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Chronology

 

CONGRESSI 

II semestre 2007

  Questo servizio di informazione sugli eventi ECM deve necessariamente fare i conti con l'ingente mole di eventi accreditati e, soprattutto, in fase di accreditamento per il 2007. Pertanto, abbiamo operato una selezione, forzatamente 'arbitraria', di congressi che ci sono sembrati maggiormente attinente alla formazione psicoterapica. Mano a mano che un evento sarà accreditato, verrà aggiornata la sua scheda completa del punteggio assegnatogli. Per gli eventi formativi che non compaiono nel sito ECM-sanità (http://ecm.sanita.it) verrà indicata la fonte informativa  (a fondo pagina).                                                                                           

     Per visualizzare gli eventi ECM del PRIMO SEMESTRE 2007 clicca qui

 

Per visualizzare gli eventi ECM del SECONDO SEMESTRE 2006 clicca qui

 

 

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Per visualizzare gli eventi ECM del SECONDO SEMESTRE 2005 clicca qui

 

 

 

 

 

 

Per visualizzare gli eventi ECM del PRIMO SEMESTRE 2005 clicca qui

 

Eventi ECM  SECONDO SEMESTRE 2007 in attesa di accreditamento:  
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Per visualizzare gli eventi ECM del PRIMO SEMESTRE 2004    clicca qui

 

 

  Chieti, 29.09-15.12.2007 "RIFLESSIONI SULLA PSICOPATOLOGIA ADOLESCENZIALE"; Organizz.: A.P.A. (ASSOCIAZIONE PSICOANALITICA ABRUZZESE) SCUOLA DI FORMAZIONE QUADRIENNALE IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA "ARARA AZZURRA" RICONOSCIUTA DAL MIUR; Info: GIUSTINOGALLIANI@LIBERO.IT segreteria@apascuola.it ; Fees= euro 60,00.

A.P.A.

Associazione Psicoanalitica Abruzzese

Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica “Marco Levi Bianchini

 

 

Con la collaborazione della:

Cattedra di Psichiatria – Facoltà di Medicina e Chirurgia - dell’Università

“ G. D’Annunzio ” di Chieti – Pescara

Cattedra di Psicologia Clinica – Facoltà di Psicologia - dell’Università

“ G. D’Annunzio ” di Chieti – Pescara

con il patrocinio:

dell’ Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo

dell’ Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Chieti

 

Seminario  ECM   Educazione Continua in Medicina

 

“RIFLESSIONI SULLA PSICOPATOLOGIA ADOLESCENZIALE”

 

CHIETI

29 SETTEMBRE, 13 OTTOBRE, 27 OTTOBRE, 24 NOVEMBRE,

01 DICEMBRE 2007, 15 DICEMBRE 2007

 

Aula Magna – Facoltà di Medicina e Chirurgia

Università “ G. D’Annunzio “ di Chieti-Pescara, Via Dei Vestini.

 

EVENTI  ECM  DA RICHIEDERE PER PSICOLOGI E MEDICI       

 

 

SABATO 29 SETTEMBRE 2007

 

Ore 08.00 –  Registrazione Partecipanti - Firma Entrata.

                                                                               

Ore 09.00 –  Chairman Giustino GALLIANI:

                                      Introduzione al tema.

                  

Ore 09.30 –   Zaira MARGIACCHI:

                      “Io odio l’adolescenza”

 

Ore 11.00 –   Coffè Break.

 

Ore 11.30 –   Discussant – Filippo Maria Ferro.

 

Ore 13.00 –  Pausa pranzo.

 

Ore 15.00 –  Chairman Filippo Maria Ferro:

                                      Introduzione al tema.

 

Ore 15.30 –  Franco DE MASI:

                    “Il pedofilo e il suo mondo interno”

                   Considerazioni teoriche e cliniche sull’analisi di un paziente.

 

Ore 17.00 –   Coffè Break.

 

Ore 17.30 –   Discussant – Guido D’INNOCENZO.

 

Ore 19.00 –   Chiusura dei lavori. Firma Uscita.

SABATO 13 OTTOBRE 2007

 

 

Ore 08.30 –  Firma Entrata.

                                                                               

Ore 09.00 –  Chairman Barbara CUPELLO CASTAGNA:

                                                Introduzione al tema.

                  

Ore 09.30 –   Antonio CIOCCA:

                      “L’approccio psicoanalitico ad anoressia e bulimia in adolescenza”

 

Ore 11.00 –   Coffè Break.

 

Ore 11.30 –   Discussant – Elsa HEIN-ALOCCO.

 

Ore 13.00 –  Pausa pranzo.

 

Ore 15.00 –  Chairman Filippo Maria Ferro:

                                      Introduzione al tema.

 

Ore 15.30 –  Gianluigi MONNIELLO:

                    “Psicopatologia dell’adolescente e suo trattamento. Teoria e clinica”

                  

Ore 17.00 –   Coffè Break.

 

Ore 17.30 –   Discussant – Raffaela ARBAN.

 

Ore 19.00 –   Chiusura dei lavori. Firma Uscita.

 

SABATO 27 OTTOBRE 2007

 

 

Ore 08.30 –  Firma Entrata.

                                                                               

Ore 09.00 –  Chairman Filippo Maria Ferro:

                                       Introduzione al tema.

                  

Ore 09.30 –   Simona ARGENTIERI:

                      “Identità di genere e nuove genitorialità”

 

Ore 11.00 –   Coffè Break.

 

Ore 11.30 –   Discussant – Maria ORLANDI SCATI.

 

Ore 13.00 –  Pausa pranzo.

 

Ore 15.00 –  Chairman Mario FULCHERI:

                                     Introduzione al tema.

 

Ore 15.30 –  Filippo Maria Ferro:

                    “La psicopatologia della bouffet”

                  

Ore 17.00 –   Coffè Break.

 

Ore 17.30 –   Discussant – Giacomo GATTI.

 

Ore 19.00 –   Chiusura dei lavori. Firma Uscita

SABATO 24 NOVEMBRE 2007

 

 

Ore 08.30 –  Firma Entrata.

                                                                               

Ore 09.00 –  Chairman Massimo BELISARIO:

                                       Introduzione al tema.

                   

Ore 09.30 –   Barbara CUPELLO CASTAGNA:

                      “Genitori di adolescenti: una riflessione sulla trasmissione transgenerazionale”

 

Ore 11.00 –   Coffè Break.

 

Ore 11.30 –   Discussant – Carla COTELLESSA.

 

Ore 13.00 –  Pausa pranzo.

 

Ore 15.00 –  Chairman Raffaela ARBAN:

                                     Introduzione al tema.

 

Ore 15.30 –  Elsa HEIN-ALOCCO:

                    “L’adolescenza: armonia e disarmonia. Perdite, riconquiste, trasformazioni”

                  

Ore 17.00 –   Coffè Break.

 

Ore 17.30 –   Discussant – Maria ORLANDI SCATI.

 

Ore 19.00 –   Chiusura dei lavori. Firma Uscita

 

SABATO 01 DICEMBRE 2007

 

 

Ore 08.30 –  Firma Entrata.

                                                                               

Ore 09.00 –  Chairman Guido D’INNOCENZO:

                                       Introduzione al tema.

                  

Ore 09.30 –   Jessica LAVEZZO:

                      “L’emergere del disagio in adolescenza”

 

Ore 11.00 –   Coffè Break.

 

Ore 11.30 –   Discussant – Filippo Maria FERRO.

 

Ore 13.00 –  Pausa pranzo.

 

Ore 15.00 –  Chairman Giuseppe CELLINI:

                                     Introduzione al tema.

 

Ore 15.30 –  Diana NORSA:

                    “L’adolescente e la famiglia nella psicodinamica dello sviluppo psicosessuale”

                  

Ore 17.00 –   Coffè Break.

 

Ore 17.30 –   Discussant – Raffaela ARBAN.

 

Ore 19.00 –   Chiusura dei lavori. Firma Uscita

SABATO 15 DICEMBRE 2007

 

 

Ore 08.30 –  Firma Entrata.

                                                                               

Ore 09.00 –  Chairman Filippo Maria FERRO:

                                       Introduzione al tema.

                  

Ore 09.30 –   A. CICCONETTI - B. SCORRANO:

                      “Casi di autolesionismo: una esperienza pratica”

 

Ore 11.00 –   Coffè Break.

 

Ore 11.30 –   Discussant – Guido D’INNOCENZO.

 

Ore 13.00 –  Pausa pranzo.

 

Ore 15.00 –  Chairman Maria ORLANDI SCATI:

                                         Introduzione al tema.

 

Ore 15.30 –  Giustino GALLIANI:

                    “Dalla richiesta d’aiuto alla psicoterapia: modello psicoanalitico di consultazione”

                  

Ore 17.00 –   Coffè Break.

 

Ore 17.30 –   Discussant – Mario FULCHERI.

 

Ore 19.00 –   Chiusura dei lavori. Questionario ECM

 

Ore 20.00 –   Firma Uscita.

 

  

Si parla di adolescenza comunemente in termini di: fase di passaggio; possibilità, o meno, di arrivare alla separatezza e all’autonomia. Spesso tutto ciò porta ad usare l’ottica dello step infanzia-pubertà, o di partire dalla definizione di un punto di arrivo: il cosiddetto “adulto”. La possibilità di pensare all’adolescenza come un’area specifica , con modalità proprie (per cui:caratteristiche, difese, prodotti mentali, comportamenti, emozioni proprie) permette di seguire un percorso di sviluppo mentale , di integrazione tra crescita mentale e cambiamento fisico, colma di scoperte e potenziali proposte. Il “ripartire da capo” dell’adolescente, può proporre al terapeuta e allo psicoanalista una serie di focalizzazioni sulle urgenze del disagio adolescenziale, obbligandolo a criteri di valutazione diversi , partendo dal concetto di ”funzionalità” di ogni decisone, scelta, agito, disagio, idiosincrasia etc. dell’ adolescente.

In quest’ottica, che ”segue”, più che fare confronti con un ipotetico obbiettivo da raggiungere,

si propongono delle giornate di studio (nel numero di 5) che si articoleranno dal 29/09/2007 al 15/12/2007, che abbiamo voluto definire “Riflessioni sulla psicopatologia adolescenziale”. Tenendo conto sia dell’interesse più strettamente terapeutico (terapia individuale e di gruppo); sia del bisogno di  linee chiare per ipotizzare un progetto corretto, riguardante i servizi che si occupano di adolescenza, si propone di dibattere dei temi attuali, direi anzi di “scottante” attualità ,cercando di toglierli dall’etichetta data loro dai media. Sarà per cui fondamentale, nell’ambito della disamina della nuova realtà delle famiglie, contestualizzare e definire in altro modo i fenomeni del bullismo, della scelta della propria identità sessuale, del malessere che sfocia in oppositività distruttiva, del diffondersi della pedofilia agita. Uno spazio particolare verrà dato alla patologia dei disturbi alimentari (anoressia / bulimia /compensazione alle frustrazioni attraverso il cibo) potendoli osservare,così si diceva più sopra, come specificità di un dato momento dello sviluppo dell’individuo. Egualmente si darà spazio all’emergere dei disturbi depressivi, cercando di dare strumenti discriminativi tra lo status di depressione volgarmente detto, e di proto-depressione, condizione questa appartenente proprio ed esclusivamente all’adolescente. Il proposito di occuparsi specificatamente  di temi spinosi e urgenti specifici dell’adolescenza, senza la presunzione di una completa esaustività, riguarda non solo i terapeuti, ma anche gli operatori dei servizi, gli insegnanti, i genitori, e la nostra storia.

 

 

  Milano, 9.10-18.12.2007 "IL LAVORO CLINICO CON GENITORI DI BAMBINI E ADOLESCENTI"; Sede: MILANO- PROVINCIA DI MILANO -VIALE PICENO 60; Info: D.LUZZATI@PROVINCIA.MILANO.IT s.galli@provincia.milano.it ; Fees= n.d.

Il lavoro clinico con genitori di bambini e adolescenti

 

Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza dell’importanza della relazione tra genitori e figli per la comprensione delle condizioni di disturbo evolutivo nell’infanzia e nell’adolescenza. Nuovi contributi, che vengono sia dalla Psicoanalisi, che dall’Infant Research e dalla Teoria dell’Attaccamento, hanno arricchito le basi teoriche e tecniche dell’intervento con i genitori, comportando rilevanti indicazioni per migliorare l’approccio del lavoro clinico di prevenzione e di trattamento.

In questo corso sarà messa a fuoco questa tematica in modo da mettere a disposizione degli operatori clinici del territorio un insieme aggiornato di conoscenze e riflessioni in merito sia allo sviluppo normale che allo sviluppo patologico.

Il corso si articolerà in 6 incontri della durata di quattro ore ciascuno.

Nella seconda parte di ogni incontro verrà dato ampio spazio alla discussione con i partecipanti, con la possibilità di presentare e commentare situazioni cliniche.

 

Metodologia:  prevede l’utilizzo di metodi attivi, presentazioni di casi, lezioni teoriche e discussione su materiali portati dai partecipanti.

 

DESTINATARI

Psicologi, dei servizi famiglia e tutela minori,  psichiatri, neuro psichiatri infantili.

 Numero massimo di partecipanti 22.

 

DOCENTI

Il percorso verrà realizzato in collaborazione con ApSA – Associazione per lo Studio dell’Adolescenza, che metterà a disposizione come docenti:

Enrico de Vito, Psichiatra, Psicoanalista SPI, Presidente ApSA, Presidente International Society for Adolescent Psychiatry and Psychology;

Katharina Schweizer, Psicologa, Psicoanalista Società Svizzera di Psicoanalisi, Membro ApSA;

 

ECM

Siamo in attesa delle nuove disposizioni del Ministero della Salute sulla possibilità di richiedere l’accreditamento per la figura professionale: psicologo

 

SEDE E AULA

La sede è la Provincia di Milano, viale Piceno 60, Milano (raggiungibile tramite: passante ferroviario, fermata Dateo; autobus 54, 60, 61, 62; filovia 90, 91, 92).

 

ISCRIZIONE

Per l'iscrizione è possibile iscriversi direttamente online  dal  sito  della formazione www.provincia.milano.it/sociale  , o scaricare la scheda dal sito stesso e inviarla via fax allo 02.77403293, entro  il 20 settembre 2007-

 

Coordinatore: Susanna Galli,            tel. 02.77403453,      e-mail s.galli@provincia.milano.it        

Segreteria       Maria Donatelli, tel. 02.77403135,   e-mail mc.donatelli@provincia-milano.it


 

PROGRAMMA

9 ottobre 2007

orario 9.30- 11.30

- Lo sviluppo della genitorialità dall’infanzia all’adolescenza.

- Dalla gravidanza alla costellazione materna all’essere genitori

- Problemi generali del ruolo  dei genitori nella presa in carico di   bambini e adolescenti

- L’alleanza di lavoro: concetto cardine del lavoro con i  genitori

E. de Vito e K. Schweizer

 orario 11.45 -13.30

Lavoro su casi

 

25 ottobre 2007

orario 9.30- 11.30

- Comprensione e valutazione  della relazione genitori – bambino e della genitorialità nella primissima infanzia  (1)

- Il passaggio dal bambino fantasticato al bambino reale

- Ancora della costellazione materna                                       

- Dalla totale dipendenza alla separatezza

orario 11.45 -13.30

Lavoro su casi

K. Schweizer

 

15 novembre 2007

 orario  9.30- 11.30

- Essere genitori di bambini in età scolare (2)

- Il rapporto con le istituzioni educative: minaccia o aiuto?

orario 11.45 -13.30

Lavoro su casi

K. Schweizer

  

27 novembre 2007

orario  9.30- 11.30

- La valutazione dei genitori dell’adolescente (1)

- Le relazioni di attaccamento in adolescenza

- Questioni connesse con le problematiche di separazione

orario 11.45 -13.30

Lavoro su casi

E. de Vito

 

4 dicembre 2007

orario  9.30- 11.30

- La valutazione dei genitori dell’adolescente (2)         

- Il significato della crisi in adolescenza

- Indicazioni per un lavoro di supporto alla terapia del figlio

orario 11.45 -13.30

Lavoro su casi

E. de Vito

 

18 dicembre 2007

  orario 9.30- 11.30

- Il problema delle indicazioni per un trattamento del figlio

- L’alleanza di lavoro nella fase di passaggio al trattamento

- Resistenze e fallimenti

orario 11.45 -13.00

Lavoro su casi

orario 13.00 -13.30

Prove finali ECM

E. de Vito e K. Schweizer

 

 

Coordinamento

Susanna Galli – Settore sviluppo delle professionalità

 

 

 

  Roma, 28-29.09.2007 "IL GIOVANE ADULTO: LE CARRATERISTICHE DEL PASSAGGIO MATURATIVO DALL'ADOLESCENZA ALL'ETÀ ADULTA"; Sede: ARPAD- VIA OMBRONE, 14 - 00198 ROMA; Info: arpad.nov@tiscali.it ; Fees= euro 150,00.

Seminari di aggiornamento del 28 e 29 settembre 2007

n.1065/

 

“Il Giovane Adulto : le caratteristiche del  passaggio maturativo dall’adolescenza all’età adulta”

 

Seminari di aggiornamento promossi

dall’Associazione Romana

per la Psicoterapia dell’Adolescenza

 

 

Prima giornata:

Venerdì 28 settembre -  dalle 9.00 alle 13.15

 

Il processo di soggettivazione nella diagnosi del Giovane Adulto: una tecnica di aiuto psicoanalitico

Il seminario prevede una disamina teorica del concetto di soggettivazione in psicoanalisi. Verrà posta l'attenzione alle differenze e similitudini fra adolescente e giovane adulto relativamente ai compiti evolutivi e ai cambiamenti psichici della fase evolutiva. Verranno illustrati gli aspetti psicopatologici peculiari dell'età attraverso la presentazione di casi clinici in trattamento psicoanalitico con l'attivazione della discussione con i partecipanti.

Relatore: Dott.ssa Giovanna Montinari

 

Linee d’ombra: il Giovane Adulto nella metafora del Grande Viaggio
L'autrice mette a confronto adolescenti e giovani adulti a partire dalle differenze tra due generi narrativi: quello del romanzo d'avventura  in cui il protagonista è un giovane adolescente, e quello del romanzo di formazione  in cui il protagonista è un giovane adulto.

Ambedue questi generi letterari sono accomunati dal tema iniziatico del Grande viaggio quale metafora del passaggio di fase dall'infanzia  all'adolescenza e del processo di soggettivazione che caratterizza il giovane adulto. La relazione intende esplorare l'attualità di questa metafora e il significato del Grande Viaggio nella cultura globalizzata.

Relatore: Prof.ssa Paola Carbone

 

 

 

Seconda giornata:

Sabato 29 settembre  – dalle 9.00 alle 13.30

 

Relazione introduttiva:  Il Giovane Adulto alla luce del suo trattamento

La condizione di giovane adulto sembra essere strutturalmente necessaria allo sviluppo dell'essere umano. Essa va distinta sia dall'adolescenza sia dallo stato adulto. Vengono segnalate alcune caratteristiche che definiscono il giovane adulto e la sua economia psichica, caratteristiche che lo rendono più adeguato al lavoro analitico ma anche più impermeabile all'holding soggettivante, così importante nella cura dell'adolescente. Il materiale clinico illustra le complessità e alcune peculiarità a cui il giovane adulto convoca la mente dell'analista.

Relatore: Dott. Monniello

 

 
La differenziazione in adolescenza

Il lavoro si propone di mettere in evidenza i principali aspetti specifici dell’approccio psicoanalitico ai problemi dell’adolescenza che lo differenziano dall’approccio ai problemi dell’infanzia da un lato, e da quelli dell’età adulta dall’altro. L’attenzione viene rivolta per esempio al passaggio processuale della pubertà e a quello tra la tarda adolescenza e gli albori dell’età adulta.

Relatore: Dott. Piergiorgio Laniso

 

Programma:

Ore 9.00 – 11.00:   Lettura del lavoro

Ore 11.00 – 11.15:  Intervallo

Ore 11.15 – 13.15:   Lettura del lavoro

Ore 13.15-13.30: Questionario 

 

 

  Milano, 4.10-13.12.2007 "LO STRUTTURARSI DEL SÉ INDIVIDUALE E DEL SÉ GRUPPALE CON LE RICADUTE NELLA PRATICA CLINICA E NEL TESSUTO SOCIALE"; Sede:CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI - VIA CORRIDONI 38, 20122 MILANO Info: cmp.spi@fastwebnet.it  ; Fees= euro 300,00.

Lo Strutturarsi del Sé individuale e del Sé gruppale  con  le ricadute nella pratica clinica e nel tessuto sociale.  (CMP, 2007-2)

 

PROGRAMMA E ABSTRACT:

 

DATA:  4  ottobre 2007 – giovedì (1)
Titolo: Il  pifferaio magico

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo:
B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti
: Eugenio Gaburri

 

Abstract:  Il relatore intende collegare il tema dell’onnipotenza e dei limiti dell’individuo con le inevitabili reazioni difensive alle angosce arcaiche attivate dall’ambiente;come guida metaforica per esemplificare il suo pensiero utilizza la favola de “Il Pifferaio Magico”di Robert Browing.

La favola  descrive una particolare forma  di patologia del gruppo:la delega. Tale delega sembra appoggiata sull’angoscia suscitata dal conflitto edipico,ma in effetti sposta la questione  a un livello più regressivo,gruppale. La conflittualità edipica  viene infatti trasposta in una conflittualità tra generazioni che ne esaspera la portata catastrofica. L’espiazione finale ,formalmente conseguenza della colpa per l’avidità dei cittadini (i succulenti pranzi pagati con il denaro sottratto al Pifferaio) si collega allora con la stessa premessa della fiaba :l’angoscia per l’impulso infanticida. Sbarazzandosi dei topi-bambini scomparirà l’angoscia generazionale diffusa dal conflitto. La “promessa delirante”di abolizione dell’angoscia , realizzata attraverso la delega ,non comporta responsabilità su quanto è avvenuto;così la soluzione magica del conflitto,risolto dall’onnipotenza del Pifferaio, esita in un’appropriazione altrettanto magica di potere.

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: : Claudia Peregrini

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00


***


DATA: 11 ottobre 2007
– giovedì (2)
Titolo: Le illusioni del pensiero


Ore
: 21.00-22.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

Docenti: Lucio Russo

 

Abstract: A partire dalla sua lunga esperienza clinica, il relatore  ipotizza che esistano nella mente umana due versioni di immaginario, l'una genera immagini vive, l'altra immagini morte. Le due versioni dell'immaginario riguardano - come afferma Blanchot - il "doppio senso iniziale introdotto dalla potenza del negativo e dal fatto che la morte da un lato è il lavoro della verità nel mondo, dall'altro la perpetuità di ciò che non tollera né inizio né fine (...)". Le due possibilità della potenza negativa dell'immagine, la conoscenza della morte e l'orrore della morte, segnalano il duplice destino dell'illusione: la follia privata che si trasforma in passione della conoscenza e la psicosi che si chiude nella passione dell'indifferenza. Le due possibilità permangono l'una accanto all'altra ambiguamente nella profondità dell'essere. Lucio Russo illustrerà come è nata nella sua mente l'ipotesi sulle potenzialità e sui limiti dell'illusione nella formazione del pensiero

 

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: : Franceso Barale

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00


***

DATA: 17 ottobre 2007 - mercoledì (3)

Titolo: Dai procedimenti autocalmanti alla creatività

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Rita Manfredi


Abstract
: In questo lavoro si vuole evidenziare la differenza fra Procedimenti autocalmanti, autoerotismo e atti compulsivi creativi. Mostrare come attraverso piccole, ma continue modificazioni la ripetizione permette e favorisce il lavoro del lutto e la possibilità di affrontare sentimenti e ricordi traumatici. E’ proprio nella capacità di raccogliere questi segnali che l’evoluzione del Paziente viene colta. L’attitudine creativa dell’Analista permetterà al Paziente di scoprire il vuoto dentro di lui, uscire dalla ripetizione che aveva fatto provare al terapeuta un sentimento mortifero e rilanciare così un movimento vitale

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: Patrizia Gammaro Moroni

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

 

***

 

 

DATA: 19 ottobre  2007 – venerdì (4)
Titolo: Trauma, Vergogna e Narcisismo

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Benjamin Kilborne 

 

Abstract: Lo psicoanalista Benjamin Kilborne osserva il modo in cui l’individuo controlla I' "apparire" come tentativo di gestire e farsi carico dei propri sentimenti. Sostenendo che la psicologia dell' "apparire" non è stata analizzata adeguatamente, Kilborne porterà esempi presi dalla letteratura e dalla propria esperienza clinica per indicare nella vergogna e nell' "apparire" paure centrali sia nella letteratura che nella vita, e descriverà come la vergogna e I' "apparire" possano generare non solo il desiderio ma anche la paura di scomparire.

Presenterà in particolare un caso clinico ( grave  paziente tossicomane di 24 anni ) in cui metterà in relazione il trauma con le difese e le ferite narcisistiche. Descriverà la situazione  terapeutica attraverso cui cerca di contenere l’incalcolabile sofferenza  e angoscia dei pazienti narcisistici e la loro disperazione per il fallimento delle relazioni affettive. B. Kilborne vuole mettere il luce la tragedia umana vissuta nella situazione analitica e le difficoltà del terapeuta a farvi fronte.

 

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: Paola Capozzi

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

***


DATA:
25 ottobre 2007 giovedì (5)
Titolo: Il Sistema Protomentale

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Antonio Imbasciati


Abstract:

La psicoanalisi poté avere successo, non semplicemente per il suo valore clinico — curare sindromi allora inspiegabili e ritenute incurabili —, e neppure per il suo metodo, giudicato allora “assai strano” e non scientifico, ma per la teoria che Freud elaborò per spiegare le origini e il funzionamento della mente: la teoria energetico-pulsionale. I concetti che Freud vi pose alla base (istinto, pulsioni, energia, scarica, omeostasi, principio economico) ricalcavano i principi scientifici e le scoperte della neurofisiologia e della termodinamica di quel tempo, e diedero alla psicoanalisi una veste scientifica consona all’epoca. Il metodo di Freud ha fondato una scienza ed è tuttora valido e ulteriormente sviluppato: molte delle scoperte rese possibili da questo metodo sono oggi universalmente riconosciute. Ma l’impianto teorico energetico in cui egli le collocò è oggi criticato in quanto in contrasto con quanto ci dicono oggi le neuroscienze. Ciò malgrado tutt’oggi accade che si identifichi la psicoanalisi con la teoria energetica di Freud, talora anche in ambienti scientifici, con non poco danno per una proficua integrazione delle varie scienze della mente. Una ragione di tale persistenza può essere individuata nel fatto che gli studiosi di psicoanalisi hanno sviluppato la loro scienza in un relativo isolamento rispetto agli sviluppi delle altre scienze psicologiche, ricambiato, da parte di queste, con un misconoscimento degli sviluppi post-freudiani e l’idea riduzionistica che la psicoanalisi oggi sia ancora quella di Freud. Ciò ha nuociuto ad entrambe le parti. In ambito psicoanalitico, pur dando un valore clinico alla Metapsicologia, se ne è ignorato l’intento esplicativo con cui Freud la “inventò” e pertanto le ipotesi psicofisiologiche che la sostenevano. Gli sviluppi psicoanalitici più originali, che contenevano concezioni diverse, hanno proposto modelli differenti, ma non hanno delineato una chiara teoria alternativa, con un potere esplicativo condiviso analogo a quello che ebbero a suo tempo la Teoria energetico-pulsionale e la Metapsicologia.

Il relatore tenta di confrontare di confrontare la psicoanalisi con le altre scienze della mente, in particolare con la psicologia sperimentale, gli studi sulla mente neonatale, le scuole cognitivo-comportamentali e in genere le neuroscienze attuali. Il risultato prospettato è una teoria esplicativa dello sviluppo (del costruirsi) della mente e del suo funzionamento, in accordo con la clinica psicoanalitica e al contempo con quanto oggi ci dicono altre e differenti scienze della mente. La teoria che viene esposta – Teoria del Protomentale -, usufruendo sia dei modelli teorici di Bion sia dei contributi delle Scuole cognitiviste, spiega la mente e le sue origini in termini di apprendimenti (a cominciare da quelli fetali) guidati dalla relazionalità, e di progressiva costruzione di memorie funzionali implicite. Questa teoria pertanto si propone come una nuova Metapsicologia.

 

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: Patrizia Gammaro Moroni

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

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DATA9 novembre  2007 - venerdì (6)
Titolo: La vitalità degli oggetti nel pensiero di  Bollas.

Ore: 21.00-23.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Paola Capozzi,  Giuseppina Antinucci


Abstract:
Il seminario consisterà nel commentare ed esplorare i legami forgiati da Bollas fra arti, scienze sociali e discipline umanistiche nel corso di due decenni.     Legami, questi, che non dovrebbero sorprendere, visto che Bollas mostra la medesima disinvoltura nel trattare o elaborare un concetto psicoanalitico nel contesto, ad esempio, degli scritti di Melanie Klein o Jacques Lacan, e nell’esplorare o ripensare i dipinti di Willem DeKooning, un romanzo di Herman Melville o la poesia di Sylvia Plath.          Nel corso degli anni, Bollas si è sentito chiedere spesso se si ritenesse essenzialista o postmoderno, positivista o funzionalista. C’è chi, erroneamente, lo ha definito ‘relazionale’ o ‘intersoggettivo’. È un kantiano, o un platonico? Ma poiché il suo lavoro non è riducibile a nessuna delle categorie tradizionali, è utile tenere presente il pluralismo psicoanalitico di Bollas, mediato dalla prospettiva clinica e dalla sua sensibilità per gli oggetti che popolano i nostri ambienti culturali e generazionali inconsci. Bollas, con un’affermazione che precede di molto la sua acclamata monografia Hysteria, riporti già l’attenzione alle dimensioni freudiane dello psicosessuale. Ed è lì, nelle primissime epifanie sessuali, che si individua il trauma comune che sancisce la fine di ogni innocenza umana e che, per usare un termine lacaniano caro a Bollas, ispira l’inizio della nostra jouissance.

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

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DATA 16 novembre – venerdì (7)
Titolo: Per un più ampio concetto di Nachträglichkeit: ‘Terrore del crollo’ e costruzione

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Faimberg Haydée

 

Abstract:    La relatrice rifletterà su un concetto sovversivo di tempo e causalità.  Sua convinzione è che la nozione  di Nachträglichkeit sovverta il senso comune del concetto di temporalità.

In una Conferenza tenuta a Parigi (1998) sul Dialogo Intraculturale e Interculturale,  stabilì, per la prima volta, un nesso  teorico,  cioè che “La Paura del Crollo” di Winnicott (1974) sia una più ampia concettualizzazione di Nachträglichkeit (Faimberg 1998).

Il rivisitare questa idea permetterà  ancora una volta  di capire meglio la natura dell’efficacia della psicoanalisi.

La relatrice spiegherà la ragione per cui ritiene che questo concetto ampliato di Nachträglichkeit  non sia  solamente pertinente, ma rimanga anche fedele al concetto freudiano di temporalità psichica;  sebbene, come si vedrà, questo concetto più ampio non sia  stato formulato come tale da Freud, mentre parlava di Nachträglichkeit

Si spiegherà anche perchè  una più ampia concettualizzazione sia necessaria per capire come il concetto di Nachträglichkeit sia l’origine di un particolare modo d’interpretazione che Freud chiamò costruzione/ricostruzione (Freud 1937)

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: Giuseppe Civitarese

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

 

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

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DATA:  17 novembre 2007 – sabato (8)
Titolo
: Conversazione sul pensiero di Bleger

 

Ore: 9.30-12.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Ambrosiano, Faimberg, Oberti


Abstract: Indifferenza e duplicità caratterizzano la posizione ambigua e la personalità ambigua.  Josè Bleger  mette in luce la parte indifferenziata della mente ,che contiene affetti incompatibili ed opposti,senza conflitto. Il nucleo ambiguo viene depositato su un oggetto,che in origine è l’oggetto materno ma poi si estende all’ambiente  e alle relazioni con la famiglia,con il partner,con la religione,con la società.

 

Ore: 12.30-13.00

Alle 12.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 13.00

 

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DATA: 29 novembre 2007 – giovedì (9)
Titolo: Il concetto di operazione "inconscia" della grammatica generativa

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Carlo Cecchetto

 

Abstract:  Mentre la concezione tradizionale di grammatica di una lingua la concepisce come un insieme di regole che il parlante apprende per imitazione o perché riceve un insegnamento esplicito in tal senso, la concezione di grammatica della linguistica generativa (la tradizione di ricerca che fa riferimento al lavoro di Noam Chomsky) parla di conoscenze grammaticali inconsce.

In questa relazione si discuterà in che senso il concetto di operazione inconscia della linguistica generativa può essere avvicinato alla nozione di inconscio della tradizione freudiana.

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: Pietro Rizzi

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

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DATA: 13 dicembre 2007 - giovedì (10)
Titolo: Edipo: un’adozione fallita ?

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docenti: Gilda De Simone

Abstract: La riflessione psicoanalitica si interroga da sempre, a partire dal mito classico  di Edipo, sulla questione delle origini e sulla fondazione della soggettività nel legame tra le generazioni.

A partire da una riflessione sul significato fondante per la psicoanalisi delle due famiglie di Edipo, quella naturale, di Tebe e quella adottiva, di Corinto, si cerca di comprendere il significato inconscio dei legami parentali di Edipo e del loro intrecciarsi inconscio nelle relazioni successive.

 

Ore: 22.30-23.30

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

Discussant: Cristina Saottini

 

Abstract: Dibattito intorno agli argomenti trattati nella relazione precedente

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

 

 

 

 

  Bari, 28.09.2007 "LO PSICODRAMMA ANALITICO NELLE ISTITUZIONI"; Sede: A.C.BOREA- VIA V.EMANUELE, 18- BARI; Info: annalisa.scepi@tiscalinet.it  Fees= n.d.

La Società Italiana di Psicodramma Analitico (Membro COIRAG )

In collaborazione con la scuola COIRAG - sede di Bari-

Organizza il Convegno

Lo Psicodramma Analitico nelle Istituzioni

Istituto A. C. Borea- Piazza Garibaldi,18 – Bari -

28settembre 2007

Programma

Ore 9.00 – Apertura dei lavori e registrazione dei partecipanti

Maria Fedele – moderatrice

Psicoterapeuta- Didatta Sipsa e Responsabile Training Sipsa

Interventi:              ore 9.30 – 11.30

“ Una esperienza di psicodramma analitico all’interno di un centro di consultazione universitaria “

Cecilia Giovine – Psicoterapeuta e Didatta Sipsa    

“Il tempo dell’istituzione e il tempo dell’inconscio”                           

Antonia Guarini – Psicoterapeuta – Didatta Sipsa e Direttore sede Coirag – Bari-

“Una esperienza di psicodramma analitico in un Centro di Salute Mentale”

Luigi Miscioscia Psicoterapeuta – Didatta Sipsa e Docente scuola Coirag

Ore 11.30 – Pausa Caffè                                     ore 11.45 – Ripresa lavori           Dibattito e domande ai relatori

Ore 13.00 – Pausa pranzo                                       ore 15.00 – Ripresa lavori

Gruppi di psicodramma analitico

Primo gruppo     ore 15.00 – 16.30

Conduttori Maria Fedele e M. Giovanna Causarano

Secondo gruppo

Conduttori Giovanna Lorusso e M. Novella Basile

Ore 16.30-16.45  Pausa Caffè                               Ore 16.45-17.30 Tavola rotonda – moderatore Luigi Miscioscia

Ore 17.30- 18.00  Compilazione questionario ECM

Il Convegno è rivolto a Psicologi e Psicoterapeuti                    E’ stato chiesto l’accreditamento ECM per n. 40 psicologi

L’iscrizione è gratuita per un massimo di 60 partecipanti e deve pervenire entro il 15 settembre 2007

Per informazioni ed iscrizioni

D’Onghia Miriana    Tel.3288468655   e-mail    mirianad’onghia@tiscali.it                      dalle ore 18.00 alle 20.00

Rizzo Antonella       tel. 3393568646   e-mail    altea7822@libero.it                                 dalle ore 18.00 alle 20.00                             

 

 

  Novara, 29.09.2007 "STRUTTURAZIONE DEL SÈ E SOFFERENZA MENTALE"; Sede:AZIENDA OSPEDALIERA MAGGIORE DELLA CARITÀ ; Info: OSRU.FORMAZIONE@MAGGIOREOSP.NOVARA.IT

z.g@libero.it  Fees= n.d.

ABSTRACT

 

 

Paolo Viana: La psicoterapia con il paziente con esperienze  primarie di deprivazione e di intrusività

 

Il lavoro vuole mettere in luce le difficoltà del percorso terapeutico con pazienti che nel loro passato hanno dovuto subire il trauma di un ambiente pesantemente deprivante ed intrusivo, pazienti che sono stati degli “spoilt children”, cioè bambini non riconosciuti e rispettati dai genitori nella loro esistenza psichica ed affettiva, bambini in cui non solo venivano proiettati esigenze, bisogni e desideri altrui ma dai quali spesso venivano estratte aree di espressività ed esistenza.

L’autore, attraverso l’esposizione di un caso clinico, vuol mettere in luce tutta una serie di problematiche transferali e controtransferali che emergono nella relazione terapeutica durante un percorso inevitabilmente  lungo, difficile, a volte estenuante per entrambi.

Di fatto, con persone così pesantemente traumatizzate , il lavoro psicoterapeutico è irto di difficoltà proprio perché volto a ricostruire in questi soggetti, per i quali la relazione è stata spesso fonte di una sofferenza insopportabile, la fiducia in un oggetto che non sia, come in origine, non disponibile, deprivante, intrusivo, ma un oggetto che sappia finalmente accogliere, attraverso la condivisione e la reverie, tutta una serie di primitive esperienze emotive (identificazioni proiettive- protoemozioni- elementi beta) che, elaborate da una funzione alfa adeguata, acquisiscano senso e pensabilità, potendo in tal modo essere restituiti al paziente ed essere reintegrati.

 

 

 

Enza Laurora: Sofferenze del Sè: fattori terapeutici in psicoterapia psicoanalitica.

 

A partire da una disamina delle tappe fondamentali dello sviluppo psichico, il lavoro è centrato sulla strutturazione delle sofferenze di base della vita mentale inerenti ad un carente o distorto sviluppo del Sè. In particolare, attraverso svariate esemplificazioni cliniche , l'attenzione è posta sui fattori terapeutici, quali la trasformazione, attraverso il gioco del transfert-controtransfert, dei modelli relazionali impliciti legati alle sofferenze del Sè e il significato particolare assunto dal setting e dalle sue modulazioni nel corso del trattamento.

 

 

 

Rita Manfredi: Il valore economico del dolore

 

L’Autrice, dopo aver evidenziato le differenze fra dolore – sofferenza – angoscia, si interroga sulla possibilità che il dolore possa assumere un valore positivo per l’economia psichica dell’individuo in situazioni di gravi disorganizzazioni psicosomatiche. Con l’ausilio di due vignette cliniche cercherà di mostrare come il dolore, ad esclusione di quello che crea un piacere puramente masochistico, possa rappresentare una piattaforma dalla quale il processo di mentalizzazione e quindi di riorganizzazione della psiche possa partire.

 

 

 

 

  Alessandria, 20.10.2007 "VIVERE LE EMOZIONI, EVITARE LE EMOZIONI - DIALOGO CON ANTONINO FERRO"; Sede: ALESSANDRIA C/O LICEO SCIENTIFICO G.GALILEI SPALTO BORGOGLIO 49; Info:esterferrando@tiscali.it ANNALISA.SCEPI@TISCALINET.IT  Fees= euro 60,00.

 

 

 

  Milano, 27.10-15.12.2007 "Nuove forme del disagio psichico"; Sede:CART - VIA MONTEPULCIANO, 13; Info:cartconvegni@fastwebnet.it CARTONLUS@LIBERO.IT; Fees= euro 540,00.

CENTRO DI PSICOTERAPIA

CENTRO STUDI

Presidente: Carlo Zucca Alessandrelli

 

Master

 

Nuove forme del disagio psichico

 

Nell’ambito delle ricerche del Centro Studi su Narcisismo, Dipendenza e Distanza nelle patologie delle addiction e sul GRF (Gruppo per la Ripresa delle Funzioni), il CART propone un Master teorico-clinico sui nuovi orientamenti in psicoterapia psicoanalitica.

E’un momento formativo  finalizzato all’apprendimento di teorie e tecniche utili per rispondere in modo più efficace alle nuove patologie.

Queste richiedono, infatti, capacità diagnostiche e terapeutiche articolate e complesse che siano in grado di valorizzare la tradizione psicoanalitica e la sua integrazione con le recenti acquisizioni della ricerca, nei suoi sviluppi teorici e clinici. Le nuove manifestazioni del disagio psichico, quali ad esempio l’addiction, non sono più classificabili e trattabili secondo la nosografia classica, ma richiedono nuove forme di ascolto e di relazione terapeutica.

 

 

 

 

 

Via Montepulciano 13 – 20124 Milano

Tel/fax 02.67490241 Fax 02.99987364

e-mail: cartconvegni@fastweb.it

 

Il Master, che si terrà presso la sede del Cart, è organizzato in due moduli. Nel primo sarà promosso l’approfondimento dei mutamenti diagnostici e nosografici più importanti degli ultimi anni, a partire dalla valenza attribuita al senso di Sé e dall’attenzione riservata alla lacuna narcisistica come denominatore comune a tutte le patologie. Nel secondo modulo verranno presentate le più recenti strategie di intervento a termine efficaci nel sostegno e nello sviluppo del fragile assetto narcisistico di base, con riferimento conclusivo al Gruppo per la Ripresa delle Funzioni, ideato da Carlo Zucca Alessandrelli e da anni sperimentato nella sua validità in diversi ambiti clinici.

E’ rivolto preferibilmente a psicoterapeuti con esperienza clinica sia individuale che di gruppo, interessati ad apprendere nuovi modelli operativi nel campo delle patologie del narcisismo e della dipendenza, in particolare dell’ addiction.

Il numero massimo di partecipanti è di 20, selezionati secondo il livello di esperienza, valutato in base ad un curriculum e ad un colloquio di presentazione.

Per ulteriori informazioni telefonare allo 02.67490241 e per iscriversi inviare la scheda di iscrizione con allegato il proprio curriculum a: cartconvegni@fastwebnet.it.

E’ prevista la possibilità di partecipazione al solo primo o ad entrambi i moduli mentre non è possibile l’iscrizione al solo secondo.

La quota per il Master è di 450 euro (+IVA) per il primo modulo formativo e di 1000 euro (+IVA) per entrambi, da versare entro il 15 settembre 2007 da parte di coloro che hanno superato la selezione.

Il pagamento può essere effettuato tramite bonifico bancario intestato a Cart Onlus Banca Intesa BCI, ag. 9 c/c 282451/11 cab 9465 abi 03069, oppure con assegno bancario intestato a Cart Onlus e da inviare presso la sede Cart. 

 

 

Verrà inoltrata la richiesta di accreditamento ECM

 

Modulo A: La tradizione e i nuovi orientamenti

 

    SABATO: 6 ottobre 2007

 

9,30–13,30: Gli sviluppi della psicoanalisi nella società post moderna. Antiche e nuove forme di sofferenza. La nosografia psichiatrica attuale. I possibili incontri e le incompatibilità con il paradigma psicoanalitico.                     

CARLO ZUCCA ALESSANDRELLI e ANDREA GIANNELLI

 

    SABATO:  10 novembre 2007

 

9,30–13,30: La formazione dell’apparato psichico nella relazione. La centralità del Sé e dello sviluppo narcisistico e la conflittualità relazionale. Il Sé e la relazione con l’Es, l’Io, il Super Io e l’Ideale dell’Io

NADIA FINA e DOMENICO MUSICCO

 

    SABATO:  24 novembre 2007

 

9,30–13,30: La relazione di dipendenza patologica nel corso della crescita: il Sé fragile, il Sé grandioso. La vulnerabilità, l’eccitamento, la vergogna, la permalosità, la fame d’oggetto e la relazione d’oggetto

FULVIO TAGLIAGAMBE e GIANNI PUCCI

 

SABATO:  15 dicembre 2007

 

9,30 – 13,30: La presa in carico multipla, fasi terapeutiche e timing. La consultazione e la costruzione di un progetto terapeutico: dalla lettura pulsionale alla visione relazionale: un processo di integrazione

 

NICOLETTA JACOBONE e RUGGERO MASSARDI

    

  Brescia, 24.11.2007 "AVERE IN MENTE IL CERVELLLO - L'INFLUENZA DELLE NEUROSCIENZE NELLA PSICOANALISI CLINICA." Sede:BRESCIA - VIA F.LLI FOLONARI 20 - SALONE BUOZZI ; Info: ELLISSE.BRESCIA@VIRGILIO.IT Fees= euro 108,00.

Programma della  giornata

 

“Avere in mente il cervello” L’influenza delle  Neuroscienze nel contesto della  Psicoanalisi Clinica

 

Seminario Teorico-Clinico con la Dott.ssa Maria Ponsi - Psicoanalista Spi

Sabato  24  Novembre  2007   Brescia   Via F.lli Folonari 20

 

 

Le recenti acquisizioni della ricerca neurobiologica e neurocognitiva hanno messo in moto, in vasti settori della comunità psicoanalitica, un riesame dell’apparato concettuale e teorico su cui si fonda la psicoanalisi. La conseguente apertura di ponti fra le neuroscienze e la psicoanalisi, ad esempio attraverso le scoperte della biologia molecolare della memoria di Kandel o dei “neuroni specchio” di Rizzolati e Gallese, ha alimentato un dibattito sulla rilevanza che tali acquisizioni possono avere per la teoria della psicoanalisi e per l’attività clinica. Ci chiediamo dunque in che misura cambi l’agire clinico alla luce delle nuove concezioni del funzionamento mentale fornite dalle neuroscienze e in che modo ne venga influenzato l’ascolto dei pazienti. Sarà possibile, in un futuro non lontano, parlare di una neuro-scienza della psicoterapia  o di una psicoterapia neuro-biologicamente informata ?

 

Programma della  giornata

Mattino     9.00 – 12.30

Ore 9.00  -  9.30:  Registrazione e iscrizioni

Ore  9.30 - 12.30: Relazione e discussione in gruppo

Pomeriggio    14.00 – 18.00

Ore 14.00- 17.30: Presentazione e Discussione di casi clinici

Ore 17.30- 18.00: Espletamento procedure ECM

 

 

Sintesi dell’intervento della Dott.ssa Maria Ponsi.

 

I grandi progressi avvenuti negli ultimi decenni nelle neuroscienze (basti pensare alle conoscenze sui sistemi della memoria o a quelle sui neuroni specchio) insieme allo sviluppo delle tecnologie di indagine sul cervello pongono oggi alla psicoanalisi un quesito non nuovo, ma certamente più impegnativo che nel passato: si deve procedere a un lavoro di integrazione fra le conoscenze prodotte nei rispettivi ambiti disciplinari oppure bisogna salvaguardare l’autonomia della psicoanalisi, essendo i suoi metodi di ricerca e di produzione teorica radicalmente diversi da quelli delle altre discipline che studiano la mente e il cervello?

 

Sono sempre più vasti i settori della comunità psicoanalitica che sono interessati a mettere a confronto le proprie concettualizzazioni con i dati e le ipotesi esplicative prodotte nelle discipline affini. Da questo dialogo interdisciplinare emergono contributi utili al dibattito, da tempo in corso nella psicoanalisi, sul proprio statuto epistemologico.

 

Sui ponti che collegano sempre più stabilmente psicoanalisi e neuroscienze transitano concezioni condivise dello sviluppo mentale, del funzionamento delle emozioni e delle attività cognitive, nonché formulazioni dei  cambiamenti indotti dalla psicoterapia in termini di modificazioni cerebrali.

Non si può dire, tuttavia, che da questa area di dialogo interdisciplinare siano a tutt’oggi emerse anche indicazioni utilizzabili nel contesto clinico. Tuttavia, man mano che si sviluppa e si approfondisce l’integrazione fra conoscenze neuroscientifiche e conoscenze psicodinamiche è inevitabile che venga anche a definirsi un modello clinico congruo con questi presupposti. E’ insomma plausibile che, in un futuro non lontano, prendano forma una psicoterapia neuro-biologicamente informata e una neuro-scienza della psicoterapia.

 

 

  Torino, 20.10.2007 "SOGGETTI AL TEMPO DELLE PRECARIETÀ"; Sede: TORINO, HOTEL NH S. STEFANO, VIA PORTA PALATINA 19; Info:convegno@cepsi.it INFO@CEPSI.IT ; Fees= euro 50,00.

Programma

 

  9.00    accoglienza

 

  9.15    Egemonia dell’oggetto di consumo: effetti sul soggetto

            Maria Bolgiani, Mercedes De Francisco, Sergio Caretto           

 

11.15    pausa

 

11.30    Esplosioni di violenza ed evaporazione della legge

            Gian Francesco Arzente, Paola Bolgiani, Christine Le Boulengé

 

13.30    pausa pranzo

 

14.30    Sintomi di precarietà

            Silvia Morrone, Maria Laura Tkach                                         

 

16.00    Tra procedure e format, quale legame per i soggetti?

            Monica Gargano, Massimo Termini                  

 

17.30    Verifica dell’apprendimento con prova scritta

             

 

 

 

 

  Padova, 27.10-15.12.2007 CORSO DI AGGIORNAMENTO E APPROFONDIMENTO SULLA PSICOTERAPIA INTENSIVA DINAMICA BREVE ; Sede: CISSPAT PIAZZA DE GASPERI 41-35131 PADOVA ; Info: info@cisspat.edu Fees= euro 390,00.

Corso di aggiornamento e approfondimento sulla

Psicoterapia Intensiva Dinamica Breve

 

Presso il C.I.S.S.P.A.T. di Padova

 

 

 

Orario: dalle 8.30 alle 19.30 – N. 3 incontri, 10 ore ad incontro per Tot. 30 ore.

 

MATTINA : 8.30 inizio lezione, 10.30 -10.45 coffe break, 13.30. fine lezione, pausa pranzo.

POMERIGGIO : 14.00 inizio lezione, 16.45 -17.00 coffe break, 19.30. fine lezione.

 

Docente:  Dott. Leone Baruh – Psicologo e Psicoterapeuta.

 

PRIMO INCONTRO : 27 Ottobre 2007

 

08.30 - 10.30:

Storia essenziale delle psicoterapie dinamiche brevi: Freud; Ferenczi; Alexander; Mann; Malan; Sifneos; Davanloo.

                             

10.30 – 10.45 : coffe break

 

10.45 - 13.30 :     

Storia ed evoluzione della psicoterapia intensiva dinamica breve.

 

 13.30- 14.00 pausa pranzo

 

14.00-16.45:

Esemplificazione dei principali concetti sviluppati durante la mattinata tramite visione di videotapes.

 

16.45-17.00 coffe break

 

17.00-19.30:

Presentazione al gruppo di un caso clinico con supervisione secondo i parametri della psicoterapia intensiva dinamica breve.

 

 

SECONDO INCONTRO : 17 Novembre 2007

 

08.30 - 10.30:

Il triangolo del conflitto di Ezriel (1952)

 

10.30 – 10.45 : coffe break

 

10.45 - 13.30 :     

Il triangolo delle persone di Menninger (1958).

I due triangoli di Malan.

 

13.30- 14.00 pausa pranzo

14.00-16.45:

Esemplificazione dei principali concetti sviluppati durante la mattinata tramite visione di videotapes.

 

16.45-17.00 coffe break

 

17.00-19.30:

Ripresa del caso clinico presentato nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia.

Presentazione al gruppo di un caso clinico con supervisione secondo i parametri della psicoterapia intensiva dinamica breve.

 

 

TERZO INCONTRO :  15 Dicembre 2007

 

08.30 - 10.30:

Il contributo di Davanloo al lavoro sulle difese.

 

10.30 – 10.45 : coffe break

 

10.45 - 13.30 :     

La Sequenza Dinamica Centrale.

Considerazioni critiche sul lavoro di Davanloo.

 

13.30- 14.00 pausa pranzo

 

14.00-16.45:

Esemplificazione dei principali concetti sviluppati durante la mattinata tramite visione di videotapes.

 

16.45-17.00 coffe break

 

17.00-19.00:

Ripresa dei casi clinici presentati negli incontri precedenti ed analisi dell’avanzamento delle terapie.

Presentazione al gruppo di un caso clinico con supervisione secondo i parametri della psicoterapia intensiva dinamica breve.

 

19.00-19.30:

Discussione con i partecipanti sui temi trattati e sui casi clinici presentati con sintesi finale da parte del conduttore.

 

19.30-20.00:

Verifica con questionario di quanto appreso durante il corso

 

 

  Milano, 20.10.2007 GIORNATA DI STUDIO CON JODY DAVIES. LA DISSOCIAZIONE TRA TEORIA E CLINICA ; Sede: MILANO - VIA CLERICI 10; Info:  susi@ispise.it Fees= euro 90,00.

ABSTRACT DEGLI INTERVENTI

JODY DAVIES

I PROCESSI DISSOCIATIVI TRA TEORIA E CLINICA

La giornata di studio prevede la presentazione nella mattinata di un lavoro riguardante il modello relativo ai processi dissociativi elaborato dalla relatrice e la comparazione del medesimo con quelli proposti da altri autori contemporanei, quali Donnel Stern, Philip Bromberg e altri.

Nel pomeriggio la relatrice, attraverso un’esemplificazione clinica, descriverà l’applicabilità e l’efficacia del modello teorico proposto nell’esperienza clinica.

Un rilievo particolare sarà riconosciuto all’enactment e ai processi di transfert e controtransfert nell’esperienza terapeutica.

 

 

  Firenze, 27.10.2007 "I MECCANISMI DI DIFESA NELLA PRATICA CLINICA"; Sede: CENTRO DI SOLIDARIETÀ, VIA DELL'ANCONELLA 3 ; Info: gioiagorla@tin.it  Fees= euro 50,00.

I meccanismi di difesa nella pratica clinica

Fabio Madeddu, Università degli Studi  Milano - Bicocca

Firenze - Centro Italiano di Solidarietà, via dell’ Anconella 3

sabato 27 ottobre  2007, ore 9.30-17.30

 

Ore  9.30                    Registrazione dei partecipanti

Ore  10.00-11.00       Relazione  Introduzione storica. Le definizioni freudiane; il contributo di

                                        Anna  Freud e la nascita delle classificazioni. I contributi kleiniani e post

                                        kleiniani:  l’aspetto relazionale e l’identificazione proiettiva

Ore  11.00-11.30        Relazione  Il contributo di Otto Kernberg: difese e organizzazione della

                                    personalità

Ore  11.30-12.00        Relazione I modelli relazionali

Ore  12.00-12.30       Dibattito

Ore 12.45-13.45         Relazione Coping e difese. La ricerca empirica: pregi e limiti

 

Ore  14.30-15.30       Relazione Il modello di G.  Vaillant e la Scala di valutazione dei meccanismi

                                       di difesa di G.C. Perry; la DMRS

Ore 15.30-16.30         Presentazione e discussione in gruppo di materiale clinico: esercitazione

                                   collettiva per allenare ad una corretta identificazione delle difese

Ore 16.30- 17.00       Dibattito

Ore 17.00- 17.30       Conclusione dei lavori e somministrazione questionari ECM

 

 

L’individuazione e la valutazione dei meccanismi di difesa  che un individuo adotta per reagire a fonti di disagio interne ed esterne o comunque a richieste provenienti della realtà consente di  formulare ipotesi diagnostiche condivisibili e verificabili, nonché di valutare l’efficacia dei trattamenti,come documentato da numerose ricerche cliniche.

In questo seminario  il professor Fabio Madeddu  approfondirà , sia da un punto di vista teorico che con esemplificazioni cliniche,  questo importante tema.

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Quote di partecipazione, da pagare in loco:

 

                                                                                         Soci AIPCP, partecipazione  gratuita

                                                       Non Soci:  € 50,00 Iva compresa

 Studenti, Tirocinanti e Specializzandi:  € 25,00 Iva compresa

Sono stati richiesti i crediti ECM  al Ministero della Salute

Per motivi organizzativi si consiglia di prenotarsi telefonando allo 055 471840 o inviando un email a info@aipcp.it.

Per informazioni 055 471840 (ore 9-11; 20-21) oppure info@aipcp.it

 

 

 

  Venezia, 24.11-25.11.2007 12° Colloquio Franco-Italiano di Psicoanalisi SPP-SPI "Rimozione e scissioni nell'attività clinica oggi" Sede: Ateneo Veneto, Campo San Fantin, 1897; Info: www.ateneoveneto.org

12°  COLLOQUIO FRANCO-ITALIANO DI PSICOANALISI SPP-SPI

SABAT0 24 - DOMENICA 25 NOVEMBRE 2007

Venezia - Ateneo Veneto - Campo San Fantin, 1897

www.ateneoveneto.org

Campo

 

RIMOZIONE E SCISSIONI NELL’ATTIVITA’ CLINICA OGGI

 

Sabato 24 novembre 2007

Mattino

8,30   Accoglienza iscritti

9.30   Sessione plenaria

Introducono:  Fernando Riolo, Presidente SPI  e  Jean-Michel Porte, Presidente SPP

 

10,00  Coordinano: Marco La Scala, Presidente del Centro Veneto di Psicoanalisi

           Albert Louppe, Vice- Presidente SPP

Relazione di Antonio Alberto Semi SPI: “Rimuovere e scindere: il sistema  conscio  alla prova”

            Discute Florence Guignard SPP

11,00   Pausa caffè

11,30  Relazione di Michèle  Perron Borelli SPP : Rimozione e scissione negli inciampi dell’Edipo

           Discute Giuseppe Berti Ceroni SPI

12,30  Discussione con la sala

13,00  Fine della mattinata

 

Pomeriggio

14.30  Ripresa dei lavori in quattro piccoli gruppi: presentazione di un lavoro teorico-clinico, discusso da un psicoanalista francese e da uno italiano:

1° gruppo:                coordina: Patrizia Gammaro

Jean Picard : Vivrete la mia vita senza di me.    Psicoanalisi di un paziente anonimo

                                             discutant francese: Michèle Bertrand

                                             discutant italiano: Anna Oliva De Cesarei

 

            2° gruppo:                 coordina Irene Ruggiero

Michèle Demeure (clinica del bambino): Elisa, 5 anni, o l’alea della rimozione nel periodo di latenza

                                              discutant francese:  Myriam Boubli

                                              discutant italiano: Chiara Rosso

 

          3° gruppo:                   coordina : Béatrice Ithier

 Tebaldo Galli: “Una passione tardiva”

                                              discutant italiano: Giuseppe Martini

                                              discutant francese: Sabina Lambertucci-Mann

 

            4° gruppo:                  coordina: Garbua Maya

                                              Franco Scalzone - Gemma Zontini: “Scissioni

                                              ‘perverse’”

                                              discutant italiano: Mauro Manica

                                              discutant francese: Sesto Marcello Passone

 

16,30  Pausa caffè

17,00  Ripresa

18,30  Fine dei lavori

 

Evento Culturale:

19,30 Visita guidata ai mosaici illuminati della Basilica di S. Marco, con   accompagnamento d’organo.

 

Cena sociale (previa prenotazione)

20,30    Hotel Monaco (un luogo speciale, nel cuore di Venezia)

 

 

Domenica 25 novembre 2007

 

Mattino:

9,30       Sessione plenaria

              Coordinano: François Sacco (Comitato Scientifico SPP del Colloquio)

                                   Anna Ferruta, Segretario Scientifico SPI

           Tavola rotonda con i relatori:

            Antonio Alberto Semi,  Michel Perron Borelli, Jean Picard, Michèle Demeure, Giuseppe Riefolo, Franco Scalzone, Gemma Zontini

             

11.00     Pausa caffè

11,15     Discussione con la sala

13,00     Conclusioni del Colloquio da parte dei Coordinatori Anna Ferruta e François Sacco

13,30     Fine dei lavori

 

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Comitato scientifico SPP per l’organizzazione del Colloquio

Florence Guignard, Sabina Lambertucci-Mann, Sesto Marcello Passone, François Sacco.

 

Comitato scientifico SPI per l’organizzazione del Colloquio

Anna Ferruta, Carlo Brosio, Patrizia Cupelloni, Amedeo Falci, Patrizia Gammaro Moroni, Alessandro Garella, Giuseppe Moccia, Stefania Nicasi, Gianluigi Rocco, Irene Ruggiero, Guglielmina Sartori.

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Per l’iscrizione, occorre inviare la scheda allegata e effettuare il versamento secondo le date indicate. I posti a disposizione sono limitati: saranno accettate le iscrizioni in ordine di arrivo alla Segreteria. Prima di effettuare l’iscrizione inviare la richiesta alla segreteria SPI Milano: spimilano@fastwebnet.it che darà conferma della disponibilità dei posti.

 

Allegato al programma viene fornito un elenco di Hotel e Residenze, vicini alla sede del Colloquio. La prenotazione è da farsi direttamente al numero o  al sito indicati.

 

Dall’aeroporto a Venezia, Piazzale Roma, si giunge con autobus ACTV n. 5. Sito aeroporto di Venezia: http://www.veniceairport.it

All’Ateneo Veneto si giunge da Piazzale Roma o dalla Ferrovia con la linea 82,  fermata Rialto, oppure la linea 1, fermata S. Angelo.

 

 

 

Sintesi dei temi scientifici dell’evento

 

La riflessione su RIMOZIONE E SCISSIONI NELL’ATTIVITA’ CLINICA OGGI muove dall’esigenza di adeguare gli strumenti concettuali e tecnici ai problemi posti dalla pratica clinica oggi: i pazienti che chiedono una cura presentano una situazione psicopatologica complessa, nella quale si intrecciano meccanismi di difesa nevrotici quali la rimozione e meccanismi di difesa tipici di organizzazioni psicotiche e borderline. Tale cambiamento nella popolazione clinica interroga la teoria e la tecnica.

Per quanto concerne la teoria, Antonio Alberto Semi nella sua relazione“Rimuovere e scindere: il sistema  conscio  alla prova” osserva i rischi connessi a un esercizio della teoria scisso dall’esperienza clinica, che finisce per portare all’interno dell’elaborazione metapsicologica il problema clinico che lo psicoanalista si propone di curare: la scissione. Un forte richiamo all’unitarietà della concezione dell’apparato psichico, che non scinda i fenomeni che sfuggono alla coscienza, con il pretesto della ‘integrazione degli approcci’, si rivela urgente e necessario. Tale unitarietà nella concezione dell’apparato psichico si distingue dall’autoassertività delle costruzioni ‘deliranti’ solo se messa alla prova nell’analisi del transfert come fenomeno che richiede un’esposizione e un cimento personale da parte dell’analista.

Michèle  Perron Borelli  nel suo lavoro Rimozione e scissione negli inciampi dell’Edipo propone una riflessione sul meccanismo di difesa costituito dalla scissione  come protezione dell’integrità narcisistica del Sè: questo implica che, nella cura come nella vita, un eccesso di attivazione pulsionale venga escluso in modo molto più radicale rispetto a quanto avviene con il meccanismo di difesa costituito dalla rimozione. Da un punto di vista tecnico si determina la necessità di interpretare il transfert solo quando  si sia instaurata una sicurezza narcisistica sufficiente attraverso un percorso di cura  adeguato.

 

In questa ottica,  vengono proposte relazioni su casi clinici  ben differenziati: l’analisi di un uomo che affrontata una crisi  al confine tra rimozione e scissione intorno ai sessant’anni (Tebaldo Galli), il caso di una bambina che utilizza ampiamente il meccanismo della rimozione in età di latenza (Michèle Demeure); un caso di patologia perversa particolarmente invasiva e distruttiva (Franco Scalzone e Gemma Zontini); un caso di utilizzo dei meccanismi difensivi in modo estremo, fino alla scomparsa della soggettività, a favore del prevalere della dissociazione (Jean Picard).

  

  Roma, 12.10-9.11.2007 "LA PSICOTERAPIA PSICODINAMICA INTEGRATA: LE BASI E IL METODO"; Sede:IST. ROMANO DI PSICOTERAPIA PSICODINAMICA INTEGRATA - C.SO VITTORIO EMANUELE II, 305 - ROMA; Info:segreteria@smorrl.it  Fees=euro 120,00.

LA PSICOTERAPIA PSICODINAMICA INTEGRATA:

LE BASI E IL METODO

ANNO 2007

 

 

Il Corso di formazione, rivolto a 10 medici e 15 psicologi, si svolgerà in tre incontri dal 12 ottobre 2007 al  9 novembre 2007, presso l’Istituto Romano di Psicoterapia Psicodinamica Integrata - Corso Vittorio Emanuele II 305, 00186 Roma.

Si tratta dell’esposizione di un metodo nuovo per integrare le conoscenze psicodinamiche e quelle neuroscientifiche, allo scopo di ottenere un effetto potenziato nell’intervento sui disturbi mentali. Vuole essere un modo attuale di intendere la Psicoterapia, ovvero un metodo di lavoro che richiede la collaborazione del paziente e pone al centro dell’intervento la relazione terapeutica. L’integrazione di aspetti biologici e psicologici offre l’opportunità di completamento delle conoscenze alle due categorie professionali interessate: medici e psicologi. Il corso agile, composto di tre lezioni di tre ore ciascuna, vuole sensibilizzare i partecipanti e offrire loro una impostazione di base per esercitare la prassi di psicoterapia e applicarla nei diversi campi di intervento clinico, sia in ambiente pubblico, sia in ambiente privato.

 

 

PROGRAMMA DEL CORSO

 

 

12 ott. 2007                LE BASI DELLA PSICOTERAPIA PSICODINAMICA INTEGRATA (PPI)

10.00 - 11.00              Le basi neuroscientifiche

Dott. G. Lago - Dott.ssa M. P. Zerella

11.00 - 12.00              Le basi psicodinamiche

Dott. G. Lago - Dott.ssa M. P. Zerella

12.00 - 13.00              Prospetto sul metodo

Dott. G. Lago - Dott.ssa M. P. Zerella

 

26 ott. 2007                LA PERSONALITÀ E IL SUO SVILUPPO SECONDO LA PPI

10.00 - 11.00              L’origine della mente

Dott. S. Martellotti

11.00 - 12.00              Il Protomentale

Dott. S. Martellotti

12.00 – 13.00             La Mentalizzazione

                                   Dott. S. Martellotti

 

09 nov. 2007              APPLICAZIONI DELLA PPI

10.00 – 11.00             Orientamento diagnostico con esposizione di casi clinici

                                   Dott. G. Lago – Dott. S. Martellotti

11.00 – 12.00             Il dispositivo di cura con esposizione di casi clinici

Dott. G. Lago – Dott. S. Martellotti

12.00 – 13.00             Le fasi di intervento con esposizione di casi clinici

                                   Dott. G. Lago – Dott. S. Martelletti

 

13.00 – 13.30             Esame finale

 

 

 

  Bologna,10.11.2007 "IL LEGAME PERVERSO"; Sede: CENTRO PSICOANALITICO DI BOLOGNA, VIA CESARE BATTISTI 24 40123 BOLOGNA; Info:centropsicoanalitico_dibologna@fastwebnet.it Fees= euro 96,00

ABSTRACT

 

DOTT. SSA LOREDANA MICATI

 

Le relazioni perverse e il rapporto con la realtà

 

 

ABSTRACT:  Verranno esaminate alcune componenti fondamentali del dispositivo relazionale ed intrapsichico che funziona nell'organizzazione perversa.   Il piacere, come sostituto difensivo del dolore originario, è associato a situazioni in cui la sofferenza viene scaricata dal soggetto su altri facenti funzione del proprio Sè proiettato e maltrattato; vengono utilizzate la trasformazione del passivo in attivo, l'identificazione con l'aggressore, l'evacuazione invasiva nel Sè altrui, il controllo intrusivo dell'oggetto.

Queste tecniche di evitamento della sofferenza e di trasformazione del dolore in piacere vengono applicate con crescente maestrìa dal soggetto perverso, che è in grado di padroneggiare e di controllare sistematicamente le varie fasi della relazione.

La autolegittimazione narcisistica permette al perverso di evitare il conflitto con il Super-Io e con l'Ideale dell'Io: quest'ultimo interlocutore interno è particolarmente importante per la sua economia narcisistica, e ciò implica a volte un intervento mirato dello psicoanalista sul piano della tecnica.  L'analista non può limitarsi a sostenere troficamente le parti libidico-affettive del Sè del paziente, ma deve ridurre il prestigio interno delle parti onnipotenti distruttive.  Senza tale manovra, il rischio di sterilità dell'intervento terapeutico permane

 

 

DOTT. STEFANO BOLOGNINI

 

Piacere, maestria e legittimazione narcisistica: i punti cardinali della perversione

 



ABSTRACT:In questo lavoro si prende in considerazione il rapporto che l'organizzazione mentale perversa intrattiene con la realtà, rapporto regolato, piuttosto che dalla scissione o dal ripudio della realtà, da un meccanismo molto particolare, che l'autrice definisce 'riconoscimento-misconoscimento'.
Si discute inoltre l'uso narcisistico che, in questa organizzazione di personalità, viene fatto dell'oggetto, considerato prevalentemente come una sorta di protesi che consente di mantenere un equilibrio interno.
Alcune vignette cliniche illustrano  l'aspetto compulsivo della perversione, conseguenza dell'emergere di profonde  angosce di perdita di sé.
Si indaga sul significato e sul ruolo della distruttività.



 

 

 

 

 

 

  Verona, 20.10-24.11.2007 CORSO DI PSICOTERAPIA DELL'ADOLESCENTE:LA CRISI E LE RISORSE DI FRONTE AL COMPITO IDENTITARIO (V° CICLO SECONDA PARTE); Sede: VIA VALDONEGA, 42VERONA; Info: antecchi@reprint.it  ITINERARIPSICO@LIBERO.IT Fees= euro 140,00.

Corso di Psicoterapia dell'adolescente:

la crisi e le risorse di fronte al compito identitario

V° ciclo (seconda parte)

 

20 Ottobre /24 Novembre 2007- via Valdonega, 42 – Verona

 

Come negli ultimi quattro anni, la nostra Associazione “Itinerari psicoanalitici” propone un ciclo di seminari di supervisione che ha come scopo l’obiettivo di confrontarsi con un supervisore esterno sulle tematiche dell’adolescenza. In particolare, dopo esserci occupati negli anni precedenti del primo colloquio, del problema diagnostico e della presa in carico dell’adolescente e dei suoi genitori, cercheremo di affrontare quest’anno l’emergenza del problema identitario che è causa di crisi ma anche di mobilitazione di risorse nel corso del trattamento psicoterapico.

In questo modo ci proponiamo  di approfondire e apprendere metodiche psicoterapiche specifiche in accordo con gli obiettivi nazionali di formazione alla psicoterapia e alla psicologia clinica.

Il nostro gruppo è costituito da colleghi impegnati nel lavoro clinico con la famiglia, le coppie e gli adolescenti e abbiamo individuato nel lavoro della “discussione e supervisione  di casi clinici in piccolo gruppo” una metodica molto efficace, grazie alla quale possono venir messe in comune e integrate, competenze differenti.  L’obiettivo è di trovare strade, modalità adeguate e differenziate di intervento e di fornire ai colleghi più giovani conoscenze e modelli di lavoro clinico appresi “sul campo”, con una attenzione alle risorse creative di ciascuno dei partecipanti.

Dal punto di vista metodologico, il lavoro si svolge nel seguente modo:

            - nella prima parte della giornata: uno dei partecipanti presenta una situazione clinica di cui si sta occupando, rilevante rispetto al tema indicato e sconosciuta al resto del gruppo. Riferisce il materiale del primo colloquio fatto, con il ragazzo, l’eventuale osservazione familiare  e i colloqui con i genitori, la valutazione testistica, se necessaria all’inquadramento diagnostico, i colloqui di approfondimento e di restituzione diagnostica  e le successive sedute di psicoterapia. Il gruppo dei partecipanti discute il materiale, pone le domande,  formula delle ipotesi, indica un possibile percorso.

             - nella seconda parte della giornata il conduttore-supervisore sviluppa e approfondisce dal punto di vista teorico i contenuti proposti dal caso clinico. La parte teorica è svolta, a seconda delle conoscenze del gruppo o nello stesso giorno della presentazione del caso o nell’incontro successivo, se sono richiesti suggerimenti bibliografici approfondimento del materiale, o necessità di studio comune.

Si tratta, quindi, di una metodologia che si sviluppa dinamicamente e con continuità lungo tutta la durata del corso e che coinvolge in modo diretto e partecipativo tutti i componenti del gruppo. Naturalmente la formazione attraverso la supervisione è ormai storicamente codificata e, a nostro parere, è quella che meglio consente chiarimenti ed approfondimenti specifici  capaci di sviluppare una competenza clinica diretta, in quanto permette una identificazione con il terapeuta e  con i suoi problemi transferali e controtransferali nella conduzione del caso. Inoltre lo studio ancorato alla problematica in corso di trattamento analitico, comporta riferimenti continui alla teoria e l’integrazione di conoscenze teoriche e cliniche. indispensabili alla crescita delle competenze terapeutiche.. A causa di questa impostazione metodologica  non ci è possibile fornire anticipatamente materiale, abstracts e lo stesso questionario  propone temi che pensiamo di  andare ad approfondire durante le supervisioni e che sono rintracciabili  nella casistica adolescenziale.

 

Ci impegniamo, comunque, ad inviare il materiale e gli eventuali abstracts unitamente alla relazione finale.

 

Il programma  prevede quattro ore di lavoro, suddivise in: due ore di confronto teorico (h. 9,30 - 11.30) - due ore di supervisione clinica (h. 11,40 - 13,40 ).

 

Gli incontri, per un massimo di 20 partecipanti, avranno una quota di partecipazione di 140,00.

            Quest’anno potremo contare sulla conduzione del dottor G.Pellizzari che ha dato la propria disponibilità per i giorni: 20 Ottobre /24 Novembre 2007.

 

 Responsabile scientifico dell’evento è la dott.Alessandra Massa.

 

                                   Curriculum Responsabile scientifico

Dott.ssa Alessandra Massa

1965, laurea in medicina e chirurgia presso l’Università di Padova specializzazione in Psicologia presso L’università Cattolica di Milano

dal 66 al 744 ha collaborato con: l’Istituto di Psicologia Università Cattolica di Milano;la Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Milano;l’Istituto di Psicologia della Provincia di Milano, presso l’Ospedale P.Pini; il servizio di Medicina Preventiva del settore maternoinfantile del Comune di Cernusco sul Naviglio.

1974, socio fondatore ed attualmente effettivo dell’Istituto di Psicoterapia del bambino e dell’adolescente, avente sede in via Bronzetti, 28, Milano; dal1974 all’83, psicoterapeuta presso il medesimo Istituto

nel 1984, trasferimento a Verona e inizio attività libero professionale a tempo pieno e terapeuta esterno presso la Clinica S.Giuliana di Verona

dall’89 ad oggi, insegnante presso la Scuola di Specializzazione CeRP, legalmente riconosciuta, con funzioni di training

dal 1996 al 2000, presidente dell’Associazione onlus Itinerari Psicoanalitici.

Ho pubblicato articoli di psicoanalisi in numerose riviste.

 

                                   Curriculum Supervisore

Prof. G. Pellizzari

Laurea in Filosofia nel 1969. Specializzazione in Psicologia nel 1973. Socio SPI nel 1986 e analista con funzioni di training nel 1999.

Dal 1989 a tutt'oggi consulente presso il "progetto A", centro di consultazione per adolescenti di S. Donato Milanese. Attualmente docente presso le scuole di psicoterapia: ASNEA di Monza e AREA G di Milano.

Ha pubblicato articoli di psicoanalisi sulle seguenti riviste: Rivista di psicoanalisi, gli Argonauti, Psiche, Adolescenza, Quaderno dell'istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente e, insieme a G.Giaconia e P.Rossi, il volume "Nuovi fondamenti per la tecnica psicoanalitica" presso l'editore Borla di Roma .e il volume "L'apprendista terapeuta"presso l'editore Boringhieri di Torino.

 

 

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Pregresso

 

Il corso di formazione alla psicoterapia dell’adolescente è al suoV° anno.

Per il primo anno nel 2002 fu organizzato in forma sperimentale (non fu fatta allora richiesta di ECM) e si svolgeva il venerdì sera dalle 20 alle 22.30 nella stessa sede e con lo stesso numero di partecipanti.

Aveva avuto come conduttore il Dr Paolo Di Benedetto, socio ordinario con funzioni di training della SIPP; membro associato ARPAD (Ass. Romana per la psicoterapia dell’adolescente).

Già docente di psicopatologia Dinamica presso la scuola di specializzazione in psicoterapia psicoanalitica della SIPP, sede in Milano; professore a contratto di psicologia clinica presso la Specializzazione in psicologia del ciclo di vita, Fac. Lettere e Filosofia, Univ. Federico II°,Napoli.

Coautore dei volumi: L’esperienza del corpo (Masson-Dunod,1998), Stati artistici in pazienti non psicotici (Masson-Dunod, 2000), La creatività nella stanza dell’analisi. Marion Milner 1900-1998 (Clueb,2003).

Membro del Comitato di Redazione dei “Quaderni degli Argonauti”, Supervisore presso l’ULSS di Belluno degli operatori afferenti al “Progetto Adolescenti”.

Nel 2003 la supervisione venne affidata al Prof. Agostino Racalbuto di cui presentammo il curriculum professionale e che qui ricordiamo per alcuni elementi qualificanti.

Professore Associato presso la Facoltà di Psicologia  dell'Università di Padova dal 1978 ad oggi; Membro del Centro Veneto di Psicoanalisi  (CVP); Numerose pubblicazioni tra cui: I percorsi del simbolo (coll. G. Giaconia, a cura di) Raffaello Cortina Milano 1990; Fra il fare e il dire Raffaello Cortina Milano 1994; Maestri e allievi. La trasmissione del sapere psicoanalitico (coll. M. Pierri, a cura di) Franco Angeli, Milano 2002.

A seguito dell’esperienza del primo anno, si decise di spostare l’attività al sabato con uno spazio di lavoro di ampio respiro, per dar modo di approfondire i casi presentati negli aspetti teorici e clinici.

Venne fatta richiesta di ECM. 

Per il 2004/5 abbiamo chiesto alla Dr. Giuliana Barbieri di cui abbiamo già fornito un curriculum professionale, che indichiamo nuovamente qui di seguito.

Dr Giuliana Barbieri,nata a Rivarolo Mantovano nel 1947, laureata in Pedagogia all’Università Cattolica di Milano e Specializzata in Psicologia all’Università Statale di Milano. Membro della Società Italiana di Psicoanalisi e Professore a contratto presso il Corso di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita.

Per il 2006 la conduzione del gruppo è stata affidata per un incontro alla dott.ssa Giuliana Barbieri e per i restanti quattro al dottor G.Pellizzari di cui forniamo curriculum.

Laurea in Filosofia nel 1969. Specializzazione in Psicologia nel 1973. Socio SPI nel 1986 e analista con funzioni di training nel 1999.

Dal 1989 a tutt'oggi consulente presso il "progetto A", centro di consultazione per adolescenti di S. Donato Milanese. Attualmente docente presso le scuole di psicoterapia: ASNEA di Monza e AREA G di Milano.

Ha pubblicato articoli di psicoanalisi sulle seguenti riviste: Rivista di psicoanalisi, gli Argonauti, Psiche, Adolescenza, Quaderno dell'istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente e, insieme a G.Giaconia e P.Rossi, il volume "Nuovi fondamenti per la tecnica psicoanalitica" presso l'editore Borla di Roma .e il volume "L'apprendista terapeuta"presso l'editore Boringhieri di Torino.

 

La metodologia  scelta per questi corsi è quella della Supervisione di casi clinici in gruppo.

Vengono scelti casi rilevanti rispetto al tema del corso.

Nel nostro caso viene discussa la psicoterapia degli adolescenti e il rapporto con i genitori.

A turno ognuno dei partecipanti presenterà un caso, sconosciuto al gruppo, ancora in fase di trattamento.

Il caso viene presentato al gruppo attraverso il materiale del primo colloquio con i genitori, poi con il ragazzo, in seguito con l’eventuale osservazione familiare, la valutazione testistica , se fatta, i colloqui di approfondimento, la diagnosi, l’indicazione di psicoterapia e sedute di psicoterapia.

Il caso viene discusso ed approfondito e nella seconda parte ne viene valutata la rilevanza teorica.

Per questo motivo non ci è possibile fornire anticipatamente materiale, abstracts.

Ci impegniamo ad inviare il materiale e gli eventuali abstracts unitamente alla relazione finale.

Grazie

 

 

 

 

 

 

 

   
  Roma, 29.10.-19.11.2007 "LA DIMENSIONE GRUPPALE IN PSICOTERAPIA"; Sede: ASL RM D - AULA DEGLI AFFRESCHI - VIA GIOVAGNOLI 29 Info: segreteria@smorrl.it  Fees= euro 160,00.

LA DIMENSIONE GRUPPALE IN PSICOTERAPIA

2007

 

Il corso, aperto a 10 Medici e 30 Psicologi, si articola in 4 seminari dal 29/10/2007  al  19/11/2007 per un totale di 16 ore.

Le lezioni si svolgeranno dalle ore 09.15 alle ore 13.30, secondo il calendario stabilito, presso la Sala degli Affreschi - ASL RM D - Via Giovagnoli 29 – Roma.

L’obiettivo del corso è quello di allargare la base di conoscenza, per le attività psicoterapeutiche con metodologia di gruppo, rivolta ad operatori inseriti nelle attività dei Servizi pubblici, al fine di sostenere e promuovere l’impegno ad occuparsi di tali modalità e fornendo una metodologia dei modelli operativi.

 

 

 

29/10/2007                             L’INCONSCIO E LA GRUPPOANALISI

09.15 – 12.15                         Inconscio e gruppoanalisi.

Reciprocità, azioni facilitanti e gruppo    Dott. A. Dionisi

12.15 – 12.30                         Pausa

12.30 – 13.30                         Lavoro a piccoli gruppi sul tema della giornata o sui temi emergenti                                              Dott. A. Dionisi eventuale sostituto Dott.ssa P. Vincenzoni                           

 

05/11/2007                             IL GRUPPO E I DISTURBI ALIMENTARI

09.15 – 12.15                         Il gruppo dei pazienti

                                               Il gruppo dei familiari Dott.ssa P. Vincenzoni

12.15 – 12.30                         Pausa

12.30 – 13.30                         Lavoro a piccoli gruppi sul tema della giornata o sui temi emergenti                                              Dott.ssa P. Vincenzoni eventuale sostituto Dott. A. Dionisi                                                        

 

12/11/2007                             NARCISISMO, GRUPPO E ISTITUZIONE

09.15 – 12.15                         Il contributo della psicologia del Sé ai gruppi

                                               Il contributo della psicologia del Sé alle Istituzioni Dott. G. Di Leone

12.15 – 12.30                         Pausa

12.30 – 13.30                         Lavoro a piccoli gruppi sul tema della giornata o sui temi emergenti                                              Dott. G. Di Leone eventuale sostituto Dott. A. Dionisi

 

19/11/2007                             GRUPPALITA’ E INTERVENTI INTEGRATI

09.15 – 12.15                         Metodo IPT.

Disturbi cognitivi   Dott.ssa Adriana Borriello

12.15 – 12.30                         Pausa

12.30 – 13.30                         Lavoro a piccoli gruppi sul tema della giornata o sui temi emergenti                                              Dott.ssa Adriana Borriello eventuale sostituto Dott. A. Dionisi         

14.00 – 15.00                         Esame finale


 

 

 

 
Bologna, 3.11-31.12.2007 "CHI CI ACCOMPAGNA DA SOLI? INDAGINI PSICODINAMICHE SUI SENTIMENTI DEL TERAPEUTA"; Sede: CENTRO STUDI MARTHA HARRIS - BOLOGNA, VIA DEI MILLE 8 40100; Info: arbadiali@libero.it CARIGINZ@LIBERO.IT  Fees= euro 840,00.

Il Centro Studi Martha Harris di Firenze organizza a Bologna un corso al fine di riflettere sui sentimenti transferali e controtransferali presenti nel rapporto tra il terapeuta ed il paziente.

La giornata avrà inizio con una relazione teorica sul tema. Verrà quindi illustrata la particolare relazione che si instaura tra terapeuta e paziente nella stanza di terapia. Gli aspetti teorici saranno affiancati da materiale clinico acquisito nel corso di interventi specifici.

 La riflessione che proponiamo si finalizza alla riflessione del modo in cui i sentimenti del terapeuta influisca sui setting interni ed esterni. Si pensa che tale riflessione possa rendere più efficace il lavoro del terapeuta.

 

 

 

CENTRO STUDI MARTHA HARRIS

DI FIRENZE

 

 

 

 

“Chi ci accompagna da soli?

Indagini psicodinamiche sui sentimenti del terapeuta”

 

I PARTE

 

 

                            Relaziona su questo tema il Dottor Roberto Bertolini

 

 

 

Il progetto è rivolto a psicologi e medici.

 

Il corso si svolgerà in due  fasi (di due e poi cinque giornate) e comprenderà delle relazioni sul tema dei sentimenti del terapeuta e sul ruolo che essi giocano nella stanza di terapia e la presentazione-supervisione di casi clinici. 

                              

 

Tipologia dell’evento:     Corso di aggiornamento      

 

 

Responsabile dell’evento dottoressa Anna Rosa Badiali  (Psicologa, psicoterapeuta)

 

 Luogo di svolgimento  Via Dei Mille 8 BOLOGNA

Programma

 

Date di svolgimento:

 

1) 3 novembre 2007. Orario: 9-16:30

2) 17 dicembre 2007. Orario: 9-16:30 (più verifica finale dalle 16:30 alle 17:15)

 

 

Schema svolgimento:

 

Orario

 

9:00 – 10:00

Relazione sul tema

10:00 – 10:30

Coffee Break

10:30 – 13:00

Discussione di un caso clinico

13: - 14:00

Pausa pranzo

14:00 – 16:30

Discussione di un caso clinico

 

 

 

Padova, 6-7.12.2007 GIORNATE DELLA RIVISTA: STUDI SU AGGRESSIVITA' E SUICIDIO; Sede: PADOVA- AULA MAGNA UNIVERSITA' DI PADOVA; Info: graziella.arpa@unipd.it  Fees= euro 80,00.

GIORNATE DELLA RIVISTA: STUDI SU AGGRESSIVITA’ E SUICIDIO

Padova, 6-7 Dicembre 2007

 

 

Il convegno ha lo scopo di presentare ed approfondire le conoscenze relative alle principali tematiche affrontate dalla Rivista sAS-Studi su Aggressività e Suicidio, ossia tematiche legate ai aggressività, impulsività, suicidio ed eutanasia. La Rivista, fondata e diretta dal Prof. Luigi Pavan, viene pubblicata a cadenza semestrale e raccoglie un Editoriale, una serie di Articoli regolari, Recensioni di letteratura e Recensioni bibliografiche a taglio prevalentemente psicologico-psichiatrico, con apertura comunque a contributi di Scienze Umane.

Nel corso di queste due giornate verranno esaminati i suddetti fenomeni non solo dal punto di vista prettamente psichiatrico, ma anche storico-filosofico, grazie al contributo di studiosi ed esponenti del mondo umanistico attuale. Si tratta infatti di argomenti di interesse multidisciplinare e che richiedono l’attenzione da parte di diverse figure operative, tra le quali spesso manca una adeguata comunicazione e comprensione.

Il convegno si propone inoltre di affrontare le tematiche, in una veste più specificatamente psichiatrica, della gestione e del trattamento del paziente violento, così come del paziente suicidario e dei sopravvissuti. Un’attenzione particolare verrà rivolta alla prevenzione e alla diagnosi: verranno infatti ribadite e prese in esame le strategie per riconoscere e prevenire il rischio suicidario, con l’obiettivo di sensibilizzare una volta di più operatori e popolazione in generale ad un problema tuttora così rilevante.

Una particolare attenzione verrà riservata al riconoscimento e al trattamento delle patologie  psichiatriche più frequentemente rilevate  nella popolazione che ha compiuto un gesto suicidario: i disturbi dell’umore, gli stati d’ansia come il disturbo di attacchi di panico e il disturbo d’ansia generalizzata, la schizofrenia, i disturbi di personalità, i disturbi di adattamento, l’abuso e la dipendenza all’alcool e sostanze.

Visto inoltre l’interesse che aggressività e suicidio suscitano nei mass media, e l’importanza che la comunicazione mediatica a sua volta riveste nel determinare l’impatto e l’attitudine della popolazione di fronte a tali comportamenti, si è scelto di coinvolgere nell’evento non solo gli addetti ai lavori, ma anche esponenti di alcune testate giornalistiche.

 

 

 

Presidente del Convegno :

Prof. L. Pavan

 

SEGRETERIA SCIENTIFICA

Dott. P. Scocco

Dott. A. Gori

Dott.ssa E. Toffol

 

 

 

 

Ecce  Homo – Dolore somatico e dolore mentale

Prof. R. Rossi

 

Il tema del dolore mentale è stato sempre, nell’ambito dei vissuti psichici ed in quello specifico delle reazioni agli eventi sul piano somatico e psichico, un problema misterioso e di difficile definizione.

Non v’è dubbio che il dolore mentale è una metafora, che prende le mosse dal dolore somatico, che è il dolore tout court. Il dolore ha appositi centri, apposite vie neurologiche, e funzioni specifiche: fu in Inibizione Sintomo e Angoscia (Appendice C) che Freud si pose per la prima volta il problema che dal dolore fisico derivava metaforicamente il dolore mentale, come quel vissuto legato alla separazione e alla perdita. In questa relazione si prendono le mosse dall’Ecce Homo di Antonello da Messina, con l’osservazione che il pittore è riuscito in questo caso a cogliere il passaggio dallo psichico al somatico attraverso una serie di particolari, che non possono che essere comportamentali e somatici, trattandosi di un dipinto. In questo caso il soma e la psiche sono un tutt’uno, di fronte alla realtà dolorosa e avversa.

Da questo si passa ad alcune considerazioni sulle illusorietà di alcune impostazioni nosologiche o comunque tassonomiche della psichiatria, che non riescono a cogliere il denominatore comune delle risposte emotive, somatopsichiche.Il simposio si allarga a considerazioni neurobiologiche.

 

I disturbi mentali e la violenza 

Dr. Di Fiorino M.

 

Il comportamento aggressivo non rappresenta una manifestazione riconducibile a specifiche categorie diagnostiche, situandosi lungo un continuum di manifestazioni, che oltrepassa i confini della psicopatologia, muovendosi dalle psicosi, alle reazioni adattative, attraverso l’espressività temperamentale e gli atti violenti finalizzati (1).

L’approccio dimensionale agevola una lettura ininterrotta di elementi clinici su una linea d’ombra che separa la normalità dalla patologia e rende uniforme lo spazio dell’aggressività tra suicidio e violenza, conservandone la discriminante direzionale (2).

La gestione medica dell’aggressività e dell’emergenza comportamentale, trattiene pazienti molto problematici all’interno del circuito di cura. Di fronte a manifestazioni violente dovremmo chiederci cosa non ha funzionato e rivalutare i nostri programmi, con la stessa attenzione che poniamo alla realtà e ai problemi concreti posti dalla persona malata. Il rischio per il paziente di una fuoriuscita dal circuito di cura è “l’abbandono e la negligenza, che conducono alla deriva dell’abbrutimento della vita da homeless” (3), oppure l’ingresso nei percorsi giudiziari, dove il comportamento violento costituisce un paradigma prevalente.

L’approccio alla gestione medica della problematica aggressiva, che costituisce il riferimento prioritario di questa presentazione, è sviluppata in considerazione dei presidi farmacologici attualmente disponibili nello strumentario medico. Inoltre, nell’ambito della complessa strategia di gestione delle emergenze comportamentali, sono delineate alcune linee guida di psicofarmacoterapia, con riferimento alle indicazioni presenti in ambito internazionale (1).

Viene presentata l’emergenza medica in pazienti aggressivi non disponibili ad interventi farmacologici con attenzione alle modalità di effettuazione degli interventi contenitivi ed alle implicazioni legali, con un excursus sulle procedure normative attuali e sulla responsabilità professionale.

Da un confronto tra panels di esperti italiani e statunitensi sono emerse alcune differenze nel trattamento delle emergenze comportamentali aggressive tra le realtà in studio ( 4,5 ).

 

 

  1. Di Fiorino M, Gemignani A, Balestrieri M: Il trattamento farmacologico delle condotte aggressive in Bellantuono C, Balestrieri M, in Trattato di Psicofarmacologia. Edited by "Il Pensiero Scientifico", Roma, 2003
  2. Di Fiorino M, Gemignani A : Il paziente violento, Psichiatria e Territorio, 2004
  3. Cassano G., Di Fiorino,M.: L’imperativo etico di imparare dalle esperienze in C. Munizza: Salute Menatle e Diritti.Problemi e percorsi di tutela, 57-64 Centro scientifico Internazionale, Torino, 2003)
  4.  Allen MH, Currier GW, Hughes DH, M. Reyes-Harde, Docherty JP: The Expert Consensus Guidelines Series. Treatment of Behavioral Emergencies. Postgraduate Med. Special report. McGraw-Hill Companies 2001
  5. Di Fiorino M, Danielyan A, Gemignani A. Guidelines for behavioral emergencies.  Psychiatr Serv. 2005 Sep;56(9):1159-60.

 

 

Intervento sui sopravvissuti

Dr. P. Scocco

 

La morte per suicidio di un familiare o di una persona cara è considerato uno degli stress più intensi. Il dolore e la sofferenza per la perdita possono rimanere per parecchi anni e intensificarsi in concomitanza di anniversari e in altre date significative come il compleanno, il Natale, e riacutizzarsi a seguito di perdite non strettamente correlabili all’evento suicidarlo.

Tra le conseguenze psicologiche a cui possono andare incontro i sopravissuti è necessario riservare particolare attenzione alle manifestazioni suicidarie (ideazione o agiti) e alla comparsa o all’esacerbarsi di sintomi o disturbi psichiatrici. I sopravissuti possono soffrire di depressione, abuso di sostanze e andare incontro a rotture o difficoltà relazionali.

I familiari di un suicida devono affrontare tematiche emozionali complesse, e per alcuni aspetti diverse da quelle riconoscibili in soggetti che hanno vissuto l’esperienza della morte di un loro caro per altre cause. Tuttavia, ciò non implica che sia comunque necessario un intervento terapeutico strutturato.

Gli interventi strutturati che possono essere offerti ai sopravvissuti possono spaziare da colloqui di supporto, psicoterapia e/o farmacoterapia, ma anche l’inserimento in gruppi di autoaiuto. Tali interventi (prevenzione terziaria) possono ridurre morbilità e mortalità. Con la prevenzione terziaria si persegue quindi l’obbiettivo di assistere i sopravvissuti nel processo di lutto, di identificare e affidare a cure appropriate coloro che sono a rischio di suicidio, adoperandosi per ridurre al minimo il “contagio”.

Un intervento di solo supporto può non essere sufficiente; il sopravissuto all’esperienza del suicidio va accompagnato nel percorso, che può essere difficile e doloroso, di comprensione dell’evento di morte attraverso la psicoeducazione (es. fattori predittivi conosciuti) e l’elaborazione emotiva.

Nonostante non sia possibile stabilire con certezza quali siano i vantaggi e i limiti di un supporto strutturato fornito a utenti sopravissuti alla morte per suicidio di un loro caro, è possibile sostenere con Shneidman che la postvention è una prevenzione per la decade successiva e per la prossima generazione.

E’ evidente che le attuali conoscenze in campo suicidiologico ci impongono di individuare non solo le modalità d’intervento più efficienti ed efficaci, ma anche chi sono i sopravvissuti ai quali è importante fornire tali interventi, in che momento e per quanto tempo.

 

 

Il suicidio nel pensiero filosofico del ‘500-‘600

Prof. P.Bernardini

 

In the 16th and 17th the European discussion on suicide became impressive, and new points were made in favour or against suicide under the perspectives of Law, Philosophy, Theology. Major contributions on the subject came from Montaigne, and later on from John Donne and Robert Burton. The paper will address those authors, as well as some other writers, re-considered in the light of the most recent scholarship on early modern suicide theories.

 

 

 

Il paziente aggressivo: modalità di approccio e trattamento

 

Dr. Vanni  A.

 

Il comportamento aggressivo e violento in psichiatria costituisce un problema serio nella pratica professionale, nonostante solo una piccola percentuale di pazienti sia responsabile di tale problematica.

Seguendo una spirale di progressiva frattura sociale ed esistenziale, il paziente aggressivo, specie quello “ripetitore”, finisce spesso per avere un destino prognostico di aggravamento; alcuni operatori, inoltre, durante la loro attività professionale subiscono aggressioni di una certa gravità che lasciano ferite profonde, sia fisiche che morali. Spesso si costituisce un “ circolo vizioso” antiterapeutico.

 La valutazione del rischio (al fine di limitarlo), il trattamento relazionale “psicoterapeutico” nelle situazioni acute ( quando possibile)  e il trattamento nelle situazioni croniche  costituiscono gli aspetti più importanti  di questa breve dissertazione. Alla base di ogni trattamento ci deve essere il maggior numero di informazioni anamnestiche possibili, abilità nel leggere ed ascoltare i segni emergenti  dal paziente per facilitare l’empatia e il contratto con la parte ancora sana dell’Io del paziente.

Keywords : valutazione del rischio, comportamenti violenti, ciclo dell’ aggressione, trattamento in acuto e nel lungo periodo.

 

BIBLIOGRAFIA

 

Vanni, V. Ferioli, L. Masina, L. Peron, M. Zucconi: Comportamenti violenti e verifica della qualità in un servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Riv Sperim Freniatria CXIX: 1113-1133, 1995

 

 

A. Vanni: Comportamenti violenti e atmosfera nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Ferrara. Un programma per il miglioramento continuo della qualità. Nel libro a cura di M. Sanza: Comportamenti aggressivi in psichiatria. Centro Scientifico Editore, 1999, Torino.

 

Luigi Grassi, L. Peron, C. Marangoni, P.L. Zanchi, Adello Vanni: Characteristics of violent behaviour in acute psychiatric in-patients: a 5 year Italian study. Acta Psychiatr Scand 2001: 104: 273-279.

 

 

Luigi Grassi, Bruno Biancospino, Luciana Marmai, Vasiliki Kotrotsiou, Pierliugi Zanchi, Luana Peron, Claudio Marangoni, Adello Vanni , Corrado Barbui: Violence in psychiatric units. A 7-year italian study of persistently assaultive patients.  Social psychiatry and psychiatric epidemiology, Vol. 41/9/ september 2006

 

 

 

 

Il suicidio nella cultura dell’illuminismo europeo

Prof. E. Tortarolo

 

In quanto movimento di idee fortemente secolarizzatore, l’illuminismo si mosso nel complesso in  direzione di una legittimazione del suicidio come libera scelta del singolo di fronte a una vita resa troppo difficile dalle circostanze. La polemica contro le condanne della religione verso i suicidi è stata quindi costante. Di questa dimensione dell’interesse illuminista per il suicidio si darà conto nell’intervento, in particolare con riferimento alle concezioni panteistiche del mondo per cui il suicidio rappresentava una forma di ritorno al tutto pienamente legittima. D’altro canto, l’accento sulla necessità dell’uomo di essere libero nel perseguire la propria felicità individuale forniva al suicidio la caratteristica di essere un atto di accusa contro le istituzioni sociali, tanto inadeguate da non assolvere neppure al primo bisogno degli esseri umani, quello di vivere senza disperazione. L’interesse sia per la statistica dei suicidi sia per i casi di suicidi eccellenti si espresse in una stilizzazione eroica dei suicidi nell’età del tardi illuminismo e rivoluzionaria. La letteratura, l’arte e la filosofia politica, dal giovane Werther a Condorcet alla stilizzazione del suicidio differito dei tirannicidi per la libertà, offrono ampio materiale per descrivere i diversi approcci al problema del suicidio nel corso del 700 e per cogliere la trasformazione del suicidio da peccato a decisione individuale, razionalmente fondata.

 

 

Le condotte autolesive nella popolazione femminile

Prof. P. Santonastaso

La prevalenza dei comportamenti autoaggressivi nella popolazione generale non ha ancora ricevuto attenzione da parte della letteratura scientifica e spesso gli studi epidemiologici  valutano un singolo comportamento e non l’intero spettro. Il nostro studio (Journal of Clinical Psychiatry, 2007) si propone di valutare la prevalenza di questi comportamenti e dei tentati suicidi in un campione di donne tra i 18 e i 25 anni rappresentativo della popolazione generale.

A questo scopo, tutte le donne di età compresa tra i 18 e i 25 anni residenti in due aree, una urbana e una suburbana, della città di Padova sono state contattate per una intervista. Il 78% del campione ha aderito allo studio (n=934). Lo studio consisteva in una intervista diagnostica strutturata, una intervista semistrutturata e alcuni questionari autosomministrati.

Circa il 24% di tutti gli intervistati ha riferito la presenza di un comportamento autoaggressivo di tipo impulsivo (tagliarsi, bruciarsi, colpirsi o sbattere la teste o le mani contro qualche cosa) o compulsivo (grave onicofagia, strapparsi i capelli, pizzicarsi o graffiarsi la pelle). Un disturbo dell’immagine corporea, segni di sofferenza emotiva, abuso di alcool/sostanze e tentati suicidi sono significativamente associati a tutti i tipi di comportamento autoaggressivo. I comportamenti di tipo impulsivo risultano inoltre associati alla presenza di disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa e bulimia nervosa), più bassi livelli di scolarità e abusi fisici o sessuali nell’infanzia.

In conclusione, il nostro studio ha evidenziato che i comportamenti autoaggressivi sono frequenti nelle giovani donne. E’ importante sotttolineare che esiste una associazione tra i comportamenti autoaggressivi altre forme di comportamento che risulta indirettamente autolesivo come l’uso di alcool e sostanze illecite e i disturbi del comportamento alimentare.

 

MANAGEMENT CLINICO DELLE CONDOTTE AUTOLESIVE

 

Dr. Giuseppe Borgherini

 

Il suicidio rappresenta un evento di quasi esclusivo riscontro in  soggetti affetti da patologie psichiatriche, prevalentemente di tipo depressivo. Il tasso di mortalità rilevato nei pazienti con disturbi affettivi è 20-30 volte superiore a quello della popolazione generale, nei confronti della quale diventa 50-100 volte superiore trattandosi di pazienti con disturbo bipolare.

Nella schizofrenia, viceversa, a fronte di una prevalenza lifetime di mortalità suicidaria pari al 10%, superiore di 8-9 volte a quella della popolazione generale, l’imprevedibilità e l’alto rischio nella fasi iniziali della patologia rendono particolarmente difficile il compito del clinico nel gestire adeguatamente le condotte suicidarie del paziente schizofrenico.

In questa review con la presentazione di recenti studi su ampie casistiche sia a disegno retrospettivo che prospettico viene valutata l’efficacia di alcuni farmaci nel prevenire comportamenti suicidari in pazienti potenzialmente a rischio. Nel dettaglio vengono analizzati sia gli antipsicotici – i dati più consistenti riguardano clozapina-, gli stabilizzanti dell’umore, in particolare il litio, ed infine gli antidepressivi, ove sono presenti studi con dati aggregati con più molecole piuttosto che elementi di valutazione riconducibili alle proprietà anti-suicidarie delle singole molecole.

Sebbene in quest’ultima decade siano stati pubblicati numerosi studi in quest’ambito, pur registrando un discreto decremento dei tassi di suicidio non sono state prodotte evidenze definitive per singole molecole sulla capacità di prevenzione delle condotte suicidarie; di qui la necessità di sviluppare delle linee di ricerche maggiormente orientate al disegno prospettico o al confronto tra farmaci diversi al fine di chiarire meglio quali siano i farmaci che offrano le migliori garanzie al clinico per un adeguato management dei comportamenti autosoppressivi.

In questa presentazione vengono altresì analizzati le varie tecniche psicoterapiche per minimizzare il rischio suicidario.

 

 

 

FORMAZIONE E TANATOLOGIA

Il senso del morire tra il vivere e l’esistere: Il Master in Death Studies & the End of Life per superare il tacere e il suo terrore

 

Prof. Ines Testoni

 

Il contributo mette in evidenza l’importanza che assume ormai anche nella ricerca empirica psicologica la consapevolezza che la cultura si fonda sul problema essenziale dell’uomo: vivere sapendo di dover morire. Ma nella storia, le rappresentazioni della morte si sono manifestate in modo diverso a seconda dei presupposti che la fondazione filosofica ha offerto: non è la stessa cosa morire pensando con certezza indubitabile che l’esistenza continua dopo la morte, dal pensarlo dubitando, come pure dal credere che l’unica dimensione che attende il morente è il nulla assoluto. Il pensiero contemporaneo è quello che, dopo aver dimostrato che nessun argomento certo garantisce incontrovertibilmente alcunché rispetto all’esistere oltre l’ultimo respiro, più radicalmente muove la propria critica anche a ogni forma di convinzione mitologica sull’argomento. Questa situazione culturale, che determina la tragica consapevolezza del “disincanto”, si mantiene viva al di sotto dei livelli di coscienza relativi alle forme con cui le diverse fedi si impongono come rimedio che vorrebbe essere tanto consolatorio quanto di fatto risultano inefficaci a risolvere il problema. Le difese culturali derivanti da queste contraddizioni producono come esito la censura del morire e il silenzio intorno a questo momento essenziale della vita. La possibilità di aprire un confronto scientifico e culturale sulle rappresentazioni della morte e sulla risoluzione al terrore che esse implicano sono alla base di qualsiasi formazione finalizzata alla preparazione di operatori e professionisti che aiutino a gestire le fasi terminali dell’esistenza. Tale discussione è offerta all’interno del master in Death Studies & the end of Life che l’Ateneo di Padova mette in essere presso la sede di Rovigo.

 

 

 

FORMAZIONE E REGIONE VENETO

Prof. Antonio Condini

Ordinario di Neuropsichiatria Infantile Università di Padova

Direttore dei Servizi Sociali Az. ULSS 16 Padova

 

 

La prevenzione delle condotte suicidarie, in adolescenza e in età adulta, è unanimemente riconosciuta come un lavoro complesso, delicato e altamente specializzato, coinvolgente servizi e agenzie della comunità, rivolta non solo ai singoli soggetti ma anche all’ambiente, quello famigliare dove esiste, quello dei sopravissuti, una volta che tali comportamenti sono stati posti in atto.

Di tutto ciò esistono riferimenti importanti nella letteratura scientifica ed esempi di attuazione. In tale contesto tuttavia la formazione dello specialista Neuropsichiatra Infantile o Psichiatra si impone con grande evidenza per il ruolo centrale che assume in qualsiasi azione in questa direzione.

A tale scopo la Cattedra di Psichiatria e la Cattedra di Neuropsichiatria Infantile hanno presentato, su richiesta della Regione Veneto, un progetto che prevede la formazione delle due figure di specialisti presso ogni Azienda della Regione e che ha durata biennale. Tale programma è stato fatto proprio dalla Conferenza dei Sindaci dell’Azienda ULSS 16 ed inserito nel Piano di Zona per il triennio 2007/2009.

 

 

 

FORMAZIONE E REGIONE  TRENTINO ALTO ADIGE

Gipponi G., R. Richter

 

L’Alto Adige  ha aderito alla campagna di prevenzione ALLEANZA EUROPEA CONTRO LA DEPRESSIONE (EAAD). La campagna è un programma di azione che si prefigge di individuare, contattare, trattare e assistere le persone affette da depressione e prevenire il rischio di suicidio.

Per raggiungere  gli obiettivi  fissati  la campagna in Alto Adige,  analogamente  agli altri paesi europei partecipanti, ha predisposto una serie di iniziative articolate su quattro  livelli:

1.      livello formativo dedicato ai medici, psicologi e farmacisti

2.      livello informativo  dedicato a infermieri, assistenti delle case di riposo, insegnanti, ecc

3.      livello dedicato al supporto di iniziative di auto mutuo soccorso e di consultori telefonici

4.      livello dedicato all’opinione pubblica e ai medi

 

 

 

 

Firenze, 19.10-9.11.2007 "LA PERVERSIONE RELAZIONALE"; Sede:CENTRO PSICOANALITICO DI FIRENZE - VIA PUCCINOTTI 99 ; Info: info@quidcom.com Fees= euro 240,00.

PROGRAMMA:

 

La perversione relazionale

 
19 ottobre  2007 

Uso e abuso dell'oggetto narcisistico
15.00  Narcisismo: un approccio funzionale

16.00  Tipologie della relazione d'oggetto narcisistica
17.00  Dalla dinamica narcisistica alla dinamica narcisistico-perversa

18.00  Discussione

19.00   Fine Seminario

26 ottobre  2007  

Lo stile relazionale del perverso
15.00 L'indifferenza verso l'altro
16.00 Il piacere di far valere sé stessi a spese di altri
17.00 Casi clinci

18.00  Discussione

19.00   Fine Seminario

9 novembre 2007 

Perversione e violenza domestica
15.00 Far sì che l'altro dubiti di sé
16.00 L'uso sistematico della violenza psicologica
17.00 Casi clinici

18.00  Discussione

19.00   Fine Seminario e test finale ECM.

 

 

INFORMAZIONI GENERALI

Sede del Corso di Aggiornamento:

Centro Psicoanalitico di Firenze, Via F. Puccinotti 99, Firenze

 

 

Iscrizione al Corso di Aggiornamento

Iscrizione: è possibile iscriversi prenotandosi entro il 20 settembre 2007 presso l’agenzia

Quid Communications srl: ilaria@quidcom.com

Pagamento: costo del seminario (composto di tre incontri) è di 240 euro IVA compresa. Ricevuta conferma dall’agenzia Quidcom di accettazione della prenotazione, è possibile pagare tramite bonifico bancario, non prima del 20 settembre e non oltre il 10 ottobre 2007.

 

Segreteria Organizzativa

QUID Communications srl

Via G.C. Vanini, 5-50129 Firenze tel.: 0554633701 fax: 0554633698 info@quidcom.com

Educazione continua in medicina - ECM

Sono stati richiesti al Ministero della Salute i crediti formativi per  un numero massimo di 30 medici individuati fra psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, psicoanalisti e psicoterapeuti.

Per acquisire i crediti assegnati, i partecipanti dovranno compilare il questionario di verifica dell'apprendimento e la scheda di valutazione dell'evento. Sono obbligatorie le firme di entrata ed uscita, ed il 100% di presenza al corso.

 

 

Attestato di Frequenza

L’attestato con i crediti formativi verrà recapitato direttamente al partecipante dopo la verifica del questionario di valutazione dell’apprendimento.

Variazioni

La Segreteria Scientifica e la Segreteria Organizzativa si riservano il diritto di apportare al programma tutte le variazioni che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o scientifiche.

PAROLE CHIAVE: 1) narcisismo 2) perversione 3) violenza

TIPOLOGIA DELL’EVENTO: f) Seminario

 

RAZIONALE SCIENTIFICO:

 

Razionale

 

Dopo Freud intorno alla nozione di narcisismo si è sviluppata una molteplicità di prospettive teoriche e cliniche che ha reso problematica una definizione unitaria di questo concetto – un concetto che resta comunque indispensabile per riferirsi ai meccanismi psichici che stanno alla base della coesione del sé e dell’autostima. Il narcisismo non è sempre patologico, perché la capacità di sostenere e riparare l'autostima è una fondamentale risorsa per l'organismo. Diventa patologico quando è disfunzionale rispetto all’equilibrio complessivo del soggetto, cioè quando nella struttura del sé si verificano delle falle che hanno bisogno di venire continuamente riparate per garantire al sé coesione e continuità. Solo una conoscenza approfondita della dinamica intrapsichica e interpersonale permette di capire quando il narcisismo funziona come una risorsa che alimenta lo sviluppo e la creatività, o viceversa quando funziona come una difesa che ostacola la crescita e altera il funzionamento della personalità.

Nella dinamica relazionale narcisistica il soggetto non riconosce l’altro nella sua identità autonoma ma solo come uno strumento utile a salvaguardare l’integrità del sé.

Nei casi in cui questo uso strumentale porta ad annullarne l’identità, ad esaurirne le risorse e a distruggerne la vitalità, quando cioè non più di uso si tratta, ma di vero e proprio abuso, la relazione acquisisce una qualità perversa.

 

Il termine perversione viene sempre più comunemente usato al di là del suo primitivo significato di perversione sessuale. Ciò dipende dalla sua caratteristica di termine  piuttosto insaturo, e tuttavia capace di guidarci verso un’area di significati abbastanza definita. Dipende anche dal fatto che sempre più spesso abbiamo a che fare, come psicoanalisti, con un insieme di fenomeni a cui il termine - e concetto - di perversione ben si attaglia. Da ultimo, l’uso sempre più frequente del concetto prende origine dal fatto che siamo più capaci di sintonizzarci con la perversione nelle sue varie espressioni.

Proponiamo dunque di discutere sul concetto di perversione, considerandolo, al di là del suo significato di perversione sessuale, come un  meccanismo di difesa, un tratto di carattere, una qualità impressa alla relazione con l’altro, un tipo di transfert. A partire da brevi esemplificazioni cliniche, da alcuni esempi tratti dalla letteratura e dalla riflessione su scritti psicoanalitici particolarmente significativi, intendiamo illustrare alcune delle forme che il meccanismo perverso assume e, quindi, i diversi significati a cui il termine viene a riferirsi. Particolare attenzione verrà posta al modo in cui la perversione si manifesta nei rapporti di coppia imprimendo su di essi il suo marchio.

 

 

 

Roma, 23-24.11.2007 "IL RUOLO DELLA RICERCA E DELLA CREATIVITA' NELLA RELAZIONE PSICOTERAPEUTICA"; Sede: ROMA - VIA PO 102 E CENTRO CONGRESSI VIA SALARIA 113; Info: sipp@mclink.it Fees= euro 80,00.

SOCIETA’ ITALIANA DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA

Membro della Sezione Italiana della E.F.P.P.

European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy  in the Public Service

 

Istituto di formazione in Psicoterapia Psicoanalitica

 

Riconoscimento del  MIUR ai sensi della legge n. 56 del 18.2.’89

 

 

GIORNATE DI STUDIO

 

Roma, 23 e 24 Novembre 2007

 

 

Il ruolo della ricerca e della creatività

nella relazione psicoterapeutica

 

 

Programma

 

Giornata di venerdì 23/11/2007

Sede SIPP, Via Po 102 – 00198 Roma

 

 Pomeriggio

 

Ore 14.00 – 15.00         Iscrizioni

 

Ore 15.00-18.30                       Gruppi di discussione con materiale clinico:

                                      La formazione del simbolo, Ruby Mariela Mejia Maza

                                      La creatività nella relazione psicoterapeutica, Marta Vigorelli

                                      Creatività e difese della coppia in psicoterapia, Elvira Nicolini

 

                          Con i contributi clinici degli Allievi dell’Istituto di Formazione della SIPP

Giornata di sabato 24/11/07

 

Università degli Studi di Roma La Sapienza, Centro Congressi, Via Salaria 113

 

Mattina

 

Ore 9.00 – 9.15             Apertura lavori, Presidente SIPP, Mario Fiore

 

Ore 9.15 – 9.30             Introduzione del segretario scientifico SIPP, Maria Luisa Califano

 

Ore 9.30 – 10.30           La formazione del simbolo, Ruby Mariela Mejia Maza

 

Ore 10.30 – 11.30         La creatività nella relazione psicoterapeutica, Marta Vigorelli

 

Ore 11.30 – 11.45         Break

 

Ore 11.45 – 12.45         Relazioni tra teoria, creatività e clinica psicoanalitica: un particolare                               dispositivo clinico, la psicoterapia psicoanalitica con coppie e famiglie,                                       Elvira Nicolini

 

Ore 12.45 – 14.00         Discussione sulle relazioni, Ruby Mariela Mejia Maza, Marta Vigorelli e

                                      Elvira Nicolini

 

Ore 14.00 – 15.00         Break

 

 

Sede SIPP, Via Po 102 – 00198 Roma

 

 Pomeriggio

 

Ore 15.00-18.30                       Gruppi di discussione con materiale clinico

                                                  

                                      Formazione del simbolo, Ruby Mariela Mejia Maza

                                      Creatività nella relazione psicoterapeutica, Marta Vigorelli

                                      Creatività e difese della coppia in psicoterapia, Elvira Nicolini

 

                                      Con i contributi clinici dei Soci della SIPP

 

Ore 18.30-20.00                       Somministrazione questionario, Elvira Nicolini

 

 

 

Firenze, 20.10-24.11.2007 "IL CONTRIBUTO DELLA PSICOANALISI ALLA DIAGNOSI DEI DISTURBI MENTALI"; Sede: SOCIETÀ PSICOANALITICA ITALIANA - VIA PUCCINOTTI 99; Info:  info@quidcom.com  Fees= euro 240,00.

PROGRAMMA:

Il contributo della psicoanalisi alla diagnosi dei disturbi mentali.

 

Sabato 20 ottobre 2007

Psicoanalisi e diagnosi nosografica

 

10.00 Psicoanalisi e nosografia psichiatrica

11.00 L’ambiguo rapporto tra psicoanalisi e psichiatria

12.00 Il contributo della psicoanalisi alla diagnosi

13.00 Esempi clinici

14.00 Fine seminario

 

Sabato 27 ottobre 2007

Dal DSM al PDM (Psychodynamic Diagnostic Manual): oltre la diagnosi nosografica

 

10.00 La rivoluzione nosografica: principi organizzatori del DSM dopo il 1980

11.00 Diagnosi e processo diagnostico

12.00 Il recupero della soggettività nella diagnosi: principi organizzatori del PDM

13.00 Esempi clinici

14.00 Fine seminario

 

Sabato 10 novembre 2007

Dalla diagnosi alla formulazione psicodinamica

 

10.00 Diagnosi e Assessment: diagnosi del disturbo e “diagnosi” centrata sulla persona

11.00 I principi della formulazione psicodinamica

12.00 La centralità del vissuto nel processo diagnostico

13.00 Esempi clinici

14.00 Fine seminario

 

 

INFORMAZIONI GENERALI

Sede del Corso di Aggiornamento:

Centro Psicoanalitico di Firenze, Via F. Puccinotti 99, Firenze

 

Iscrizione al Corso di Aggiornamento

Iscrizione: è possibile iscriversi prenotandosi entro il 20 settembre 2007 presso l’agenzia

Quid Communications srl: ilaria@quidcom.com

Pagamento: costo del seminario (composto di tre incontri) è di 240 euro IVA comresa. Ricevuta conferma dall’agenzia Quidcom di accettazione della prenotazione, è possibile pagare tramite bonifico bancario, non prima del 20 settembre e non oltre il 10 ottobre 2007.

 

Segreteria Organizzativa

QUID Communications srl

Via G.C. Vanini, 5-50129 Firenze tel.: 0554633701 fax: 0554633698 info@quidcom.com

Educazione continua in medicina - ECM

Sono stati richiesti al Ministero della Salute i crediti formativi per  un numero massimo di 30 medici individuati fra psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, psicoanalisti e psicoterapeuti.

Per acquisire i crediti assegnati, i partecipanti dovranno compilare il questionario di verifica dell'apprendimento e la scheda di valutazione dell'evento. Sono obbligatorie le firme di entrata ed uscita, ed il 100% di presenza al corso.

Attestato di Frequenza

L’attestato con i crediti formativi verrà recapitato direttamente al partecipante dopo la verifica del questionario di valutazione dell’apprendimento.

Variazioni

La Segreteria Scientifica e la Segreteria Organizzativa si riservano il diritto di apportare al programma tutte le variazioni che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o scientifiche.

PAROLE CHIAVE: 1) diagnosi nosografica 2) psicoanalisi 3) psicodinamica

TIPOLOGIA DELL’EVENTO: f) Seminario

 

SCHEDA DI ISCRIZIONE

da inviarsi alla Segreteria Organizzativa entro il 20 settembre 2007.

L’ammissione deve essere confermata da parte della Segreteria Organizzativa via e-mail;

(COMPILARE IN STAMPATELLO)

Cognome_______________________________Nome__________________________________

 

Nato a_________________________________il________________________________________

 

Codice fiscale personale___________________________________________________________

 

Professione______________________________________________________________________

 

Disciplina_______________________________________________________________________

 

Ente____________________________________________________________________________

 

Indirizzo Ente/Studio Privato_______________________________________________________

 

CAP_________________________Città______________________________________________

 

Telefono____________________________________Fax_________________________________

 

Numero di cellulare_______________________________________________________________

 

e-mail__________________________________________________________________________

 

Esprimo il consenso al trattamento dei miei dati per le finalità consentite dalla legge n. 675/96

 

 

data______________________________________firma__________________________________

 

 

RAZIONALE SCIENTIFICO:

 

Razionale

 

In psichiatria la diagnosi sembra essere diventata un fine in se stesso: il punto di arrivo di un percorso, la meta da raggiungere.

Se la diagnosi è senza dubbio un punto (necessario ed ineludibile) di sintesi, è necessario altresì che questa sintesi non incrini la possibilità di procedere oltre, al di là del disturbo e delle limitazioni che esso sembra imporre. La psichiatria oggi dominante non sembra in grado di procedere oltre la diagnosi, se non ingarbigluiandoi nel gioco (ipocritica) della comorbidità.

La psicoanalisi ha offerto (e può offrire) un approccio diverso alla diagnosi nel campo dei disturbi mentali? Un approccio che eviti alla diagnosi di trasformarsi in letto di Procuste e che viceversa faccia della diagnosi qualcosa che tende a rilanciare un percorso terapeutico?

La psicoanalisi ha preso le mosse dallo studio di quadri clinici appartenenti alla nosografia psichiatrica della fine ottocento e ha assunto nel corso del tempo una posizione ambivalente nei confronti della diagnosi. Dopo averla quantomeno trascurata sembra averne riscoperto l’importanza. Pochi mesi fa è stata pubblicata negli Stati Uniti una integrazione psicodinamica alla diagnosi descrittiva: il Psychodynamic Diagnostic Manual  (2006) che rimette in gioco, nella valutazione diagnostica, quella attenzione alla soggettività programmaticamente bandita dall’approccio descrittivo dei vari DSM.

Il contributo della psicoanalisi alla diagnosi si fonda su una serie di assunti (che saranno oggetto di specifica attenzione nel corso) e soprattutto sull’idea che la psicoanalisi può dare un contribuito ad una diagnosi che non è la diagnosi di malattia in senso medico ma una diagnosi intesa in senso allargato. Una diagnosi che è processo e che rimanda all’assessment o alla formulazione psicodinamica di cui parlano Kassaw e Gabbard (2002). La formulazione psicodinamica non è tanto una "diagnosi" che consente la identificazione di un dato disturbo, ma un processo di valutazione che considera il quadro clinico come esito (più o meno provvisorio) di una continua negoziazione tra più fattori in gioco: in questo senso una formulazione psicodinamica diventa anche un abbozzo di teoria del disturbo.

Dopo avere ricostruito sommariamente la storia del rapporto della psicoanalisi con la diagnosi psichiatrica, intendo mettere in luce gli assunti psicoanalitici che hanno influenzato una visione psicodinamica della diagnosi per poi sviluppare il progetto di andare oltre la diagnosi nosograsfico-categoriale (alla DSM) e procedere per tappe verso una formulazione psicodinamica.

 

 

Roma, 24-25.11.2007 "LA PSICONALISI DIALOGA CON LE ALTRE SCIENZE - I VOLTI DELLA COSCIENZA: UNO SGUARDO CROSS-OVER"; Sede: ROMA - POLO DIDATTICO P.ZZA ODERICO DA PORDENONE, 3; Info:

massimofontana@sipreonline.it  ELE.PATRI@TISCALI.IT  Fees= euro 120,00.

Questo incontro seminariale sulla Coscienza intende accompagnare l’approccio psicoanalitico con alcune angolazioni e letture che altre prospettive del sapere, quali la Scienza cognitiva, il Cognitivismo, la filosofia della mente, la filosofia morale, le neuroscienze cognitive, ci restituiscono.

Psicoanalisi e Coscienza è un binomio storico, ma forse inattuale. Il Conscio ha caratterizzato il cardine della topica della metapsicologia e il fulcro della cura freudiana finalizzata all’insight, ovvero a portare al conscio ciò che è inconscio. Negli ultimi anni, disertato dalla teoria e dalla clinica, il concetto di coscienza sembra essersi oscurato. Ma c’è da chiedersi se sia un concetto ancora applicabile, in quanto operativamente utile nella teoria e nella prassi, se sia un corredo desueto o se piuttosto sia un concetto che, oggetto di rivisitazioni e riletture, ricompare, magari veicolato da altri termini e proposto secondo un’accezione più ampia.

Il Seminario intende sollevare questi interrogativi all’interno di un dialogo interdisciplinare.

 

 

Responsabile:            Dott. Michele Minolli

Presidente della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione

 

Segreteria Scientifica: Daniela De Robertis, Giuseppe Rociola

 

Segreteria Organizzativa: Massimo Fontana, Simonetta Montanari, Salvatore Zito  

 

 

 

Sabato 24 novembre (Mattina)

 

PANEL 1        Il perché della coscienza

 

8.30 – 9.00                 Registrazione

 

9.00 – 9.15                 Introduzione ai lavori

                                   Daniela De Robertis

 

9.15 – 10.00               L’origine intersoggettiva della collaborazione, il linguaggio e la coscienza

Mauricio Cortina (Washington)

 

10.00 – 10.45             Il volto dell’altro:

Il primato delle emozioni sociali nella genesi della coscienza

Giovanni Liotti (Roma)

 

10.45 – 11.15             Dibattito

 

                        Coffee break

 

11.45 -12.30               Mente e coscienza

Michele Di Francesco (Torino)

 

12.30 – 13.00             Dibattito

 

13.00 – 15.30             Lunch (libero)

 

* * * * *

 

Sabato 24 novembre (Pomeriggio)

 

PANEL 2        La coscienza tra neuroscienze cognitive e psicologia

 

15.30 – 16.15             La coscienza nella prospettiva delle neuroscienze

                                   Guglielma Palamara (Roma)

 

16.15 – 17.00             Neuroscienze e psicologia: Il nuovo/vecchio caso della coscienza

                                   Claudio de’Sperati  (Milano)

 

17.00-17.45                La coscienza come luogo d’incontro epistemico

                                   Stefano Fissi (Firenze)

 

17.45– 18.15              Dibattito

 

18. 15                         Chiusura dei lavori

                                   Daniela De Robertis

 

* * * * *

 

Domenica 25 novembre (Mattina)

 

PANEL 3        Coscienza: un rimando tra  filosofia e psicoanalisi

 

9.00 – 9.45                 Attuali rimandi filosofici sul tema della coscienza

Massimo Petrini (Roma)

 

9.45 – 10.30               Coscienza e linguaggio: mente linguistica e mente non linguistica

Iorio Giannoli (Roma)

 

10.30 – 11.00             Dibattito

 

                        Coffee break

 

11.30 – 12.15             Complessità, tempo e coscienza: alcuni spunti per la cura psicoanalitica

                                   Daniela De Robertis (Roma)

 

12.15 – 13.00             La coscienza nell'attuale cornice della clinica psicoanalitica

                                   Susanna Porcedda (Roma)

 

13.00 – 13.30             Dibattito

 

13.30                          Chiusura dei lavori

                                   Daniela De Robertis

 

 

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13.45               Consegna questionario di verifica dell’apprendimento

14.00               Ritiro questionario di verifica dell’apprendimento

 

 

 

 
 
 
 

  Roma,  7.07.2007  "PROSPETTIVE PSICOANALITICHE SUL FUNZIONAMENTO MENTALE INCONSCIO"; Sede: SALA CONFERENZE – PIAZZA DI MONTECITORIO 123/A; Info: segreteria@centropsicoanalisiromano.it

Fees= euro 70,00.

 

Corso di aggiornamento

Giornate aperte del C.d.P.R.

 

PROSPETTIVE  PSICOANALITICHE SUL FUNZIONAMENTO MENTALE INCONSCIO

 

Sabato 7 luglio 2007

 Sala Conferenze – Piazza di Montecitorio 123/A - Roma

 

 

 

ABSTRACT

 

 

Wilma Bucci: The Spectrum of Dissociative Processes; Implications for the Therapeutic Relationship 

 

1. In this talk,  I will first briefly review the basic concepts of multiple code theory as outlined above, focusing on the development of maladaptive emotion schemas.

 

 Emotion schemas are intrinsically relational; they are representations of self in relation to others, stored in autobiographical memory; they are built in the context of the individual's interpersonal world, from the beginning of life. The factors leading to dissociated schemas include not only abuse but also  failure to   acknowledge and recognize the child's experience, ignoring, neglect, denial, avoidance, lack of care - the litany of ways that humans develop to transmit their own emotional pain. 

 

 Different forms of pathology depend on different types of dissociation within and between the emotion schemas, and different forms of spurious attempts at repair.

 

2. Then I will focus on the nature of treatment in terms of the phases of the referential process and the role of the therapeutic relationship in the process of change.

 

We need to recognize and respect the power of the activation of a specific event in memory or enactment.  The activation of a specific memory operates as an emotionally competent stimulus that triggers the playing out of an emotion,  similar to the perception of the actual threat itself.  One cannot bring about change in the emotion schema without such activation, but we need to remember that the  painful arousal that occurs in the session is physical and real.  

 

We also need to recognize the intrinsically relational nature of the maladaptive schema. If the activation of the painful schema, as enactment or memory, occurs in a context that is experienced as similar to the context in which the initial trauma or abuse occurred, the dissociation and the protective devices will be repeated and reinforced. If the schemas are to be changed rather than reinforced, the new interpersonal context must be genuinely new, different from the interpersonal context in which the initial dissociations occurred. 

(This is not to say that the new interpersonal context is sufficient to bring about emotional change, but it is necessary.)

 

Behavioral expression of affect is an intrinsic component of the emotion schema.  It can not be generated veridically in the absence of actual activation of the inner feeling state. In this respect analysts are necessarily 'genuine' in their emotional communication

 

In the remainder of this paper, I will talk about how to work in treatment, recognizing the power of activation of a painful schema; the expectation that the analyst's, like the patient's feelings,  will be communicated on some level; and the implications of this.

 

 
Firenze, 13.09-13.12.2007 "SEMINARI SPI"; Sede: C.P.F. VIA PUCCINOTTI, 99 FIRENZE; Info: info@quidcom.com  Fees= n.d.

CURRICULUM DOCENTI

BERTI CERONI DR. GIUSEPPE

Giuseppe Berti Ceroni

Specialista e libero docente in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali, è stato psichiatra dal 1963 con responsabilità primariali fino al 2004. Membro ordinario della Società di psicoanalisi, ne è stato segretario scientifico dal 2001 al 2005. E’ professore a contratto di Psicoterapia nella scuola di specializzazione in Psichiatria, a Bologna. Autore o coautore di più di 100 pubblicazioni su riviste italiane ed estere, ha curato la pubblicazione di 6 libri collettanei, di ipnologia, psicologia del lavoro, psichiatria e psicoanalisi

 

BOLOGNINI  DR. STEFANO

Laureato in Medicina nel 1974 e specializzato in Psichiatria nel 1978, iscritto nell'elenco degli psicoterapeuti all'Ordine dei Medici di Bologna n° 10867. Indirizzo psicoterapeutico: Psicoanalitico

BRECCIA DR.SSA MARINA

 è medico ed è stata psichiatra presso i Servizi Psichiatrici territoriali dell’Emilia Romagna e della Toscana  con funzioni di dirigente, dove si è occupata della costruzione dei Basamenti  Informativi Psichiatrici, tuttora adottati, di Riabilitazione  e soprattutto di Psicosi. .

E’ membro della Società Psicoanalitica Italiana  e dell’International Psychoanalytical Association .

Si è occupata di psicosi  e di grave marginalità conducendo studi sull’Inconscio , l’eclissi  e l’esilio dell’Io, l’originario, il modello transferale e controtransferale  e la discontinuità temporale.

Partecipa ad un gruppo di ricerca nazionale della Società Psicoanalitica Italiana per lo studio dei casi gravi , ad un gruppo di ricerca sull’Inconscio e al gruppo italiano in costituzione su Psicoanalisi e Storia.

Ha condotto per  l’Ateneo Veneto diretto da  Antonio Alberto Semi ,  Didatta della Società Psicoanalitica Italiana, uno studio di ricerca sull’esilio.

Ha scritto un libro Le parole ritrovate , Borla, 2006,recensito su riviste nazionali e sull’International Journal of Psychoanalytical Association.

 

 

CALAMANDREI DR. STEFANO

GRAZIANI DR. GRAZIANO

HAUTMANN DR. GIOVANNI

è medico e psicoanalista con Funzioni di Training, è stato Presidente della Società Psicoanalitica Italiana e Presidente del Centro Psicoanalitico di Firenze.  

Oltre a diversi articoli apparsi sulla Rivista Italiana di Psicoanalisi, ha pubblicato:

Il mio debito con Bion

Psicoanalisi tra arte e biologia

per l’editore Borla

Funzione analitica e mente primitiva

per le edizioni ETS

I seminari analitici di gruppo di Giovanni Hautmann sono stati pubblicati a cura di Antonino Brignone per le edizioni ETS

 

 

 

 

NICASI Dr.ssa STEFANIA

Stefania Nicasi è nata a Valsolda (Como) il 22. 08. 1954. Si è laureata in Filosofia nel 1977. E’ psicologa, psicoterapeuta e, dal 1998, membro associato della Società Italiana di Psicoanalisi.

 

ROCCHI DR. CRISTIANO

 

RUGGIERO DR.SSA IRENE

ABSTRACT DELLE RELAZIONI

 

BERTI CERONI DR. GIUSEPPE

Corpo, Pericorpo, Sensi e Psicoanalisi

Psicoanalisi e la maggioranza delle psicoterapie esigono il convegno di paziente e terapeuta nella stanza di terapia, a scambiarsi parole e stimoli sensoriali. La immagine del Pericorpo da parte della scuola di Parma obbliga a porsi con maggior forza la conoscenza dell’arco dei sensi, dei sistemi di ricezione e di elaborazione e infine di risposta agli stimoli. Divagherò fra questi vari temi, senza poterli affrontare compiutamente.

 

BRECCIA DR.SSA MARINA

Al centro di questo studio si trova l’immagine e la sottile faglia tra la cosa e la rappresentazione  nella quale si colloca , costituendo un’apertura e una via d’accesso alla parola. La psicosi non è l’obiettivo della trattazione,  ma ne costituisce il mezzo, al servizio di uno strumento, quello analitico, che è insieme strumento di indagine e fonte di pensiero. All’interno di questo profilo , vengono tenute in considerazione , per le psicosi, ma anche per gli stati limite, sia   la componente strutturale del binomio pulsione-oggetto, sia la quantità di esperienza con la quale la doppia relazione oggetto originario-oggetto esterno si alimentano ; viene inoltre sottolineata la funzione dell’ oggetto del transfert .

Non dimenticando che la persistenza di una relazione  con l’oggetto originario può avere a che fare anche con le caratteristiche dell’oggetto che veicola il transfert , in quanto può possedere mancanze che ripetono quelle delle prime relazioni,  cercheremo di tracciare un percorso che possa individuare come l’immagine voglia e possa raggiungere l’oggetto e cercheremo di pensare a un senso per questo che evolve in un  passaggio alla parola.

In questo percorso si attraversano gli stadi evolutivi dell’Io, un’io scisso, che viene ipotizzato essere esiliato , e che trova nel percorso analitico una strada di ritorno. Il percorso evolutivo dell’Io è complesso  e il ritorno ad una funzione di sintesi è incerta e comunque precaria. Nei passaggi da una condizione di eccesso di morte e di esperienza di colonizzazione dell’altro, che giustifica appunto l’esilio, si incontra una zona di transizione che stanzia in un presimbolico-simbolico e che introduce alla difficoltà della funzione analitica di stanziare in questa prossimità. 

 

 

.

 

 

FERRO DR. ANTONINO

L'A. descrive i punti chiave del prorpio modello teorico, riassumibili nella teoria del pensiero onirico della veglia, nella teoria del campo e nella teoria dei personaggi in seduta. Il transfert è visto come un continuo esondamento di contenuti e soprattutto di modalità di funzionamento (e disfunzionamento) del paziente. Il progressivo coinfigurarsi di questi contenuti e modalità è codetermintao dallaa qualità del funzionamento mentale del'analista. L'A. propone una scala di valutazione delle turbolenze del campo e delle loro vicissitudini. Il campo svolge un lavoro metabolico doigestivo dei contenuti, un lavoro di restauro degli elementi per pensare  e un lavoro di segnalazione continuo di quanto avviene nel campo stesso.

 

HAUTMANN DR. GIOVANNI

Riassunto: L’autore ritiene che la nascita psichica sia un’esperienza che attraversiamo nella situazione analitica. Propone alcuni punti di questa concettualizzazione e cerca di individuarne una esemplificazione in alcuni passaggi dell’analisi di richard. Sottolinea in particolare il ripetersi di tracce di gemellarità, di doppio, da ascriversi al formarsi di aspetti primitivi della mente. Sul crinale tra possibilità di nascita psichica e rischio del suo venir meno viene riferita una seduta che sottolinea l’intima connessione tra paziente e mente dell’analista a tutti i suoi livelli.

 

RUGGIERO DR.SSA IRENE

Titolo:Pazienti difficili, difficoltà dell'analista: riflessioni a partire da una situazione clinica Riassunto: partendo da una situazione clinica impegnativa e difficile, che ha messo a dura prova la tenuta dell'analista del suo funzionamento mentale, l'autore cerca di mostrare come l'analisi del controtransfert, insieme con l'autoanalisi in funzione del paziente, possono rivelarsi fondamentali strumenti per uscire da una situazione di impasse. Sulla scorta del materiale clinico, svolge inoltre alcune riflessioni sul suo alcuni concetti a tutt'oggi controversi, quali quelli di controtransfert, di enactment, inserendosi nel contempo sul dibattito intorno alla soggettività dell'analista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Bologna, 22.09-13.12.2007 "TERRITORI ATTUALI DELLA RICERCA PSICOANALITICA"; Sede: BOLOGNA, CPB-VIA C. BATTISTI, 24 ; Info: centropsicanalitico_dibologna@fastwebnet.it

Fees= euro 200,00.

 

 

 
Bologna, 21.09-23.09.2007 XXXIX CONGRESSO NAZIONALE SOCIETA' ITALIANA DI PSICOTERAPIA MEDICA: LA RICHIESTA DI PSICOTERAPIA NELLA REALTÀ CLINICA ATTUALE: ASPETTI FORMATIVI CULTURALI E ORGANIZZATIVI; Sede: BOLOGNA AULE UNIVERSITARIE VIA BELMELORO 12; Info: info@mccstudio.org  Fees= euro 100,00.

PROGRAMMA

Venerdì  21 Settembre 2007

 

 

Laboratori e seminari tematici

 Sessioni Parallele

 

Ore 14.00 – 19.00 Laboratori in sessioni parallele

 

L’esperienza del servizio di psicoterapia del Dipartimento di Salute Mentale di Carate-Monza

I. Carta, C. Galvano

 

L’infermiere come supporto psicologico nel lavoro dei servizi psichiatrici pubblici

I. Rossi, S. Stella

 

La formazione psicoterapica nel pubblico e nel privato

G. Pierri, A. Merini

 

La ricerca empirica in psicoterapia

S. Fassino, A. Ferrero

 

L’utilità dell’approccio psicoterapico in situazioni complesse senza richiesta

D. Bollelli, V. Berlincioni

 

Teatro e Psicoterapia

M. Garis

 

Indagine conoscitiva della situazione della psicoterapia in alcune regioni italiane

M. Zuccolin, M. Colafelice

 

Psicoterapia e Immaginario cinematografico. Un percorso di formazione

G. Ballauri, F. Scarsi

 

La terapia integrata della depressione e della schizofrenia: psicofarmaci e psicoterapia

D. La Barbera, M. Guarnirei

 

 

 

 

 

 

 

Sabato 22 Settembre 2007

8.30     Registrazione partecipanti

9.00     Saluto delle Autorità e introduzione ai lavori

            Interviene il Presidente della S.I.P. :M. Bassi

 

I SESSIONE

Moderatori: PM Furlan, I. Carta

 

09.30      Antropofenomenologia e Psicoterapia

E. Borgna

 

10.10   Attualità della competenza e capacità psicoterapica nella psichiatria clinica

            R. Rossi

 

10.50   Discussione

 

 

II SESSIONE

Moderatori: A.Merini, S.Fassino

 

11.30   Supervisione di équipe nel servizio pubblico

D. Bolelli

 

12.10   Richiesta di psicoterapia nel territorio

M. Ruggeri

 

12.50   Discussione

 

 

III SESSIONE

Moderatori: GP Pierri, M.Zuccolin

 

15.00   La psicoterapia in Italia tra storia e attualità

PF Galli

 

15.40   Valutazione di efficienza  della psicoterapia

PM Furlan

 

16.20   Terapia di psicofarmacologia e di psicoterapia nei servizi: setting differenziati e setting  unificati

            S. Stella

16.50   La valutazione dei risultati in psicoterapia

            E. Liendo       

 

17.10   Discussione

 

18.00   Assemblea  dei  Soci  - Elezione del Consiglio Direttivo

 

 

Domenica 23 Settembre 2007

 

9.00     Comunicazioni libere

 

12.00   Sessione plenaria

Relazioni dei conduttori dei gruppi sulle comunicazioni

             

12.45   Questionari di valutazione ECM

 

13.15      Conclusioni e chiusura del Congresso

            D. Berardi

 


 

 

RAZIONALE del CONVEGNO


 La psicoterapia è uno strumento clinico di indiscusso valore per la cura  dei
 disturbi psichici. Come ogni mezzo terapeutico trova indicazioni e  controindicazioni, necessita di verifiche e di valutazioni di efficacia,  muta  ed evolve nella sua applicazione secondo le nuove acquisizioni  scientifiche e  culturali. In particolare i Servizi Psichiatrici Pubblici, da tempo, erogano,  nella complessità delle loro funzioni, trattamenti psicoterapici, sia come scelta strategica unica sia come intervento integrato con altri approcci di  cura; sono pertanto un luogo privilegiato su cui rifletter ed analizzare  tali  strategie terapeutiche. Il XXXIX Congresso Nazionale della Società  Italiana di  Psicoterapia Medica si propone di affrontare, a tutto campo, la materia  con lo  scopo di porre un punto di riferimento sullo stato dell'arte e, al  contempo,  suggerire nuove prospettive.

 

 

 

SEDE CONGRESSUALE:

Complesso Aule Belmeloro

via Belmeloro,12

Bologna

 

 

Segreteria Organizzativa

MCC srl

Via Santo Stefano 57

40125 Bologna

Tel 051263703  fax 051238564

e-mail: info@mccstudio.org

 

 

PRESIDENTE ONORARIO

Dott. Mariano Bassi

Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Area Città dell’Azienda USL di Bologna e Presidente della Società Italiana di Psichiatria

 

PRESIDENTI DEL CONGRESSO

Prof. Italo Carta

Università di Milano Bicocca, Facoltà di Medicina e Chirurgia

Prof. Gianpaolo Pierri

Università di Bari

 

COMITATO SCIENTIFICO

Dott. Ilo Rossi

Segretario Sezione Regionale Emilia Romagna della Società Italiana di Psichiatria

Dott. Stelio Stella

Centro di Salute Mentale dell’Area Dipartimentale Est dell’AUSL di Bologna

 

ELENCO RELATORI E MODERATORI

Dott. Giuseppe Ballauri

 Psichiatra, Psicoanalista Genova

 

Prof. Domenico  Berardi

Istituto di Psichiatria «Paolo Ottonello» Bologna

 

Dott.ssa Vanna Berlincioni

ricercatrice  Università di Pavia, membro associato della SPI

 

Daniela Bolelli

Primario Psichiatria Pisa

 

Dott. Eugenio Borgna

Ospedale Maggiore di Novara

Università degli Studi di Milano

 

Prof. Italo Carta

Università di Milano Bicocca, Facoltà di Medicina e Chirurgia

 

Prof. Marco Colafelice

Università degli Studi di Verona

 

Dott. Andrea Ferrero

CSM Unità di Psicoterapia ASL 7 Chivasso (To)

 

Prof. Secondo Fassino

Università degl Studi di Torino

 

Prof. Pier Maria Furlan

Università degli Studi di Torino

 

Dott. Claudio Gesualdo Galvano

Azienda Ospedaliera S. Gerardo, Milano

 

Dott. Pier Francesco Galli

Direttore della rivista “Psicoterapia e scienze umane”

Fondatore Gruppo milanese per lo sviluppo della psicoterapia, Bologna

 

Dott.ssa Maria Gabriella Garis

Dipartimento Universitario di Salute Mentale ASO S. Luigi, Orbassano- ASL 5, Collegno – Torino

 

Dott.Maurizio Guarnieri, Messina

 

Prof. Daniele La Barbera

Clinica Psichiatrica, Università degli Studi di Palermo

 

Dott. Ernesto Cesar  Lindo

Analista Didatta della Società Psicoanalitica Canadese, Campione D’Italia, Svizzera

 

Dott. Alberto Merini

Centro di Psichiatria Multietnica Georges Devereux, Istituto di Psichiatria, Università di Bologna

 

Prof. Gianpaolo Pierri

Università degli Studi di Bari

 

Dott. Ilo Rossi, Ravenna

Segretario Sezione Regionale Emilia Romagna della Società Italiana di Psichiatria

 

Prof. Romolo Rossi

ordinario di psichiatria a Genova e psicoanalista della Spi, Società italiana di psicanalisi

 

Prof. Francesco Jacopo Scarsi

Università di Genova

 

Dott. Stelio Stella

Centro di Salute Mentale dell’Area Dipartimentale Est dell’AUSL di Bologna

 

Prof.ssa Mirella Ruggeri

Università di Verona; Policlinico “G.B. Rossi”

 

Dott.ssa Maria Zuccolin

Psichiatria DSM ASL 4 Torino

 

 

 

 
Milano, 22.09-11.11.2007 "CORE TRAINING IN PSICOTERAPIA DINAMICO-ESPERIENZIALE"; Sede: IEDTA, VIA P.DA VOLPEDO, 12 20149 MILANO; Info: egnudi@tiscali.it 

Fees= n.d.

RELATORI

Diana Fosha, Ph.D. è Professore Associato presso il Clinical Psychology Doctoral Program del Derner Institute of Advanced Psychological Studies, Adelphi University, New York. E’ autrice del libro The Transforming Power of Affect: A Model for Accelerated Change, Basic Books (2000), e di numerosi lavori scientifici sulla PBD-E, fra i quali un capitolo del Comprehensive Handbook of Psychotherapy, Vol 1: Psychodynamic and Object Relations Psychotherapies (John Wiley & Sons, New York, 2002). Il suo interesse scientifico attuale si rivolge in modo privilegiato alla integrazione tra neuroscienza degli affetti, teoria delle emozioni e regolazione diadica dell’affetto, nel lavoro clinico con i pazienti. La Dott.ssa Fosha fa parte del comitato di redazione del Journal of Psychotherapy Integration (SEPI). Ha tenuto corsi di formazione e workshop di PBD-E in USA, Canada, Brasile e Italia. Ha uno studio di consultazione e psicoterapia a New York City. E’ membro del Consiglio Direttivo e Responsabile della Formazione della IEDTA, International Experiential Dynamic Therapy Association.

 

Ferruccio Osimo, Medico Psichiatra, Dirigente di I°livello A.O.Niguarda Ca’ Granda, è Presidente della IEDTA, International Experiential Dynamic Therapy Association, Professore a contratto di psicoterapia presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università Statale di Milano, membro del Consiglio Direttivo di OPIFER, Organizzazione di Psicoanalisti Italiani - Federazione e Registro, Fellow dell’American Academy of Psychoanalysis, membro della Tavistock Society of Psychotherapists. E’ co-autore con D.H.Malan di Psychodynamics, Training, and Outcome in Brief Psychotherapy, Butterworth-Heinemann (1992) e autore di Parole, Emozioni e Videotape – Manuale di Psicoterapia Breve Dinamico-Esperienziale, Franco Angeli (2001) e di un capitolo del Comprehensive Handbook of Psychotherapy, Vol 1: Psychodynamic and Object Relations Psychotherapies (John Wiley & Sons, New York, 2002). Ha organizzato numerosi corsi e simposi internazionali in Italia, tra cui quelli con H.Davanloo e D.H.Malan (1987 e 1991) e la 1a Conferenza Internazionale della IEDTA: “Fattori essenziali per un’efficace Psicoterapia Dinamica Breve”, presso l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano (2001).

 

22/09/07 Abstract: Una caratteristica della PBD-E risiede nell’attenzione prestata alla reciproca influenza delle tecniche impiegate sulla relazione e di quest’ultima sulle modalità tecniche stesse. Il rapporto tra terapeuta e paziente viene qui affrontato nella sua duplice valenza di relazione reale e di fenomeno transferale. La presentazione audiovisiva verte sulla prima seduta con un paziente e sulla impostazione della relazione terapeutica secondo questo modello teorico.

 

23/09/07 Abstract: Quello tra alleanza terapeutica e resistenza al cambiamento è un equilibrio variabile in tutto il corso della relazione terapeutica. A seconda se gli aspetti delle vita del paziente che vengono man mano affrontati sono più o meno ansiogeni e dolorosi, la resistenza può aumentare, per poi lasciare il posto a una rinnovata alleanza terapeutica.

Tali sviluppi vengono illustrati teoricamente e attraverso la presentazione audiovisiva.

 

 

6/10/07 Abstract: L’azione trasformativa della psicoterapia può essere meglio spiegata e compresa alla

 luce dello studio dell’interfaccia tra i fenomeni emozionali sia di tipo inibitorio che espressivo e i loro rispettivi correlati funzionali. Ciò è oggi reso possibile in modo sempre più attendibile dallo sviluppo e dai risultati delle neuroscienze. Così come i fenomeni neurochimici cerebrali sono alla base anche delle emozioni umane, anche queste ultime influenzano a loro volta il funzionamento del cervello. La presentazione audiovisiva mette in luce i marker emotivi studiati dalla Dr.Fosha.

 

7/10/07 Abstract: La presentazione audiovisiva riguarda il caso di un paziente caratterizzato da quella che appare inizialmente come una totale anaffettività. Nel corso della terapia e grazie alle tecniche di empatia profonda, la paralisi emozionale del paziente lascia il posto alla nascita dei sentimenti prima malcerti o del tutto inibiti.

 

10/10/07  Abstract: Il paziente con disturbo borderline di personalità presenta in genere una alternanza tra momenti o fasi di espressività impulsiva e fasi di ritiro con vissuti di “vuoto”. Tale caratteristica richiede particolari adattamenti tecnici. Il terapeuta dovrà essere maggiormente flessibile sul piano tecnico, ma, nello stesso tempo, avere un atteggiamento fermo sul contratto e i diritti/doveri del paziente, e mostrare una buona capacità di holding. La presentazione audiovisiva illustrerà particolarmente tali aspetti.

 

11/10/07  Abstract: Attraverso le varie fasi della psicoterapia, comprese quelle “crisi” che spesso caratterizzano la relazione con questa tipologia di pazienti, e che, se superate, hanno una forte valenza terapeutica, si assisterà al dipanarsi di questo caso clinico, fino alle fasi conclusive della psicoterapia.

 

 

 

 

 

 
Firenze, 21.09.2007 "LA PSICOPATOLOGIA DI OGGI: UNA DISCUSSIONE TRA ESPERTI"; Sede: FIRENZE, CENTRO CONVEGNI SAN PAOLO DELLA CROCE; Info: info@quidcom.com  Fees= n.d.

PROGRAMMA DELL’INCONTRO

 

14.00                REGISTRAZIONE PARTECIPANTI

14.15                INTRODUZIONE E SALUTO

                (Ferdinando Galassi)

15.30                I DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’

(Pierluigi Cabras)

16.30        LA COSCIENZA E LE SUE ALTERAZIONI

                (Pierluigi Cabras)

17.15                PAUSA

17.45        IL MONDO DELLA PSICOSI

                (Pierluigi Cabras)

18.30        DIBATTITO APERTO CON IL PUBBLICO

20,00        test e CHIUSURA LAVORI

 

 

Coordinatore Scientifico: P.L. CABRAS

Segreteria Organizzativa

Quid Communications srl - Via G. C. Vanini, 5 – 50129 Firenze

tel.: 0554633701 fax: 0554633698 info@quidcom.com  www.quidcom.com

Informazioni sul Corso

Sede del Corso

Firenze, Convitto delle Montalve

ECM

E' stata effettuata la richiesta di attribuzione crediti al Ministero della Sanità L'attestato con i crediti sarà rilasciato soltanto ai discenti che avranno partecipato all’intera giornata, coprendo il 100% della presenza al corso (faranno fede le firme in entrata ed uscita). Il corso è rivolto ad un massimo di 20 medici facenti parte della disciplina di psichiatria, neuropsichiatria infantile, neurologia. Parole chiave: Psicopatologia,depressione, psicosi. Obbiettivo n. 21

La partecipazione al corso è gratuita.

Per informazioni logistiche ed alberghiere si prega di contattare la segreteria organizzativa Quid Communications via mail: info@quidcom.com

 

Razionale ed obbiettivi

LA PSICOPATOLOGIA DI OGGI: UNA DISCUSSIONE TRA ESPERTI

Nell’ambito delle malattie mentali, la schizofrenia, il disturbo bipolare e la depressione, rappresentano patologie estremamente rilevanti per il loro impatto sociale. I tassi di prevalenza della schizofrenia si collocano tra il 2.5 e il 5.6 per 1000 casi e quelli di incidenza su base annua tra lo 0.2 e lo 0.6 per 1000.

Per la depressione i dati più recenti per l’Italia stimano in 5 milioni le persone colpite, con una spesa sanitaria valutabile in 15 miliardi di euro l’anno.   Secondo le stime più recenti, la prevalenza del disturbo bipolare nella popolazione generale raggiunge valori del 5-6% e la patologia rappresenta la sesta causa di disagio sociale nel mondo.

Nel quadro generale delineato, anche la complessità della scelta del trattamento con cui deve misurarsi lo specialista rappresenta un elemento di centrale importanza. E ciò non solo in funzione di mettere in atto trattamenti integrati, ma anche per l’individuazione del più idoneo trattamento farmacologico. Il contesto in cui si declina la pratica clinica non è, infatti, un setting asettico, in quanto gravano sul paziente con disturbo mentale scenari complessi e in continua evoluzione dove le variabili cliniche si intrecciano con quelle extracliniche, legate alla storia, alla vita ed alle relazioni del paziente nel suo contesto.

L’incontro” La psicopatologia di oggi:una discussione tra esperti” è destinato a Specialisti Psichiatri ed ha lo scopo di discutere le strategie di approccio diagnostico-terapeutico della schizofrenia, delle psicosi, del disturbo bipolare e della depressione  attraverso un confronto-dibattito tra specialisti con consistente esperienza clinica .

 

 

 

 

 

 
 

 

Roma, 27.09.2007 "SALUTE MENTALE PER L’INFANZIA E L’ETÀ EVOLUTIVA"; Sede:COMPLESSO SANTA MARIA DELLA PIETÀ, PIAZZA SANTA MARIA DELLA PIETÀ, ROMA ; Info:    presam@virgilio.it  Fees= n.d.

 

 

 

 
 

 

 

 
Milano, 21.09-22.09.2007 "L'ABBRACCIO"; Sede: MILANO, VIA CARDUCCI, 30; Info: formazione.permanente-mi@unicatt.it

Fees= euro 200,00.

Claudio Bernardi

 

L'arte dei corpi.

 

Disagi quotidiani e cure creative del teatro sociale.

 

Il teatro sociale è l'invenzione di trame culturali e relazionali, che traducono in vissuti  quotidiani le esperienze benefiche provate nei diversi sistemi di terapie psicosomatiche. Il teatro sociale mette in connessione quelle persone, quei gruppi, quelle associazioni, quegli enti pubblici e privati che comprendono la necessità di essere soci, parte di un organismo complesso, con vite e stili di vita diversi ma che cooperano e alla formazione del benessere comune . Per la costruzione e ricostruzione delle relazioni e dei legami sociali, il teatro sociale esplora tre ambiti fondamentali di azione, quello del laboratorio, quello dello spettacolo o evento e quello del rituale. Nel primo ambito si mette in atto l'esplorazione del sé, delle proprie potenzialità  e dei propri limiti, si mettono alla prova, si acquisiscono e si incrementano le proprie capacità. Nel contempo il lavoro di gruppo evidenzia conflitti e alleanze, accresce la fiducia reciproca, smussa le spigolosità, crea un ambiente affettivo e un'intimità assai proficua per qualsiasi obiettivo il gruppo intenda raggiungere. L'evento o lo spettacolo nasce da un processo creativo e performativo del gruppo che cerca di affrontare gli  argomenti e i temi più sentiti  dal gruppo e dal contesto in cui il gruppo opera. La comunicazione pubblica del processo laboratoriale, il prodotto, avvia a sua volta un processo comunicativo e relazionale che crea nuovi legami, apre nuove prospettive e coinvolge in modo operativo le altre componenti della rete sociale. L'esito a più ampia estensione dei processi laboratoriali e performativi  è il miglioramento dei vissuti personali e degli ambienti di vita attraverso l'invenzione o la riqualificazione dei riti quotidiani e delle espressioni di condivisione festiva del proprio gruppo e della propria comunità. 

 


 

ABSTRACT

L’EMOZIONE E’ UN CROCEVIA

 

 

L’emozione è un crocevia dove si incontrano istanze differenti: sensazioni viscerali, movimenti muscolari, pensieri e immagini; tutto questo all’interno di una cornice ambientale che ne plasma l’origine e ne sovradetermina il senso.  

Ciò che sente un individuo è cioè sempre incardinato in una rappresentazione di ruolo, reale o fantasmatico; e al tempo stesso ogni decisione di copione, nello stile di vita personale, è costruita in base alle condizioni sensoriali-affettive del soggetto stesso.

Questa circolarità epistemologica mostra la necessità di operare costantemente su un doppio registro: ascoltare e trasformare il vissuto individuale senza mai distaccarsi dalla complessa rete di relazioni sociali.

Ciò è ancora più evidente nelle situazioni di sofferenza emotiva, dove ogni deformazione del Sé individuale è connesso, sempre in modo circolare, ad una sofferenza relazionale.

L’idea di sofferenza emotiva diventa quindi un concetto polisemico, perché comprende al proprio interno sia gli ingredienti individuali che il contenitore sociale, e diventa così cartina al tornasole del grado di deterioramento di quello stesso  filo che ci tiene legati a noi stessi e contemporaneamente agli altri.


 

ABSTRACT

PROF. GHIGLIONE

 

Le nostre ragioni

 

Le persone, le loro vite, le loro relazioni, il loro immaginario, il loro credo, i loro linguaggi. Questo ci interessa. Perché ci siamo dentro. Anche noi parte di un essere mondo diviso, contradditorio, dolente. Un mondo di passioni che ci riguarda.  Perché siamo umani e perché facciamo teatro: le cose ci si mostrano e ci chiamano a vedere se ce le portiamo dentro e come.  Poi, per professione, abbiamo scelto di fare teatro anche con anziani, infermieri, pazienti, migranti. E lì incontriamo come delle condensazioni vitali, dove sono più evidenti le condizioni umane primarie. E proprio lì troviamo più forte che altrove il desiderio di dire e di dire attraverso i linguaggi dell'arte le identità, ma anche i desideri, i sogni, le paure. Le condizioni antropologiche che ci interessano nel fare teatro sono la cura, il  limite e la violenza. Questi sono alcuni nodi per noi centrali.

 

Laboratorio teatrale                   

 

Le vie del corpo

 

Il cambiamento attraverso l'ascolto e la memoria

 

 

Pianificazione delle  6 ore di laboratorio:

 

dalle 9 alle 12:

 

-         una prima fase di training corporeo per valorizzare il lavoro corporeo individuale;

-         una seconda fase in cui il lavoro corporeo viene focalizzato sulla relazione con l’altro: esercizi di fiducia e contatto.

 

 

Dalle 13 alla 14:

 

Dopo questi due momenti si passa alla dimensione performativa attraverso due momenti:

-         l’utilizzo del racconto come luogo per l’espressione di sè;

-         l’utilizzo dell’improvvisazione e della dimensione performativa come luogo dell’esplorazione dei ruoli sociali e delle dinamiche relazionali.

 

L’ultima parte è dedicata alla sperimentazione della dimensione rituale nel setting teatrale (riti di elaborazione della perdita, riti di ricomposizione del conflitto, riti di coesione sociale...) e all’individuazione delle connessioni con la ritualità quotidiana quale spazio del cambiamento.

 

  


 

ABSTRACT BREVE

 

MUSICOTERAPIA CONFERMANTE

 

Nella relazione si proporrà un nuovo modello di musicoterapia denominata Musicoterapia Confermante. Il modello, sperimentato in due decenni di attività e sperimentazione nel trattamento di pazienti con difficoltà, anche gravi, nella comunicazione/relazione (coma, autismo, pluri-disabilità), si basa sulla integrazione delle grandi potenzialità educative e terapeutiche della musica e della comunicazione psicotattile. 

Nel corso della relazione sarà mostrato come esso raggiunge alti livelli di efficacia in quanto agisce contemporaneamente sulla sfera emotivo-affettiva come su quella cognitiva del paziente.

 

 

IN MODO PIÙ AMPIO

 

MUSICOTERAPIA CONFERMANTE

 

Nata e cresciuta nell’ultimo decennio la musicoterapia confermante (definizione coniata dal suo ideatore, Dario Benatti) è una tecnica nuova nell’ambito delle varie metodologie di musicoterapia.

L’idea basilare di quello che sta gradatamente divenendo un modello, è nata dalla necessità del musicoterapeuta di poter essere efficace con quei pazienti che, prima di ogni altro aiuto o progetto riabilitativo, hanno bisogno (ed è un bisogno di primaria importanza) di essere confermati: sentire di esistere, di essere accolti, accettati, compresi. La musicoterapia confermante viene quindi applicata nel trattamento di pazienti in stato di coma o di post-coma grave, nelle lesioni cerebrali infantili, nella pluri-disabilità, nelle sindromi degenerative, e in tante altre patologie o situazioni nelle quali l’urgenza terapeutica può essere, come detto, un’urgenza esistenziale.

Anni di utilizzo ne hanno evidenziato l’efficacia, soprattutto nelle fasi iniziali del trattamento, in molti, diversi progetti terapeutici, ed inoltre,  nel corso degli ultimi dieci anni  la tecnica è stata sperimentata con successo, evolvendosi e raffinandosi, anche laddove gli obiettivi del terapeuta non sono legati ad urgenze o patologie gravi. Importanti esperienze sono state fatte, ad esempio,  nella preparazione al parto per ottimizzare la relazione all’interno della triade madre-padre-nascituro, nelle malattie psicosomatiche e nelle problematiche legate allo stress per favorire il contatto con la propria corporeità, ma anche nelle pratiche educative nei nidi e nelle scuole primarie.

Non ultimo, la musicoterapia confermante ha avuto modo di sperimentare la sua efficacia nell’evoluzione delle risorse umane in campo comunicativo e relazionale durante la formazione di operatori sanitari ed educatori.

 

Riguardo gli aspetti relazionali, il riferimento teorico principale è quello della psicologia umanistica. Questo e altri modelli di musicoterapia (definiti modelli di  musicoterapia umanistica, appunto) hanno infatti importanti presupposti legati alla umanizzazione dei rapporti educativi e terapeutici, nei quali uno dei due, volente o nolente, è spesso, in qualche modo, “dipendente” dall’altro:

·        riconoscimento dell’unicità di ogni persona umana e del valore e della significatività che ogni vita rappresenta (anche quella vicina all’età della morte e quella colpita da malattie devastanti),  

·        visione olistica dell’essere umano nella sua globalità di corpo-mente-anima,

·        attenzione alla qualità della relazione,

·        sostanziale fiducia nelle potenzialità che la persona ha dentro di sé per superare le difficoltà e conseguente ricerca di accordo e condivisione circa gli obiettivi terapeutici e riabilitativi.

 

Il modello di musicoterapia confermante si basa quindi sulla ottimizzazione della relazione, sull’ascolto empatico, sull’accettazione incondizionata dell’altro per come è nel momento presente e sull’utilizzo del suono e della musica come mezzo per scoprire e sviluppare i potenziali e le risorse della persona.

 

Ma ciò che caratterizza e rende definibile in modo preciso il modello è l’utilizzo, assieme al suono e alla musica, della comunicazione psicotattile, detta anche haptonomica, ovvero della comunicazione attraverso il contatto corporeo  attuata dal terapeuta con una metodologia che tiene contemporaneamente  conto degli aspetti psicologici e neurologici della percezione tonico-tattile.

Nelle varie attività della musicoterapia confermante il ritmo, le melodie, gli accenti, l’armonia di musica adeguata (improvvisata dal terapeuta o scelta accuratamente dopo attenta anamnesi dei vissuti musicali del paziente) vengono esperiti nel contatto corporeo in modo sintonico, sinergico, multisensoriale.

La ricchezza e la piacevolezza di queste esperienze integrate di varie modalità rappresentazionali tattile, labirintica, cenestesica, uditiva, unite ai messaggi confermanti di una relazione positiva col terapeuta (che favorisce l’attaccamento sicuro studiato da Bowlby) donano al paziente un vissuto ricco e positivo del proprio corpo e ciò gli permette di “rientrare in sé” vincendo l’alienazione e ridando alla pelle e ai muscoli il ruolo, forse perduto, di contenimento psichico e di coesione del sé.  

 

Un ruolo importante all’interno del modello è anche rivestito dalla voce e, dove possibile dall’uso di strumenti che permettono di utilizzare suono e vibrazione in termini direttamente terapeutici. Il suono è infatti energia, un’energia vibratoria che interagisce con le strutture del corpo, anch’esse vibranti,  attraverso il fenomeno della risonanza (l’interazione di due corpi vibranti a frequenze simili). Siamo infatti composti «di frequenze e di ritmi con densità e velocità diverse in una rete di energia vibrazionale e pulsante che dà forma e vita al corpo, ai pensieri e alle emozioni. Siamo sistemi risonanti in evoluzione anziché masse solide stabili.

  

IL LABORATORIO PRATICO

 

Il laboratorio è organizzato secondo l’accezione originale del termine: un luogo dove si conosce  facendo. Esso è infatti strutturato in modo tale da offrire ai partecipanti la possibilità di sperimentare su di sé e parallelamente fare adeguata pratica delle tecniche di base della musicoterapia e in particolare della Musicoterapia Confermante come tecnica educativa e riabilitativa. Una tecnica  volta a creare opportunità di comunicazione, relazione ed espressione di sé alternative o complementari laddove altre modalità, come il linguaggio verbale, siano limitate da problematiche di vario genere.

Verrà inoltre favorita la scoperta e la gestione di nuove dinamiche espressive non-verbali che favoriscano l’esplicazione delle potenzialità di ognuno, la collaborazione e la comunicazione.

 

Metodologicamente l’incontro prevede un percorso induttivo, nel quale prima si fanno delle esperienze concrete guidate  e solo in un secondo momento queste esperienze soggettive vengono confrontate con il gruppo e con le linee teoriche sottese. 

 

Temi e tecniche trattate

 

 

L’uomo e il suo corpo

Le differenti forme di rappresentazione del corpo

I concetti di tensione e rilassamento autentici

Respiro ed emozioni

Il respiro  come espressione originale della vita e primo soggetto di espressione musicale

La sincronizzazione psicotattile del respiro

Le condizioni indispensabili per un approccio corporeo sano: Prossimità, familiarità e intimità

Il contatto affettivo fra corporeità e musicalità

La vocalità alle origini della comunicazione verbale

La comunicazione corporea e i concetti di conferma, disconferma, rifiuto, nella definizione del sé e dell’altro

Intimità e responsabilità personale; fiducia, fedeltà e lealtà

Guidare ed accompagnare con il corpo

Le tre sorelle per una relazione sana: Presenza, Trasparenza, Prudenza

Sperimentazione dei rapporti suono-movimento nell’espressione corporea

Esperienze di danza e percussioni corporee

 

 
Firenze, 28.08.2007 "UNDERSTANDING AND INTERVENING WITH CHILDREN, FAMILIES AND COMMUNITIES EXPOSED TO TRAUMA AND DISASTER"; Sede: PALAZZO AFFARI /CONGRESSI - P.ZZA ADUA 1; Info: cristina.uzzo@escap-net.org  Fees= euro 250,00.

Title: Understanding and intervening with children, families and communities exposed to trauma and disaster  

 

 

 

Chairs: Professor William Yule and Prof. Nathaniel Laor on August 28th

 

 

 

Speakers
William Yule - Clinical Psychologist, Professor of Applied Child Psychology at University of London (UK).
Nathaniel Laor - Psychiatrist, Professor of Psychiatry and Philosophy at University of Tel Aviv (Israel)
Alexander McFarlane - Psychiatrist, Professor of Psychiatry, Head of the University of Adelaide (Australia)
Robert Pynoos - Psychiatrist, Professor of Psychiatry, University of California at Los Angeles (USA)
Prof. Ernesto Caffo - Child Psychiatrist, Professor of Child Psychiatry at University of Modena and Reggio Emilia (Italy)

 


Agenda
08:45-09:00 Registration
09:00-10:00 Welcome - Introduction to trauma and post traumatic stress disorder in children (W.Yule)
10:00-11:00 Impact and psychological sequalae of children's exposure to traumatic events (E.Caffo, B.Forresi)
11:00-11:30 Coffee and Tea
11.30-12.30 Neurobiology of trauma (A.McFarlane)
12.30-13.00 Plenary Discussion
13.00-14.00 Lunch
14.00-15:00
Psychological First Aid (R.Pynoos)
15.00-16:00 Psychotherapy models for children after trauma and disaster (W.Yule)
16.00-16.30 Coffee and Tea
16.30-17:30 Child-oriented psychosocial and community interventions after mass disaster (N.Laor, L. Wolmer)
17.30-18:00 Plenary Discussion

Abstract  

 

Florence  28/8/2007

 

 

The Neurobiology of Trauma

 

The impact of traumatic events on child development needs to be considered from two perspectives.  Firstly, major traumatic events have the capacity to disrupt a child’s primary attachments and consequent developmental projection as a consequence of the impact of those events on the parent.  Secondly, with the increasing maturation of the child, traumatic events themselves have a significant and direct effect on the child’s pattern of arousal and stress modulation.  The impact of traumatic stress on the parent-child dyad is critical in the early years of development.  Our research indicates that the mother’s trauma history can significantly impact upon the child’s language acquisition, behavioural development, and patterns of stress reactivity. As Yehuda and colleagues (2005) have proposed the mechanism for the intergenerational impact of traumatic stress may occur during fetal development. 

 

Traumatic events directly experienced by the child impact on the neurobiology of the child via different mechanisms.  A critical issue is the degree of initial conditioning to the traumatic stressor and then the subsequent pattern of habituation or sensitisation to subsequent traumatic cues.   These processes embody a critical gene by environment interaction that underpins major shifts in neurohormonal and CNS information processing symptoms that have a series of secondary consequences for the child’s adaptability in the face of future stresses.  Increasingly, evidence suggests that there is a progressive sensitisation of individuals with multiple trauma exposures that leads to a general greater risk of psychiatric disorder as well as posttraumatic stress disorder.

 

Against this developmental perspective, the neurobiological abnormalities associated with posttraumatic stress disorder will be characterised.  In particular, the neuroimaging research which highlights that trauma disrupts the information processing systems of the brain will be described.  These data suggest that individuals with posttraumatic stress disorder not only utilise different neural systems in managing traumatic memories, but also in their capacity to selectively attend and manage day-to-day stimuli in their environment.

 

 

 

 
Firenze, 27.08.2007 "INTERNATIONAL COURSE ON BULLYING AND HEALTH RISKS"; Sede: PALAZZO CONGRESSI/AFFARI - P.ZZA ADUA 1; Info: cristina.uzzo@escap-net.org ; Fees= euro 250,00.

ESCAP-13th International Congress

International Course on Bullying and Health Risks

Chair:Jorge C. Srabstein, MD (USA)

Co-Chair: Bennett Leventhal (USA)

 

8:30                             Registration

9:00                             Introduction

Jorge C. Srabstein, MD

Children’s National Medical Center

Washington, DC USA

 

9:10.                             Morbidity Associated with Bullying: Detection, Intervention and Advocacy

Jorge C. Srabstein, MD

Children’s National Medical Center

Washington, DC USA

 

10:00                            Bullying and Suicidality

                                   Young Shin Kim, MD, MPH, PhD

                                   Child Study Center, Yale University School of Medicine

 New Haven, CT, USA

 

10:50                            Break

 

11:05.                           Bullying and Injuries

                                   Lucie Laflamme, PhD

                                   Karolinska Institutet, Department of Public Health Sciences

                                   Stockholm, Sweden

 

10:55                            Lunch Break

 

13:00.                           Bullying and Psychiatric Symptoms

                                   Kirsti Kumpulainen, MD

                                   Kuopio University Hospital

                                   Kuopio, Finland

 

13:50                           A Whole School Approach to Tackling Bullying in Schools

Helen Cowie, PhD

University of Surrey

Guildford, United Kingdom

 

14:40.                         School as the first work environment for children: Experiences from

Sweden

Ewa Menckel, PhD

National Institute for Working Life

Stockholm, Sweden

 

15:10.                           Break

 

15:25.                           Practical Exercise and Discussion

Bennett Leventhal, MD, University of Illinois at Chicago

Morbidity Associated with Bullying: Detection, Intervention and Advocacy

 

Background;

There is progressive evidence, published in the past 10 years, documenting that children and adolescents who frequently participate in bullying, as bullies and/or victims, are at a significant higher risk of suffering from an array of serious health problems and potential mortality, as compared to their peers who are not involved in bullying.

There is a vital need to enhance the unique role of pediatric practitioners in detecting, intervening and preventing bullying behaviors and their associated serious public health risks.

 

Objectives

At the end of this presentation the participants will be able to:

a)        Discuss the health and educational risks among children and adolescents who participate in bullying as victims and or bullies.

b)        Advocate for public health policy that implements bullying primary prevention.

c)       Promote secondary and tertiary prevention of health problems related to bullying.

Methods: This presentation will analyze the nature of bullying, its prevalence, and socio-ecological factors. It will review cross sectional studies, of national representative samples of adolescents, to ascertain the association of health and educational risks with frequent involvement in bullying. A notion of a syndrome of bullying will be considered. A strong emphasis will be given to the discussion of a systematic routine screening, for all pediatric/psychiatric clinical visits, to ascertain participation in bullying behaviors, and determine associated morbidity. An analysis of anti-bullying legislations, enacted in the United States will follow.

Results: It is estimated that thirty percent of adolescents in the United States participate in bullying behaviors, as a bully and or as a victim. Five percent of American teenagers may experience a syndrome of bullying, characterized by frequent psychosomatic symptoms associated with their frequent participation in bullying. This segment of the population is at a significant higher risk for a range of other health and educational vulnerabilities.

Conclusions: It is strongly recommended that routine screening of bullying participation and health related problems should be conducted in all emergency and routine psychiatric visits.

Child and adolescent psychiatrists and pediatricians should exercise a unique role in advocating for public health policy and legislation, to implement anti-bullying prevention programs.

 

References:

 

1)     Srabstein J et al, Morbidities associated with bullying behaviors in adolescents. Int J Adolesc Med Health 2006;18(4): 387-396

2)     Due P et al Bullying and symptoms among school-aged children: international comparative cross sectional study in 28 countries. Eur J Public Health. 2005 Apr;15(2):128-32. Epub 2005 Mar 8.

3)     Fekkes M Bullying behavior and associations with psychosomatic complaints and depression in victims.J Pediatr. 2004 Jan;144(1):17-22.

4)     Eisenberg ME et al Associations of weight-based teasing and emotional well-being among adolescents.Arch Pediatr Adolesc Med. 2003 Aug;157(8):733-8.

 

 

 


 

 

Bullying and Suicide

 

 

Objective: To understand the potential mortality, due to self-injuries/suicidal ideations or behaviors, among adolescents who participate in bullying behaviors, as bullies and/or victims.

 

Methods:  This presentation will discuss data that demonstrates the significant suicidal risk affecting students who are victims of bullying and/or bully others. It will be based on:

a)      A longitudinal study of 1655 Korean students seventh and eighth grade students who completed the Korean Peer Nomination Inventory and the Korean Youth Self Report

b)      A cross-sectional representative sample of 9,938 American students, grade 6, 8 and 10 who completed the WHO Health Behavior in School Children (HBSC)

c)      A news surveillance of cases of death, associated with bullying, published in 52 worldwide major newspapers over a 20 years span.

Results: American and Korean students who were involved in school bullying, especially victim-perpetrators and female students, had significantly higher risks for suicide ideation and suicidal behavior when compared with individuals who were not involved in school bullying, independent of impacts from depression. In the past 20 years there have been at least 54 reported cases of adolescents with history of having been bullied who committed suicide.

Conclusions; The prevention, detection and treatment of students who participate in bullying behaviors as bullies and/or victims has a significant potential of preventing suicides, one of the leading causes of death in adolescence.

 

References:

1)      Brunstein Klomek A, Marrocco F, Kleinman M, Schonfeld IS, Gould MS. Bullying, depression, and suicidality in adolescents. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry. 2007 Jan;46(1):40-9.

2)      Kim YS, Koh YJ, Leventhal B. School bullying and suicidal risk in Korean middle school students. Pediatrics. 2005 Feb;115(2):357-63.

3)      Kaltiala-Heino R, Rimpela M, Marttunen M, Rimpela A, Rantanen P Bullying, depression, and suicidal ideation in Finnish adolescents: school survey. BMJ. 1999 Aug 7;319(7206):348-51.


 

 

 

Bullying and Injuries

 

 

Background:

There is documented evidence that young people who are victims of bullying are more prone to suffer from injuries (1-3).

 

Objective: To understand the potential injury-related mortality among pre-adolescents and adolescents who participate in bullying behaviors, as bullies and/or victims.

 

Method: This presentation will highlight the significant risk for injuries among pre-adolescents and adolescents who exhibit a syndrome of bullying. It will also document the effect of peer victimization as a trigger of accidental injuries and its direct relationship to injuries caused by others. The discussion will be based on:

d)       A study of about 600 school children aged 10 to 15 years, who had been treated at Stockholm County’s Children’s Hospital, Sweden

e)       A cross sectional representative sample of American adolescents, who completed the WHO Health Behavior in School Children. This study focused on students who exhibit a syndrome of bullying (participation in bullying, as a bully and/or as a victim, and suffering from a cluster of frequently occurring psychosomatic symptoms).

f)         A worldwide news surveillance of cases of death, associated with bullying.

 

Results: Pre-adolescents and adolescents, who present with a syndrome of bullying, are at a higher risk than their peers who do not exhibit this clinical presentation, of suffering from accidental or physical violence related injuries. There is an indirect and direct causality between bullying and injuries. There at least 60 cases of reported deaths caused by accidental or violence related injuries, linked to bullying or hazing.

 

Conclusions: Anti bullying programs should have an urgent public health priority in the prevention of serious morbidity and mortality related to injuries in childhood.

 

References:

 

1)       Laflamme L, Engstrom K, Moller J, Alldahl M, Hallqvist J. Bullying in the school environment: an injury risk factor? Acta Psychiatr Scand Suppl. 2002;(412):20-5.

2)       Pickett W, Schmid H, Boyce WF, Simpson K, Scheidt PC, Mazur J, Molcho M, King MA, Godeau E, Overpeck M, Aszmann A, Szabo M, Harel Y. Multiple risk behavior and injury: an international analysis of young people. Arch Pediatr Adolesc Med. 2002 Aug;156(8):786-93.

3)       Laflamme L, Engstrom K, Moller J, Alldahl M, Hallqvist J.  Bullying in the school environment: an injury risk factor? Acta Psychiatr Scand Suppl. 2002;(412):20-5.

Wright J, Stark C.  Bullying in schools. Accident and emergency departments need management guidelines. BMJ. 1995 Apr 22;310(6986):10
 

BULLYING AND PSYCHIATRIC SYMPTOMS

 

Background: Research suggests that bullying is highly distressing and children involved have many psychiatric and/or psychosomatic symptoms and low self esteem

Objective: To understand psychiatric symptoms that can precede and/or be a consequence of participation in bullying, as a bully and/or as victim

Method: Review of a longitudinal study of children involved in bullying at age 8 and 12, to ascertain their psychiatric symptoms at age 8, 12 and 15

Results: Bully/victims exhibit most of the psychiatric symptoms and both externalizing and internalizing behaviors are common among them.  Bullies are prone to have externalizing behaviors while internalizing symptoms are more typical of victims.

About two-thirds of bully-victims and bullies and half of victims have psychiatric disorders. Oppositional/conduct disorder, attention deficit disorder and depression are common among bully/-victims and bullies.. Attention deficit disorder , depression and anxiety are common among victims. The status in regard to bullying can change over years but the probability to be involved over several years exist, especially among children with psychiatric problems.

Being involved in bullying and having concurrently psychiatric symptoms is also a risk factor for later criminality. Among males the probability of various kinds of criminal offending is connected to the bullying status years earlier. The risk applies to various kinds of offending, especially among bully-victims and bullies.

 

Conclusions: Children having bullying problems are more prone to be referred to psychiatric consultation but still a substantial number of them remain not referred for psychiatric evaluation. However, using information concerning frequent bullying during early school years as a screening method could find children at risk in having psychiatric disorders even years later. Procedures leading to early detection of children involved in bullying and having psychiatric problems are warranted in order to minimize the psychological consequences of the individuals involved as well as financial costs of the society.

 

References:

Kumpulainen K, Räsänen E, Henttonen I. Children involved in bullying: psychiatric disturbance and the persistence of the involvement. Child Abuse and Neglect 1999, 23, 1253-1262.

 

Kumpulainen K, Räsänen E. Children involved in bullying at elementary school age: their psychiatric symptoms and deviance in adolescence. An epidemiological sample. Child Abuse and Neglect 2000, 24, 1567-1577.

 

 


 

A Whole School Approach to Tackling Bullying in Schools

Helen  Cowie, PhD

University of Surrey, European Institute of Health and Medical Sciences,

Duke of Kent Building, Guildford GU2 7TE, UK

 

 Objective:

 

1)       To be familiar with available research-based bullying prevention programs.

2)       To advocate for the implementation of a research based bullying prevention program, which is multimodal and involves many segments of the school and community.

Method: This presentation analyzes available bullying prevention programs, by summarizing their characteristics and outcomes. It also examines the need to prevent bullying within a Whole School Approach (WSA). The session is illustrated with real-life examples of how the WSA may be implemented. A description and analysis of the Violence in Schools Training Action (VISTA) Project is presented.

Results

Vista offers a unique combination of experts in research, training and practice from the disciplines of sociology, psychology, education and criminology. This program should help educators to promote the emotional wellbeing of pupils; identify school environmental risk and protective factors; analyze their school level of violence, and implement their own training needs and school policies.

Policy makers will be supported in developing appropriate links with relevant community sectors; and in the implementation of public policy and legislation, to protect children and young people from violence, based on research-based evidence.

 

Conclusions

Vista demonstrates the importance of targeting prevention and intervention efforts at many different levels, including individuals, peers, school staff, parents and the community.

 

References

 

1)       Cowie, H., Boardman, C., Dawkins, J. & Jennifer, D. (2004) Emotional Health and Well-being: a Practical Guide for Schools. London: Sage

2)       CONNECT (2002) Report www.gold.ac.uk/connect/countryreports.html

 

 


 

SCHOOL AS THE FIRST WORK ENVIRONMENT FOR CHILDREN: -experiences from Sweden

Ewa Menckel, PhD

Emeritus Professor

Halmstad University , Sweden

 

 

Objectives:

 

1)       To know the impact of the school working environment on the ocurrence of bullying and associated morbidity

2)       To advocate for a physical and emotional safe school working environment

 

Method

 

This presentation will analyze the impact of the Swedish Work Environment Act, on the physical and emotional safety of students, who are covered by the provisions of this law. In this context this presentation will adreess the following questions: What has it meant to the one and a half million Swedish children who are at school every day? Have their working conditions improved and, if so, in what ways? Has the physical and psychosocial work environment changed over the years? Is bullying between schoolchildren a problem? Have threats and violence in school increased and become more serious? Has the everyday language of young people at school changed; for example, has it become more aggressive and more sexually charged? What characterises schools in which bullying and offensive behaviour do not seem to be a problem? What sort of schools seem to have a good work environment for pupils as well as staff?

 

Conclusions: Since 1st July 1990, all schoolchildren in Sweden, from the first class up, are covered by the provisions of the Work Environment Act. We need to ascertain what other preventive measures and policies should be taken to create a good environment in schools.

 

References:

 

1)       Witkowska E, Menckel E. Perceptions of sexual harassment in Swedish high schools: experiences and school-environment problems Eur J Public Health. 2005 Feb;15(1):78-85.

2)       Laflamme L, Menckel E. School injuries in an occupational health perspective: what do we learn from community based epidemiological studies? Inj Prev. 1997 Mar;3(1):50-6.

 


 

International Course on Bullying and Health Problems

 

Background: There is progressive published evidence documenting the serious morbidity linked to school bullying (1-10). Child psychiatrists have a unique role in the detection, intervention and prevention of bullying behaviors and their associated public health risks.

Objectives: At the end of this Course the participants should be able to:

  • Understand the nature, epidemiology, developmental trajectories and socio-ecological aspects of bullying.
  • Detect patients who participate in bullying, as victims and/or victimizers.
  • Ascertain psychiatric conditions that can cause and/or be the consequence of involvement in bullying.
  • Identify psychosomatic morbidity linked to participation in bullying.
  • Recognize the potential mortality associated with bullying, due to suicide, accidental injuries or homicide.
  • Know available research-based bullying prevention programs
  • Advocate for anti-bullying public health policy and legislation supporting prevention programs.

 

Method:

This Course will include six presentations.

 First, Dr. Srabstein will examine the nature and epidemiology of bullying and its association to psychosomatic symptoms. Second, Dr. Kim will discuss suicide attempts linked to bullying. Third, Dr. Lucie Laflamme will evaluate the link of injuries to bullying behaviors. Fourth, Dr. Kumpulainen will review psychiatric symptoms and conditions associated with participation in bullying. Fifth, Dr Helen Cowie will assess bullying prevention programs. Sixth, Dr. Ewa Menckel will analyze the school milieu as a working environment. Dr. Leventhal will coordinate a final general discussion leading to questions and answers.

 

References

5)     Srabstein J et al, Morbidities associated with bullying behaviors in adolescents. Int J Adolesc Med Health 2006;18(4): 387-396

6)     Kim YS et al School bullying and youth violence: causes or consequences of psychopathologic behavior? Arch Gen Psychiatry. 2006 Sep;63(9):1035-41.

7)     Due P et al Bullying and symptoms among school-aged children: international comparative cross sectional study in 28 countries. Eur J Public Health. 2005 Apr;15(2):128-32. Epub 2005 Mar 8.

8)     Kim YS School bullying and suicidal risk in Korean middle school students. Pediatrics. 2005 Feb;115(2):357-63.

9)     Fekkes M Bullying behavior and associations with psychosomatic complaints and depression in victims.J Pediatr. 2004 Jan;144(1):17-22.

10) Eisenberg ME et al Associations of weight-based teasing and emotional well-being among adolescents.Arch Pediatr Adolesc Med. 2003 Aug;157(8):733-8.

11) Kumpulainen K, Rasanen E Children involved in bullying at elementary school age: their psychiatric symptoms and deviance in adolescence. An epidemiological sample. Child Abuse Negl. 2000 Dec;24(12):1567-77.

12) Kumpulainen K Bullying and psychiatric symptoms among elementary school-age children.Child Abuse Negl. 1998 Jul;22(7):705-17.

13) Laflamme L Bullying in the school environment: an injury risk factor? Acta Psychiatr Scand Suppl. 2002;(412):20-5.

14) Srabstein,J (chair), Leventhal B(co-chair). Symposium: “Bullying in Children and Adolescents: Psychiatric and Public Health Perspectives”, AACAP 52nd.Annual Meeting, October 21, 2005, Toronto, Canada.

15) Srabstein J (chair) Symposium: “Bullying in the Workplace: Psychiatric and Public Health Perspectives”, APA 159th Annual Meeting, May 23, 2006, Toronto, Canada

16) Srabstein,J (chair), Leventhal B(co-chair). Symposium: “Bullying in Children and Adolescents: Multidisciplinary and International Perspectives”, 17th World Congress of the International Association for Child and Adolescent Psychiatry and Allied Professions, September 11, 2006, Melbourne, Australia.

17) Srabstein,J (chair), Leventhal B(co-chair). Symposium: “Bullying Behaviors and Public Health Risks: Prevention and Intervention” AACAP 53rd.Annual Meeting, October 26, 2006, San Diego, California

 

 

 

 

 

 

 
Firenze, 28.08.2007 "ADHD: DIFFICULT QUESTION AND PRACTICAL ANSWERS"; Sede: PALAZZO CONGRESSI/AFFARI P.ZZA ADUA 1; Info: cristina.uzzo@escap-net.org ; Fees= euro 250,00.

ESCAP 13th International Congress

Florence – August 26, 2007

 

 

 

COURSE

ADHD:  Difficult Questions and Practical Answers

 

 

 

 

08:45-09:00     Registration

 

09:00-10:00     Introduction – Eric Taylor

The spread of ADHD and its consequences for service organisations.  

 

10:00-11:00     The wider range of interventions – Manfred Doepfner

                         What is the place of psychological treatment?  What can and should be provided in practice?  What are effective methods of delivery?  Discussion.

 

11:00-11:30     Refreshments

 

11:30-12:30     New medication opportunities 1 – Tobias Banaschewski

How to understand the pharmacokinetics of long-acting medicines for ADHD?  What should their place be in practice?  Discussion.

 

12:30-14:00    Lunch

 

14:00-15:00    New opportunities in medicine 2 – David Coghill

What to do when first line medications fail?  What are the actions of second and third line drugs, and what does the future hold?  How to use them in practice?  Discussion.

 

15:00-16:00     Beyond simple ADHD – ADHD and Tourette - Ari Rothenberger

What are the mechanisms that account for the associations?  What should be done in treatment?  Discussion.

 

16:00-17:00     Understanding the hazards - Alessandro Zuddas

What are the serious hazards of medication?  Are they serious enough to restrict treatment?  How should they be monitored and prevented in practice?  Discussion.

 

 

Discussant:  Brian Jacobs


 

ABSTRACT

Tobias Banaschewski: New medication opportunities 1 - How to understand the pharmacokinetics of extended release stimulants and atomoxetine?  What should their place be in practice?

 

The presentation will focus on quantitative comparisons of efficacy measures of different available extended release products for the treatment of ADHD.

Treatment effect sizes (standardized mean difference), normalisation rates (defined by proportion of subjects normalised by treatment), and numbers needed to treat (number of patients needed to treat to see one patient who will normalize concerning ADHD symptoms with medication and would not have normalized with placebo therapy) were calculated for the various ER medications, based on a systematic review of published clinical trial literature and unpublished clinical trial data across randomized, double-blind, placebo-controlled studies.

Effect sizes for each preparation were calculated separately for different raters on different ADHD symptom domains, normalization rates and corresponding numbers needed to treat separately by type of rater and are compared with those of immediate-release stimulants. Furthermore, bioavailability profiles of the different ER-stimulant preparations over time are presented.

While the various long-acting stimulants differ according to their pharmacokinetic and pharmacodynamic profiles, their mean effect sizes are strikingly similar while effect sizes for non-stimulants are slightly smaller. Figures suggest that differences between the ER medications investigated are rather small in terms of normalization rates and numbers needed to treat than was found for the effect size data. Reasons will be discussed.

Although these comparisons cannot provide definitive guidelines for clinical practice, they may provide additional information for clinicians to consider when planning treatment regimens for ADHD patients.

 

 


 

Abstract:

Prof Dr A Rothenberger

 

In daily clinical practice of child psychiatry tic disorders (TD) and attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD) as well as their co-existence are common and need careful evidence-based approaches in differential diagnostics and treatment choice. Hence, their relationship at different levels (e.g. psychopathology, neuropsychology, neurobiology, treatment) needs to be elucidated in more detail. It is unclear if TD + ADHD represents an own clinical entity and which component (TD vs. ADHD) is most important in case of co-existence with respect to accompanying problems like emotional or cognitive disturbances.

This talk gives an overview of the essential research topics concerning TD + ADHD and shows where empirically-based answers can be found. Further, it may nurture a perspective of future research for a better understanding and treatment of youths with TD + ADHD and their families.


 

 

The wider range of interventions

 

Manfred Doepfner

 

ADHD is accompanied with impairment of functioning in multiple settings – family, school, peer group-  and multiple domains – e.g. achievement, relationships, self-concept. Therefore multimodal treatment aiming at different treatment goals is the intervention of choice. Besides pharmacotherapy cognitive-behavioural interventions are regarded as evidenced-based treatment options for children and adolescents with ADHD and therefore play an important role in the treatment of these patients. In patients with ADHD several problem areas can be identified and determined as goals for cognitive-behavioural interventions (e.g. ADHD-core problems, oppositional behaviour, parent-child interaction problems). The role of cognitive-behavioural interventions within a comprehensive multimodal treatment approach will be discussed. The role of the parent is crucial in the cognitive behavioural treatment of the problems. The Interaction problems typically occur with ADHD children and the principles of behavioural interventions and treatment programs are discussed.

 

Basic strategies in the parent trainings are: (1) Identification of specific problem situations and behaviour problems and monitoring of  the child's progress; (2) analysis of positive and negative consequences of appropriate and problem behaviour; (3) enhancement of attending skills and positive parent-child interactions (4) development of effective commands and positive reinforcement strategies (5) development of appropriate negative consequences to problem behaviour. Token economy and  daily report cards as well as response cost and time out were used for increasing appropriate and decreasing inappropriate behaviour. The child is integrated in this process as an active participant and self-management techniques are used.

 

The Treatment Programme for Children with Hyperkinetic and Oppositional Problem Behaviour, developed in Cologne on the basis of several other treatment manuals will be presented as an example for comprehensive cognitive-behavioural interventions. Studies testing the empirical evidence of parent trainings and other cognitive behavioural interventions in terms of short-term and long-term effects are discussed.

 

 

 
Firenze, 26.08-29.08.2007 "13 INTERNATIONAL CONGRESS ESCAP - EUROPEAN SOCIETY FOR CHILD AND ADOLESCENT PSYCHIATRY - BRIDGING THE GAPS"; Sede: PALAZZO DEI CONGRESSI / AFFARI - P.ZZA ADUA 1; Info: cristina.uzzo@escap-net.org Fees= euro 800,00.

THE VALUE OF PSYCHOTHERAPY IN CHILD PSYCHIATRY: A TRAINING COURSE IN PSYCHOTHERAPY

 

SUNDAY 26TH AUGUST 2007

 

ESCAP 13th International Congress in Florence

 

  PROGRAMME

 

 

8.45am                      Registration

 

9.00am                      Welcome

Introduction to Mentalization: A common framework for

psychological therapy for children, adolescents and their families.

                                   Chair: Professor Peter Fonagy, Freud Memorial Professor

(University College London), Chief Executive (Anna Freud

Centre)

 

10.00am                    A Novel Approach for Psychotherapies (SMART)

Dr Pasco Fearon, Senior Lecturer (University College London)

                                                                                    

 

 

11.00-11.30am         Coffee and Tea

 

 

11.30am                    An Integrative Multimodal Approach to Psychotherapy with

Severe Mental Illness

Dr Dickon Bevington, Consultant Child and Adolescent

Psychiatrist (Darwin Centre for Young People, Cambridge)

 

12.00                          Plenary Discussion of Morning Papers        

 

 

12.30-14.00pm         Lunch

 

 

14.00pm                    Psychotherapy for Personality Disorders

                                   Dr Efrain Bleiberg, Vice-Chair of Child and Adolescent Services

(Menninger Department of Psychiatry and Behavioral Sciences,

Baylor College of Medicine)

                                                       

15.00pm                   Monitoring Outcomes in Psychotherapy

Dr Miranda Wolpert, Director of CAMHS Evidence-Based

Practice Unit (University College London)          

 

 

 

16.00-16.30pm         Coffee and Tea

 

 

16.30pm                     Psychotherapy in the Context of Statutory Services

                                    Dr Peter Fuggle, Consultant Clinical Psychologist (Islington Primary Care Trust)

 

17.30pm                     Plenary Discussion of afternoon papers


 

Integrative Multimodal Practice

Dr Dickon Bevington

 

 

Abstract:

Hard-to-reach populations, particularly adolescents in psychiatric crisis and their families, often struggle to engage with conventional multidisciplinary mental health teams.  Multiple practitioners pursuing the same patient in order to address different aspects of the dysfunction (systemic, cognitive, social-ecological, neurobiological, psychodynamic, etc) each tend to articulate the ‘problem’ (implicitly or explicitly) in the language of their ‘own’ explanatory framework.  Each account can thus appear to contradict the accounts of other practitioners engaged in the same case; reliance is placed upon the young person and family being able to integrate what research and professional development has failed to integrate over the past 100 years.  There are further economic and service delivery issues as regards the capacity to deliver multiple specialists to such cases in a timely fashion.  We propose a new kind of integrative mental health professional (or the rediscovery of an old one) – the ‘barefoot practitioner’, who is purposefully trained to intervene flexibly, using skills drawn from multiple modalities, and strong supervisory input from specialists.  The first training of such workers has been successfully completed at the Anna Freud Centre.


 

Dr Efrain Bleiberg

Mentalization and Narcissistic Vulnerability in Emerging Personality Disorders in Children and Adolescents: Implications for Psychotherapy

 

Abstract

This presentation will review the evaluation of Mentalization has a mechanism to detect intentionality in order to regulate interpersonal distance and narcissistic vulnerability.  Normal regulation of distance and vulnerability will be contrasted with a dysfunction in mentalizing that shapes and reinforces the developmental trajectory leading to the emergence of dramatic personality disorder.  A model of psychotherapy will be discussed that focuses on interrupting non-mentalizing, coercive cycles and promoting Mentalization in the context of narcissistic vulnerability in children and adolescents and their families.

 


 

Miranda Wolpert

Monitoring Outcomes in Psychotherapy

 

 

Abstract

This presentation examines the challenges and possibilities in relation to routine outcome evaluation of psychotherapy.  The reasons why outcome evaluation is crucial are presented and the difficulties and complexities inherent in any such endeavour explored. The pros and cons of different approaches to routine outcome evaluation will be outlined and a suggested possible way forward discussed. Drawing on the experience of the CAMHS Outcome Research Consortium (CORC), of which the presenter is Chair, an approach to routine outcome evaluation being widely used currently across the UK and Norway will be outlined and preliminary findings discussed.  Details about CORC can be found at www.corc.uk.net

 

 

 

 
Firenze, 26.08.2007 "THE VALUE OF PSYCHOTHERAPY IN CHILD PSYCHIATRY: A TRAINING COURSE IN PSYCHOTHERAPY"; Sede: PALAZZO CONGRESSI/AFFARI PZZA ADUA 1; Info: cristina.uzzo@escap-net.org  Fees= euro 250,00.

13 International Congress

European Society for Child and Adolescent Psychiatry

Bridging the Gaps.

 

Sunday 26 August

 

9.00     State of the Art Lecture

            Opposite disorder

Barkley

 

10.00   Main Lecture

            Childhood Onset Schizophrenia: Update 2007

            Rapoport

 

11.00   Coffee Break

 

11.15   Symposium – Eating Disorders

            Chair:  Hebebrand

 

11.15 – 11.45

Prof. Johannes Hebebrand: Synopsis of clinical findings on body weight during the premorbid period, the acute stage and post-recovery in anorexia and bulimia nervosa.

11.45 - 12:15

Dr. Kristian Holtkamp: Neuroendocrine regulation of body weight: Findings in anorexia and bulimia nervosa.

12.15 – 12.45

Dr. Anke Hinney: Genetic findings in obesity and their implication for eating disorders

12.45 – 13.15 Discussion

 

13.15   Pausa  Pranzo

 

14.00   Symposium – ERICE

            Chairs:  Caffo, Leckman

            14.00 – 14.20  PROFESSIONAL DIALOGUE AT TIME OF CONFLICT, Shafiq Masalha

14.20 – 14.40  CAPACITY BUILDING AND THE DEVELOPMENT OF CHILD AND FAMILY MENTAL HEALTH SERVICES IN PALESTINE  Shafiq Masalha, Alan Apter

14.40 – 15.00 WAR AND THE YOUNG CHILD: PARENT-CHILD RELATIONSHIP, SOCIAL-EMOTIONAL ADAPTATION, AND PSYCHOLOGICAL WELL-BEING IN ISRAELI AND PALESTINIAN CHILDREN EXPOSED TO WAR, TERROR, AND VIOLENCE. Ruth Feldman

15.00 – 15.20 ERICE (EMPOWERMENT AND RESILIENCE IN CHILDREN EVERYWHERE): HOW CHILD MENTAL HEALTH PROFESSIONALS CAN WORK TOGETHER TO FOSTER THE WELL BEING CHILDREN WHOSE FUTURE IS IN JEOPARDY BECAUSE OF ISRAELI-PALESTINIAN CONFLICT     Ernesto Caffo, MD, and James F. Leckman

15.20 – 16.00  Discussion

 

16.00   Symposium

            16.00-16.10 OPENING REMARKS – D. Coghill

16.10-16.50 IMPACT OF ADHD ON THE PATIENT AND THE FAMILY: RESULTS FROM A NEW SURVEY - J. Buitelaar,

16.50-17.15 CLINICAL GUIDELINES FOR USE OF LONG-ACTING PHARMACOTHERAPY IN ADHD -  D. Coghill

17.15-17.40 APPROACHES TO SUPPORTING ACADEMIC SUCCESS FOR CHILDREN WITH ADHD – P. Cooper

17.40-18.00 Questions & Answers

 

                       

18.00   Main Lecture

FROM GENERATION TO GENERATION: THE CONTINUING IMPACT OF DONALD COHEN IN THE ENIGMATIC, INTERNAL WORLD THAT IS TOURETTE’S SYNDROME

            Leckman 

 

19.00   End


 

Monday 27 August

 

9.00     State of the Art Lecture

            Neurologics -  P.Lombroso

 

10.00   Main Lecture

ALIGNING EVIDENCE AND PRACTICE: A KEY CHALLENGE FOR TWENTY FIRST CENTURY CHILD PSYCHIATRY - P. Fonagy

 

11.00   Symposium

DIAGNOSIS, COURSE, AND SYMPTOME PROFILES IN CHILDREN AND ADOLESCENTS WITH AUTISM AND AUTISM SPECTRUM DISORDERS

Chair: VAN ENGELAND

11.00-11.30 THE DIAGNOSTIC VALIDITY OF TWO AUTISM SCREENING QUESTIONNAIRES - Rauh R

11.30-12.00 DIAGNOSTIC CRITERIA PROFILES, EARLY INDICATORS AND ATTENDANT SYMPTOMS IN CHILDHOOD AUTISM AND ASPERGER  SYNDROME – Biscaldi M.

12.00-12.30 RESULTS FROM DIAGNOSTIC EXAMINATIONS OF PARTICIPANTS WITH ASPERGER SYNDROME AND HIGH-FUNCTIONING AUTISM - Inge Kamp-Becker

12.30-13.00 DISCUSSION – Question & Answer

 

13.00   Pausa pranzo

14.00   Simposio “New perspectives on Trauma and Disaster Intervention”

            Chair: E. Caffo, B. Nurcombe

14.00-14.20 EVIDENCE BASED INTERVENTION AND CHALLENGES OF TRAUMA RESEACH WITH CHILDREN. THE SCHOOL INTERVENTION PROGRAM AFTER THE 2002 EARTHQUAKE IN MOLISE – E.Caffo

14.20-14.40 Child mental health in complex emergencies -  W.Yule

14.40-15.00 ENHANCED CHILD-ORIENTED URBAN RESILENCE FOLLOWING WAR AND DISASTER - N. Laor

15.00-15.20 A LONGITUDINAL STUDY OF THE IMPACT OF CHILDHOOD EXPERIENCE ON ADULT PSYCHOPATHOLOGY AND COGNITIVE SCHEMAS – A. McFarlane

15.20-15.40 INNOVATIVE PROTOCOL AND EVIDENCE BASED INTERVENTIONS WITH CHILDREN AND FAMILIES FOLLOWING TRAUMATIC EVENTS- R. Pynoos

15.40-16.00 Discussion – Questions & Answers

 

16.00   Symposium

            16.00 OPENING REMARKS T. Wilens

16.15 PSYCHOEDUCATIONAL APPROACHES TO TREATMENT  R. Tannock

            16.30 PSYCHOSOCIAL APPROACHES TO TREATMENT  S. Young

            17.00 PSYCHOPHARMACOLOGICAL TREATMENT OPTIONS  T. Wilens

            17.30 Panel Discussion – Question and Answer

 

18.00   Main Lecture

Unipolar Depression in Young People: Mechanisms and Processes in the onset and course of disorder

            Goodyer

 

19.00   End
Tuesday 28 August

 

9.00     State of the Art Lecture

            PEDIATRIC BIPOLAR DISORDER- CLINICAL PICTURE AND LONGITUDINAL COURSE

            Birmaher   

 

10.00   Main Lecture

            COGNITIVE BEHAVIOUR THERAPY: PAST, PRESENT AND FUTURE

            Graham 

 

10.45 Coffee Break

 

11.00   Symposium

            BRAIN SYSTEMS INVOLVED IN ADHD AND TOURETTE SYNDROME

            Chair: Flora Vaccarino

11.00-11.20 DEVELOPMENT OF BRAIN INHIBITORY SYSTEMS AND THEIR POSSIBLE INVOLVEMENT IN ADHD AND TOURETTE SYNDROME (TS) Flora Vaccarino

11.20-11.25 Discussion

11.25-11.45 TRANSLATIONAL NEUROSCIENCE: BLOCKING THE INDUCTION OF REPETITIVE MOVEMENTS Paul Lombroso

11.45-11.50 Discussion

11.50-12.10 NEUROIMAGING OF SELF-REGULATORY CONTROL IN CHILDREN WITH TOURETTE SYNDROME OR ADHD Kerstin Plessen

12.10-12.15 Discussion

12.15-12.35 THE GENETICS OF TOURETTE SYNDROME AND RELATED DISORDERS Matthew State

12.35-12.40 Discussion

12.40-13.00 ABERRANT NEURAL OSCILLATIONS IN TOURETTE DISORDER: IMPLICATIONS FOR TREATMENT James Leckman

 

 

13.00   Pausa pranzo

 

14.00   Symposium

            SUBSTANCE USE DISORDER IN EUROPE. CONSEQUENCES FOR SERVICES

Chair: VAN DER GAAG .

14.00- 14.25 SUBSTANCE (MIS)USE DISODERS & ADDICTION IN YOUTH: A PROBLEM OF SOCIETY AND SERVICES - Van der Gaag Rutger Jan

14.25-14.50 SUBSTANCE (MIS)USE DISODERS & ADDICTION IN YOUTH: DUAL DIAGNOSIS - Van Wijngaarden-Cremers, Patricia

14.50-15.15 SUBSTANCE (MIS)USE DISODERS & ADDICTION IN YOUTH: A EUROPEAN PERSPECTIVE ON DUAL DIAGNOSIS AND SERVICES - Christianne Couwenbergh

15.15-15.40 PREVALENCE OF ADHD IN SUBSTANCE USE DISORDERS PATIENTS IN EUROPE - Geurt van de Glind

 


 

16.00   Symposium

OBSERVATION OF FETAL AND INFANT MOTOR BEHAVIOUR: A WINDOW FOR EARLY DIAGNOSIS OF DEVELOPMENTAL DISORDERS. A SYMPOSIUM IN HONOUR  OF ADRIANO MILANI COMPARETTI

            Chair: GIOVANNI CIONI 

 

            16.00-16.20 INTRODUCTION – Giovanni Cioni

16.20-16.40 OBSERVATION OF FETAL AND INFANT MOTOR BEHAVIOUR: A WINDOW FOR EARLY DIAGNOSIS OF DEVELOPMENTAL DISORDERS. A SYMPOSIUM IN HONOUR  OF ADRIANO MILANI COMPARETTI - Mulder EJH,

16.40-17.00 EARLY SIGNS IN RETT DISORDER:  DOES BEHAVIOURAL OBSERVATION LEAD TO AN EARLIER DIAGNOSIS? - Christa Einspieler

17.00-17.20 GENERAL MOVEMENTS IN INFANTS WITH AUTISM SPECTRUM DISORDER – Helen Phagava

17.20-17.40 THE INNOVATIVE CONTRIBUTION OF MILANI COMPARETTI ON THE GROUND BREAKING IDEAS IN CHILD REHABILITATION – Adriano Ferrari

17.40-18.00 Discussion – Question & Answer

 

18.00   Main Lecture

            SERGE LEBOVICI LECTURE

            Jeammet   

 

19.00   End

 

 


 

 

Wednesday 29 August

 

9.00     State of the Art Lecture

Clinically effective treatments for PTSD in children and adolescents: individual and group formats -           Yule 

 

10.00-11.00 Main Lecture

            IS THE CHILD AND ADOLESCENT PSYCHIATRIST BRIDGING GAPS ?

            Chiland

 

 

13.0          -13.30 Questionario

 

13.30 End

 

 

 

LA QUOTA DI ISCRIZIONE  DI EURO 800 E’ RIFERITA A TUTTO IL CONGRESSO ESCAP.

SI STANNO ACCREDITANDO ALL’ ECM  SOLO LE SESSIONI CHE SI TENGONO IN AUDITORIUM .

Present: Russell A. Barkley, Ph.D.

Presentation:  Advances in Diagnosis and Management of ADHD

Content

            This program provides detailed information on recent advances in the nature, diagnosis, and management of ADHD.  In will include a discussion of changes that may be necessary to the DSM-IV diagnostic criteria for ADHD.  The nature of subtyping in ADHD will be further clarified, along with the emerging conclusion that one form of the inattentive type may constitute a new disorder.  The various etiologies of ADHD will be discussed along with the latest findings from genetics.  Advances in management approaches will also be briefly highlighted.

Learning Objectives

1.      Acquaint participants with necessary adjustments to DSM-IV diagnostic criteria

2.      Enlighten participants on the subtypes of ADHD and their clinical implications

3.      Educate participants concerning the various etiologies of ADHD

4.      Familiarize participants with advances in management approaches

 


 

Abstract: Childhood Onset Schizophrenia: Update 2007

 

 

 

Early onset illness of “adult” disorders are typically severe and treatment refractory across all of medicine. From a research viewpoint, there are fewer secondary complications of illness and there may be more salient genetic influence compared to later onset illness.

 

For the past 20 years, several centers including the Child Psychiatry Branch, NIMH have been studying the diagnosis, treatment, prognosis and genetics of childhood onset schizophrenia defined as onset by the 13th birthday.

 

The initial questions were whether this disorder was clinically and biologically continuous with the adult disorder. The answer to this appears to be yes. A second question was whether there were some clinical and biological abnormalities that were more striking than those seen for the adult illness. Here too the answer is yes. Clinically early developmental abnormalities in speech, language, motor coordination and/or socialization were deviant for 85%. A higher percentage of parents were diagnosed with schizophrenia spectrum disorders than were a comparison group of parents of adult onset patients. Finally 10% of childhood onset  patients had denovo chromosomal duplications or deletions.

 

Based on these findings several whole genome scans were carried out to examine copy number repeats, and gene expression in childhood onset patients compared to their healthy relatives and community controls. These results supporting numerous denovo genetic abnormalities in Childhood Onset Schizophrenia will be summarized.


 

Abstract of each talk

 

Johannes Hebebrand, 11.00-11.40

Synopsis of clinical findings on body weight during the premorbid period, the acute stage and post-recovery in anorexia and  bulimia nervosa

 

Johannes Hebebrand

Department of Child and Adolescent Psychiatry of the University of Duisburg-Essen

 

Premorbid weights of individuals with AN span the whole BMI spectrum, although very high BMIs may be underrepresented. Even after recovery, BMIs are lower than expected, in part due to reduced body fat. A low BMI at referral has been shown to predict mortality and a lower body weight in survivors at follow-up. BMIs of family members of individuals with AN do not appear to be significantly lower than relatives of those without AN. The low weight in AN differs from healthy underweight in many ways. In a study encompassing over 400 male and female students with a BMI below 85% average body weight, most individuals were healthy and tracking of BMI in adulthood implies that many lean young adults will remain so over time.  Intentional weight loss is not common among students with a BMI ≤ 85% average body weight, in contrast, approximately 25-33% of such underweight individuals repeatedly attempted to gain weight, are unhappy with their thinness, and thinness was elevated in their relatives. One study reported relatives of AN probands to be at no greater risk of thinness, while another found co-twins of twins with AN were at significantly higher risk for current low BMI.  Endocrinologically, serum leptin level also differentiates between constitutionally lean females and those with an eating disorder; only eating disordered females have subnormal leptin levels. Constitutional thinness has been shown to be associated with decreased rather than increased odds of having disordered eating behaviors and attitudes. 

 

References:

  1. Hebebrand J, Muller TD, Holtkamp K, Herpertz-Dahlmann B. The role of leptin in anorexia nervosa: clinical implications. Mol Psychiatry. 2007; 12:23-35.

 

 

Kristian Holtkamp, 11.40 - 12:20

 

Neuroendocrine regulation of body weight: Findings in anorexia and bulimia nervosa

 

Kristian Holtkamp

University Clinic of Aachen, Department of Child and Adolescent Psychiatry, Aachen, Germany

The past decade has witnessed a dramatic acceleration in research on the role of the neuropeptides in the regulation of eating behavior and body weight homeostasis. This expanding research focus has been driven in part by increasing public health concerns related to obesity and the eating disorders anorexia nervosa (AN) and bulimia nervosa (BN). This lecture reviews clinical investigations of hypothalamic and gut-related peptide systems with prominent effects on eating behavior and body weight regulation in AN and BN. To date, most studies found neuropeptide alterations which are apparent during symptomatic states of AN and BN to be normalized after recovery of the disorder. This indicates that neuropeptide disturbancies are consequences rather than causes of malnutrition. However, with respect to gut-related peptides, there appears to be substantial evidence that eating disorder related alterations in neuropeptide secretion or functioning may maintain eating disorder pathology. For example, preliminary evidence suggests that in AN the rapid transition from a state of hypoleptinaemia to one of relative hyperleptinaemia within several weeks of re-feeding is associated with an elevated risk of renewed weight loss. In BN there appears to be substantial evidence for blunting in the meal-related release of the satiety promoting peptides indicating a profound dysregulation of a gut-hypothalamic pathway in the symptomatic state of BN that might be involved in the maintenance of the binge eating behaviour.

 

 

Anke Hinney, 12.20 – 13.00

 

GENETIC FINDINGS IN OBESITY AND THEIR IMPLICATION FOR EATING DISORDERS

 

Hinney, Anke; Hebebrand, Johannes

Department of Child and Adolescent Psychiatry, University of Duisburg-Essen, Essen, Germany

 

Objective: Twin and family studies have shown a major role of genetic factors in obesity and eating disorders. Candidate gene studies had initially focussed on central neurotransmitter systems and on genes involved in body weight regulation. Obesity has been identified as a risk factor for the development of BN. Accordingly, genotypes predisposing to obesity might be detected in patients with BN. Genome wide scans for obesity, AN and BN had been performed. The chromosomal region that seems to be relevant for BN had previously been detected in obesity. Currently, the gene for the melanocortin-4 receptor (MC4R) is regarded as one of the most relevant ‚obesity genes‘. Binge eating disorder (BED) has been reported to be associated with mutations in the MC4R.

Methods: Genotyping of candidate gene SNPs in patients with AN, BN or BED; extremely obese children and adolescents and controls for association studies.

Results: Mutations in the MC4R have a major gene effect on the development of obesity in 2-4% of extremely obese individuals. A functionally relevant mutation in the MC4R was detected in a patient with BN. Hence, genes relevant for obesity seem to be involved in BN. We did not find MC4R mutations in patients with BED.

Conclusion: Major genes involved in body weight regulation have been detected; one of them involved in BN indirectly via the predisposition to obesity.

 

References

  1. Hinney A, Friedel S, Remschmidt H, Hebebrand J. Genetic risk factors in eating disorders. Am J Pharmacogenomics. 2004;4(4):209-23. Review.
  2. Hebebrand J, Fichter M, Gerber G, Gorg T, Hermann H, Geller F, Schafer H, Remschmidt H, Hinney A. Genetic predisposition to obesity in bulimia nervosa: a mutation screen of the melanocortin-4 receptor gene. Mol Psychiatry. 2002;7(6):647-51.

 


 

SYMPOSIUM TITLE: ERICE (EMPOWERMENT AND RESILIENCE IN CHILDREN EVERYWHERE) – THE FUTURE IS IN OUR HANDS

Co-Chairs: James F. Leckman, MD; Ernesto Caffo, MD, Yale University and the University of Modena

 

Guided by the belief that children everywhere are to be cherished and that respect for and protection of children is a shared human value, ERICE works to promote human rights, joint action, training and interventional projects focused on enhancing the well-being of children and families affected by the Palestinian-Israeli conflict. ERICE brings together child mental health professionals from Israel and Palestine to formulate and accomplish joint projects to enhance the well being of children and families that neighbor one another in this strife-torn region of the world. ERICE is led by Shafiq Masalha, PhD, Ruth Feldman, PhD, and Eyad Hallaq, PhD. ERICE is affiliated with a number of leading Israeli, Palestinian, Italian and American Universities including: Al-Quds University, Tel Aviv University, Hebrew University, Bar-Ilan University, University of Rome, and Yale University. This symposium will review the history, psychological process and initial accomplishments of ERICE as well as it long-term goals.

 

ABSTRACTS

PROFESSIONAL DIALOGUE AT TIME OF CONFLICT

Itamar Lurie, PhD; Shafiq Masalha, PhD. Israeli Psychoanalytic Society, Jerusalem 91042; University of Tel Aviv, Tel Aviv 69978

 

Dialogue between mental health professionals from opposite sides of the conflict in regions of continuous political violence may provide an important avenue for the care of infants and young children. Yet, very little is known about the psychological processes of such dialogue groups over an extend period of time.  The talk will present our experience in leading a group of Israeli and Palestinian mental health professionals over a period of three years, including meetings during actual war time.  We will analyze the central themes that arouse during group discussions, including building trust, issues of terror and victimization, and the search for a common language.  Specific moments of high emotionality in the group will be described, such as moments of crisis or points of recognition of the other and appreciation of the other's perspective.  We conclude by providing tentative guidelines for leading such groups and emphasize the need to form dialogue between professionals based on the mutual need to care for innocent children caught within war and violence.

 

CAPACITY BUILDING AND THE DEVELOPMENT OF CHILD AND FAMILY MENTAL HEALTH SERVICES IN PALESTINE Esti Galili-Weintrub, MD, Eyad Hallaq, PhD, Morshid Farhat, MD, MPH, MBA, Shafiq Masalha, PhD, Ruth Feldman, PhD, Alan Apter, MD, Orit Krispin, PhD, Hadassah University Hospital, Kiryat Hadassah P.O.B. 12000, Jerusalem, Israel 91120; Department of Psychology, Al-Quds University, Beit Hanina, Jerusalem Bar-Ilan University, Ramat-Gan, Israel 52900; and the

 

At present there are limited mental health services available to children and families in East Jerusalem. The situation in other areas of Palestine is not much better. This presentation describes this need, the available resources, and the initial planning for how best to build capacity within the Palestinian community by training a range of mental health professionals at Palestinian and Israeli Universities.

 

WAR AND THE YOUNG CHILD: PARENT-CHILD RELATIONSHIP, SOCIAL-EMOTIONAL ADAPTATION, AND PSYCHOLOGICAL WELL-BEING IN ISRAELI AND PALESTINIAN CHILDREN EXPOSED TO WAR, TERROR, AND VIOLENCE.

Ruth Feldman, PhD, Eyad Hallaq, PhD, Department of Psychology, the Gonda Brain Sciences Center, Bar-Ilan University, Ramat-Gan, Israel 52900; and the Department of Psychology Al-Quds University, Beit Hanina, Jerusalem

 

How do young children react to continuous war, terror, and violence? And what are the lasting effects of war on the child’s propensity for psychopathology? A longitudinal follow-up of 200 Israeli and Palestinian children aged 1.5 to 5 exposed to repeated violence examined children’s psychiatric status, mother-child interactions, temperamental regulation of the fear response, physiological indices of stress reactivity, and genetic markers of stress.  Symptoms and emotional adaptation were re-assessed one year later.  Overall, approximately 70% of the children showed signs of emotional distress in four symptom clusters: re-experiencing of traumatic event, avoidant behavior, hyper-arousal and tension, and specific fears and aggressions, with most children also exhibiting developmental regression in the cognitive, attentive, social, emotional, and self-regulatory domains.  Symptoms often did not remit after one year, pointing to the long-term effects of early trauma.  Nearly 20% of the children met criteria for PTSD.  Altered patterns of physiological stress reactivity were observed in baseline and delta cortisol levels and were related to degree of exposure and cumulative environmental risk.  Sensitive mother-child relationship moderated the relation between exposure and outcome with children experiencing positive parenting showing less symptoms and recovering more fully even when exposure was similar in terms of frequency, duration, and intensity.  Older children aged 3.5 to 5 were more symptomatic and slower to recover compared to the younger children, highlighting potential sensitive periods.  In a world fraught by war and violence, understanding the impact of war on young children is critical for the development of more specific, culturally-sensitive interventions.                

 

ERICE (EMPOWERMENT AND RESILIENCE IN CHILDREN EVERYWHERE): HOW CHILD MENTAL HEALTH PROFESSIONALS CAN WORK TOGETHER TO FOSTER THE WELL BEING CHILDREN WHOSE FUTURE IS IN JEOPARDY BECAUSE OF ISRAELI-PALESTINIAN CONFLICT Ernesto Caffo, MD, and James F. Leckman, MD, University of Modena and Reggio Emilia, Modena, Italy and the Yale Child Study Center, New Haven, CT, USA 06520-7900

 

This presentation briefly reviews the creation and early history of ERICE, the courage of the participants, and the ongoing support from Italian governmental and non-governmental organizations working with international programs in leading universities in Palestine, Israel, Italy and USA. 

Literature References

Caffo E, Forresi B, Lievers LS. Impact, psychological sequelae and management of trauma affecting children and adolescents. Curr Opin Psychiatry 2005; 18(4):422-8.

 

Caffo E, Belaise C. Psychological aspects of traumatic injury in children and adolescents. Child Adolesc Psychiatr Clin N Am  2003; 12(3):493-535.

Canetti L, Bachar E, Galili-Weisstub E, De-Nour AK, Shalev AY. Parental bonding and mental health in adolescence. Adolescenc 1997; 32(126):381-94.

Declaration of Rome 2003: Caring for Children Affected by Maltreatment, War, Terrorism, and Disaster <http://www.iacapap.org/>

Feldman R, Masalha S. The role of culture in moderating the links between early ecological risk and young children's adaptation. Dev Psychopathol 2007; 19(1):1-21.

 

Feldman R, Masalha S, Alony D. Microregulatory patterns of family interactions: cultural pathways to toddlers' self-regulation. J Fam Psychol 2006; 20(4):614-23.

Feldman R, Weller A, Leckman JF, Kuint J, Eidelman AI. The nature of the mother's tie to her infant: maternal bonding under conditions of proximity, separation, and potential loss. J Child Psychol Psychiatry 1999; 40(6):929-39.

Grimland M, Apter A, Kerkhof A. The phenomenon of suicide bombing: a review of psychological and nonpsychological factors. Crisis 2006; 27(3):107-18.

Leckman JF, Carter CS, Hennessy MB, Hrdy SB, Kervene EB, Klann-Delius G, Schradin C, Todt D, von Holst D. Biobehavioral processes in attachment and bonding. In: Attachment and Bonding a New Synthesis. Carter CS, Ahnert L (eds.). Dahlem Workshop Report 92. Cambridge, MA: The MIT Press, 2005, pp.303-349.

 

Educational Objectives

At the conclusion of this presentation, the participant should be able to discuss the value and challenges faced by a group of child mental health professionals focused on the needs of children and families caught within an inter-group conflict.


 

 Nathaniel Laor, M.D., Ph.D.

 

 

Nathaniel Laor is Professor of Psychiatry and Philosophy at Tel-Aviv University, Director of the Cohen Harris Center for Civic Resilience, Trauma and Disaster Intervention and the Tel Aviv Mental Health Center. In the last two years he is been serving his Director of Emergency Mental Health for the Municipality of Tel Aviv-Jaffa. In this capacity he has initiated a unique Public and Preventive Mental Health approach to communal preparedness and a reactivation vis-à-vis terrorist attacks and disaster. Dr. Laor is also Clinical Professor at Yale Child Study Center. He has accumulated a vast experience in the area of trauma since his early work with Vietnam veterans at Yale. During the last decade, Prof. Laor has led the response to massive disasters such as the 1991 SCUD missile attacks on Tel-Aviv, participated in the relief programs following the August 1999 earthquake in Turkey and the 2002 earthquake in Molise, Italy; directed the professional intervention on the individual, school, and city level in response to terrorist attacks in Tel-Aviv, and lately, following the 2006 Lebanon War, the establishment of comprehensive programs on treatment, rehabilitation and preparedness for whole cities in the north of Israel.

Prof. Laor is currently one of the world leading experts in the area of the traumatic impact of disasters on children, families and communities. He has developed a unique perspective concerning the revitalization and reactivation of whole communities by immediate interventions, individual psychotherapy, parent-child group interventions, and school reactivation and whole community programs. It has been translated into scientific empirical research, theoretical developments as well as the implementation of multi-disciplinary interventions. This model of intervention is currently serving as a resource for communities in Israel and other countries.

Prof. Laor's contribution has been recognized in the academic world. For example, he has written the chapter on Disaster and Child Mental Health in the last edition of the Textbook of Child and Adolescent Psychiatry, edited the 2003 issue on the Posttraumatic Syndrome for the Child and Adolescents Clinics of North America, and co-organized the symposium on Disaster, Child Trauma and Culture for the meeting of the International Association of Child and Adolescent Psychiatry and Allied Professions, in Rome.

 


 

Itamar Lurie

Curriculum vitae

 

 

 

 

 

 

Itamar Lurie is Clinical Psychoanalyst and Member of the Israel Psychoanalytic Society. He works at the Hebrew University Counselling Centre, Hebrew University of Jerusalem.

He has years of experience in counselling teachers on everything connected to youth at risk. 

Since 2005 he is part of the ERICE Group, composed by child mental health professionals from Israel, the West Bank and Gaza, whose aim is to discuss how best to work together to improve the lives of children in this region of conflict.

He is also the author of various articles on youth at risk and children and adolescents mental health.

Among the others:

Wiseman H, Guttfreund DG, Lurie I, Gender differences in loneliness and depression of university students seeking counselling British Journal of Guidance & Counselling, Volume 23, Issue 2 June 1995 , pages 231 - 243

 


 

 

Ruth Feldman

Curriculum vitae

 

 

 

Ruth Feldman, PhD, Department of Psychology and the Gonda Brain Sciences Center, Bar-Ilan University (Israel) as well as with the Child Study Center, Yale University. She is a most successful product of the Yale-Israel venture and is a renowned researcher and teacher in the field of maternal-infant relations.

Her studies are focused on the effects of early environmental adversity on infant development and the specific ways in which maternal depression, anxiety, and war-related trauma shape mothering and through it infant physiology, behavior, and - ultimately - mental representation of self, other, and relationship.

Since 2005 she is part of the ERICE Group, composed of child mental health professionals from Israel, the West Bank and Gaza, whose aim is to discuss how best to work together to improve the lives of children in this region of conflict. During the last meeting was in Rome (July 2006) she presented the results from her research project, one of the first funded.

She is the author of various books and articles on infant development, parenting stress, infant emotion regulation.

Among the others:

·                    Feldman R., Maternal versus child risk and the development of parent-child and family relationships in five high-risk populations Dev Psychopathol. 2007 Spring;19(2):293-312

·                    Feldman R, Eidelman AI. Maternal postpartum behavior and the emergence of infant-mother and infant-father synchrony in preterm and full-term infants: the role of neonatal vagal tone.
Dev Psychobiol. 2007 Apr;49(3):290-302.

·                     Feldman R. Parent-infant synchrony and the construction of shared timing; physiological precursors, developmental outcomes, and risk conditions. J Child Psychol Psychiatry. 2007 Mar-Apr;48(3-4):329-54.

·                    Feldman R, Masalha S. The role of culture in moderating the links between early ecological risk and young children's adaptation. Dev Psychopathol. 2007 Winter;19(1):1-21.

·                    Feldman R, Masalha S, Alony D. Microregulatory patterns of family interactions: cultural pathways to toddlers' self-regulation.J Fam Psychol. 2006 Dec;20(4):614-23.

·                    Swain JE, Leckman JF, Mayes LC, Feldman R, Schultz RT: Own baby pictures induce parental brain activations according to psychology, experience and postpartum timing, Biological Psychiatry 2006;59(8):126S

·                    Feldman R, Swain JE, Mayes JE: Interaction Synchrony and Neural Circuits Contribute to Shared Intentionality, Behavioral and Brain Sciences 2005;28(5):697-698

·                    Leckman, JF, Feldman, R, Swain, JE, Eicher, VE, Thompson, N, Mayes, LC: Primary Parental Preoccupation:, Journal of Neural Transmission 2004;111:753-771

 


 

ADHD SYMPOSIUM ABSTRACT

 

The estimated prevalence of childhood attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD) is 4–8% (using Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders, 4th edition criteria). ADHD has a profound effect on a child’s development and activities ranging from academic progression to the cultivation of peer and family relationships. This symposium aims to overview the impact of ADHD on the child and family not just in terms of symptoms but also family and social relationships. The importance of full day coverage in order to optimize outcomes will also be discussed. As part of this the results of a recent EU online survey of parents of children with ADHD will also be presented. The survey examined parents’ experiences of diagnosis, challenges at different ages through the childhood and adolescence and attitudes regarding medication for ADHD. A review of the data for current pharmacotherapies, and discussion of approaches to assessing efficacy and safety in comparing clinical trial data, will also be presented along with the a summary of evidence-based guidelines regarding use of these treatments. Lastly, the different approaches to teaching that benefit children with ADHD will be discussed including characteristics of supportive academic environments (e.g. nurture groups) and recent evidence for their success. The place of school-based support as part of holistic treatment for the child with ADHD will be conveyed.


 

FROM GENERATION TO GENERATION: THE CONTINUING IMPACT OF DONALD COHEN IN THE ENIGMATIC, INTERNAL WORLD THAT IS TOURETTE’S SYNDROME James F. Leckman, M.D., Yale Child Study Center, New Haven, CT 06520-7900

Born to and beloved by a family of Chicago bakers, Donald Cohen was a rare human being: intellectually gifted yet down-to-earth; playful yet busy envisioning and building a better world; filled with knowledge but always ready to listen, to be taught, and to find himself in the lives of his trainees. This presentation reviews an emerging area of work that would have delighted Donald by bringing together clinicians, behaviorists, geneticists, neuroanatomists, electrophysiologists, neurosurgeons, psychopharmacologists, experts in transcranial magnetic stimulation, and trainees in the next generation of academic leaders - all in the service of patients with severe, treatment resistant tics. Recent evidence points to the role of aberrant neural oscillations in the pathogenesis of Tourette syndrome (TS). The available anatomic and electrophysiological findings in TS are reviewed in the context of an emerging picture of the crucial role that neural oscillations play in maintaining normal CNS function. Neurons form behavior-dependent oscillating networks of various sizes and frequencies that bias input selection and facilitate synaptic plasticity, as well as the transfer and long-term consolidation of information. Coherent network activity is likely to modulate sensorimotor gating as well as motor acts. The supplementary motor area may play a key role in orchestrating these oscillations.  When these networks are dysrhythmic, there may be a loss of control of sensory information and motor action. The known electrophysiological effects of medications, repetitive transcranial magnetic stimulation and surgical interventions used to treat TS likely have an ameliorative effect on these aberrant oscillations. A case can also be made that successful behavioral treatments involve the willful training regions of the prefrontal cortex result an intracortical modulation of aberrant thalamocortical rhythms. A deeper understanding of neural oscillations may illuminate the complex, challenging, enigmatic, internal world that is TS.

 

Leckman JF, Vaccarino FM, Kalanithi PSA, Rothenberger A. Tourette syndrome: A relentless drumbeat. J Child Psychol Psychiatry 2006; 47(6):537-50.

 


 

Paul Lombroso - Neurologics

 

This lecture will focus on how we learn, and how this knowledge is stored as long-term memories. There are various forms of memory. These are broadly divided into declarative and nondeclarative memories. The former are those types of memories that we are typically familiar with: knowledge for facts and for events. These are the types of memories that we are conscious of and can talk about. Nondeclarative memories are fundamentally different. These are memories that we are not aware of learning.  An example of this type of memory is termed procedural memory and represents knowledge for various motor skills, such as learning to play a musical instrument or riding a bicycle.

A fundamental property of our brains is that these types of memories are processed in different regions. The hippocampus is critical for declarative memories while the striatum is required for procedural memories. The amygdala is required for processing what is known as emotional learning. The latter is of relevance to our work as psychiatrists as it is now believed that disruptions to the amygdala and how it processes memories is involved in various disorders, including phobias, PTSD, panic attacks, and anxiety disorders. A better appreciation of how these types of learning are consolidated is of considerable interest to both basic scientists and clinicians.

 The lecture will discuss how memories are stored. We will review what is currently understood about the intracellular pathways that are involved in initiating the cascade of events that leads to long-term memories. A critical concept here is the development of synaptic plasticity. This refers to the changes that occur to synaptic contacts as learning occurs. New synapses are made or older ones are strengthened. The molecular mechanism by which this happens has been a major focus of basic research over the past decade, and we will review some basic concepts in this process. Examples will be given of how we are now able to disrupt normal learning in the laboratory and in specific parts of the brain. Finally, it should not be surprising that disruptions in the normal sequence of events that lead to synaptic plasticity can also lead to cognitive disabilities. Mutations in a number of genes have been found that prevent the normal function of proteins required for learning, and we will discuss the molecular basis for some of these disorders.


 

Aligning Evidence and Practice: A Key Challenge for Twenty First Century Child Psychiatry

 

Florence 2007

Professor Peter Fonagy

 

 

Abstract

 

The presentation will review past and current approaches to bridging gaps between evidence and practice. There is a well-recognised gap between what we know and what is born out of the different constraints which govern the laboratory and the consulting room. The presentation will review the controversial issues relating to:

 

ª      The gap between the results of trials and the implications drawn from these trials

ª      The gap between information available about interventions and interventions which are commonly practiced

ª      The gap between the outcome data required and the data collected in routine practice

 

The presentation will draw together information from both adult and child evaluation literature.   

 


 

 

DIAGNOSIS, COURSE, AND SYMPTOME PROFILES IN CHILDREN AND ADOLESCENTS WITH AUTISM AND AUTISM SPECTRUM DISORDERS

Chair: Herman van Engeland, Utrecht, The Netherlands; Eberhard Schulz, Freiburg, Germany

This symposium will deal with the diagnostic issue of Pervasive Developmental Disorders (PDD). Different screening tools, early indicators, and symptom profiles as well as neuroanatomic / genetic findings (van Engeland) will be discussed. Different perspectives of looking at the broad range of phenotypes in PDD will be highlighted. In particular, we will deal with the question whether the different diagnostic categories of PDD can or cannot be considered as “dimensions” with different degrees of symptoms along one autistic spectrum.

 

 

THE DIAGNOSTIC VALIDITY OF TWO AUTISM SCREENING QUESTIONNAIRES

Rauh R., Dohmen S., Biscaldi M., Fleischhaker C., Hennighausen K., Schulz E.

Objective: To determine the diagnostic validity of two screening questionnaires being available in German language: (1) FSK (German translation of the Social Communication Questionnaire [SCQ]) and (2) MBAS (The Marburg Rating Scale for Asperger\'s Syndrome - a screening instrument for high-functioning autistic disorders).

Methods: The study sample consists of 148 children and adolescents. Thirty of them come from a catamnestic study of patients with autism, the other 118 are outpatients who visited our department for the first time in 2006. Outpatients’ parents answered both screening questionnaires with a delay of at least one day whereby order of presentation was randomized. All patients from the catamnestic sample were diagnosed according to ICD-10. For most of them, the gold standard instruments ADOS and ADI-R were applied. Patients from the prospective sample run through the gold standard diagnostic procedure if screening was above the cut-off value or if the attending child psychiatrist could not exclude an autistic disorder.

Results: Of the 148 patients, 41 turned out to fulfil the diagnostic criteria of an autistic disorder, whereas for the other 107 outpatients autism could definitely be excluded. Both screening questionnaires yielded similar results with respect to sensitivity and specificity (FSK/SCQ: sensitivity 65.9%, specificity 91.6%; MBAS: sensitivity 61.0%, specificity 95.3%).

Conclusion: Both questionnaires are qualified for the screening of autism in certain circumstances. However, there exist some shortcomings in both instruments concerning the comprehensibility of items, computing cut-off scores, and the treatment of missing values. Suggestions for improving both instruments will be discussed.


DIAGNOSTIC CRITERIA PROFILES, EARLY INDICATORS AND ATTENDANT SYMPTOMS IN CHILDHOOD AUTISM AND ASPERGER’S SYNDROME

Biscaldi M., Heß S., Reusch J., Fleischhaker C., Hennighausen K., Rauh R., Schulz E.

Objective: To determine the frequency of diagnostic criteria, to detect early indicators, and to assess the frequency of attendant symptoms in childhood autism and Asperger’s syndrome.

Methods: The sample of this catamnestic study consisted of 49 children and adolescents with childhood autism and 38 children and adolescents with Asperger’s syndrome. All patients were diagnosed according to ICD-10 criteria. For most of them the gold standard instruments ADOS and ADI-R were applied. The frequencies of diagnostic criteria for both groups were recorded. Additionally, parents were asked for first noticeable problems in order to determine early indicators. Furthermore, a checklist of attendant symptoms, compiled from the literature, was answered by the parents.

Results: Differences in profiles of diagnostic criteria for the two groups will be assessed when all parental interviews of patients with childhood autism are conducted (38 of 49 completed). Additionally, occurrences of early indicators and attendant symptoms will be computed for both diagnostic groups.

Conclusion: The collection and identification of early indicators may contribute to a lower age of initial diagnosis especially in the case of Asperger’s syndrome. Commonalities and differences in diagnostic criteria profiles and in attendant symptoms will be discussed concerning the issue of whether childhood autism and Aspergers’s syndrome are different categorical diagnostic concepts, or of whether they represent different degrees on one autistic spectrum.

 

RESULTS FROM DIAGNOSTIC EXAMINATIONS OF PARTICIPANTS WITH ASPERGER´S SYNDROME AND HIGH-FUNCTIONING AUTISM

Inge Kamp-Becker, I., Ghahreman, M., Remschmidt, H.

Objective: Asperger´s syndrome (AS) and high-functioning autism (HFA) belong to the autism spectrum disorders. The spectrum concept does not assign the different autistic disorders to different categories, but to different dimensions. This means that they differ only quantitatively but not qualitatively. Anyhow, autism spectrum disorders incorporate a multiplicity of symptoms, a large spectrum of clinical manifestations and a broad range of parameter values. This leads to the question: What is decisive with regard to the range of parameter values and the spectrum of manifestations? Which is the dimension in the spectrum-concept? How can the different parameter values be distinguished from one another? Is the probands’ intelligence the crucial factor?

Methods: 141 participants were examined by means of an extensive diagnostic procedure. The ‘Autism-Diagnostic-Interview-R’ (ADI-R) and ‘Autism-Diagnostic-Observation-Schedule-Generic’ (ADOS) were used as basic diagnostic methods. Furthermore, a comprehensive neuropsychological test –battery was applied and the adaptive behaviour level was assessed with a standardised test (Vineland Adaptive Behaviour Scales).

Results: 96 participants received a diagnosis of autism spectrum disorder (52 AS, 44 HFA, 8 atypical autism).  Although there are significant differences between the groups (AS ‚Äì HFA) with regard to both symptoms‚Äô parameter value and intelligence, the symptomatological varieties can only partly be explained by differing intelligence levels. Also the probands‚Äô adaptive capacity does not correlate with their intelligence. However, the achievement level with regard to theory of mind tasks displays a clearer conjunction with symptom values and adaptive behaviour level.


 

SYMPOSIUM TITLE: ERICE (EMPOWERMENT AND RESILIENCE IN CHILDREN EVERYWHERE) – THE FUTURE IS IN OUR HANDS

Co-Chairs: James F. Leckman, MD; Ernesto Caffo, MD, Yale University and the University of Modena

 

Guided by the belief that children everywhere are to be cherished and that respect for and protection of children is a shared human value, ERICE works to promote human rights, joint action, training and interventional projects focused on enhancing the well-being of children and families affected by the Palestinian-Israeli conflict. ERICE brings together child mental health professionals from Israel and Palestine to formulate and accomplish joint projects to enhance the well being of children and families that neighbor one another in this strife-torn region of the world. ERICE is led by Shafiq Masalha, PhD, Ruth Feldman, PhD, and Eyad Hallaq, PhD. ERICE is affiliated with a number of leading Israeli, Palestinian, Italian and American Universities including: Al-Quds University, Tel Aviv University, Hebrew University, Bar-Ilan University, University of Rome, and Yale University. This symposium will review the history, psychological process and initial accomplishments of ERICE as well as it long-term goals.

 

ABSTRACTS

PROFESSIONAL DIALOGUE AT TIME OF CONFLICT

Itamar Lurie, PhD; Shafiq Masalha, PhD. Israeli Psychoanalytic Society, Jerusalem 91042; University of Tel Aviv, Tel Aviv 69978

 

Dialogue between mental health professionals from opposite sides of the conflict in regions of continuous political violence may provide an important avenue for the care of infants and young children. Yet, very little is known about the psychological processes of such dialogue groups over an extend period of time.  The talk will present our experience in leading a group of Israeli and Palestinian mental health professionals over a period of three years, including meetings during actual war time.  We will analyze the central themes that arouse during group discussions, including building trust, issues of terror and victimization, and the search for a common language.  Specific moments of high emotionality in the group will be described, such as moments of crisis or points of recognition of the other and appreciation of the other's perspective.  We conclude by providing tentative guidelines for leading such groups and emphasize the need to form dialogue between professionals based on the mutual need to care for innocent children caught within war and violence.

 

CAPACITY BUILDING AND THE DEVELOPMENT OF CHILD AND FAMILY MENTAL HEALTH SERVICES IN PALESTINE Esti Galili-Weintrub, MD, Eyad Hallaq, PhD, Morshid Farhat, MD, MPH, MBA, Shafiq Masalha, PhD, Ruth Feldman, PhD, Alan Apter, MD, Orit Krispin, PhD, Hadassah University Hospital, Kiryat Hadassah P.O.B. 12000, Jerusalem, Israel 91120; Department of Psychology, Al-Quds University, Beit Hanina, Jerusalem Bar-Ilan University, Ramat-Gan, Israel 52900; and the

 

At present there are limited mental health services available to children and families in East Jerusalem. The situation in other areas of Palestine is not much better. This presentation describes this need, the available resources, and the initial planning for how best to build capacity within the Palestinian community by training a range of mental health professionals at Palestinian and Israeli Universities.

 

WAR AND THE YOUNG CHILD: PARENT-CHILD RELATIONSHIP, SOCIAL-EMOTIONAL ADAPTATION, AND PSYCHOLOGICAL WELL-BEING IN ISRAELI AND PALESTINIAN CHILDREN EXPOSED TO WAR, TERROR, AND VIOLENCE.

Ruth Feldman, PhD, Eyad Hallaq, PhD, Department of Psychology, the Gonda Brain Sciences Center, Bar-Ilan University, Ramat-Gan, Israel 52900; and the Department of Psychology Al-Quds University, Beit Hanina, Jerusalem

 

How do young children react to continuous war, terror, and violence? And what are the lasting effects of war on the child’s propensity for psychopathology? A longitudinal follow-up of 200 Israeli and Palestinian children aged 1.5 to 5 exposed to repeated violence examined children’s psychiatric status, mother-child interactions, temperamental regulation of the fear response, physiological indices of stress reactivity, and genetic markers of stress.  Symptoms and emotional adaptation were re-assessed one year later.  Overall, approximately 70% of the children showed signs of emotional distress in four symptom clusters: re-experiencing of traumatic event, avoidant behavior, hyper-arousal and tension, and specific fears and aggressions, with most children also exhibiting developmental regression in the cognitive, attentive, social, emotional, and self-regulatory domains.  Symptoms often did not remit after one year, pointing to the long-term effects of early trauma.  Nearly 20% of the children met criteria for PTSD.  Altered patterns of physiological stress reactivity were observed in baseline and delta cortisol levels and were related to degree of exposure and cumulative environmental risk.  Sensitive mother-child relationship moderated the relation between exposure and outcome with children experiencing positive parenting showing less symptoms and recovering more fully even when exposure was similar in terms of frequency, duration, and intensity.  Older children aged 3.5 to 5 were more symptomatic and slower to recover compared to the younger children, highlighting potential sensitive periods.  In a world fraught by war and violence, understanding the impact of war on young children is critical for the development of more specific, culturally-sensitive interventions.                

 

ERICE (EMPOWERMENT AND RESILIENCE IN CHILDREN EVERYWHERE): HOW CHILD MENTAL HEALTH PROFESSIONALS CAN WORK TOGETHER TO FOSTER THE WELL BEING CHILDREN WHOSE FUTURE IS IN JEOPARDY BECAUSE OF ISRAELI-PALESTINIAN CONFLICT Ernesto Caffo, MD, and James F. Leckman, MD, University of Modena and Reggio Emilia, Modena, Italy and the Yale Child Study Center, New Haven, CT, USA 06520-7900

 

This presentation briefly reviews the creation and early history of ERICE, the courage of the participants, and the ongoing support from Italian governmental and non-governmental organizations working with international programs in leading universities in Palestine, Israel, Italy and USA. 

Literature References

Caffo E, Forresi B, Lievers LS. Impact, psychological sequelae and management of trauma affecting children and adolescents. Curr Opin Psychiatry 2005; 18(4):422-8.

 

Caffo E, Belaise C. Psychological aspects of traumatic injury in children and adolescents. Child Adolesc Psychiatr Clin N Am  2003; 12(3):493-535.

Canetti L, Bachar E, Galili-Weisstub E, De-Nour AK, Shalev AY. Parental bonding and mental health in adolescence. Adolescenc 1997; 32(126):381-94.

Declaration of Rome 2003: Caring for Children Affected by Maltreatment, War, Terrorism, and Disaster <http://www.iacapap.org/>

Feldman R, Masalha S. The role of culture in moderating the links between early ecological risk and young children's adaptation. Dev Psychopathol 2007; 19(1):1-21.

 

Feldman R, Masalha S, Alony D. Microregulatory patterns of family interactions: cultural pathways to toddlers' self-regulation. J Fam Psychol 2006; 20(4):614-23.

Feldman R, Weller A, Leckman JF, Kuint J, Eidelman AI. The nature of the mother's tie to her infant: maternal bonding under conditions of proximity, separation, and potential loss. J Child Psychol Psychiatry 1999; 40(6):929-39.

Grimland M, Apter A, Kerkhof A. The phenomenon of suicide bombing: a review of psychological and nonpsychological factors. Crisis 2006; 27(3):107-18.

Leckman JF, Carter CS, Hennessy MB, Hrdy SB, Kervene EB, Klann-Delius G, Schradin C, Todt D, von Holst D. Biobehavioral processes in attachment and bonding. In: Attachment and Bonding a New Synthesis. Carter CS, Ahnert L (eds.). Dahlem Workshop Report 92. Cambridge, MA: The MIT Press, 2005, pp.303-349.

 

Educational Objectives

At the conclusion of this presentation, the participant should be able to discuss the value and challenges faced by a group of child mental health professionals focused on the needs of children and families caught within an inter-group conflict.

 

Disclosure Statements

As the Co-chair of this symposium, I am unaware of any conflicts of interest from my co-presenters.

Director of Research, Child Study Center

Neison Harris Professor of Child Psychiatry, Pediatrics and Psychology

Yale University School of Medicine

230 South Frontage Road P.O. Box 207900

New Haven, CT 06520-7900 USA

Telephone: 203-785-7971

FAX: 203-785-7611 E-mail: james.leckman@yale.edu

The Harrington Lecture

 

Unipolar Depression in Young People: Mechanisms and Processes in the onset and course of disorder

 

 

This lecture will describe the progress over the past decade in understanding the nature, course and outcome of unipolar depression in children and adolescents. The reporting of these conditions in the preschool child and the outcome of moderate to severe depressions in the school age years will be described. The role of two major chemical systems, serotonin and cortisol influencing psychosocial vulnerabilities implicated in this disorder will be discussed. The developmental influence of neurotrophic factors on neurobiological processes will also mentioned. Finally the lecture will consider the importance of turning research into practise as there is a key need for translating research knowledge into benefits for patients, their families and society as a whole.

 

 

 

Ian Goodyer MA MD FMedSci


 

PEDIATRIC BIPOLAR DISORDER- CLINICAL PICTURE AND LONGITUDINAL COURSE

 

Boris Birmaher MD

 

Objective: There is controversy regarding the existence or the manifestations of bipolar disorder (BP) in children. Some psychiatrists often diagnose this disorder while others rarely see a child with BP.  Since pediatric BP is accompanied by severe effects on the child’s normal development and increases the risk for other psychiatric disorders and suicide, it is important to recognize and treat it early in life. The goal of this presentation is to critically review the symptoms of BP during childhood and discuss the problems with its diagnosis at this age (e.g., variability in symptom presentation, effects of age on symptoms manifestation).

Methods: All existing child BP phenomenological and longitudinal data will be reviewed and critically summarized. In addition, the results of the largest conducted prospective follow-up study in children and adolescents with BP spectrum disorder and the largest conducted high-risk study for bipolar disorder will be presented.

Results: In general, taking into account the developmental age of the child, symptoms of BP disorder in youth are similar to adults with BP. However, there are also important differences in child bipolar symptoms from that of adults including more mood fluctuations, mixed states, rapid cycling, irritability, behavior problems, and “ADHD” like symptoms.

The high-risk study showed that offspring of BP adults are specifically at risk for BP, depression, and anxiety. When compared with children of control parents, no increased high risk for ADHD or behavioral problems was found.

Conclusions: Pediatric BP exists, particularly in children of BP parents. However, the clinical picture of BP plus the children’s problems expressing their mood problems makes the diagnoses of pediatric BP difficult to diagnose and treat.  Early recognition and treatment are warranted to avoid the severe consequences associated with this disorder.

 

Learning Objectives

 

1)      To review the symptoms of pediatric bipolar disorder in children and adolescents and discuss the controversies and problems associated with the diagnosis of this disorder in children.

2)      To discuss the psychosocial effects of BP in children and adolescents.

3)      To review and present the analyses of a large study evaluating the course and outcome of children and adolescents with BP and a high risk for BP study. These results will be compared with the adult literature.

 

Axelson D, Birmaher B, Strober M, Gill MK, Valeri S, Chiappetta L, Ryan N, Leonard H, Hunt J, Iyengar S, Bridge J, Keller M. Phenomenology of children and adolescents with bipolar spectrum disorders. Archives of General Psychiatry. 63(10):1139-48, 2006

 

Birmaher B, Axelson D, Strober M, Gill MK, Valeri S, Chiappetta L, Ryan N, Leonard H, Hunt J, Iyengar S, Keller M. Clinical course of children and adolescents with bipolar spectrum disorders. Archives of General Psychiatry. 63(2):175-83, 2006

Abstract for talk to be given at 13th ESCAP Congress, Florence, Italy, 25-29 August, 2007

 

Cognitive Behaviour Therapy: Past, Present and Future

 

            Using a narrow definition of ‘evidence’, namely the findings from controlled clinical trials, cognitive behaviour therapy (CBT) is now established as the most effective form of psychotherapy for a wide range of conditions. CBT does not represent a clean break with past forms of psychotherapy; it has elements in it that are derived both from behaviourism and psychoanalysis. But it does contain distinctive components, not previously used in psychotherapy, that have their roots in cognitive neuroscience.  In this paper I shall discuss how CBT developed historically, its current place in the management of child and adolescent psychiatric disorders, and how its use might evolve in the future alongside other forms of intervention.

 

 

Multiple choice questions

  1. Cognitive behaviour therapy is:

a)     The most effective treatment in attention deficit hyperactivity disorder

b)     Always combined with medication

c)     Effective in the treatment of most forms of childhood anxiety

d)     Effective in the treatment of severe depressive disorder

e)     Useful in the management of paediatric pain syndromes

 

  1. The following are concepts used in cognitive behaviour therapy.

a)     Identification with the aggressor.

b)     Response prevention

c)     Guided imagery

d)     Transference

e)     Negative automatic thoughts

 

 

 

 


 

DEVELOPMENT OF BRAIN INHIBITORY SYSTEMS AND THEIR POSSIBLE INVOLVEMENT IN ADHD AND TOURETTE SYNDROME (TS)

 

Flora M. Vaccarino, M.D., Yuko Kataoka, Ph.D., James F. Leckman, M.D.

 

The neural mechanisms underlying features of TS, ADHD and other hyperactivity disorders are not understood. Neuroimaging studies suggest a possible involvement of the caudate nucleus within the basal ganglia. We used stereological morphometric methods to analyze the number of inhibitory neurons in the basal ganglia and cerebral cortex of postmortem tissue from 4 TS individuals as compared to 4 normal controls. Confirming our prior results (Kalanithi et al., 2005), we observed a decreased number of parvalbumin and cholinergic interneurons in the striatum of TS, particularly the caudate nucleus. In contrast, parvalbumin neurons were either increased or not changed in the globus pallidus and in selected cortical areas. Cholinergic and parvalbumin interneurons receive information from the cerebral cortex and thalamus and the parvalbumin neurons suppress inappropriate spread of neuronal activity in the striatum. We will discuss a possible lack of cortico-thalamic control in hyperactivity syndromes and animal studies suggesting an involvement of parvalbumin cells in hyperactivity.

 

Kalanithi PS, Zheng W, Kataoka Y, DiFiglia M, Grantz H, Saper CB, Schwartz ML, Leckman JF, Vaccarino FM (2005) Altered parvalbumin-positive neuron distribution in basal ganglia of individuals with Tourette syndrome. Proc Natl Acad Sci U S A 102:13307-13312.

 

 

TRANSLATIONAL NEUROSCIENCE: BLOCKING THE INDUCTION OF REPETITIVE MOVEMENTS

 

Roman Tashev, Ph.D., Deepa Venkitaramani, Ph.D., Paul Lombroso, M.D.

 

Tourette syndrome is characterized by repetitive movements and can be aggravated in some individuals by treatment with stimulant medications. This lecture will discuss one approach that investigators have used to study the basic molecular mechanisms involved in the induction and maintenance of repetitive movements. We have used an animal model that consists of chronic, intermittent amphetamine exposure in rodents. This experimental procedure leads to an increase in repetitive behaviors, a process termed sensitization. The behavioral effects of amphetamine are due to increased dopaminergic and glutamatergic transmission in the striatum and other limbic regions of the brain are thought to result from an induction of synaptic plasticity. Activation of a key signaling protein termed extracellular signal-regulated kinase1/2 (ERK1/2) is believed to mediate aspects of amphetamine-induced synaptic plasticity, but how ERK1/2 signaling is itself regulated is less well understood. The STriatal Enriched tyrosine Phosphatase (STEP) was recently shown to regulate ERK1/2 activity. Data will be present that addresses whether manipulating STEP activity within the striatum is reflected in changes in ERK1/2 activity and in the rate of amphetamine-induced stereotypies. To block ERK1/2 signaling, we generated a TAT-STEP fusion protein that acts as a substrate-trapping protein. It binds to its substrate ERK1/2 and blocks ERK signaling. Infusion of this STEP protein into the striatum prevented amphetamine-induced sensitization. In contrast, STEP knockout mice show increased sensitivity to amphetamine. These results are consistent with the hypothesis that STEP opposes the development of amphetamine-induced stereotypies, and suggests that decreasing STEP activity may have therapeutic value.

 

 

 

NEUROIMAGING OF SELF-REGULATORY CONTROL IN CHILDREN WITH TOURETTE SYNDROME OR ADHD

 

Kerstin J. Plessen, MD, Ph.D.; Peterson B.S., M.D.

 

Frontostriatal loops are implicated in the pathophysiologies of several childhood onset neuropsychiatric disorders, such as Tourette syndrome (TS) and Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (ADHD). Abundant evidence from behavioral, neuroimaging and postmortem studies supports a primary striatal deficit in TS. Children with TS typically experience an attenuation of tics during or shortly after puberty, in congruence with the general improvement of self-regulatory control and the maturation of prefrontal regions at this age. Evidence from volumetric and functional neuroimaging studies suggests that patients with TS frequently activate prefrontal cortices for tic suppression and that children with TS have enlarged prefrontal cortices. Moreover, the corpus callosum and interhemispheric axons seem to have a facilitating effect on the inhibitory influences of prefrontal portions of frontostriatal cicuits, thereby enhancing tic suppression. Thus, TS can be characterized as a disorder involving fronto-striatal circuits, with the striatum generating tics and the prefrontal cortex playing an important role for the adaptation to tics. Evidence illuminating the circuitry in TS will be contrasted to findings from recent neuroimaging studies in children with ADHD. In contrast to children with TS, children with ADHD have primary deficits of inhibitory control. Imaging studies have located these deficits further to the prefrontal portion of the frontostriatal circuits. Thus, neuroimaging studies of TS and ADHD point toward differing but related

underlying pathophysiologies. Improving our knowledge of the role of these circuits in specific disorders may help ultimately to improve treatment.

 

 

THE GENETICS OF TOURETTE SYNDROME AND RELATED DISORDERS

 

Althea Stillman, Brian O'Roak, Zelijka Krsnik, Kenneth Kwan, Yoav Kohn, Nenad Sestan, Angeliki Louvi, Matthew State, M.D., Ph.D., Child Study Center, Department of Genetics and Program on Neurogenetics M.D., Ph.D.

 

Despite considerable evidence for a genetic contribution, specific genes contributing to Tourette syndrome (TS) and related disorders have been difficult to characterize. Over the last several decades, it has become increasingly clear that TS and a related spectrum of conditions, including Chronic Tics, Tic-related Obsessive Compulsive Disorder (OCD), Tic-related Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD) and Trichotillomania (TTM) are clinically and genetically heterogeneous and likely involve both common and rare genetic polymorphisms. Our laboratory has identified rare variations in the gene SLITRK1 associated with TS (Abelson et al., 2005), and a subsequent study has implicated rare mutations in this gene in TTM (Zuchner et al., 2006). We will discuss our recent studies of the genetics, expression and function SLITRK1 with a particular focus on cortical-striatal-thalamic-cortical circuits. We will also consider the potential contribution of rare genetic findings to understanding the biology of complex common neuropsychiatric disorders such as TS.

 

 

Abelson JF, Kwan KY, O'Roak BJ, Baek DY, Stillman AA, Morgan TM, Mathews CA, Pauls DL, Rasin MR, Gunel M, Davis NR, Ercan-Sencicek AG, Guez DH, Spertus JA, Leckman JF, Dure LS 4th, Kurlan R, Singer HS, Gilbert DL, Farhi A, Louvi A, Lifton RP, Sestan N, State MW (2006). Sequence variants in SLITRK1 are associated with Tourette's syndrome. Science 310 (5746) 317-320.

 

Zuchner S, Cuccaro ML, Tran-Viet KN, Cope H, Krishnan RR, Pericak-Vance MA, Wright HH, Ashley-Koch A (2006).SLITRK1 mutations in trichotillomania. Mol Psychiatry (10):887-9

 

ABERRANT NEURAL OSCILLATIONS IN TOURETTE DISORDER: IMPLICATIONS FOR TREATMENT

James F. Leckman, M.D., Yale Child Study Center, New Haven, CT 06520-7900; F. Vaccarino, M.D.; M. Crowley, Ph.D.; L. Mayes, M.D.; D. Sukhodolsky, Ph.D.; K. Moran, Ph.D.; K. Walton, Ph.D.; A. Mantovani, M.D.; M. Hampson, Ph.D; R. King, M.D.; M. Bloch, M.D.; S. Lisanby, M.D.; R. Llinás, M.D., Ph.D.

Objective: This presentation reviews recent evidence that points to the role of aberrant neural oscillations in the pathogenesis of Tourette syndrome (TS). Methods: The available anatomic and electrophysiological findings in TS are reviewed in the context of an emerging picture of the crucial role that neural oscillations play in maintaining normal CNS function. Results: Neurons form behavior-dependent oscillating networks of various sizes and frequencies that bias input selection and facilitate synaptic plasticity, as well as the transfer and long-term consolidation of information. Coherent network activity is likely to modulate sensorimotor gating as well as motor acts. The Supplementary Motor Area may play a key role in orchestrating these oscillations.  When these networks are dysrhythmic, there may be a loss of control of sensory information and motor action. The known electrophysiological effects of medications, repetitive transcranial magnetic stimulation and surgical interventions used to treat TS likely have an ameliorative effect on these aberrant oscillations. A case can be made that successful behavioral treatments involve the willful training regions of the prefrontal cortex result an intracortical modulation of aberrant thalamocortical rhythms. Conclusions: A deeper understanding of neural oscillations may illuminate the complex, challenging, enigmatic, internal world that is TS.

 

Leckman JF, Vaccarino FM, Kalanithi PSA, Rothenberger A (2006). Tourette syndrome: A relentless drumbeat. J Child Psychol Psychiatry 47(6):537-50.

 

 

 

 


 

 

SUBSTANCE (MIS)USE DISODERS & ADDICTION IN YOUTH:
A PROBLEM OF SOCIETY AND SERVICES
Van der Gaag Rutger Jan MD PhD1,Christianne Couwenbergh MSc1,  Wim Van den Brink, MD PhD3 & Van Wijngaarden-Cremers, Patricia J.M.  MD 1&2
1 University Medical Centre St Radboud Nijmegen ‚Äì Karakter University Centre Child & Adolescent Psychiatry Nijmegen  2 Department of Addiction  & Developmental Psychiatry. Zwolse Poort GGz 3 Academic Medical Centre Amsterdam (AMC) Amsterdam Institute for Addiction Research (ARIAR) Addreess UMC St Radboud Nijmegen KUNC Reinier Postlaan 12, NL 6525 GC Nijmegen the Netherlands
P.vanWijngaarden@zwolsepoort.nl, or  R.vanderGaag@psy.umcn.nl
Substance abuse in Europe is a matter of great public concern. Illegal drugs (cocain, extasy, heroin, cannabis) receive a great deal of attention and are strongly associated with crime and social drop outs. Different countries have different approaches from liberal to restrictive. Figures do not support evidence for the superiority of either approaches. Legal drugs (tobacco and alcohol) are very popular in youth. There is over Europe a shift towards earlier consumption. But other addictions are a growing concern: gambling, internet addiction etc… Addiction is a developmental disorder in which genetic, early traumatization, current stress interplay with peer imitation behaviour and availability of substances. Child & Adolescent psychiatry has for too long ignored the problem of developmental psychopathology in addiction. In this presentation the importance of adolescent addiction psychiatry will be presented and it’s status through out different European countries.
As an introduction to this symposium on the consequences for developing adequate services and practice parameters for youngsters with dual diagnosis.

Have a solid idea of the problem of addiction in relation to developmental psychopathology.
And of the importance of specialized services and practice guidelines for this important group of adoelscents at great risk

 

SUBSTANCE (MIS)USE DISODERS & ADDICTION IN YOUTH:
DUAL DIAGNOSIS

Christianne Couwenbergh MSc1, Van Wijngaarden-Cremers, Patricia J.M.  MD 1&2 Bram Sizoo1&2 , Wim Van den Brink, MD PhD3 & Van der Gaag Rutger Jan MD PhD1
1 University Medical Centre St Radboud Nijmegen ‚Äì Karakter University Centre Child & Adolescent Psychiatry Nijmegen  2 Department of Addiction  & Developmental Psychiatry. Zwolse Poort GGz 3 Academic Medical Centre Amsterdam (AMC) Amsterdam Institute for Addiction Research (ARIAR) Address UMC St Radboud Nijmegen KUNC Reinier Postlaan 12, NL 6525 GC Nijmegen the Netherlands
P.vanWijngaarden@zwolsepoort.nl, or  R.vanderGaag@psy.umcn.nl
Objectives: This study aims at providing a specific pattern of risk factors of adolescents and young adults with a particular high-risk combination of heavy substance use and depressive symptomatology in order to establish treatment needs and to design preventive strategies.
Method: Data of a large representative community sample of youngsters (n=6.694; 12-24 years; 44% boys, 56% girls)in the Netherlands were used for this analysis. The survey contained information on many sociodemographic and psychosocial characteristics, as well as self-report items on emotional problems and substance use.
Results: Four groups were distinguished: (1) no problem group 66.0%; (2) heavy substance using group 12.2%; (3) depressive symptomatology group 17.3%; and (4) combined problems group 4.5%. Half of this combined problem group consisted of girls, a group that is normally underrepresented in clinical settings.
Youngsters with either heavy substance use or depressive symptomatology were generally less well off in sociodemographic and psychosocial terms than their healthy peers, but youngsters with combined problems seemed to combine the worst of both worlds.
Conclusion: The sociodemographic and psychosocial circumstances of adolescents and young adults with combined heavy substance using and emotional problems are very worrisome. The results highlight the need for preventive actions and multimodal treatment facilities to address the extensive problems these youngsters face. A serious limitation of the study is that disruptive behaviour was not assessed. Probably, an inclusion of such an assessment would seriously increase the percentage of youngsters with combined pathology with specific treatment needs.

SUBSTANCE (MIS)USE DISODERS & ADDICTION IN YOUTH:
A EUROPEAN PERSPECTIVE ON DUAL DIAGNOSIS AND SERVICES

Van Wijngaarden-Cremers, Patricia J.M.  MD 1&2 Christianne Couwenbergh MSc1,Bram Sizoo1&2 , Wim Van den Brink, MD PhD3 & Van der Gaag Rutger Jan MD PhD1
1 University Medical Centre St Radboud Nijmegen ‚Äì Karakter University Centre Child & Adolescent Psychiatry Nijmegen  2 Department of Addiction  & Developmental Psychiatry. Zwolse Poort GGz 3 Academic Medical Centre Amsterdam (AMC) Amsterdam Institute for Addiction Research (ARIAR) Address UMC St Radboud Nijmegen KUNC Reinier Postlaan 12, NL 6525 GC Nijmegen the Netherlands
P.vanWijngaarden@zwolsepoort.nl, or  R.vanderGaag@psy.umcn.nl
Substance abuse is a matter of public concern in all European countries. Addictive behaviour starts in early adolescence. But services for adolescents are often ill equipped to manage SUD problems in this age group. Moreover in many countries psychiatry, judicial systems, youth care and addiction units are poorly integrated. As dual diagnosis (SUD & psychopathology) in adolescents is more rule than exception (Couwenbergh et al. 2006) adolescents psychiatrists and workers on such units should be well prepared to admit, assess and treat youngsters with SUD and comorbidity. Most of the adolescents present with externalizing problems as conduct disorders or psychosis (drug abuse in prodromal schizophrenia). But SUD in developmental problems (ADHD and Autism Spectrum disorders) and youngsters with early traumatization (especially in girls) are poorly recognized.
We will give an overview of the organization of addiction services and the extent of substance use problems throughout the EU. And will pay special attention to the specific diagnostic and management issues involved when admitting youngsters with co-morbide SUD in adolescent psychiatric units, preferably addiction psychiatry units for adolescents.

PREVALENCE OF ADHD IN SUBSTANCE USE DISORDERS PATIENTS IN EUROPE
Geurt van de Glind M Sc (The Netherlands) –
Trimbos Institute
gglind@trimbos.nl
Abstract
In the Netherlands an intervention program for ADHD in addiction treatment centres was developed. The development and content of this program (screening, diagnoses and treatment) will be extensively presented.
An estimation of the prevalence of ADHD in SUD patients of addiction treatment centres in the Netherlands will be discussed.
Also prevalence rates from research in other European countries will be presented: Norway, England and Spain.
An international group of researchers, the International Collaboration on ADHD and Substance Abuse (ICASA) is developing the European ADHD and Substance use disorders Prevalence (EASP) study. The design of this study and its features will be presented.


 

OBSERVATION OF FETAL AND INFANT MOTOR BEHAVIOUR: A WINDOW FOR EARLY DIAGNOSIS OF DEVELOPMENTAL DISORDERS.  A SYMPOSIUM IN HONOUR OF ADRIANO MILANI COMPARETTI

Giovanni Cioni, University of Pisa and IRCCS Stella Maris

Adriano Milani Comparetti, the Florentine famous paediatrician, died about 20 years ago, leaving behind an enduring memory of his contribution to the fields of childhood rehabilitation and developmental paediatrics. Many of his pioneering ideas and observations have recently found confirmation by clinical and experimental findings. His potential contribution also to infant psychiatry is remarkable.
In particular, the papers presented during this symposium would illustrate how the observation of fetal and infant motor repertoire may represent, as suggested by Milani, a promising tool for a better understanding and diagnosis of some developmental disorders, including Rett syndrome and Autism.
The Utrecht group of child psychiatrists and obstetricians would summarize their studies on the effect of maternal stress on fetal behaviour and long term (school age) outcome. This line of research follows the naturalistic observations by Milani and his co-workers on fetal motility during an earthquake in the South of Italy.
The Austrian-Scottish group and the Georgian-Italian group will illustrate the early motor behaviour of young infants with Rett syndrome and with autism spectrum disorders, respectively, observed by means of the technique of motor observation, similar to Milani’s one, developed by Heinz Prechtl. Their data suggest subtle motor dysfunction precedes the overt signs of the disorders.
Finally, Adriano Ferrari from Italy, one of the last Milani’s pupils, would illustrate his living contribution to the field of childhood rehabilitation.
The discussant of the symposium, would firstly introduce to the audience Milani’s work in the framework of neurosciences at his time. He would then compare Milani’s contributions to the newer findings provided by basic and clinical neurosciences in the field of the early development of the central nervous system. Finally, he would stimulate the speakers and the audience to discuss the translational value for child psychiatrists of the researches presented during the workshop.

To discuss and to understand the importance of the observation of early motor behavior in their daily work with newborns and young infants, for evaluation of the development and for early diagnosis of developmental disorders

 

 

 

THE  EFFECT  OF  PRENATAL  MATERNAL  STRESS  ON  LEARNING  AND  MEMORY  AT  6  YEARS  OF  AGE
Mulder EJH, Gutteling BM, de Weerth C, Zandbelt N, Visser GHA, Buitelaar JK.
Dept. of Psychiatry, Radboud University Nijmegen, and Dept. of Perinatology & Gynaecology, University Medical Centre Utrecht, The Netherlands.
Objective: Recent studies indicate that pregnant women with high stress and anxiety levels are at higher risk for spontaneous abortion, increased fetal activity, preterm labour, and growth-retarded baby. Less is known about long-term functional disorders. We aimed to assess the association between psychological and physiological measures of prenatal maternal stress on learning and memory in 6-year-old children. Methods: Maternal stress was assessed during each trimester of pregnancy by means of self-administered questionnaires (life events, daily hassles) and salivary cortisol samples taken on each occasion. Learning and memory were tested in 112 children (50 boys, 62 girls) at 6.7 (± 0.7) years of age with the use of the Test of Memory and Learning (TOMAL). Results: There was a negative relationship between life events reported by the mothers in the first trimester of pregnancy and the child’s attention / concentration index, after controlling for potential confounders. Prenatal maternal cortisol levels had no significant effect on the TOMAL results. Conclusion: The findings suggest programming effects of early pregnancy stress on the fetal brain (hippocampus), resulting in attention and concentration problems in childhood.
References
Gutteling BM, de Weerth C, Zandbelt N, Mulder EJH, Visser GHA, Buitelaar JK.  Does Maternal Prenatal Stress Adversely Affect the Child\'s Learning and Memory. at Age Six? J Abnorm Child Psychol. 2006 Dec;34(6):787-96. Epub 2006 Oct 25.
Mulder EJH, Robles de Medina PG, Huizink AC, Van den Bergh BRH, Buitelaar JK,Visser GHA.  Prenatal maternal stress: effects on pregnancy and the (unborn) child. Early Hum Dev. 2002 Dec;70(1-2):3-14.

 

EARLY SIGNS IN RETT DISORDER:  DOES BEHAVIOURAL OBSERVATION LEAD TO AN EARLIER DIAGNOSIS?
Christa Einspieler , Peter B. Marschik, Alison M. Kerr*, Heinz F. R. Prechtl
Section of Developmental Physiology and Developmental Neurology, Institute of Physiology, Center for Physiological Medicine, Medical University of Graz, Austria; and *Department of Psychological Medicine, Academic Centre, Gartnavel Royal Hospital, Glasgow, Scotland, UK.
Objective: An apparently normal early development was one of the initial criteria for classical Rett syndrome. However, several investigators considered Rett syndrome to be a developmental disorder manifesting very soon after birth. Methods: Videos of 22 Rett cases were carefully assessed for movements, posture and behaviour during the first six months of life. All signs, which deviated from the normal standard, were recorded meticulously. Special attention was paid to the face, the hands and to body movements. Results: A detailed analysis clearly demonstrated an abnormal quality of general movements (100%), tongue protrusion (62%), postural stiffness (58%), asymmetric eye opening and closing (56%), abnormal finger movements (52%), hand stereotypies (42%), bursts of abnormal facial expressions (42%), bizarre smile (32%), tremor (28%), and stereotyped body movements (15%). Conclusion: Our study is the first to apply specific standardised measures of early spontaneous movements to Rett infants, proving conclusively that the disorder is manifest within the first months of life. Although not necessarily specific, the signs we have observed will be of value in alerting clinicians to the possibility of the diagnosis at an early stage when intervention is likely to be most effective.
References
Einspieler C, Kerr AM, Prechtl HF. 
Abnormal general movements in girls with Rett disorder: the first four months of life.Brain Dev. 2005 Nov;27 Suppl 1:S8-S13.
Einspieler C, Kerr AM, Prechtl HF.  Is the early development of girls with Rett disorder really normal? Pediatr Res. 2005 May;57(5 Pt 1):696-700.

 

GENERAL MOVEMENTS IN INFANTS WITH AUTISM SPECTRUM DISORDER
Helen Phagava1, Filippo Muratori2, Sandra Maestro2, Filippo Apicella2, Domenico Romeo3, Andrea Guzzetta2, Giovanni Cioni2
1 Laboratory of Child and Adolescent Health and Development, Georgian Academy of Sciences, Georgia
2 Department of Developmental Neuroscience, Stella Maris Scientific Institute, Italy
3 Child Neuropsychiatry Unit, University of Catania, Italy
Objective: A growing number of descriptions and observations indicate that there are peculiar motor features and disorders in infants and children who later develop Autism Spectrum Disorder (ASD).: We aimed to check the hypothesis whether children with ASD have had changes in General Movements (GMs) during the infancy. Methods: A retrospective video analysis was performed of the family home movies provided by parents of 20 infants with ASD referred to the Unit for Pervasive Developmental Disorders of the Stella Maris Scientific Institute, Italy. Only those sequences (n=70) were analysed where the infant appeared in supine position with all limbs visible during active wakefulness, without excessive crying (the age limit was up to 21 weeks). A control group of normal infants (n=20) matched for age with ASD subjects and recorded in similar conditions was also analysed. Two independent observers assessed the cases in blind. Their results were compared. The retrospective labelling of the GMs’ changes was performed in case of the coincidence of the observers’ answers. Results: Out of 40 cases and 70 sequences, identical scoring was obtained for 31 (77.5%) cases and 57 (81.4%) sequences. In the ASD group, movements could be assessed at fidgedy age (6-18 weeks post-term) in 17 cases. 15 out of them showed Absent or Abnormal Fidgety Movements (AFMs) pattern  In the control group the deviation from the normal FMs was not observed. Conclusion: Our preliminary results indicate that infants with ASD show GMs pattern in the first weeks of age different from that of normal infants. Necessity of further investigations in this direction is substantiated.
References
H.Phagava, F.Muratori, S.Maestro, A.Guzzetta, G.Cioni. Retrospective Analysis of General Movements in Infants with Autism Spectrum Disorder: a Pilot Study. European Journal of Neurology 12 (Suppl. 2), 239240 (2005).
C.Einspieler, H. F. R. Prechtl, A. F. Bos, F. Ferrari, G.Cioni  Prechtl\'s Method of Qualitative General Movement Assessment. CDM No. 167  Cambridge Press  (2005)

 

THE INNOVATIVE CONTRIBUTION OF MILANI COMPARETTI ON THE GROUND BREAKING IDEAS IN CHILD REHABILITATION
Adriano Ferrari
Dept. of Neurosciences, University of Modena and Reggio and Children Rehabilitation Unit, S.Maria Nuova Hospital, Reggio Emilia, Italy
Background: Milani sustained the continuity of personal identity development starting from the foetal stage through the continuous reciprocal interaction with the environment. His model allows for the overcoming of cartesian body/mind dualism and permits the study of mental features in a biological structure. The intentional creation of Self as well as the development of relational aptitude can be explained through the ontogenetic study of motor function and its epigenetic construction. The innate learning mechanism is integrated into the whole personal and interpersonal system and cannot therefore be reduced only to its interaction with the emotional system. Main points: Cerebral palsy can represent an explicit model to explore the reciprocal influence of motor, perceptual and intentional components on the development of adaptive functions. The interpretation of the pathological motricity can not be based only on pattern analysis, but also has to take into consideration what the child experiences and thinks in an anticipatory proactive manner (feed forward) rather than in the subsequent one (feedback). Prospective: Rehabilitation has to consider palsy as a active process of interrelation with a specific environment (physical, social, cultural) performed by a child with limited neurological resources in which the models offered by society, the affordances presented by the environment are just as determinant as the residual resources possessed by the individual. The strength of Milani was his know-how to transform an unfinished and therefore incomplete child into a purposeful and autopoietic person.
References
Milani Comparetti A. (1986) Fetal and Neonatal Origins of Being a Person and Belonging to the World.  Maturation and Learning, The Italian Journal of Neurological Sciences, 5, 95-100, (1986),
Milani Comparetti A. The Neurophysiologic and Clinical Implications of Studies on Fetal Motor Behavior.
Seminars in Perinatology, 5, 183-189  (1981)


 

ABSTRACT – SERGE LEBOVICI LECTURE

 

 

 

 

A partir du travail de pionnier du Professeur Serge Lebovici seront développées les nouvelles perspectives apportées par les neurosciences sur la continuité du développement de l’enfance à l’âge adulte et les risques de rupture de ce développement. Ces nouvelles recherches permettent de mieux comprendre la place respective de psychothérapie et des psychotropes.

 

 

Professeur Philippe JEAMMET

F - PARIS


 

Clinically effective treatments for PTSD in children and adolescents: individual and group formats.

 

 

By

 

William Yule

Emeritus Professor of Applied Child Psychology

Institute of Psychiatry King’s College London

 

 

            Investment in both understanding and responding to stress reaction in children and adolescents lags far behind that made to adults.  Even so, the past twenty years has witnessed a growth in studies that show considerable promise.  In 2005, the UK National Institute for Clinical Excellence (NICE) undertook a systematic review of the world literature and concluded that Trauma Focused Cognitive Behaviour Therapy could be recommended and also that EMDR should be considered.  NICE also concluded that medication had little role to play. 

 

            This paper will examine the studies of TF-CBT and EMDR as well as consider what needs to be done in mass disasters and emergencies.  It will be argued that because there are not yet many naturalistic and follow-up studies of children after disasters, there is still a need to develop more targeted interventions.  A better understanding of how to strengthen resilience, for example, or how to boost effective social support, are among issues to be considered. Recent studies on the cognitive processes involved in PTSD have implications for therapy and some findings from these will be presented.

 

            There are a number of emerging therapies that should be investigated as a matter of urgency.  These should include Narrative Exposure Therapy and Structured Writing Therapy.

 

            There is a great need for all child and adolescent mental health services to prepare themselves to respond to the needs of large populations following natural disasters such as floods and earthquakes, war and terrorism.  Traditional individual therapeutic techniques have little place, even if they were shown to have any worth while effect.  Instead, group interventions led by para-professionals with limited supervision need to be considered. This, in turn, has implications for contingency  planning across Europe as disasters and terrorism know no boundaries.


 

Colette CHILAND

Professeur émérite à l’Université René Descartes de Paris

 

 

IS THE CHILD AND ADOLESCENT PSYCHIATRIST BRIDGING GAPS ?

 

            Yes, the child and adolescent psychiatrist is bridging gaps. Which gaps ?

            The gap between normality and pathology, but it depends on his/her conception of pathology.

            The gap between ages. He/she must identify both with the child and the parents and understand the suffering of each one.

            The gap between sexes. But he/she must have worked through a certain number of prejudices.

            The gap between mind and body. “Everything goes through the brain, and nothing through the halo” (Julian de Ajuriaguerra).

            The gap between cultures. He/she must get mastery over ethnocentrism.

            It is a hard task which needs work, dedication and wisdom.


 

 

 
Firenze, 28.08.2007 "SUICIDAL BEHAVIOUR IN CHILDREN AND ADOLESCENTS"; Sede:PALAZZO AFFARI /CONGRESSI - P.ZZA ADUA 1; Info:cristina.uzzo@escap-net.org   ; Fees=euro 250,00.

Chaired by Dr. Alan Apter (Israel) on August 28th, Tuesday

·                  Title

Suicidal Behaviour in Children and Adolescents

·                  Speakers

Alan Apter, University of Tel Aviv
David Brent, University of Pittsburgh
Paul Corcoran National Suicide Research Foundation, Ireland
Gil Zalsman, University of Tel Aviv
Robert King, Yale University

·                  Agenda

09:00-09:30 Definitions of the various types of suicidal behaviour (Apter) 
09:30-10:30 Epidemiology (Corcoran)  
10:30-11:00 Break
11:00-13:00 Risk factors including psychiatric illness; alcohol and drug use; family and genetic factors; biological factors; personality and psychodynamic factors (Apter and Zalsman)
13.00-14:00 Lunch
14:00-15:00 Assessment of the suicidal child and adolescent (King)
15:00-16:30 Prevention and treatment (Brent)
16:30-17:00 Post-vention (Brent)

Abstract:

 

1.    Definitions: Suicide behaviors cover a wide spectrum of behaviors. The relationships between these different behaviors are complex and are the subject of much speculation and research. The behaviors covered in this part of the talk will include: suicidal ideation, suicidal threats, suicidal gestures, non- medically serious suicidal attempts, medically serious suicide attempts and completed suicide. There will also be an attempt to define self cutting and self mutilation.

2.    Psychiatric and psychological Risk Factors: This part of the talk will include a discussion of the psychopathologies associated with suicide, mental pain, problems of self disclosure, rumination, mood dysregulation, autobiographical memory and the various personality constellations related to suicidal behavior-narcissism, impulsive-borderline and demoralization. There will also be a discussion of the relationship between suicidal behavior and other high risk behaviors.


 

Abstract: Adolescent Suicide: Assessment and Management. The most salient proximal and distal risk factors for adolescent suicide will be reviewed, along with an approach to their incorporation into an assessment of suicidal risk. The evidence base and “best practice” approach to the clinical management of the suicidal adolescent will be reviewed, included the development of a safety plan, treatment of concomitant psychiatric disorders, and pharmacological and psychotherapeutic approaches to the reduction in suicidal risk will be discussed.

 

 

 

 

 

 

 

 

Abstract: The Aftermath of Suicide: Lessons from Loss.  The empirical studies on the  impact of the suicide of a friend, sibling, or parent on children and adolescents will be reviewed with regard to the incidence of depression, PTSD, complicated grief, and the predictors thereof, including the circumstances of the  death and the quality of relationship with the deceased. The role of a suicide in triggering suicidal behavior in the friends, siblings, and children of parental suicides will also be reviewed. On the basis of these findings, recommendations for supporting and treating children and adolescents bereaved by suicide and on the prevention of suicidal contagion will be offered.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Bergamo, 5.10-14.12.2007 "DALLA PRIMA CONSULTAZIONE PSICOANALITICA COL PAZIENTE ADULTO ALL' AVVIO DI UN ESPERIENZA DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA";

Sede: BERGAMO, VIA LAPACANO 8; Info: nuovo_copernico@Yahoo.it; Fees= euro 150,00.

 

NUOVO COPERNICO

CENTRO PER LA RICERCA PSICOANALITICA INDIVIDUALE E DI GRUPPOù

BERGAMO

 

Titolo dell’ Evento:

Dalla prima consultazione psicoanalitica col paziente adulto all’avvio di una

esperienza di psicoterapia psicoanalitica.

1° modulo di incontri clinici per psicologi e psicoterapeuti

 

 

Durata del 1° modulo:

8 incontri di gruppo , della durata di 90 minuti, a cadenza quindicinale.

Data di inizio: 

venerdi 5 ottobre 2007, dalle ore 18 alle 20.

Conduttore del Gruppo:

Dott. Claudio Donadoni. Medico psicologo.

Formatore

Psicoanalista membro della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica (S.I.P.P.).

Presidente del Centro “Nuovo Copernico” di Bergamo

A chi sono rivolti gli incontri

-         Agli  psicologi e agli  psicoterapeuti  che abbiano avviato da poco tempo le loro prime consultazioni e i primi trattamenti di sostegno psicologico o di psicoterapia ad orientamento psicodinamico o che  desiderino affinare la comprensione del paziente  attraverso l’ utilizzo della metodologia psicoanalitica;

-         E’ prevista una ristretta partecipazione  ad alcuni professionisti che utilizzano la relazione come strumento di comprensione  e di aiuto in alcuni contesti sociali ed educativi. 

Obiettivo degli incontri clinici:

-         offrire momenti di confronto clinico ai partecipanti;

-         aumentare nel gruppo la comprensione del paziente,  delle sue difficoltà, delle sue richieste e delle motivazioni che lo hanno portato alla consultazione con lo psicoanalista. 

-          Costruire le basi per una alleanza terapeutica  col paziente e per il successivo avvio  della terapia.

La metodologia di lavoro 

Il lavoro di gruppo avrà un taglio essenzialmente pratico-clinico e verterà sulla

presentazione e la discussione in gruppo del materiale clinico che di volta in volta verrà portato dai partecipanti.

 

 
Roma, 22.09-15.12.2007 "CON BION NELLA STANZA D’ANALISI. LAVORO PSICOANALITICO CON BAMBINI, ADOLESCENTI E GENITORI";

Sede: ROMA VIA DELLE COPPELLE 35; Info: info@aippiweb.it AIPPI@ASSAIPPI.191.IT ; Fees= euro 180,00.

A.I.P.P.I.   

ASSOCIAZIONE ITALIANA DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA INFANTILE

Via Alessandria 130 – 00198 ROMA

TEL/FAX 06.4404001  E-MAIL aippi@assaippi.191.it

www.aippiweb.it

 

Membro European Federation of Psychoanalytic Psychotherapy (E.F.P.P.)

Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica per bambini, adolescenti e genitori Riconoscimento MIUR D.M. 31.12.1993, L. 56/89, art.3

 

Programma, curricula e abstract

 

Corso di aggiornamento

Con Bion nella stanza d’analisi.

Lavoro psicoanalitico con bambini, adolescenti e genitori

 

 

22 SETTEMBRE – 24 NOVEMBRE – 15 DICEMBRE 2007

 

PALAZZO BALDASSINI VIA DELLE COPPELLE 35

ROMA

 

 

22 SETTEMBRE 2007

8,30-9,30 GIOVANNA MARIA MAZZONCINI

Introduzione al tema e presentazione dei lavori

 

Abstract

Attraverso una sintetica rassegna dell’opera di W.R. Bion saranno introdotti i lavori del corso.

Un particolare riferimento sarà dedicato all’influenza della teorizzazione psicoanalitica di Bion rispetto alla specificità della psicoterapia psicoanalitica dell’età evolutiva.

 

9,30-10,30 LUISA CARBONE TIRELLI

“L’influenza del pensiero di Bion nel lavoro analitico in età evolutiva”

 

Abstract

Si illustreranno alcuni concetti di Bion che diverranno punti di riferimento e di ulteriore elaborazione di teoria e di teoria della tecnica per i trattamenti psicoterapeutici in età evolutiva. In particolare ci si soffermerà sul concetto di Funzione alfa, sull'estensione del concetto di Identificazione proiettiva e sulla considerazione delle Emozioni come legami. A proposito di quest'ultimo si considererà il rilievo che assume l'Istinto epistemofilico e la qualità emotiva della conoscenza, Fattore K anche attraverso i concetti di contenitore-contenuto e di reverie. L'esplorazione della relazione del bambino con il seno materno permette, attraverso essi, di produrre delle rappresentazioni isomorfe della relazione con il paziente nel setting analitico.

 

10,30-11,30 Dibattito e interventi dei partecipanti

 

11,30-12,30 LORENZO IANNOTTA

“Linking: costruzione e trasformazione dei legami nel processo psicoanalitico”

Abstract

“Attacchi al legame” di W.R. Bion, pubblicato nel 1959, rappresenta una pietra miliare nella letteratura psicoanalitica in quanto propone una ulteriore specificazione del concetto di identificazione proiettiva, intesa come comunicazione, specificazione che ha avuto rilevanti conseguenze sul modello dello sviluppo del pensiero e della pensabilità e sulla riflessione relativa al cambiamento in analisi.

Attraverso l’analisi del saggio si intende prendere in esame, anche con esemplificazioni cliniche, situazioni in cui il paziente opera attacchi all’attività mentale in modo che i legami risultano aboliti, attacchi che compromettono il processo di cambiamento in analisi.

Una particolare attenzione è riservata al ruolo della risposta dell’analista in seduta, ritenuta fondamentale per la ‘costruzione dei legami’ e della funzione di ‘costruire legami’.

 

12,30-13,30 Dibattito e interventi dei partecipanti

 

 

24 NOVEMBRE 2007

8,30-9,30 GIOVANNA MARIA MAZZONCINI

Introduzione al tema e presentazione dei lavori

Abstract

Saranno introdotti i concetti sviluppati da W.R. Bion rispetto ai gruppi e alla gruppalità della mente, ai diversi e contemporanei livelli di funzionamento dell’individuo e del gruppo.

 

9,30-10,30 GIORGIO CORRENTE

“Complementarietà tra diverse funzioni della personalità”

Abstract

Il seminario si propone per un ampio dibattito su alcuni temi post-bioniani in particolare relativi alla Funzione alfa dell'individuo (W. Bion) e alla Funzione gamma del gruppo (F.Corrao), alle loro relazioni ed alle possibili complementarietà.

Sono molti gli esempi nella clinica psicoanalitica ed in particolare di quella del piccolo gruppo a funzione analitica dove queste funzioni si intrecciano creando diversi esiti negli individui, nei gruppi e nel processo analitico stesso.

Vedremo insieme alcuni di questi esempi tratti dal lavoro quotidiano con i pazienti, con gruppi privati e quelli in ambito istituzionale (comunità terapeutiche per pazienti gravi, reparti di prematuri ed altri).

I partecipanti potranno portare brevi esemplificazioni cliniche con la finalità di arricchire la discussione.

 

10,30-11,30 Dibattito e interventi dei partecipanti

 

11,30-12,30 GIOVANNA MARIA MAZZONCINI

“Dimensioni della mente: dal gruppale all’individuale”

Abstract

Il seminario si propone una rivisitazione dei concetti di gruppalità e di campo allargato partendo dall'esperienza Bionana dei gruppi e cercando di collegarla al lavoro con i genitori e la famiglia nella psicoterapia psicanalitica infantile.

I collegamenti  con i concetti di trasformazione e di  funzione alfa in contrappozizione con gli assunti di base di un gruppo permetteranno di approfondire i due diversi stati mentali e di sottolineare l'arduo compito dell'analista, coinvolto in tale conflitto, nell'esercitare la sua funzione analitica.

 

12,30-13,30 Dibattito e interventi dei partecipanti

 

 

15 DICEMBRE 2007

8,30-9,30 GIOVANNA MARIA MAZZONCINI

Introduzione al tema e presentazione dei lavori

Abstract

Sarà introdotta l’influenza che l’opera di Bion ha determinato nei programmi dei trainings psicoanalitici: saranno ripresi i concetti basilari di “apprendere dall’esperienza”, “capacità di pensiero negativo” e “senza memoria e desiderio”.

 

9,30 – 10,30 GIULIANA LISA MILANA

“Apprendere e trasmettere la conoscenza psicoanalitica”

 

Abstract

Partendo dalla discriminazione di W.R. Bion tra "fare psicoanalisi" e"parlare di psicoanalisi" verranno considerati i vari aspetti e la funzione che ciascuno di essi ha lungo il percorso formativo.

Saranno individuati e messi a confronto i caratteri dei trainings, così come si sono venuti formando e trasformando nel tempo.

 

10,30-11,30 Dibattito e interventi dei partecipanti

 

11,30-12,30 GIULIANA LISA MILANA

“Problemi attuali del training dello psicoterapeuta dell’età evolutiva”

Abstract

I compiti e i problemi di una scuola di psicoterapia oggi: interfaccia tra la cura dell'evoluzione personale e interna di ciascuno studente e la funzione di garante nei confronti della comunità professionale e delle istituzioni pubbliche.

 

 

12,30-13,30 Dibattito e interventi dei partecipanti

 

13,30-13,45 Verifica di apprendimento

 

Per informazioni:

A.I.P.P.I.

Via Alessandria 130 – 00198 ROMA

TEL/FAX 06.4404001  E-MAIL info@aippiweb.it

www.aippiweb.it

 

 

 

 
Bari, 28-29.09.2007  "DINAMICHE PSICOSOCIALI NEL GRUPPO ANALITICO ALLARGATO";

Sede: FORTINO, SALA S. ANTONIO - BARI; Info: ilcerchio-onlus@libero.it HNDERI@TIN.IT ; Fees= euro 80,00.

 

WORKSHOP ANALITICO

DINAMICHE PSICOSOCIALI

NEL GRUPPO ANALITICO ALLARGATO

BARI – 28/29 SETTEMBRE 2007

FORTINO - SALA S. ANTONIO

 

 

 

 

DOCENTI CONDUTTORI

 

 

Stocchi Luciana : responsabile del corso

 

 
Padova, 28-29.09.2007 "LA DOMANDA DI AIUTO DEGLI ADOLESCENTI:INTERPRETAZIONE E RISPOSTE";

Sede: PADOVA-OSPEDALE CIVILE-VIA GIUSTINIANI,6; Info: mirellab25@hotmail.com ; Fees=euro 100,00.

 relatori :

MIRELLA BALDASSARRE,  CIANCIUSI   LORENZO, GILLIERON     Edmond, ALESSANDRA CAPANI, Piero Petrini, Enrico Stenico, ANNAMARIA MANDESE, ANITA CASADEI , Lenio  Rizzo, Nicoletta Visconti.

C.  DESMAREZ-FRISCH (La doctoresse Christine Frisch-Desmarez est pédopsychiatre, psychanalyste, membre de la Société Belge de Psychanalyse. Elle exerce au Luxembourg en pratique libérale et travaille comme consultante dans différentes institutions pour enfants placés par le tribunal de la jeunesse. Elle est formatrice au Luxembourg et en Belgique).

 S.FRISCH (Le docteur Serge Frisch est psychiatre, psychanalyste, membre titulaire de la Société Belge de Psychanalyse, il est formateur et superviseur au Luxembourg).

 

 

 
Verona, 13.10.2007 "LO SPETTRO DELLA PSICOANALISI”;

Sede: CENTRO CULTURALE “G. MARANI” OSPEDALE CIVILE MAGGIORE BORGO TRENTO P.LE A. STEFANI,1 VERONA; Info: antecchi@reprint.it ITINERARIPSICO@LIBERO.IT ; Fees= euro 75,00.

                                        XI° CONVEGNO

 “LO SPETTRO DELLA PSICOANALISI”

            Verona, 13 ottobre 2007 Centro culturale “G. Marani” Ospedale civile di   Borgo                      Trento, via Delellis, n°1,  

 

L’Associazione Itinerari Psicoanalitici organizza questo undicesimo evento, rivolgendosi a psichiatri (numero previsto150) e psicologi (numero previsto150) che hanno un background psicoanalitico e che sono impegnati professionalmente come psicoterapeuti in differenti contesti (individuale, famiglia, gruppo, istituzione).

Il seminario si inserisce nell’aggiornamento professionale per l’esercizio dell’attività di psicodiagnostica e psicoterapia e ha come obiettivo l’acquisizione  di conoscenze teoriche utilizzabili nell’ambito clinico.

La scelta del titolo dell’XI° Convegno è insieme enigmatica e provocatoria e vuole essere uno stimolo a riflettere sull’importanza  del movimento psicoanalitico nel quadro socioculturale in cui ci troviamo ad operare  e sulla consapevolezza dei suoi contributi e dei suoi limiti.

Già Sigmund Freud ne IL disagio delle civiltà del 1929 aveva sottolineato  l’interconnessione delle varie culture e la diversità delle risposte  a quella “peste”che la psicoanalisi avrebbe portato.

Molte sono le domande che ci hanno portato a immaginare il tema di questo convegno:

” la psicoanalisi che pratichiamo ha ancora un legame con quella  praticata   classicamente anni fa?

Vivendo in un mondo in cui i concetti di spazio e di tempo sono così cambiati, cosa è cambiato nei nostri studi?

Quali sono le domande che ci vengono dai pazienti e quali le nostre risposte?

Le tecnologie, l’informatica come sono entrati nei nostri studi e come hanno trasformato il nostro linguaggio?

Quali gli apporti delle neuroscienze, come valutare i fantasmi?.....”

L’evento avrà luogo  il 13 ottobre 2007 nella sala  “G. Marani” dell’Ospedale civile di Borgo Trento, via Delellis, n°1, Verona

Si svolgerà in due sessioni:dalle 8,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 17,30.

Il materiale consegnato ai partecipanti è costituito dagli Atti e da una bibliografia sui temi

presentati.

Il metodo di verifica dell’apprendimento e l’indice di gradimento sono contenuti nel

questionario compilato dai partecipanti alla fine della giornata di studio

Responsabile scientifico dell’evento è il dottor Alessandro Bonetti psichiatra,psicoterapeuta. Chairman dell’evento la Dott.ssa Liliana Cunico e Dott. Sandro Panizza psicoanalista SPI.

Si tratta di una conferenza clinico-patologica con presentazione di  alcune relazioni tenute dai dottori:

Prof. Fausto Petrella Psicoanalista Didatta S.P.I. Pavia: I disagi e i vantaggi della psicoanalisi nella postmodernità

 

Prof. Gherardo Amadei Psicoanalista S.P.I. Milano: Dall’astinenza alla sintonia: emozioni nella stanza d’analisi

 

Dott. Giovanni Foresti  Psicoanalista S.P.I. Pavia: La bilogica delle organizzazioni sociali.

 

Dott.ssa Maria Teresa Aliprandi Psicologa Psicoterapeuta, Docente Area G., Milano e la Dott.ssa Gemma Pompei Psicologa Psicoterapeuta, Trento : Quale spazio nel pensiero psicoanalitico di ieri e di oggi.

Anche quest’anno, come nostra tradizione, abbiamo scelto come “laico” un collega di  Verona, il Dott. Enrico Reo Psicologo Psicoterapeuta con una lunga esperienza di Teatro, che presenterà una relazione dal titolo Disarmonie – Luoghi della mente

 

Nei mesi successivi,nell’ambito della consueta attività di formazione e di aggiornamento, l’Associazione si propone di continuare la discussione di questo tema  con i colleghi, in seminari a numero limitato.

 

ABSTRACTS DEI LAVORI

 

Dott. Giovanni Foresti: La bilogica delle organizzazioni sociali.

La relazione discuterà alcuni modelli concettuali della psicoanalisi che si sono dimostrati utili per comprendere la dinamica psicosociale delle istituzioni. Il riferimento alla teorizzazione di Ignacio Matte Blanco – ossia il tema della ‘bilogica’ del funzionamento psichico – verrà utilizzato per comprendere uno degli aspetti più complessi e sfuggenti della concettualizzazione bioniana: la compresenza/interazione di fantasmi/fantasie gruppali (gli “assunti di base”) e di logiche orientate al perseguimento del compito primario dell’istituzione (il funzionamento del “gruppo-di-lavoro”). Solitamente simboleggiata con una freccia bidirezionale (Û), quest’idea è quella che spinse Bion a postulare la necessità di una “visione binoculare” ed è all’origine di uno dei modelli concettuali oggi più diffusamente impiegati, ossia la funzione di contenitore dei dispositivi istituzionali e l’interazione reciprocamente determinante fra contenitori e contenuti psichici. La relazione discuterà l’ipotesi che la teorizzazione psicoanalitica sulle istituzioni sia molto disturbante, poiché insiste nel sottolineare il carattere insieme instabile e determinante, pervasivo ed elusivo delle dinamiche gruppali. Soggette alla bilogica dell’interazione fra ‘assunti-di-base’ e ‘gruppo-di-lavoro’, esse sono infatti all’origine dei complessi rapporti che intercorrono fra ambiguità istituzionale, conflitti intra- e inter-psichici e trasformazioni organizzative. Le esperienze discusse sono esempi di consulenza e di supervisione psicoanalitica nelle istituzioni.

 

Dott.ssa M.T. Aliprandi, Dott.ssa M.G.Pompei : Bambino e Adolescente : quale spazio nel pensiero psicoanalitico di ieri e di oggi.

La storia del pensiero psicoanalitico ha tracciato diversi profili del bambino e dell’adolescente.

Nel passato, li ha costruiti prevalentemente sulle memorie degli adulti. Il fascino dell’osservazione diretta era presente,ma episodico e funzionale alla costruzione della teoria principale.

I contributi della ricerca sperimentale ed il lavoro sul campo, sono stati  circoscritti e guardati con diffidenza fino alla prima metà del secolo scorso.

La psicoanalisi del bambino e dell’Adolescente  aveva limitato “permesso di soggiorno”, in patria .

I cambiamenti sociali , la ricerca scientifica sistematica ed il lavoro sul campo hanno avuto una forza dirompente  su molti concetti, imponendo un’ ampia riflessione .

La psicoanalisi del bambino e dell’adolescente ha tracciato nuove morfologie.

 

Dott. Fausto Petrella :­ I disagi e i vantaggi della psicoanalisi nella postmodernità

Alla psicoanalisi compete il compito di una riflessione critica sulla propria posizione entro il quadro sociale e culturale del presente. Soprattutto si dovrebbero considerare gli effetti sulla psicoanalisi dei grandi sconvolgimenti che hanno caratterizzato la storia del Novecento.

Un' operazione critica del genere può essere difficile.

La psicoanalisi stessa è insomma un prodotto della "civilizzazione", e in linea di principio essa

dovrebbe considerarne gli effetti anche su sé medesima.

In base a queste considerazioni esaminerò qualche punto rilevante degli effetti della importazione dell "'estemo" entro le nostre teorie, e il suo impatto sugli stili cognitivi della psicoanalisi.

Esporrò, per punti successivi, una serie di momenti decisivi, spesso tra loro embricati, dell' influenza di queste trasformazioni sui nostri assetti teorici e clinici:  l'idea di Io e di inconscio, i cambiamenti nella psicosessualità e nella Sexualtheorie, i mutamenti delle forme nosologiche, l'effetto del bisogno di sicurezza sulla teoria, le incertezze circa la finalizzazione dei processi psichici e della terapia, i problemi identitari connessi, l'impatto del1e nuove tecnologie sulla prassi clinica della medicina e anche della psicoanalisi.

 

Prof. Gherardo Amadei : dall’astinenza alla sintonia: emozioni nella stanza d’analisi

La rivisitazione del concetto freudiano di astinenza servirà come spunto per mostrare che solamente il modello psicoanalitico orientato dall’infant research è in grado di dare tempo e spazio idonei alle emozioni e che è il riconoscimento di queste a costituire il passaggio chiave della cura.

Verranno presentati il modello teorico e di ricerca sui Sistemi Viventi di Louis Sander, insieme alle applicazioni cliniche del Boston Change Process Study Group e in generale della psicoanalisi ad orientamento relazionale.

 

Dott. Enrico Reo

La psicanalisi ha sempre cercato d’analizzare l’arte, interpretandone i valori simbolici, facendone usi metaforici. La musica, come altre forme artistiche, letta attraverso i pensieri e le immagini di alcuni compositori jazz ci offre l’opportunità di prendere contatto con quelle forma di pensiero che divengono organizzatrici del vuoto, una cornice che circonda un vuoto, un silenzio.

 

 

 
Verona, 22.09-15.12.2007 “DIVENTARE UOMO. DIVENTARE DONNA. LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ” “DOPO IL CONVEGNO”: SEMINARI DI STUDIO E APPROFONDIMENTO CLINICO.(SECONDA PARTE). Sede: CENTRO CULTURALE “G. MARANI” OSPEDALE CIVILE MAGGIORE BORGO TRENTO P.LE A. STEFANI,1 VERONA

Info: ITINERARIPSICO@LIBERO.IT Fees= euro 100,00.

“Diventare Uomo. Diventare Donna. La Costruzione Dell’identità”

             “Dopo il convegno”: seminari di studio e approfondimento clinico(seconda parte).

                                    Verona, 22-09-2007 / 15-12-2007      

 

Il decimo convegno dal titolo  “Diventare uomo,diventare donna. La costruzione  dell’identità” si è tenuto a Verona il 28 ottobre 2006 e ha avuto come obiettivo l’acquisizione  di conoscenze teoriche  e cliniche  nell’ambito del problema dell’identità.

Il tema si è inserito nel programma di aggiornamento professionale per l’esercizio dell’attività di psicodiagnostica e psicoterapia organizzato dall’Associazione Itinerari Psicoanalitici ed è stato accolto con molto interesse.

Su richiesta dei partecipanti ci siamo proposti di continuare la discussione in piccoli seminari a tema nei quali esperti psicoanalisti ci aiuteranno a riconoscere  i vari aspetti dell’identità e del processo identitario all’interno del materiale clinico.

In particolare ci proponiamo di  approfondire alcuni problemi dell’identificazione sessuale e personale che sono emersi sia nel convegno che nel corso di seminari sull’adolescenza e che ci sono sembrati di grande importanza ma anche di difficile utilizzazione clinica a causa della molteplicità e dell’unicità di ciascun percorso identitario e della difficoltà a cogliere temi e modelli comuni di riferimento.

La domanda fondamentale sembra potersi sintetizzare in una frase del dottor Zucconi: “ Essendosi spostato il baricentro dai livelli edipici a quelli pre-edipici dello sviluppo, quanto converge e quanto diverge il cammino che il bambino e la bambina percorrono per emergere da stati indifferenziati della mente fino a conquistare una coscienza di sé collocata in  un corpo maschile oppure femminile?”

Attraverso i nostri incontri di studio, ci proponiamo di apprendere una metodologia sul campo e  di trovare risorse intellettuali e creative capaci di guidarci nella scelta dei percorsi terapeutici, in accordo con gli obiettivi nazionali di formazione alla psicoterapia e alla psicologia clinica.

 

Il gruppo di lavoro funziona con la metodologia della “discussione e supervisione di casi clinici in piccolo gruppo” e  si svolge nei modi e nei tempi seguenti:

 

-         prima parte della giornata: uno o più colleghi presentano situazioni cliniche particolarmente problematiche e rilevanti per il tema proposto. Il materiale ,sconosciuto agli altri colleghi viene trattato in tutti i suoi aspetti (storia, osservazioni,storia del trattamento, motivazione della supervisione,presentazione di  materiale delle sedute) e il gruppo discute il materiale, pone delle domande,formula delle ipotesi. (8.30-10.30)

 

-         seconda parte della giornata: il conduttore supervisiona il materiale, approfondendo i contenuti teorici e presentando possibili modelli di trattamento. Generalmente sono stati presi accordi precedenti con il supervisore che presenta un commento teorico-clinico e fornisce materiale bibliografico.(10.40-13.40)

 

La  formazione attraverso la supervisione è ormai un’acquisizione ben codificata e  sicuramente la più efficace per sviluppare una competenza clinica e stimolare quel lavoro della mente che rende possibile la cura psicologica; inoltre l’integrazione con le conoscenze teoriche consente il formarsi di un terreno comune di riferimento e di discussione e la possibilità per i colleghi di avere  uno scambio e una collaborazione che si estende a tutto il loro lavoro professionale. 

Gli incontri hanno le seguenti date:

 

·               22 settembre 2007, Dottor Pietro Roberto Goisis

Psicoanalista SPI e IPA

“ Forse sono omosessuale……Identità e scelte sessuali in adolescenza”

A partire dalla domanda e dal dubbio che alcuni adolescenti si pongono nel corso del loro sviluppo psicofisico, viene affrontata la problematica della sessualità e dell’identità:dopo un breve excursus all’interno delle teorie dello sviluppo si prenderanno in considerazione delle problematiche specifiche attraverso esemplificazioni con casi clinici. Sarà data una attenzione particolare alla relazione con i genitori nell’affrontare e gestire il rapporto con l’adolescente in via di definizione identitaria

 

·               15 dicembre,2007 Dottor Maurizio Freschi

Medico psicoanalista SPI e IPA

“ Percorsi al limite”

In molti casi si assiste ad una impossibilità di abitare la propria realtà sessuale biologica e a modificarla con il desiderio di assicurarsi la sopravvivenza della psiche.   Siamo di fronte alla falsificazione della realtà interna  come nel paziente perverso che manipola a suo comodo la realtà concreta  per sostituire la realtà psichica interiore  o a nuclei narcisistici infantili irrisolti..o…. abbiamo a disposizione altri modelli?

 

 

I seminari di aggiornamento si svolgeranno il sabato mattina presso il Centro culturale “G. Marani” Ospedale Civile Maggiore Borgo Trento P.le A. Stefani,1 Verona e avranno la durata di cinque ore, dalle 8.30 alle 10.30 (intervallo 10 minuti) dalle 10.40 alle 13.40. Il numero di partecipanti è limitato (max 45). La verifica dell’apprendimento e l’indice di gradimento saranno effettuati con questionario il 16-06-2007 dalle 13.40 alle14.40.

 L’associazione si riserva degli incontri preliminari di preparazione del materiale clinico, in modo che i seminari possano risultare più efficaci, soprattutto sul piano dello scambio fra colleghi. Il materiale consegnato ai partecipanti è costituito  da una bibliografia sui temi presentati.

Costo complessivo del seminario: 100 euro.

 

 

 
Bari, 13.10.2007 "NORMALITÀ E PATOLOGIA NELL'ADOLESCENZA L'IMMAGINE DEL CORPO IN ADOLESCENZA DIAGNOSI PREVENZIONE E TERAPIA";

Sede: CASTELLO SVEVO - BARI; Info: studiopg1@tin.it ; Fees= euro 100,00.

Programma

 

 “normalità e patologia nell’adolescenza”

l’immagine del corpo in adolescenza

diagnosi    prevenzione    terapia

 

CASTELLO SVEVO - BARI

 

Sabato 13 ottobre 2007

 

8,30-9,00

Registrazione partecipanti

9,00-9,15

Introduzione al convegno

Chaiperson: Luigi Palma

9,15-9,45

Introduzione alle opere di Moses Laufer

Anita Mastromarino

9,45-11,00

La fantasia masturbatoria centrale e l’immagine e l’immagine del corpo:

Egle Laufer

11,00-11,30

Intervallo

11,30-12,30

Il significato della depressione. Il quadro maniaco depressivo in adolescenza: Andrea Giannakoulas

12,30-13,00

Discussione e confronto

13,00-15,00

Intervallo

15,00-15,15

Chaiperson: Andrea Giannakoulas

15,15-16,00

Presentazione di caso clinico Relatore: Andrea Giannakoulas

16,00-16,45

Discussione e confronto

16,45-17,00

Conclusioni – Vincenzo Gesualdo

17,00-17,30

Verifica con questionario

8,30-9,00

Registrazione partecipanti

9,00-9,15

Introduzione al convegno

Chaiperson: Luigi Palma

9,15-9,45

Introduzione alle opere di Moses Laufer

Anita Mastromarino

9,45-11,00

La fantasia masturbatoria centrale e l’immagine e l’immagine del corpo:

Egle Laufer

11,00-11,30

Intervallo

11,30-12,30

Il significato della depressione. Il quadro maniaco depressivo in adolescenza: Andrea Giannakoulas

12,30-13,00

Discussione e confronto

13,00-15,00

Intervallo

15,00-15,15

Chaiperson: Andrea Giannakoulas

15,15-16,00

Presentazione di caso clinico Relatore: Andrea Giannakoulas

16,00-16,45

Discussione e confronto

16,45-17,00

Conclusioni – Vincenzo Gesualdo

17,00-17,30

Verifica con questionario

 

 
Parma, 29.09.2007 "LEGAME DI COPPIA E TERAPIA PSICOANALITICA"

Sede: MONASTERO SAN GIOVANNI EVANGELISTA PIAZZA SAN GIOVANNI- PARMA; Info: edeverdiere@tiscalinet.it

FRABERT@INFINITO.IT ; Fees= euro 100,00.

Abstract e curricula vitae Seminario “Legame di Coppia e terapia psicoanalitica”

 

29 settembre 2007  Parma – Monastero di San Giovanni Evangelista

 

 

Abstract 1° relazione-Magnoli

Un approccio psicoanalitico alla terapia della famiglia.

La terapia della famiglia è nata dalle difficoltà incontrate nella presa in carico individuale di un figlio, bambino, adolescente. Essa permette la lettura del sintomo infantile come soluzione al mantenimento dell’omeostasi familiare a cui tutti membri partecipano inconsapevolmente. L’omeostasi è soggetta a cambiamenti ed è minacciata dalla spinta evolutiva dei singoli membri cossi come da fattori esterni. A volte i genitori resistono a questi cambiamenti perché cercano conferme nei figli o proiettano sui figli aspetti non desiderati di sé stessi.

La terapia famigliare permette di evidenziare  il conflitto d’individuazione della famiglia espresso attraverso il paziente designato, che rinuncia a crescere per non lasciare soli gli altri o un altro(spesso la madre). L’intervento terapeutico è possibile nel momento in cui il sintomo è distonico per un membro della famiglia.

La relazione prevede esempi clinici.

 

Abstract 2° relazione-de Verdière

Il terzo nella terapia di coppia: terzo incomodo o comodo?

La funzione dell’altro nel legame di coppia

Prendere in esame questo tema mi ha portato a riflettere sulla duplice funzione che svolge il terzo: terzo incomodo o comodo

  • Da una parte, può essere garante dell’omeostasi della relazione della coppia  ed è allora un terzo comodo, al quale la coppia non rinunzierà facilmente perché permette di evitare il dolore dell’individuazione. Spesso esiste una relazione triangolare inconscia della coppia con l’amante che garantisce l’equilibrio della coppia.  Cosi la relazione della coppia citata poggia sul tradimento, il non fidarsi ed il bisogno perenne di controllare l’altro. Ma bisogna domandarsi come mai l’equilibrio si è rotto adesso?
  • dall’altra parte, il terzo può innescare una crisi, ed avere una funzione di rottura della relazione di ruolo, si tratta allora di un terzo incomodo, espressione di un conflitto d’individuazione all’interno della coppia. A volte la crisi scoppia quando la storia esce dal segreto, l’altro (lui o lei) finalmente esce dalla cecità ed è più disposto a tollerare il dolore. per es. le avventure di un marito rimangono segrete perchè la moglie non vede; la sua cecità le consente di defilarsi, non ingaggiarsi come donna, rivelando cosi un profondo sentimento di svalorizzazione, finché arriva il momento dove lei ( spinta individuante) esce dall’accecamento, dal sonno e rompe l’equilibrio ottenuto da un terzo “comodo” che ora diventa “incomodo

 

 

Abstract

...quando il figlio conduce i genitori in terapia

 

Anna Valentini, psicologa psicoterapeuta

 

Diverse possono essere le modalità con cui, nell’ambito di un percorso terapeutico, una coppia giunge a maturare la necessità di una terapia congiunta. Ciò può accadere durante o al termine di una psicoterapia individuale di uno dei due membri, o a seguito della conclusione di una terapia famigliare, come suo esito.

In un Servizio per l’età evolutiva è necessario un atteggiamento terapeutico che si propone di riservare sempre uno spazio mentale ai genitori anche quando una manifestazione sintomatica o un deficit congenito sembrano richiedere un percorso che apparentemente non necessita del loro coinvolgimento diretto.

A volte può succedere che è proprio il sintomo del bambino, la sua natura e le sue implicazioni, ad evidenziare un problema della coppia genitoriale che richiede la considerazione del terapeuta ed un trattamento specifico. 

Un caso clinico descriverà questo percorso che partendo dal sintomo, passando attraverso una consultazione familiare, in cui sarà evidenziato e reso più chiaro il coinvolgimento di tutta la famiglia nel contribuire a mantenere la situazione in equilibrio, porterà poi alla consapevolezza di un problema di coppia. Questo percorso di successive prese di coscienza e maturazioni, alleggerirà il figlio del peso di dover corrispondere ai bisogni inconsci dei genitori.

 

 

Abstract per ECM Celeste Picone

Alcune coppie chiedono una consultazione a causa di una litigiosità e conflittualità che ha un’importante origine in un problema di salute difficile da riconoscere nella sua portata dolorosa. Il lavoro dell’apparato psichico, volto a fronteggiare l’evento traumatico rappresentato dalla malattia, ha prodotto uno specifico adattamento difensivo caratterizzato da reattività rabbiosa. Questo adattamento in parte condiviso dal partner sano non è più funzionale alla coppia o a uno dei due membri.

Il lavoro terapeutico che illustrerò è volto non solo a rielaborare antiche sofferenze ma a realizzare un’elaborazione del dolore per la perdita della piena salute, della prestanza fisica e a favorire una presa d’atto della propria fragilità e bisognosità per costruire un nuovo adattamento.

 

 

 

 
Bologna, 6.10-1.12.2007 "DALLA TRIADE AL TRIANGOLO EDIPICO: IL "TERZO" IN PSICOTERAPIA INFANTILE";

Sede: STUDIO DI PSICOTERAPIA- VIA RANZANI, 5/10 - BOLOGNA; Info: ilcerchioapv@libero.it

Fees= euro 200,00.

                                             PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

 

 

                                        “Nodo dell’infanzia e clinica psicoanalitica”

 

Seminari di aggiornamento

2007

 

                    Dalla triade al triangolo edipico: il “terzo” in psicoterapia infantile

 

Luogo di svolgimento: il luogo di svolgimento dei seminari è lo Studio di Psicoterapia, Via Ranzani 5/10 Bologna.

 

Data di inizio: 6 Ottobre  2007

Data di fine:    1 Dicembre 2007

 

PROGRAMMA

 

Tipologia dell’evento: trattasi di seminari di formazione teorico-clinica, che si prevede a carattere continuativo, che ha come titolo generale “Nodo dell’infanzia e clinica psicoanalitica”. Ogni anno viene individuato un tema particolare ( sono già stati portati a termine i seminari 2005 e 2006 rispettivamente sul tema dell’Attaccamento e su quello dello sviluppo del Sé). E’ stato stabilito un numero di partecipanti non superiore a 15 persone. I requisiti richiesti ai partecipanti sono l’iscrizione all’Elenco degli psicoterapeuti (dell’Ordine dei Medici o degli Psicologi) e un’esperienza di lavoro in campo infantile.  Il limite numerico serve a favorire una partecipazione attiva dei partecipanti, che utilizzeranno nel corso del seminario anche il lavoro di gruppo.

 

 

 I seminario: 6 Ottobre 2007

 

Docente: Dott.ssa Adriana Grotta

 

Titolo: Il paradigma edipico e il suo ruolo nella teoria psicoanalitica

 

Abstract:

Da Freud alla Psicologia dell’Io, il complesso edipico ha avuto un ruolo chiave nella teoria e nella clinica psicoanalitiche. Negli ultimi anni, l’affermarsi delle teorie delle Relazioni Oggettuali e la Teoria dell’Attaccamento hanno posto in secondo piano quella che veniva considerata una pietra miliare dello sviluppo. Focalizzando l’attenzione sul periodo pre-edipico, anche la sessualità finisce oggi per occupare un ruolo secondario. In questa relazione, si affronta il tema del ruolo del paradigma edipico oggi e della sua importanza per la comprensione dello sviluppo normale e di quello patologico.

 

  

   

 

 

II seminario: 1 Dicembre 2007

 

Docente: Dott.ssa Judith Woodhead

 

Titolo: La diade madre-neonato, il terzo e la triade.

 

         Abstract:

La diade madre-neonato è ampiamente considerata nella letteratura psicoanalitica e nelle ricerche recenti sull’intersoggettività  e sullo sviluppo del neonato. La letteratura sul ruolo del “terzo” in relazione alla diade primaria considera sia quello del padre che quello del terapeuta. La relazione prende in esame l’importanza del terzo per il neonato, considerando la triade come precursore della costellazione edipica. Alla nascita di un bambino, aspetti irrisolti della costellazione edipica dei genitori si riattivano in relazione al nuovo triangolo, e contestualizzano la traiettoria dello sviluppo del neonato. Diversi casi clinici, illustrati attraverso la presentazione di video di casi trattati al Centro Anna Freud, permetteranno di comprendere meglio queste problematiche.

 

 

 

 

 

Ogni incontro è articolato con la seguente cadenza di tempi:

 

-         Dieci giorni prima di ogni incontro: distribuzione a tutti dell’elaborato scritto.

-         La relazione verrà presentata dal docente ( in alcuni casi affiancato da un altro relatore) e discussa ampiamente dai partecipanti secondo il seguente schema:

 

ore 15-16  Presentazione della relazione

 

ore  16-17.15  Divisione dei partecipanti in due sottogruppi guidati da un conduttore e discussione con formulazione di domande da sottoporre al relatore

 

ore 17.15 –17.45 Intervallo

 

ore 17.45 – 19  Discussione con il relatore in plenaria

 

ore 19 –19.30  Compilazione del questionario di apprendimento

 

 

Materiale didattico

 

Il materiale didattico a disposizione dei partecipanti comprende:

bibliografie di approfondimento sull’argomento, consegnata prima dell’incontro

elaborato teorico del relatore (inviato prima dell’incontro)

 

Modalità di verifica della presenza

 

La presenza dei partecipanti viene verificata tramite firma con indicazione dell’orario di ingresso e di uscita, in presenza di un responsabile. L’attestato di partecipazione viene consegnato solo dopo una partecipazione pari a quanto previsto dalle indicazioni ministeriali in tema di ECM.

 

Fonti di finanziamento

 

Il finanziamento avviene interamente attraverso le quote di iscrizione al Corso. Non sono previsti sponsor esterni.

 

 
Milano, 6.10-1.12.2007 "TRAUMA PSICHICO E REAZIONE POST TRAUMATICA: L'INTERVENTO DI CRISI E L'EVENTUALE TRATTAMENTO A LUNGO TERMINE;

Sede: MILANO- PALAZZO DELLE STELLINE - C.SO MAGENTA,61; Info: paola.morra@tiscali.it

ILCERCHIOAPV@LIBERO.IT ; Fees= euro 330,00.

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

 

Presentazione e Programma del Corso

“La psicoanalisi come psicologia dello sviluppo: problemi teorici e clinici”

Marzo-Dicembre 2007

 

 

 

Programma degli incontri  2007:

 

 

 

Date degli incontri: 6 ottobre,  10 novembre, 1 dicembre.

 

 

Titolo dell’evento formativo:

 

Trauma psichico e reazione post-traumatica: l’intervento di crisi e l’eventuale trattamento a lungo termine.

                                                                                  

 

  Tipologia dell'evento

 

 

Corso di formazione teorico/clinico finalizzato  all’approfondimento di percorsi diagnostici terapeutici. Il corso è sviluppato in quattro seminari, ognuno organizzato in una parte teorica ed una clinica con presentazione di casi relativi al tema trattato. Infatti ogni seminario verterà su specifici argomenti di ordine     teorico/tecnico  in riferimento a pazienti con psicopatologia conseguente a situazioni traumatiche acute e croniche, comprendendo anche microtraumi prolungati nel tempo. Il trattamento si configura in prima istanza in un intervento di crisi che, tramite la valorizzazione delle funzioni adattive e l’utilizzo delle risorse ambientali, permetta al paziente il recupero dallo stato di passività in cui l’evento traumatico l’ha fatto precipitare. Può essere indispensabile un successivo trattamento psicoterapeutico ai fini di analizzare le funzioni difensive nelle loro componenti più arcaiche e patologiche nei casi che si organizzano in psicopatologia post-traumatica strutturata.  La prassi dell’intervento di crisi fornisce inoltre elementi teorici utili  alla prevenzione della patologia post-traumatica tramite la ridefinizione dell’intervento stesso in specifici interventi standard mirati alle diverse sindromi (sintomatologia e corrispondenti organizzazioni strutturali).

Casella di testo:  

 

Casella di testo:  

 

  Descrizione obiettivo formativo  

 

Casella di testo: Il corso intende approfondire la tecnica di trattamento degli stati psicopatologici reattivi, generalmente risolvibili mediante un intervento di crisi limitato nel tempo e centrato sull’evento traumatico scatenante. Il trattamento a lungo termine è rivolto alla situazione in cui la reazione post-traumatica non si risolve nella prima fase e tende ad evolvere in psicopatologia strutturale Particolare attenzione verrà rivolta in tale contesto, ai rischi di cronicizzazione ed ai problemi di trattamento che un tale esito pone.
 
Conduttore del  Corso: Dott.ssa Nella Guidi
Responsabile Scientifico: Dott. Giancarlo Boncompagni
 Titoli e breve descrizione dei contenuti dei singoli seminari

 

 

  Intervento di crisi in patologia organica con anamnesi positiva per familiarità

 

1)  Le conseguenze psicopatologiche di terapie antitumorali

 

Spesso il trattamento medico di gravi malattie rappresenta un elemento traumatico nella vita del paziente che non riesce ad adattarsi alle conseguenze della cura. Le terapie possono comportare delle modificazioni dello schema corporeo intollerabile e perciò indurre un disturbo dell’immagine corporea e dell’identità. Inoltre può risultare difficile per il paziente allontanare il fantasma della malattia dal mondo relazionale e familiare. Ne risulta un’ulteriore spinta verso l’isolamento e, nei casi gravi, verso l’allontanamento dal mondo condivisibile.

 

 

              Rischio di regressione iatrogena nel trattamento di pazienti abusati

 

 

2)  Intervento di crisi e lavoro analitico nel trattamento dei pazienti con traumi pregressi

 

 

I pazienti che giungono in trattamento ad anni di distanza da un evento traumatico mostrano in genere caratteristiche peculiari: da un lato si osserva in loro una tendenza alla riacutizzazione della sintomatologia post-traumatica,  il che può rendere necessari interventi di crisi  ripetuti nel corso della terapia;  dall’altro essi presentano  aspetti di cronicizzazione che necessitano di essere elaborati nel transfert con un lavoro analitico più tradizionale. Quest’ultimo, però, deve sempre essere commisurato alla particolare vulnerabilità che caratterizza i pazienti traumatizzati, per i quali un trattamento troppo stimolante (nella modalità di conduzione o nella frequenza delle sedute) costituisce in sé una potenziale causa di scompenso.  

 

               

 

3)  Trauma e coazione a ripetere: psicoterapia di una giovane donna abusata

 

Verrà presentato il caso di una paziente che ha subito abusi sessuali in famiglia durante l’infanzia e l’adolescenza. In particolare verrà discusso il significato reattivo della sintomatologia acuta ed il lavoro svolto per attribuire un significato a fatti che il senso di colpa e la lealtà verso i familiari impedivano di riconoscere come tali. D’altro canto verrà esaminato il ruolo di resistenza transferale assunto dalla rievocazione  ripetitiva di tali esperienze  durante il trattamento, che ha reso necessario un lavoro analitico particolarmente cauto, dato il rischio elevato di traumatizzare ulteriormente la paziente con intrusioni nel  delicato equilibrio narcisistico appena raggiunto.

 

 

 

 

 

 

 

Eventi ECM SECONDO SEMESTRE 2007 già accreditati:

 

  Sassari, 8.09-11.11.2007 "MASTER IN CRIMINOLOGIA E PSICHIATRIA FORENSE"; Sede: VILLAGGIO SAN CAMILLO AULA DIDATTICA STRADA STATALE 200, 07100 SASSARI; Info= ic@inf-com.it  ; Fees= euro 700,00.

CREDITO ASSEGNATO 21

 

MASTER IN CRIMINOLOGIA E PSICHIATRIA FORENSE

 

TUTTE LE PROFESSIONI
 
Primo Incontro

Sabato 16 – Domenica 17 giugno 2007

Centro Congressi

Hotel Mistral 2 - Oristano

 

Secondo Incontro

Sabato 23 – Domenica 24 giugno 2007

Centro Congressi

Aula didattica Clinica Psichiatrica - Sassari

 

 
Indirizzato solo a Medici e Psicologi
Terzo Incontro

Venerdì 29 – Sabato 30 giugno 2007

 

Centro Congressi

Hotel Mistral 2 - Oristano

 

 

PATROCINI RICHIESTI

 

S.I.P.F. Società Italiana di Psichiatria Forense

3

PRESIDENTE DEL CORSO

 

Giancarlo Nivoli

 

COMITATO SCIENTIFICO

 

Giancarlo Nivoli

Liliana Lorettu

Paolo Milia

Gianpaolo Pintor

Clinica Psichiatria Sassari- 079-254406

 

SEGRETERIA SCIENTIFICA

 

Liliana Lorettu

Paolo Milia

 

Tel: 079-254406

Fax: 079-228350

E-mail: clinpsic@uniss.it

 

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

 

Via F. Bronzetti, 11 – 20129 Milano

Tel. +39 02.76115293 – Fax +39 02.75280968

Email: ic@inf-com.it Web: www.inf-com.it

 

INFORMAZIONI GENERALI

 

SEDI DEL MASTER

 

Primo Incontro (tutte le professioni - accreditamento ECM per Medici e Psicologi)

Centro Congressi Hotel Mistral2 Via XX Settembre, 34 09170 Oristano (OR)

 

Secondo Incontro (tutte le professioni - accreditamento ECM per Medici e Psicologi)

Villaggio San Camillo Aula didattica Strada Statale 200, 07100 Sassari

 

Terzo Incontro (accreditamento ECM per Medici e Psicologi )

Centro Congressi Hotel Mistral2 Via XX Settembre, 34 09170 Oristano (OR)

 

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

QUOTA D’ISCRIZIONE e E.C.M. (Educazione Continua in Medicina)

 

Primo e secondo Incontro (tutte le professioni tranne Medici e Psicologi)

Numero massimo di partecipanti: 30

Euro 400,00 + IVA 20%

 

Primo, Secondo e Terzo Incontro (accreditamento ECM per Medici e Psicologi)

Numero massimo di partecipanti: 70 Laureati in Medicine e Chirurgia

N° 50 Laureati in Psicologia

Euro 700,00 + IVA 20%

 

L'iscrizione al master include:

Accesso alle sessioni scientifiche

Materiale didattico

Kit congressuale

Attestato di frequenza

E.C.M. solo per Medici e Psicologi

 

Professioni senza obbligo di crediti

Potranno accedere ai lavori: Avvocati, Magistrati, Infermieri, Specializzandi, Guardie carcerarie, Assistenti sociali N° 40 partecipanti

 

ECM – Educazione Continua in Medicina

 

Provider: Informatics & Communication

Responsabile dell’evento: Giancarlo Nivoli

 

Verrà chiesto l'accreditamento per:

 

N° 70 partecipanti

Professione: Laureati in Medicina e Chirurgia

Discipline: Psichiatria, Medici di Medicina Generale, Area interdisciplinare

 

N° 50 partecipanti

Professione: Laureati in Psicologia

 

I discenti per ottenere i crediti formativi dovranno partecipare a tutte le sessioni di lavoro e compilare le schede di valutazione unitamente al questionario di verifica dell'apprendimento.

La certificazione attestante l'acquisizione dei crediti verrà inviata dalla Segreteria Organizzativa dopo il completamento dell'elaborazione dei dati.

 

RAZIONALE SCIENTIFICO

 

L’interesse per la criminologia e la psichiatria forense risulta sempre più crescente in ragione di aspetti sociali che sempre più frequentemente confrontano varie figure con l’autore di reato. Particolarmente utile è l’approfondimento in merito alla strutture personologiche di criminali, al concetto di pericolosità sociale e di pericolosità clinica. Il Master si pone come punto di incontro di varie discipline, la psichiatria, la criminologia, il diritto , la psichiatria penitenziaria, che hanno come oggetto di studio l’individuo l’autore di reato.

Il Master in Criminologia e Psichiatria forense ha come obiettivo la  formazione di operatori degli Istituti penitenziari e la formazione di competenze specifiche a differenti operatori (magistrati, medici, psichiatri, sociologi, psicologi) che a vario titolo si confrontano con l’autore di reato.

Il Master è articolato in 4 giorni per le professioni senza l’obbligo dei crediti (Avvocati, Magistrati, ecc.) e per le professioni non accreditate, verrà dato ampio spazio alla necessità di confrontare le necessità di tutti gli aspetti che coinvolgono questo tipo di patologia, in modo di trovare un linguaggio comune analizzando ogni ruolo professionale. Per i Medici e gli psicologi sono previste due ulteriori giornate dove verranno affrontati argomenti specifici di loro interesse, tra cui la diagnosi e le terapie.

 

Prof. GianCarlo Nivoli


 

 

PROGRAMMA SCIENTIFICO

 

PRIMO INCONTRO – Centro Congressi Hotel Mistral2 Oristano

Aperto a tutte le professioni

 

Prima giornata: Sabato, 16 giugno 2007

 

09.30    Apertura della segreteria e registrazione dei partecipanti

 

09.45    Saluto di Benvenuto Giancarlo Nivoli

 

I SESSIONE: Elementi di criminologia

 

10.00 Il colloquio criminologico G.C. Nivoli

 

10.30 Criminologia e criminodinamica P. Marongiu

 

11.00 La personalità del delinquente G.C. Nivoli

 

12.30 Dibattito a cura dei docenti della sessione

 

13.00 Pausa

 

II SESSIONE: Psichiatria forense

 

14.00 Alcolismo G. Boi

 

14.30 Nozioni di diritto G. Pintor

 

15.00 Valutazione paziente violento G. Pintor

 

15.30 Pericolosità sociale I. Mascia

 

16.00 Dibattito a cura dei docenti della sessione

 

 

III SESSIONE: Casi clinici su Psichiatria Forense

 

16.30 Caso Clinico interattivo: paziente autore di reato

G. Pintor

 

17.00 Caso Clinico interattivo: paziente autore di reato I. Mascia

 

17.30 Caso Clinico interattivo: paziente alcolista G. Boi

 

18.00 Caso Clinico interattivo: paziente detenuto G.C. Nivoli

 

18.30 Compilazione schede di valutazione

 

18.45 Conclusione Prima giornata

 

Seconda giornata: Domenica, 17 giugno 2007

 

I SESSIONE: Psichiatria Forense

 

10.00 Tavola rotonda: psichiatria clinica Conduce: L. Lorettu

 

12.00 Dibattito a cura dei docenti

 

13.00 Compilazione schede di valutazione

 

13.15 Chiusura dei lavori del Primo Incontro


 

 

SECONDO INCONTRO – Aula Didattica – Istituto di Clinica Psichiatrica Ospedale San Camillo Sassari

Aperto a tutte le professioni

 

Prima giornata: Sabato, 23 giugno 2007

 

09.30    Apertura della segreteria e registrazione dei partecipanti

 

09.45        Saluto di Benvenuto Giancarlo Nivoli

 

I SESSIONE: Psichiatria Forense

 

10.00 Reazioni emotive al paziente violento L. Lorettu

 

10.30 Fattori di rischio suicidario B. Carpiniello

 

11.00 Psichiatria penitenziaria G.C. Nivoli

 

12.30 Dibattito a cura dei docenti della sessione

 

13.00 Pausa

 

II SESSIONE: Psichiatria Forense

 

14.00 Simulazione malattia mentale M.N. Sanna

 

14.30 Maltrattamenti in famiglia M.N. Sanna

 

15.00 Tossicodipendenze P. Milia

 

16.00 Dibattito a cura dei docenti della sessione

 

III SESSIONE: Casi clinici su Psichiatria Forense

 

16.30 Caso Clinico interattivo: paziente psicotico A. Nivoli

 

17.00 Caso Clinico interattivo: paziente vittima A. Nivoli

 

17.30 Caso Clinico interattivo: paziente tossicodipendente P. Milia

 

18.00 Caso Clinico interattivo: Intervento integrato A. Nivoli, P. Milia

 

18.30 Compilazione schede di valutazione

 

18.45 Conclusione Prima giornata

 

Seconda giornata: Domenica, 24 giugno 2007

 

I SESSIONE: Psichiatria Forense

 

10.00 Tavola rotonda: la responsabilità degli operatori: il punto di vista del magistrato

Conduce: P. Piras

 

11.00 Tavola rotonda: la responsabilità degli operatori: il punto di vista del medico legale

Conduce: F. Lubinu

 

12.00 Dibattito a cura dei docenti

 

13.00 Compilazione schede di valutazione

 

13.15 Chiusura dei lavori del Secondo Incontro


 

 

TERZO INCONTRO – Centro Congressi Hotel Mistral2 Oristano

Aperto a: Medici e Psicologi

 

Prima giornata: Venerdì, 29 giugno 2007

 

14.00    Apertura della segreteria e registrazione dei partecipanti

 

14.15    Saluto di Benvenuto Giancarlo Nivoli

 

I SESSIONE: Psichiatria Forense

 

14.30 Imputabilità G.C. Nivoli

 

15.00 Capacità di intendere e di volere L. Lorettu

 

15.30 Perizia psichiatrica in ambito penale: metodologia G.C. Nivoli

 

16.30 Perizia psichiatrica: aspetti etico deontologici G.C. Nivoli

 

17.00 Dibattito a cura dei docenti della sessione

 

II SESSIONE: Perizia Psichiatrica

 

17.30 Perizia psichiatrica in ambito minorile G.C. Nivoli

 

18.30 Perizia psichiatrica in ambito civile G.C. Nivoli

 

19.30 Dibattito a cura dei docenti della sessione

 

20.00 Compilazione schede di valutazione

 

20.15 Conclusione Prima giornata

 

Seconda giornata: Sabato, 30 luglio 2007

 

09.00    Apertura della segreteria e registrazione dei partecipanti

 

I SESSIONE: Psichiatria Forense

 

10.00 Vittimologia L. Lorettu

 

10.30 Abuso sui minori G.C. Nivoli

 

11.00 Interdizione inabilitazione E. Mazzeo

 

11.30 Amministratore di sostegno E. Mazzeo

 

12.00 Misure di sicurezza P. Piras, L. Lorettu

 

12.30 Dibattito a cura dei docenti della sessione

 

13.00 Pausa

 

II SESSIONE Casi clinici su: Psichiatria Forense

 

14.00 Caso Clinico interattivo: imputabilità L. Lorettu

 

14.30 Caso Clinico interattivo: seminfermità P. Milia

 

15.00 Caso Clinico interattivo: affidamento minori L. Lorettu

 

15.30 Caso Clinico interattivo: circonvenzione incapace P. Milia

 

16.00 Compilazione test di verifica apprendimento ECM

 

16.30 Compilazione schede di valutazione

 

16.45 Chiusura dei lavori

Padova, 15.09-24.11.2007 "GRUPPO BALINT"; Sede: CISSPAT PIAZZA DE GASPERI - 35131 PADOVA; Info:INFO@CISSPAT.EDU ; Fees=euro 375,00. CREDITO ASSEGNATO 24

PROGRAMMA DETTAGLIATO GRUPPO BALINT

 

Presso il C.I.S.S.P.A.T. di Padova

 

 

Date incontri: 15.09.2007;  06.10.2007; 27.10.2007; 10.11.2007; 24.11.2007

 

Totale N. 25 ore

 

Orario: dalle ore 8.30 alle ore 14.00 per N° 5 incontri per un totale di ore 25.

 

Docente:  Dott. Nevio DEL LONGO – Psicologo e Psicoterapeuta.

 

1°  INCONTRO : 15.09.2007

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      La scoperta del controtransfert;

b)      Differenze fra il modello di Berlino e quello ungherese;

c)      S.Ferenczi: dalle tecniche attive al controtransfert come strumento analitico;

d)      Importanza dell’analisi didattica (1922);

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :        

a)      Breve storia dei gruppi Balint;

b)      Le differenze fra un Gruppo Balint e la supervisione;

c)      Le dinamiche all’interno del gruppo Balint;

d)      Presentazione del primo caso clinico con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

2°  INCONTRO : 06.10.07

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa del caso clinico presentato nel 1° incontro;

b)      M.Balint e modello ungherese;

c)      Relazione medico/paziente come “campo dinamico”;

d)      Introduzione al lavoro di M.Balint: “Medico, paziente e malattia”;

e)      Il concetto di “campo dinamico” e le possibili interferenze nella relazione terapeuta/paziente;

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Sviluppo dei concetti di Tranfert e Controtransfert da Freud ai giorni nostri (Glover, Searles, Greenson, Winnicott, Bion, Wolberg, ecc);

b)      Importanza del controtransfert nella relazione paziente/psicoterapeuta;

c)      Presentazione di un nuovo caso clinico con coordinamento da parte del conduttore.

 

3°  INCONTRO : 27.10.2007

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa dei casi clinici;

b)      Riconoscere e comprendere i propri vissuti emotivi nella relazione con il paziente per poter utilizzare il controtransfert come strumento analitico e superare le difficoltà terapeutiche;

c)      L’importanza dell’identificazione proiettiva: da M.Klein a T.Ogden;

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Spazio dedicato interamente alla presentazione di casi clinici con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

4°  INCONTRO : 10.11.2007

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa dei casi clinici;

b)      Le tre fasi dell’identificazione proiettiva: riconoscimento ed utilizzo in psicoterapia.

c)      L’analisi dell’impasse terapeutico: riconoscimento, interpretazione e risoluzione;

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

 

b)      Spazio dedicato interamente alla presentazione di casi clinici con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

5°  INCONTRO : 24.11.2007

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa dei casi clinici presentati nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia;

b)      Il ruolo del conduttore ed il gruppo come “cassa di risonanza ed io ausiliario”;

c)      Letture delle principali dinamiche relative all’esperienza vissuta all’interno del gruppo Balint

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Analisi approfondita e discussione con i partecipanti sui temi trattati e sui casi clinici presentati con sintesi finale da parte del conduttore;

b)      Valutazione personale e verifica dell’impatto della tecnica Balint come strumento formativo e nella propria azione psicoterapeutica;

 

14.00 – 14.30 : VERIFICA CON QUESTIONARIO

_______________________________

 

MATERIALE CONSEGNATO :  fotocopie dei lucidi presentati dal docente e del materiale di approfondimento previsto dal corso.

 

 

 

 

 

Milano, 20.10.2007 "RILEGGENDO "LUTTO E MELANCONIA": RIFLESSIONI SUL DOLORE E SUL LAVORO PSICHICO NELLA CLINICA PSICOANALITICA"; Sede: TEATRO LITTA -CORSO MAGENTA 24 - 20123 MILANO; Info:centrstu@tin.it MONTEMIL@TIN.IT  ; Fees= euro 102,00.

CREDITO ASSEGNATO 3

CURRICULUM FORMATIVO E PROFESSIONALE DEI DOCENTI

 

 

ANNE-MARIE SANDLER

 

Nata a Ginevra nel 1926.

Allieva a Ginevra di J. Piaget per la formazione alla psicologia genetica.

Allieva di Anna Freud a Londra per la formazione alla psicoterapia psicoanalitica infantile.

Analista didatta della Società Psicoanalitica Inglese. Direttrice dal 1993 al 1997 dell’ANNA FREUD CENTRE di Londra.

Già Presidente della Società Inglese e della Federazione Psicoanalitica Europea.

Già Redattrice per l’Europa dell’International Journal of Psychoanalysis  e dell’International Review of Psychoanalysis.

DOTT. COEN PIRANI PAOLO ARTURO

 

Nato a Milano il 10 febbraio 1939.

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università agli Studi di Milano il 24-11-1964.

Medico di Settore presso l’Ospedale Psichiatrico di Varese dal 1967 al 1969.

Medico presso il Centro Medico Psicopedagogico  di Varese dal 1967 al 1969.

Socio fondatore del Centro Studi di Psicoterapia, Psicopedagogia, Metodologia Istituzionale di via Ariosto, 6 - Milano nel 1969.

Psicoterapeuta del Centro Studi di Psicoterapia dal 1970 a tutt’oggi.

Traduttore dall’inglese di diverse opere di argomento psicoanalitico per la casa editrice Bollati Boringhieri di Torino.

.

.

BREVE CURRICULUM RESPONSABILE SCIENTIFICO.

 

DOTT. MILTON MONTEVERDE

 

Nato a  S. Angelo in Pontano (MC) il 24 gennaio 1937.

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna. Diploma di specialista in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali presso l’Università di Bologna.

Medico di settore presso l’Ospedale Psichiatrico di Varese dal 1964 al 1969.

Fondatore e Direttore del Centro Studi di psicoterapia, Psicopedagogia e Metodologia Istituzionale di Via Ariosto, 6 - Milano dal 1969 a tutt’oggi.

Psicoterapeuta di formazione psicoanalitica.

Didatta e formatore all’interno dei Corsi di Psicoterapia Psicoanalitica organizzati dal Centro Studi dal 1969 a tutt’oggi. 

  

ABSTRACT

 

 

 

Ci proponiamo anzitutto in questo Convegno di evidenziare, a partire da una rilettura del saggio “Lutto e melanconia”, la concezione di Freud secondo la quale è il dispiacere, il dolore psichico, la vera “richiesta di lavoro” che mette in attività l’apparato psichico. Tale attività è sostanzialmente rivolta allo scopo di padroneggiare la sofferenza psichica stessa. Ne sono appunto cospicui esempi il lavoro del lutto che mira, secondo Freud, a liberare gli investimenti rivolti all’oggetto perduto ed il lavoro della melanconia, volto difensivamente a denegare l’importanza emotiva di ciò che il paziente è convinto di avere perso e che può esitare nella crisi maniacale.

Ci proponiamo quindi di delineare lo sviluppo di un filone del pensiero psicoanalitico, sviluppo dovuto soprattutto ai contributi teorici di E. Bibring e di J. Sandler, che, prendendo spunto da questa concezione freudiana, mette in evidenza la sostanziale differenza tra l’affetto del dolore e l’affetto depressivo ed elabora l’idea di uno “stato affettivo centrale di dolore” concepito come punto nodale dal quale di diramano le diverse strade che conducono alle diverse fenomenologie psicopatologiche.

 

 

Roma, 14.09-30.11.2007 "IL TRAUMA IN ETÀ EVOLUTIVA"; Sede: SIPSIA VIALE GORIZIA, 24 -00187; Info: sipsiaroma@tin.it  LIVIA.TABANELLI@TIN.IT  ; Fees= n.d.

CREDITO ASSEGNATO 12

Corso di formazione

 

IL TRAUMA IN ETA’ EVOLUTIVA

 

Programma del

CORSO  PROPEDEUTICO

 

 

I PARTE  DA ACCREDITARE

 

 

IL TRAUMA IN ETÀ EVOLUTIVA

Venerdì  14 sttembre 2007

Ore  8.00  iscrizione partecipanti

ore   9.00  Psicologia dello sviluppo normale in  età                                          

                  evolutiva  (V. Bonaminio )

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (V. Bonaminio)

ore 11.00  Pausa

ore 11.15  Rischi di sviluppo psicopatologico in età 

                  evolutiva   (P. Fabozzi)

ore 12.15  Discussione con i partecipanti (P. Fabozzi)

 

Venerdì 12 ottobre 2007

ore  9.00   La funzione genitoriale (M. L. Algini)    

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (M. L. Algini)    

ore 11.00  Pausa

ore 11.15  Il Servizio socio-sanitario: dalla segnalazione  

                 alla presa in carico (L. De Rosa)

ore 12.15  Discussione con i partecipanti (L. De Rosa)

IL FIGLIO NELLA CRISI DELLA COPPIA

 

Venerdì 9 novembre 2007

ore   9.00  Interruzione dei rapporti e discontinuità  dello 

                  sviluppo in  età evolutiva  (S.  Maccioni)

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (S.  Maccioni)

ore 11.00  Pausa

ore 11.15  Coppia coniugale e coppia genitoriale 

                 (D.  Norsa)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti   (D.  Norsa)

 

Venerdì 30 novembre 2007

ore   9.00  Il magistrato civile e le separazioni

                 (F.  Mangano)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (F.  Mangano)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15   I consulenti del giudice:  CTU  e operatori dei  

                 servizi  (S. Frinolli)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti  (S. Frinolli)

 

ore 13.15 Valutazione dei partecipanti  S. Grimaldi

II PArte da accreditare

LE DISFUNZIONI GENITORIALI

Venerdì 11 gennaio  2008

ore   9.00  Difficoltà evolutive dei figli in ambienti familiari

                 disfunzionali   (S. Grimaldi)

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (S. Grimaldi)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 La valutazione delle disfunzioni genitoriali e 

                delle possibilità di integrazione o sostituzione

                (R. Colarossi)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (R. Colarossi)

 

Venerdì 8  febbraio 2008

ore   9.00  Il magistrato per i minori coinvolti in situazioni        

                di sofferenza e rischio  (C.  Cottatellucci)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (C.  Cottatellucci)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15  L’operatore dei servizi  (P. R e)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (P. R )e

 

 

IL MINORE VITTIMA DI ABUSI E VIOLENZE

Venerdì 29 febbraio  2008

ore   9.00  La diagnosi differenziale in età evolutiva per le                                        

                  vittime di abuso (M. G.  Fusacchia)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (M. G.  Fusacchia)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 Valutazione delle funzioni genitoriali e                       

                 dei  fattori di rischio.  Profilo psicologico      

                 dell’adulto abusante (G. Nicolais)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (G. Nicolais)

 

Venerdì 28  marzo 2008

ore   9.00  Il minore nel processo penale - percorsi                                                                              

                 giuridici (N. D’Elia)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (N. D’Elia)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 La consulenza o perizia per i minori coinvolti                                    

                nei procedimenti penali   (M. Mazzolini)   

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (M. Mazzolini)   

 

 

IL MINORE AUTORE DI REATO

 

Venerdì 18 aprile 2008

ore   9.00 Il Procuratore dei minori autori di reato            

                 (S. Matone)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (S. Matone)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15  La consulenza psicologica sul minore autore di         

                 reato  (U. Sabatello)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (U. Sabatello)

 

Venerdì 16 maggio 2008

ore   9.00  Aspetti psicologici dell’adolescente con                     

                tendenze antisociali (G. Imparato)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (G. Imparato)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 Variazione e trasformazione delle funzioni     

                 parentali nei genitori di adolescenti  

                 (A. M. Nicolò)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (A. M. Nicolò)

 

LA RELAZIONE TECNICA  -  CONCLUSIONI

 

Venerdì 30 maggio  2008

ore   9.00 Confronto  con i partecipanti  (F. Rocchetto) 

ore 10.00 La relazione tecnica come strumento     

                 d’integrazione dei linguaggi: giuridico e          

                  psicologico  (F. Rocchetto) 

ore 11.00 Pausa

ore 11.15  Confronto con i partecipanti (A. Giganti)

ore 12.15 La relazione tecnica come strumento     

                 d’integrazione dei linguaggi: giuridico e          

                  psicologico  (A. Giganti)

 

 

Venerdì 6 giugno 2008

ore 9.00   Tavola rotonda.

                Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica  (S. Grimaldi )

 

ore 10.00 Tavola rotonda

                 Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica (L. Fadiga)

 

ore 11.00 Pausa

 

ore 11.15 Tavola rotonda

                   Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica  (M. Patarnello)

 

ore 12.15 Tavola rotonda

                 Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica (U. Sabatello)

 

ore 13.15  Valutazione dell’apprendimento (S. Grimaldi)

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
   

 

Eventi ECM provenienti da fonti  diverse da ECM-Sanità:
Napoli, 29-30 Novembre e 1 Dicembre 2007

II Convegno Europeo sulla Salute Psichica del Bambino e

dell'Adolescente nei Contesti Educativi

La Cura della Relazione nei Contesti Educativi: Problemi e Prospettive Attuali Tavistock and Portman NHS Foundation Trust di Londra Università degli Studi di Napoli "Federico II" Università di Milano Bicocca"

 

 
Padova, 28-29 Settembre 2007 - Seminario

La domanda di aiuto degli adolescenti: interpretazione e risposte IREP - Istituto Ricerche Europee in Psicoterapia Psicoanalitica

 

 

 
   
   
   
   
   
   
   
   

 

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Responsabile editoriale: Giuseppe Leo