace di ritagliarsi un ruolo affettivo, egli è più capace di dialogare, di negoziare e mediare nella relazione coi figli. E' un padre pacifista, dunque, che forse sta ancora cercando di definire i confini del proprio ruolo affettivo, per poter crescere ed accompagnare i propri figli in un mondo sempre più globalizzato.

 

 

 

LE ADOLESCENZE DEI GENITORI

Di Alessandra Marcazzan

 

La relazione affronta il tema dell'adolescenza dei genitori delle giovani pazienti con disturbo alimentare, così come emerge dal racconto che essi ne fanno nel corso dei colloqui anamnestici in profondità che costituiscono una delle tappe più significative della consultazione all'interno del nostro gruppo di lavoro. Verranno presentati alcuni spunti autobiografici centrali nella genesi della "cultura affettiva" dei padri e delle madri delle pazienti anoressiche e bulimiche. Sarà dunque possibile osservare, attraverso queste lenti, la trama affettiva, l'intreccio di rispecchiamenti, aspettative e vincoli, che si sviluppano dal confronto tra l'adolescenza ricordata dai genitori (con nostalgia o rabbia, spirito di rivalsa o desiderio di recupero e di riparazione), e quella, momentaneamente in crisi e pertanto dolorosamente conflittuale, delle figlie.

 

 

ASCOLTARE LA MADRE

Di Sofia Bignamini

 

Verranno presentate e descritte alcune esperienze di consultazione e riabilitazione della funzione materna effettuate presso il Minotauro e rivolte a madri di adolescenti in grave crisi evolutiva. Attingendo ampiamente al materiale clinico raccolto verranno descritti alcuni significativi nodi tematici attorno ai quali si concentra l’attenzione durante i colloqui. Il lavoro clinico con le madri verrà quindi articolato e descritto come un percorso di progressiva elaborazione e costruzione di rappresentazioni sempre più nitide del figlio adolescente e della crisi. 

 

 

IL PADRE NEL CINEMA DI SPIELBERG

Di Antonio Piotti

 

A partire da un recente film di Spielberg, The Terminal,  l’intervento espone un’analisi coinemica riferita alla teoria dei codici affettivi di Franco Fornari, con lo scopo di arrivare a definire all’interno dell’immaginario filmico, la messa in scena di una funzione paterna diversa da quella della psicoanalisi classica e più vicina al ruolo contemporaneo del “padre pacificatore”.

 

 

 

PADRI E MADRI MESSI ALLA PROVA            

di Cristina Colli

 

La "messa alla prova" è uno degli interventi previsti dal Codice di Procedura Penale Minorile italiano, rivolto ai minori che commettono reati ed è una misura alternativa alla detenzione, gestita dall'Ufficio di servizio sociale ( U.S.S.M.) del Penale Minorile o dai Servizi territoriali.

Si caratterizza per la sospensione del procedimento penale e per la richiesta, fatta al minore, di sottoscrivere e di impegnarsi in un progetto volto al recupero sociale, che può riguardare la scuola, il lavoro, attività di volontariato, progetto formulato e presidiato nel suo svolgimento, dagli operatori dei Servizi e vagliato dai giudici del Tribunale del Minori.

L'importanza di questa misura riguarda la centralità data alla responsabilizzazione dell'adolescente, e la possibilità di considerarlo soggetto in grado di attivarsi, di impegnarsi, di accettare come interlocutori adulti che rivestono una posizione di autorità ma anche di sostegno(giudici, operatori).

L'andamento della messa alla prova vede al centro l'adolescente, ma è profondamente influenzata dalla relazioni familiari e dalla posizione assunta dai genitori in questa fase di crisi, ma anche occasione di ristrutturazione e di crescita.

Si intende nell'intervento portare esperienze e riflessioni nate dal lavoro psicologico di consulenza svolto negli ultimi due anni con i genitori di ragazzi seguiti presso l'USSM di Milano durante il percorso di messa alla prova.

 

 

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

 

 

11-12 NOVEMBRE 2005

 

Minotauro

Istituto di analisi dei codici affettivi

Terzo Convegno nazionale sull’adolescenza

 

Padri, madri e figli adolescenti

Da Edipo a Narciso: vent’anni nel labirinto del Minotauro

 

 

 

VENERDI’ 11 NOVEMBRE

 

8.30  Registrazione dei partecipanti

 

9.00  Saluto delle autorità

 

9.30 GUSTAVO PETROPOLLI CHARMET

Da Edipo a Narciso

 

10.15 CORINNA CRISTIANI

Invarianti e variazioni culturali della genitorialità

 

10.45 ALFIO MAGGIOLINI

Lo sviluppo dei genitori

 

11.15 Pausa

 

GENITORI OGGI

11.30 DIEGO MISCIOSCIA

Il padre pacifista

 

12.00 ELENA ROSCI

La madre postmoderna

 

12.30 ANTONIO PIOTTI

Il padre nel cinema di Spielberg

 

 

CONSULTAZIONE

14.30 SECONDO GIACOBBI

I genitori nella clinica psicoanalitica

 

15.00 FRANCO GIORI

La consultazione in assenza del figlio

 

15.30 STEFANO GASTALDI

La morte dei genitori in adolescenza

 

16.00 Pausa

 

16.30 MATTEO LANCINI

La consultazione separata di padri e madri

 

17.00 SOFIA BIGNAMINI

Ascoltare la madre

 

17.30 ENRICA CAMPARI

Genitori di bambini, genitori di adolescenti

 

 

 

SABATO 12 NOVEMBRE

 

SCUOLA E FAMIGLIA

9.00 KATIA PROVANTINI

Modelli educativi e apprendimento

 

9.30 ELENA BUDAY

I genitori agli occhi degli insegnanti

 

10.00 LAURA TURUANI

Figli a scuola

 

10.30 SILVIA LO VETERE

Madri e insuccesso scolastico

 

11.00 Pausa

 

ANTISOCIALITA’

11.30 COLLI

Padri e madri messi alla prova

 

12.00 CARLO TRIONFI

Adolescenti senza famiglia

 

12.30 MICOL TREZZI, ELIANA DE FERRARI

Emigrare in adolescenza. Video

 

 

 

DISTURBI ALIMENTARI

14.30 ELENA RIVA

Il corpo, la femminilità, il materno

 

15.00 NICOLETTA FRANZONI

Gruppi di padri, gruppi di madri

 

15.20 NICOLETTA JACOBONE

Padri e madri intorno al piatto

 

15.40 ALESSANDRA MARCAZZAN

Le Adolescenze dei genitori

 

 

16.00-17.15  Conclusioni

ARNALDO NOVELLETTO e

GUSTAVO PIETROPOLLI CHARMET

 

17.15-17.45

VERIFICA CON QUESTIONARIO

 

RESPONSABILE SCIENTIFICO

Gustavo Pietropolli Charmet

 

COMITATO ORGANIZZATIVO

Colombo, De Ferrari, Cirillo, Macchi, Trezzi, Turuani

 

Per visualizzare gli eventi ECM del SECONDO SEMESTRE 2004 clicca qui

 

Bologna,  settembre- dicembre 2005 "" Corpo, reverie, interruzione dello sviluppo (mentale) e della relazione analitica   " Organizz.: S.P.I. Info: spimilano@iol.it .

Programma

" Corpo, reverie, interruzione dello sviluppo (mentale) e della relazione analitica   "

 

22-09-05

 ore 21 - 23

Silvia Molinari Negrini

"Una brutta conclusione di analisi"

 

Verrà descritta la storia clinica di un paziente che alla fine di un'analisi di 4 anni ha presentato una poussée delirante che ha determinato una anticipata chiusura dell'analisi e le considerazioni che si possono trarre da questa descrizione clinica


ore 23 - 23.30 Discussione

ore 23.30 - 23.45 test di valutazione

 

 

6 - 10 - 05

ore 21 - 23

Eugenio Gaburri

Laura Ambrosiano

"Conformismo e reverie"

 

Gaburri

Il tema centrale dell’incontro sarà quello della formazione della identità, dei processi di identificazione non equiparabili coi processi di “relazione oggettuale” (vedi cap. 7 di “psicologia delle masse di S.Freud.

            Saranno discusse, se possibile, le implicazioni cliniche delle relazioni di “identificazione/disidentificazione” nel processo analitico.

            Nella prospettiva del pensiero di Bion sui gruppi viene avanzata la ipotesi che   L’eccesso di “adattamento” conformistico al gruppo di appartenenza limiti le risorse di “reverie”.

Ambrosiano:

Il mio contributo sarà centrato sui problemi identitari dei disturbi anoressici. La mia ipotesi centrale è nella formulazione di W. Bion secondo cui la relazione con il gruppo (il sociale) ha, per l’individuo, un impatto emotivo altrettanto intenso di quello con il seno, è un compito complesso che confronta con la seducente attrazione dell’identificazione.

Consideriamo l’identificazione come un meccanismo che rende gli oggetti co-protagonisti dell’identità individuale. Ma la fantasia di diventare semplicementi se stessi è tanto utopica quanto necessaria per cercare di realizzare una quota della propria specificità: un’area di separatezza dagli oggetti.

Il conflitto tra identificazione e disidentificazione necessita di essere supportato da caregivers che, a loro volta, abbiano attraversato il lutto, che tale conflitto comporta, per ottenere almeno un parziale distacco dalla mentalità di base del loro gruppo di riferimento (famiglia-ambiente sociale).

In mancanza di questo supporto, da parte degli oggetti, la pseudo-vicinanza identificatoria è chiamata a surrogare i difetti di reverie e l’intrusività dei caregivers. Il disturbo anoressico può essere considerato come una (fragile) barriera costruita rispetto alla attrazione identificatoria verso il seno e verso il gruppo.   

ore 23 - 23.30 Discussione

ore 23.30 - 23.45  test di valutazione

 

 

 

27-10-05

ore 21 - 23

Roberto Goisis

"La consultazione vista attraverso il grande schermo"

 

Il rapporto tra la psicoanalisi ed il cinema ha una storia che e' lunga
quasi quanto quella della stessa psicoanalisi. Storia complessa e spesso
contraddittoria. Nel nostro video abbiamo cercato di mostrare come viene
rappresentato il momento del primo incontro tra lo psicoanalista ed il suo
potenziale paziente, attraverso le varie fasi che definiscono il percorso
della consultazione.

 

ore 23 - 23.30 Discussione

ore 23.30 - 23.45 test di valutazione

5-11-05:

ore 9,30 - 12,30

Alessandro Garella

“Rapporti fra limiti ed etica nella conclusione del trattamento”

 

La questione della conclusione dell’analisi non costituisce solo un problema tecnico (come le mosse in una partita di scacchi) e/o teorico (individuazione di una fase peculiare del processo analitico, differenziazione delle mete, ecc.), ma anche una fonte di interrogativi sull’etica del trattamento, dei suoi fini e del ruolo che i valori vi occupano. Una difficoltà che immediatamente si pone nel trattare questo tema deriva dalla relazione doppia che etica e psicoanalisi intrattengono: si distingue infatti una psicoanalisi dell’etica, che concerne l’indagine del ruolo che valori, norme e morali svolgono nella psiche individuale in relazione alla strutturazione psichica (difese, istanze, relazioni con l’oggetto, …), da un’etica della psicoanalisi, in riferimento a ciò che è presente nella strutturazione del trattamento (setting, metodo, teoria), nella sua conduzione pratica (formazione dell’analista, sue aspettative, strutturazione psichica, orientamento culturale, …), nelle forme di controllo sociale esercitate sui membri della coppia analitica (forme di pagamento, istituzioni pubbliche, orientamenti politico-culturali sul tema della malattia e della salute).

In particolare l’etica gioca un ruolo complesso nel processo della conclusione, caratterizzato da una problematica di definizione di sé associata a un’altra di (ri)scoprimento dei propri limiti. Infatti il ricorso a, oppure la comparsa di, elementi valoriali (varie forme di ideali e di idealizzazioni) in ambivalente connessione con la conclusione del trattamento, stretta fra il riconoscimento del limite dell’incompiutezza e l’idealità di un completamento illimitato, pone un delicato problema di decifrazione e di costruzione di ipotesi interpretative sul processo analitico della conclusione e sui ruoli che analista e paziente vi giocano. In questi frangenti la temporalità assume un

peso decisivo, in particolare quella definita liminale, peculiare dimensione temporale psichica, che contrassegna la comparsa di un funzionamento psichico in cui possono coniugarsi nel paziente, per la prima volta, un senso di chiusura, inteso come vissuto di avere una certa completezza, e un senso del limite, al cui orizzonte vi è la fine del tempo, proprio e dell’analisi.

 

Ore 12.30 - 13.30 Discussione

Discussant: Filippo Marinelli

ore 14.30 - 17.30

Fausta Ferraro

" Perdite traumatiche e analisi interrotte"

 

Nel seminario sarà affrontato l’argomento delle analisi interrotte e in particolare verrà proposta una ipotesi che concerne il rapporto tra l’agito della interruzione e una perdita infantile traumatica subita nei primi anni di vita. Tale ipotesi sarà illustrata attraverso il resoconto dettagliato di una storia clinica e il significato della interruzione verrà discusso alla luce dei problemi posti dal concetto freudiano di coazione a ripetere e di nachträglichkeit.

 

ore 17.30 - 18.30 Discussione

Discussant: Silvia Molinari Negrini

 

ore 18.30 - 19.00 test di valutazione

17-11-05

 ore 21 - 23

Ezio Cirincione

"Quale analisi per gli ultracorpi?"

 

Si descrive un tipo sempre più frequente di personalità che si evidenzia particolarmente in età adolescenziale, la cui caratteristica principale è l'appiattimento affetivo e la grave carenza di risonanze emotive, pur in assenza di una vera depressione o di turbe ideative. Facendo riferimento alla teoria della "relazione d'oggetto" e valutando alcuni parametri sociali, viene prospettata la correlazione causale con l'invadenza tecnologico-cobernetica e la preponderanza dei rapporti che, soprattutto i giovani, stabiliscono con gli oggetti meccanici, piuttosto che con gli altri esseri umani.

Sul piano della terapia analitica si sottolinea l'esigenza di fare frequente riferimento, e non solo nell'area transferale, ai sentimenti e alle emozioni, anche quando i pazienti non sanno di averne o non riescono a provarne

 

ore 23 - 23.30 Discussione

ore 23.30 - 23.45 test di valutazione

1-12-05

 ore 21 - 23

Filippo Marinelli

"Guardarsi negli occhi"

 Attraverso il concetto di “raffigurabilità”, come viene concettualizzato da Cesar e Sara Rotella,e la sottolineatura di alcuni sviluppi post-freudiani riguardo i processi di identificazione( in particolare l’importanza della accezione passiva del processo,cioè “essere identificati”) l’autore sviluppa il ruolo dello sguardo come organizzatore del processo di personazione, attraverso la presentazione di alcuni esempi clinici tratti dal materiale di psicoanalisi di pazienti adulti.

 

 

ore 23 - 23.30 Discussione

ore 23.30 - 23.45 test di valutazione

 

 

9- 12 - 05

 ore 21 - 23

Eglè Laufer

"Il corpo come oggetto interno"

La relazione col corpo è un problema mentale del processo dello sviluppo evolutivo durante l'adolescenza. Con un articolo sul ruolo della masturbazione scritto da mio marito Moses Laufer, abbiamo sviluppato il concetto della interruzione dello sviluppo mentale che può intervenire dopo la pubertà quando l'odio verso la nuova maturazione sessuale del corpo è predominante.

La relazione tenta di tracciare lo sviluppo relazionale dalla nascita in poi per capire più chiaramente lo sviluppo precoce che può risultare in una tale situazione

 

ore 23 - 23.30 Discussione

ore 23.30 - 23.45 test di valutazione

 

10-12-05

 ore 9,30 - 12,30

Eglè Laufer

"Supervisione di materiale clinico di un  adolescente"

 

Ore 12,30 - 13.30 Discussione

Ore 13.30 - 13.45 test di valutazione

Bologna, 24 settembre 2005 "SEMINARI TEORICO-CLINICI DI PSICOANALISI. LA RICERCA IN PSICOANALISI OGGI", Organizz.: S.P.I., Info: spimilano@iol.it; Sede: BOLOGNA, HOTEL CARLTON; Fees= euro 126.

Programma:

 

08.00-09.00 Registrazione dei partecipanti

09.00-11.00 Seminario (1a tranche)

11.00-11.30 Coffee Break

11.30-13.30 Seminario (2a tranche)

13.30-15.00 Lunch 

15.00-18.00 Seminario (discussione)

18.00-18.30 Pausa

18.30-19.00 Questionario di apprendimento ECM

Relazioni:

 

N. 1

Marta Badoni

Deficit della funzione di rêverie e transfert tirannico.

Il transfert ha in generale una sua ‘tirannia’ in quanto assoggetta l’analista che lo riceve a tematiche e affetti che originano altrove, nel mondo psichico del paziente.

Nel lavoro analitico con i bambini ( e spesso con adulti borderline) mi è capitato di riflettere sugli aspetti tirannici del transfert: si assiste a una vera e propria espropriazione della persona dell’analista (mente e corpo). L’analista può essere scacciato dai luoghi della propria mente e finisce col subire l’occupazione da parte di personaggi o spesso solo di affetti che tendono a condizionare il proprio funzionamento.

A partire dalla nozione abbozzata da Freud nel Progetto  (1895) di adulto soccorritore  desidero proporre al gruppo l’articolarsi del funzionamento intrapischico e interosoggettivo. Seguirò in particolare la definizione della funzione di attenzione in Freud e Bion e la formulazione della nozione di rêverie da parte di Bion.

L’ipotesi è che un deficit della funzione di rêverie, dovuto a depressioni misconosciute della madre, a tematiche transgenerazionali o alla dissoulzione della coppia dei genitori,  esponga il bambino alla tirannide  di vissuti non metabolizzati e che l’eventuale competenza del bambino a trattare con questi vissuti non trovi conferma nell’habitat in cui il bambino si sviluppa e cresce.  

In queste condizioni il bambino tende ad alienare il proprio sistema percettivo; i conflitti non possono essere affrontati e si pongono le premesse per il costituirsi di sé blindato o clandestino, incapace di trovare una soggettività  propria e in rapporto con altri soggetti.

Il lavoro analitico dovrà curarsi in prima istanza di costituire un luogo in cui il bambino possa sperimentare la verità delle proprie percezioni e l’impatto delle stesse sulla propria psiche.

N. 2

dr.ssa M. Capuano - dr.ssa A. Galli - dr. F. Scalzone - dr.ssa G. Zontini

Nello spazio intermedio tra psiche e cervello

Il seminario si articolerà in una parte teorica e una clinica per interrogarci su ciò che può esistere nello ‘spazio virtuale’, di transizione, sito tra psiche e cervello, e cioè su quali possono essere le concettualizzazioni che favoriscano lo sviluppo di un dialogo tra psicoanalisi e neuroscienze.

 

Nella mattinata:

il dr. F. Scalzone introdurrà l’argomento proponendo alcuni dei possibili campi di interesse comune e dei metodi mediante cui si può superare lo iato tra neuroscienze e psicoanalisi, senza tralasciare che quest’ultima debba pretendere di essere ‘compresa dalla’ e ‘nella’ scienza riaffermando l’importanza del ruolo della ‘soggettività’, senza dimenticare però i suoi pericoli.

La dr.ssa G. Zontini, a seguire, affronterà il problema della posizione epistemologica della metafora in psicoanalisi e nelle scienze della natura proponendo modelli di passaggio, di integrazione e di interpretazione inerenti i due campi.

Seguirà discussione sui temi trattati.

Nel pomeriggio:

La dr.ssa M. Capuano, attraverso l’illustrazione di un caso clinico di isteria “classica”, metterà in evidenza l’importanza e il ruolo dell’imitazione e della conoscenza implicita alla luce delle ultime scoperte delle neuroscienze.

La dr.ssa A. Galli, a seguire, presenterà il secondo caso clinico in cui mostrerà il lavoro di recupero di nuclei dell’inconscio profondo che, in una circolarità presente/passato, permette di affrontare esperienze traumatiche tanto precoci (memoria implicita) quanto determinanti nel perpetuare la sofferenza psichica. Verrà inoltre data una lettura del meccanismo dell’identificazione proiettiva utilizzando alcuni studi recenti del gruppo di neuroscienziati diretti da T. Singer.

Seguirà discussione.

Si invitano i partecipanti al seminario a portare suggerimenti e proposte, ed eventuale disponibilità, per progetti di studio da effettuare da gruppi di analisti in collegamento tra loro.

N. 3

Piero Caporali – Francesca Fiorespino – Mario Priori – Alberto Sonnino – Domenico Timpano

 

DAL TRAUMA ALLA RELAZIONE: IL RIFLESSO DELLA STORIA NEL LAVORO ANALITICO

 

Lo studio delle implicazioni transgenerazionali ci ha posto la necessità di approfondire il ruolo che le esperienze traumatiche assumono all’interno della relazione analitica, sollevando la questione sulla possibile traumaticità di eventi inaccessibili alla pensabilità.

Il rinnegamento della teoria della seduzione ha portato ad alcuni sviluppi della psicoanalisi che spesso hanno posto in secondo piano la storia e gli eventi traumatici del paziente. Da tale evoluzione sono derivati approcci tecnici differenti all’interno dei quali la posizione dell’analista può essere profondamente diversa: dalla più rigorosa neutralità, almeno come riferimento, al coinvolgimento empatico più diretto e partecipe, fino alle posizioni interattive o addirittura indaginose rispetto all’opportunità di ricostruire l’evento traumatico o la storia del paziente.

L’intento del seminario, attraverso materiale clinico, è quello di rivolgere l’attenzione agli effetti delle esperienze traumatiche sulla relazione analitica, riferendoci ad una concezione del trauma che si interessi in primo luogo a ciò che accade nella mente del

paziente, ovvero alle quote di sensorialità o di protoemozioni che vengono attivate da un’esperienza reale ed alla capacità/incapacità degli apparati adatti a trasformare gli stimoli ricevuti in esperienze pensabili. La proposta è quella di arricchire il compito analitico, volto alla ricostruzione storica, con un’attenzione particolare alla disponibilità dell’analista all’assunzione delle identificazioni proiettive dei pazienti che veicolano quelle eccedenze emotive scatenate dal trauma, le quali, una volta trattate, potranno essere successivamente restituite al paziente quando questi disporrà di un luogo mentale ove tenerle. Dalla questione del ruolo della storia a confronto con il ruolo della relazione analitica si vorrebbe sviluppare una posizione di integrazione ed ampliamento dei modelli teorici che eviti da un lato di appiattirsi su una psicoanalisi monopersonale, basata sulla ricostruzione o su scoperte fatte da un analista archeologo o addirittura detective, e dall’altro di cadere in una dimensione relazionale, equiparabile ad una sorta di fusionalità che neghi la separatezza delle menti ed il ruolo della storia.

n.4

Ezio Maria IZZO, Andreina ROBUTTI

QUANDO AUMENTANO LE PRIMAVERE

La psicoanalisi di fronte all’avanzare dell’età

 

Si invecchia. Oggi molto più di una volta. Quello della vecchiaia è un vasto campo nuovo, che la psicoanalisi può affrontare con curiosità. Noi intendiamo porci di fronte al problema da diverse angolature.

 

All’epoca di Freud si considerava non consigliabile l’analisi di pazienti anziani (allora erano considerate tali persone poco più che quarantenni). Oggi non è più così. Sono molti ormai gli analisti che hanno in terapia pazienti avanti negli anni (è difficile definire quando si debba incominciare a parlare di vecchiaia), che pongono quesiti specifici, dovuti alla loro età. Per tutti noi, a qualsiasi età, il passato si riverbera sul presente. Ma quando gli anni diventano tanti a questo si aggiunge un aspetto che in età più giovanili è meno urgente: quello dell’accettazione della finitudine della nostra esperienza di vita.

Così, è verosimile che con l’avanzare dell’età si strutturino difese specifiche contro questa consapevolezza ed è importante che l’analista rifletta sulla validità o meno di tali difese, al fine di consentire una vita più piena nel tempo che rimane.

 

Anche l’analista invecchia e si trova ad affrontare problemi specifici della sua età, che influiscono su se stesso e sui suoi pazienti. La letteratura su questo tema è assai scarsa, forse perché il parlare dell’avanzare degli anni comporta la necessità di affrontare l’idea della morte, un argomento che forse tutti noi preferiremmo ignorare. D’altra parte, la morte non è una esperienza di cui si possa parlare. Soltanto della vita possiamo parlare, quella prima della morte e quella, degli altri, dopo. In ogni caso, non è soltanto l’idea della morte il problema della vecchiaia, anche per l’analista. L’avanzare dell’età ha indubbiamente degli svantaggi, ma non avrà anche dei vantaggi, sia per l’analista che per i suoi pazienti? Cercando di evitare inutili consolazioni, intendiamo discutere con il gruppo anche questo pensiero.

 

Il tema della vecchiaia può interessare colleghi di tutte le età, perché in quanto analisti ci accade di esservi confrontati in molti modi. Per esempio, sono sempre più frequenti i pazienti che, nella mezza età, con figli adolescenti o già adulti, si trovano a dover accudire per anni genitori molto anziani, con tutti i problemi emotivi che questo comporta. E’ una evenienza che accade oggi molto più frequentemente di un tempo, così come molte altre.

Speriamo di poter discutere con un gruppo di colleghi i temi cui abbiamo accennato e altri ancora che il gruppo potrà proporre. Noi cercheremo di attivare la discussione con alcune nostre riflessioni e invitiamo i partecipanti a portare materiale clinico, pensieri, esperienze.

n.5

Anna Oliva De Cesarei

Sui due tempi del trauma in pazienti con bipolarità narcisismo-autismo strutturato in seguito a un trauma precoce.

 

Descriverò dapprima le caratteristiche di questo piccolo gruppo di pazienti che presentano una dissociazione cognitivo-emotiva. Vorrei centrare l'attenzione sull'apertura del nocciolo duro e sulla possibilità di dispiegare i due tempi del trauma in una analisi, o

sulla non apertura del nocciolo duro, qualora il paziente non sia disposto ad affrontare questa fase o la affronti in una seconda tranche di analisi. Il nocciolo duro ha a che fare con situazioni in cui ci troviamo di fronte a un blocco dove non c'è più storia e ci scontriamo con un black out di speranza del paziente (e conseguenti problemi nella possibilità di continuare l'analisi) e con una impossibilità di rappresentazione. Come poter avviare una pensabilità?

Sono interessata a illustrare la mia esperienza e a discuterla con i Colleghi del gruppo.

N. 7

Silvia Fornari  Alessandra Zanelli Quarantini

 

AUTOLESIONISMO IN ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI

 

Il tema che proponiamo nasce da riflessioni scaturite nel corso degli anni in cui ci siamo occupate di

pazienti adolescenti e giovani adulti In particolar modo di ragazzi che  durante il trattamento analitico ricorrevano ad atti autolesivi  ritualizzati sul corpo o ad agiti che li hanno esposti a gravi pericoli esterni mettendo a repentaglio l’integrità e la vita stessa. Il problema abbraccia temi ampi in psicoanalisi: dalla relazione mente-corpo, alla significazione del dolore mentale attraverso il dolore fisico, dalla struttura fusionale dell’ambiente agli aspetti familiari virtualmente perversi sulla base di fantasie erotizzate agite e precoci nei rapporti primari. Pensiamo allo strutturarsi di un sé fragile definito dall’impossibilità di introiettare stabilmente oggetti capaci di offrire sostegno.

Vorremmo porre particolare attenzione alla modulazione dei sentimenti del paziente, a partire dall’affettività congelata fino al disprezzo della propria condizione e ai movimenti transferali conseguenti.  Anche il controtransfert dell’analista ha una sua specificità; dalla preoccupazione alla rabbia, alla difficile gestione del “segreto”, quando questi comportamenti irrompono nel lavoro analitico.

Ci interessa in particolare discutere col gruppo i percorsi che nel corso del lavoro analitico portano i

pazienti a costruire una progressiva capacità di tenere nella mente l’esistenza dell’analista anche nel

momento in cui sentono la necessità di ricorrere ad azioni autolesive.  Porteremo numerosi casi clinici

con l’intento di formulare con il gruppo ipotesi di lavoro più precise al fine della cura di questi pazienti.

N. 8

 

Manuela Fraire, Isabella Grande

 

Funzione Paterna.Eclissi e Rinascita.

 

Coloro che a partire dagli anni ¹60 annunciarono che ci stavamo incamminando verso una ³Società senza Padre², giudicando la condizione di colui che  oggi desidera diventare padre potrebbe pensare di aver previsto acutamente il futuro. La morte del Padre principio di autorità, nuova uccisione simbolica dell¹Ur-Vater freudiano è stata seguita da un grande silenzio che- oggi lo sappiamo- preparava il "ritorno" del Padre.

La fioritura di studi,  scritti,  dibattiti  attorno al Padre, pur riconfermandone l¹importanza nella vicenda esistenziale del singolo e della collettività,  hanno tuttavia in comune di sottolinearne  l'eclissi tanto quanto splende l'astro di una figura materna poliedrica, potente e accentratrice .

Ci chiediamo allora:il Padre che torna  nel discorso della psicoanalisi  è solo una "riedizione" dell'UR- Vater? Tutto sembra indicarci altri percorsi e altri destini  della paternità che ci allontanano dal Padre ³agente persecutore² cercando tuttavia di sfuggire ad un destino di ³orfani o di psicotici². Abbiamo dunque sentito la necessità - sono i nostri pazienti i primi ad averlo segnalato-  di ripensare il rapporto che intercorre tra funzione  (metastorica)  e ruolo (storico) del Padre, la prima nella sua qualità fantasmatica e il secondo nella sua qualità esistenziale. Un¹esempio sintetico di questo? il dibattito attorno alla fecondazioneassistita , soprattutto attorno a quella eterologa, che chiamando direttamente in causa  l¹im-potenza generativa del Padre, ha immesso nell'immaginario collettivo ed individuale la figura di un padre castrato insieme alla svalutazione  dell¹incontro dei corpi dell'uomo e della donna come "atto generativo"in senso reale e simbolico.Una delle conseguenze più inquietanti- ancorchè tenuta segreta- è la desessualizzazione della relazione

uomo\donna e una più generale  depulsionalizzazione delle relazioni. Il seminario che proponiamo invita chiunque sia interessato ad approfondire il tema a contribuire alla discussione privilegiando- quando possibile- il materiale clinico.

n. 9

Schizofrenia e psicoanalisi

Alessandro Grispini

Il seminario intende fare il punto sul contributo della psicoanalisi allo studio ed al trattamento dei disturbi schizofrenici, oggi spesso aspecificamente ricompresi nel generico raggruppamento delle “psicosi”, con conseguenti confusioni e difformità circa la questione della loro trattabilità. Al contrario, si vuole riproporre una specificità di tali disturbi, sia dal punto di vista psicopatologico che neurobiologico, (e dunque terapeutico). Per quanto attiene alla psicopatologia, dopo una rapida disamina dei contributi degli autori più significativi, italiani e stranieri, verrà evidenziata la centralità del concetto di irrappresentabilità, a sua volta fondato su una più moderna e complessa concezione di inconscio, cui si è pervenuti grazie ad alcuni sviluppi della psicoanalisi, ed anche ai contributi della filosofia e delle neuroscienze. Per quanto attiene invece a queste ultime, si cercherà di illustrare un modello secondo il quale  la vulnerabilità schizofrenica precoce costituisce l’esito di un intreccio tra la peculiare organizzazione del Sé, le rappresentazioni interiorizzate delle relazioni oggettuali e specifiche anomalie neuropsicologiche. A partire di qui, vengono evidenziate anche le peculiarità del trattamento psicoanalitico e la necessità di integrare questo stesso con un insieme di pratiche riabilitative, farmacologiche, comunitarie e ospedaliere che rinvengono una loro identità forte e coerente proprio nel “pensare psicoanaliticamente il paziente”. Questa proposta verrà illustrata con del materiale clinico proveniente dal setting analitico duale e istituzionale.

n. 10

 

PLURALITÀ DEI TRANSFERT NELLE CONCEZIONI PSICOANALITICHE CONTEMPORANEE E LORO IMPLICAZIONI TERAPEUTICHE.

 

T. Bastianini, F. Castriota, A. Falci, M.A. Ficacci

 

Alcuni psicoanalisti riuniti nel gruppo di studio su Psicoanalisi e Neuroscienze dei Centri Psicoanalitici di Roma, hanno iniziato a riflettere sulle fenomenologie di transfert alla luce delle ricerche neuroscientifiche sui diversi sistemi di memoria,  sul ruolo dei neuroni mirror nella costituzione della trama intersoggettiva, sugli affetti nella loro dimensione storico-biologica. I fenomeni di transfert,  dopo una prima emergenza empirica nell’ esperienza clinica freudiana, certamente come elementi di resistenza alla cura, sono stati successivamente compresi, in una cornice teorico esplicativa all’interno della metapsicologia. Gli ampliamenti teorici successivi, i mutamenti nelle patologie e nella tecnica correggono ed integrano  la concezione originaria circa la  riproposizione di rappresentazioni inconsce rimosse della vita infantile nell’ attualità della terapia analitica. A partire da una proposta iniziale freudiana su “i transfert”, (Freud,  1901-1905, Frammento di un’ analisi d’ isteria. p. 397), parlare di una molteplicità dimensionale dei transfert stessi, significa indirizzarsi verso un ampio ventaglio di tali fenomenologie cliniche sottese da una pluralità di modelli esplicativi e di rimandi teorici. Il concetto di Nachtraglichkeit evidenzia l’intuizione freudiana di un processo attivo della memoria che ritrascriva costantemente le tracce mnestiche, attraverso ricategorizzazioni conformi alle esperienze successive. Partendo da tali intuizioni, potremmo ipotizzare i

transfert come punti nevralgici, attraverso il quale esplorare i vari livelli e sistemi di memoria che gettano una nuova luce sulle vicissitudini delle identificazioni nella formazione della struttura psichica, sulla comunicazione (verbale e non verbale) analista/paziente, e sui funzionamenti delle memorie implicite ed esplicite. Ci è sembrato inoltre utile riesplorare alcuni snodi teorici :1) La tendenza alla riattualizzazione di schemi affettivi delle prime fasi evolutive mette in campo una diversa concezione della tendenza alla ripetizione, non tanto secondo il modello freudiano del ’20, quanto secondo un modello di messa in atto di memorie emozionali implicite, non rimosse, ancora senza una adeguata significazione simbolica. 2) In questo senso ci è sembrata  interessante la utilizzazione del concetto di Nachtraglichkeit  in un senso più ampio che nell’ ambito della psicosessualità, per indicare la continua modificazione plastica delle tracce mestiche e la incessante risignificazione delle memorie affettive, in piena concordanza con gli avanzamenti neuroscientifici in tema di memorie. 3) L’integrazione  della ricostruzione storica con concezioni dell’azione terapeutica attente alla  attualizzazione degli schemi relazionali nello svolgimento  della terapia analitica. 4) In tal senso ci richiamiamo alla forse poco ricordata distinzione freudiana tra modalità transferali “reprints” o “new editions”, “ ristampe” o “rifacimenti” (Freud,  1901-1905), ad indicare come nelle seconde fosse contemplata una mescolanza tra fantasie rimosse e percezioni della realtà attuale del rapporto analitico. La molteplicità dimensionale dei transfert implica revisioni teorico-cliniche, dove, accanto al classico meccanismo di spostamento,

una rinnovata attenzione è attribuita  ai  modelli di identificazione, proiezione, attribuzione di ruolo. Tale integrazione prospettica  sottolinea  la dimensione comunicativa alla base dei fenomeni di transfert.  Il gruppo di lavoro proporrà un percorso tra i punti sopraindicati, sottolineandone le correlazioni con la clinica.

n. 11

Stati psicotici

 

Alessandro Bruni

 “La psicologia della massa è la psicologia umana più antica; ciò che, omettendo tutti i residui collettivi, abbiamo isolato come psicologia individuale, si è venuto staccando dalla vecchia psicologia collettiva solo in un secondo tempo, gradualmente e in un certo senso in modo tuttora parziale.

                              S.Freud  “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”

 

 “Il difetto della teoria sta nell’illustrare la sfera degli avvenimenti proto-mentali (come) legati all’individuo; secondo me non si può capire questa sfera riferendosi all’individuo soltanto ed è invece negli individui riuniti in gruppo che si trova il terreno adatto a capire la dinamica dei fenomeni proto-mentali. Lo stadio proto-mentale nell’individuo è solo una parte del sistema proto-mentale, perché i fenomeni proto-mentali sono funzione del gruppo e perciò devono essere studiati in questa sede”.

 

                                                          W.R.Bion, “Esperienze nei gruppi”.

Il seminario, diviso in due sessioni, intende proporre alla discussione critica dei colleghi alcune modellizzazioni teoriche e realizzazioni cliniche che sono apparse nella mia ricerca sull’approccio con la parte psicotica della personalità.

 

1) Mattina.

decolli, crisi e riassetti del soggetto nel campo mentale originario del gruppo.

 

Il primo seminario, presenta un’immaginazione speculativa sulle vicissitudini originarie della nascita del soggetto a partire da un campo mentale fortemente caratterizzato da uno psichismo primario collettivo. Il lavoro è una rielaborazione di un mio intervento presentato al convegno organizzato qualche anno fa dall’istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (IIPG) a Comacchio. Partendo da una suggestione etimologica sul significato dei

due termini, svilupperò un itinerario di pensiero che è occhieggiato dai titoli dei paragrafi:

 

“All’inizio era il Verbo” - “La cacciata dall’Eden”- “Storie di tori e serpenti”

“Io e Super-Io”- “La frattura originaria e la religione”

“Tema di Narciso e dello specchio”- “Tema dello schizofrenico”

“Interazioni tra il soggetto ed il campo mentale collettivo: tesi 1-2-3”

 

 

2) Pomeriggio.

Beautiful minds:  Voci e personaggi in cerca d’autore.

Attraverso l’elaborazione di alcune esperienze teorico-cliniche, discuterò un modello che mi è stato utile per visualizzare il rapporto tra il soggetto e quegli asteroidi del Se, conseguenti al break-down, che gli girano intorno e dentro la testa, sotto forma di invisibili persone vocianti, in un paziente, o di figure umane visive, in un altro.

 

La possibilità, per l’analista, di essere accolto in questi “multia-loghi” del soggetto con i suoi personaggi, apre la possibilità di instaurare una relazione “tria-logica”, che è stata di qualche utilità:  Il soggetto, l’analista ed una voce.

 

N. 12

Paolo Boccara, Giuseppe Riefolo

La paura in analisi-“Se non sono spaventati c’è da domandarsi perché si prendono

            il disturbo di scoprire quello che tutti sanno”. (Bion, 1976 )

 

Il campo della paura è un ristretto ambito del campo di quelle che Damasio (1994, 69) definisce come emozioni primarie o universali: gioia, rabbia, tristezza, paura, sorpresa e disgusto. Attiene al campo di incontro di due sistemi mentali in cui paziente ed analista si trovano ad interagire su livelli di funzionamento effettivo (Bion) di base. Il tema della paura in analisi sarà affrontato quindi come fenomeno affettivo e lo considereremo a partire da tre differenti vertici: 

1. la paura del paziente: il paziente propone la paura come segnale del suo accesso a nuove esperienze affettive che il transfert attiva e permette nell’incontro analitico. In questo caso la paura si connota come crinale estremamente instabile, continuamente orientato alla individuazione di oggetti e alla continua trasformazione del Sé, oltre che alla mobilizzazione del trauma. Per l’analista, la paura del paziente è un indicatore di processo e delle disponibilità al cambiamento e spesso permette di coniugare in pensieri

quegli elementi fino ad allora conosciuti ma non pensati (Bollas), inconsci ma non necessariamente rimossi (Mancia);

2. la paura dell’analista:  da un lato essa descrive l’esperienza di “incontro violento”  (Aulagnier) con elementi β, comunque di ordine psicotico, proposti dal paziente nell’incontro analitico. La paura dell’analista viene contenuta  dal “lavoro della raffigurabilità” (Botella & Botella), dall’emergenza di “pittogrammi” (Aulagnier) e di immagini (Bion, Bollas, Ferro). Ad un altro livello concerne il blocco della funzione α. che, nel ridurre la revérie dell’analista, inaugura un livello egodistonico in cui l’analista registra disagio e sofferenza sul registro somatico (Damasio);  

3. la paura come elemento costitutivo del setting:  è da considerare come limite e dispositivo che deve essere conosciuto e rispettato e, al tempo stesso, colto nei suoi livelli di risonanza con movimenti interni al processo analitico (Bleger). Solitamente attiene più ai contesti concreti della psichiatria, dove comunque una competenza analitica è sicuramente utile soprattutto quando è  la persona stessa del terapeuta ad essere minacciata.

Il seminario si avvale di esemplificazioni cliniche e della proiezione di sequenze cinematografiche da noi stessi rimontate non per descrivere il tema ma per evocare possibili immagini nel gruppo di lavoro, in modo tale che l’esperienza del seminario possa risultare lieve oltre che fertile.

N. 13

Luciana Bon de Matte, Carla Busato Barbaglio, Giuseppe Moccia, Giuseppe Squitieri

 

 

Sulle frontiere della tecnica. Modelli  e modi di lavorare nella clinica a confronto

 

In continuità con l’ esperienza fatta al Centro psicoanalitico romano, il gruppo propone anche ai colleghi di altri centri di proseguire sulla strada del confronto sulla clinica e sui modelli teorici di riferimento. I pazienti difficili, come si sa, obbligano l’analista ad uno sforzo continuo di immaginazione nel tentativo di cogliere una realtà interna che essi tendono ad esprimere nell’azione, nel sintomo psicosomatico, nella scarica affettiva, nella manipolazione emotiva. I diversi modelli psicoanalitici ci offrono, ciascuno, insiemi concettuali utili per organizzare il materiale e illuminare al meglio uno o più fenomeni clinici. Tuttavia il pluralismo dell’esercizio della psicoanalisi contemporanea pone problemi di comunicazione fra gli analisti ed impone uno sforzo di comparazione fra i modelli che faciliti la comprensione delle convergenze e delle differenze.

In questa ottica, Carla Busato Barbaglio presenterà un caso clinico del quale verranno messi in evidenza gli aspetti problematici che hanno richiesto all’analista di porsi, dal punto di vista della tecnica, su una linea di frontiera. Su questa situazione clinica, Giuseppe Moccia proporrà le proprie riflessioni e, attraverso alcune vignette cliniche, illustrerà il proprio modello di riferimento e le scelte tecniche ritenute necessarie nella cura dei pazienti difficili. In relazione a tali scelte verranno presi in considerazione contributi derivanti dalla teoria della relazione d’oggetto, dalle molteplici psicoanalisi del sé e dalle teorie psicoanalitiche e neuroscientifiche sulla memoria. Luciana Bon de Matte porterà nel confronto i propri commenti clinici basati su una lunga esperienza con bambini e adolescenti, oltre che con pazienti adulti. Giuseppe Squitieri coordinerà la discussione.

 

Ai colleghi che vorranno partecipare chiediamo, se lo vorranno, di sottolineare anche  gli aspetti del proprio lavoro clinico che più li hanno posti davanti ad aree poco esplorate della clinica e della tecnica.

n.  14

Loredana Micati

 

Identità sessuale e ruolo del padre

 

Si tratta di un lavoro clinico che prende inizialmente in considerazione le teorizzazioni di diversi autori, a partire da Freud, sulla rappresentazione e il significato dei genitali femminili e sviluppa successivamente i seguenti temi:

- se è vero che l’identità personale ha le sue radici nell’identità sessuale, ciò che è problematico nella prima si ripercuote necessariamente sulla seconda;

- le rappresentazioni del sé procedono insieme a quelle del corpo;

- esiste una significativa corrispondenza tra le  rappresentazioni del corpo, in particolare dei genitali, e le rappresentazione delle relazioni tra gli oggetti interni.

Il padre, come tutta la realtà esterna al bambino, si presenta nella mente infantile in molti modi, nasce più volte. Possono esistere molte rappresentazioni diverse del padre e differenti rappresentazioni simultanee della relazione con lui.

Ho preso in considerazione il ruolo del padre, limitatamente a quattro vignette cliniche, relative ad altrettanti casi clinici di psicosi, di disturbo alimentare, di nevrosi ansioso-depressiva, e, infine, di disturbo della personalità. Nel materiale clinico  presentato, il padre -in quanto secondo oggetto-  eredita le difficoltà di relazione con l’oggetto primario e -in quanto nuovo oggetto- non sempre riesce a bonificarle.

Come è possibile lavorare, in analisi, sulle fantasie elaborate intorno al corpo e al suo funzionamento, fantasie che spesso sono costruite sulla base delle difficoltà di ordine narcisistico e relazionale ?

N. 15

 

“La supervisione del materiale clinico: metodo, tecniche e modelli a confronto”.

 

Prof. Lucio Sarno

 

La supervisione rappresenta un momento cruciale nel percorso formativo dell’allievo oltre che nel confronto tra formatori. La supervisione interessa in primo luogo le modalità elettive di “pubblicazione” della relazione intima analista-paziente sottratta alla sua privatezza per divenire testo e tessuto di confronto tra il formando ed il formatore. All'interno di questo lavoro si collocano l’intenzione esplorativa, la possibilità di illuminare aree rimaste oscure all'interno della relazione, la possibilità di emersione del sommerso, la metabolizzazione dell'inascoltato o dell’inelaborato, la possibile correzione di “vizi”procedurali (tecnici) che possono involontariamente pregiudicare la relazione clinica e la sua evoluzione, ed infine la valutazione delle attitudini: potenzialità; limiti e capacità presenti nel corredo personologico del formando; nella tecnica, nella teoria del clinico in azione.

Ma la supervisone è ugualmente occasione di confronto, e talvolta di scontro (diretto o indiretto) tra “scuole di pensiero” implicite-esplicite in azione nella mente dei diversi supervisori. Tale azione risente ugualmente oltre che dell’interpretazione personale del ruolo, dell’influenza dei modelli clinico-teorici che il supervisore immette tra l’analista in azione e il suo paziente.

Il punto di avvio del seminario è rappresentato dunque dal materiale clinico: dalla sua stesura e dalla modalità con cui viene presentato. Il seminario si propone quindi come un’occasione di verifica delle potenzialità contenute nel testo clinico e nella relazione di supervisione. Attraverso il confronto si intende verificare le possibilità alternative dei percorsi supervisivi, le modalità di lavoro, che possono rappresentare occasione di confronto e di crescita o che invece possono proporsi come un ostacolo al processo terapeutico-formativo provocando rigidità, chiusura etc… (piuttosto che lo scambio) tra formatori e allievi i in formazione.

 

N. 16

 

Anna Maria NICOLO'

 "La folie à deux come ipotesi-modello nelle patologie transpersonali"

 

Molte patologie gravi consentono di ritrovare un nucleo di condivisione di modalità non realistiche, dispercettive o addirittura deliranti tra più membri di una famiglia o tra un genitore e un  figlio. Freud nella Metapsicologia (1915) e nel Perturbante (1919)discute dell'esistenza di una trasmissione diretta tra l'inconscio delle persone, che sfugge al controllo e alla consapevolezza e che è sottoposto a regole, ancora sconosciute. L'intensità dell'affetto comunicato e la natura e l'importanza del  legame sono in causa secondo Freud in questo tipo di relazioni, che  hanno come caratteristica inoltre quella di riuscire ad amplificare, come su "una lastra sensibile alla luce," aspetti, emozioni, conflitti, parti del sé

che sarebbero rimaste altrimenti obsolete o apparentemente invisibili.

Quattro punti 1) l'intensità dell'affetto comunicato, 2) la natura del legame, 3) l'analogia significativa con un aspetto del mondo  fantasmatico dell'altro,

4) la condivisione del contesto comune sono alcuni degli aspetti rilevanti del funzionamento della folie à deux e i primi tre ritorneranno in vario modo nella letteratura successiva, dopo Freud. Il particolare "uso dell'altro" nella relazione ha la finalità di stabilizzare la personalità o mantenere la coesione del sé o definire l'identità  fino a quelle situazioni francamente patologiche ove invece l'altro (che però non è mai un passivo recettore) viene usato, colonizzato o parassitato affinché la sofferenza agita o evacuata trovi in esso un contenitore mentale o somatico che la possa ripetere o rielaborare. In questo senso così la folie à deux può rappresentare il modello di  base, sia pure nel suo porsi all'estremo della patologia, di un  funzionamento psicologico bipersonale, che non descriva cioè solo le rappresentazioni nella mente del singolo, ma descrive piuttosto il legame come elemento centrale; un legame in questo caso capace di attivare e indurre aspetti innovativi in ciascuno, prodotti dalla reciproca interazione e dal rapporto con quel contesto. L'interesse per la ricerca che questo tipo di  patologia riveste è la possibilità di chiarificare patologie transpersonali, che si collocano non tanto o non solo a livello intrapsichico, ma nell'integrazione tra due o più persone. "Come si innesca questo legame? Come diventa progressivamente claustrofobico e persecutorio tanto da richiudere i protagonisti in un 'claustrum' sadomasochistico, paranoideo o gravemente depressivo? Come si scioglie, se è possibile tale legame?", sono questi tra i tanti i quesiti che questo problema pone. L'esposizione di due casi clinici, uno in una coppia coniugale e il secondo in una coppia analitica  permetterà la discussione sul tema.

N. 17

 

Stefano Bolognini.

 

Titolo del seminario: "IL BICCHIERE MEZZO VUOTO O MEZZO PIENO: LAVORO DEL SOGNO ED ELABORAZIONE ONIRICA".

 

Breve nota illustrativa:

Diversi autori hanno suggerito l’idea di un "lavoro" onirico più complesso di quello dedicato al mascheramento dei contenuti profondi: al punto che sarebbe forse filologicamente corretto conservare storicamente il senso classico al concetto di “lavoro del sogno”, e proporre quello di “elaborazione onirica” per le ulteriori attribuzioni funzionali.

Si può ipotizzare l'esistenza di un’area onirica potenzialmente e occasionalmente creativa, basata sulle possibilità di rappresentazione, di scomposizione e di ri-combinazione degli elementi in gioco nel mondo interno del soggetto, grazie all’effetto solvente e riconiugante del processo primario, e alla riorganizzazione consentita dal processo secondario, che si alternano in varia misura.

In tale prospettiva è diventato possibile concepire versanti non solamente difensivi nel lavoro del sogno, al punto che si può parlare di un processo di elaborazione onirica dei vissuti, e probabilmente –talvolta- dei pensieri.

Possiamo considerare questa parte della produzione onirica secondo due ottiche dinamiche diverse: da un certo punto di vista, il paziente non è ancora in grado di pensare e di comunicare direttamente in analisi i suoi vissuti, contenuti, impulsi e pensieri, sicchè il lavoro onirico maschera lo scenario sottostante per contrabbandarlo al di qua della censura.

Da un altro punto di vista, il rapporto tra paziente ed analista diventa progressivamente rappresentabile, sia pure in modo spesso traslato, scomposto e ri-condensato. Sono vere tutte e due le cose: da un certo punto di vista il paziente si difende, dall’altro il paziente progredisce.

Ciò che cambia sorprendentemente, a seconda dei due diversi punti di vista, è il vissuto soggettivo dell’analista al lavoro: rilevando i progressi del paziente, lavorerà con una sensazione di utilità, e in definitiva con maggior soddisfazione.

L'avanzamento progressivo delle funzioni di rappresentazione e di comunicazione intra-analitica non è affatto scontato, e la capacità di apprezzare questi eventi mentali e relazionali favorisce nell'analista un assetto interno diverso, aumentando in lui la percettività fine, la fiducia e la soddisfazione per i micro-movimenti in corso nel processo terapeutico.

 

N. 18

 

Valeria Egidi Morpurgo - Domenico Sartorelli

L’antisemitismo: perché è un cimento per la psicoanalisi?

 

L’antisemitismo è  una “malattia”  dell’Occidente che ha cimentato la psicoanalisi a partire da Freud, e che ha visto susseguirsi, dagli anni Cinquanta ad oggi, i contributi “storici” di Fenichel, Loewenstein, Simmel,  quelli di Grunberger,  Chasseguet Smirgel, Kestenberg, fino a quelli più recenti di  Kernberg, Bohleber, Erlich e altri.

L’antisemitismo può  essere letto in termini psicoanalitici come “malattia” e  come metro dell’intolleranza di una società o di un individuo, nell’ambito di un modello pulsionale  e del diniego perverso. In questa ottica può essere interpretato come  esito di meccanismi  difensivi  di tipo paranoideo  in base ai quali  l’ebreo, in quanto  portatore di un’identità  testimoniata come diversa, non omologabile a quella della maggioranza, diventa una minaccia.

Altre chiavi di lettura che verranno proposte ai partecipanti al seminario  muovono da fenomeni macrosociali, come quelli del conformismo e dell’indifferenza di una maggioranza  di fronte all’attacco persecutorio che un gruppo al potere o un gruppo fanatico  esercita nei confronti di una minoranza (politica, ideologica, religiosa, etnica). Il meccanismo che si cela nel conformismo e nell’acquiescienza  alla violenza   è stato letto  dai Baranger e dalla Amati Sas come derivante da fenomeni di “depositazione” (più

primitivi dell’identificazione proiettiva) dei legami simbiotici in  “depositari”  socialmente e individualmente  rassicuranti, la cui rottura può provocare  una   regressione alla fase  primitiva  dell’ “ambiguità” (Bleger)prossima al pensiero concreto, e dà luogo a personalità  proteiformi, caratterizzate da  elevata capacità mimetica, malafede,   mancanza di responsabilità nelle relazioni individuali e di gruppo.

La nascita del pregiudizio antisemita  e l’antisemitismo possono altresì essere decodificati, secondo una concettualizzazione di derivazione bioniana, in termini di contagio psichico e di rapporto del gruppo con un leader patologico (fenomeno della “personificazione”) Si può  anche  indagare,  usando un paradigma teorico simile,   il diffondersi rapido e virulento del pregiudizio antisemita, (fenomeno dell’”infiammabilità”) accompagnato dalla perdita di capacità autonoma di pensiero e giudizio

Si propone infine di dibattere sul contributo che  l’“atteggiamento mentale” psicoanalitico può dare per   promuovere la capacità di interrogazione su di sé  contro  le forme di pensiero totalizzante e le forme di pensiero conformistico. E  per  sviluppare il  processo di riconoscimento delle differenze identitarie e  la responsabilità dell’individuo nella relazione

n. 19

Daniela Lucarelli, Gabriela Tavazza

 

Il “processo di soggettivazione” come vertice di osservazione della complessità del lavoro psichico connesso allo stabilirsi di nuovi legami.

 

Il lavoro psicoanalitico sia individuale che di coppia ci ha portato più volte, negli ultimi anni,  a confrontarci con pazienti che esprimevano le difficoltà sperimentate dopo una separazione, sia nel nuovo legame con il partner che con gli eventuali figli delle precedenti unioni.

Queste situazioni cliniche ci hanno offerto l’opportunità di riflettere meglio sulla difficoltà di attuare un processo di separazione, soprattutto quando è necessario mantenere una continuità  per lo svolgimento della funzione genitoriale. Queste ci hanno, inoltre, permesso di cogliere la complessità delle problematiche intrapsichiche e interpersonali  in gioco, in particolare , nei casi in cui, oltre ai figli precedenti, vi siano nuovi figli della coppia. Infatti,  la traccia del partner precedente perdura sia per via dei processi di

interiorizzazione, sia in quanto l’eventuale presenza dei figli costituisce un continuo richiamo all’altro e alla famiglia che c’era.

Alla luce di queste considerazioni, ci siamo domandate: quali trasformazioni vengono attuate nel mondo fantasmatico inconscio, nelle rappresentazioni mentali, nelle relazioni oggettuali, nei legami sia interni che familiari? In che modo si possono costruire nuovi legami e  si possono sciogliere i vecchi,  all’interno di una  continuità  psichica ?

In questo seminario cercheremo di dare delle risposte a questi interrogativi  facendo riferimento ai concetti di processo di soggettivazione, di legame e di legamento-slegamento-rilegamento (Green 1990, Cahn 1991) quali possibili vertici di osservazione. Il processo di soggettivazione trova un suo particolare impulso in alcune fasi o circostanze della vita nelle quali tra il ripristino di vecchi legami e la creazione di nuovi  si aprono possibilità di cambiamento in relazione all’intensità dell’attività di slegamento e rilegamento che si mobilita. Questo processo si fonda sulla necessità, per l’individuo, della costituzione di legami interni ed esterni, come sulla necessità della loro rimessa in discussione.

Su queste premesse di fondo sarà presentato del materiale clinico relativo sia a un caso di  psicoanalisi della coppia che di psicoanalisi individuale.

 

N. 20

“Il disagio della psicoanalisi nella postmodernità”

 

Fausto Petrella, Vanna Berlincioni (Pavia)

 

Viene proposto alla discussione, con alcune modificazioni e aggiunte, lo scritto, a sua volta risultato di precedenti lavori dei due proponenti, già presentato al Convegno di Roma del 2005 su “Il Disagio della civiltà”.

 

Il seminario vuole stimolare una discussione tra i partecipanti, a partire dalla seguente premessa.

La psicoanalisi che pratichiamo ha solo un secolo. Tuttavia nel corso del Novecento si sono realizzati in Occidente mutamenti vorticosi e trasformazioni impensabili nelle forme di vita di ciascuno, nei processi di produzione dei beni e nell’organizzazione dei bisogni e della vita sociale. Dovremmo dunque aspettarci che l’intersezione della storia della psicoanalisi con la grande storia del secolo abbia generato molti importanti effetti su una concezione psicoanalitica nata in un contesto profondamente diverso da quello attuale.

Un’operazione critica su questa intersezione può essere difficile. Una rilevante caratteristica del metodo psicoanalitico consiste nel deliberato tentativo di neutralizzare, nella misura del possibile, ogni riferimento alla realtà e al così detto “mondo esterno”, ritenuto fuori delle sue competenze trasformative.

E’ invece favorita in modo specifico un’espansione immaginativa e dialogica, appartata dai rumori di un mondo tendenzialmente tenuto fuori o messo tra parentesi. Nonostante quest’impostazione, da sempre - e prendendo le mosse sia dalla cura della sofferenza psichica, sia dal singolare terreno a due dell’esperienza clinica - la psicoanalisi si è interrogata sulla  Kultur , e sulle caratteristiche di quel “mondo esterno” civilizzato, dal quale non può mai, a rigore, essere del tutto isolata, se non mediante gli accorgimenti tecnici del suo specifico metodo.

L’intersezione della psicoanalisi clinica e teorica con il quadro socioculturale entro il quale la psicoanalisi vive, è esercitata, si sviluppa eccetera, rappresenta un momento che non può essere trascurato dalla riflessione dello psicoanalista. Una riflessione sulla posizione dell’analisi rispetto al quadro nel quale opera, dovrebbe far parte della sua autoconsapevolezza.

I partecipanti che lo desiderano, possono produrre brevi contributi, anche clinici, da discutere in gruppo entro questa prospettiva, preliminarmente informandoci, se possibile, per consentire un certo coordinamento.

 

 

Fausto Petrella è titolare della Cattedra di Psichiatria dell'Università degli Studi di Pavia. E' membro ordinario e past President della SPI. Dirige un'Unità operativa psichiatrica a Pavia e la Scuola di Specializzazione in Psichiatria. Tra i suoi scritti in volume si segnalano La mente come teatro. Antropologia teatrale e psicoanalisi. Centro Scientifico Torinese, Torino 1985. “Il modello freudiano”, in Trattato di Psicoanalisi (a cura di A. A.Semi), vol. I, Cortina, Milano 1988, p. 41-145. “Nosologia e psicoanalisi”, in Trattato di Psicoanalisi (a cura di A. A. Semi), vol. II, Cortina, Milano 1989, p. 3-61. Turbamenti affettivi e alterazioni dell'esperienza, Raffaello Cortina, Milano 1993, p. 700, raccoglie e ordina un buon numero di suoi scritti psicopatologici, teorici e clinici.

 

 

Vanna Berlincioni è membro associato della SPI. Ricercatrice presso la sezione di Psichiatria del dipartimento di Scienze sanitarie applicate e psicocomportamentali dell'Università degli Studi di Pavia.. Si occupa in particolare della psicopatologia dei disturbi alimentari, di psichiatria transculturale e di psicotraumatologia. Tra i suoi lavoro recenti: Note su “Per la critica della psicoanalisi” di Karl Jaspers (con F. Petrella) "Atque", 22, 2001; Sofferenza mentale nelle migrazioni , "Adultità". Disagio e relazioni d’aiuto,13, 2001, 112-123.  La valenza psicotraumatologica di eventi perturbanti l’ecocultura (in collaborazione con R. Marino e M. Iliescu), in "Psichiatria ed ecologia" (a cura di G. Spinetti e L. Janiri), Cic ed. Roma, 2001; Support and psychotherapy, "Am. J.of Psychotherapy" 58, 3, 2004;

 

 

 

Brescia, 29.10.2005 "AGGRESSIVITA', RABBIA, IMPULSIVITA': CONTENUTI, NORMA E PRASSI"; Organizz.: ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO IRCCS; Sede: IRCCS CENTRO S.GIOVANNI DI DIO - VIA PILASTRONI, 4 - 25124 BRESCIA; Info: ccavagnoli@oh-fbf.it OBONOMETTI@OH-FBF.IT ; Fees= euro  72.

9,30-10,00 Registrazione e presentazione della giornata

10,00-11,00 Prof.A.Giannelli:

AMBIGUITA’ E COMPLESSITA’ DELL’EVENTO SUICIDARIO

 11,00-11,30 Discussione

11,30-12,30 Prof.E.Borgna:

 L’AGGRESSIVITA’ PSICOTICA COME FENOMENO RELAZIONALE

12,30-13,00 Discussione

Pausa pranzo:13,00-14,00

14,00-15,00 Prof.ssa Isabella Merzagora Betsos:

Il MALATO DI MENTE AUTORE DI REATO

15,00-15,30 Discussione

15,30-16,30 Prof.Romolo Rossi:

CREDO IN DIO CRUDEL

16,30-17,00 Discussione

17,00-17,30 Compilazione e consegna dei questionari

 

 

Rivoli (TO), ottobre 2005-marzo 2006 "FARE E PENSARE NELLA SALUTE MENTALE"; Organizz.: IL NODO GROUP CONSORZIO; Sede: RIVOLI (TO) VIA QUERRO, 54 - SEDE DE IL NODO GROUP; Info: info@ilnodogroup.it  ; Fees= euro 400.
CURRICULA DOCENTI
 
Robert D.Hinshelwood – psichiatra, analista di gruppo, membro della British Psychoanalytic Society, già Direttore del Cassel Hospital di Richmond (la Comunità terapeutica fondata da Tom Main) e presidente dell' International Association for Therapeutic Communities, autore di numerosi lavori sul trattamento residenziale delle psicosi e sulla dinamica dei gruppi e delle istituzioni. Attualmente insegna presso il Centro Studi Psicoanalitici dell’University of Essex.

 

Anton Obholzer - psichiatra, membro della British Psychoanalytic Society, è stato fondatore del "Consulting to Institutions Workshop” del Tavistock Centre London e  Direttore della Tavistock Clinic dal 1985 al 1993. Attualmente è Direttore associato del programma di formazione alle relazioni di gruppo del Tavistock Institute of Human Relations e docente al Leadership Centre dell’INSEAD di Fontainebleau.

 

Mario Perini - psichiatra e psicoanalista, membro dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi. Direttore scientifico de IL NODO Group, si è formato nell’analisi istituzionale e nel metodo delle Group Relations con il Tavistock Institute e la Tavistock Clinic. Si occupa da diversi anni di supervisioni istituzionali, formazione degli operatori, conduzione di Gruppi Balint e consulenze al ruolo organizzativo.

 

Marcel Sassolas, psichiatra e psicoanalista, membro della Societé Psychanalytique de Paris, è stato direttore sanitario ed è ora presidente di SMC - Association Santé mentale et Communautés di Villeurbanne (Lione). Il suo lavoro ha seguito, aggiornandola,  l'impostazione di P.-C.Racamier di cui è stato allievo. Dirige i Cours sur la Technique de Soins en Psychiatrie de Secteur che si svolgono ogni 2 anni a Villeurbanne.

 

 

 

Roma, 14.09.2005 "LA PREVENZIONE DEL SUICIDIO RIGUARDA TUTTI"; Organizz.:ASSOCIAZIONE ITALIANA LOTTA ALLO STIGMA (A.I.L.A.S.); Sede:  OSPEDALE SANT'ANDREA - AULA A - VIA DI GROTTAROSSA 1035/1039; Info: stigma2002@tradeventinternational.it ; Fees= n.d.
Abstract

 

Il suicidio uno dei problemi più grandi nell’ambito della salute pubblica, con circa un milione di morti l’anno. E’ uno delle principali cause di morte nel mondo, in modo particolare tra i giovani. Affligge individui, famiglie, posti di lavoro, quartieri e l’assetto sociale. Il costo economico associato al suicidio e all’autolesionismo è stimato in centinaia di milioni di euro ogni anno. Il suicidio è il risultato di una complessa interazione tra malattia mentale, povertá, abuso di sostanze, isolamento sociale, perdite, difficioltá relazionali e problemi di lavoro.

La prevenzione del suicidio ha bisogno di esperti come personale medico e addetti alla salute mentale. Queste figure professionali giocano un ruolo determinante nella valutazione del rischio e nell’organizzazione di servizi di emergenza e nel fornire terapie a breve e a lungo termine. Inoltre questi soggetti possono arricchire la ricerca e fornirci migliori informazioni per la valutazione delle misure preventive per il suicidio. Tuttavia il suicidio non può essere prevenuto solo attraverso queste figure. Tutti noi dobbiamo essere parte integrante della prevenzione per il suicidio. Ogniuno può fare qualcosa per ridurre il numero delle vittime del suicidio. Uno degli ostacoli più grandi nella lotta contro il suicidio è lo stigma ad esso associato. Spesso la vittima del suicidio è rappresentata come folle, manipolativa e destinata ad auto-infliggersi la morte. C’è un forte bisogno di cambiamento e di aumentare la consapevolezza della popolazione circa la gravitá del problema del suicidio e sul fatto che può in molti casi essere prevenuto.

L’organizzazione Mondiale della Sanitá in collaborazione con l’International Association for Suicide Prevention, l’American Association of Suicidology e l’International Accademy for Suicide Research organizza iniziative di vario genere per sensibilizzare le nazioni in ogni parte della terra sul problema del suicidio.

Questa giornata vuole essere un primo momento per riflettere e discutere alcune delle problematiche che ruotano intorno alla prevenzione del fenomeno suicidario. E’ intenzione degli organizzatori di questo evento continuare a coinvolgere sempre più esperti del settore e individui della popolazione affinchè si costruisca una cultura della prevenzione del suicidio.

 

Obiettivi

 

·       Fare acquisire conoscenze teoriche e aggiornamenti in tema di suicidologia

·       Fare acquisire abilità manuali, tecniche o pratiche in tema di prevenzione e valutazione della crisi suicidaria

·       Fare migliorare le capacità relazionali e comunicative in tema di rapporto con il paziente a rischio di suicidio

Programma Scientifico                                              14 SETTEMBRE 2005

9.00–9.20 Apertura dei lavori e presentazione della giornata

                Prof. Roberto Tatarelli

Saluto del Ministro della Salute

Messaggio di Edwin S. Shneidman, Professore Emerito University of California Los Angeles, fondatore della suicidologia, fondatore dell’American Association of Suicidology, Editor fondatore di Suicide and Life Thraetening Behavior

Prima parte: Prevenzione del suicidio: dagli studi epidemiologici agli interventi individuali

moderatore Prof. Alberto Siracusano

9.20-9.40 Il suicidio in Italia, evidenze, difficoltá e limiti dell’epidemiologia

Dr. Vanacore

Istituto Superiore di Sanità

9.40-10.00 Aspetti psicobiologici e possibili associazione con il comportamento suicidarlo. Ipotesi per la prevenzione

  Dr. Laviola – Dr. Adriani

  Istituto Superiore di Sanità

10.00-10.20 Valutazione e gestione della crisi suicidaria

  Prof. L. Pavan

Dip. Di Psichiatria – Università di Padova

10.20-11-00 Discussione

11.00-11.30 Coffee break

11.30-12.00 Il suicidio nelle patologie psichiatriche: stato dell’arte della prevenzione

Prof. R. Tatarelli

Dip. Di Psichiatria – Ospedale Sant’Andrea – Università di Roma “La Sapienza”

12.00-12.30 Il dolore psicologico e i bisogni frustrati come denominatore comune dei suicidi – cosa dire a colui che sta per saltare nel vuoto?

Dr. M. Pompili con la direzione del Prof. Edwin Shneidman

Dip. Di Psichiatria – Ospedale Sant’Andrea – Università di Roma “La Sapienza” & McLean Hospital – Harvard Medical School, Boston, USA

12.30-13.00 Discussione

13.00-14.00 Lunch

 

Seconda parte: Terapia farmacologica ed interventi diretti alla polazione generale                         moderatore Prof. Alleva

14.00-15.00 Terapie farmacologiche e prevenzione del suicidio

Prof. P. Girardi

Dip. Di Psichiatria – Ospedale Sant’Andrea – Università di Roma “La Sapienza”

15.00-16.00 Il comportamento dei media, lotta allo stigma e i messaggi per la popolazione

Prof. A. Ruberto

Dip. Di Psichiatria – Ospedale Sant’Andrea – Università di Roma “La Sapienza

16.00 16.30 Discussione e conclusione dei lavori

16.30-16.45 Compilazione dei questionari ECM

 

Pavia, ottobre 2005-gennaio 2006 "SEMINARI DI AGGIORNAMENTO IN NEUROPSICHIATRIA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA"; Organizz.: FONDAZIONE ISTITUTO NEUROLOGICO CASIMIRO MONDINO; Sede: PAVIA COLLEGIO S. CATERINA DA SIENA; Info: elena.botta@mondino.it ; Fees= euro 150.

Abstracts

 

“La psicoterapia degli adolescenti nei Servizi Pubblici”

Prof. E. De Vito                

 

Data la specificità della psicopatologia in adolescenza, età particolarmente vulnerabile che richiede competenze professionali precise, occorrono servizi dedicati che consentano una presa in carico articolata ed efficace. I servizi pubblici devono costituirsi anche come Centri “aperti” per adolescenti (walking center), cui i ragazzi possano accedere liberamente senza appuntamento, per consentire una utile diversificazione dell’offerta di risposte ai bisogni. Nel presente lavoro viene discussa la modalità di funzionamento dei centri aperti e dei servizi per adolescenti, con particolare riferimento al Progetto A di San Donato Milanese; viene inoltre discussa la struttura della psicoterapia psicodinamica breve, utilizzata nella consultazione con l’adolescente.

 

 

“La psicoterapia dell’adolescente come avventura condivisa”

Prof. G. Pellizzari

 

La psicoterapia rivolta all’adolescente richiede ancora più che in altre età della vita lo stabilirsi di una alleanza tra terapeuta e paziente: gli adolescenti hanno bisogno di essere legittimati, riconosciuti e sostenuti nella loro individualità e progettualità e allo stesso tempo non vogliono essere capiti; la riuscita del processo terapeutico deve quindi passare dalla condivisione dell’esplorazione del mondo dell’adolescente, che non può che essere condotta da una coppia al lavoro, con un terapeuta che sappia essere disponibile e attento a ciò che viene portato nel campo di interazione, pronto a  rilanciare la capacità di riflessione dell’adolescente e la sua capacità emotiva ed affettiva. Viene presentata e discussa una psicoterapia con un adolescente

 

“ Tics e Gilles de la Tourette: tra neurologia e psichiatria”

Prof. U. Balottin,  Dott. C. Termine

 

Pochi studi controllati hanno considerato, nei soggetti in età evolutiva, l’associazione fra Sindrome di Tourette (TS) e disturbi psichiatrici/comportamentali. Noi abbiamo condotto uno studio caso-controllo per verificare la riproducibilità dei pochi lavori pubblicati in questo ambito.

Per verificare tale associazione sono state somministrate scale standardizzate per i disturbi di tipo psichiatrico e del comportamento (CBCL, CDI, TAI, K-SADS, Y-GTSS, CY-BOCS, Conners Revised-Long Version) a 17 soggetti TS in età evolutiva e a 17 controlli appaiati per età e sesso, e ai loro genitori.

Risultati: Le diagnosi cliniche hanno rivelato una TS isolata nel 23.5% dei pazienti (4/17) , TS associata a disturbo da deficit d’attenzione/iperattività (ADHD) nel 11.8% (2/17), TS associata a disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) nel 41.2% (7/17), e TS associata a ADHD e OCD nel 23.5% (4/17). Nessun controllo presentava ADHD e/o OCD. Questi dati clinici sono stati confermati dai risultati della Child Behaviour Check List (CBCL). Infatti, il gruppo TS, confrontato con i controlli, ha registrato punteggi medi significativamente più alti nelle scale della CBCL relative alle principali comorbidità psichiatriche/comportamentali. Non sono invece emerse significative differenze tra casi e controlli al Children’s Depression Inventory e al Test Anxiety Inventory.

Conclusioni: I pazienti TS hanno un’alta prevalenza di disturbi psichiatrici o del comportamento rispetto ai controlli. Il nostro studio ha inoltre consentito di verificare che la CBCL, uno strumento ampiamente impiegato, semplice e rapido da somministrare, risulta un valido strumento di screening per quegli aspetti psicopatologici e comportamentali spesso associati alla TS e che, una volta individuati, potranno essere investigati più dettagliatamente usando strumenti clinici più accurati, come interviste strutturate e test proiettivi. Lo stesso non può essere detto, sulla base dei nostri risultati, per il CDI e il TAI.

 

“Un modello della mente: pensiero onirico e trasformazioni narrative”

Dott. A. Ferro

 

A partire da Bion, vengono presentate espansioni di un modello della mente che prevede l’utilizzo di teorie e di strumenti diversi: la reverie, che implica l’esistenza di un continuo scambio emozionale, all’interno della coppia analitica, in cui protoemozioni, protosensazioni – elementi β – vengono evacuati, tramite identificazioni proiettive del paziente, e accolti da una mente capace di trasformarli e restituirli elaborati, assieme al “metodo” per compiere tale operazione. Ciò implica la trasformazione di elementi  β in elementi α e anche la proiezione e introiezione della funzione α. Altro punto chiave di tale modello della mente riguarda il pensiero onirico della veglia, che rimane inattingibile all’analista, se non nella reverie e nei flash visivi, fotogrammi della pellicola di pensiero onirico, mentre possono essere conosciuti i “derivati narrativi” di tale pellicola. Interpretazioni narrative consentono una “digestione” e trasformazione degli elementi β del paziente. Vengono portati esempi clinici delle microtrasformazioni in seduta,  delle trasformazioni a medio e lungo termine cui si assiste nel lavoro “a quattro mani” che analista e paziente svolgono insieme.

 

 

 

“La costruzione dell’ identità adulta nell’ adolescente con patologia cronica”

Prof.ssa P. Massaglia

 

Dal punto di vista psicodinamico il processo adolescenziale ruota essenzialmente intorno al tema dell'identità; il problema centrale è conoscere se stessi e le proprie possibilità di rapporto e di realizzazione: chi si è, o meglio, chi si sta diventando. Tra la posizione infantile (chi si era) e la non ancora raggiunta posizione adulta (chi si sarà), si individua quindi un'area "critica", possibile terreno di emergenze problematiche situate in un continuum tra normalità e patologia. Si tratta di una zona ponte, oggi enormemente espansa, dove si arriva con il bagaglio esperienziale dell'infanzia, ci si spoglia del contenimento protettivo familiare e si ricevono numerose sollecitazioni esterne (dai pari soprattutto) ed interne, sul piano strettamente fisico, pulsionale e mentale. Prima di trovare la sua modalità di riorganizzazione psichica verso la costruzione della propria identità adulta, l'adolescente oscilla tra tendenze opposte, nell'ambito delle quali una grave patologia fisica esalta in particolare tre dualismi: regressione crescita, azione pensiero, morte vita.

L’intreccio tra la malattia cronica e la crisi adolescenziale accentua il ricorso a modalità di funzionamento mentale primarie, legate, da una parte, alla storia ed all'ambiente di vita del ragazzo malato, e, dall'altra, alle specificità della patologia: si ripristinano difese antiche, quindi regressive, di fronte ad una pena psichica altrimenti insopportabile, legata a fantasie, sentimenti ed angosce su una trasformazione terrorizzante di sé, sulla perdita di parti e funzioni del proprio corpo, sull'annichilimento e sulla morte. Inoltre, in questa particolare fase evolutiva la cronicizzazione della malattia assume un significato specifico, poiché l’esperienza di "crescere da malato" diviene parte integrante e spesso strutturante della vita e della personalità stessa dell'individuo, o comunque richiede un grande dispendio di energie mentali per essere contenuta. I ragazzi non devono solo limitare le interferenze della patologia sulla vita attuale, cercando di salvaguardarne la qualità, ma devono anche raggiungere nuove acquisizioni, capacità e realizzazioni: lottare per l'"accrescimento" e non solo per il "mantenimento" implica costi psicologici assai elevati. Proprio in rapporto a questa specificità nei pazienti che passano dall'infanzia all'età adulta ritroviamo elementi di sofferenza (collegata a sentimenti di solitudine e di incomunicabilità, che implicano una profonda diversità dagli altri)  ma anche di forza, sostanziata da desiderio e da rabbia.

Se dal punto di vista qualitativo il disagio emozionale è comune a quello dei coetanei sani, perché i temi centrali continuano ad essere quelli dell’indipendenza /dipendenza rispetto ai genitori (e agli adulti in generale), dell’uguaglianza /differenza rispetto ai coetanei, della speranza/ansia sulle prospettive di inserimento sociale (lavoro, relazioni affettive), non c’è dubbio che lo stato di malattia incrementa sentimenti di dipendenza, di diversità, di ansia. Allora il processo di costruzione della propria identità personale adulta, già estremamente complesso di per sé, si complica ulteriormente in rapporto alla difficoltà di integrare una condizione mentale ricca di speranze, entusiasmi, desideri, tipica della giovinezza, e uno stato fisico gravato di necessità, rischi e/o complicanze, tipico dell’età senile.

 

“La psichiatria d’urgenza in Neuropsichiatria Infantile”

Dott. G. Rossi,  Prof. U. Balottin

 

La presa in carico dell’urgenza in psichiatria dell’età evolutiva, intesa come situazione psicopatologica in evoluzione, che necessita di un intervento tempestivo sulle dinamiche non solo intrapsichiche ma anche interpersonali, familiari e sociali, deve tenere conto delle peculiarità dell’infanzia e dell’adolescenza come fase evolutiva e della psicopatologia dei differenti quadri clinici. Saranno discussi i diversi possibili modelli di intervento in psichiatria d’urgenza in età evolutiva nell’ottica di un trattamento integrato che vede combinate misure di protezione e di introduzione di limiti e contempla, accanto al ruolo della farmacoterapia, la funzione contenente della relazione terapeutica come presupposto per qualsiasi altro tipo di intervento.

 

 

“Riflessioni sul modello di intervento integrato nel ricovero con adolescenti affetti da patologie psichiche gravi”

Prof.ssa I. Caratelli, Dott. I. Ardizzone

 
Gli autori presentano e discutono le caratteristiche dell¹intervento integrato (psicofarmacologico, psicoterapeutico e riabilitativo)  su adolescenti ricoverati in situazione di grave urgenza psichiatrica. Attraverso esemplificazioni cliniche, vengono poste alla riflessione dei partecipanti le peculiarità di un intervento che rende possibile il passaggio da una situazione di emergenza individuale, familiare e istituzionale incomprensibile  a una situazione di crisi analizzabile secondo i tre livelli dell¹attualità, posteriorità e transgenerazionalità.

In altri termini questo significa ricostruire e ristabilire nel paziente, attraverso atti, diagnostici,  terapeutici e riabilitativi precoci,   un¹attività cosciente attraverso la quale poter accedere all¹esperienza inconscia e all¹area traumatica.

Vengono infine discusse possibili linee guida dell¹intervento integrato in situazioni di emergenza gravi secondo un punto di vista di psichiatria psicodinamica.



 

Roma, 1.10.2005 "LE EMOZIONI DEL VIVERE: LE PASSIONI"; Organizz.: Centro Psicoanalisi Romano; Sede: SALA CONFERENZE - P.ZZA MONTECITORIO, 123/4 - ROMA; Info: biblioteca@centropsicoanalisiromano.it    ; Fees= euro 70.

 

PROGRAMMA

 

 

 

9,00 - 9,15

 

 

Registrazione dei partecipanti

 

9,15 -  9,30

 

 

Introduzione: Anna Maria Nicolò (Chair), “Le passioni del vivere”

 

 

9,30-10,30

 

Relazione: Fernando Riolo, Le ragioni della passione

 

 

10,30 - 11,30

 

 

Relazione: Antonio Di Benedetto, Passione e com-passione attraverso l’ascolto

 

 

11,30 - 12,00

 

 

Pausa

 

12,00-13,30

13,30-14,30

Pausa

 

14,30-15,30

 

 

Tavola rotonda: Le passioni, un percorso per riflettere

Partecipanti: Riccardo Lombardi, Antonio Di Benedetto, Anna Maria Nicolò

 

 

15,30-17,00

 

Discussione con la sala

 

 

17,00-17,30

 

 

Questionario di verifica dell’apprendimento

 

ABSTRACT

 

 

Discussione con la sala

 

Dr. Antonio Di Benedetto, “Passione e com-passione attraverso l’ascolto”

L’orecchio psicoanalitico, affinato dall’esperienza musicale verso la prosodia del linguaggio verbale, può cogliere messaggi affettivi inauditi.

L’esperienza estetica e quella musicale, in particolare, creano i presupposti di un ascolto sensibile alle manifestazioni emotive e immaginative del mondo interno.

La natura della musica è tale da renderla idonea ad esprimere tutta la gamma degli affetti, dai più tragici ai più lieti, dal pianto al riso. Di questa sua prerogativa, di questa disponibilità ad accogliere gli aspetti più passionali dell’animo umano sono stati ben consapevoli poeti, compositori, studiosi e filosofi, sin dal più lontano passato.

Il simbolo musicale è un significante senza significato proprio, un contenitore che sembra aver annientato il suo contenuto. Ma esso crea le condizioni affinché si generi al suo interno un significato fatto delle fantasie e dei sentimenti, che si accendono nell’animo del fruitore. Tanto da risultare significativo, nonostante l’assenza di un senso preciso. Vanifica l’orizzonte dei concetti definiti, ma evoca quello indefinito dell’immaginazione e degli affetti. 

La forma musicale, nell’atto di distruggere il logos, consente l’epifania del pathos e della fantasia.

Esaminando una breve sequenza del Parsifal di R. Wagner cercherò di mostrare come il piacere estetico dell’ascolto comporti una regressione\distruzione del pensiero verbale e critico, creando allo stesso tempo le premesse per avvertire il sentimento del dolore psichico, del com-patire e della sublimazione passionale.

 

Dr.ssa Anna Maria Nicolò, “Le passioni del vivere”

Nessuna disciplina psicologica quanto la psicoanalisi si è tanto occupata di emozioni e di affetti. Lo psicoanalista identifica, definisce, contiene, modula e trasforma le emozioni, "cerca di  aiutare il paziente a trasformare quella parte di esperienza emotiva di cui è inconsapevole in un esperienza emotiva di cui sia consapevole" (Bion). Egli si muove  dal campo  degli affetti a quello delle rappresentazioni e "dalle modalità di  simbolizzazione proprie dell'affetto alle modalità di simbolizzazione proprie della rappresentazione", sia delle rappresentazioni delle  parole che delle rappresentazioni di cose. Le scoperte di Freud ci hanno aperto così un nuovo campo, ci hanno permesso di esplorare un nuovo linguaggio, il linguaggio degli affetti e una forma di simbolizzazione diversa da quella linguistica. Ma quale è il significato di questo linguaggio, quale la sua grammatica, quale la sua sintassi?  Potrebbe essere utile cominciare a distinguere emozioni, affetti, sensazioni, stati sensoriali corporei, stati affettivi complessi, climi affettivi nel setting, affetti consci, inconsci, rimossi, scissi, negati? Molte le teorie che gli psicoanalisti hanno elaborato nel corso di decenni. Adamo Vergine vi accennava nella sua introduzione al volume "Gli affetti nella psicoanalisi", che raccoglieva i lavori presentati nel ‘90 al 1X congresso nazionale della società psicoanalitica, raccogliendo in tre grandi filoni di ricerca questi studi: metapsicologico, relazionale e genetico-evolutivo (il primo facendo capo a Freud, il secondo alla Klein e il terzo agli studi winnicottiani). Le recenti ricerche neuro psicoanalitiche e gli ultimi sviluppi della psicoanalisi nordamericana stanno ulteriormente rivoluzionando alcune delle nostre concezioni. Ma anche se la nostra comprensione in questo campo si è arricchita, specializzata ed è divenuta progressivamente più efficace, ancor oggi dobbiamo dire come Leo Rangell nel ‘77 (al congresso internazionale di

Gerusalemme sul tema degli affetti) che ancora oggi non siamo in possesso di una teoria adeguata ed esaustiva intorno a  questo argomento.

 

Dr. Fernando Riolo, “Le ragioni della passione”

La relazione verterà sul rapporto tra la dimensione della passione e la dimensione della ragione, sviluppando le interazioni tra le componenti affettive profonde e i sistemi cognitivi coscienti volti alla loro espressione e alla loro realizzazione.

 

 

Pisa, settembre-dicembre 2005 "SUPERVISIONE E DISCUSSIONE CLINICA"; Organizz.: ASSOCIAZIONE PSICOANALISTI DI PISA; Sede: PISA VIA MANZONI 11; Info: paola.morganti9@virgilio.it ; Fees= euro 260.

Settembre 26

1° Giornata

ore 20.30 –23.00

La nevrosi : casi clinici

Dr.Ferri Monica

 

Ottobre 3

2 ° Giornata

ore 20.30 –23.00

Gruppo Clinico

Dr.Roberto Bichisecchi

Ottobre 10

3 °Giornata 

ore 20.30 –23.00

La psicosi : casi clinici

Dr.Ferri Monica

 

Ottobre 24

4 ° Giornata

ore 20.30 –23.00

Gruppo Clinico

Dr.Roberto Bichisecchi

 

Novembre 7

5  ° Giornata

ore 20.30 –23.00

L’ansia : casi clinici

Dr.Ferri Monica

Novembre 21

6 ° Giornata

ore 20.30 –23.00

Gruppo Clinico

Dr.Roberto Bichisecchi

 

 

Novembre 28

7  ° Giornata

ore 20.30 –23.00

Lo stress : casi clinici

Dr.Ferri Monica

 

 

Dicembre 5

8° Giornata

ore 20.30 –22.00

Gruppo Clinico

Dr.Roberto Fichisecchi

ORE 22.00-23.00

Prova finale : Elaborato scritto

Dr.Roberto Bichisecchi

Il Corso si rivolge a: Medici e Psicologi.

Obiettivi :Aggiornare sulla teoria e pratica  delle varie  modalità di intervento in psicoterapia

Il numero previsto di partecipanti  di 20 dei quali 15 Psicologi e 5 Medici  . La partecipazione al Corso è determinata dalla comunicazione dell’avvenuto pagamento

Il costo per la partecipazione al  Corso è stabilito in    260,00. L’evento è stato inserito nel  programma di Formazione Continua in Medicina (ECM) ed è in  valutazione  per l’attribuzione di crediti formativi.

Al termine del Corso verranno comunicati  (  se pervenuti ) i Crediti Formativi ECM acquisiti, assegnati dalla Commissione Ministeriale, e verranno rilasciati gli attestati.

Per informazioni  e iscrizioni rivolgersi a: Sig.ra Paola  Morganti  tel . Tel. 3358041334

e-mail: paola.morganti9@virgilio.it

Sede del Corso Via Alessandro Manzoni 11 Pisa

 

 

Milano, 8-22 ottobre 2005 "RIDERE, SORRIDERE E GIOCARE: L'ESPERIENZA DEL PIACERE NELLO SVILUPPO E NELLA CURA"; Organizz.: S.I.P.P.; Sede: VIALE CONI ZUGNA 5/A - MILANO; Info: ass.sipp@tin.it ; Fees= euro 60.

Programma dell’evento

 

 

8 Ottobre 2005 Prima Giornata

 

8,30 - 9,00              Registrazione dei partecipanti

 

9,00 - 9,15              Introduzione

 

9,15 – 10,15           Ridere, maschera, gioco, scherzo nella paura di vivere

                              Rita Manfredi

         

10,15-11,00            Discussione sulla relazione

                              Rita Manfredi

 

11,00-11,30            Pausa

 

11,30-12,30            La condivisione delle esperienze giocose come fattore strutturante                     della mente

                              Vincenza Laurora e Mariangela Villa

 

12,30-13,30            Discussione della relazione

                              Vincenza Laurora e Mariangela Villa

22 Ottobre 2005           Seconda Giornata

 

8,30-9,00                Registrazione dei partecipanti

 

9,00-9,15                Introduzione

 

9,15-10,15              Il gioco nella relazione analitica con il bambino e con l’adulto

                              Pia De Silvestris

         

10,15-11,00            Discussione della relazione

                              Pia De Silvestris

 

11,00-11,30           Pausa

 

11,30-12,30            Il gioco che prelude al perdono

                              Chiara Nicolini

 

12,30-13,30            Discussione della relazione

                              Chiara Nicolini

 

Bologna, 22.10.2005 "PSICOANALISI DELLA PACE, PSICOANALISI DELLA GUERRA"; Organizz.: S.I.P.P.; Sede: BOLOGNA, SALA CONFERENZE - VIA ZAMBONI 13; Info: matentoni@tin.it ; Fees= euro 50.

Programma dell’evento

 

 

Ore    9,30-10           Registrazione dei partecipanti

 

Ore    10-11           Sergio Molinari (SPI) " La psicopolitica e il pensiero di Franco                        Fornari"

 

Ore    11-12           Anna Sabatini Scalmati (SIPP) "Riflessioni sulla guerra e la                                  violenza di guerra. Contributo della psicoanalisi alla pace"

 

Ore    12-13           Discussione

 

Ore    13-14.30 Pausa

 

Ore           14,30-15,30 Silvia Amati "Il concetto di ambiguità nella clinica delle                                situazioni di violenza sociale traumatica"

Ore    15,30 -16,30           Silvia Amati – Presentazione caso clinico

 

Ore           16,30-17,30           Discussione

 

Ore           17,30-18,00           Conclusioni Luisa Citterio Segretaria nazionale SIPP

 

Ore           18,00-18,30           Somministrazione questionario


 

Parma, 19.10.2005 "DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA' PSICOPATOLOGIA CLINICA E TERAPIA"; Organizz.: ISTITUTO DI CLINICA PSICHIATRICA; Sede: PARMA - AULA MAGNA - UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PARMA - VIA UNIVERSITA' 12; Info: info@intermeeting.it  PSICHIAT@UNIPR.IT ; Fees= euro 83,34.

MERCOLEDI’ 19 OTTOBRE 2005

 

Ore   9.00                    Saluto della Autorità

 

Ore   9.15                    Introduzione al Corso

                                    Prof. C. Maggini (Parma)

 

I SESSIONE

                                    Moderatore: C. Maggini

 

Ore   9.30                    Antecedenti storici del Disturbo Borderline di personalità

                                    Prof. A. Pintus (Lucca)

 

Ore 10.30                    Psicopatologia e clinica del Disturbo Borderline di personalità

                                    Prof. C. Maggini (Parma)

 

Ore 11.30                    Comorbidità del Disturbo Borderline di personalità

                                    Prof. C. Marchesi (Parma)

 

Ore 12.30                    Discussione/Dibattito con Esperti

Esperti: Prof. C. Maggini, Prof. A. Pintus, Prof. C. Marchesi

 

Ore 13.30                    Lunch

II SESSIONE

                                    Moderatore: C. Maffei

 

Ore 14.30                    Strategie diagnostiche in funzione del trattamento

                                    Prof. C. Maffei (Milano)

 

Ore 15.30                    Tre miti nella Terapia del paziente Borderline

Prof. M. Rossi Monti (Urbino)

 

Ore 16.30                    Trattamento farmacologico del paziente borderline

                                    Prof. C. Maggini (Parma)

 

Ore 17.30                    Discussione/Dibattito con Esperti

Esperti: Prof. C. Maffei, Prof. M. Rossi Monti, Prof. C. Maggini

 

Ore 18.30                    Test di apprendimento

                                    Prof. C. Marchesi (Parma)

 

Ore 19.00                    Chiusura del Corso

 

 

 

Roma, ottobre-dicembre 2005 "NELLA SCENA DEL PADRE. TEMI DI PSICOANALISI E DI PSICOTERAPIA"; Organizz.: SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICHIATRIA; Sede: ISTITUTO RICCI PER LA FORMAZIONE IN PSICHIATRIA - VIA TICINO, 24 - 00198 ROMA; Info: seminari@istitutoricci.it  GDINNO@INWIND.IT  ; Fees= euro 120.

MARIA LUCIA MASCAGNI

ABSTRACT: "NEL NOME DEL PADRE"

Il lavoro si sviluppa intorno al caso di un tredicenne che richiede un aiuto "per fare tornare a casa suo padre". La posizione di delusione del padre, che vede il suo bambino goffo e sgraziato, viene utilizzata per introdurre la capacità - per alcuni padri - di assumere una funzione materna vicaria. Il processo di conoscenza che nel lavoro psicoanalitico procede dalla clinica alla teoria, e dalla teoria alla clinica, viene assunto quale modello per introdurre il concetto di "formazione del padre" nel pensiero di Eugenio Gaddini.

ANNAMARIA FERRUTA

ABSTRACT: "LA FUNZIONE PATERNA: ALLA RICERCA DEL PADRE"


Numerosi film degli ultimi anni propongono storie che gravitano intorno alla
figura paterna, perduta, da ritrovare , fonte di sicurezza in momenti di
difficoltà estrema. Spesso si tratta di un padre che non riveste i panni
dell¹eroe, del cow boy che affronta gli indiani per difendere la fattoria,
del capitano che offre una scialuppa di salvataggio dalla nave che affonda,
dell¹avventuriero che salva la principessa. No, è proprio un padre che abbia
un rapporto specifico con il figlio a essere cercato, un padre che metta a
disposizione una funzione fondamentale per sopravvivere psichicamente: è il
rapporto tra i due, padre e figlio, che è in questione, non solo un oggetto
da investire in un processo di identificazione attraverso meccanismi del
tipo: "da grande sarò / non sarò come mio padre". Quello che è illustrato è
proprio la qualità della funzione paterna nel processo di crescita. Di che
funzione si tratta? In che senso e in che modi possiamo differenziarla da
quella materna?

JORGE CANESTRI

ABSTRACT: "STATI PRECONFLITTUALI E CONFLITTUALI DELLA MENTE"


In questo seminario si affronta il tema del conflitto per come esso emerge
attraverso le tesi della psicoanalisi contemporanea e, particolarmente
quella europea dove tale concetto, negli ultimi anni, non sembra aver
sollevato grande interesse. Ciò non significa necessariamente che il
concetto di conflitto sia stato respinto o sostituito; piuttosto vi è stato
un grande interesse sugli stadi preconflittuali dello sviluppo. In realtà,
il conflitto risulta generalmente implicito nel lavoro analitico e, come
molti altri concetti, esso assume differenti e spesso divergenti significati
sia fra le varie scuole di pensiero psicoanalitico che all'interno di
ciascuna scuola. Nel seminario vengono trattati questi temi attraverso
alcune presentazioni cliniche focalizzate soprattutto sulla relazione
terapeutica.

SIMONA ARGENTIERI

 

ABSTRACT: "ALLA RICERCA DEL PADRE"

 

Nella cultura occidentale domina ormai da decenni la retorica dell' "assenza della figura paterna", materiale e simbolica. Ma - nel quadro delle profonde mutazioni della coppia e della famiglia nei nostri tempi confusi - c'è anche un fenomeno, almeno a prima vista, tenero e rassicurante: quello dei nuovi padri, capaci di accudire e di stare in rapporto con i bambini fin dalle primissime epoche della vita.

Con l'ausilio di immagini cinematografiche, parleremo dunque - con un termine mutuato da E. Gaddini - del cosiddetto "padre materno", nel doppio versante delle vicissitudini affettive ed identitarie dei genitori e dei figli.

 

Firenze, settembre 2005-giugno 2006 "IL TRANSFERT, FUNZIONI DEL MATERIALE CLINICO IN PSICOANALISI, PSICOANALISI E ..."; Organizz.: S.P.I.; Sede: CPF, VIA DON MINZONI 39 - FIRENZE; Info: info@quidcom.com ; Fees= n.d.

 

PROGRAMMA

 

Il Programma, che di seguito verrà dettagliato, è costruito intorno a tre moduli:

1.  Il transfert. Cambiamenti nella teoria e nella pratica clinica.

2.  Funzioni del materiale clinico in psicoanalisi.

3.  Psicoanalisi e…

 

1. “Il transfert. Cambiamenti nella teoria e nella pratica clinica” è un invito ad approfondire e discutere il tema del prossimo Convegno Nazionale della SPI che si terrà a Siena dal 28 settembre al 1 ottobre 2006. L’obiettivo è lavorare collettivamente per il Convegno in modo da preparare i Soci a una partecipazione competente e attiva.

 

2. “Funzioni del materiale clinico in psicoanalisi” ospita riflessioni sui modi con i quali si presenta, si legge, si scrive, si utilizza o si discute il materiale clinico in psicoanalisi. I contributi vanno nel senso della riflessione epistemologica; della ricerca empirica; dell’analisi linguistica; della supervisione individuale; del funzionamento gruppale; del confronto fra diversi modelli interpretativi di uno stesso materiale.

 

3. “Psicoanalisi e…” si fonda sull’idea che quella “e” sia di importanza cruciale per uscire dalla crisi: un ponte che colleghi la psicoanalisi al resto del mondo. Dunque: psicoanalisi e società, e istituzioni; e scuola; e arte; e cinema; e psichiatria; e medicina; e.

 

 

Legenda

Modulo 1, Transfert:

Anna Maria Nicolò, Su alcuni aspetti poco discussi del transfert e della relazione analitica

Arigo Bigi, Sono possibili analisi a due sedute la settimana?

Paolo Meucci, Quando i bambini cominciano a giocare

Il transfert nei pazienti gravi, tavola rotonda

Ascolto e osservazione del transfert, tavola rotonda

 

Modulo 2, Funzioni del materiale clinico in psicoanalisi:

David Tuckett, La comunicazione e la comprensione dei fatti clinici

C’era una volta. Antonello Correale, Marta Capuano, Donatella Guidi

Sandra Maestro, Parlare con i colleghi attraverso i pazienti

 

Modulo 3, Psicoanalisi e:

Psicoanalisi e Arte:

Stefano Calamandrei, Riflessioni psicoanalitiche su Michelangelo e il suo autoritratto

Psicoanalisi e Società:

Giovanna Gori, Identità di genere: dubbi da condividere

Guido Gori, Diventare nonni

Marco Mastella, Essere nipoti: la presenza dei nonni nella crescita del bambino

 

Psicoanalisi e maternità:

Giovanna Mori, Anna Luperini, Marco Mastella. Giornata di studio:  La maternità interiore

 

 

2005

SETTEMBRE

Giovedì 29            

ore 21.00 – 22.00 Su alcuni aspetti poco discussi del transfert e della relazione                                   analitica; Anna Maria Nicolò

ore 22.00 – 22.30           Discussant: Sandra Filippini

ore 22.30 – 23.00   Dibattito aperto con il pubblico: l’esperto risponde; Anna Maria                     Nicolò

 

 

OTTOBRE

Giovedì 6

Ore 21.00 – 23.00           Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

Giovedì 20

Ore 21.00 – 22.30           Riflessioni psicoanalitiche su Michelangelo e il suo autoritratto

                              Stefano Calamandrei

Ore 22.30 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico: l’esperto risponde; Stefano Calamandrei

 

Sabato 22

Ore 09.00 – 11.00           La comunicazione e la comprensione dei fatti clinici; David Tuckett

Ore 11.00 – 11.30          Dibattito aperto con il pubblico

Ore 11.30 – 12.00          Coffee Break

Ore 12.00 – 13.00          Presentazione di un caso clinico

Ore 13.00 – 13.30          Dibattito aperto con il pubblico

Traduzione dei testi, e simultanea nella discussione a cura del Prof. Aldo Grassi, Firenze

 

NOVEMBRE

Giovedì 3

Ore 21.00 – 23.00           Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

Giovedì 17

Ore 21.00 – 22.00           Evolution sociale et questionnement de la métapsichologie : le moi à l’épreuve de la liberté; Philippe Jeammet

Ore 22.00 – 22.30          Discussant: Sergio Muscetta

Ore 22.30 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico

Traduzione simultanea di Chiara Rosso

 

 

Giovedì 24

Ore 21.00 – 22.30 Sono possibili analisi a due sedute la settiamana?; Arrigo Bigi

Ore 22.30 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico: l’esperto risponde; Arrigo Bigi

DICEMBRE

Giovedì 1

Ore 21.00 – 23.00          Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

 

2006

 

GENNAIO

Giovedì 12

Ore 21.00 – 23.00          Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

 

Venerdì 20

Ore 21.00 – 22.00          Questioni teoriche e tecniche poste all’analisi del lavoro clinico con pazienti “eterogenei”; Anna Ferruta

Ore 22.00 – 22.30          Discussant: Gregorio Hautmann

Ore 22.30 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico

                             

FEBBRAIO

Giovedì 2

Ore 21.00 – 23.00          Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

Giovedì 9

Ore 21.00 – 22.00          Parlare con i colleghi attraverso i pazienti. Usi del materiale clinico nella comunicazione tra analisti; Sandra Maestro

Ore 22.00 – 22.30          Discussant: Stefania Nicasi

Ore 22.30 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico: l’esperto risponde; Sandra                                       Maestro

Sabato 18

Giornata di studio organizzata in collaborazione con il Centro Psicoanalitico di Bologna

La maternità interiore

Ore 09.00 – 09.30          Introduzione ai lavori

Ore 09.30 – 12.00  La maternità interiore; Gina Mori

Ore 12.00 – 13.00          Dibattito aperto con il pubblico

Ore 13.00 – 15.00  Pausa pranzo

Ore 15.00 – 16.30          La stanza d’analisi come osservatorio: dalla Pre-infant alla relazione; Arianna Luperini, Marco Mastella

Ore 16.30 – 17.00          Dibattito aperto con il pubblico

 

Giovedì 23

Ore 21.00 – 21.45          Curare con le storie. Esperienze grippali con pazienti psicotici                           adulti; Marta Capuano, Donatella Guidi

Ore 21.45 – 22.30          Antonello Correale, C’era una volta...commento alla relazione di Marta Capuano e Donatella Guidi

Ore 22.30 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico: gli esperti rispondono; Marta                                         Capuano, Donatella Guidi

 

MARZO

Giovedì 2

Ore 21.00 – 23.00          Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

Giovedì 9

Ore 21.00 – 22.00          Identità in genere, dubbi da condividere; Giovanna Gori

Ore 22.00 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico: l’esperto risponde; Giovanna Gori

 

Giovedì 30

Ore 21.00 – 21.45          Diventare nonni; Guido Gori

Ore 21.45 – 22.30          Essere nipoti: la presenza dei nonni nella crescita del bambino; Marco Mastella

 

APRILE

Giovedì 6

Ore 21.00 – 23.00          Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

Giovedì 27

Ore 21.00 – 22.00          Quando i bambini cominciano a giocare; Paolo Meucci

Ore 22.00 – 22.30          Discussant: Gina Mori

Ore 22.30 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico: l’esperto risponde; Paolo Meucci

 

MAGGIO

Giovedì 4

Ore 21.00 – 23.00          Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

Giovedì 11

Ore 21.00 – 23.00          Tavola rotonda sul tema: Il transfert nei pazienti gravi; Elisabetta Bernetti, Stefano Calamandrei, Marta Capuano, Maria Ponsi, Enza Quattrocchi, Giuseppe Saraò

                              Moderatore: Giovanni Hautmann

Registrazione del dibattito a cura di Gabriela Gabbriellini

 

Giovedì 25

Ore 21.00 – 22.30          Analyzing disavowed action: the fundamental resistance of analysis; Henry Smith

Ore 22.00 – 23.00          Dibattito aperto con il pubblico: l’esperto risponde; Henry Smith

Traduzione simultanea di Aldo Grassi

 

 

GIUGNO

Giovedì 8

Ore 21.00 – 23.00          Discussione di materiale clinico: primi colloqui e terapie in corso

 

Giovedì 15

Ore 21.00 – 22.30 Tavola Rotonda sul tema: Ascolto ed Osservazione del Transfert: dispiegamento, forme, qualità, movimenti, trasformazioni, sviluppi; Alessandra Ginzburg, Maria Ponsi, Antonella Sessarego

Moderatore: Gina Ferrara Mori

Registrazione del dibattito a cura di Antonella Sessarego

Ore 22.30 – 23.00          Compilazione del test di verifica ECM

Ore 23.00 – 23.15  Ritiro Test e conclusione dei lavori

 

 

 

 

 

INFORMAZIONI GENERALI

Sede del Corso di Aggiornamento:

Sede SPI – viale don Minzoni, 39 – FIRENZE ad eccezione della giornata del 18 febbraio 2006 che si terrà presso il Centro Psicanalitico Italiano di Bologna.

Iscrizione al Corso di Aggiornamento

L’iscrizione al corso è gratuita. E’ necessario inviare alla segreteria organizzativa l’allegata “Scheda di Iscrizione” debitamente compilata entro e non oltre il 1 settembre 2005.

Segreteria Organizzativa

Quid Communications srl - Via G. C. Vanini, 5 – 50129 Firenze Tel. 055-4633701 Fax. 055-4633698  info@quidcom.com                                                                     

Segreteria Scientifica

Giuseppe Saraò

Stefania Nicasi

Educazione continua in medicia - ECM

Sono stati richiesti i crediti ECM  per  un numero massimo di 37  partecipanti individuati tra le discipline di psichiatria, neuropsichiatria infantile e 18 psicologi psicoterapeuti. Per acquisire i crediti assegnati, i partecipanti dovranno compilare il questionario di verifica dell'apprendimento e la scheda di valutazione dell'evento. Sono obbligatorie le firme di entrata ed uscita, ed il 100% di presenza al corso.

Attestato di Frequenza

L’attestato con i crediti formativi verrà recapitato direttamente al partecipante dopo la verifica del questionario di valutazione dell’apprendimento.

Variazioni

La Segreteria Scientifica e la Segreteria Organizzativa si riservano il diritto di apportare al programma tutte le variazioni che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o scientifiche.

 

RAZIONALE SCIENTIFICO:

 

Si organizza questa serie di incontri per aggiornamento e formazione personale per psicoanalisti e psicoterapeuti. Si approfondiranno i seguenti argomenti:

1.  Il transfert. Cambiamenti nella teoria e nella pratica clinica.

2.  Funzioni del materiale clinico in psicoanalisi.

3.  Psicoanalisi e…

Si otterrà un approfondimento teorico con ricaduta clinica sul piano professionale nell’intervento terapeutico. Oltre a relazioni teoriche saranno organizzate serate interamente dedicate alla presentazione di casi clinici discussi in dibattiti direttamente dai partecipanti.

 

PAROLE CHIAVE: Transfert – Psicoanalisi Pratica clinica

MODULO ELENCO OBIETTIVI: 21

ABSTRACTS DELLE RELAZIONI

 

Nicolò Anna Maria

SU ALCUNI ASPETTI POCO DISCUSSI DEL TRANSFERT E DELLA RELAZIONE ANALITICA.

Dopo un breve riesame della tematica alla luce delle più moderne teorie psicoanalitiche, con l'aiuto di due brevi vignette cliniche, la relatrice discuterà l'esistenza contemporanea nelle sedute di molteplici livelli del transfert. In particolare nei pazienti più gravi o in età evolutiva, come gli adolescenti, verrà messa in luce l'attivazione di elementi di transfert sul setting e sulla sua dimensione concreta.

 La relazione tra il transfert e le componenti extra-transferali del legame con l'analista sarà indagata, specialmente in riferimento alle situazioni ove la coppia analitica e il legame che essa organizza come elemento terzo, neoformato tra il paziente e l'analista, funziona come resistenza intrattabile per l'evoluzione del processo. Questi due aspetti, il transfert sul setting e sulla sua dimensione concreta e il legame nella coppia analitica, sono particolarmente evidenti nel trattamento di casi difficili.

 

Calamandrei Stefano

RIFLESSIONI PSICOANALITICHE SU MICHELANGELO E IL SUO RITRATTO

In questo articolo viene passata in rassegna la letteratura psicoanalitica degli autori che si sono dedicati al grande artista. Dal celebre articolo di Freud sul Mosè fino agli sviluppi più recenti. Contemporaneamente viene analizzata l’opera creativa di Michelangelo, individuando un unico filo conduttore che stimola la sua creatività. Questo bisogno di creare sembra formarsi nelle prime esperienze di vita  del maestro, nell’aver subito una ferita narcisistica, che continuamente, nell’arco della sua intera vita, lo ha spinto a tentare, attraverso la propria arte, una ricomposizione del proprio conflitto interiore. Si può individuare infatti fin dalla sua prima opera, la Madonna della Scala, un percorso artistico che si snoda e si ripropone diversamente nel tempo, ma che in maniera sempre molto significativa, tende a ripetere ed arricchire la tematica psicologica di base. Elementi di questo percorso si trovano in tutte le sue opere sia che l’osservazione consideri le diverse Madonne con Bambino, oppure le Pietà, od il tema del non-finito, fino ad arrivare allo sconvolgente autoritratto realizzato all’interno del Giudizio Universale, affrescato nella Cappella Sistina. Autoritratto che il suo autore non ha rivelato e che per quattro secoli circa è rimasto nascosto sia ai critici che agli appassionati, cosa piuttosto inconsueta per un autore che non è mai stato dimenticato e che ha goduto sempre di notevole fortuna critica. La sua scoperta avvenne nel 1925 grazie ad un critico dilettante e da allora, unanimemente, anche la critica specialistica è d’accordo nell’attribuire a quella pelle scorticata, simbolo del martirio di San Bartolomeo, le sembianze del suo grande e sofferente Autore.

 

 

Tuckett David

LA COMUNICAZIONE E LA COMPRENSIONE DEI FATTI CLINICI

La discussione clinica con colleghi contribuisce ad aiutare l’analista a focalizzare meglio sul lavoro con il paziente e a comprendere ciò che succede in seduta. Questa modalità di lavoro è importante per lo sviluppo della teoria e della tecnica della psicoanalisi in quanto offre interpretazioni alternative dei significati inconsci delle parole e delle azioni sia del paziente che dell’analista.

 

La presentazione clinica del processo psicoanalitico in modo dettagliato è piuttosto rara nel nostro ambiente di lavoro; tende ad essere considerata una supervisione piuttosto che una discussione scientifica. La presentazione clinica è una modalità diversa da quella di portare brevi esempi clinici come la vignetta clinica che è una modalità altamente selettiva utilizzata per illustrare una problematica particolare senza dare l’opportunità ai colleghi che ascoltano di mettersi nei panni dell’analista.

 

La presentazione clinica deve descrivere e distinguere tra ciò che il paziente ha detto, ciò che l’analista ha sentito, cosa l’analista ne ha pensato e cosa ha detto e perché. Nel narrare la seduta l’analista quindi presenta un processo in cui lui stesso è una parte vitale ossia, dove egli è dentro una relazione come un osservatore partecipe e il significato di ciò che l’analista dice nella seduta è soggettiva. Nel tentativo di comunicare il suo materiale clinico agli altri, l'analista dice più di quello che sa consciamente.

 

Questo è una forza non una debolezza di questo metodo di lavoro come la libera associazione nel processo analitico. L’analista porta il materiale in un modo per cui l’esperienza della presentazione clinica e il responso dei colleghi che ascoltano, come il responso del paziente alle interpretazioni in seduta, è una parte essenziale della comprensione della comunicazione totale e completa potenzialmente il processo psicoanalitico attraverso l’accesso alla comunicazione inconscia all’interno della narrazione dell’analista.

 

Secondo David Tuckett la discussione clinica tra colleghi è il modo più stimolante per l'analista per comprendere il proprio lavoro psicoanalitico con pazienti e permette all’analista di riflettere sulla propria esperienza e di scoprire significati nuovi nel materiale che non aveva ancora visto. Promuove anche quella cultura della ricerca (culture of enquiry) così essenziale per il futuro della psicoanalisi che consiste nella possibilità di discutere insieme con colleghi in modo più proficuo, nel definire e riconoscere i fatti clinici e nel mantenere quell’atteggiamento aperto al cambiamento e una disponibilità ad essere sorpresi.

 

 

 

Jeammet Philippe

CAMBIAMENTI SOCIALI E QUESTIONI METAPSICOLOGICHE: L’IO ALLA PROVA DELLA LIBERTA’

L'autore esamina alcune questioni cruciali della metapsicologia classica alla luce dei profondi mutamenti conosciuti dalla società che oggi è assai diversa da quella dei tempi di Sigmund Freud. In particolare il clima non repressivo nel quale si svolge la crescita dell'individuo, l'indebolimento dell'autorità paterna, la crisi dei valori, l'ampia disponibilità di beni materiali pongono le persone, e in particolare gli adolescenti, di fronte a problemi nuovi. In tale contesto, costrutti come quello di Io e  di forza dell'Io, già cari alla Ego Psychology, possono tornare utili ma richiedono una attenta revisione.

 

Gori Giovanna

IDENTITA’ DI GENERE, DUBBI DA CONDIVIDERE

Premessa la distinzione tra identità sessuale e identità di genere come
l'ha formulata R.Stoller, viene data una sintetica presentazione di alcune
teorie psicoanalitiche dello sviluppo psicosessuale come iter attraverso cui un
bambino struttura normalmente la sua identità sessuale.

Vengono poi prese in esame le patologie dell'identità di genere sia
dell'infanzia e adolescenza che del mondo adulto, con alcune ipotesi
etiopatogenetiche.

Infine attraverso una breve incursione nell'ambito dell'antropologia
culturale si cerca di prospettare una visione più complessa e sfumata
delle tematiche relative all'identità di genere, fino a considerare alcuni
temi molto vivi e attuali nella nostra società che sfidano le nostre teorie,
e ci prpongono molti interrogativi (matrimoni tra omosessuali e possibili
conseguenti adozioni e inseminazioni per citare il più clamoroso).

 

Bigi Arrigo.

SONO POSSIBILI ANALISI A DUE SEDUTE LA SETTIMANA ?

          Nel dar vita a un trattamento analitico, la frequenza delle sedute è un fattore determinante per la costituzione di un idoneo setting di lavoro.

          La pratica clinica mostra che la frequenza delle sedute è un parametro che influenza alcuni basilari aspetti di un’analisi, come la sua dimensione pusionale (regressione), quella temporale (continuità, processo), quella relazionale (l’intrapsichico).

          Nei manuali di tecnica viene indicata come “buona” analisi quella condotta  a frequenza oscillante tra 3 e 5 sedute la settimana, dove la diversità del ritmo viene a volte sostenuta dal particolare modello teorico assunto.

          Attualmente constatiamo che sono diminuite le richieste di analisi a frequenza elevata, mentre , sempre più spesso, ci troviamo di fronte a persone che si mostrano disponibili per un trattamento che preveda poche sedute la settimana.

          Sorge così il quesito se è possibile  sostenere che un trattamento che preveda due sedute la settimana, in una cornice formale che rispetti il setting analitico, permetta il costituirsi di quella relazione paziente-analista che noi identifichiamo come analisi, allorché lavoriamo a 3,4,5 sedute la settimana.

          L’incontro con P.Fonda nel maggio scorso al CPF ha aperto la discussione sul problema.  Per l’interesse che ha suscitato penso che un’ulteriore tornata sull’argomento sia ben accolta.

          Presenterò 2 casi che ho ora in trattamento che indicherei, appunto, come “analisi a due sedute la settimana”.

 

 

 

Ferruta Annamaria.

QUESTIONI TEORICHE E TECNICHE POSTE ALL’ANALISI DEL LAVORO CLINICO CON PAZIENTI “ETEROGENEI”

Danielle Quinodoz (2002) ha indicato come pazienti "eterogenei" casi
clinici che presentano, anche nella stessa seduta, aspetti regrediti ed evoluti,
forse cercando di sfuggire alla morsa definitoria che si attiva in una
relazione transfert-controtransfert caratterizzata da sentimenti di
precarietà e incertezza, che mettono alla prova la responsabilità
dell'analista nell'indirizzare i suoi interventi sul "fatto scelto". Lo
statuto incerto della relazione analista-paziente tende a gettare la sua
ombra sulla teoria e sulla tecnica analitica: a volte questi pazienti si
sentono "addestrati" o resi inanimati da interpretazioni che tengono conto
degli aspetti capaci di simbolizzazione; altre volte si sentono lasciati
soli da interventi di ascolto e rispecchiamento. Questo lavoro propone
considerazioni teoriche e tecniche che cercano di utilizzare queste
esperienze cliniche come occasione per sviluppare la specificità del
pensiero psicoanalitico e delle sue potenzialità di simbolizzazione
curante, nell'intento di evitare un'eterogeneità riflessa.

 

 

 

Maestro Sandra

PARLARE CON I COLLEGHI ATTRAVERSO I PAZIENTI. USI DEL MATERIALE CLINICO NELLA COMUNICAZIONE TRA ANALISTI.

A partire da una breve review di alcuni contributi della letteratura sul tema della scrittura in psicoanalisi, verranno svolte alcune  riflessioni sulla sua funzione nella comunicazione tra colleghi, su ciò che può attivare nel gruppo una funzione di review rispetto al materiale presentato , e ciò che invece può saturare e intasare le capacità trasformative del gruppo. La presentazione scritta di materiale clinico verrà  intesa  anche come secondo passo nella trasformazione emotiva, dopo la comunicazione verbale tra paziente e analista che può rappresentare il primo passo, ma proprio per questo anche come  qualcosa che allontana, distanzia dall'esperienza emotiva originaria  e accentua la solitudine dell'analista. Alcune esemplificazioni cliniche tratte dall'analisi di un'adolescente integreranno la parte teorica

 

Ferrara Mori Gina

LA MATERNITA’ INTERIORE

Questo contributo nasce dal lavoro del  Gruppo PreInfant di Firenze, condotto da Gina Ferrara Mori. Il Gruppo, di durata pluriennale, si è riunito con cadenza regolare stimolando i partecipanti   a riflettere sui trattamenti psicoterapici e psicoanalitici come occasione privilegiata di osservazione  dello sviluppo della maternità interiore e della relazione madre (padre)-bambino.

          Il contratto terapeutico istituisce un assetto certamente diverso rispetto a quello dell’Infant Observation previsto da Esteh Bick ma non esclude un atteggiamento osservativo dell’analista e della coppia analitica. In questo senso, analista e paziente assistono assieme alla trasformazione psichica della donna paziente nella sua ‘crisi fisiologica’, al passaggio di stato che diviene davvero particolarmente ‘interessante’, con una ‘trasparenza psichica’ che conduce alla superficie anche aspetti molto arcaici, che non vanno confusi con una acutizzazione di aspetti psicopatologici, e che richiedono comunque un continuo riequilibrio delle ‘preoccupazioni cliniche’. La tenuta della donna e della coppia viene messa a dura prova, se è vero, come diceva Winnicott, che la preoccupazione materna primaria potrebbe essere paragonata a uno stato di dissociazione o a un disturbo più profondo quale un episodio schizoide. Se da un lato l’analista si trova a svolgere, per lo più silenziosamente, una funzione di contenimento, dall’altro prosegue la sua funzione interpretativa.

          Il Gruppo si è cosituito come un laboratorio dove i partecipanti hanno seguito direttamente e indirettamente (attraverso il resoconto clinico dei colleghi) e rivisitato in letteratura diverse condizioni femminili: donne ancora in preda a lutti non elaborati (anche per IVG o perdita del feto), anche a trasmissione transgenerazionale; donne apparentemente deprivate affettivamente; donne che avevano intrapreso la strada dell’adozione o dell’affido; donne ricorse alla fecondazione assistita; donne giunte tardivamente alla maternità; come anche donne relativamente sane, o sufficientemente normali, che nel corso dell’analisi o della psicoterapia restano incinte.

La relazione si sofferma sugli innumerevoli spunti offerti  dall’intenso lavoro del Gruppo illustrando al contempo la portata conoscitiva e trasformativa dell’esperienza gruppale e la sua ricaduta  positiva sulle relazioni terapeutiche in corso portate alla discussione.

 

Luperini Arianna, Mastella Marco

LA STANZA DI TERAPIA COME “OSSERVATORIO”: DALLA PRE-INFANT ALLA RELAZIONE

La stanza della terapia, sia essa teatro di una analisi quanto di una psicoterapia ad orientamento psicoanalitico, si propone quale luogo/relazione che permette di osservare i vissuti gravidici nelle loro più profonde implicazioni. La relazione della madre con i propri oggetti interni si ripropone nella dinamica transfert/controtransfert e la relazione analitica diventa strumento osservativo di tutti quei movimenti della dinamica psichica delle donne che concepiscono un bambino durante una terapia; la trasparenza psichica caratteristica dello stato gravidico si incontra con il movimento regressivo inerente la terapia stessa.

Elemento di particolare interesse ci pare la possibilità offerta da questo punto di osservazione di esplorare quelle condizioni psichiche che potremmo chiamare di "pre-pre-infant", ossia la costruzione di quello spazio mentale dove avviene il concepimento del bambino, spazio al quale non potremmo in altro modo avere accesso e che ci pare il punto a maggior concentrazione di predittività per la futura relazione madre-bambino e i possibili disfuzionamenti della stessa.

E' intrinseca a questo contesto osservativo la funzione terapeutica dell'osservatore, che qui si trova ad essere totalmente disvelata facendo apprezzare in tutta la sua pienezza la valenza preventiva di un'osservazione così precoce, riaffermando il continuo bilico tra conoscere e curare.

Ci occuperemo di questo attraverso l'esposizione di casi di pazienti in analisi e in psicoterapia nella consapevolezza di osservare con una lente di ingrandimento ciò che osserveremmo in un campione casuale .  

 

Capuano Marta, Guidi Donatella

CURARE CON LE STORIE. ESPERIENZE GRUPPALI CON PAZIENTI PSICOTICI

Il seminario si propone di mettere in evidenza l’uso GRUPPALE di lettura collettiva di fiabe e racconti e la diversa funzione di stimolo e terapia. Si propone inoltre di esplorare la diversa funzione dell’analista/ terapeuta in una situazione iniziale propedeutica ad una formazione gruppale ed in un gruppo già “formato”. Le situazioni cliniche riguardano in entrambi i casi paz. psicotici adulti, uno in un contesto più istituzionale e ad alto rischio ( P. Ricoverati in regime di TSO) e un’altra sempre istituzionale ma più “aperta” e programmata.

 

Gori Guido

DIVENTARE NONNI: MITO,  REALTA’ E IMMAGINARIO IN UNA PROSPETTIVA PSICOANALITICA.

L’esperienza dei nonni è un fenomeno  ricco e complesso, molto indagato dalla ricerca gerontologica nei suoi aspetti socio-demografici e  presente nella letteratura psicologia soprattutto dal punto di vista del bambino. Infatti, in quest’ultimo campo, si possono reperire molti contributi sul ruolo che i  nonni svolgono per il nipote, mentre molto meno analizzata è l’altra faccia della medaglia, cioè quali sono gli accadimenti interni e i cambiamenti che possono  susseguirsi in un uomo o in una donna che si accingono a questo evento nella loro vita, e che potremmo definire come il lavoro del diventare nonni.

Da un lato si possono individuare una serie di nuove acquisizioni, di  ruoli, di valori, di potenzialità che di fatto rendono gratificante l’esperienza del diventare e dell’essere nonni e la animano di quegli investimenti libidici verso i nipoti e di quei significati emotivi che derivano dal perpetuarsi della genealogia e dal riattivarsi, a contatto con la nuova generazione, di personali esperienze positive.

Diventare nonni può comportare però anche profonde crisi e fallimenti, espressione non solo delle difficoltà incontrate nel superare i cambiamenti interni prodotti dalla nascita del nipote, ma anche dalla attivazione di conflitti che coinvolgono le varie generazioni presenti sullo scenario nei loro legami reali e immaginari.

I nonni infatti sono protagonisti di quelle vicende psicologiche in cui le tre generazioni interagiscono con corsi e ricorsi di avvicinamento  o di evitamento

del confronto, ma essenzialmente con accostamenti tra vecchiaia e infanzia e con allontanamento della generazione intermedia che rimane così oggetto di impulsi ambivalenti. Questi ultimi  sembrano scaturire dai sentimenti di competizione e di rivalità dei nonni verso i propri figli, e che possono arrivare fantasmaticamente fino ad usurparne il ruolo, come meglio potremo vedere nei casi clinici che verranno presentati al Centro.

Ma contendere il ruolo ai propri figli può suscitare forti sentimenti di colpa, connessi al desiderio di spodestarli, di sostituirsi a loro fin quasi, simbolicamente, a ucciderli.

Queste vicende psicologiche che sono inserite nelle tematiche Edipiche per i contenuti di gelosia e ostilità ( “ il ritorno invertito dell’Edipo represso”) possono dunque animare la condizione dei nonni rendendola una esperienza a volte polimorfa e inquietante, fonte di profondo disagio. 

 

 

 

Meucci Paolo

QUANDO I BAMBINI INCOMINCIANO A GIOCARE

La relazione prende spunto da alcune storie cliniche di bambini con gravi disturbi della simbolizzazione che nel corso del trattamento analitico hanno iniziato ad essere capaci di “far finta”.

Vengono presi in esame i precursori del “gioco di finzione”, ed in particolare le modalità e i contenuti dello scambio relazionale tra l’adulto ed il bambino che favoriscono oppure inibiscono  lo sviluppo del gioco.

 

 

Ferrara Mori Gina

TAVOLA ROTONDA; ASCOLTO E OSSERVAZIONE DEL TRANSFERT: DISPIEGAMENTO, FORME, QUALITA’, MOVIMENTI, TRASFORMAZIONI, SVILUPPI

La tavola rotonda avrà una conduzione cogestita dai seguenti psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana (SPI):

 

Gina Ferrara Mori del Centro Psicoanalitico di Firenze, Membro Ordinario della SPI con funzioni di training, proponente e coordinatrice introdurrà il tema e si soffermerà a presentare aspetti di transfert precostituiti, forme iniziali di transfert di particolare intensità coinvolgenti l’assetto mentale dell’analista.

 

Alessandra Ginzburg, del Centro di Psicoanalisi Romano, Membro Ordinario della SPI con funzioni di training, parlerà del suo lavoro sul monitoraggio dei movimenti del transfert nei sogni di pazienti in analisi.

 

Maria Ponsi, del Centro Psicoanalitico di Firenze, Membro Ordinario della SPI, esporrà alcune qualità del transfert riferendosi a momenti di due situazioni cliniche

 

Antonella Sessarego, del Centro Psicoanalitico di Firenze, Membro Associato della SPI, esporrà ipotesi sul dispiegamento e lo sviluppo del transfert nell’analisi a due sedute

 

 Seguirà una discussione con l’intervento dei partecipanti alla serata.

 

La tavola rotonda ha anche lo scopo di preparare i partecipanti al Congresso Nazionale della SPI che si terrà a Siena, che ha per tema: “Il transfert oggi. Conseguenze metapsicologiche dei cambiamenti avvenuti nella nostra pratica clinica”.

 

Smith Henry

L’AZIONE CHE RINNEGA IL LAVORO ANALITICO: LA FONDAMENTALE RESISTENZA DELL’ANALISI

Da sempre è problematico nella teoria e nella prassi analitica il rapporto tra pensiero e azione.

Freud nel lavoro “ Ricordare , ripetere ,rielaborare “ ( 1914 ) sosteneva che i pazienti che agiscono non hanno la possibilità di ricordare.

Nei decenni successivi il problema è stato affrontato da più vertici, si è capito che anche le parole dentro il rapporto analitico possono veicolare azioni : non sempre i pazienti parlano senza agire e lo stesso interpretare dell’analista talvolta è un agito verbale che rimanda ad un visuto controtransferale difficile. Nel transfert con aspetti perversi tutto questo è molto evidente ; ma anche con altri pazienti nel processo analitico si incontrano resistenze che ci parlano dell’uso perverso della parola con una intellettualizzazione che allontana la comunicazione dell’esperienza per evitare il dolore della relazione terapeutica.

Vengono descritte alcune vignette cliniche che illustrano la parte teorica del lavoro.

 

 

 

 

Padova, 12/11/2005 "LA CURA PSICOANALITICA DELLA CRISI ADOLESCENZIALE: ORIENTAMENTI TECNICI E COSTRUZIONE DEL SETTING"; Organizzaz.: S.P.I.; Sede: CVP, VICOLO DEI CONTI, 14 - PADOVA; Info: mg.capitanio@libero.it ; Fees= euro 24.

Evento:   La cura psicoanalitica della crisi adolescenziale: orientamenti tecnici e

 

costruzione del setting .      

 

Seminario di formazione alla teoria, alla clinica  e alla tecnica psicoanalitiche dell’adolescenza rivolto a psicologi e medici che lavorano nel campo della psichiatria, della neuropsichiatria infantile, della psicologia clinica, della consultazione e della psicoterapia e  che si occupano in particolare di soggetti adolescenti.

 

 

 

                                              12 novembre 2005.

                                                   Orario 9.15- 13.15

 

                                                   F. Ladame 

Cosa possiamo fare quando non c’è   un “ terzo “rappresentato? Psicodramma psicoanalitico e altre tecniche che permettono di  raffigurare il “terzo” assente.

 

La cura tipo e i trattamenti psicoanalitici classici si fondano  sulla capacità del paziente di “giocare”  con le rappresentazioni,  di muoversi nella tridimensionalità e di ricorrere alla simbolizzazione. Una tale capacità suppone l’esistenza di un preconscio funzionale. Il “taglio”  delle percezioni esterne lascia allora la più grande libertà alla circolazione delle rappresentazioni.

Con i pazienti che non hanno , o non hanno più, accesso allo spazio psichico tridimensionale, tale esigenza non è soddisfatta  e la differenziazione tra fantasmi e realtà non è più garantita. Da qui prende le mosse l’interesse per lo psicodramma psicoanalitico che per il suo stesso dispositivo 

include una funzione “terza”. Lo psicodramma  propone un percorso  inverso a quello delle terapie analitiche classiche: si inizia  con  l’azione ( la recita) per pensare in seguito a ciò che è stato  recitato  sulla attività fantasmatica che tale recitazione ha  mobilitato.

 

 

 

In caso di  eventuale assenza del relatore si prevede una  relazione  alternativa :

                                          dr. Patrizio Campanile

I momenti dell’adolescenza  ed il processo di soggettivizzazione

L’età dello sviluppo del corpo è anche l’età dello sviluppo della libertà di pensare a partire dalle rappresentazioni di sé in trasformazione. In questo quadro vengono discussi il costrutto di “preadolescenza” e la sua utilità sul piano clinico, distinguendola dai momenti successivi del processo adolescenziale. In particolare, dopo le articolazioni di questo argomento, viene proposto di riconsiderare il processo adolescenziale alla luce del processo di soggettivizzazione. Il senso ed i limiti dell’uso psicoanalitico di questa ulteriore costruzione sono presentati, nell’accezione discussa, nella prospettiva di potersi rappresentare diverse forme in cui l’individuo può manifestarsi, una di queste essendo appunto quella di soggetto.

 

Il seminario prevede ampia discussione sia della relazione (il cui testo viene distribuito ai partecipanti) che di materiale clinico (che i partecipanti sono invitati a portare) e sarà moderata dal dr. Marco La Scala, Presidente del CVP  e dalla dr.ssa Maria Vittoria Costantini, Segretario scientifico del CVP.

Il seminario si terrà nella sede del Centro Veneto di Psicoanalisi a Padova, Vicolo dei Conti n.14  dalle ore 09.15 alle ore 13.15; poiché il relatore parla francese è prevista la traduzione “in consecutiva”.

 Sarà data la precedenza a chi già lavora in istituzioni, in enti pubblici o sta effettuando un corso di specializzazione in ambito clinico.

E’ prevista una quota di iscrizione di Euro  20  + IVA = 24 .00

 

Milano, ottobre-dicembre 2005 "RICERCA E PSICOANALISI (CMP, 2005-2)"; Organizz.: S.P.I.; Sede: CMP, VIA CORRIDONI, 38 - 20122 MILANO; Info: biblio.cmp@iol.it ; Fees= euro 310.

PROGRAMMA E ABSTRACT:

 

DATA:  14 ottobre 2005 (1)

Ore: 21.00-23.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo: La ricerca concettuale psicoanalitica

Docenti: Anna Ursula Dreher

Abstract: Questo lavoro prende in considerazione il concetto di “Ricerca concettuale¹ e dice qualche cosa rispetto alla sua origine ed al suo sviluppo ­ ed

inoltre parla di come questo approccio di ricerca possa operare in cooperazione con altre attività di ricerca in ambito psicoanalitico. la ricerca concettuale si occupa dell¹indagine sistematica e metodica dei significati impliciti ed espliciti dei concetti analitici e dei campi concettuali ­ nel loro uso clinico ed extra-clinico.  Per esempio, noi siamo abituati a vedere certi fenomeni clinici, come i “patterns” del transfert, come argomento di indagine scientifica. Ma la ricerca non si limita ad indagare simili fenomeni; essa può anche comprendere il linguaggio analitico di cui ci serviamo per cogliere tali fenomeni, e può indagare l¹uso mutevole di un concetto ­ per esempio quello di transfert. La ricerca concettuale è, per così dire, solamente indirettamente concentrata sui fenomeni stessi, dato che si focalizza sul nostro linguaggio teorico, sui nostri concetti; e ha lo scopo di chiarire le regole di un uso corretto del concetto che risponda a requisiti clinici e scientifici.

DATA:  15 ottobre 2005 (2)
ORE: 9.30-12.30

TIPO: B - Serie di relazioni su tema preordinato

TITOLO: “LA RICERCA E LA CLINICA PSICOANALITICA”

Ore: 9.30-10.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Titolo: Le acquisizioni dell’Infant Research per lo sviluppo della psicoanalisi
Docenti: Gherardo Amadei
Abstract:
Riferendosi in particolare agli studi di Louis Sander, figura guida nel campo dell'Infant Research, questo scritto cercherà di evidenziare come, ormai da

diversi decenni, differenti contesti extra-clinici (quali appunto quelli dell'Infant Research) forniscono dati di tipo psicodinamico (ad es. quelli sui processi di auto-regolazione ed etero-regolazione della relazione interpersonale) che, per qualità euristiche, si affiancano alle osservazioni cliniche quanto a rilevanza per lo sviluppo della Psicoanalisi.   

Ore: 10.30-11.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Titolo: I fatti,  i concetti  e la specificita’ teorico-clinica  della psicoanalisi
Docenti: Michele Bezoari
Abstract:
Per favorire quel dialogo tra le diverse posizioni teoriche e le diverse linee di ricerca che è necessario per lo sviluppo della psicoanalisi, come di ogni scienza, viene valorizzato il criterio della specificità. Il peculiare rapporto che esiste in psicoanalisi tra i fatti clinici e i concetti teorici può essere oggi ancor meglio definito e compreso nell’attuale contesto di pluralismo epistemologico. Verrebbe così facilitato un confronto rispettoso e non riduttivo tra la psicoanalisi e le discipline affini e anche una migliore integrazione tra i diversi metodi di ricerca praticati all’interno della stessa comunità psicoanalitica.

Ore: 11.30-12.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Titolo: Il contributo delle neuroscienze alla psicoanalisi
Docenti:
Mauro Mancia
Abstract:
Il contributo delle Neuroscienze alla Psicoanalisi si articola su vari aspetti funzionali del cervello quali basi per funzioni mentali intorno alle quali gravita la teoria psicoanalitica della mente.

Il primo punto riguarda la memoria la cui funzione si identifica con quella dell’inconscio. La scoperta del doppio sistema della memoria (implicita ed esplicita), che opera nel nostro cervello, ci suggerisce l’ipotesi che esista un doppio sistema inconscio: quello non rimosso, collegato alla memoria implicita, preverbale e presimbolica, non passibile di ricordo e quello rimosso o dinamico scoperto da Freud, che si basa su esperienze depositate nella memoria esplicita e che può essere riportato alla luce attraverso il ricordo.

Un altro aspetto di una possibile interazione tra Neuroscienze e Psicoanalisi è rappresentato dal sogno alla cui conoscenza e rapporto con il sonno hanno contribuito la neuropsicologia (con bio-immagini) e la psicofisiologia.

Un terzo contributo nasce dalle osservazioni con bio-immagini relative ad una possibile condivisione di affetti tra soggetto e osservatore in esperimenti in cui nell’osservatore si attivano le stesse strutture del dolore del soggetto osservato e sofferente. Queste esperienze hanno un notevole valore per cogliere le dimensioni neurofunzionali di modalità collegate alla identificazione proiettiva. Gli stessi neuroni-specchio recentemente scoperti possono essere interpretati come l’espressione elettrofisiologica di “rappresentazioni primarie”, di imitazioni e stati intenzionali fino alla condivisione di stati sensomotori che possono avere delle analogie con modalità descritte come identificazione proiettiva.

DATA: 20 ottobre 2005 (3)

Ore: 21.00-22.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo: “Memoria implicita e inconscio precoce non rimosso: loro ruolo nel processo terapeutico

 

Docenti: Mauro Mancia

Abstract: In questo Seminario la memoria è affrontata dal punto di vista delle neuroscienze e della biologia molecolare ed integrata con la teoria psicoanalitica dell’inconscio. La scoperta della memoria implicita ha esteso il concetto di inconscio e favorito l’ipotesi che le esperienze emozionali e affettive (anche traumatiche), presimboliche e preverbali, delle relazioni primarie madre-bambino siano depositate in questa forma di memoria. Esse possono costituire la struttura fondante di un nucleo inconscio precoce del Sé non rimosso. L’identificazione dell’inconscio con la memoria permette una ipotesi sulla sua organizzazione anatomo-funzionale.

L’inconscio non rimosso può essere recuperato attraverso la “dimensione musicale” del transfert caratterizzata dalla voce (tono e ritmo) e dalla prosodia del linguaggio che si collega alla lingua materna come accesso privilegiato agli affetti del transfert. I sogni possono trasformare simbolicamente esperienze presimboliche e preverbali rendendole verbalizzabili e pensabili anche senza il ricordo. I sogni inoltre creano rappresentazioni pittografiche capaci di colmare il vuoto della non rappresentazione che caratterizza l’inconscio non rimosso.

Saranno descritti alcuni flash clinici per dimostrare le modalità di approccio all’inconscio non rimosso nella relazione analitica, attraverso l’analisi del transfert e il lavoro su alcuni sogni.

Ore: 22.30-23.30


Tipo:
D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

 

Discussant: Anna Ferruta

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione Memoria implicita e inconscio precoce non rimosso: loro ruolo nel processo terapeutico

 

 

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DATA:  27 ottobre 2005 (4)

Ore: 21.00-23.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo:  Riflessioni psicoanalitiche sul terrorismo

 

Docenti: Almatea Usuelli Kluzer, Claudia Peregrini, Katharina Schweizer              

Abstract: Risulta molto difficile definire le dinamiche psichiche individuali e gruppali alla base del fenomeno chiamato <Terrorismo>. Anche perché esistono molte tipologie di terrorismo (strettamente dipendenti dai vari contesti storico-culturali), e non esiste ancora un’unica definizione di terrorismo che trovi d’accordo gli Organismi Internazionali che se ne occupano.

Quindi, lo studio della struttura psichica del terrorista non può prescindere dalla conoscenza dell’humus socio-culturale, politico-economico, religioso, in cui “quel terrorista” nasce e cresce. Proprio lo studio delle intersezioni e delle concausalità circolari ci ha portato a formulare alcune ipotesi.

Date certe precondizioni, e date certe dinamiche (particolari) che possono aver luogo in grandi, medi, e piccoli gruppi, i quali necessitano della presenza di un LEADER carismatico, sembra che qualunque mente umana, in qualunque epoca storica, possa sviluppare la violenza disumanizzante tipica del terrorismo. (Varvin, S.  Dealing with terror. In: Violence or Dialogue?  IPA, 2003, London).

Meccanismi narcisistico-paranoidi basati sulla scissione (in senso Kleiniano), sulla idealizzazione, e sulla identificazione proiettiva, in condizioni di amplificazione sociale (spesso di tipo traumatico), sono alla base della distruttività terroristica.

Sembra anche che sia relativamente facile e molto rapido entrare nella dimensione schizo-paranoide (o, in altri termini, regredire ad uno stato di difettosa mentalizzazione), condizione necessaria alla distruttività terroristica. (Kernberg, O, F. Sanctioned social violence: A psychoanalytic view. Int. J. Psychoanal. 2003; Part one 84: 683-698. Part two 84: 953-968).

 

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DATA: 18 novembre 2005 (5)

Ore: 21.00-22.30           

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo:Il tempo e la cura delle lacerazioni del Sé”

 

Docenti: Roberto Speziale Bagliacca

Abstract: Il dibattito avverrà sui temi espressi da Roberto Speziale-Bagliacca nel suo recente saggio Ubi maior. Il tempo e la cura delle lacerazioni del Sé (Astrolabio, 2004). Il  tema conduttore dell'incontro è la cura delle lacerazioni del Sé che, per evidenziarsi, necessitano di un clima di accettazione e di contenimento che permetta  l'analisi delle angosce e dei sensi di colpa persecutori che sono alla base delle scissioni della personalità. Uno dei compiti principali  dell'analista è quello di far emergere i vissuti persecutori  del paziente  anche accettando (ma con modalità che necessitano di grande sensibilità) di diventare egli stesso nel transfert un persecutore. Probabilmente si tratta dell'operazione più delicata di ogni trattamento psicoterapico che necessita di una strategia adeguata.

Un uso oculato della rêverie e altre tecniche d'intervento assumono un ruolo decisamente utile nella comprensione e nella cura del paziente soprattutto nei momenti di impasse del terapeuta e nell'affrontare le metafore utilizzate dai pazienti stessi.

Ore: 22.30-23.30


Tipo:
D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

 

Discussant: Roberto Escobar – Franco De Masi

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione Il tempo e la cura delle lacerazioni del Sé”

 

 

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DATA: 24 novembre 2005 (6)

Ore: 21.00-22.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo:L’agire e il transfert – Revisioni teoriche o nuove necessità cliniche?

 

Docenti: Lucio Sarno


Abstract: Il seminario si propone di mettere a fuoco il problema dell’“agire”in psicoanalisi; in particolare per quel che riguarda la sua relazione col transfert. Vengono presi in considerazione i passaggi che hanno segnato l’evoluzione teorico-clinica della visione del concetto, vengono riguardate le conseguenze che le mutate prospettive hanno nel campo della relazione clinica col paziente. In particolare setting, contratto, parola ed “azione” vengono individuati come quattro elementi costitutivi della relazione psicoanalitica. Nella relazione fra questi quattro fattori e i modelli di riferimento discendono i valori ed i significati dei “fatti” psichici che seguono il processo psicoanalitico.

 

 

Ore: 22.30-23.30


Tipo:
D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

 

Discussant: Anna Ferruta

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione “L’agire e il transfert – Revisioni teoriche o nuove necessità cliniche?

 

 

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DATA: 1 dicembre 2005 (7)

Ore: 21.00-23.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo: Implicazioni cliniche nel pensiero di Bion

 

Docenti: Nino Ferro

Abstract: L’impatto, le conseguenze  del pensiero di Bion sulla clinica e sulla  teoria della tecnica nel nostro lavoro quotidiano sono molto importanti da sviluppare.

Il pensiero di Bion è  così estremamente ricco, articolato, complesso che è già di per sè utile  chiarirlo , ma è  ancora più pregnante mettere a fuoco le implicazioni cliniche del suo pensiero e gli sviluppi possibili di esso nel lavoro analitico quotidiano

 Viene indagata la centralità del suo concetto di ‘pensiero onirico dela veglia’ con la cascata di implicazioni tecniche che ne derivano tra cui quelle implicate dal concetto di derivati narrativi, ludici, grafici.

 

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DATA: 3 dicembre 2005 (8)

Ore: 9.30-12.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo: “Peer Review”

Docenti: Nino Ferro


Abstract: Da anni l’International Journal of Psychoanalysis propone in tutti i Congressi internazionali la ‘’peer review’’ che consiste nel mostrare il modo di valutazione che viene fatto di ogni articolo inviato all’IJP per una eventuale pubblicazione. Viene proposta una esercitazione dal vivo nel quale un lavoro pervenuto all’IJP è discusso dai partecipanti e poi il loro parere è confrontato con quello dato dai membri dell’editorial Board dell’IJP. L’esperienza conduce indirettamente a riflettere alle qualità che un articolo deve avere per essere accettato sulla più importante rivista di psicoanalisi del mondo.

 

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DATA: 15 dicembre 2005 (9)



Ore: 21.00-22.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo: ll limite dell'esistenza.un contributo psicoanalitico al problema della caducità della vita

Docenti: Franco De Masi

Abstract: Il relatore descrive come il pensiero psicoanalitico ha esplorato il tema della cognizione della morte nell’inconscio personale. Come analista esplora la qualità dell’angoscia collegata a questo evento naturale e  ciò che  rende perturbante l’idea della morte la propria  e quella degli altri nell’uomo medio della nostra civiltà occidentale. Che cosa intendiamo con “Paura della Morte”, che cosa ci rappresentiamo come morte, da che cosa siamo tormentati? Da un punto di vista psicoanalitico come possiamo concettualizzare la paura che l’uomo ha della morte e quali possono essere le risorse interiori di cui disponiamo per rendere pensabile questa evenienza?

 

 

 

Ore: 22.30-23.30

 

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

 

Discussant: Francesco Barale

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione ll limite dell'esistenza.un contributo psicoanalitico al problema della caducità della vita

 


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Roma,  16-17 giugno 2005 "LE SINDROMI DEPRESSIVE IN ETÀ EVOLUTIVA" Organizz.: DIPARTIMENTO DI SCIENZE NEUROLOGICHE E PSICHIATRICHE DELL'ETÀ EVOLUTIVA;  Sede: SALA DELLA PROTOMOTECA - CAMPIDOGLIO- ROMA; Info: GABRIEL.LEVI@UNIROMA1.IT zadotti.giulia@tiscalinet.it  ;
  Fees= euro 100.

16 GIUGNO

 

SESSIONE 1: La depressione in età evolutiva: problemi generali

9.00   Saluto delle autorità, ecc.

10,00 Le sindromi depressive  dell’infanzia come problematica emergente nella assistenza sanitaria

Dr. Pietro Panei  - ISS Roma

10.15 Sintomi depressivi e sentimenti depressivi in età evolutiva

Prof. G. Levi

10.45  La Cognitive Behaviour Therapy in età evolutiva

F. Mancini

11,15 coffee break

11,45 Depressione maggiore e tentativi di suicidio in adolescenza

A. Condini

12,15 Comunicazioni (Discussant: R. Farruggia)

 

SESSIONE 2: La depressione in età prescolare

15,00 Le sindromi depressive in età prescolare

J. Luby

16,00 Sottotipi clinici nella depressione in età prescolare

C. Sogos

16,30 Depressione genitoriale e psicopatologia della prima infanzia

D. Knauer, M. Martelli

17,00 Un’esperienza di screening per la depressione in età prescolare

M.G. Melegari

 

 

 

17 GIUGNO

SESSIONE 2: Il disturbo bipolare in età evolutiva

9,00 Il Disturbo Bipolare in età scolare

B. Geller

10.00 Sintomi dello spettro bipolare nei bambini con ADHD

R. Donfrancesco

10,30 La comorbidità tra disturbo della condotta e disturbo bipolare

A. Milone

11,00 coffee break

11,15 Aspetti biologici nella patogenesi del disturbo depressivo

L. Bode – A.M. Patti

12,00 Percorsi evolutivi dei disturbi bipolari: trattamento integrato

M. Ferrara

12,30 Comunicazioni (Discussant: S. Marsan)

13,30 Questionario di verifica

 

Roma, 23-26 giugno 2005 "L'ESPERIENZA INCONSCIA: PROSPETTIVE RELAZIONALI"; Organizz.: ISTITUTO DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOLOGIA PSICOANALITICA DEL SÉ E PSICOANALISI RELAZIONALE; Sede: SALA DELLO STENDITOIO, VIA DI SAN MICHELE 22, ROMA; Info: SUSI@ISIPSE.IT segreteria@isipse.it ; Fees= euro 350.

CURRICULA DEI RELATORI:

Francesco Paparo (Roma)

Medico.

Nato a Napoli nel 1925, Laureato in medicina e chirurgia all'Università di Roma nel 1950. Specialista in neuro-logia e psichiatria dal 1953 .

Libero docente in Neuropsichiatria Infantile presso l'Università di Roma dal 1956.

Assistente,poi aiuto e quindi primario psichiatra dell'Ospedale S.Maria della Pietà fino al pensionamento nel 1982.

Consigliere Temporaneo dell'OMS (Organizzazione Mondale di Sanità) in vari gruppi di studio psichiatrici (Mannheim, Cork ).Membro associato della Società Psicoanalitica Italiana. Membro dell'international Council for Psychoanalytic selfpsychology.

Co-fondatore, co-direttore e didatta  dell'ISIPSE.

 Dal 1950 traduttore dall'inglese di libri scientifici e psicoanalitici (Darwin, Bowlby, Kohut, Basch, Wolf, Stolorow ecc.).

 

Neil Altman (New York)

direttore, insieme a Jody Davies, di Psychoanalytic Dialogue. Nel New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis  fa parte del Consiglio Direttivo, è Co-Direttore  degli Orientamenti Relazionali ed è supervisore. È inoltre nel Consiglio Direttivo e supervisore del Programma di Training in Psicoterapia e Psicoanalisi dell’Infanzia e dell’Adolescenza del National Institute for the Psychotherapies di New York. Ha lavorato per oltre quindici anni nei servizi pubblici di salute mentale del Bronx e di altri quartieri periferici di New York. Da questa approfondita e ampia esperienza nel 1995 è nato il suo libro The Analyst in the Inner City - Race, Class, and Culture Through a Psychoanalytic Lens. Fa parte dello Stephen A. Mitchell Center for Relational Psychoanalysis e della IARPP International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapies.

 

Massimo Ammaniti (Roma)

Professore Straordinario di Psicopatologia generale e dell'Età Evolutiva, Facoltà di Psicologia Università di Roma dal 1991 al 1994 e Professore Ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo dal 1994 ad oggi. Insegnamento di Psicopatologia dello Sviluppo, IIa Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell'Università di Roma, dal 1991 ad oggi.

Membro del Board of Directors della World Association of Infant Mental Health (WAIMH).

Presidente dell'Associazione Italiana per la Salute Mentale Infantile.

Psicoanalista della International Psychoanalytical Association.

Membro del Research Advisory Board dell'International Psychoanalytical Association.

Esperto dell'Inserm (Institut National de la Santé e de la Recherche Médical).

Membro dell'Osservatorio per la Salute Mentale del Ministero della Salute e dell'Osservatorio per l'Infanzia e l'Adolescenza del Ministero del Lavoro e per le Politiche Sociali.

Redattore della Rivista "Psicologia Clinica dello Sviluppo".

Direttore della Rivista "Infanzia e Adolescenza".

Membro del Comitato Scientifico della Rivista "Attachment and Human Development".

Membro del Comitato Scientifico della rivista "Kinderanalyse".

Membro del Comitato Scientifico della rivista "Richard e Piggle".

Curatore dell’opera Manuale di psicopatologia dell'adolescenza, Raffaello Cortina Editore, Milano 2002.

 

Lew Aron (New York)

è direttore del New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis in cui insegna psicologia clinica. E’ stato

presidente della Divisione di Psicoanalisi (39) della American Psychological Association. È autore di A Meeting of Minds: Mutuality in Psychoanalysis, di prossima pubblicazione in italiano presso l’editore Cortina. Ha curato (con F. Sommer Anderson) Relational Perspectives on The Body, che sarà trodotto presso l’editore la Biblioteca. Ha curato - con Mitchell - Relational Psychoanalysis: The Emergence of a Tradition, che sarà tradotto da Boringhieri. E’ - fin dall’inizio - nella redazione di Psychoanalytic Dialogues e dirige la collana Relational Perspectives Book Series pubblicata da The Analyic Press. Aron è Presidente della IARPP International Association for Relational Psychoanalysis & Psychotherapy di cui è uno dei membri fondatori.

 

Paolo Stramba Badiale (Milano)

Collaboratore dell’Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano, dal 1982 al 1994.

 Ricercatore dell’unità C.N.R. “Psicologia e psicopatologia dei processi percettivi e cognitivi”, dal 1985 al 1994

  Iscritto all’Ordine Professionale degli Psicologi della Lombardia

 Abilitato all’esercizio dell’attività psicoterapeutica dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia

 Membro dell’ISIPSé (Istituto di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi Relazionale)

 Membro dell’ AAPI ( Association for Autonomous Psychoanalytic Institues )

 Membro della IARPP ( International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy)

 Segretario scientifico del Centro Milanese ISIPSé

 

 

Tony Bass (New York)

È membro del comitato direttivo dell’International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP).

Fa parte del comitato direttivo ed è analista didatta del New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis

Membro dl Comitato Editoriale di Psychoanalytic Dialogue

 

Jessica Benjamin, (New York)

Fa parte del comitato direttivo ed è analista didatta del New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis. Nel 2001 ha ricevuto il Distinguished Scientific Award della Divisione di Psicoanalisi (39) della American Psychological Association. È parte della redazione di Studies in Gender and Sexuality. Fa parte dell’Editorial Board di Psychoanalytic Dialogues.

Ha pubblicato: Bonds of Love (1988) [Legami d’amore, Rosenberg e Sellier 1991],  Like Subjects, Love Objects (1995) [Soggetti d’amore, Cortina 1996], e  Shadow of the Other (1997). È membro fondatore e membro del comitato direttivo della IARPP International Association for Relational Psychoanalysis & Psychotherapy.

 

Emanuel Berman (Tel Aviv)

1975-76 Yeshiva University  Assistant Professor

1976- University of Haifa Lecturer to Full Professor

1986- New York University  Visiting Clinical Professor

1991- Training and supervising analyst, Israel Psychoanalytic Institute

1994- International Editor, Psychoanalytic Dialogues (N.Y.C.)

2000- Board Member, International Association of Relational Psychoanalysis and Psychotherapy                                               

BOOKS

Essential papers on psychoanalysis and literature (editor & introductions). N.Y.: N.Y.U. Press, 1993.

Freud and Dora (editor & introduction). Tel Aviv: Am Oved, 1993.

Freud’s papers on psychoanalytic treatment (editor & introduction). Tel Aviv: Am Oved, 2002.

Freud's papers  on sexuality  and love (editor). Tel Aviv: Am Oved, 2002.

Ferenczi’s papers on treatment (editor and introduction). Tel Aviv: Am Oved, 2003.

Impossible  training: A relational psychoanalytic  view  of clinical  training  and supervision. Hillsdale, NJ: Analytic Press, 2004.

 

 

Cristina Bonucci (Roma)

psicologa

Laurea in psicologia presso la Sapienza Università degli studi di Roma

Abilitata al’esercizio della psicoterapia  (art. 3 albo degli psicologi . Regione Lazio)

Membro associate ISIPSÈ

Docente al corso di specializzazione ISIPSÈ dal 2002 (prospettiva intersoggettiva in pscicoanalisi) – scrittura e psicoanalisi

Member of the Italian Psychoanalytic Society (IPA) since 1998

Member SIPSé (Italian Selfpsychological Society)

Counceling Member at the Clinical Center of the Italian Psychoanalytic Society (IPA)

 

William Coburn (Los Angeles)

È membro dell’International Council for Psychoanalytic Self Psychology. Fa parte del Advisory Board dell’International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP). È membro didatta dell’Institute of Contemporary Psychoanalysis di Los Angeles.

È direttore della rivista International Journal of Psychoanalytic Self Psychology

Ha pubblicato numerosi articoli nelle maggiori riviste interanzionali.

 

Margaret Crastnapol (Seattle)

1994 – Present Co-Founder and Faculty; Northwest Center for Psychoanalysis, Seattle,WA

1990 - Present  Supervisor of Psychotherapy, W.A. White Institute

1994 - Present Contributing Editor, Psychoanalytic Dialogues

1991 - Present Associate Editor, Contemporary Psychoanalysis

2000-Present  Member, Board of Directors, IARPP (International  Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy

1988 - 1992 Teaching Faculty, William Alanson White Institute 

1987 – 1992 Teaching Faculty and Supervisor National Institute for the Psychotherapies New York, N.Y.

Selected Publications

Crastnopol, M. (2002), The dwelling places of self-experience,

         Psychoanalytic Dialogues, 259-284.

____ (2001), On the importance of being (earnestly) hybrid – Or, qualms of a quasi-postmodernist:  Commentary on a paper by Susan Fairfield, Psychoanalytic Dialogues, 11:253-267.

____(2001), Commentary on a paper by Jay Greenberg, Journal of the American Psychoanalytic Association, 49:386-398.

____(2001), The male experience of food as symbol and sustenance. In Petrucelli, J.

 & Stuart, C. (eds.), Hunger and Compulsions, Jason Aronson.

____(in press),  Imagining psychoanalytic education anew.  Psychoanal. Dial.

____(in press), review of Stephen A. Mitchell’s Relationality, Journal of the American

Psychoanalytic Association.

____(2001), Convergence and divergence in the characters of analyst and patient: 

Fairbairn treating Guntrip.  Psychoanalytic Psychology, 18:120-136.

 

 

Jody Davies (New York)

Dirige (con N. Altman) la rivista Psychoanalytic Dialogues; è analista didatta e codirettore del corso in psicoanalisi relazionale della New York University; è analista didatta del NIP di New York. Si è formata come analista presso il New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis. Partecipa attivamente all’associazione americana degli psicoanalisti psicologi (American Psycho-logical Association, Division 39). Ha scritto,  con Mary Gail Frawley Treating the Adult Survivor of Childhood Sexual Abuse:  A Psychoanalytic Perspective che negli stati Uniti ha avuto vastissima risonanza. Ha pubblicato un gran numero  di articoli sulla lettura psicoanalitica degli stati post-traumatici, sui processi dissociativi e sulle complesse dinamiche del transfert-controtransfert erotico. (A proposito di quest’ultimo argomento, rimandiamo chi fosse interessato ad un articolo fondamentale della Davies: Love in the afternoon. A relational reconsideration of desire and dread in the countertransference  pubblicato su Psychoanalytic Dialogues nel 1994, e al commento di Glenn Gabbard con la relativa risposta della Davies pubblicati sulla stessa rivista.).

È membro del Board della IARPP International Assocition for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy

Jody Messler Davies vive e lavora a New York City dove esercita privatamente.

 

Nino Dazzi (Roma)

È stato Preside della Facoltà di Psicologia ed è professore di Psicologia Dinamica dell’Università di Roma “la Sapienza”.

Autore di numerose pubblicazioni in Italia e all’estero.

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Darlene Bregman Ehrenberg PhD (New York)

è analista didatta e supervisore allo William Alanson White Institute di New York; è nel Comitato Editoriale della rivista "Contemporary Psychoanalysis" e della collana di libri "Contemporary Psychoanalysis Books"; è nell'Advisory Board della IARPP (International Association for Relational Pasychoanalysis and Psychotherapy).

Ha pubblicato numerosi articoli e nel 1992 il volume "The Intimate Edge: Extending the Reach of Psychoanalytic Interaction" (Norton & Co., N.Y.)

Vive e lavora a New York, USA.

 

James Fosshage (New York)

Attuale Presidente della IAPSP International Association for Psychoanalytic Self Psychology. Insegna al Post Doctoral Program in Psychoanalysis della New York University. Ha fondato il NIP (National Institute for the Psychotherapies) e  l’IPSS (Institute for the Psycho-analytic Study of Subjectivity) in cui svolge attività di analista didatta. Si è occupato  della revisione in chiave relazionale della teoria freudiana del sogno, formulando una nuova teoria che articola ai risultati della ricerca psicoanalitica, quelli delle neuroscienze e degli studi cognitivisti. Sul tema del sogno come prodotto della funzione organizzatrice dell’attività mentale inconscia Fosshage ha prodotto un libro (con C. Loew), oltre ad una serie di articoli fondamentali.  Si è interessato sempre di più all’organizzazione della soggettività umana e all’incontro tra organizzazioni soggettive diverse (cfr. l’articolo da lui pubblicato sull’International Journal of Psychoanalysis nel 1994 in cui ha proposto una nuova lettura del transfert). Fa parte del comitato editoriale delle riviste Progress in Self Psychology, Psychoanalytic Dialogues, Psychoanalytic Inquiry . Insieme  a Lichtenberg e Lachmann ha pubblicato Il sé e i sistemi motivazionali (Astrolabio, 2000) e Lo scambio  clinico (Cortina 2000). Fosshage è stato presidente della AAPI l’organizzazione internazionale degli istituti psicoanalitici indipendenti.

 

Samuel Gerson PhD (New York)

Personal and Supervising Analyst, Psychoanalytic Institute of Northern California, Professor California School of Professional Psychology.

Member Board of Director International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP).

Contributing Editor Psychoanalytic Dialogue

 

Virginia Goldner (New York)

1982-91 New York University, Post‑doctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis

2003-  Adjunct Associate Clinical Professor of Psychology, New York University                                2002‑   Adjunct Professor of Clinical Psychology, Clinical Psychology Doctoral

             Program, City University Of New York.

2000‑    Clinical Professor of Psychology, Post‑doctoral Program in Psychotherapy

             and Psychoanalysis, Derner Institute of Advanced Psychological Studies

1985-    Senior Faculty, Ackerman Institute for the Family

Founding Editor, Studies in Gender and Sexuality  

Editorial Board, Psychoanalytic Dialogues

SELECTED PUBLICATIONS:

Dimen, M., & Goldner, V., (2005), "Sexuality and Gender in Psychoanalysis," in A. Cooper, Gabbard, E.

Goldner, V. (2005) “Poetry as a Transformational Object and Third, Psa. Dial.

Goldner, V. (2004), "When Love Hurts: Treating Abusive Relationships, Psa Inquiry

Goldner, V. (2003) "Ironic Gender/Authentic Sex" Stud. Gender & Sexual., 4, 113‑140.

Goldner, V., (2002) "Relational Theory and the Postmodern Turn" in S. Fairfield, L.Layton & C. Stack (Eds.) Bringing the Plague: Toward A Postmodern Psychoanalysis, New York: Other Press. Pgs. 157‑165.

Goldner, V. & Dimen, M. (eds.) (2002). Gender in Psychoanalytic Space. NY: Other Press.

Goldner, V. (2000). "Reading and Writing, Talking and Listening,” Stud. Gender & Sexual.

Goldner, V. (1985). "Feminism and Family Therapy," Fam Proc: 24 :255-280.

 

Hazel Ipp (Toronto)

Membro del Board e della Faculty del Institute of Psychoanalysis di Toronto (Canada), del Institute of Contemporary Psychoanalysis di Toronto e del Toronto Institute for the Advancement of Self Psychology.

È membro del comitato direttivo dell’International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP).

 

 

Steve Knoblauch (New York)

Faculty and Supervising Analyst, Institute for the Psychoanalytic Study of Subjectivity, Institute for Contemporary Psychotherapy, Psychoanalytic  Psychology Study Center

Faculty, New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and

Psychoanalysis, National Institute for the Psychotherapies

Recent Publications

“Forms of Intersubjectivity in Infant Research and Their Implications For Adult Treatment,” Psychoanalytic Dialogues, with Beatrice Beebe, Judith Rustin and

Dorienne Sorter 13(6): 743-841, 2003.

“September 11, 2001 – Reflections on Fear and Rage in the Countertransference,” Selbstpsychologie, 9.3.JG – 3/2002

“High Risk – High Gain Choices: Commentary on Paper by Philip A. Ringstrom” Psychoanalytic Dialogues, 11(5):785-795, 2001.

The Musical Edge of Therapeutic Dialogue.  Hillsdale, NJ: The Analytic Press. 2000.

 

Ilana Laor (Tel Aviv)

Clinical psychologist, teacher and supervisor, The Program of Psychotherapy, School of Continuing Medical Education, Sakler Faculty of Medicine, Tel Aviv University.

Manager, teacher and supervisor at the Ramat Aviv Institute of Psychoanalytic Psychotherapy, a private clinic recognized by the Ministry of Health for internship in clinical psychology.

Candidate at the Israeli Institute of Group Analysis.

Member of the Israeli Association of Psychoanalytic Psychotherapy.

Member of the Association of Group Therapy.

Publications:

Laor, I. & Granek, M. (1997). Working through the experience of time in time-limited therapy. American Journal of Psychotherapy 51 (4): 580-592.

Laor, I. (1999). Short-term dynamic therapy as a unique container. American Journal of Psychotherapy 53 (4): 513-528.

Laor, I. (2001). Brief psychoanalytic psychotherapy: The impact of its fundamentals on the therapeutic process. British Journal of Psychotherapy 18 (2): 169-183.

Laor, I. (2002). Brief psychoanalytic psychotherapy. Sihot Dialogue, Israel Journal of Psychotherapy. Vol. 17: 65-73.

 

Rina Lazar (Tel Aviv)

Clinical Psychologist.  Chairperson  and supervisor,  the Program of Psychotherapy, School of Continuing Medical Education, Sackler Faculty of Medicine, Tel Aviv University.

A member in the Israeli Association of Psychoanalytic Psychotherapy, the International Association of relational Psychoanalysis and Psychotherapy.

Publications:

Lazar, R. (1995). The familiar and the strange: The dynamics of change. Israel Journal of Psychiatry, 32: 157-166.

Lazar, R. (1996). Psychotherapy and psychoanalysis: Relations between the two modalities. Contemp. Psychoanal., 32: 135-154.

Lazar, R. & Erlich, H.S. (1996). Repetition compulsion - A reexamination of the concept and the phenomenon. Psychoanal. and Contemp. Thought., 19: 29-56.

Lazar, R. (2000). Presentness – An intersubjective  dimension of the therapeutic  act. American Journal of Psychotherapy., 54: 340-354.

Lazar, R. (2001). Subject  in first person - Subject  in third person: Subject, subjectivity and intersubjectivity. The American Journal of Psychoanalysis, 61:271-292.

Lazar, R. (2003). Knowing Hatred. International Journal of Psychoanalysis, 84: 405-425.

 

Vittorio Lingiardi (Roma)

Psichiatra, Psicoanalista.

Professore  Associato, Facoltà di Psicologia, Università di Roma “La Sapienza”.

Socio analista cipa  e iaap. Membro iarpp.

Autore di numerose pubblicazioni.

 

Meira Likierman (London)

Consultant Child Psychotherapist, - Tavistock Clinic, Tavistock and Portman NHS Trust, Child and Family Department

Responsibilities: Clinical work, Training, clinical supervision, doctoral supervision, clinical work, case consultancy.  

University of Oxford, Psychodynamic Studies Programmes, Department For Continuing Education: Visiting lecturer

University College London, PhD Supervision Workshop:  Co-leader and Senior Visiting Lecturer.   

London Centre for Psychotherapy. Membership Course : Seminar leader

British Association of Psychotherapists: theory seminar leader and clinical supervisor.

Journal of Child Psychotherapy: Associate editor.  

1994-2998 Training Committee, Lincoln Institute for Psychotherapy (Child Therapy Section)

1990-1993: Executive Board of the Association of Child Psychotherapists

1991-1993: Chair of Scientific Committee, Association of Child Psychotherapists

1991-1993: Training Committee, British Association of Psychotherapists (Child Therapy Section)

 

Gianni Liotti (Roma)

laureato in Medicina nel 1969, è specialista in Psichiatria, psicoterapeuta, e docente nelle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia dell’Associazione di Psicologia Cognitiva e dell’Ateneo Salesiano di Roma. E’ Presidente della Società Italiana di Terapia Cognitiva.

Il suo interesse prevalente verte sulle applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento, in particolare ai disturbi dissociativi e borderline. E’ autore di oltre cento pubblicazioni apparse in Italia, Inghilterra, USA, Spagna e Germania, fra le quali i libri “Cognitive Processes and Emotional Disorders” (Guilford,  New York, 1983), “La dimensione interpersonale della coscienza” (Carocci, Roma, 1994) e “Le opere della coscienza” (Cortina, Milano)

 

Etan Lwow (Jerusalem)

Teacher and group supervisor at the Israel Institute of Psychoanalysis.

In charge of the “Ayeka Project” at “Ashalim” (High Risk Youth Wing of  J.O.I.N.T -Israel) for the development of parental guidance, counseling and therapy in the local educational and mental health public services.

Psychiatric and Psychoanalytical Advisor of the State of Israel Adoption Service.

Member of the Academic Board and teacher at the Program of Integrative Psychotherapy, Magid Institute, The Hebrew University, Jerusalem.

Former Director of the Child Service at the North Jerusalem Mental Health Center.

Co-founder and former coordinator of the Psychoanalytical Psychotherapy Study Program for senior psychotherapists, “Hidabrut” (“Dialogue”), at the Israel Institute of Psychoanalysis.

Co-founder and former board member of “Imut”, Mental Health Professionals for      Advancement of Peace.

 

Gabriella Mann (Herzlia)

Psychoanalyst  and  clinical  psychologist, founding member and chairperson of the Tel-Aviv Institute  for Contemporary Psychoanalysis.

Dr. Mann teaches  at the Post-graduate Program for Psychoanalytic Psychotherapy at Bar Ilan and Haifa Universities  and  is a supervisor at the Psychotherapy Program at  Tel- Aviv University. She has written on various subjects related to transformation:

The creation of potential space through work with dreams; Transformational, conservative and terminal objects; Terminal links in the therapeutic field and beyond; and on supervision. Recently she has written about the value  of opposing theoretical trends for the understanding of trauma.  

She is member of the IARPP, EFPP (European Federation of Psychoanalytic Psychotherapy)  and the Israeli Association of Self Psychology  and Study of Subjectivity.

 

Irene Melnick (Jerusalem)

1970-1972: M.A. Clinical Psychology, Hebrew University of Jerusalem, Israel.

1972-1975:  Internship at the Counseling Services of the Hebrew University

1977-1979: Internship in Family Therapy, Marin County, CA, USA

1979-1981: Internship at the Talbieh Psychiatric Hospital, Jerusalem

1985-1993: Training in Psychoanalysis at the Israeli Institute, Jerusalem

Positions

1980-2004  Psychologist and Supervisor in Counseling Services, Hebrew  University, Jerusalem.

1993-   Associate member of the Israel Psychoanalytic Society.

2002-   Full member of the Israel Psychoanalytic Society.

2003-   Training analyst.

1993-2001 Teacher  and group  supervisor in the program "Hidabrut" (Course for Advanced Psychotherapists  of the Israel Psychoanalytic Society).

2000-2002 Member of the scientific Committee  of the Israel Psychoanalytic Society.

2001- 2005 Director of the Psychotherapy Program of the Israeli Psychoanalytic Society.

2004- Member of the Training Committee  at the Israeli Psychoanalytic

           Society.

1993-  Member, International Psychoanalytic Association.

2000- Member, International Association for Relational Psychoanalysis  and Psychotherapy  (2001-  Advisory Council Member).

 

Donna Orange (New York)

è supervisore, didatta e membro della Faculty dell’ISIPSé (Istituto di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi Relazionale, Roma/Milano); è supervisore, didatta e membro della Faculty del Institute for the Psychoanalytic Study of Subjectivity di New York (IPSS); è membro ordinario del Circolo Viennese di Psicoanalisi e Psicologia del Sé [Wiener Kreis für Psychoanalyse und Selbstpsychologie]. È membro dell’International Council for Psychoanalytic Self Psychology. È autore di “La comprensione emotiva; studi di epistemologia psicoanalitica” (Astrolabio, 2001), e co-autore di “Intersoggettività e lavoro clinico: il contestualismo nella pratica psicoanalitica” (Cortina, 1999).

 

Susie Orbach (London)

1982-  present      supervising therapist  for individuals

                            working in diverse  institutions such as, The Tavistock,

                            Arbours, University College Hospital, St George’s

                            Medical School, The King’s Fund., numerous NHS posts

BOOKS

Susie Orbach, On Eating Penguin Press 2002

Susie Orbach,  The Impossibility of Sex Allen Lane   1999

Susie Orbach, Towards Emotional Literacy Virago      1999

Susie Orbach, What’s Really Going on Here Virago, London 1995

Susie Orbach & Luise Eichenbaum, Bittersweet: Love, Competition & Envy in Women's Friendships, Century, London 1987, released as Between Women, Penguin Viking, New York 1988.

 Susie Orbach, Hunger Strike: The Anorectic's Struggle as a Metaphor for Our Time, Norton, New York, 1986, Faber & Faber, London, 1986

 

 

Anat Palgi-Hecker (Ramat Hasharon)

B.A & M.A – 1978-1987, Department of Psychology, University of Tel-Aviv

Ph.d - 1998-2003, Department of Philosophy, University of Haifa

Since 2001 – a candidate in The Israeli Institute of Psychoanalysis, Jerusalem.

Member of the IARPP candidate committee.

“Introduction to Psychology”. Open University (writer & co-editor).

9 articles  (7 book reviews & 2 original articles in Sihot-Dialogue. Israel Journal of Psychotherapy.

in press. Am Oved Publishers, Tel Aviv. The book explores the concept of the "Mother as Subject" in Psychoanalytic theory.

 

Ingrid Pedroni (Roma)

esercita privatamente come psicoterapeuta della famiglia e della coppia e come psicoanalista. Dopo la laurea ha conseguito la specializzazione presso il Centro Studi di terapia sistemico relazionale (Iefcos) sotto la supervisione del Prof. L. Cancrini e del Prof. Onnis. Attualmente sta completando il corso di specializzazione in psicoanalisi contemporanea presso l’Isispsé. 

Per diversi anni ha svolto attività clinica come volontaria nei Servizi (Istituto di Neuropsichiatria Infantile, Servizio per la Tutela dell’età evolutiva della RM C, Consultorio di Pietralata).  Ha condotto una  ricerca durata circa due anni con l’obiettivo di verificare le condizioni atte a favorire l’acquisizione dei pre-requisiti per l’apprendimento nei bambini della scuola materna. Nel 1996 ha seguito un corso post-universitario di  Psicologia della salute organizzato alla Sapienza dal Prof. Bertini e nello stesso anno ha partecipato al Seminario europeo di formazione degli psicologi della salute.

Precedentemente aveva svolto numerose attività di formazione di quadri e dirigenti presso la scuola della CGIL di Ariccia e presso l’Istituto di formazione dell’ENI a Castelgandolfo.

Prina del conseguimento della seconda laurea in psicologia,  la dottoressa Pedroni, aveva  esercitato per molti anni la professione di Senior Economist nella Direzione della  Programmazione dell’ ENI, con la funzione di  analista degli scenari economici internazionali. Nel 1993 veniva  eletta Vice-President dell’Economists’Group, l’associazione internazionale degli economisti delle maggiori imprese chimiche e petrolifere internazionali. Dalla metà degli anni novanta si è dedicata interamente all’attività clinica.

Ha pubblicato traduzioni dal tedesco e dall’inglese tra cui per Astrolabio, il saggio di Dicks .................... . Sulla rivista di Psicologia Analitica del .....è stato pubblicato un suo articolo dal titolo..........................

 

Barbara Pizer (Boston)

Ed.D., ABPP is Faculty, Board Member and Supervising Analyst, Massachusetts Institute for Psychoanalysis; Assistant Clinical Professor of Psychology, The Cambridge Hospital, Harvard Medical School; Visiting Faculty, Psychoanalytic Institute of Northern California; Visiting Faculty and Member, Advisory Board, Toronto Institute for Contemporary Psychoanalysis; Guest Faculty, Boston Psychoanalytic Society and Institute; Faculty, Psychoanalytic Couple and Family Institute of New England; Member, Board of Directors, The International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy; Contributing Editor, Psychoanalytic Dialogues; Corresponding Editor, Contemporary Psychoanalysis; author of numerous articles on the analyst’s use of self.

 

Stuart Pizer (Boston)

1990 Massachusetts Institute for Psychoanalysis Graduate, Advanced Candidates Program

1992-Faculty, Massachusetts Institute for Psychoanalysis

1996- Supervising Analyst, Massachusetts Institute for Psychoanalysis

2000-02 President, Massachusetts Institute for Psychoanalysis

2000- Faculty, Program for Psychotherapy, The Cambridge Hospital, Harvard Medical School

2004 Asistant Clinical Professor of Psychology, Department of  Psychiatry, Harvard Medical School

1994- Contributing Editor, Psychoanalytic Dialogues

1995- Editorial Reader, The Psychoanalytic Quarterly

2004- Corresponding Editor, Contemporary Psychoanalysis

2004- President, International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy

Publications

The negotiation of paradox in the analytic process, Psychoanalytic Dialogues, 1992, 2(2): 215-240.

Negotiating potential space: Illusion, play, metaphor and the subjunctive, Psychoanalytic Dialogues, 1996, 6:689-712.

The distributed self.  Contemporary Psychoanalysis, 1996, 32:499-507.

Building Bridges:  The Negotiation of Paradox in Psychoanalysis,The Analytic Press, 1998.

A gift in return:  Clinical uses of writing about a patient. Psychoanalytic Dialogues, 2000, 10:247-259.

The capacity to tolerate paradox:  Bridging multiplicity within the self:  In J.C. Muran(ed.), Self-Relations in the Psychotherapy Process, APA Books, 2001.

The role of consultation in the prevention of boundary violations, Psychoanalytic Dialogues, 2000, 10:195-196.

Applications, implications, complications: Reply to reviews by Elkind, Gerson and Levine. Psychoanalytic Dialogues, 12: 317-330.

Impasse recollected in tranquility. Psychoanalytic Dialogues (in press).

               

Ramon Riera (Barcelona)

1976 Título de licenciado en Medicina y Cirugía (Universidad Autónoma de Barcelona)

1976 Título de especialista en Psiquiatría (Universidad Autónoma de Barcelona)

1978-1984 Médico Adjunto del Servicio de Psiquiatría del Hospital Infantil San Juan de Dios de Barcelona

1984: práctica privada en psicoanálisis y psicoterapia

1999: Profesor del Seminario de Kohut en el Master de Psicopatología de la FVB-Universitat Ramon Llull.

2000: Vicepresidente fundador de “Intercanvis: papers de psicoanàlisi”

2002: Miembro del “Advisory Council IARPP”

 

Phil Ringstrom (Los Angeles)

È membro dell’International Council for Psychoanalytic Self Psychology. Fa parte del comitato direttivo dell’International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP). È membro didatta dell’Institute of Contemporary Psychoanalysis di Los Angeles.

Nel 1995 ha pubblicato su Psychoanalytic Inquiry un lavoro sull’approccio alla psicoterapia breve mediante il concetto di “scena modello”. Nel 1998 ha pubblicato su Psychoanalytic Dialogues “Impasses in Contemporary Psychoanalysis: Revisiting the Double-Bind Hypothesis”. Nel 1998 ha collaborato con la Menninger Clinic. Ringstrom è un membro molto impegnato nella comunità degli psicologi del sé e in varie occasioni ha discusso lavori di Stolorow, Malcolm Slavin, Donna Orange e altri.

 

Andreina Robutti (Milan)

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1962

Specializzata in Malattie Nervose e Assistente Ordinario con qualifica di Aiuto presso la Clinica delle Malattie Nervose  dell’Università di Milano fino al 1982

Training psicoanalitico presso la Società Psicoanalitica Italiana (SPI)

Membro Associato della SPI dal 1981

Membro Ordinario  della SPI dal 1990

Lezioni agli studenti del 4° anno dell’Istituto  di Training della SPI, Sezione Milanese,  nel 2004 e 2005

 

Carlo Rodini (Milan)

Psicoterapeuta. Membro Didatta ISIPSÈ.

Professore Università Cattolica di Milano

 

Jeremy Safran (New York)

Postdoctoral Certificate in Psychoanalysis, New York University, 2001

Professor, Psychology Department, New School for Social Research. 1993 - present.

Senior Research Scientist, Beth Israel Medical Center. 1991 - present.

Faculty member, New York University Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis. 2005-present.

PROFESSIONAL AFFILIATIONS    

American Psychological Association.

Society for Psychotherapy Research.

Society for the Exploration of Psychotherapy Integration.

Psychoanalytic Society, New York University Postdoctoral Program in Psychoanalysis.

International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy.

EDITORIAL BOARD MEMBERSHIP          

Associate Editor, Psychoanalytic Dialogues. 2005-present.

Editorial Board, Psychotherapy Research. 1989 - present.

Editorial Board, Cognitive Therapy and Research. 1984 - 1993.

Editorial Board, International Journal of Integrative and Eclectic Psychotherapy. 1986 - 1990.

Editorial Board, Cognitive Psychotherapy: An International Quarterly. 1986 - 2004.

Editorial Board, Journal of Psychotherapy Integration. 1990 – 2004.

Editorial Board, Revista Argentina de Clinica Psicologica. 1992-present.

Editorial Board, In Session: Psychotherapy in Practice. 1995 - 2001.

Editorial Board, Journal of Clinical Psychology. 1999 - 2001.

Editorial Board, Journal Terapia Psicologica. 2003 – present.

Editorial Board, Psicobiettivo, 2003 – present.

 

Andrew Samuels (London)

Analista didatta  iaap.

È membro del comitato direttivo dell’International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP).

Membro dl Comitato Editoriale di Psychoanalytic Dialogue.

 

Carmine Schettini (Rome)

-         nato a Roma il 15 – 2 – 1958;

-         laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica-Policlinico Gemelli- Roma il 31 – 10 – 1984, con la votazione di 110/110 e lode e la pubblicazione della tesi: “Il ‘Low Back Pain’ nei suoi aspetti biologici, psicologici e psicosociali”;

-         specializzato in Psichiatria presso la stessa Università il 11 – 7 – 1989 con la votazione di 50/50 e lode con la tesi: “Il ruolo dell’attività onirica nella riorganizzazione dei livelli mentali”;

-         dal 1991 Socio della S.I.P.Sé (Società Italiana di Psicologia del Sé, Presidente: F.Paparo),

-         dal 1999 Membro ordinario dell’I.S.I.P.Sé (Istituto di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica dl Sé e Psicoanalisi Relazionale, Presidente: G.Nebbiosi);

-         Membro dell’A.A.P.I (Association for Autonomous Psychoanalytic Institutes);

-         nel 2000 ha concluso il training di formazione in Gruppoanalisi presso la Sezione Romana della S.G.A.I. (Società Gruppoanalitica Italiana, Presidente: G.Cuomo), con  la votazione di 40/40;

-         dal 2002 Direttore del Centro Clinico I.S.I.P.Sé;

 

-         dal 1991 al 1992 Assistente Psichiatra presso la ASL Rm H;

-         dal 1992 a tutt’oggi Aiuto Psichiatra presso il Dipartimento di Salute Mentale della ASL Rm C;

 

-         svolge attività di psichiatra e di psicoanalista individuale e di gruppo;

-         è autore di 11 pubblicazioni scientifiche in ambito specialistico.

 

Joseph Schwartz (London)

1993-present    Registered Psychoanalytic Psychotherapist United Kingdom Conference for Psychotherapy

1996 -present    Supervisor  and Training Therapist, Centre for Attachment-based Psychoanalytic Psychotherapy, London.

1988-1992    Group leader, Exploring Parenthood Voluntary Agency Books

J. Schwartz (2003), Cassandra’s Daughter: A History of Psychoanalysis in Europe

    and America, Viking/Penguin, 1999. Reissued Karnac Books. 

Schwartz, Joseph (1992), The Creative Moment: How Science Made Itself

    Alien to Western Culture. London: Cape. NewYork: HarperCollins

Albury, David & Schwartz, Joseph(1982), Partial Progress:  The Politics of

    Science and Technology. London: Pluto.

Schwartz, Joseph & McGuiness, Michael(1979), Einstein for Beginners.

    London: Icon. New York: Pantheon.

 

Stephen Seligman (San Francisco)

Clinical Professor, Infant-Parent Program Department of Psychiatry, School of Medicine

Faculty, San Francisco Psychoanalytic Institute;

Jewish Board of Family and Children’s Services, New York City;

New York University Postdoctoral Program in Psychoanalysis and Psychotherapy, New York City

Personal & Supervising Analyst, Psychoanalytic Institute of Northern California          

EDUCATION:

1967-71Harvard University 1971, Cambridge, MA

1978-81University of California

1991-97 San Francisco Psychoanalytic Graduate Psycho-PR Institute analysis

EDITORIAL POSITIONS:

1998-now Journal of Infant, Child and Executive Board Adolescent Psychotherapy

1999-now Psychoanalytic Dialogues Contributing Editor

1999-now Psychoanalytic Quarterly Editorial Reader

2001-now International Journal of Ad hoc referee Psychoanalysis                  

Over 45 psychoanalytic publications

 

Malcolm Slavin (Boston)

Laureato a Yale ha studiato alla Sorbonne di Parigi conseguendo successivamente il dottorato ad Harvard. E’ presidente, supervisore e analista didatta del Massachussetts Institute for Psychoanalysis, e direttore del Training alla Tufts University Counseling Center. E’ membro dell’International Council for Psychoanalytic Self Psychology.

E’ autore di numerosi lavori - pubblicati sulle più importanti riviste internazionali di psicoanalisi - sul tema che da sempre lo appassiona: la relazione tra la psicoanalisi (in particolar modo la psicologia del sé e la psicoanalisi relazionale) e l’evoluzionismo.

E’ autore, con Daniel Kriegman, del libro “The Adaptive Design of The Human Psyche: Psychoanalysis, Evolutionary Biology, and The Therapeutic Process” (Guilford, 1992) [Il progetto adattivo della psiche umana: psicoanalisi, biologia evoluzionista e processo

terapeutico]. È membro dell’Advisory Board dell’International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP).

 

Joyce Slochower (New York)

Dept. of Psychology & Graduate Faculty 1/94‑Professor Hunter College, C.U.N.Y.

1/83‑12/93 Associate Professor

1975‑12/82 Assistant Professor

N.Y.U. Postdoctoral Program in Psychoanalysis         

Advisory Board  2003- Psychoanalytic Perspectives

National Training Program 1999-Faculty, Supervisor

National Institute for the Psychotherapies1998- Supervisor

Object Relations Institute 1994- Faculty, Supervisor

Pubblicazioni recenti:

Slochower J.  (2005). Psychoanalytic Collisions. The Analytic Press, in preparation.

Slochower, J.  (2004).  But what do you want?  The location of emotional experience.

Contemp. Psychoanal.,40:577-602.

Slochower, J. (2003). The analyst's secret delinquencies.  Psychoana.Dial.,13:451-469.

Slochower, J.  (2003).  Persistenza degli oggetti di attaccamento e illusioni inpsicoanalisi.

            Ricerca Psicoanalitica, XIV: 277-294.

Slochower, J. (2002).  L'esperienza dell'interiorità nel processo analitico  Ricerca Psicoanalitica.  XIII, 1: 15-34.

Slochower, J. (1996).  Holding and Psychoanalysis: A Relational Perspective. Hillsdale,

            N.J.: The Analytic Press.

 

Daniel Stern (Geneve)

M.D. is currently Professeur Honoraire in the Facultè de Psychologie, Université de Genève, Switzerland; Adjunct Professor in the Department of Psychiatry, Cornell University Medical School – New York Hospital; and Lecturer at the Columbia University Center for Psychoanalysis.

He received his training at Harvard University, 1956; Albert Einstein College of Medicine, 1960; Bellevue Hospital, N. Y., 1962; The National Institute of Health, 1964; New York Psychiatric Institute and Presbyterian Hospital, Columbia University, 1967; and the Columbia Psychoanalytic Center,1972.

For more than thirty years he has worked at the interface between research and practice; between developmental psychology and psychodynamic psychotherapy; between infant observation\ experimentation and the clinical reconstruction of early experience; between the interpersonal and intrapsychic perspectives.

Prof. Stern is the author of six books, most of which have been translated into more than ten languages: The First Relationship: infant and mother, (Harvard University Press, 1977); The Interpersonal World of the Infant: A view from psychoanalysis and developmental psychology, (Basic Books, 1985); The Journal of a Baby (Basic Books, 1990); The Motherhood Constellation: a unifying vìew of parent-infant psychotherapies. (Basic Books, 1995); The Birth of a  Mother, (written with Nadia Bruschweiler-Stern, Basic books, 1997) and  The Present Moment in Psychotherapy and Everyday Life (2003), W.W. Norton and Odile Jacob. He is the author of several hundred journal articles and chapters.

 

Donnel Stern (New York)

- analista didatta e supervisore allo William Alanson White Institute di New York

- analista didatta e supervisore al Mabhattan Institute of Psychoanalysis

- membro del Comitato direttivo del Post-Doctoral Program in Psychoatherapy and Psychoanalysis della New York University

- Direttore della rivista "Contemporary Psychoanalysis"

- Direttore della collana di libri "Contemporary Psychoanalysis Books" pubblicata dalla The Analytic Press

- membro Advisory Board della IARPP (International Association for Relational Pasychoanalysis and Psychotherapy).

- Ha pubblicato numerosi articoli e ha curato la pubblicazione dei volumi:

“Handbook of Interpersonal Psychoanalysis (The Analytic Press, 1995)

„Pioneers of Psychoanalysis (The Analytic Press, 1995)

- Nel 1997 ha pubblicato il volume “Unformulated Experience. From Dissociation to Imagination un Psychoanalysis (The Analytic Press)

Vive e lavora a New York, USA.

 

Robert Stolorow

È fondatore, supervisore, e didatta del Institute of Contemporary Psychoanalysis (ICP) di Los Angeles e del Institute for the Psychoanalytic Study of Subjectivity (IPSS) di New York; è professore di psichiatria clinica alla University of California Los Angeles (UCLA); è membro dell’International Council for

Psychoanalytic Self Psychology. È co-autore di Volti nelle nuvole (Borla, 2001), Structures of Subjectivity, (TAP, 1984), Psychoanalytic Treatment (TAP, 1987), I Contesti dell’essere (Boringhieri, 1995), Intersoggettività e lavoro clinico: il contestualismo nella pratica psicoanalitica (Cortina, 1999).

 

Maria Luisa Tricoli (Roma)

Laureata in Lettere (1964) e in Psicologia, indirizzo  applicativo, 1979, presso l'Università "La Sapienza" di Roma.

Iscritta all'Albo Professionale degli Psicologi della Regione Lazio ex art. 32 nel 1989 e all’Elenco Speciale degli psicoterapeuti, ex art.35 nel 1995.

Analista didatta e supervisore e membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe), Roma.

Docente di "Tecnica Psicoanalitica" nella Scuola di Specializzazione in psicoterapia psicoanalitica (Istituto di Roma e di Milano) gestita dalla SIPRe e approvata dal MIUR.

Membro della redazione della rivista "Ricerca Psicoanalitica”, dell’IFPS (International Federation Psychoanalytic Societies) e dell’Advisory Board dello IARPP (International Association of Relational Psychoanalysis and Psychotherapy).


 

Roma, 17 giugno 2005 "ELOGIO DEL RISCHIO"; Organizz.: ATC - ASSOCIAZIONE PER LA TERAPIA DI COMUNITÀ; Sede: ROMA, PALAZZO ALTEMPS, VIA DEI GIGLI D'ORO 20; Info: epedrial@tin.it ; Fees= euro 60.

 

Programma

 Ore  8,30     Registrazione dei partecipanti

 

Ore 9,00        Elogio del rischio

                           Marcel Sassolas         

                         

 

 Discussant:      Antonello Correale

 

Ore 11,  30  Discussione

 

Ore 13,00  Pausa Pranzo

 

 

Ore 14,00     Inerzia Istituzionale e Creatività

                           Antonello Correale 

 

Discussant:          Enrico Pedriali  

 

 

Ore 16, 00 Discussione

 

Ore 17, 30 Verifica tramite questionario d’apprendimento

 

 

Pavia,   27 maggio-8 luglio 2005 "METODOLOGIA CLINICA IN PSICOPATOLOGIA"; Organizz.: DIPARTIMENTO DI SCIENZE SANITARIE APPLICATE E PSICOCOMPORTAMENTALI, ISTITUTO DI PSICHIATRIA; Sede: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA, STRADA NUOVA 65, 27100 PAVIA; Info:  nenecirillo@libero.it  DAVIDEMARAV@LIBERO.IT ; Fees= euro 50.

INTERVENTO DEL PROF. MARIO GALZIGNA

“SOGGETTI E FOLLIA. Un approccio storico epistemologico”

Curriculum del docente:

Mario Galzigna si è laureato a Padova con il massimo dei voti (laurea in Filosofia, tesi in Psicologia). Ha insegnato nelle università di Ginevra, Toronto e Parigi. Si è occupato di storia e filosofia delle scienze del vivente. Si è poi dedicato allo studio dei problemi, del metodo e della storia della psichiatria e della psicoanalisi, approfondendo, più in generale, il tema del rapporto tra devianza e norma sociale.

 

INTERVENTO DEL PROF. GIUSEPPE MARTINI

“DALL’IRRAPRESENTABILE AL LINGUAGGIO. Percorsi della psicanalisi e del lavoro istituzionale”

Sintesi dell’intervento:

Il seminario intende testare la possibile continuità e la reciproca fecondazione tra un discorso filosofico di stampo ermeneutico, la teoria psicoanalitica e l'applicazione di tali presupposti in ambito clinico istituzionale. Il filo rosso che lega i tre discorsi è rappresentato dal linguaggio e dal concetto di irrappresentabile.

I lavori iniziano con la presentazione di una intervista effettuata a Paul Ricoeur in tema di ermeneutica e psicoanalisi, in cui il filosofo affronta diversi aspetti d'ordine etico e filosofico, tra cui primeggia il problema del linguaggio.

Nella sua relazione il dr. Martini affronta inizialmente il problema dell'Irrappresentabile, discutendo la letteratura psicoanalitica e proponendo un'idea "bidimensionale" dell'inconscio (inconscio rappresentazionale, o rimosso, e inconscio arappresentazionale). Successivamente illustra un esempio eloquente di messa in rappresentazione, il sogno, visto come una sorta di "organizzatore narrativo".

Nella terza parte viene invece affrontato il nesso che lega rappresentazione e linguaggio, alla luce dei contributi di filosofi e psicoanalisti, e si discutono le potenzialità applicative in ambito clinico di tale visione.

Conclude il seminario la proiezione di un filmato "I colori del corpo", che descrive l'esperienza di un atelier di pittura effettuato in un Centro Diurno con pazienti psicotici e borderline. Il filmato, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, illustra proprio l'emergere progressivo della rappresentazione a partire da una dimensione di irrappresentabilità e corporeità.

 

Curriculum del docente:

Giuseppe Martini

Primario Psichiatra Modulo 17 Dipartimento di Salute Mentale Roma E

Psicoanalista membro S.P.I.

Professore a contr. Scuola di Specializzazione in Psichiatria Univ. Cattolica

 

Il dr. Giuseppe Martini (03-08.55) ha lavorato dal 1981 presso i Dipartimenti di Salute Mentale di diverse regioni d’Italia, sia in ambito territoriale (ambulatori e Centri di Salute mentale) che ospedaliero (Clinica Psichiatrica e Servizi psichiatrici di Diagnosi e Cura). Dal 1993 riveste il ruolo di Primario Psichiatra. Con tale veste ha diretto, nell’ambito del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma E,  i Servizi psichiatrici territoriali del 18° Municipio del Comune di Roma, indi il Servizio Psichiatrico dell’Ospedale S.Spirito, ed attualmente i Servizi psichiatrici territoriali del 17° Municipio di Roma, comprendenti due Centri di Salute Mentale, una Comunità Terapeutica ed un Centro Diurno.

            E’ inoltre Psicoanalista membro della Società Italiana di Psicoanalisi e della International Psychoanalytical Association.

            Ha insegnato presso diverse Università italiane (Ancona, Chieti, Bologna) e riveste attualmente, dal 1991, l’incarico di Professore a contratto di Psichiatria presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università Cattolica di Roma.

            Oltre ad aver partecipato in qualità di relatore a numerosi Congressi Nazionali ed Internazionali e ad aver svolto attività seminariali e didattiche presso diverse Istituzioni pubbliche e Scuole di psicoterapia, ha al suo attivo oltre cento lavori editi in libri e in riviste scientifiche italiane e straniere, ed un volume, “Ermeneutica e Narrazione”, pubblicato (1998) presso la Casa Editrice Bollati Boringhieri. Un secondo volume, “La sfida dell’Irrappresentabile”, è in corso di stampa presso Franco Angeli Editore.

            Nei suoi lavori e nella sua attività clinica si è particolarmente interessato di psicoterapia e psicofarmacoterpia delle depressioni gravi e lievi, psicoterapia e psicofarmacoterapia delle schizofrenie, psicoanalisi dei disturbi di personalità, interventi psichiatrici con i pazienti non collaborativi.

 

INTERVENTO DEL PROF. FERNANDO RIOLO

“TRASFORMAZIONI NEVROTICHE E PSICOTICHE”

Curriculum del docente:

Fernando Riolo, è analista con funzioni di training e presidente del Centro di psicoanalisi di Palermo. È stato segretario scientifico della Società Psicoanalitica Italiana. Studioso del pensiero di Freud e di Bion, ha pubblicato numerosi scritti teorici con particolare riguardo al sogno, al metodo, e al processo psicoanalitico

Dal gennaio 2005 è Presidente della Società Italiana di Psicanalisi                                                                

INTERVENTO DELLA PROF. SSA MARTA BADONI

“UN CORPO, UNA STORIA. Funzione dell’adulto soccorritore

Sintesi dell’intervento:

L'autore cerca di tracciare il percorso che permette all'individuo umano di
diventare soggetto della propria storia. A partire da una antica
affermazione di Freud nel Progetto, sulla funzione dell'adulto nel porre
attenzione e nell'intendere i segnali dell'infante , viene trattato il
problema della iscrizione della corporeità in una storia propria.
Separazione e separatezza, intersoggettivo e intrapsichico lavorano
sinergicamente per permettere all'uomo di acquisire il sentimento della
propria esistenza nel mondo e della propria identità.
Il lavoro analitico comporta una attenzione specifica dell'analista per il
suo paziente; la capacità di intendere i pazienti presume che l'analista
possa mettersi pazientemente sulle tracce di indizi e segnali che dai
pazienti provengono; essi coinvolgono tanto la corporeità del paziente
quanto quella dell'analista. La stessa funzione di reverie, descritta da
Bion, si esercita nella capacità dell'analista di mettere a disposizione
il proprio psiche soma nell'ascolto del paziente.

 

Curriculum del docente:
Marta Badoni – Neuropsichiatria Infantile – Membro Ordinario con funzioni di Training  della SPI.

 

Ha  iniziato la sua formazione nel Servizio  Universitario per bambini e adolescenti di Losanna.

In questo servizio  ha avuto successivamente l’incarico di primario.

Ha continuato poi la sua attività a Milano, nella professione privata e in numerose attività di consulenza e di insegnamento.  In particolare ha svolto attività di consulenza  per i servizi pubblici, sul momento della consultazione. Per molti anni ha effettuato  attività di supervisone del lavoro psicoterapico  presso l’Istituto Dosso Verde di Pavia.

E’ stata professore a contratto presso la Cattedra di Neuropsichiatria Infantile della Università di Pavia (Direttore Prof. Giovanni Lanzi) .  A Pavia ha attivato un primo gruppo di psicoterapeuti che lavorano sulla Psicoterapia di Rilassamento.  Successivamente è stata docente  per alcuni anni presso la Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica per il Bambino e per l’Adolescente  - ASNEA -  Monza.

Presso il Centro Milanese di Psicoanalisi ha fondato con altri colleghi l’Osservatorio di Psicoanalisi dei bambini e degli adolescenti.

Ha pubblicato diversi lavori  su riviste italiane e straniere.

 

INTERVENTO DELLA PROF.SSA SIMONA TACCANI

“AGIRE, AZIONE PSICHICA, AZIONE TERAPEUTICA”

Curriculum della docente:

 

Taccani Simona, medico specialista in malattie nervose e mentali, psicoterapeuta. Responsabile CeRP, Direttore e Docente della Scuola CeRP di specializzazione in psicoterapia. Già docente incaricato di Psicologia Dinamica e Psicologia Clinica presso l'Università di Padova.

Membro fondatore, con Mara Selvini e altri, del primo Centro per lo studio della Famiglia e delle tecniche di gruppo (Milano).

Consulente, formatore e supervisore presso numerose istituzioni pubbliche e private.
Membro del Collège de Psychanalyse Groupale et Familiale di Parigi, membro SIEC (Seminario Internazionale di Etica Clinica), membro del comitato di redazione delle Rivistre "Interazioni. Clinica e ricerca psicoanalitica su individuo-coppia-famiglia" e di "Groupal" (rivista del Collège de Psychanalyse di Parigi).

Si occupa in maniera particolare di clinica familiare e gruppale

 

Venezia ,  10-12 giugno 2005 "PARRICIDIO E FIGLICIDIO: CROCEVIA DI EDIPO E DINTORNI. FONDAMENTI DELLA TEORIA E DELLA CLINICA PSICOANALITICA"; Organizz.: S.P.I.; Sede: VENEZIA, ATENEO VENETO, S. MARCO 1897; Info: mg.capitanio@libero.it ; Fees= 120 euro.

Rivista di Psicoanalisi

Via  Panama 48      00198 Roma      Tel  068546716     e-mail: riv.psa@mclink.it

 

Organo della Società Psicoanalitica Italiana (SPI), Componente dell’International Psychoanalytical Association (IPA)

   

Delegato ECM:dr.ssa Mariagrazia Capitanio

Via Milazzo n. 8,  30174  Mestre (VE) 

tel. e fax 041 942003, e-mail mg.capitanio@libero.it

 

 

                                                                                                   Mestre  26/2/2005

 

Evento: Parricidio e   figlicidio: crocevia di Edipo e dintorni. Fondamenti della teoria e della clinica psicoanalitica. Venezia 10-12 giugno 2005, Ateneo Veneto,  S.Marco 1897

 

L’evento, che si articolerà su tre giorni, si rivolge a quanti, tra  medici e psicologi  impegnati nell’ambito della psicoterapia, vogliono approfondire  da un punto di vista teorico le dinamiche intrapsichiche che da un lato costituiscono  - sul versante psicopatologico - il nucleo  della nevrosi e dall’altro  sono quelle che – se adeguatamente  elaborate – portano allo sviluppo  della istanza morale, della convivenza civile, della cultura. 

 

 

                                              10/6/2005  ore 15- 16

                                             dr.   P. Campanile

                                          Presentazione del Convegno  

Il dr. Campanile  introdurrà i contenuti e  gli obiettivi del Convegno,  facendo una breve   disamina  degli aspetti  più rilevanti e problematici della  teoria psicoanalitica relativa al tema dell’Edipo inteso come  elemento strutturante della psiche individuale   e dell’evoluzione della cultura; inoltre presenterà i vari relatori mettendo in luce le rispettive competenze,gli  ambiti professionali,  scientifici e di ricerca .

 

 

                                           10/6/2005  ore  16- 17.15

                                          dr.ssa D. Quinodoz

                       Edipo all’incrocio: genitori di Tebe? Genitori di Corinto?

 

Il mito di Edipo illustra  il fallimento della elaborazione del complesso di Edipo: Edipo ha realizzato i suoi desideri inconsci, ha ucciso suo padre ed ha sposato sua madre. Quale e è stato il ruolo degli affetti in questo fallimento?Per la relatrice il fatto che Edipo abbia due coppie di genitori , quelli di Tebe che lo abbandonano e quelli di Corinto che lo adottano, ha un significato fantasmatico universale: lo sdoppiamento evita di porre i termini del conflitto  ed impedisce la sua elaborazione.  La relatrice mostra con degli esempi clinici che tale sdoppiamento dell’imago parentale va di pari passo con  quello degli affetti. L’integrazione degli affetti implica che il paziente, come il piccolo Hans,  abbia riconosciuto importante l’esistenza del padre  della prima infanzia al fine di prendere coscienza che il “ padre che non poteva impedirsi di odiare come rivale  era lo stesso che egli   amava da sempre”.

 

17.15 – 17.30 Pausa

                                      10/6/2005 ore 17.30- 18.45

                                    dr. Antonio Alberto Semi

               Filiazione, sviluppo teorico, eclissi dell’individuo

A partire dalle vicende del movimento psicoanalitico e dallo sviluppo teorico diversificato che esso ha avuto, il relatore cerca di mettere in evidenza alcune linee di conflitto e alcune difficoltà specifiche della psicoanalisi freudiana, la quale ha sviluppato il pensiero del fondatore sia correggendolo sia trasformandolo. Al di là di alcune vicende storiche note – ad esempio il conflitto con Jung o le difficoltà con M. Klein – egli indaga il senso attuale del rapporto tra filiazione e sviluppo teorico in un’epoca di pratica negazione dell’individuo, aiutandosi con esempi tratti dalla letteratura psicoanalitica.

                                                       11/6/2005  ore  9-10.15

                                                 dr.ssa G. De Simone

                  L’ Edipo e la conoscenza: sapere dei padri, sapere dei figli

 

Facendo seguito a quanto già in precedenza ha esposto nel suo libro Le famiglie di Edipo, l’a relatrice  indaga ulteriormente le formazioni fantasmatiche collegate alla tematica edipica, anche al di fuori del classico riferimento al dramma edipico del bambino.Vengono riproposti i concetti di triangolazione e di ricerca della verità su se stessi.Grande importanza viene data alla pulsione epistemofilica e a tutte le vicissitudini dell’acquisizione e della trasmissione della conoscenza. La pulsione a conoscere sembra riferirsi, al di là della fenomenologia sessuale, alle grandi questioni dell’esistenza.I vari personaggi della scena mitica (quelli della famiglia di Corinto e quelli della famiglia di Tebe) possono rappresentare forme diverse di sapere. Anche le vicende transgenerazionali sono viste come facenti parte della costellazione edipica.Appoggiandosi su alcune semplificazioni cliniche, la relatrice cerca di mostrare come lavorano, all’interno delle famiglie e degli individui, i “segreti libidici” e i “segreti antilibidici”.

                11/6/2005 ore 10.15-11.30

                       dr. Massimo Fusillo 

       Fantasmi freudiani. «Edipo re» sullo schermo

 

L’intervento affronta le principali versioni cinematografiche della tragedia di Sofocle – Oedipus the King (1956) di Tyron Guthrie; Edipo re (1967) di Pier Paolo Pasolini, Oedipus the King (1967) di Philippe Saville, Edipo alcalde (1999) di José Alì Triana – focalizzandosi in particolare sul loro rapporto con le teorie freudiane; nella conclusione si accennerà al complesso di Edipo come motivo ricorrente nel cinema di alcuni grandi maestri (soprattutto Hitchcock e Bergman). Come nella maggior parte delle riscritture novecentesche della tragedia di Sofocle (oggetto del saggio di Guido Paduano Lunga storia di Edipo re), il rapporto con Freud si percepisce nel risalto maggiore con cui vengono rappresentati parricidio e incesto, particolarmente evidente nel film di Pasolini, cha incastona la narrazione del mito in una cornice autobiografica e squisitamente freudiana, in cui trovano spazio anche il «complesso di Laio» (tema al centro del dramma Affabulazione) e il nucleo speculare dell’infanticidio. Il film di Liana, alla cui sceneggiatura ha collaborato Garcìa Marquez, ambienta la vicenda in epoca contemporanea, e dà un rilievo notevole alla figura di Giocasta, tragica incarnazione della volontà di non sapere, o freudianamente del principio di piacere.

 

  11.30- 11.45 Pausa  

                                               11/6/2005 ore  11.45-13

                                                    Dr. P. Denis

                                                  Edipo e  imago

 

Il complesso di Edipo è il risultato della rinuncia a un progetto incestuoso e della rimozione delle sue rappresentazioni incestuose . Ma esso comporta anche un altro aspetto essenziale: l’organizzazione delle istanze le une in rapporto alle altre, in particolare il Super-Io, a partire dalle imago iniziali. Perché il Super-Io possa essere l’”erede del complesso di Edipo” bisogna che si siano  trasformati i suoi precursori “imagoici” .

 13-15 Pausa pranzo                                 

 

                                                  11/6/2005  ore 15-16.15

                                               dr.ssa C. Schmidt-Hellerau

                                                            Il fallo “letico”.

                             L’impatto della pulsione di conservazione sul conflitto edipico.

 

Freud ha descritto il conflitto edipico come conflitto tra amore ed odio, tra pulsione sessuale e pulsione aggressiva. La relatrice suggerisce un altro aspetto dell'Edipo, considerando come gli sforzi ed il bisogno di salvaguardare Sé e l’oggetto entrino in conflitto con i desideri sessuali. Il concetto di  fallo letico” permette  di descrivere come il fallimento nella strutturazione, nel regolamento e nel contenimento delle energie “ letiche” della pulsione di conservazione comporti una patologia specifica, caratterizzata da sofferenza, stati dolorosi, sensazione di tristezza e malattia. La malattia viene usata come trofeo in una competizione fuorviante con i rivali edipici. Laio e Giocasta, esponendo Edipo ad un attacco infanticida, hanno danneggiato le spinte rivolte alla preservazione dell’oggetto e ciò conduce Edipo a commettere il parricidio .

Il dramma di Sofocle, che si dipana intorno a sessualità ed aggressività, incesto e colpa, è strettamente connesso con l’epidemia propagatasi a Tebe e con la necessità di scoprirne le cause. Ciò che ha messo in pericolo la sopravvivenza di Edipo all’inizio della sua vita, ovvero la mancanza di protezione e cure parentali, diventerà una malattia che minaccia di contagio epidemico ogni persona del reame e sfocerà nell’immagine di Edipo accecato, che invoca sostegno materiale come mendicante e chiede alla propria figlia, Antigone, di prendersi cura di lui.

 

16.15- 16.30 Pausa

 

                                                    11/6/2005 ore 16.30-17.45

                                                         dr.    Emanuele Trevi

                                                            Edipo alla lettera

 

L’eroe della tragedia sofoclea, attore inconsapevole di incesto e parricidio, ha avuto innumerevoli reincarnazioni nella letteratura di ogni tempo e di ogni lingua, da Seneca a Voltaire, a tutto il Novecento, da Hofmannsthal a Gide, da Cocteau a Testori. Nella relazione si attraverseranno queste figure letterarie, focalizzandosi sulle recenti sue metamorfosi, esplicite ed occulte, anche per evidenziarne la funzione di cartina di tornasole degli attuali mutamenti dell’umano sentire e soffrire per costruire sé stessi.

                                                      12/6/2005 ore 9.30-10.45

                                                       dr. André Beetschen

                                                  Prendere il posto del padre

 

La rilettura    del testo di S. Freud  «  Dostoievski e il parricidio » (1927) invita  a riflettere sull’ ambivalenza del legame col  padre  e sulla tonalità ostile dell’identificazione. Come le metamorfosi della identificazione rendono conto  dell’interiorizzazione pacificante del Super-Io (« una nuova regia in un secondo teatro »)  o del suo  maneggio  omicida , di cui testimoniano  allora i sintomi, sintomi che sono  « accessi di morte »  o  “accessi di  recitazione » ? Il capolvogimento  omicida -  ma quale status psichico infantile dare a  “uccisione del padre”? - riguarderà, nell’ inibizione paralizzante  o nella sofferenza di trasmissione, l’attività di pensiero e di creazione. Se ne dedurrà lo scarto tra autore (dell’opera tanto quanto del crimine) e soggetto.

 

10.45 -11 Pausa

                                                  12/6/2005  ore 11-12.45

                                                       dr. F. Petrella

                                                 Edipo: pro e contro

  In questa relazione  viene discusso il  deperimento e la minimizzazione della tematica edipica nella psicoanalisi d’oggi. Quello che Freud aveva indicato come nucleo delle nevrosi sembra aver perso il suo ruolo centrale, sostituito dall’interesse psicoanalitico per altri aspetti dello sviluppo, per i disturbi del pensiero o le precoci esperienze traumatiche.

Viene sostenuta, anche con riferimenti alla clinica, l’irrinunciabilità del modello edipico, delle sue narrazioni specifiche e la persistente  importanza delle rappresentazioni inconsce che si concentrano attorno a questo nucleo passionale. Il processo analitico ha ancora oggi il compito di costruire e mettere alla prova della scena consapevole le passioni edipiche, rispetto alle quali si definisce inevitabilmente  la posizione del soggetto della cura.

 

 

                                                     12/6/2005  ore    12.45-13

                                                             dr.  P. Campanile

                                                               Conclusione

Verranno enucleati , a partire dalle varie relazioni e tenendo conto del dibattito svoltosi, i punti salienti  emersi durante il Convegno  nonché  le indicazioni per sviluppare ulteriori momenti di ricerca  teorica  e di applicazione clinica.

L’intervento di ogni relatore prevede ampia discussione sia della relazione (il cui testo verrà distribuito) che di materiale clinico che i partecipanti saranno invitati a portare. Essa  sarà monitorata dai seguenti  moderatori : il dr. A Luchetti nella giornata del 10/6, il dr. S. Bolognini  nella mattinata del  11/6, la dr.ssa G. Goretti nel pomeriggio del 11/6 e  il dr. P. Campanile nella mattinata del 12/6/2005. Il dr. Campanile inoltre introdurrà , nella prima giornata, i temi  salienti che saranno affrontati nell’evento;  alla fine del Convegno  farà  le conclusioni.

 L’orario delle  relazioni del  Convegno, che si terrà a  Venezia dal  10 al 12 giugno 2005  presso   l’  Ateneo Veneto, S. Marco 1897, tel. 0039-0415224459, sarà:

 10/6 :  dalle 15 alle 18.45

 11/6 :  dalle 9 alle 13  e dalle 15 alle 17.45

 12/6 :  dalle 9.30 alle 13

E’ prevista una quota di iscrizione di euro  100 + 20  di IVA =   euro 120

 

 

Venezia,  maggio-novembre 2005

“CORSO DI TEORIA E CLINICA SULLA GENITORIALITA’ E SULLA PRIMA INFANZIA: NUOVI APPRODI DELLA GENITORIALITA’”.

Professione cui l’evento è rivolto:

Medico Chirurgo

(max. n. 50 partecipanti).

Psicologo

(max. n. 50 partecipanti).

Organizz.:

CENTRO DI CONSULTAZIONE PER GENITORI, BAMBINI ED ADOLESCENTI

 

Venezia, Cannaregio 1322/B - Sotoportego del Boter

Descrizione generale:

Il corso di formazione vuole fornire delle conoscenze aggiornate sugli studi recenti riguardo l’infertilità, la fecondazione assistita e l’adozione. I relatori esporranno i loro studi teorici, le loro ricerche e le loro esperienze cliniche con coppie che hanno utilizzato questi percorsi. Ai partecipanti verranno fornite le conoscenze utili per approfondire queste nuove tecniche e gli aspetti  emozionali relativi a queste nuovi approdi della genitorialità. Verrà posta particolare attenzione sulle eventuali problematiche psicologiche che possono insorgere nella funzioni genitoriale di queste coppie e nei loro figli.

Ogni giornata del corso prevederà - nella prima parte - una relazione in plenaria del relatore sulle problematiche delle genitorialità diverse (procreazione assistita, adozione, ecc.), cui seguiranno - nella seconda parte - un dibattito/confronto sui temi trattati ed una presentazione di modelli e casi clinici, sempre in seduta plenaria.

 

L’Evento Formativo Residenziale è articolato in n. 4 giornate, per un totale di n. 17 ore formative.

 

Articolazione dell’Evento Formativo Residenziale

 

a)            Titolo:   “Corso di teoria e clinica sulla genitorialità e sulla prima infanzia: nuovi approdi della genitorialità”.

b)            Responsabili scientifici/culturali:

·              Dott.ssa Maria Concetta Scavo, Medico Psichiatra, Psicoterapeuta del bambino e dell’adolescente (Modello Tavistock), Direttrice del Centro di Consultazione per Genitori, Bambini ed Adolescenti di Venezia (vedi curriculum professionale);

·              Dott.ssa Dora Sullam, Psicologa, Psicoterapeuta del bambino, dell’adolescente e della famiglia (Modello Tavistock) (vedi curriculum professionale).

c)            Obiettivo specifico ECM: gruppo 2, lettera f) - formazione finalizzata all’utilizzo ed all’implementazione delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeutici.

d)            Luogo di svolgimento: Venezia, Teatro ai Frari, San Polo 2464/Q.

e)            Date di svolgimento: 21.05.2005 (1^ giornata) - 11.06.2005 (2^ giornata) - 22.10.2005 (3^ giornata) - 19.11.2005 (4^ giornata).

f)              Orario: 9.00 / 13.30 per tutte le n. 4 giornate previste.

g)            Metodi d’insegnamento previsti: serie di relazioni su tema preordinato; dibattito fra pubblico ed esperto guidato da un conduttore (“l’esperto risponde”); presentazione di problemi e di casi clinici in seduta plenaria.

 

h)            Docenti dell’evento:

·              Dott.ssa Lynne Cudmore, Psicoterapista del bambino, Tavistock Clinic di Londra (vedi curriculum professionale);

·              Dott.ssa Matilde Vigneri, Medico Chirurgo, specialista in Malattie Nervose e Mentali (vedi curriculum professionale);

·              Dott.ssa Simona Nissim,  Medico Chirurgo, specialista in Neuropsichiatria Infantile (vedi curriculum professionale);

·              Dott.ssa Giuliana Mozzon, laureata in Filosofia, specialista in Psicologia (vedi curriculum professionale).

i)              Tipo di materiale didattico consegnato ai partecipanti: dispense aventi ad oggetto materiale scientifico sugli argomenti trattati, a cura dei relatori del corso di formazione.

j)              Metodo di verifica dell'apprendimento: questionario finale individuale.

k)            Valutazione del gradimento: sarà effettuata in base alla griglia valutativa ECM.

l)              Programma dettagliato dell’evento:

 

1^ GIORNATA

21 MAGGIO 2005

 

Ore 8.45 / 9.00:             Registrazione dei partecipanti.

 

Ore 9.00 / 11.00: “Le problematiche delle genitorialità diverse. La procreazione assistita, l’adozione”. Serie di relazioni su tema preordinato. Docente: Dott.ssa Lynne Cudmore.

 

Ore 11.00 / 11.50: “Dibattito-discussione fra pubblico ed esperto sul tema trattato”. Confronto/dibattito fra pubblico ed esperto guidato da un conduttore (“l’esperto risponde”). Docente: Dott.ssa Lynne Cudmore.

 

Ore 11.50 / 12.00: Coffee Break.

 

Ore 12.00 / 13.30: “Le problematiche delle genitorialità diverse: presentazione di casi clinici in seduta plenaria”. Presentazione di modelli e di casi clinici in seduta plenaria. Docente: Dott.ssa Lynne Cudmore.

 

2^ GIORNATA

11 GIUGNO 2005

 

Ore 8.45 / 9.00:             Registrazione dei partecipanti.

 

Ore 9.00 / 11.00: “Le problematiche delle genitorialità diverse. La procreazione assistita, l’adozione”. Serie di relazioni su tema preordinato. Docente: Dott.ssa Matilde Vigneri.

 

Ore 11.00 / 11.50: “Dibattito-discussione fra pubblico ed esperto sul tema trattato”. Confronto/dibattito fra pubblico ed esperto guidato da un conduttore (“l’esperto risponde”). Docente: Dott.ssa Matilde Vigneri.

 

Ore 11.50 / 12.00: Coffee Break.

 

Ore 12.00 / 13.30: “Le problematiche delle genitorialità diverse: presentazione di casi clinici in seduta plenaria”. Presentazione di modelli e di casi clinici in seduta plenaria. Docente: Dott.ssa Matilde Vigneri.

 

3^ GIORNATA

22 OTTOBRE 2005

 

Ore 8.45 / 9.00:             Registrazione dei partecipanti.

 

Ore 9.00 / 11.00: “Le problematiche delle genitorialità diverse. La procreazione assistita, l’adozione”. Serie di relazioni su tema preordinato. Docente: Dott.ssa Simona Nissim.

 

Ore 11.00 / 11.50: “Dibattito-discussione fra pubblico ed esperto sul tema trattato”. Confronto/dibattito fra pubblico ed esperto guidato da un conduttore (“l’esperto risponde”). Docente: Dott.ssa Dott.ssa Simona Nissim.

 

Ore 11.50 / 12.00: Coffee Break.

 

Ore 12.00 / 13.30: “Le problematiche delle genitorialità diverse: presentazione di casi clinici in seduta plenaria”. Presentazione di modelli e di casi clinici in seduta plenaria. Docente: Dott.ssa Simona Nissim.

 

4^ GIORNATA

19 NOVEMBRE 2005

 

Ore 8.45 / 9.00:             Registrazione dei partecipanti.

 

Ore 9.00 / 11.00: “Le problematiche delle genitorialità diverse. La procreazione assistita, l’adozione”. Serie di relazioni su tema preordinato. Docente: Dott.ssa Giuliana Mozzon.

 

Ore 11.00 / 11.50: “Dibattito-discussione fra pubblico ed esperto sul tema trattato”. Confronto/dibattito fra pubblico ed esperto guidato da un conduttore (“l’esperto risponde”). Docente: Dott.ssa Giuliana Mozzon.

 

Ore 11.50 / 12.00: Coffee Break.

 

Ore 12.00 / 13.30: “Le problematiche delle genitorialità diverse: presentazione di casi clinici in seduta plenaria”. Presentazione di modelli e di casi clinici in seduta plenaria. Docente: Dott.ssa Giuliana Mozzon.

 

Ore 13.30 / 14.00: Somministrazione ai partecipanti della scheda di valutazione firmata dell’evento e del questionario finale di verifica dell’apprendimento.

 

 

Torino, 11 giugno 2005 "LA RICERCA DEL LIVELLO TERAPEUTICO NELLA PSICOTERAPIA PSICOANALITICA: IL FASCINO DELL'INCONTRO"; Organizz.: AZIENDA OSPEDALIERA O.I.R.M. - S. ANNA; Sede: AULA MAGNA IST. UNIV. SCIENZE PED. ADOLESCENZA - P.ZZA POLONIA 94 - TORINO; Info: maria.gallidellamantica@unito.it ; Fees= euro 70.

Curriculum vitae Mrs. Anne Alvarez

 

45 Flask Walk

London.N.W.3 1HH

 

 

Date of birth. 1/1/1936: Toronto . Canada.

Have dual nationality for Britain and Canada.

 

 

ACADEMIC AND PRPFESSIONAL QUALIFICATION:

  1. B.A. honours (First Class) Psychology. University of Toronto, Canada, 1957. Victoria college Travelling Fellowship to do post-graduate work.
  2. M.A. Clinical Psychology. Indiana University, u.s.a. 1959.
  3. I am registrated by the Ontario Board of Examiners in Psychology and the Canadian Health Service Providers in Psychology as able to practice in Canada as Clinical Psychologist.
  4. Qualification as Child Psychotherapist, Tavistock Clinic, London , 1955 and Member of Association of Child Psychotherapist,. 1965.

       5.  Postgraduate Diploma M.A. in Psychoanalitic Studies.

 

EMPLOYMENT

1988-present: Principal Child Psychotherapist , Child and Family Dep’t. Tavistock Clinic, London, with special responsibility for teaching psychoanalytic theory, child development, and therapeutic technique.

Special interest: therapy of Psychotic, borderline condition and Autism and Therapeutic intervention in Infancy.

 

I  published many papers,  on Psychoanalitic Theory and  psychotherapy in Childhood.

 In the last 20 years I   presented   and I am presenting lectures outside the Tavistock , in U.SA. in Europe and in Italy.

 

BOOK.

Live Company: Psychotherapy with Autistic, Borderline, Deprived and Abused Children. Routledge. London. July 1992, published in Italy by Asrolabio- Ubaldini, Rome, 1993 and in Brazil 1993 by Arte Medica. Porto Allegre

 

 

 

Curriculum Vitae di Pia Massaglia

 

Nata a   Verrua Savoia (To) il 7 luglio 1951

Laurea in Medicina e Chirurgia. Specializzazione in N.P.I. e in Pediatria. Psicoterapeuta Psicoanalitica Infantile.

Professore Associato in Neuropsichiatria Infantile.

Dirigente Medico di I livello presso la Divisione di Neuropsichiatria Infantile del Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza dell’Università di Torino. Docente presso la Scuola di Specializzazione in N.P.I. dell’Università di Torino. Membro A.S.A.R.N.I.A. e A.P.P.I.A. Docente della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza , riconosciuta dal MURST con D.M. il 20/3/ 1998 , confermata con D.M. del 12/7/2001

Delegata europea alla Sezione Child and Adolescent dell’ European Federation for Psychoanalitic Psychotherapy in the Public Sector : E.F.P.P

  

Curriculum vitae di Rosa Gemello

(Relatore di riserva)

 

Nata a Buttiglira d’Asti il 30/8/1945.

Laurea in Pedagogia (1970:Università di Torino ) e Laurea in Psicologia (1975: Università di Padova).

Dirigente di primo livello-psicologo di ruolo e Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica dell’Età Evolutiva dell’Azienda Ospedaliera O.I.R.M.-S.Anna.

Membro ASARNIA e APPIA. L’Associazione ASARNIA-APPIA è una delle Associazioni componenti la Sezione Italiana della E.F.P.P. (European Federation for Psychoanalitic Psychotherapy in the Public Sector).

Docente presso la Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dal 1977 a oggi; Professore a contratto per il Corso di Psicologia generale e dell’età evolutiva al Diploma Universitario di Ostetricia  della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino: 1999.2000.

Professore a contratto per il Diploma Universitario di Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino dal 1993 a oggi.

Docente della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza (ora Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Età Evolutiva a indirizzo psicodinamico) riconosciuta con D.M. il 20/371998..

 

Curriculum vitae della prof. Livia Di Cagno

 

Nata a Roma il 4/03/1926.

Laurea in Medicina e Chirurgia a Roma nel 1951.

Specializzazioni in Clinica Pediatrica , Psicologia e Pedagogia e Neuropsichiatria Infantile.

Libera Docenza in Clinica Pediatrica nel 1965 e in Neuropsichiatria Infantile nel 1966.

Professore Ordinario Direttore della Cattedra di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Torino nel 1971.

Direttore della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino nel 1972.

Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche in riviste italiane e straniere

Past President e fondatore della Scuola di Psicoterapia  Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza, gestita dall’ASARNIA e convenzionta con l’Università degli Studi di Torino- Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza.

Ora Professore Emerito dell’Università degli Studi di Torino.

  

Curriculum vitae di Elena Bonassi

( in sostituzione di Pia Massaglia.)

 

Nata a Torino il 3 ottobre 1947.

Laurea in Medicina e Chirurgia e Specializzazione in N.P.I. nel 1976.

Ricercatore Confermato della Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 1880 a oggi, in ruolo presso il Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza- Sezione di Neuropsichiatria Infantile.

Responsabile del Day Hospital Psichiatrico dove svolge attività assistenziale diagnostica e terapeutica.

Autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche  è titolare di numerosi insegnamenti in ambito psichiatrico  presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Torino.

Psicoterapeuta psicoanalitica Infantile,  Membro A.S.A.R.N.I.A. e A.P.P.I.A. Docente della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza , riconosciuta dal MURST con D.M. il 20/3/ 1998 , confermata con D.M. del 12/7/2001

 

Bologna ,  30 maggio 2005 "PSICOTERAPIA DELLA SCHIZOFRENIA"; Organizz.: PLANNING CONGRESSI SRL; Sede: BOLOGNA - ISTITUTO DI PSICHIATRIA “PAOLO OTTONELLO”; Info: r.dapreda@planning.it

Istituto di Psichiatria “Paolo Ottonello”

Aula Colonne

Bologna, 30 maggio 2005

 

Giornata di studio

PSICOTERAPIA DELLA SCHIZOFRENIA

 

 

Chairman:                     Giuseppe Ferrari 

 

Ore 09.00                     Domenico Berardi

                                    Professore di Psichiatria Università di Bologna

Inquadramento epidemiologico della schizofrenia

 

Ore 09.45                       Max Birchwood

Direttore Early Intervention Service, Professore di Psichiatria, University of Birmingham UK

Psicoterapia dell’esordio psicotico

 

Ore 10.30                     Discussione

 

Ore 11.00                     Pausa coffee break

 

 

Ore 11.20                     Tavola rotonda

Gestione psicosociale degli esordi schizofrenici; esperienze locali a confronto

                                   

                                    Paolo Scudellari             Professore Associato di Psichiatria,Università di Bologna

                                    Ilaria Tarricone             Dottoranda di Ricerca, Università di Bologna

                                    Marta Ardenghi              Referente Centro Tasso, DSM Area Città, AUSL di Bologna

Marco Monari Dirigente Unità Operativa Ambulatori e Day Hospital, CSM Casalecchio di Reno, DSM Area Sud, AUSL di Bologna

Cecilia Neri Dirigente medico di primo livello CSM Mazzacorati, DSM Area Città, AUSL di Bologna

Paolo Borghi Coordinatore del gruppo di lavoro "residenze psichiatriche", DSM  AUSL di Bologna

 

Ore 13.00                     QUESTIONARIO ECM               

  

Max Birchwood è direttore del Early Intervention Service del Servizio di Salute Mentale di Birmingham, NHS Trust; è inoltre professore alla Scuola di Psicologia dell’Università di Birmingham, UK. E’ autore di oltre 200 articoli di rilevanza internazionale sulla psicoterapia dei disturbi psicotici e conduce diversi progetti di ricerca nazionali e europei sull’efficacia degli interventi precoci, psicosociali e cognitivo-comportamentali nelle psicosi.

 

 

 

Cagliari, 4 giugno 2005 "SIGNIFICATO ATTUALE DELLA DEPRESSIONE IN ETÀ EVOLUTIVA"; Organizz.: A.PS.I.A. ASSOCIAZIONE PSICOTERAPIA INFANZIA ADOLESCENZA; Info: ASS.APSIA@TISCALI.IT  ; Fees= euro 90.

Interventi: E. Carau, F. Palacio Espasa.

 

Savona, 28-29 maggio 2005 " DA BION A MELTZER"; Organizz.: FIMP FEDERAZIONE ITALIANA MEDICI PEDIATRI SEZIONE DI SAVONA; Sede: SALA INCONTRI CHORÒS SAVONA; Info: fios@libero.it  E.VARALDO@MAIL.PROSITDAT.IT  

Fees= euro 150.

Docente:

Franco Scabbiolo

Psicoanalista - Oxford (Gran Bretagna)

Member of the Oxford Psychotherapy Society

 

 

Segreteria Scientifica ed Organizzativa:

Choròs Centro di Psicanalisi

Via Pia 30 /3   ' 019 821695     329  7668528        e.mail: fios@libero.it

 

 Obiettivi generali del seminario:

 

¨      Fare acquisire conoscenze teoriche ed aggiornamenti in tema di:

sviluppo del pensiero

collegamenti tra il pensiero di Bion e il pensiero di Meltzer

 

¨     Fare acquisire abilità manuali, tecniche o pratiche in tema di:

gestione della gruppalità

 

¨     Fare migliorare le capacità relazionali e comunicative in tema di:

esperienze emotive e aggiornamento personale attraverso lo scambio e il confronto nella dimensione del gruppo

 

 

Obiettivo formativo di interesse nazionale:

 

Gruppo 2 - Aggiornamento professionale nell'esercizio dell'attività psicologica e psicoterapeutica

 

Il seminario si propone di approfondire lo sviluppo di alcuni concetti fondamentali nella pratica psicoanalitica attraverso l’uso di materiale clinico e di ricerca. Utilizzare il materiale clinico come momento fondamentale di integrazione teorico-clinica.

Promuovere l’aggiornamento personale attraverso lo scambio e il confronto nella dimensione del gruppo

 

Svolgimento del Seminario:

 

Il seminario si articola in due giornate con cinque interventi preordinati e due sessioni con discussione in piccolo gruppo di casi clinici, proposti dai partecipanti, e presentati in plenaria per la discussione.

Numero partecipanti 25:

di cui 20 psicologi e 5 medici (psichiatri, neuropsichiatri)

 

 

Il seminario è tenuto in lingua inglese con traduzione simultanea

 

Quota di iscrizione: € 150,00 iva inclusa

Programma

 

Sabato 28 maggio

 

Ore 09,00     Registrazione dei partecipanti

 

Ore 09,15     Presentazione del Seminario

 

Ore 09,30     F. Scabbiolo

                   Introduzione allo studio di  Bion:

Kant, Freud, Melanie Klein e Money Kyrle

 

Ore 11,00           F. Scabbiolo

Il Bion "prepsicoanalitico": l’esperienza gruppale
La parte psicotica e la parte non psicotica della personalità

Ore 12,30           Seduta plenaria

                  Discussione sulle relazioni

 

Ore 13,00         Pausa pranzo

 

Ore 14,30          F. Scabbiolo

La teoria del pensiero.
Il disordine del pensiero.

Ore 16,00         Casi clinici

Presentazione di casi clinici e discussione in piccoli gruppi

Materiale clinico illustrativo: 2 bambini e tre adulti

 

Ore 17,30           Seduta plenaria

                  Presentazione dei lavori di gruppo e discussione sulle relazioni

 

Ore 18,30           Chiusura dei lavori

 

Domenica 29 maggio

 

Ore 09,00           F. Scabbiolo

Importanza degli oggetti parziali in Bion
La griglia positiva  e la griglia negativa

 

Ore 11,00           Casi clinici

Presentazione di casi clinici e discussione in piccoli gruppi

 

Ore 12,00           Seduta plenaria

                  Presentazione dei lavori di gruppo e discussione sulle relazioni

 

Ore 13,00          Pausa pranzo

 

Ore 14,30           F. Scabbiolo

Apprendere dall’esperienza
Attenzione ed interpretazione

 

Ore 16,30          Seduta plenaria

                  Discussione sulle relazioni e considerazioni finali

 

Ore 17,30  Test di valutazione e questionario finale

 

Ore 18,00  Chiusura dei lavori

 

 

 

 

 

 

 

Eventi formativi provenienti da fonti diverse da ECM-Sanità:

 

Convegno Sissco

Cantieri di Storia III

La storia contemporanea in Italia oggi:
linee di tendenza e orientamenti di ricerca

Bologna: 22-24 settembre 2005
Programma Scientifico
Convento di Santa Cristina, Piazzetta Morandi 1

Nel contesto del Convegno giovedì 22 settembre 2005 alle ore 16 si terrà una sessione coordinata da Patrizia Guarnieri (Università  di Firenze) e da Massimo Moraglio (Università di Torino)  dal titolo Culture e pratiche psichiatriche nella società italiana del Novecento

Il seminario si propone di affrontare il rapporto tra culture e pratiche della psichiatria nell'Italia del Novecento, in particolare dal fascismo agli anni Settanta. Si tratta di un periodo assai poco esplorato rispetto al secolo precedente, di tutta la psichiatria europea, che in Italia ha avuto esperienze peculiari e significative. Con orientamenti metodologici innovativi rispetto a qualche decennio fa, la storiografia contemporaneistica del settore ha rimesso in discussione temi già   individuati (la devianza e il controllo sociale, il paradigma terapeutico/reclusivo), e sta enucleando nuovi percorsi di ricerca, che valorizzano una molteplicità  di soggetti e scenari. In particolare si evidenziano alcuni punti focali che il seminario tematico ha intenzione di proporre:
1- consolidamento della reclusione asilare e ricerca di nuove tendenze degli psichiatri;
2- psichiatria e antitetiche teorie dell'uomo (dal razzismo, alla cultura anti-istituzionale)
3- psichiatria e altri saperi (specialità  mediche e diritto)
4- movimento e cultura antimanicomiale.
5- La psichiatria italiana del '900 fuori d'Italia.
Il 'panel' prevede la partecipazione di studiosi di diversa formazione scientifica, con curriculum molto differenziati tra di loro, appartenenti a generazioni diverse. La presenza di Edward Shorter consentirà  di confrontare la nuova stagione di studi storici italiani con lo sguardo sull'Italia di un notissimo storico (della psichiatria e non solo) d'oltre oceano.

Programma
  1. Edward Shorter (University of Toronto) - Lo strano viaggio italiano nella storia della psichiatria

    Il percorso italiano nella storia della psichiatria non è per niente strano fino agli anni sessanta del Novecento. Prima di allora, l'Italia ha attraversato le stesse fasi 'normali' dello sviluppo internazionale: una fase iniziale di psichiatria biologica nell'Ottocento; poi una parentesi psicoterapeutica-psicoanalitica tra il 1920 e il 1960. Negli anni '60 inizia invece una grande divergenza rispetto al percorso internazionale: la politicizzazione della psichiatria, la fine dei manicomi pubblici, la stigmatizzazione fino all'estinzione dell'elettroshock, e il trionfo quasi definitivo della psicoanalisi. Queste prospettive suggeriscono un programma di ricerca per gli storici: (1) approfondire la storia della psicofarmacologia in Italia, un'iniziativa importante che è rimasta senza futuro nazionale; (2) ricercare le circostanze dietro il successo pressoché allucinante del freudismo in Italia ed in Francia (il caso scandinavo-inglese fornisce un contro-esempio); (3) ed interrogarsi sui manicomi: erano totalmente un fallimento?

  2. Vinzia Fiorino (Università  di Pisa) - Culture psichiatriche nel e per il fascismo: l'idea della Nazione Artigiana

    Rimasta del tutto esclusa dalla ricerca storiografica, l'elaborazione psichiatrica durante il ventennio fascista si configura come un'area di interesse del tutto inesplorata. Partendo da un interrogativo centrale, ossia quale antropologia, quale idea di uomo abbia guidato la riflessione teorica e la pratica della disciplina psichiatrica, il mio contributo si dipana sostanzialmente lungo due linee di ricerca: in primo luogo cercherà di enucleare il contributo specifico che la scienza psichiatrica ha dato alle teorie razziste; in secondo luogo, includendo anche una riflessione che ha interessato campi specifici quali la medicina del lavoro, l'igiene e la fisiologia, mi prefiggo di rintracciare l'apporto proprio delle teorie scientifiche alla complessa tematica della psicofisiologia del lavoro maturata negli anni del regime.

  3. Lisa Roscioni (Università  di Roma "La Sapienza") - Psichiatri e giudici a confronto: la perizia psichiatrica prima e dopo il Codice Rocco (1930)

    Se con la promulgazione del Codice Rocco (1930), gli psichiatri italiani, dopo decenni di aspri dibattiti, videro ufficialmente riconosciuto il loro ruolo in ambito giudiziale e sociale, in realtà , nella pratica giudiziaria, il peso attribuito alla perizia psichiatrica e la sua valenza teorica continuarono a essere oggetto di discussione e talora di forti contrasti. Il celebre caso giudiziario dello 'smemorato di Collegno' (uno sconosciuto colpito da amnesia recluso in manicomio conteso tra due donne che credevano di riconoscere in lui il marito  uno dei quali disperso durante la prima guerra mondiale), nel quale si scontrarono alcuni importanti psichiatri, è in questo senso emblematico e può suggerire nuove prospettive storiografiche. Al centro della questione vi erano tra l'altro alcuni problemi di scottante e recentissima attualità : il sospetto di simulazione di amnesia, le eventuali tecniche per smascherarla e la questione del carattere psicogeno dei traumi di guerra, che aveva messo in crisi la visione di un'origine esclusivamente biologico-degenerativa dei disturbi mentali.

  4. Massimo Moraglio (Università di Torino) - Uscire dal manicomio. Il dibattito medico nel periodo fascista, tra pratica reclusiva e ricerca di nuovi paradigmi

    Nel periodo tra le due guerre mondiali si evidenzia una cultura medico-psichiatrica vitale e vivace, tra caute aperture alla psicoanalisi e volontà  di riforma della legge giolittiana. In questo quadro dinamico emerge la contraddizione tra il desiderio dei medici di abbandonare il manicomio e la speranza dell'azione profilattica; ma anche l'autocensura da parte degli psichiatri nel portare fino in fondo la raggiunta consapevolezza dell'inutilità  terapeutica del manicomio, conservandone piuttosto il paradigma reclusivo. Sicché, se si ripeterono gli inviti ad una nuova azione medica, tra il 1926 e il 1941 il numero dei degenti nei manicomi raddoppiò proprio mentre  alla vigilia della seconda guerra mondiale  non pochi psichiatri furono partecipi dei più retrivi atteggiamenti razzisti.

  5. Renzo Villa (National Institutes of Health, Bethesda) - Dall'escluso all'escludente: pratiche antimanicomiali, da Basaglia a Psichiatria Democratica

    La figura e l'opera di Franco Basaglia sono state studiate anche attentamente negli ultimi anni. Forse meno si è sottolineato il ruolo che ebbero in primo luogo la moglie, Franca Ongaro recentemente scomparsa, e poi amici e collaboratori, ma anche colleghi e responsabili amministrativi, nell'organizzare, guidare e rendere fenomeno di rilevanza culturale, le 'pratiche antimanicomiali' fra il 1963 e il 1978. L'intervento mostra quanto ampio e frastagliato fosse il 'movimento', non riducibile e riconducibile ad una sola figura, pur carismatica. E soprattutto mostra l'incidenza culturale della più importante stagione della storia psichiatria italiana non come disciplina clinica, ma come bagaglio e strumentazione intellettuale, nel senso più ampio e migliore, in particolare attraverso gli scritti, gli interventi, gli studi di molti medici, operatori, ricercatori che contribuirono a diffondere un'inedita, e mai più rinata, attenzione per la psichiatria e la sua storia.

Discussant: Patrizia Guarnieri(Università di Firenze)


 

 

Istituto di Psicoterapia Analitica H.S.Sullivan di Firenze e la Sándor Ferenczi Society di Budapest

 

presentano la giornata di studi:

 

Sándor Ferenczi e la psicoanalisi contemporanea

 

1 ottobre 2005

Salone della Casa del Santo Nome di Gesù

P.zza del Carmine n° 21, Firenze

 

 

                                                                                                                   Programma:             

 

9,00-9,30          Apertura del convegno

                        Saro Brizzi (Firenze)

             Chairman Gianni Nebbiosi (Roma)

 

9,30-10,00         Freud e Ferenczi

Eva Brabant (Paris)

 

10,00-10,30       Il cambio di paradigma nella teoria del trauma di Ferenczi

Judit Meszaros (Budapest)

 

10,30-10,00       Coffee break

 

11,00-11,30       L´introduzione di Ferenczi in Francia

            Judith Dupont (Paris)

 

11,30-12,00       L´influenza di Ferenczi negli Stati Uniti

                        Ann-Louise Silver (Washington D.C.)

 

12,00-13,00       Discussione

 

13,00-15,00      Pausa pranzo 

 

            Chairman Roberto Cutajar (Firenze)

15,00-15,30      La presenza di Ferenczi nel pensiero di alcuni pionieri della psicoanalisi latinoamericana.   

Una strana e silenziosa trasmissione

                        Luis Martìn Cabré (Madrid)

 

15,30-16,00       Ferenczi e Winnicott

                        Franco Borgogno  (Torino)

 

16,00-16,30       La paura della mente: riflessioni ferencziane sulla teoria della mente

                        Carlo Bonomi (Firenze)

 

16,30-17,30       Discussione

 

 

I partecipanti

 

Carlo Bonomi: Analista didatta dell´Istituto di psicoterapia analitica H.S. Sullivan di Firenze, membro del direttivo dell´I.F.P.S. (International Federation of Psychoanalytic Societies), "associate editor" dell´International Forum of Psychoanalysis.

Franco Borgogno: Professore ordinario di Psicologia clinica, Università di Torino, membro della Società psicoanalitica italiana, membro I.P.A. (International Psychoanalytic Association), organizzatore del convegno internazionale Ferenczi di Torino.

Eva Brabant: Psicoanalista, membro APA (Association de Psychanalyse et Antropologie),  direttore della rivista di psicoanalisi Le Coq-Héron, curatrice della corrispondenza Freud-Ferenczi.

Saro Brizzi: Direttore dell´Istituto di psicoterapia analitica H.S. Sullivan di Firenze, membro I.F.P.S.

Roberto Cutajar: Analista didatta dell´Istituto di psicoterapia analitica H.S. Sullivan di Firenze, membro I.F.P.S.

Luis Martìn Cabré: Membro della Società psicoanalitica spagnola, membro I.P.A., organizzatore del convegno internazionale Ferenczi di Madrid.

Judit Meszaros: Membro della società Ungherese di psicoanalisi, membro I.P.A, presidente della Società Ferenczi, organizzatrice dei convegni internazionali Ferenczi di Budapest.

Gianni Nebbiosi: Presidente e membro fondatore Isipsé (Ist. di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi Relazionale), vice Presidente IARPP (International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy), membro del direttivo IAPSP (International Association for Psychoanalytic Self Psychology).

 Judith Dupont: Psicoanalista, membro I.P.A, rappresentante letterario di S. Ferenczi.

 Ann-Louise Silver: Psicoanalista, membro I.P.A, presidente regionale degli Satiti Uniti della ISPS (International Society for the Psychological treatments of the Schizophrenias and other psychoses), già direttore della formazione al Chesnut Lodge, già presidente dell´ AAP (American Academy of Psychoanalysis). Organizzatrice del convegno internazionale Ferenczi di Baden Baden.

 

 

Iscrizione €  90.00

Per Soci AFPI, allievi Istituto Sullivan e studenti universitari (numero di posti limitato) il costo è di € 40.00

Il costo dell´iscrizione è comprensivo del volume con gli atti del convegno.

 

 

Per informazioni e prenotazioni

Istituto di Psicoterapia Analitica H.S.Sullivan

via G.B. Amici n.° 17, 50131 Firenze

e-mail: ipa.sullivan@tin.it  -  sito web: www.ipasullivan.it

 

 

Convegno su Fornari

Venerdì 20, Sabato 21, Domenica 22 maggio 2005

Aula Magna Università degli Studi di Milano Via Festa del Perdono 7

CONFLITTI, AFFETTI, CULTURA: FRANCO FORNARI 2005.

Convegno organizzato da CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI CESARE MUSATTI COIRAG - Confederazione di Organizzazioni Italiane per la Ricerca Analitica sui Gruppi Minotauro – Istituto di Analisi dei Codici Affettivi

SOTTO L’ALTO PATRONATO DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA ITALIANA In collaborazione con FONDAZIONE CARIPLO PROVINCIA DI MILANO Con il patrocinio di COMUNE DI MILANO – CULTURA E MUSEI SETTORE MUSEI E MOSTRE REGIONE LOMBARDIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO

 CONFLITTI, AFFETTI, CULTURA: FRANCO FORNARI 2005.

 In un’epoca in cui i conflitti internazionali producono nuove forme di guerra e in cui assistiamo a grandi trasformazioni delle relazioni tra i popoli e le istituzioni, una lettura dei processi individuali e sociali di rappresentazione degli affetti può offrire un importante contributo alla costruzione di una nuova cultura, un’arte della pace, come capacità di soluzione non ideologica dei conflitti. Franco Fornari (1921-1985), uno dei maggiori psicoanalisti ed esponente di primo piano della cultura italiana, ha elaborato un modello teorico, che ha applicato non solo al lavoro clinico individuale, ma anche all’analisi delle dinamiche dei gruppi, dei conflitti istituzionali e sociali, della guerra e dei prodotti culturali, dalla letteratura all’arte e alla musica. Nel ventennale della sua scomparsa, il Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti (componente della Società Psicoanalitica Italiana), la COIRAG (Confederazione delle Organizzazioni Italiane per la Ricerca Analitica sui Gruppi) e il Minotauro (Istituto di analisi dei codici affettivi) organizzano un convegno che - riconoscendo l’attualità del pensiero di Fornari e l’importanza della sua figura - si propone come spazio di riflessione e dialogo sulla dimensione simbolica e affettiva dei processi sociali e culturali. È stata inoltrata la richiesta di assegnazione dei crediti ECM per medici e psicologi.

PROGRAMMA

Venerdì 20 maggio Aula Magna Università Statale di Milano 14

 Registrazione dei partecipanti

14,30 Apertura convegno Saluto delle Autorità Enrico Decleva, Rettore dell’Università degli Studi di Milano Introduzione Giampaolo Kluzer Gustavo Pietropolli Charmet Renato de Polo 15: Ricordando Franco Fornari Gigliola Fornari: Affetti e pensieri Mario Bertolini: Riflessioni su scritti inediti di Franco Fornari Salvatore Veca: Un ricordo personale Proiezione di video con interviste a Franco Fornari

16 Dalla lezione di Freud a quella di Fornari Chairperson: Giampaolo Kluzer Renato De Polo: L’analisi di Fornari della lezione freudiana Alfio Maggiolini: La simbolizzazione affettiva nel sogno

17-18 Dibattito

18,45 - Fornari e la guerra - Spazio Oberdan, V.le Vittorio Veneto 2 Proiezione del film “Fuochi nella pianura” di Kon Ichikawa Introduzione e commento di Pietro Rizzi e Dario Forti Sabato

21 Maggio Aula Magna Università Statale di Milano Gruppo e legami sociali Chairperson: Sergio Molinari

9 Cristina Riva Crugnola: Competenza affettiva, intersoggettività e processi di sviluppo.

 9,30: Marco Sarno: L’ordine del giorno, l’ordine della notte

10 Franco Di Maria: Gruppo e istituzioni

10,30 Coffee Break 11 Lidia Leonelli Langer: Riorganizzare la speranza

11,30 Eugenio Gaburri: Paranoia primaria e il sessuale femminile - “L’Angelo Azzurro”

12,30-13 Dibattito

14,30-18 Dialoghi - Lavoro in gruppi Aule Università Statale di Milano A. Analisi del testo Conduttore: Corinna Cristiani Roberto Speziale Bagliacca: Il caso della senatrice bambina Renzo Carli: Lavorare con i testi - dal Coinema all’Analisi Emozionale del testo B. Cinema Conduttore: Roberto Goisis Roberto Escobar e Gherardo Amadei commentano “L’ora di religione” (di Marco Bellocchio) e “Diario di una schizofrenica” (di Nelo Risi) C. Processi di pacificazione Conduttore: Laura Ambrosiano Abdessalam Najjar: Un’esperienza in Israele Daniele Novara: Un’esperienza in Kossovo Giovanna Cantarella: Il pensiero di Fornari e i processi di pacificazione

 21.00 - Fornari e la musica: Concerto dell’Orchestra Filarmonica del Conservatorio di Milano Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” (Via Conservatorio 12 – Sala Verdi) Musiche di G. Bizet e P. De Sarasate. Intervengono Leonardo Taschera e Paola Capozzi Domenica

22 Maggio Aula Magna Università Statale di Milano Mai più la guerra Chairperson: Anna Ferruta e Claudio Merlo

9,30 Riccardo Steiner: Franco Fornari, la psicoanalisi della guerra e… l’Inghilterra 10.30: Emanuele Severino: La guerra e il mortale

11.30: Gustavo Pietropolli Charmet: Etica masochistica e verità culturali

12,30 Conclusioni Moderatori: Anna Ferruta e Claudio Merlo SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti Via F. Corridoni 38 - 20122 Milano - Italy Tel (+39) 02 55012281 - Fax (+39) 02 5512832  cmp@iol.it http://www.cmp-spiweb.it/

Gherardo Amadei: Psichiatra. Psicoanalista. Membro associato della SPI1. Professore associato presso l’Università Cattolica di Milano. Milano. Laura Ambrosiano: Psicologa. Psicoanalista. Membro ordinario della SPI. Milano. Mario Bertolini: Psichiatra. Psicoanalista. Membro con funzioni di training della AIPSI2. Docente di neuropsichiatria infantile presso l’Università degli Studi Milano Bicocca e di Monza. Monza. Giovanna Cantarella: Psicologa. Psicoanalista. Membro associato della SPI. Consulente psicoterapeuta presso l’ASL di Niguarda. Milano. Paola Capozzi: Psichiatra. Psicoanalista. Membro ordinario della SPI. Segretario Scientifico del Centro Milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”. Milano. Renzo Carli: Medico. Psicoanalista. Membro ordinario della SPI. Professore Ordinario di psicologia clinica presso l’Università La Sapienza di Roma. Roma. Gustavo Pietropolli Charmet: Psichiatra. Psicoanalista. Docente di psicologia dinamica presso l’Università Statale di Milano. Presidente dell’Istituto “Il Minotauro” e responsabile scientifico dell’associazione “L’amico Charly”. Milano. Corinna Cristiani: Filosofa. Socio dell’Istituto “Il Minotauro”. Docente di psicologia dello sviluppo presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Milano. Renato De Polo: Psicologo. Psicoanalista. Gruppoanalista. Membro associato della SPI. Presidente della COIRAG3. Milano. Franco Di Maria: Psicologo. Psicoterapeuta. Docente di teorie e tecniche della dinamica di gruppo presso l’Università di Palermo. Palermo. Roberto Escobar: Filosofo. Giornalista. Docente di analisi del linguaggio politico e di scrittura critica cinematografica presso l’Università degli Studi di Milano. Docente di dottrina presso l’Università di Bologna. Critico cinematografico de “Il Sole 24 Ore”. Milano. Anna Ferruta: Psicologa. Psicoterapeuta. Membro ordinario con funzioni di training della SPI. Milano. Gigliola Fornari: Psichiatra. Psicoanalista. Membro con funzioni di training della British Psychoanalytic Society . Londra. Dario Forti: Psicologo. Psicosocioanalista. Presidente della ARIELE4. Milano. Eugenio Gaburri: Psichiatra. Psicoanalista. Membro ordinario con funzioni di training della SPI. Milano. Roberto Goisis: Psichiatra. Psicoanalista. Membro ordinario della SPI. IPA5 approved Child and Adolescent Psychoanalyst. Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Torino. Milano. Giampaolo Kluzer: Psichiatra. Psicoanalista. Membro ordinario con funzioni di training della SPI. Presidente del Centro Milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”. Milano. Lidia Leonelli Langer: Psicologa. Psicoanalista. Membro ordinario della SPI. Socio dell’Istituto “Il Minotauro”. Docente presso la Scuola di Specializzazione del ciclo di vita dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Milano. Alfio Maggiolini: Psicologo. Psicoterapeuta. Docente di psicologia dell’adolescenza presso l’Università degli Studi Milano Bicocca. Milano. Claudio Merlo: Psicologo. Psicoterapeuta. Membro con funzioni di training della SIPSA6. Vicepresidente della COIRAG. Alessandria. Sergio Molinari: Psichiatra. Psicoanalista. Membro Associato della SPI. Professore Ordinario di Psicologia Clinica, Facoltà Medica dell'Università di Ferrara. Bologna. Abdessalam Najjar: Direttore delle pubbliche relazioni e sindaco di Nevé Shalom / Wahat as-Salam (Oasi di Pace) villaggio cooperativo nel quale vivono insieme ebrei e palestinesi di cittadinanza israeliana. Israele. Daniele Novara: Pedagogista. Direttore del Centro Psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza. Piacenza. Cristina Riva Crugnola: Psicologa. Psicoanalista. Membro associato della SPI. Docente di psicologia dello sviluppo presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Milano. Pietro Rizzi: Psicologo. Psicoanalista. Membro associato della SPI. Professore associato di psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Milano. Marco Sarno: Psichiatra. Psicoanalista. Membro ordinario della SPI e dell’IIPG7. Docente presso l’Università di Parma e di Milano. Milano. Emanuele Severino: Filosofo. Professore ordinaro presso l’Università San Raffaele di Milano. Opinionista de “Il Corriere della Sera”. Brescia. Roberto Speziale Bagliacca: Psichiatra. Psicoanalista. Membro ordinario con funzioni di training della SPI. Docente presso l’Università di Genova. Genova. Riccardo Steiner: Psicoanalista. Membro della British Psychoanalytic Society. Professore emerito presso l’Università di Westminster di Londra. Londra. Leonardo Taschera: Musicista. Direttore del Conservatorio di Milano “Giuseppe Verdi”. Direttore Artistico dell’Orchestra Filarmonica del Conservatorio di Musica di Milano. Salvatore Veca: Filosofo. Docente di fiolosofia politica presso l’Università di Pavia. Prorettore per la didattica dell’Università di Pavia. Pavia. 1 SPI: Società Psicoanalitica Italiana 2 AIPSI: Associazione Italiana di Psicoanalisi 3 COIRAG: Confederazione di Organizzazioni Italiane per la Ricerca Analitica sui Gruppi 4 ARIELE: Associazione Italiana di Psicosocioanalisi 5 IPA: International Psychoanalytical Association 6 SIPSA: Società Italiana di Psicodramma Analitico 7 IIPG: Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo Scheda di iscrizione al Convegno “Fornari 2005: conflitti affettivi, cultura” organizzato da Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti, COIRAG (Confederazione delle Organizzazioni Italiane la Ricerca Analitica sui Gruppi) e Minotauro (Istituto di analisi dei codici affettivi)

 

Si prega di compilare il presente modulo, in stampatello e in tutte le sue parti. ATTENZIONE: la scheda deve essere tassativamente consegnata con l’attestato di avvenuto pagamento (assegno, copia del bonifico): per ragioni amministrative le schede pervenute senza tale attestato non verranno prese in considerazione. Cognome…………………………………… Nome…………………………………………… Indirizzo…………………………………………………….……………………… ………….. Cap ……… Città ……………………………………………………………(Prov.) …….…… Telefono…………………………………… E-mail ..………………………………………… Codice fiscale e/o partita Iva …………………………………………………………………… Professione: Medico Psichiatra Psicoterapeuta Psicoanalista Altro Psicologo Psicoterapeuta Psicoalista Altro Operatore Sanitario Studente/specializzando Altro Ente in cui opera .…………………………………………………………………………….. Data di nascita .……………………………………………………………………………….. QUOTA D’ISCRIZIONE: 100 € + IVA (Totale 120 €) Per gli studenti è prevista una tariffa agevolata di 50 € + IVA (Totale 60 €). Poiché i dialoghi a piccoli gruppi che si terranno sabato pomeriggio sono a numero chiuso si prega di indicare con un numero progressivo l’ordine di preferenza. L’assegnazione verrà fatta in base alla data di iscrizione. A) Analisi del testo B) Cinema C) Processi di pacificazione Intendo partecipare alla proiezione cinematografica Intendo assistere al concerto Ai sensi della Legge 196/2003 sulla privacy, si specifica che i dati comunicati verranno utilizzati solo per uso interno, per l'invio di materiale informativo aggiornato sulle attività del Centro Milanese di Psicoanalisi e non verranno divulgati a terzi. In base all'articolo 13 della legge su richiesta i dati potranno essere cancellati o modificati. Luogo e data ………………………………….. Firma………………………………………………. Modalità di pagamento e di iscrizione Presso la Segreteria del Centro Milanese di Psicoanalisi: assegno* o copia del bonifico bancario** e modulo di iscrizione. Via fax (02 5512832): fotocopia bonifico bancario** e modulo di iscrizione. Via posta (Segreteria del Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti, Via F. Corridoni 38, 20122 Milano): assegno* o fotocopia bonifico bancario** e modulo di iscrizione * L’assegno deve essere “non trasferibile” e intestato a “Centro Milanese di Psicoanalisi”. ** Coordinate per il bonifico bancario (specificare chiaramente il nome dell’iscritto): Centro Milanese di Psicoanalisi, presso Banca Popolare di Milano, agenzia 21, Corso di Porta Vittoria 28, Milano. CIN T, ABI 05584, CAB 01621, C/C N. 000000044021. *** SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Nella Vignoli, Valeria Sciscioli Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti Via F. Corridoni 38 – 20122 Milano – Italy Tel +39 02 55012281 – Fax +39 02 5512832 – cmp@iol.it - www.cmp-spiweb.it

Corso di aggiornamento "L'inconscio: prospettive attuali"

l’ASSOCIAZIONE  FIORENTINA  DI  PSICOANALISI INTERPERSONALE*

A.F.P.I.

 

e

 

l’ISTITUTO DI PSICOTERAPIA ANALITICA

I.P.A.

 

organizzano un

 

CORSO DI AGGIORNAMENTO IN PSICOTERAPIA

 

L’INCONSCIO: PROSPETTIVE ATTUALI

 

28 MAGGIO 2005

 

“Salone della Casa del Santo Nome di Gesù”

P.zza del Carmine n° 21

FIRENZE

 

Programma:

08.00 - 08.30    Iscrizione dei partecipanti

08.30 - 09.30    Chairman: Dott. Gianni Nebbiosi

Dott.ssa Annamaria Loiacono: Come si esprime l’inconscio?

9.30 - 10.30      Lezione magistrale del Prof. Jay Greenberg ^

The Unconscious, the Irrational, and the Paradox of Agency

10.30 - 10.45    Coffee Break

 

10.45 - 11.30    Discussant:  Dott. Carlo Bonomi: L’inconscio cento anni dopo Freud

11.30 - 12.15    Discussant: Dott. Roberto Cutajar: titolo da pervenire

12.15 - 13.15    Dibattito

 

13.00 - 14.00    Pausa pranzo

 

14.00 - 17.00    Tavola rotonda con dibattito tra esperti:

Dott. Fabiano Bassi, Dott. Saro Brizzi, Prof. Sergio Caruso, Prof. Gabriele Chiari,

Dott. Sebastiano Tilli

Teorie dell’inconscio a confronto

17.30 - 18.30    Dibattito

18.30 - 19.00    Questionario E.C.M.

 

^ Si assicura la traduzione simultanea e  consecutiva.

 

Sono stati richiesti i crediti ECM per medici e psicologi. I crediti ECM per i medici sono 7.

Per informazioni e iscrizioni inviare la richiesta con i propri dati a ipa.sullivan@tin.it.


 

Iscrizione con ECM                                                    Iscrizione senza ECM    

 

Iscrizione                                         Euro   70.00          Iscrizione:                                                                  Euro   40.00

Iscrizione per Soci AFPI e IPA    Euro   35.00          Allievi IPA, Studenti Universitari e tirocinanti    Euro   10.00

                                                                                        Soci AFPI e IPA                                                        Gratis

 

 

                                                                                                   Segreteria organizzativa:

   Associazione Fiorentina di Psicoanalisi Interpersonale                                             Istituto di Psicoterapia Analitica        

               via G.B. Amici n.° 17, 50131 Firenze                                                            Via G.B. Amici n° 17 50131 Firenze

                         tel/fax  055 5048236                                                                                           tel./fax 055 574213

                       e-mail:  info@afpi.191.it                                                                                 e-mail: ipa.sullivan@tin.it    

                                                                                                                                           sito web: www.ipasullivan.it

 

*Associazione Federata OPIFER (Organizzazione di Psicoanalisti Italiani federazione e registro)

 

CICLO DI SEMINARI

IL PENSIERO E L’OPERA DI D. MELTZER

Contributo al lavoro psicoterapeutico con bambini, adolescenti e genitori

Accreditamento ECM come evento unico al Ministero della Salute per Psicologi e Medici Psicoterapeuti n° 24 – 210641

Crediti formativi assegnati: 20 (venti)

 

ORE 9,00 – 13,00 

PALAZZO BALDASSINI, VIA DELLE COPPELLE,35 - ROMA
PROGRAMMA

 

19 Novembre 2005

 

Dott.ssa  Luisa Carbone Tirelli

L’evoluzione delle relazioni oggettuali precoci nel pensiero di D. Meltzer

 

 

17 Dicembre 2005

 

 

 

 

Dott.ssa Giuliana Lisa Milana

“Il processo psicoanalitico” di Meltzer: l’inizio, la fine, l’interruzione rivisitate nel lavoro psicoterapeutico di oggi 

 

 

11 febbraio 2006

 

Il Claustrum – Uno studio dei fenomeni claustrofobici e della perversione

Dott.ssa Suzanne Maiello

La  dimensione  spaziale  della  vita  mentale  nel  pensiero di D. Meltzer e il concetto di Claustrum

Dott.ssa Diomira Petrelli

L’evoluzione del concetto di perversione nel pensiero di D.Meltzer

 

 

18 Marzo 2006

 

 

Dott.ssa Anna Sabatini Scalmati

Stati primitivi della mente nel pensiero di D. Meltzer

 

 

1 Aprile 2006

 

 

 

 

 

 

Dott.ssa Maria Antonietta Lucariello

Pensare l’esperienza emotiva: il  contributo di D. Meltzer all’indagine della fenomenologia autistica

 

 

 

SEGRETERIA SCIENTIFICA E ORGANIZZATIVA:

Dott.ssa Giovanna Mazzoncini – Dott. Lorenzo Iannotta

  

 

 

Ore 9,00 – 10,30

 

 

 

LEZIONE MAGISTRALE

 

 

Ore 10,30 – 11,30

 

Presentazione di casi clinici

 

 

 

Ore 11,30 – 13,00

 

Dibattito e interventi dei partecipanti

 

 

 

1 aprile 2006

ore 13,00 – 13,30

VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO

 ASSOCIAZIONE DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA INFANTILE

SCHEDA DI ISCRIZIONE AL CICLO DI SEMINARI

IL PENSIERO E L’OPERA DI D. MELTZER

Contributo al lavoro psicoterapeutico con bambini, adolescenti e genitori

 

presso PALAZZO BALDASSINI, VIA DELLE COPPELLE, 35 – ROMA

 

Da spedire unitamente a copia della ricevuta del bonifico a:

A.I.P.P.I.  Via Alessandria 130 – 00198 – ROMA

FAX: 06. 44.04.001

Il Ciclo di Seminari è gratuito per i Soci e gli Studenti A.I.P.P.I.

(inviare al più presto la scheda di iscrizione)

 

Quote di iscrizione:   entro 15 ottobre 2005 ¡ € 180,00 (IVA inclusa)                          

                                 dopo tale data            ¡   200,00 (IVA inclusa)

Singolo Seminario (senza ECM)               ¡   € 40,00  (IVA inclusa)

 

specificare la data del singolo seminario: ________________________

 

Il Pagamento intestato a: A.I.P.P.I.  va effettuato tramite:

Bonifico Bancario – Banca Popolare del Frusinate Ag. 00

C/C N° 8459/8    ABI  5297    CAB 14800 

Causale: Nome partecipante e “Seminari scientifici D.Meltzer”

                                                                                                                                                    

E’ interessata a ricevere i  crediti formativi     ¡    

           ¡     No

In caso di risposta affermativa le ricordiamo che verranno raccolte le firme di presenza e sarà tenuta a completare un questionario sul convegno.  

 


 

 

 

 

NOME                                                                     COGNOME

 

CODICE FISCALE

 

INDIRIZZO

 

CAP                                                           CITTA’                                                      PROVINCIA                    

 

TELEFONO        FAX      E-MAIL

 

           PROFESSIONE e DISCIPLINA

 

ENTE DI APPARTENENZA

Garantiamo la massima riservatezza sui dati personali come stabilito dal D.Lgs. 196/2003 sulla tutela dei dati personali utilizzati solo per finalità strettamente funzionali alla gestione dei rapporti. La firma vale come approvazione. La  preghiamo di apporre la sua firma in calce alla presente quale consenso al trattamento dei Suoi dati

 

          Firma _______________________________________