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Chronology

 

CONGRESSI 

I semestre 2008

  Questo servizio di informazione sugli eventi ECM deve necessariamente fare i conti con l'ingente mole di eventi accreditati e, soprattutto, in fase di accreditamento per il 2008. Pertanto, abbiamo operato una selezione, forzatamente 'arbitraria', di congressi che ci sono sembrati maggiormente attinente alla formazione psicoterapica. Mano a mano che un evento sarà accreditato, verrà aggiornata la sua scheda completa del punteggio assegnatogli. Per gli eventi formativi che non compaiono nel sito ECM-sanità (http://ecm.sanita.it) verrà indicata la fonte informativa  (a fondo pagina).                                                                                           

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Eventi ECM  PRIMO SEMESTRE 2008 in attesa di accreditamento:  
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Napoli, 23.06.2008 "I PERCORSI DELL'ATTACCAMENTO NORMALE E PATOLOGICO:DIAGNOSI E INTERVENTO "; Sede: NAPOLI ISTITUTO ITALIANO STUDI FILOSOFICI ; Info: segreteria@ordpsicamp.it Fees= n.d.

Giornata di  studio

Napoli- Ordine degli Psicologi della Campania

 

I PERCORSI  DELL'ATTACCAMENTO NORMALE E PATOLOGICO:DIAGNOSI E INTERVENTO

 

Abstract

 

Nella giornata di studio verranno presentati i principi della teoria dell’attaccamento evidenziandone l’utilità per lo studio e la cura delle psicopatologie in età infantile e in età adulta. Saranno analizzate le strutture di personalità che emergono da cure genitoriali carenti o distorte e verranno discussi i processi di formazione dei modelli mentali dell’attaccamento dall’infanzia all’età adulta nonché la loro influenza sulla qualità della relazione con il partner e, all’interno della famiglia, con i figli.

Saranno presentati alcuni  strumenti di diagnosi dell’attaccamento normale e patologico quali il Separation Anxiety Test e il Relationships Questionnaire con un training sul loro utilizzo.

 

Obiettivi generali

La giornata di studio intende promuovere l’approfondimento delle più recenti acquisizioni nell’ambito della Teoria dell’Attaccamento di John Bowlby e si propone di sviluppare capacità specifiche e competenze concrete per la valutazione delle alterazioni patologiche delle relazioni affettive.

 

 Obiettivi specifici

 Nella giornata di studio verranno fornite le basi per l’utilizzo di alcuni degli strumenti diagnostici sviluppati nell’ambito della teoria dell’attaccamento. Verranno proposte metodiche per la valutazione delle tipologie dell’attaccamento in età infantile e per la diagnosi dei disturbi collegati alla relazione madre-bambino. Verrà presentato uno strumento semi-proiettivo per la misura dell’ansia da separazione sia nei bambini che negli adulti, e verrà fornito uno strumento per l’ individuazione  degli stili relazionali all’interno della coppia. Verranno discussi alcuni disturbi della personalità in termini di patologie dell’attaccamento.

 

 

Padova, 21.06.2008 "LO SPAZIO E IL TEMPO NELL'ADOLESCENTE, LO SPAZIO E IL TEMPO PER L'ADOLESCENTE NELLA PSICOTERAPIA PSICOANALITICA "; Sede: PADOVA, POLICLINICO UNIVERSITARIO - AULA "VESALIO", VIA N. GIUSTINIANI 2 ; Info: sipp@mclink.it Fees= euro 120,00

Convegno

“Lo spazio e il tempo nell’adolescente, lo spazio e il tempo

per l’adolescente nella psicoterapia psicoanalitica”

                                   

Sabato, 21 Giugno 2008

Policlinico  Universitario, Aula  “Vesalio”

Padova, Via N. Giustiniani 2

Mattina:

Otre 8.30        Registrazione partecipanti  e iscrizioni

Ore 9.00         Saluto del Presidente della SIPP Prof.  Mario  Fiore (Socio Ordinario con FT SIPP)

Saluto del Segretario Scientifico della SIPP Dott.ssa Maria Luisa Califano (Socio Ordinario SIPP)

Ore 9.45          Relazione del  Prof.  Philippe Jeammet, (Psicoanalista, Psichiatra) “Lo spazio e il tempo nell’adolescente: rappresentazioni e trasformazioni tra realtà interna e realtà esterna”

Ore 11.00       Break

Ore 11.15        Relazione della  Dott.ssa Marysa Gino (Socio Ordinario SIPP), “La funzione del setting nella riformulazione del preconscio in adolescenza”

Ore 12.30       Dibattito con i relatori

Ore 14.00       Pausa pranzo

 

Pomeriggio:

Ore 15.00       Relazione della Dott.ssa   Silvana Valle  (Socio Associato SIPP), “Portici inattuali:

brevi percorsi psicoterapeutici in un servizio per adolescenti”

Ore 16.15       Relazione della Dott.ssa Natalia Campana (Socio Associato SIPP), “Adolescenza:

trasformazione e cambiamento”

Ore 17.30       Dibattito con i relatori

Ore 19.00       Compilazione del questionario ECM

Ore 19.30       Conclusione dei lavori


 

CURRICULA DEI RELATORI

 

Curriculum

Prof. Philippe Jeammet

-          E’ Direttore del Dipartimento di Psichiatria dell’Adolescente e del Giovane Adulto dell’Istituto Mutualiste Montsouris di Parigi.

-          E’ Presidente dell’Ecole des Parents et des Educateurs dell’Ile de France.

-          E’ stato Presidente della Società Europea di Psichiatria del Bambino e dell’Adolescente.

-          E’ Direttore del Servizio di Psichiatria del’Hopital International de l’Universitè di Parigi.

-          E’ Presidente della Società Internazionale di Psichiatria dell’Adolescenza (I.S.A.P.)

-          E’ Professore di Psichiatria presso l’Università di Paris VI.

-          E’ Psicoanalista dell’International Psychoanlytical Assocition (I.P.A.)

 

Relazione:

“Lo spazio e il tempo nell’adolescente: rappresentazioni e trasformazioni tra realtà interna e realtà esterna”.

 

Abstract

L’adolescenza è per eccellenza  il periodo della vita nel quale si verificano complesse trasformazioni somato-psichiche. 

L’adolescente, alle prese con  rilevanti cambiamenti corporei e con riattivazioni pulsionali,  ma anche con nuovi movimenti pulsionali, deve affrontare  un  delicato e spesso difficile processo di  integrazione psichica  che tenga conto  di questi cambiamenti e movimenti. In questo processo  una funzione di rilievo assume la dimensione spazio-temporale. 

Quale spazio interno è necessario perché avvenga una buona integrazione?  E cosa accade se viene a mancare un sufficiente spazio elaborativo e integrativo?  Inoltre: in che modo la realtà esterna  può in misura maggiore o minore contribuire a questo processo?  Quale funzione, in particolare, può svolgere lo spazio esterno rappresentato dal gruppo dei coetanei e quali rappresentazioni interne di quest’ultimo sono possibili?

La relazione, attraverso la presentazione di materiale clinico, si propone di esplorare e approfondire queste tematiche alla luce dei principali orientamenti di pensiero.

Particolare attenzione viene posta anche alla dimensione temporale affrontata nella sua intrinseca connessione con quella spaziale.

 

Relazione di M. Gino:

“La funzione del setting nella riformulazione del preconscio in adolescenza”

 

Abstract

“In adolescenza il mondo interno tende a divenire un mondo allargato nella realtà.

Perciò l’inconscio, cui non appartengono le categorie dello spazio e del tempo, si espande, mettendo in crisi le coordinate spaziot-temporali che fanno parte dell’esame di realtà. Ciò crea un urto ed una difficile contrattazione tra le richieste dell’inconscio e la realtà esterna che presenta comunque la sua ineluttabilità.

In questo frangente, una relazione terapeutica di qualità psicoanalitica, che in se stessa comprende la funzione ed il significato psicoanalitico del setting, deve adeguarsi a quanto la realtò psichica dell’adolescente può tollerare.

Il setting fornisce gradualmente gli strumenti per una riformulazione delle funzioni del preconscio, con la ricontrattazione e la revisione dei significati delle fantasie infantili, che vengono in partte disinvestite ed in parte realizzate mediante trasformazione dei loro significati che possono inserisri nel flusso temporale.

La funzione della mente pensante del terapeuta e la sua empatia psicoanalitica, possono consentire all’adolescente in terapia di far emergere creativamente la nuova contrattazione interna e fornire il tempo interno necessario per riconsiderare il tempo reale come una progettuale conquista.”

 

Relazione di Silvana Valle :

“Portici inattuali: brevi percorsi psicoterapeutici in un servizio per adolescenti”

 

Abstract

Il testo propone scorci di percorsi di consultazione all’interno di un progetto, poi diventato un servizio per l’adolescente, evidenziando il fecondo innesto dell’ascolto psicoanaliticamente orientato con i singoli adolescenti, nello spazio istituzionale a loro dedicato.

Tale spazio, plasmato anche dall’adolescente, si presta a diventare luogo di riconoscimento individuale e gruppale,d’iniziale integrazione e consapevolezza di sé.

Come in un gioco gestaltico figura-sfondo, a seconda dei problemi presentati e della modalità di fare relazione dell’adolescente, a volte è la configurazione ambientale a diventare promotrice di cambiamento, a volte è la relazione con il consulente che assume la centralità e la reciprocità di un vero e proprio contratto terapeutico.

Relazione di Natalia Campana:

“Adolescenza:trasformazione e cambiamento”

 

Abstract

Attraverso materiale clinico si proporrà la discussione intorno ad alcuni aspetti:

-         trasformazione del corpo,

-         cambiamento in continuità con l’infanzia,

-         trasformazioni e cambiamenti a partire dall’adolescenza.

Se possiamo pensare all’adolescenza come un tempo che segue le esperienze infantili e che pertanto le rivede, rielabora e reintegra in un nuovo assetto fisico e psichico, dobbiamo anche considerare l’adolescenza come un tempo a sé, in cui nuovi processi prendono avvio. I recenti studi di neuroscienziati come Jay Giedd ci chiedono di considerare aperto il processo di sviluppo proprio in considerazione del fatto che non tutto è già avvenuto nell’infanzia, e che gli avvenimenti dell’adolescenza possono produrre altrettante dannose conseguenze nello sviluppo, ben visibili in pazienti adulti.

Dice Jacobs: “Sebbene, chiaramente, la nevrosi adolescenziale attinga…dai conflitti e dalle formazioni di compromesso, dei periodi precedenti, deve essere anche compresa come un’entità separata, nuova e diversa, formata non solo dalla brace delle vecchie lotte nuovamente risvegliate, ma dalle singolari forze psicologiche e biologiche che entrano in gioco e che influenzano la personalità in questo  momento particolare della vita.

Quando parliamo degli effetti dell’adolescenza su un dato individuo è comunque, importante valutare il ruolo che ciascuna delle sue fasi ha giocato nell’insieme del quadro clinico [1]


 

[1] Jacobs T.J., Sulla nevrosi adolescenziale, in “Gli Argonauti”, n°114, CIS Milano,  pp. 181-201.

 

 

Brescia, 9.06.2008 "LA SFIDA DEGLI INTERVENTI PRECOCI "; Sede: IRCCS CENTRO SAN GIOVANNI DI DIO - VIA PILASTRONI, 4 - BRESCIA ; Info: obonometti@fatebenefratelli.it  Fees= n.d.

CONVEGNO

LA SFIDA DEGLI INTERVENTI PRECOCI

9 GIUGNO 2008

Sala Fra Giovanni Maria Alfieri

IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli

Via Pilastroni, 4 – Brescia

 

PROGRAMMA

 

Moderatori: Dott.ssa R. Pioli, Dott. G. Rossi

 

9,00 Registrazione dei partecipanti

9,30 Saluti e apertura dei lavori

9,45 La sfida degli interventi precoci - prima sessione

            Prof. L. Cortese

 

11,00 Pausa Caffè

 

11,15 La sfida degli interventi precosi – seconda sessione

            Prof. L. Cortese

 

12,30 Discussione

 

13,00 – 14,00 Pausa pranzo

 

14,00 – 16,00 Tavola rotonda: presentazione e discussione di casi clinici

                        Intervengono:  Dott. G.B. Tura

                                               Dott. F.M. Saviotti (o suo sostituto)

                                               Dott.ssa C. Porteri

                        Discutono:        Prof. L. Cortese

                                               Prof. P. Morosini

                                               Dott. A. Materzanini

                                               Dott. P. Valsecchi

 

16,00  – 16,30 Domande dei partecipanti

 

16,30 – 17,00 Compilazione questionari ECM e chiusura evento


 

ABSTRACT

Convegno 9 giugno 2008

 

 

 

Il riconoscimento e la gestione delle psicosi all’esordio è divenuto negli ultimi anno un obiettivo da perseguire per molti clinici, ricercatori e anche per riformatori dei servizi per la salute mentale.

Di recente si è raggiunta la consapevolezza che una particolare attenzione alle fasi precoci della malattia mentale può avere come risultato una riduzione della morbilità e una migliore qualità di vita per i pazienti e i famigliari.

“L’ individuazione precoce e un trattamento multimodale dei primi episodi, sono una priorità poichè l’impatto psicosociale e probabilmente anche quello biologico può essere minimizzato e l’esito migliorato (Royal Australian and New Zealand College of  Psychiatrist ).

La ricerca ha  messo in evidenza dati importanti: bisogni specifici dei giovani pazienti con psicosi all’esordio, gli effetti  iatrogeni delle terapie tradizionali e le potenzialità di un’ampia gamma di interventi nella prevenzione secondaria .

Intervento precoce significa ”prima di quanto sia usuale”  e implica la necessità di un cambiamento di atteggiamenti e di pratiche per ricercare e applicare  strategie specifiche ed efficaci fondate sulle evidenze scientifiche.

La giornata di studio si pone  l’obiettivo di offrire un contributo in termini di ricerca, intervento clinico e modello concettuale in un ambito che può essere definito preventivo, nel senso di ridurre o prevenire la transizione alla psicosi.

 

Napoli, 6.06.2008 "PERVERSIONE E PERVERSITÀ: RIFLESSIONI TEORICO CLINICHE "; Sede: NAPOLI, ISTITUTO ITALIANO DEGLI STUDI FILOSOFICI, VIA MONTE DI DIO 14 ; Info: sipp@mclink.it ; Fees= euro 70,00

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Palazzo Serra di Cassano - Napoli

 

 

Seminario Nazionale

 

 

Venerdi 6 Giugno 2008

 

Perversioni e perversità: riflessioni  teorico cliniche

 

Programma

Ore 9,00         Saluto di Benvenuto

 

Ore 9,15         Introduzione dei lavori: Maria Luisa Califano, Membro ordinario e  Segretario Scientifico della SIPP

                        Chairperson: Luisa Perrone, Membro ordinario con F.T.  SIPP

 

Ore 10,00       Orazio Costantino, Membro ordinario con F.T.  SIPP

                        "Narcisismo e perversione". 

 

Ore 11,00       Break

 

Ore 11,15       Sarantis Thanopulos, Didatta SPI

                        "La centralità del masochismo nella perversione"

 

Ore 12,15       Discussione sulle relazioni del mattino

 

Ore 13,15       Break

 

Ore 15,15       Maurizio Russo, Membro associato SIPP

                         “La scena primaria nella perversione”

 

Ore 16.15       Egidio T. Errico, Membro ordinario SIPP

“Il (non) lavoro dell'Io nelle perversioni e nelle perversità”

 

Ore 17.15       Discussione sulle relazioni del mattino

 

Ore 18.15       Somministrazione questionario

 

Ore 19.00       Chiusura dei lavori

Abstract delle relazioni

 

"Narcisismo e  perversione"

Orazio Costantino

Nel lavoro si fa riferimento alla soluzione perversa del narcisismo per la quale il soggetto individua una zona "franca" tra la realtà e la fantasia dove nella indistinzione dei due mondi ha modo di attribuire alla realtà i contenuti propri del suo mondo immaginario. Egli individua così un oggetto che sintetizza magicamente in sè gli elementi di una realtà parallela a quella reale.Perchè ciò si realizzi il paziente deve sospendere il giudizio di esistenza (vedi Freud) contravvenendo al principio di realtà rendendo fattuale nel mondo esterno la presenza dei suoi oggetti non più percepibili perchè

assenti. Nel lavoro si fa riferimento ad una linea di trattamento che tenda ad attivare la funziona rappresentazionale del sogggetto a partire dal dato di realtà.

 

 

"La centralità del masochismo nella perversione"

Sarantis Thanopulos

L'autore pone il masochismo al centro della condizione perversa. Diversamente da Freud che collega il masochismo primario alla pulsione di morte l'autore considera il masochismo come condizione universale, che ha il suo punto originario nel legame madre-bambino degli inizi, quando la madre (la madre normalmene folle degli inizi, secondo A. Green) tende a travolgere il figlio nel contesto della loro relazione erotica. Esiste quindi un masochismo fisiologico, che può essere descritto come capacità di perdersi nell'incontro con l'altro (perdersi, per così dire, tra le sue mani), senza la quale nessun godimento sarebbe possibile. Il masochismo patologico, invece, deriva  da un eccesso di invasività della madre, che determina un eccesso di difficoltà del bambino a gestire in modo personale il proprio desiderio, di modo che il perdersi nell'incontro con l'altro rischia di smarrire il suo collegamento con il ritrovarsi in sé. La presenza di un masochismo patologico rende a sua volta ingestibile la perdita dell'altro (che è sempre anche perdita, mutilazione,di sé) complicando il vissuto di castrazione e disturbando potentemente, ma non abolendola completamente, la possibilità di assumerla simbolicamente dentro di sé. La perversione (in tutte le sue varianti: masochismo, sadismo, voyerismo, feticismo, necrofilia, esibizionismo) è sempre diniego della castrazione che è, al tempo stesso,  diniego della perdita dell'altro (vissuto come troppo invadente, castrante per diventare oggetto di lutto). Sospeso tra morte dell'altro e morte (castrazione) propria, il soggetto insegue un godimento che  piuttosto che affermare la vita sconferma la morte.  

 

 

“La scena primaria nella perversione”

Maurizio Russo

Dopo aver effettuato una disamina della letteratura selle perversioni, a partire dal concetto freudiano di perversione come il negativo della nevrosi fino alla teoria della Chasseguet- Smirgel e di Khan, l’Autore mette in evidenza come nella dinamica della perversioni giochi un ruolo di primo piano il vissuto legato ad una scena primaria arcaica e persecutoria, sottolineando che la perversione non può essere considerata una regressione e una fissazione ad uno stadio di sviluppo primitivo, ma un ritiro, in bambini emotivamente carenziati, in un mondo in cui la sessualizzazione riempie il vuoto persecutorio dell’angoscia, al fine di preservare l’integrità e la coesione del sè. Attraverso due vignette cliniche l’Autore descrive anche gli aspetti differenziativi tra nuclei perversi e strutture perverse.

 

 

Il (non) lavoro dell'Io nelle perversioni e nelle perversità

Egidio Errico

L’autore descrive la struttura dell'Io nei comportamenti perversi, nelle perversioni e nelle perversità. Emerge che  oggi qualsiasi riflessione sulle perversioni non può prescindere dal considerare il ruolo che l'Io occupa e le funzioni che assume nei comportamenti perversi e nelle organizzazioni stabili delle personalità perverse e antisociali. Questo anche di particolare importanza non solo per comprendere l’intera organizzazione della personalità dei pazienti perversi, ma anche ii comportamenti perversi in persone non perverse, o su gli atti perversi in persone non necessariamente dominate dalla perversità. Il riferimenti a casi clinici dimostra come tale approccio risulta rilevante anche ai fini strettamente terapeutici.

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Roma, 20-21.06.2008 WORKSHOP" SOGNARE E RACCONTARE I SOGNI IN GRUPPO" Sede: SGAI V.PARIOLI,90 ; Info: annalfe@libero.it ; Fees= euro 120,00

Workshop" Sognare e raccontare i sogni in gruppo"

 

Nei giorni di  workshop  sul dreamtelling, sognare e raccontare sogni in gruppo, con Robi Friedman  i partecipanti verrano messi in grado di entrare   in contatto con i loro sogni  e i loro processi inconsci e  comprendere le differenze tra sognare e raccontare i sogni,tra contenuti del sogno e processi interpersonali attivati dal racconto dei sogni.

I partecipanti verranno messi in condizione di  lavorare con i sogni in gruppo, con modalità e tecniche differenti, sia in piccoli gruppi che in gruppi più larghi .

L’approccio al sogno verrà intrapreso sul versante sia personale che sociale. I partecipanti verranno messi in contatto con i sogni utilizzando patterns (modelli) interpersonali. Verranno altresì formati  anche ad altri approcci al lavoro con i sogni (approcci non interpretativi al sogno,come quello gestaltico,quello psicodrammatico,ecc.).

A conclusione  Friedman  metterà ogni partecipante in condizione  di verbalizzare,all'interno dei sogni raccontati, il  tema psichico centrale del sogno,il pattern, inteso come movimento emotivo ricorrente che può esser consciamente o inconsciamente rappresentato nel sogno e aiuterà a riconoscere all’interno di  tale pattern gli elementi che stanno chiedendo un contenimento nel gruppo.

 

Social dreaming

 

Il Social Dreaming è una tecnica di lavoro che risale agli inizi degli anni 80: fu proposta da Gordon Lawrence, che sviluppò un approccio al gruppo basato sul concetto di relazionalità, intendendo con ciò il modo in cui l’esperienza ed il comportamento di un individuo sono ordinati da costrutti consci ed inconsci del gruppo o dell’organizzazione che sono presenti nella sua mente. Per questo motivo il Social Dreaming può essere utilizzato in vari contesti: consulenza aziendale, corsi d’aggiornamento, congressi. I momenti fondamentali del lavoro con i sogni in gruppo sono: -la narrazione dei sogni dei partecipanti; -le libere associazioni relative ai sogni; -amplificazioni emotive e tematiche. Parte del lavoro del Social Dreaming implica la ricerca di elementi comuni ai sogni dei partecipanti, con particolare attenzione alla sequenza con cui i sogni vengono raccontati. Il “Social Dreaming” utilizza il sogno per comprendere meglio la realtà sociale dei partecipanti alle sedute, e non hanno un fine terapeutico. Esso potrebbe essere definito come: “un metodo di lavoro con i sogni, secondo il quale i sogni vengono condivisi in un gruppo di persone che si riunisce per questo motivo. Durante le sedute, i partecipanti presentano sogni che sono offerti al gruppo in modo che sia possibile stabilire legami e connessioni”. (Armstrong, 1998; Lawrence, 1998a)

 

Robi Friedman

Prof Friedman vive ad Haifa. Lavora e insegna alla "Tecnion", il centro di ricerca più avanzato in Israele.

Si è laureato in Israele e specializzato presso l’Università di Zurigo( Ph.d. in Psychology)

È  Co-fondatore dell’Istituto Israeliano di Gruppo-analisi.

È Visiting lecture presso l’Università di Haifa

È stato membro del Comitato Direttivo IAGP.

E’ Senior Supervisor in Psicoterapia e Psicodiagnosi per l’Association for Clinical Psychologists

È co-fondatore (2001) del Psychotherapy Mikbatz, the Israel Journal for Group Therapy

È Co-editor del Journal “Group Analysis”.

È stato membro del Comitato Organizzatore IAGP (International Ass. of Group Psychotherapy)  per il convegno di Jerusalem nel 2000

Si è specializzato rispetto ai sogni che vengono portati nei gruppi, nell'elaborarli, nello studio di come questi sogni vengono raccontati e resi fruibili per il gruppo.

 

Tiene seminari presso numerose università europee.

 

È autore di numerosi articoli e libri.

 

Roma, 7.06-19.10.2008 "FORMAZIONE E SUPERVISIONE IN GRUPPO NELLA PROSPETTIVA DELLA PSICANALISI E PSICODRAMMA ANALITICO "; Sede: ROMA VIA GIOVANNI ANDREA BADOERO, 67 SCALA A INT.1 ; Info:  annalisa.scepi@tiscali.it Fees= euro 216,00

Dott.ssa MARIE NOELLE GAUDE’ (Francia)

 

Gaudé Marie Noelle, nata Screpel, il 16.10.1945 a Sallanches 74000, Francia.

Residente a Parigi, 9 Rue Brezin, 75014.

 

Laureata in Filosofia presso l’Università di Strasburgo nel 1967.

Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università di Parigi VII nel 1979.

Psicoanalista, membro della Fondazione Europea per la Psicoanalisi.

Psicodrammatista, membro della S.E.P.T., ex Presidente, membro della Commissione di insegnamento.

Direttore Responsabile della rivista «Psychodrame».

 

Attività attuale.

Psicoanalista impegnata in una struttura pubblica di pedopsichiatria.

Psicoanalista con attività privata.

Psicodrammatista dirigente di un gruppo didattico e responsabile di un seminario di formazione e ricerca.

 

Pubblicazioni.

Diversi articoli per la rivista «Psychodrame».

Partecipazione al libro collettivo Les enfants de la Dass (Denoël).

Articolo sulla formazione degli psicodrammatisti in «Rivista di psicoterapia analitica di gruppo» n.48 (Erès).

In Fede

Marie Noelle Gaudé

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Firenze, 9.05.2008 "ATTRAVERSARE LA PSICHIATRIA "; Sede: Aula La Colombaria; Info: info@quidcom.com ; Fees= n.d.

CENTRO PSICOANALITICO DI FIRENZE

 

REGIONE TOSCANA

 

ATTRAVERSARE LA PSICHIATRIA DINAMICA

Firenze, venerdì 9 maggio 2008

 

Mattina

“ LA RAGIONE NOSOGRAFICA, LE PILLOLE E LE PAROLE “

 

Franco Mori ( Firenze )                                                 : Presiede

09,00             Antonello Correale ( Roma )          : Introduce al tema

09,45             Mario Rossi Monti ( Urbino )         : La diagnosi sporca

10,30             Giuseppe Berti Ceroni ( Bologna ) : L’agire tra pillole e parole

11,10             coffee break

11,40             Romolo Rossi ( Genova )                 : Che fine ha fatto l’isteria

12,20             Graziano Graziani ( Firenze )         : Sulla malattia creativa

13,00             discussione

13,30             pausa pranzo

 

Pomeriggio

“GRUPPO DI LAVORO E GRUPPO TERAPEUTICO”

 

Stefania Nicasi ( Firenze )             : Presiede

14,45             Stefano Calamandrei ( Firenze )  : Introduce al tema

15,10             Vincenza Quattrocchi ( Empoli ) : Dipartimento di Salute Mentale:

                                                                                                                                             un’organizzazione “psico-dinamica”

15,55             Giovanni Foresti ( Pavia )             : L’organizzazione necessaria: istituzione e psicoanalisi

16,40             Giuseppe Saraò ( Firenze )            : Sulla soglia: le dimensioni verticali ed orizzontali nel

gruppo di lavoro

17,15             Giuseppe Riefolo ( Roma )            : Il gruppo terapeutico

17,50             discussione

18,20             test di valutazione ai fini ECM

 

INFORMAZIONI GENERALI:

SEDE

Il corso si terrà presso la sala convegni Aula Letteraria della Colombaria, Via S. Egidio Firenze

Iscrizione al Corso di Aggiornamento

L’iscrizione al corso è a titolo gratuito

Segreteria Organizzativa

QUID Communications srl - Via G. C. Vanini, 5 - 50129 Firenze tel: 0554633701 fax: 0554633698  info@quidcom.com

Segreteria Scientifica

Graziano Graziani

Educazione Continua in Medicina – ECM

Sono stati richiesti la Ministero della Salute i crediti formativi per un massimo di 90 discenti, individuati fra le discipline di medici psichiatri, neuropsichiatri infantili e neurologi, e 30 psicologi. Per acquisire i crediti assegnati, i partecipanti dovranno compilare il questionario di verifica dell’apprendimento e la scheda di valutazione dell’evento. Sono obbligatorie le firme di entrata e di uscita e il 100% di presenza all’intera giornata.

Attestato di Frequenza

L’attestato con i crediti formativi verrà recapitato direttamente al partecipante dopo la verifica del questionario di valutazione dell’apprendimento.

Variazioni

La Segreteria Scientifica e la Segreteria Organizzativa si riservano il diritto di apportare al programma tutte le variazioni che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o scientifiche.

CURRICULA DOCENTI

ROSSI ROMOLO

Romolo Rossi è professore ordinario di Psichiatria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova, e dopo essere stato Direttore dell’Istituto di Clinica Psichiatrica è stato Direttore del Dipartimento di Scienze Psichiatriche dell’Università di Genova. Dal 1992 a oggi ha diretto la Scuola di Specializzazione in Psichiatria presso la stessa Università. E’ titolare degli insegnamenti di Psichiatria presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria, di Psicoterapia presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia, e di Psicoterapia presso la Scuola di Specializzazione in Criminologia Clinica. E’ stato presidente della Società Italiana di Psicoterapia Medica. E’ membro ordinario della Società Psicoanalitica, e membro del Collegium Internazionale Psychopharmacologicum. E’ presidente del Corso di Laurea in Riabilitazione Psichiatrica presso l’Università di Genova.

Ha pubblicato globalmente 400 lavori scientifici, tra cui 14 monografie o trattati. E’ co-editor di un Manuale di Psichiatria, del Trattato Italiano di Psichiatria e del Trattato di Igiene Mentale.

I suoi precipui interessi sono rivolti tra gli altri ai seguenti campi:

1)                    Aspetti terapeutici della depressione, dimensioni psicodinamiche dei disturbi bipolari, ed inquadramento nosologico dei disturbi affettivi;

2)                    Concezione e interazioni tra psicofarmacoterapia e psicoterapia analitica dei vari disturbi psichiatrici;

3)                    Relazioni tra psicodinamica, precipuamente psicoanalisi e psicopatologia;

4)                    Aspetti nosologici ed etiopatogenetici dei disturbi somatoformi, narcisistici, dissociativi, nell’area psicogenetica in correlazione coi dati biologici.

ANTONELLO CORREALE

Primario Psichiatra del Dipartimento Salute Mentale ASL Roma B Area II. Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana.

Ha scritto numerose pubblicazioni, tra cui Il campo istituzionale, Quale psicoanalisi per le psicosi?, (con Luigi Rinaldi), Psicoanalisi e Psichiatria (con Giuseppe Berti Ceroni), Borderline (con  A. Correale, A.M. Alonzi, A. Carnevali, P. Di Giuseppe, N. Giachetti), Il Gruppo in Psichiatria (con Veronica Nicoletti) e Area traumatica e campo istituzionale.

GIUSEPPE BERTI CERONI

Giuseppe Berti Ceroni, psichiatra, psicoanalista, autore di molti articoli e curatore di alcuni libri, fra cui Psicoanalisi e Psichiatria(Cortina, 1999) e Come cura la psicoanalisi? (FrancoAngeli 2005) .

GIUSEPPE RIEFOLO

Giuseppe Riefolo, psichiatra, è membro associato della Società Psicoanalitica Italiana. Dirige il Centro di Salute Mentale di via A. Di Giorgio  della ASL Roma/E. Ha collaborato con l'istituto di Psichiatria dell'Università Cattolica del S. Cuore di Roma  e con quello dell'Università G. D'annunzio di Chieti dove ha insegnato presso la scuola di specializzazione in Psichiatria. Effettua una serie di seminari e supervisioni cliniche attualmente presso i Dipartimenti di Salute Mentale di Modena, Sassuolo (MO), Vignola (MO) Pavullo (MO), Padova., Ortona  (CH), ASL Roma/B e RM/A. Sul piano della ricerca si è occupato di Storia della psichiatria sia riguardo alle istituzioni manicomiali che di temi di psicopatologia classica. In questa linea con Filippo M. Ferro ha pubblicato "Figure dell'isteria" (Metis, 1996); “Isteria e campo della dissociazione” (Borla, 2006) ed una serie di  note relative a particolari personaggi della psichiatria classica quali, Sementini, Chiarugi, Clérambault. Parallelamente a temi di carattere storico, recentemente si è occupato dell'analisi dinamica delle istituzioni territoriali con il volume: "Psichiatria Prossima. La psichiatria territoriale in un'epoca di crisi" (Bollati Boringhieri, 2001).Sul tema dell’uso del cinema in psicoanalisi e psichiatria recentemente ha pubblicato “Le visioni di uno psicoanalista” (Antigone, Torino, 2006). Insegna presso l’Associazione Psicoanalitica Abruzzese (APA) di Chieti.

GIOVANNI FORESTI

 (13.11.1957) è laureato in medicina, specialista in psichiatria, membro della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psycho-Analytic Association. Ha esperienze gestionali sia come consulente e supervisore di diverse istituzioni (in Lombardia, Emilia e Veneto), sia come responsabile di servizi sanitari (primario e direttore sanitario). Ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze Relazionali nel 1983 e attualmente è Professore a contratto all’Università di Pavia (Riabilitazione Psichiatrica e Psicologia del lavoro e delle Organizzazioni). Inoltre, è docente nei Corsi di Formazione Manageriale della Regione Lombardia (Scuola di Direzione in Sanità dello IREF) e ha collaborato a diversi corsi di specializzazione post-lauream organizzati dall’Università di Padova e di Urbino.

MARIO ROSSI MONTI

1. STUDI

Mario Rossi Monti è nato a Milano il 7 marzo 1953. Si è laureato in medicina e chirurgia nell'Università degli Studi di Firenze il 15 settembre 1977 discutendo una tesi in psi­chiatria (relatore prof. Adolfo Pazzagli), intitolata Contributi della psichiatria fenomenologico‑esistenziale al­la teoria e alla prassi della psichiatria attuale. Lau­rea­to­si con il massimo dei voti e la lode, nel novembre dello stes­so anno ha conseguito la abilitazione alla professione di medico‑chirurgo e dal gennaio 1978 è iscritto all'Ordine dei Medici della Provincia di Firenze.

Nel gennaio 1978, avendo superato l'esame di ammissione e risultando secondo in graduatoria, è stato ammesso al primo anno di corso della Scuola di Specializ­zazione in Psichia­tria dell'Università degli Studi di Firenze, diretta dal prof.Adolfo Pazzagli. Il 10 luglio 1981 ha conseguito il di­plo­ma di specialista in psichiatria con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi dal titolo La paranoia come ca­ricatura di un sistema scientifico.

Avendo completato una analisi didattica con un membro didatta della Società Psicoanalitica Italiana, il sot­toscritto è attualmente iscritto alla Società Psicoa­nalitica Ita­liana con la qualifica di «Membro Associato».

E' inoltre socio della Società Italiana per la Psicopatologia.

Ha partecipato inoltre ai seguenti corsi di aggiornamento:

1.il 19 gennaio 1990 ha partecipato al seminario «La relazione tera­peutica e l'attività psicoterapeutica nel Dipartimento di Sa­lute Mentale» tenutosi presso il  Cen­tro Formazione e Aggiornamento della U.S.L. 10E in Fi­renze nell'am­bito del Programma Regionale per l'Aggiornamento de gli operatori dei D.S.M.

2.«Corso di Aggiornamento Obbligatorio per il personale del­la Unità Operativa di Psichiatria della USL 10 B» svol­to­ si nel periodo compreso tra marzo e maggio del 1991.

3.dal 10 al 13 ottobre 1991 ha partecipato al  Corso di Ag­giornamento Perma­nente per lo Psichiatra «Psichiatria '90», tenutosi a Gubbio.

Collabora al­la rivista ATQUE‑Materiali tra filosofia e psico­tera­pia ed  è stato o è membro del Comitato Editoriale o Scientifico delle seguenti Riviste:

Rivista Sperimentale di Freniatria

Psichiatria nella Comunità

Comprendre. Archive International pour l'Anthropologie et la Psychopathologie Phénoménologiques

Psiche. Rivista di Cultura Psicoanalitica

Psichiatria e Psicoterapia Analitica (ora Psichiatria e Psicoterapia)

Evidence Based Mental Health (edizione italiana)

Psichotech – Rivista della Società Iatliana di Psicotecnologie e Clinica dei Nuovi Media

Psicopatologia Cognitiva

Dirige la Collana "Psicopatologia" della Giovanni Fioriti Editore

2. ESPERIENZE

Durante gli anni degli studi universitari ha frequentato per un anno come studente interno l'Istituto di Anatomia Uma­na Normale ed ha frequentato come tirocinante l'Ospedale Neu­ropsichiatrico Provinciale di Firenze. Tale tirocinio pra­tico è proseguito anche dopo il conseguimento della laurea e fino al luglio 1978.

In data 16 luglio 1978 è stato assunto come «medico as­si­sten­te straordinario» ed ha svolto tale servizio fino al 15 novembre 1978.

Il 23 novembre 1978 l'Amministrazione Provinciale di Fi­ren­ze ha stipulato con il sottoscritto una convenzione relativa all'esame clinico di soggetti che presentano pro­blematiche e disturbi della sfera psichica, nell'ambito dei Servizi per la Salute Mentale. In particolare fu stabilita l'assegnazione ai Servizi di Salute Mentale del  Valdarno Fio­rentino diretti dal prof. Arnaldo Ballerini. Tale con­ven­zione è stata via via prorogata fino al 30 giugno 1980.

Dal 9 gennaio 1979 all' 8 aprile 1980 ha svolto il servizio militare come sottote­nente medico di complemento (ruolo ufficiali medici) prestando servizio presso l'Istituto di Medicina Legale della Scuola di Sanità Militare di Firenze.

Dal 7 luglio 1980, essendo risultato vincitore del con­cor­so pubblico per 5 posti di medico assistente psi­chia­tra nei Servizi Provinciali per la Salute Mentale, ha prestato servizio come medico assistente psi­chia­tra di ruolo dipendente dall'ex‑Ospedale Neuropsi­chia­trico di Firenze, prima nella U.S.L. 18 (Empolese‑Val d'Elsa) poi, a partire dal gennaio 1984, presso la U.S.L. 1O B di Fi­ren­ze.

Nel gennaio 1989, essendosi classificato primo nella gra­dua­toria, gli è stato conferito l'incarico di aiuto psi­chia­tra presso la U.S.L. 10 B per il periodo 1.1.1989‑ 31.8.1989. Dopo avere ripreso servizio come assistente, il 9.4.1990 è stato nominato Aiuto Corresponsabile Ospe­da­liero presso la USL 10 B essendosi classificato al primo po­sto nella graduatoria del pubblico concorso. Ha assolto a tale funzione fino al 20.12,1994, data in cui ha rassegnato le dimissioni volonta­rie. 

Dal 27.12.94, essendo risultato vincitore di un posto di Ricercatore Universitario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Firenze per il gruppo di discipline M11E, ha preso servizio come Ricercatore Universitario, ruolo che ricopre a tutt'oggi, prestando servizio presso la Unità Operativa di Psicologia Clinica e Psicoterapia, nell'ambito del Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell'Università di Firenze..

Sal 1.11.98 essendo risultato vincitore del Concorso a professore di seconda fascia per il raggruppamento M11E (Psicologia Clinica) è stato nominato Professore Associato di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Urbino.

Dall'aprile 1984 al 31 dicembre 1989 ha svolto funzioni di consulente del Centro Rieducazione Minorenni del Mini­stero di Grazia e Giustizia a favore dell'Istituto Osservazione Mi­norenni «G.Paolo Meucci» di Firenze, nell'ambito di una con­venzione che prevedeva un impegno pari a 24 ore mensili.

3. INSEGNAMENTI

1) Nell'anno accademico 1981‑1982 ha collaborato all'at­ti­vità didattica della Clinica Psichiatrica dell' Università degli Studi di Firenze conducendo, insieme alla prof. Paola Benvenuti, un seminario per studenti di medicina e magistero sul tema «Maternità come crisi».

A partire dal 1979 ha inoltre collaborato ad un programma di ricerca della Clinica Psichiatrica di Firenze avente per oggetto i disturbi psicopatologici della mater­nità e della pa­ternità, nell'ambito del quale sono stati pubblicati nu­mero­si contri­buti su riviste specializzate ed il volume di A. Pazzagli, P.Benvenuti, M.Rossi Monti, Maternità come crisi, Il Pensiero Scientifico, Roma, 1981

2) Ha ricoperto l'incarico di inse­gna­mento di Psicopedagogia presso la Scuola per Infermieri Pro­fessionali della U.S.L. 1O E e presso la Scuola per In­fer­mieri Pro­fessionali della U.S.L. 1O H negli anni 1981/82, 1982/83, 1983/84.

3) Ha ricoperto l'incarico di insegnamento di Psi­chia­tria presso la Scuola per Infermieri Pro­fessionali della U.S.L. 1O E negli anni 1983/84, 1984/85, presso la U.S.L. 1O H nell'anno 1983/84 e presso la Scuola Infermieri Pro­fes­sionali della U.S.L. 1O D nell'anno 1985/86.

4) Nell'anno accademico 1984/85 ha svolto attività di in­se­gna­mento nella materia «Fattori che influenzano lo sviluppo infantile» presso la Scuola di Specializza­zione in Psi­chia­tria dell'Università di Siena. Negli anni accademici successivi (1985/86, 1986/87, 1987/88, 1988/89, 1989/90) è stato nominato docente di «Neuropsichiatria Infantile» presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell'Università di Siena ed ha svolto la relativa attività annuale di in­segna­men­to; negli anni accademici 1990/91, 1991/92, 1992/93 ha insegnato «Patologia Speciale Psichiatrica»; dall'anno accademico 1992/93 fino al 1997/98 è stato inoltre nominato, presso la medesima Scuola di Specializzazione in Psichiatria, docente di «Psicodinamica»..

5) Nell'anno scolastico 1992/93 ha insegnato «Elementi di psichiatria e psicopa­tologia generale» agli allievi del secondo anno (per un totale di 20 ore) della Scuola per Educatori Professionali istituita dalla Unità Sanitaria Locale 10 B Firenze.

6) Nel 1993 è stato nominato docente di «Psichiatria» presso la Scuola di formazione per psicomotricisti diretta dal Prof. Jean Le Boulch, funzione che ha svolto nell'anno scolastico 1993-1994 e 1994-1995.

7) Nell'anno accademico 2000-2001 è statp nominato Direttore del Corso di Perfezionamento Universitario Dalla diagnosi alla terapia. Il ruolo della psicopatologia. (Università di Urbino):

Contratto Integrativo nella Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell'Università degli Studi di Firenze (1997/98-98/99) 2000-2001

Professore a Contratto per Psicoterapie psicoanalitiche (Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica - Università di Firenze)

4. PUBBLICAZIONI. 

Le pubblicazioni (in allegato elenco) possono essere distinte in base a tre principali filoni di ricerca:

1)-L'indirizzo fenomenologico in psichiatria e la psicopatologia fenomenologi­ca di derivazione jaspersiana.

L'interesse per l'indirizzo fenomenologico esistenziale in psichiatria, nato all'epoca della scelta del tema della tesi di laurea in psichiatria, si è in seguito concretizzato in una raccolta antologica di testi di ambito filosofico, psichiatrico e psicopatologico (M.Rossi Monti, Psichiatria e fenomenologia, Loescher, Tori­no, 1978) ed in un breve saggio (M.Rossi Monti, S.Vitale, Dall'analisi esisten­ziale alla teoria dei si­stemi, Feltrinelli, Milano, 1980). Questo tipo di interesse, iniziato con un taglio di carattere storico-epistemologico, si è tradotto in studi di clinica psichiatrica e di impostazione psi­copatologica che hanno dato luogo a due libri, scritti in collaborazione con Arnaldo Ballerini: il primo dedicato al cosid­detto Defekt post‑schi­zo­fre­nico (A.Ballerini, M.Rossi Monti, Dopo la schizofre­nia, Fel­tri­nelli, Milano, 1983); il secondo dedicato ad una riconsiderazione del «delirio di rap­por­to sensitivo» di Kretschmer, visto come modello di molti scom­pensi di natura paranoidea (A.Ballerini, M.Rossi Monti, La vergogna e il delirio, Bol­lati Boringhieri, Torino, 1990).

Altri studi, in forma di articoli, sono stati dedicati alle sindromi schizoaf­fet­tive, ai sintomi negativi della schi­zo­fre­nia nel loro rapporto con le depressioni po­st‑psicotiche e con il concetto di autismo, al­la psicopatologia dell'età involutiva, ai problemi di carattere epistemologici suscitati dalla classificazione dei disturbi mentali e ai problemi che sono venuti in primo piano con la adozione di un nuovo modello di assistenza psichiatrica. Un tentativo di mostrare la attualità della riflessione psicopatologica e soprattutto la possibilità di una sua declinazione nell'approccio clinico ai problemi che si pongono nell'ambito della psichiatria comunitaria ha dato luogo al volume M.Rossi Monti (a cura di), Manuale di psichiatria nel territorio, La Nuova Italia, Firenze, 1994. Una riflessione di carattere epistemologico sulle potenzialità dell'approccio psicopatologico nell'ambito della psichiatria odierna è stata recentemente pubblicata su «Comprehensive Psychiatry» (fascicolo 3,1996).

2) La psi­co­pa­tologia della genitorialità: dalle psicosi puerperali agli scom­pen­si della paternità.

Uno studio della psicologia e della psicopatologia della gravidanza è stato pub­blicato in forma di libro (A.Pazzagli, P.Benvenuti, M.Rossi Monti,Maternità come crisi,Il Pensiero Scientifico,Roma,1981). Alla luce di concetti come quelli di identità, cambiamento e crisi, la gravidanza è stata vista come un punto di snodo nella vita della donna, una condizione per certi versi analoga a quella adolescenziale, sia per l'importanza delle trasformazioni somatiche in atto, sia per il fatto che entrambe queste situazioni si configurano come veri e propri «riti di passaggio» verso nuove posizioni evolutive. Concetti come quelli di personalità come‑se e  di personalità border‑line hanno consentito di mettere in re­lazione certe modalità di affrontare la crisi della ma­ter­nità con le vicende psicologiche e psicopatologiche del­la gravidanza e del puerperio. In particolare l'at­tenzione si è indirizzata alle psicosi puerperali, un capitolo con­tro­verso della nosografia psi­chiatrica, alle evoluzioni in sen­so caratteriale che si possono verificare a seguito di una  mancata assunzione del ruolo materno ed  al  post‑partum blue nell'am­bito dei disturbi affettivi del puerperio. Il lavoro del diventare genitori ha rappre­sentato  il punto comune di partenza per un'analisi anche dei vissuti connessi alla paternità e delle manifestazioni psicopatologiche eventualmente connesse all'as­sunzione della funzione paterna (sindrome della couvade, i cosiddetti «acting» della paternità e le psicosi della paternità).

3) La paranoia come caricatura di un si­stema scientifico: il vissuto della scoperta nella scienza e nel delirio.

Una riflessione di carattere epistemologico sulla posizione della psichiatria tra scienze naturali e scienze dell'uomo ha portato alla organizzazione di un Congresso, tenutosi a Siena nel 1987, i cui atti sono stati in seguito pubblicati in un volume (M.Nardini, M.Rossi Monti [a cura di], Psicopatologia e teo­rie della conoscenza, Athena, Roma, 1989), preceduti da un'ampia introduzione. In libro pubblicato qualche anno prima (M.Rossi Monti, La conoscenza totale, il Saggiatore, Milano, 1984) era stata tentata una messa a fuoco del problema della paranoia, questa entità nosografica «ideale» che costituisce una sorta di «caso limite» della psicopatologia. Nell'analisi della costruzione delirante pa­ra­noi­ca­le, caratterizzata  da una estrema sistematicità, erano sta­ti usati modelli e concetti tratti dall'epistemologia post‑critica, come ad esempio il concetto di paradigma in sen­so kuhniano, di accomodamento ad hoc o la distinzione pro­posta da Imre Lakatos tra teorie della "cintura pro­tet­tiva" e una sorta di metafisica influente contenuta invece nel nocciolo duro del sistema. Una analisi di questo tipo, at­tenta ai meccanismi in base ai quali il paranoico co­strui­sce ed articola la sua visione del mondo, in un crescendo di com­plicazioni e difficoltà, fino ad arrivare ad una com­ples­sa, rigida, dogmatica ed inattaccabile costruzione delirante aveva permesso di porre in evidenza somiglianze, ma anche dif­fe­renze, con il modo di procedere dello scienziato, sempre im­pegnato in un difficile equilibrismo tra i due pericolosi estremi del dogmatismo e dell'opportu­nismo.  Ad un aspetto più specifico di questo pro­blema, vale a dire al vissuto della scoperta nella scienza e nel delirio sono stati dedicati altri lavori  nei qua­li i resoconti che alcuni scienziati hanno dato del pro­cesso della scoperta sono posti a confronto con l'esperienza  di «eureka» ti­picamente riferita dai pazienti nelle fasi iniziali del delirio.

 

VINCENZA QUATTROCCHI

Nata a Palermo il 05/10/49 Studi classici  Laurea in Medicina e Chirurgia 1974 Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile 1979 Specializzazione in Psichiatria 1983 Training terapia sistemico relazionale 1977 Psicoanalista Società Italiana di Psicoanalisi (dal 1996 Membro associato) Training per psicoterapie di gruppo (Bauleo) Assistente Medico Psichiatra c/o i servizi per la Salute Mentale – Regione Emilia Romagna

1974/76  Assistente Medico Psichiatra c/o i servizi per la Salute Mentale – Regione Toscana  1976/87 Aiuto corresponsabile psichiatra c/o i servizi per la Salute Mentale – Regione Toscana 1987/91… Primario U.O. di Psichiatria c/o i servizi per la Salute Mentale – Regione Toscana  1991 ad oggi

- Partecipazione a corsi di aggiornamento sulle Comunità  terapeutiche Regione Toscana (durata 1 anno);

- Partecipazione a corsi di aggiornamento sulla Psicopatologia ASL di Pistoia (durata 1 anno);

- Partecipazione a corso di Managment ASL 11 (durata 6 mesi);

- Partecipazione a corso di Managment Regione Toscana – S.I.P. (durata 6 mesi);

- Partecipazione a corso sulla Riabilitazione U.C.L.A. – Los Angeles Prof. Libermann – maggio 1996;

- Partecipazione a corso su DISTIMIA Univ. Lisbona – maggio 1997;

- Partecipazione a corso disturbo Umore – Università di Praga – marzo 1998;

- Partecipazione a corso su Schizofrenia e neuroimmagini Columbia University – Prof. Wanderberger – Washington maggio 1999;

- Partecipazione a corso su Schizofrenia – Università New York ottobre 1999;

- Partecipazione a corso su Schizofrenia – Università New York giugno 2001.

Partecipazione a vari congressi sia in ambito Nazionale che Internazionale (in qualità di Partecipante ovvero di Relatore).

Dirigente II livello ASL 11 U.O. di Psichiatria

Direttore Dipartimento Salute Mentale ASL 11

Responsabile Unità Funzionale Salute Mentale Adulti Zona Empolese – Valdelsa

Responsabile U.O. di Psichiatria  gia’Presidente Commissioni Pari Opportunità ASL 11

Membro del  direttivo Società Italiana di Riabilitazione Regione Toscana

Referente Regionale per il coordinamento nazionale dei Centri Diurni di Psichiatria

Referente Regionale e Consulente Assessorato Sanità Regione Toscana

Circa  70  interventi in qualità di Relatore presso Convegni Regionali Nazionali:

Pubblicazioni varie relative a:             * S.P.D.C. e sua specificità

                                                                                                                                             * Elementi generali della riabilitazione psichiatrica

Fra questi il volume:                                                       * Comunità terapeutica

(S. Montagano-V.                                                             * Centri Diurni e Riabilitazione

       Quattrocchi- A. Zanobini)                                     * Riabilitazione e lavoro

      “A colloquio con la follia”                                    * Psicoigiene dei gruppi di lavoro

      Di Donato Edizioni – 1979                                   * Psicofarmacologia e psicoterapia

* Casi clinici e relazione terapeutica

Docente IV anno scuola di specializzazione di Psichiatria per la facoltà di Medicina  (Università di Firenze) nell’ambito dell’insegnamento di Psicoterapia;

Trainer di gruppi di formazione per operatori (gruppo secondo il modello della Scuola Argentina Pichon Riviere, Bleger)

Attività di supervisore e consulente presso Comunità terapeutica per pazienti con doppia diagnosi (Comunità Incontro Pistoia)

Lezioni e corsi per operatori di varia appartenenza professionale (Medici, Psichiatri, Assistenti Sociali, Infermieri Professionali, Educatori Professionali, OTAA) nel corso degli anni con scadenza annuale.

Consulente in qualità di supervisore per la gestione dei “CASI GRAVI” presso il  DSM Salute Mentale PISA

Consulente in qualità di supervisore per la gestione dei “CASI GRAVI” presso il  DSM Salute Mentale  di   firenze

GIUSEPPE SARAO’

Responsabile M.O.M. Salute Mentale Adulti, Distretto Firenze 2

Giuseppe Saraò,medico chirurgo- psichiatra ,specializzato all'università di Firenze nel 1983, è membro associato della Società Psicoanalitica Italiana. Dirige il Modulo Operativo Multiprofessionale Salute Mentale Adulti Distretto 2- Firenze.Per diversi anni ha diretto la comunità terapeutica di borgognissanti, si è occupato di strutture intermedie, di formazione del personale. Ha pubblicato numerosi lavori in congressi nazionali e internazionali su temi riguardanti : la relazione terapeutica, la psicoterapia di pazienti psicotici, la riabilatazione psicosociale. E' fondatore e attuale presidente dell'associazione " Centro ricerca psicoanalitica Coppia-Famiglia" che si occupa della psicoterapia psicoanalitica della coppia e della famiglia sia nel setting pubblico che in quello privato

GRAZIANO GRAZIANI

Nato a Forlì il 13-09-1951 e residente in Firenze. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Firenze il 26 ottobre 1976 con votazione di 110 e lode/110.

Specializzazione in Psichiatria presso l’Università di Firenze il 4 luglio 1980. SpeciaLIZZAZIONE IN Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Pisa il 5 novembre 1984.

Corsi Post-Laurea:

Qualifica di Psicoanalista: traning presso l’Istituto Psicoanalitico di Roma della Società Psicoanalitica Italiana secondo gli standard di formazione previsti dall’International Psychoanalytical Association, 1984-1993.

Corso quadriennale di Terapia Familiare presso l’Istituto di Terapia Familiare di Roma. 1977-1981.

Esperienza biennale di Infant Observation sotto la supervisione della Prof.ssa G. Ferrara Mori.

Ordine Professionale: Iscrizione all’Ordine dei Medici e Chirurghi della Provincia di Firenze e all’elenco degli Psicoterapeuti del medesimo Ordine.

Attività Professionale:

Pratica Istituzionale

1977 Tirocinio Pratico Ospedaliero (D.M. 28-10-1975) presso il Servizio Universitario Psichiatrico di Firenze.

1977-1979 Assistente Volontario presso l’Ospedale Psichiatrico e i Centri di Salute Mentale della Provincia di Firenze.

1979-1982 Medico a Convenzione presso l’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Pistoia e presso i Centri di Salute Mentale della Provincia di Firenze.

1982-1987 Assistente Psichiatra di ruolo presso l’U.O. di Psichiatria della U.S.L. 10/A (Firenze Centro).

1987-2004 Specialista Ambulatoriale Interno nella branca di Psichiatria presso l’ A.S.L. 4 (Prato).

Pratica privata

Dal 1980 esercita attività libero professionale come psichiatra e psicoterapeuta, quindi anche come neuropsichiatra infantile (1984) e psicoanalista (1993).

Attività di Ricerca e di Consulenza:

1981-1982 Vincitore, dopo pubblico concorso, di una borsa di studio del Ministero della Sanità. “Progetto per la realizzazione di un intervento multidimensionale nella psicosi infantile”. B orsa svolta presso l’Università di Pisa.

1983-1988 Collaboratore retribuito della ricerca finalizzata quinquennale del C.N.R. . “Prevalenza ed evoluzione dei problemi della sfera emotivo – affettivo – relazionale nei bambini e negli adolescenti” ( Progetto finalizzato med. Preventiva e riabilitativa, Sottoprogetto SP3, Malattie degenerative del sistema nervoso).

1984-1985 Nomina a Ricercatore consulente retribuito della ricerca biomedica del Ministero della Sanità. “Validazione di un modello di intervento terapeutico nelle psicosi precoci”. Università di Pisa.

1985-1988 Nomina a Ricercatore consulente retribuito della ricerca biomedica del Ministero della Sanità. “ Criteri diagnostici e rilievi longitudinali in relazione all’intervento terapeutico nelle psicosi infantili”. Università di Pisa.

1999-2002 Membro (su nomina del Consiglio Sanitario della Regione Toscana e dell’Assessore al Diritto alla Salute) della Commissione Regionale sui Servizi di Salute Mentale al fine di verificare l’attuazione del progetto obiettivo “Tutela della Salute Mentale”.

Attività di Insegnamento e Collaborazione Didattica

1980-1982 Incarico di esercitazione nella disciplina “Strutture e dinamiche patologiche” presso la Scuola Magistrale Ortofrenica della Fondazione Stella Maris (Pisa).

1984 Membro, con atto di giunta 55 del 15/10/84 della Regione Toscana, del gruppo pluridisciplinare  di esperti per la produzione di due filmati didattici di educazione sanitaria sui temi della pubertà e dell’adolescenza.

1995 Organizzatore scientifico e docente dei seminari mensili di aggiornamento per operatori socio-sanitari denominati “Adolescenza e Psicoanalisi”. Seminari finalizzati della Regione Toscana ( Progetto Infanzia Adolescenza).

Anni Accademici 1994-1995, 1995-1996, 1996-1997, 1997-1998, 1998-1999, 1999-2000, collaborazione a seminari ed esperienze guidate presso il Corso di Laurea in Psicologia, Facoltà di Scienze della Formazione; Università di Firenze.

Anni Accademici 2000-2001, 2001-2002 Professore a Contratto integrativo nella disciplina di Storia della Psicologia presso il Corso di Laurea in Psicologia della Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Firenze.

Anni Accademici 2002-2003, 2003-2004, Professore a Contratto integrativo nella disciplina di Storia della psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze.

Anni Accademici 2002-2003, 2003-2004, Docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica ASPPI-Sogekli (Bari).

Anno Accademico 2003-2004, Docente presso il Corso di Perfezionamento “Aspetti normali e patologi dello sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza” del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze.

Pubblicazioni

Autore e coautore di 49 pubblicazioni su riviste a carattere scientifico.

Ha pubblicato i seguenti saggi:

Graziani G., Gori Savellini S. (1999), Ricordare Janet: la dissociazione ieri e oggi, Edizioni G: Laterza, Bari.

Graziani G., Magherini G. (2003), L’abuso infantile, Nicomp L.E., Firenze. 

 

ABSTRACT

G. GRAZIANI

La definizione di “Malattia creativa” si deve a Henri Ellenberger ( 1964 ), essa designa una condizione di profondo travaglio interiore, con sintomatologia poliedrica, cui consegue un positivo cambiamento di personalità ed un fecondo sviluppo ideativo. La venatura romantica di tale quadro trovò descrizione in Novalis sotto la voce di “Ipocondria sublime”, tuttavia, dall’epoca romantica ad oggi, forme di “Malattia creativa” hanno attraversato, sotto varie vesti, tutta la storia della psichiatria e dei suoi armamentari terapeutici. L’induzione di una “malattia” a fini terapeutici accomuna, infatti, gran parte degli indirizzi psichiatrici : sia in campo dinamico ( ad es., la artificiale nevrosi di transfert nel processo psicoanalitico ), sia sistemico (ad es., il sintomo quale positiva istanza di cambiamento ), sia biologico ( ad es., la crisi epilettica indotta con le terapie di shock ). Il presente contributo cercherà di ripercorre la vicenda della “Malattia creativa” contestualizzandola nelle epoche e nelle discipline psichiatriche  discutendone il significato euristico.

MARIO ROSSI MONTI

LA DIAGNOSI SPORCA

I sistemi diagnostici standardizzati ci hanno abituato a  ragionare nei termini di quadri nosografici dai confini chiari e ben delineati nei loro reciproci rapporti.

In realtà la proliferazione della comorbilità segnala una intriseca carenza della nosografia imperante, quando la si trasponga acriticamente nella attività clinica reale. In particolare gli operatori dei servizi si trovano quasi sistematicamente difronte a situazioni cliniche complesse, multiproblematiche che possiamo considerare “sporche” rispetto all’ideale di “purezza” che la nosografia trasmette.  Lungi dal costituire un limite, le diagnosi “sporche” dei servizi rappresentano uan fondamentale sollecitazione a ripensare la nosografia e la pratica clinica.

ROMOLO ROSSI

*Come faremo senza isteria?*
Si prende in considerazione l’origine del concetto di isteria come si  inserisce nella letteratura scientifica. Vengono esaminati i concetti  Freudiani di Abwehrneuro, psychosen e di conversione, a partire dalle metafore che esprimono. Esiste una unità fondamentale metodica nell’isteria  che è basata sulla modificazione degli strumenti di relazione di fronte  all’impossibilità di affrontare la contraddizione emozionale. Ciò comporta  l’alterazione dello strumento del livello più primitivo (funzione del  corpo), e quello più complesso (motorio o sensoriale), o ancora più  complesso (memoria e coscienza dell’Io), fino a strutture più complicate  di relazione (menzogna, tecniche di teatro). In questo senso l’isteria è  una realtà necessaria e non necessariamente patologica. Oggi l’isteria  perduta per la psichiatria, si ripristina con la tripartizione legata all’alterazione  dello strumento relazionale (d. somatoforme, d. dissociativo, d. di
conversione)
G. BERTI CERONI

L'argomento della relazione riguarda fondamentalmente in tre  aspetti:

1.la relazione terapeuta-paziente (atti e parole) comunque sottesa a qualunque intervento specifico. Ho chiamato questi fattori terapeutici specifici comuni (FTSC).

2.La scelta fra farmacoterapia e psicoterapia quando motivata da specifiche indicazioni (linee guida) e quando scelta culturale nel triangolo paziente- terapeuta e contesto. Il comportamento sociale di cura

3..La funzione di integrazione fra farmaco e psicoterapeuta: quando è meglio che sia lo psicoterapeuta a prescrivere i farmaci e quando è meglio che le funzioni siano separate in due terapeuti?.L'integrazione è solo affidata al paziente?

FORESTI

AMBASCIATORE PORTA PENA

La supervisione psicoanalitica nelle istituzioni‘aziendalizzate’: contesti, funzioni, metodi

INTRODUZIONE«Un’istituzione non è “sana” o “malata” quando non ci sono conflitti al suo interno, ma quando è in grado di esplicitare i suoi conflitti e ha i mezzi e la possibilità di applicare le misure adatte per la loro risoluzione.»

J. Bleger (1989, p. 72)

«Cercate il personaggio […] che si è impossessato del potere all’interno dell’istituzione; non otterrete nulla finché non avrete restaurato l’autorità medica, solo in seguito potrete nuovamente decentrarla.»

P. C. Racamier (1972, p. 178)

                        Nei servizi sanitari, le trasformazioni prodotte dalla cosiddetta aziendalizzazione delle cure (managed care) hanno determinato un’imponente serie di conseguenze politiche, organizzative e culturali (Correale, 2006; Guimón & Sartorius, 1999; Perini, 2007). Nonostante la loro storica marginalità, anche le istituzioni psichiatriche sono state influenzate da questo nuovo contesto e stanno andando incontro ad una metamorfosi che coniuga, in modo spesso confuso, sconcertanti fenomeni regressivi e importanti progressi scientifici (Barale, 2003; Berti Ceroni & Correale, 1999; Foresti & Rossi Monti, 2003; 2004). Oltre ai molti disagi di cui il presente contributo tratterà più avanti, le istituzioni sanitarie sono così caratterizzate, oggi, da possibilità di dialogo interdisciplinare e da opportunità di integrazione multiprofessionale che in passato erano semplicemente inimmaginabili (Barale et al., 2006; Ferro, 2002, 2003; Ferruta, 1998, 2003, 2005; Gabbard, 1995, 1997; Gunderson & Gabbard, 1999; Person, Cooper & Gabbard, 2006; Rinaldi, 2003; Roth & Fonagy, 1996).

                        Come già chiarito dal sottotitolo, l’argomento qui affrontato è la supervisione psicoanalitica dei processi di cura che si praticano in psichiatria. Scopo del lavoro è quello di descrivere quali problemi si pongono all’analista, quando opera come supervisore in organizzazioni che sono state, appunto, ‘aziendalizzate’. La domanda che ho provato a pormi è in sostanza la seguente: se si tiene conto dei cambiamenti cui è andato incontro il sistema sanitario, come si possono ripensare le funzioni e i metodi della supervisione istituzionale[1]?

                        L’ipotesi qui discussa è sintetizzata dalle parole che costituiscono il titolo, e può essere ulteriormente chiarita dalla lettura dei brani che sono stati posti in esergo: quello di Bleger sui conflitti istituzionali e quello di Racamier sul nesso autorità/potere. Per rendere ancora più netta l’impostazione adottata, ho però cercato di esplicitare il più possibile la prospettiva di lavoro qui esplorata.

Le attività di supervisione mirano a migliorare le modalità di funzionamento dei servizi che la richiedono. I processi psico-sociali promossi dal lavoro del supervisore sono però fenomeni turbolenti, che accrescono le competenze emotive e relazionali degli operatori rimettendo in discussione le ambiguità con cui sono state ricomposti numerosi conflitti, intra- e inter-personali, e compensate diverse contraddizioni macro- e micro-sociali[2].

                        Solo se riesce a far suo il disagio del gruppo, portandone in un certo senso la pena (cioè ‘contenendola’: Ferruta, 2000, 2005; Ogden, 2004); solo se tiene presente che il suo lavoro produce fenomeni di ‘ansia sociale’ che vanno dal significativo al tossico (inevitabili e persino utili i primi; dannosi e decisamente controproducenti i secondi: Obholzer & Zagier Roberts, 1998); solo, insomma, se ripensa la sua funzione adeguandola al contesto in cui opera, il supervisore può contribuire efficacemente alla costruzione di un assetto istituzionale più evoluto e dinamico.

METODOLOGIA

                        Una psicoanalista madrilena che ha lavorato a lungo nelle istituzioni psichiatriche, ha pubblicato tempo fa un libro originale e utile, intitolato Sono possibili le terapie nelle istituzioni? (Utrilla Robles, 1998). Nello schema della Figura 1, ho cercato di sintetizzare le idee suscitate dalle tesi della Dott.ssa Robles nel gruppo dei Colleghi con cui collaboro (Ferruta et al., 1998; Vigorelli, 2005). L’approccio metodologico qui descritto è il risultato di una combinazione di modelli concettuali ricavati dalla tradizione italiana (Boccanegra, Magrini & Milella, 2003; De Martis, Ambrosi & Petrella, 1987; Neri 2007) e franco-svizzera (Diatkine, Quartier-Frings & Andreoli, 1991; Kaës, 2007), integrati con metodi e teorie che provengono dalla cultura delle Leicester Conferences (Brunner, Nutketich & Sher, 2006): una metodologia di ricerca/intervento sviluppata da diversi Autori (ad esempio: Hinshelwood & Skogstad, 2005; Miller, 2004; Perini, 2007) che operano in organizzazioni a orientamento psicodinamico come il Tavistock & Portman NHS Trust, in Inghilterra, l’Istituto Rice, negli Stati Uniti, e OFEK, in Israele.

L’impostazione metodologica che risulta da questa integrazione può essere illustrata sinteticamente. Per sviluppare un realistico progetto d’intervento caso-specifico, occorre – secondo Manuela Utrilla Robles – che il gruppo di lavoro faccia, preliminarmente, una “analisi situazionale” del contesto in cui opera. Si tratta di un lavoro di valutazione multi-dimensionale, che dovrebbe esaminare partitamente problemi che hanno almeno tre diversi livelli di complessità:

la psicologia e la psicopatologia individuale,

le dinamiche gruppali e

l’analisi istituzionale.

                        L’esperienza maturata servendosi dello schema della Figura 1, dimostra che il livello di analisi più problematico (perché più complesso e decisamente contro- intuitivo) è il secondo. Per questo motivo, esso è stato evidenziato con un campo grigio ed è raffigurato con una freccia bidirezionale, che indica l’esistenza di un equilibrio dinamico perennemente instabile fra i sistemi di fattori che lo costituiscono. Richiamando la concettualizzazione proposta da Bion in Esperienze nei gruppi (1961), il funzionamento di un collettivo umano può essere inteso come la risultante di due diverse modalità funzionali (sempre compresenti, anche se non sempre ugualmente evidenti[3]). L’acronimo AdB sta per ‘assunto di base’ (basic assumption), mentre la formula GdL è la sigla che rimanda alla formula ‘gruppo di lavoro’ (work group): la modalità di funzionamento gruppale che viene strutturata dalle metodologie e dalle procedure di cui l’équipe si serve per perseguire il compito primario dell’organizzazione (Armstrong, 2002, 2005).

                        Vediamo però brevemente, ora, quali sono gli altri livelli di questo schema.

                        Figura 1

 

 


 

                                                         funzioni apicali

                             sintesi/programmazione/verifica

                                                                                                                                                                                            leadership

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                            gruppo

 

                                               AdB               GdL

 

 

 

 

 

 


 

                                                                          prodotto (output)

 

                                                                                                                                                                                            paziente

 

                                                                           risultato (outcome)

 

 

 

                        Il funzionamento del sistema gruppale e inter-gruppale intrattiene una relazione biunivoca con il livello sovraordinato del campo istituzionale. L’equilibrio integrato o lo squilibrio disfunzionale fra fantasie collettive e gruppo di lavoro è condizionato dalle funzioni messe in campo dalla leadership. C’è tutta una letteratura sulle carenze e sulle patologie della dirigenza e sugli effetti che esse possono produrre sul funzionamento complessivo del dispositivo organizzativo (Correale, 2006; Kets de Vries & Miller, 1984; Kets de Vries, 1984, 1993). Questo fenomeno può essere riassunto con la freccia che va dall’alto in basso (¯). Le funzioni di sintesi, di programmazione e di verifica che sono competenza del gruppo dirigente, possono però essere condizionate anche ‘bottom-up’ (­). Se è vero, cioè, che lo stile della leadership influenza il funzionamento gruppale, è altrettanto vero che le dinamiche gruppali e intergruppali possono influenzare fortemente il funzionamento del gruppo dirigente (Kernberg, 1998).

                        Lo schema della Figura 1 propone poi di considerare il risultato complessivo del funzionamento istituzionale come un fenomeno da intendere a due diversi livelli. Facendo un paragone con l’industria manifatturiera, la differenza fra output e outcome è la stessa che passa fra qualità della produzione e successo nella valorizzazione dei prodotti. Nel caso dei servizi sanitari, il prodotto è una prestazione che si costruisce in rapporto ad un destinatario – il paziente – che nel processo produttivo è anche co-produttore del prodotto (è il tema della alleanza terapeutica: Lingiardi, 2002; Ponsi, 2002). Il servizio sanitario concretamente erogato è il prodotto del dispositivo organizzativo (output), mentre l’esito clinico di questo, ossia il risultato delle cure sui pazienti, è l’outcome del trattamento (Roth & Fonagy, 1996; Gunderson & Gabbard, 1999).

                        Ovviamente, i concetti e le simbologie utilizzate vanno intesi come semplificazioni deliberatamente e necessariamente riduttive, che servono a distinguere, nella dimensione virtuale dell’astrazione, fenomeni individuali, gruppali e sociali che accadono simultaneamente e che si influenzano reciprocamente. Questi concetti sono paragonabili a lenti oculistiche e le immagini che producono non dovrebbero essere scambiate per la cosa stessa (Obholzer, 2007).

MATERIALE CLINICO

 

                        Per illustrare come lo schema descritto nel paragrafo precedente possa essere utilizzato nell’attività di supervisione, presenterò ora un caso clinico che pone un problema difficile e spesso disatteso: il contenimento e la cura delle manifestazioni aggressive (Asioli, 1999; Sansa, 1999).

 

                        La scena si svolge nella struttura ambulatoriale di un servizio pubblico. E’ il primo incontro del secondo anno (la serie è molto limitata, perché la ASL mette a disposizione risorse che rendono possibili solo tre incontri l’anno).

Sono le nove del mattino. Dato che sono arrivato in anticipo, molti colleghi sono ancora impegnati con i loro pazienti. Una delle infermiere mi accompagna allora in cucina, dove promette di prepararmi un buon caffé. Appena rimaniamo soli, mi racconta il suo dispiacere per un fatto che le è accaduto di recente. Mentre cercava di disciplinare l’uso del telefono da parte di un paziente seguito da anni presso il Centro Diurno, la Signora A è stata aggredita fisicamente. “Non mi era mai capitato un fatto del genere” – osserva. “Sto per andare in pensione. Credo di saperci fare con i pazienti e non ho mai avuto paura di loro. Avrò sbagliato qualcosa, sicuramente… forse gli sono andata troppo sotto [corsivo mio]: non lo so. Mi sono davvero spaventata. Mi ha preso con forza e mi ha scaraventata lungo il corridoio. Poi si è pentito, naturalmente, e mi ha chiesto scusa…”

                        “Lacrime da coccodrillo” – conclude.

                        Mentre finisco di bere il caffè, proseguiamo il nostro discorso chiacchierando d’altro. Conosco il paese da cui provengono i suoi genitori, e commentiamo le imponenti trasformazioni cui sono andate incontro le aree rurali della provincia lombarda. Relazioni sociali e sistemi culturali divenuti ‘post’: post-confessionali, post-rurali, post-industriali, post-moderni, post-ideologici… ‘post’ tutto. Il clima emotivo è un’ottimismo di circostanza (“… comunque non pensiamoci: bisogna andare avanti”), dietro la quale si affacciano intense ansie depressive e persecutorie (la pensione, l’aziendalizzazione, il degrado della qualità del lavoro etc).

                        Inizia la riunione. Avvertito dalla Signora A. che il caso che discuteremo è quello che mi è stato presentato in cucina, mi stupisco della composizione del gruppo con cui lavorerò. “Come mai non è presente proprio l’infermiera che è stata aggredita?” mi chiedo. “Perché non si è sentito il bisogno di discutere questo problema con la persona a cui è successo un simile incidente?”.

                        Taccio e aspetto.

                        Il caso è presentato dal Responsabile del servizio ambulatoriale (una Collega di cui ho molta stima e che trovo singolarmente solida e competente). Il paziente infatti è ‘suo’. Occorre precisare – a questo punto – che l’equipe di questo servizio è da anni senza primario, e che in questo periodo sta per andare in pensione anche l’Aiuto che ne ha sinora fatto le veci. Le responsabilità apicali sono ricadute, come si dice in questi casi, “in capo” al Direttore di Dipartimento, che però è il Primario di un’altra unità operativa. Quando più avanti ricordo che questo assetto organizzativo anomalo è un elemento rilevante dello scenario istituzionale, il gruppo risponde all’osservazione con una battuta di spirito.

                        “Dicono che arriverà qualcuno in aprile” annuncia un operatore.

                        “Si – risponde un altro – probabilmente arriverà il primo di aprile!”

                        Tutti ridono.

                        Durante la prima ora di lavoro il clima emotivo sembra torpido, quasi spento. Il fatto mi colpisce, perché questo è, di solito, un gruppo molto attivo e persino caoticamente vitale. La descrizione del caso è precisa e competente, ma un po’ improvvisata e per certi versi lacunosa. Non c’è alcuna sintesi scritta e la Collega parla consultando la cartella clinica che tiene aperta sulle ginocchia.

                        Il paziente, che chiamerò Michele, è il terzogenito di una famiglia di emigranti. Originari della provincia di Napoli, i Signori P hanno vissuto per circa sei anni negli Stati Uniti, dove però le cose non sono andate come speravano. Tornati a vivere in Italia, si sono stabiliti in un piccolo comune dello sterminato hinterland milanese.

                        Apprendo che il paziente ha ora 35 anni. I suoi disturbi sono insorti quando ne aveva circa sedici e sono sempre stati di una gravità tale da compromettere sia il suo rendimento scolastico (non ha alcun diploma di studio), sia la sua capacità lavorativa (nonostante i diversi tentativi, non è mai riuscito a mantenere un’occupazione stabile). La diagnosi che si porta addosso e alla quale tutti fanno continuamente riferimento, è un acronimo, che dato il contesto sociale sfortunato suona lievemente grottesco. È infatti un caso DOC, ossia un disturbo ossessivo-compulsivo.

                        La storia che lega la famiglia P al servizio è molto lunga.

                        Le relazioni fra i due gruppi – famiglia da un lato e gli operatori del servizio pubblico dall’altro –, non sono mai state buone. Giustamente molto esigenti ma irregolari e contraddittori nelle loro richieste, i Signori P hanno sempre cercato di integrare la terapia proposta dai Colleghi del servizio pubblico, con interventi prestati alcune volte da altri specialisti qualificati e altre volte da cultori di trattamenti non tradizionali. Nel corso degli anni,  Michele è stato così paziente di un prestigioso istituto universitario che soddisfava l’aspettativa famigliare di una cura moderna e aggiornata – “americana” –, e poi cliente di vari guaritori ed esperti della più varia natura. Quando questi viaggi della speranza fallivano, e quando anche i pellegrinaggi alla ricerca della soluzione magica si dimostravano inefficaci, la famiglia P tornava a chiedere interventi al servizio. Ciò accadeva, però, sempre malvolentieri e senza nascondere la propria persistente sfiducia.

                        Terreno esemplare di questo complesso e conflittuale sfondo relazionale: la terapia farmacologica. Quest’ultima è infatti ‘co-gestita’ dalla madre, che da sempre si documenta, contesta, propone e – insistendo – dispone. Quasi mai, gli operatori del servizio sono in condizione di sapere esattamente che cosa il loro paziente stia assumendo: certamente non il dosaggio, e spesso nemmeno il tipo di farmaco. In compenso, siccome “evidentemente gli fa bene” (sic), il paziente è un consumatore di Cannabis. Sono i genitori stessi che lo accompagnano al parco dove Michele incontra gli spacciatori che gli vendono ciò che gli occorre.

                        Quando un’educatrice riferisce cosa si sta facendo per il paziente al Centro Diurno e accenna all’incidente aggressivo, minimizzandolo, un’infermiera interviene per sostenere che l’accaduto è stato un fatto molto importante e che non capisce perché debba essere passato sotto silenzio. A questo punto, osservo che in effetti è un po’ strano che l’interessata non sia presente alla discussione.

                        Il clima della riunione muta improvvisamente.

                        Tutti sembrano sentire il bisogno di dire quello che pensano. Serpeggia prima, e poi esplode una vivace polemica fra gli operatori. Contrariamente al solito, il conflitto non si organizza come una contesa interprofessionale, ma fa intravedere polemiche che attraversano internamente il gruppo degli infermieri. Quelli accusati di non essersi precipitati a prestare aiuto alla Collega si scherniscono: non avevano sentito, non potevano sapere, non sembrava loro che fosse successo niente di grave ecc.

                        Il clima emotivo del gruppo resta caotico per più di un’ora.

                        Intervengo più volte e in vario modo per far notare che la discussione è divenuta quasi impossibile. Si sono creati, disorganizzati e nuovamente ricreati almeno tre diversi sottogruppi, che sembrano tutti intenzionati a proseguire al loro interno la discussione.Quando ritengo che sia arrivato il momento di avviarsi alla conclusione, constato che non riesco a farmi ascoltare e sono costretto ad annunciare che la riunione – comunque vadano le cose – si concluderà a mezzogiorno.

DISCUSSIONE

 

                        Non ho registrato la discussione che si è sviluppata nella seconda parte della riunione e dunque posso ricostruire ciò che è accaduto solo avvalendomi della fallibilissima assistenza della memoria. Ricordo essenzialmente due focus d’attenzione, che sono stati oggetto di interventi specifici e che hanno avviato due diversi cicli tematici.

                        Il primo:

l’episodio accaduto è da valorizzare; si tratta della prima manifestazione di aggressività agita del paziente nei confronti degli operatori; è importante che l’episodio venga discusso accuratamente, perché esso costituisce un’occasione di rielaborazione delle relazioni fra i diversi gruppi che danno vita a questa vicenda: i famigliari da un lato e il sistema curante dall’altro.

                        Il secondo:

questa storia clinica rende necessario affrontare sia il problema terapeutico individuale sia il sistema delle relazioni istituzionali e inter-istituzionali; data la storia del paziente (due processi migratori, numerose rotture/discontinuità culturali, poca collaborazione e scarsa fiducia fra i diversi gruppi coinvolti), la cura di Michele implica – e anzi potrebbe forse facilitare – una discussione sull’organizzazione del servizio.

                        Dividendo la riunione grosso modo in due parti, direi che la prima è stata caratterizzata da un clima emotivo riconducibile alla ‘cultura’ (Kets de Vries & Miller, 1994), o allo ‘assunto di base’ (Bion, 1961; Perini, 2007), di dipendenza. Quest’ipotesi potrebbe spiegare la passività, l’apparente disinteresse, l’attesa svogliata di indicazioni da parte della dirigenza. La seconda, invece, sembra essere stata all’insegna della configurazione emotiva che si suole definire fight/flight: attacco-e-fuga.

                        I cicli comunicativi riconducibili alla prima serie di interventi del supervisore hanno probabilmente avviato il passaggio dalla prima alla seconda configurazione del funzionamento gruppale (come dice un infermiera a un certo punto, rivolgendosi al supervisore e commentando la turbolenza che è all’improvviso esplosa nella sala riunioni: “Sarà contento adesso!”). Inaugurato da un commento inteso ad affrontare esplicitamente l’aggressività del gruppo (“Quando un supervisore si azzarda a discutere i conflitti dell’équipe, di solito perde il contratto di collaborazione… ”), il lavoro di discussione si è sviluppato intorno ad un asse discorsivo che potrebbe essere sintetizzato in questo modo: condivisione e/o contestazione della prima ipotesi proposta.

E’ davvero un episodio importante quello che è accaduto?

                        Una parte del gruppo sostiene che sì, l’episodio va discusso a fondo ed è davvero significativo; mentre un'altra parte ritiene che no: il paziente ha fatto quello che fa abitualmente in famiglia e l’incidente non giustifica, dunque, alcuna sottolineatura particolare.

                        Quando il primo sottogruppo riesce ad affermare la propria tesi, tuttavia, la discussione si incaglia nuovamente. Rabbia, risentimento, confusione impediscono di conferire al discorso un andamento abbastanza ordinato. Si determinano subito sottopartizioni gruppali, e coloro che sembravano condividere una certa ipotesi, si dividono polemicamente dagli interlocutori con cui hanno costituito il nuovo sotto-gruppo.

                        Nel suo insieme, il gruppo si difende dai sentimenti di responsabilità e incompetenza biasimando il funzionamento del sistema istituzionale. Vengono evocate e criticate la follia economicistica che governa le logiche gestionali e i dogmatismi dei tecnici, che impediscono processi di collaborazione interistituzionale efficace.

                        La seconda serie di interventi del supervisore mira a riportare la discussione sul caso clinico, mettendo in secondo piano le dinamiche istituzionali. Ciò costituisce un passo ulteriore nell’articolazione del lavoro. Si tratta di aiutare l’équipe a darsi una rappresentazione clinicamente utile del funzionamento soggettivo di Michele  e delle possibili ragioni dei suoi gesti. A questo scopo (e con il rischio di generare ipotesi psico- o socio-genetiche semplicistiche), viene ripresa la descrizione della storia del paziente. I primi anni di vita in un contesto familiare reso estremamente disagiato e instabile dall’emigrazione. Poi la risocializzazione in un nuovo contesto, non più pluri-linguistico, ma certamente ancora multiculturale. Infine, le prime manifestazioni cliniche durante la pubertà/adolescenza e la difficoltà della famiglia e dei servizi a fornire un contesto di cura in cui il soggetto potesse fare degli investimenti affettivi abbastanza stabili.

                        Ridimensionata dalla focalizzazione del lavoro sul problema clinico, la vivace dinamica intra- e inter-gruppale lentamente si riorganizza.

                        Viene individuata a questo punto la possibile ragione della crisi aggressiva.

                        Il telefono è lo strumento col quale Michele è continuamente in contatto con i famigliari e grazie al quale questi ultimi possono controllare ciò che accade nel servizio. Disciplinarne l’utilizzo, significa intervenire sull’assetto delle relazioni interpersonali e interistituzionali. Si ragiona allora su come servirsi delle nuove idee che sono emerse, allo scopo di rinegoziare con la famiglia il programma terapeutico.

                        Il clima emotivo muta nuovamente.

                        I medici scherzano sulle loro rispettive appartenenze ideologiche, a partire dalla necessità di rimettere in discussione la diagnosi e di ripensare la terapia farmacologica. La riunione finisce puntualmente, come convenuto.

                        Mi allontano dal servizio emotivamente provato, con un vago sentimento di coloritura persecutoria che integra confusamente smarrimento e sospetto. Ciò che ho fatto, sarà stato d’aiuto alla Collega responsabile? Ho giovato o nuociuto alla sua autorità? Avrà compreso, il gruppo, l’intento del lavoro e i modi coi quali esso è stato perseguito? Su un piano di auto-osservazione più immediato (psicopatologia della vita quotidiana? rêverie? identificazioni proiettive e conseguenti controidentificazioni?), mi sorprendo a chiedermi: ma dove è finita la biro con la quale stavo prendendo appunti? Perché ora non ricordo più dove l’ho messa?

CONTENIMENTO E HOLDING NELLE ISTITUZIONI: ALCUNE IPOTESI

                        Vediamo ora come si possono concettualizzare le dinamiche psicosociali descritte nei paragrafi precedenti. La supervisione psicoanalitica viene praticata, oggi, in un contesto sociale che è caratterizzato da livelli inconsueti di instabilità istituzionale e di incertezza professionale (Sennett, 1999; Stapley & Cave, 2006). Le diverse funzioni che essa assolve, sono il risultato di un’interazione fra gli strumenti e i metodi utilizzati dal supervisore, e le risorse umane e materiali messe concretamente a disposizione nella “situazione” istituzionale.

                        Il problema clinico che in questo caso dovrebbe essere affrontato – e che il gruppo tende invece ad eludere –, può essere riassunto con una domanda molto sintetica: che cosa possiamo fare per affrontare la situazione creata dal gesto di Michele? Per rispondere al quesito, il gruppo dovrebbe considerare distintamente le due serie di fenomeni che si stanno sviluppando parallelamente – ossia i processi psichici propri del paziente, da un lato, e dall’altro quelli che caratterizzano il funzionamento dell’équipe curante. Tenendo presente i propri obiettivi terapeutici e riabilitativi, esso dovrebbe anche considerare, successivamente, gli inevitabili e decisivi effetti d’interazione fra questi due processi.

                        Perché Michele si è arrabbiato così violentemente?

                        Cosa vuol dire: “forse gli sono andata troppo sotto”?

                        Che reazione ha suscitato il gesto di Michele nell’equipe?

                        E perché non si riesce a parlarne?

                        Il tema teorico-tecnico che mi pare consenta l’analisi più accurata della situazione descritta è quello del contenimento. Un adeguato ‘contenimento’ richiede infatti l’esercizio di diverse funzioni psichiche e psicosociali, che possiamo concettualizzare variamente. In un articolo pubblicato nel 2004, Thomas Ogden ha sottolineato l’importanza di distinguere con cura rigorosa le teorizzazioni che stanno alla base di questa nozione così diffusa.

Le teorie di Bion e di Winnicott sono gli archivi concettuali da cui originano le idee condensate nella nozione di contenimento. Queste concezioni ormai classiche non sono in antitesi fra loro, poiché si sono sviluppate in parallelo, probabilmente nutrendosi delle stesse influenze e discussioni. Esse devono però essere intese chiaramente, tenendo presente le specifiche differenze teoriche che le connotano.

La teoria di Bion nasce come un modello concettuale che mira a dar conto dei fattori che possono distruggere la capacità di pensiero di un gruppo (“power to destroy the capacity of a group for thinking”: Odgen, 2004, p. 1357). Il modello concettuale messo a punto dall’Autore (Bion, 1962) – ossia la coppia ♀↔♂: contenitore/contenuto – è fondato su un ripensamento della nozione kleiniana di identificazione proiettiva e trova nella coppia madre/bambino un’esemplificazione che secondo Ogden è solo metaforica. A differenza di Winnicott (“who is always the paedriatician”: Ogden, ibid), Bion era infatti interessato a elaborare un modello teorico che tematizzasse specificamente i processi di elaborazione del pensiero. In questo quadro di interessi, elaborò un’ipotesi che postulava una relazione di determinazione reciproca fra contenitore e contenuto. Per mettere in evidenza che cosa differenzi la coppia ♀↔♂ dalla nozione winnicottiana di holding, Ogden dà alcune definizioni dei concetti bioniani e sviluppa un articolato ragionamento.

                        “Il contenitore non è una cosa – scrive – ma un processo.” Per la precisione, esso è un insieme di processi che si sviluppano contemporaneamente e a diversi livelli. Nel quadro di questa concettualizzazione, l’effetto contenitore è inteso come il risultato della “capacità di lavoro psicologico inconscio del sogno, che opera di concerto con la capacità di pensiero preconscio simil-onirico (rêverie), e con la capacità di [produrre] processi secondari di pensiero pienamente consci” (ibid. p. 1356). Dati i nostri scopi, l’enunciazione più incisiva è tuttavia la seguente. “In breve: nell’individuo sano, contenitore e contenuto sono del tutto dipendenti l’uno dall’altro: la capacità di sognare (il contenitore) ha bisogno dei pensieri onirici, e i pensieri onirici (il contenuto) hanno bisogno della capacità di sognare; in assenza di pensieri onirici non si ha un vissuto da sognare, e in mancanza della capacità di sognare non è possibile realizzare il lavoro psicologico sulla propria esperienza emotiva (e di conseguenza non si ha coscienza di quella esperienza)” (Ogden, ibid. p. 1359; 2006, p. 164; corsivo mio).

                        Paragonata con questa prospettiva teorica, la descrizione winnicottiana della funzione di holding sembra riflettere interessi e obiettivi assai diversi, che sono condizionati da esperienze e prospettive cliniche specifiche. Maturata anch’essa in una prospettiva radicalmente relazionale (“there is not such a thing as a baby”), la concezione di Winnicott ha infatti una connotazione che è sì psicodinamica, ma anche micro-sociale e concretamente fisica, medica: pediatrica appunto. Il prototipo del “facilitating environment” winnicottiano – l’esemplificazione originaria e più efficace della funzione di holding – è la situazione relazionale creata nella psiche infantile dall’abbraccio materno.

                        Queste diverse nozioni sono entrambe necessarie per riflettere sui fenomeni psicopatologici e psicoterapeutici. Solo la loro utilizzazione distinta può conferire ricchezza multiprospettica, cioè ‘profondità stereoscopica’ (“stereoscopic depth”), alla comprensione dell’esperienza clinica (Ogden 2004, p. 1362; 2006. p. 168).

                        In un saggio dedicato al valore psicoterapeutico del lavoro infermieristico, Anna Ferruta ha descritto tre tipi di funzione psico-sociale del gruppo curante che possono essere concettualizzati con questi modelli: l’ascolto, la rêverie, il contenimento (Ferruta, 2000). Nella teorizzazione che il saggio propone, gli effetti di contenimento del gruppo curante sono considerati il risultato di un continuo esercizio di attività in cui fattori interpersonali e intrapsichici si coniugano con attività concrete come l’accudimento fisico, la somministrazione farmacologica, il sostegno fornito durante le attività riabilitative e persino, quando occorre, la contenzione fisica.

                        Fra le funzioni necessarie affinché il gruppo curante riesca a mantenere il livello di funzionamento più efficace, viene inoltre sottolineata la capacità della leadership di provvedere al pensiero del gruppo con una periodica e provvisoria sintesi delle idee che sono in corso di elaborazione: la “formulazione psicodinamica” del caso (Ferruta, 2005; Foresti & Rossi Monti, 2002; Kassaw & Gabbard, 2001). Nei termini proposti da Winnicott, si potrebbe dire che questa ipotesi caso-specifica svolge una funzione di holding, in quanto ‘raccoglie i pezzi’ (“gathering of bits”: Ogden, ibid.) della vicenda clinica[4] e conferisce stabilità al sentimento di ‘continuare-a-esistere’ (“going on being”: Winnicott, 1956, p. 303) che è necessario per portare avanti il lavoro. È questo sentimento di continuità dell’esperienza del gruppo curante che promuove, indirettamente, gli effetti di coalescenza e progressiva riorganizzazione dei nuclei esperienziali ancora dispersi del paziente (Ferruta, 2005; Correale, 2006).

Facendo uso del linguaggio proposto da Peter Senge (un teorico delle organizzazioni di cui è molto interessante studiare le ricerche[5]), la formulazione psico-dinamica caso-specifica può essere intesa come un’attività di visioning — una funzione di guida emotivo-cognitiva aperta e insatura, che si è dimostrata particolarmente adatta allo scopo di creare ‘organizzazioni che apprendono’ (“learning organizations”).

Nei termini proposti da Bion, l’attività di sintesi, di programmazione e di verifica del gruppo dirigente (visioning, planning, reviewing) consente lo sviluppo di una dialettica contenuto/contenitore (♀↔♂) che influisce sull’equilibrio sempre necessariamente instabile fra ‘assunti di base’ e ‘gruppo di lavoro’ (AdB«GdL).

                        Nel caso della situazione clinica qui descritta, il contenuto da elaborare è particolarmente ‘saturo’ sul piano emotivo e potrebbe essere ricondotto alla categoria dei “contenuti killer” (Ferro, 2002; Mazzacane, 2007). Si tratta infatti di un oggetto di pensiero estremamente pregnante, in cui la quantità/qualità degli “elementi b” da bonificare è tale da compromettere il lavoro della “funzione a”. Esso costituisce dunque un contenuto psichicamente indigesto, che può produrre un’effrazione e un ingorgo nel funzionamento del contenitore (o per meglio dire nel processo che determina gli effetti di contenimento).

                        Con una terminologia più classica e una diversa prospettiva teorica, si potrebbe dire che la riflessione clinica richiederebbe, in questo frangente, una funzione simbolica singolarmente robusta, caratterizzata da aspetti responsabilizzanti e paterni (Corradi Fiumara, 1980; Foresti, 1998). La condotta di Michele, infatti, è un gesto antisociale importante, che può innescare una di quelle situazioni di impermeabilità al lavoro clinico che furono descritte da Freud in Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico (Freud, 1916)[6].

                        Per comprendere appieno le difficoltà dell’équipe a questo riguardo, è tuttavia necessario un mutamento del registro teorico: dall’analisi del problema clinico individuale occorre cioè procedere allo studio della struttura istituzionale.

                        Quando Racamier scriveva la frase riportata nell’epigrafe, la minaccia più importante all’autorità dei curanti era abitualmente costituita da elementi interni al gruppo clinico, che traducevano in rivalità interprofessionali le contraddizioni del sistema istituzionale (classicamente, la contraddizione cura versus custodia). La frase tratta da Lo psicoanalista senza divano era infatti la seguente: “Cercate il personaggio (solitamente una capo-sala) che si è impadronito del potere all’interno dell’istituzione…” (Racamier, 1972, ibid.; corsivo mio). Nelle istituzioni sanitarie ‘aziendalizzate’, la sottrazione di autorità ai danni dei responsabili clinici è divenuta un’evenienza molto comune, che compromette specificamente l’autorità e la funzione di sintesi del gruppo dirigente (Foresti, 2003). A differenza che in passato, la mancanza di legittimità del gruppo dirigente è un fenomeno che si determina dall’alto, e consiste, concretamente, in decisioni (o mancate decisioni) che alterano in modo sostanziale la struttura organizzativa del servizio.

                        Quando un’intera unità operativa è lasciata per anni senza figure dirigenti (come in questo caso) e quando il volume delle risorse viene continuamente e surrettiziamente ridotto (come accade spessissimo), non possono non prodursi fenomeni che influenzano negativamente la dinamica dell’organizzazione. Privato della funzione di orientamento al compito che è caratteristica di una leadership autorevole, il gruppo curante può perdere di vista sia il contesto in cui opera che i vincoli da questo determinati. Messo in condizioni di lavorare senza una chiara consapevolezza del limite che struttura necessariamente i suoi progetti d’intervento, il collettivo umano che dà vita all’istituzione rimane così in balia delle sue istanze emotive più immediate. Sappiamo che in questa situazione, l’attività di qualsiasi gruppo umano tende a degenerare in prassi emotivamente e cognitivamente disorganizzate, che possono essere descritte come “improvisaciòn caotica” (Utrilla Robles, 1998) o come “self assigned impossibile task” (Zagier Roberts, 1994).

                        Intesa nei termini dello schema presentato nel secondo paragrafo, la situazione descritta nelle pagine precedenti potrebbe essere allora sintetizzata in questi termini.

                        Indebolita dalla sua cronica instabilità (squilibrio persistente fra responsabilità e autorità dei dirigenti), l’istituzione curante stenta a produrre le funzioni di direzione e contenimento che potrebbero orientare la dinamica gruppale verso il compito istituzionale.

 

                        CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

«Il motivo centrale del discorso che vorrei fare oggi … [riguarda il fatto] che un importante problema dei servizi psichiatrici del Sistema Sanitario Nazionale sia rappresentato dal personale che li coordina.»

A. Correale (2006a, p. 271)

«Tutto ciò che avviene all’interno dell’équipe deve essere analizzato a due livelli in interazione: quello dell’équipe in rapporto al compito, e quello del compito da portare a termine»

J. Bleger (1989, p. 90)

                        Nell’attuale contesto istituzionale, l’attività del supervisore implica l’esercizio di molte funzioni caratteristiche delle professioni che Freud riteneva impossibili. Si tratta infatti di contribuire a curare i pazienti, cercando di educare gli operatori, affinché accrescano le competenze che loro occorrono per governare efficacemente il dispositivo istituzionale a cui danno vita (Freud, 1937).

Mentre le prime due funzioni sono da sempre implicite nel lavoro di supervisione, l’ultima è una novità dei tempi in cui viviamo e costituisce una conseguenza specifica delle attuali politiche gestionali (Grilli & Taroni, 2004). A rendere sempre più improbo questo compito, bisogna inoltre ricordare che lo psicoanalista supervisionava, sino a non molto tempo fa, nel quadro di contratti di collaborazione che prevedevano tempi di lavoro protratti (il più delle volte era il supervisore che si doveva porre il problema di concludere il suo lavoro, allo scopo di promuovere la crescita del gruppo). Le limitazioni imposte alle spese sanitarie invece impongono, oggi, tempi d’intervento estremamente ridotti, che rendono davvero difficile produrre prestazioni adeguate al compito

(nel caso dell’équipe citata, le supervisioni previste sono solo tre in tutto l’anno). Lo psicoanalista è così posto sempre più frequentemente di fronte a un dilemma imbarazzante: colludere col disfunzionamento dell’istituzione, oppure opporsi con chiarezza a ciò che accade?

Questo contributo è nato dall’esigenza di organizzare i pensieri suscitati dalle esperienze di supervisione, allo scopo di individuare le novità concettuali e metodologiche grazie alle quali si può cercare di affrontare questo aut-aut troppo netto. Sia la descrizione della discussione col gruppo curante che le ipotesi riassunte e argomentate nel paragrafo di sintesi, sono state infatti rielaborate durante una serie di riunioni ad hoc e sono dunque il frutto di un lavoro di riflessione collettivo.

                        Nel testo più volte citato, Bleger sostiene che nel lavoro istituzionale “l’elemento maggiormente perturbatore e più difficile da trattare non è il conflitto, ma l’ambiguità”. Quest’ultima agisce infatti “come un ammortizzatore o come un fattore capace di sfumare i conflitti” (ibid. 76). Quando, grazie al lavoro di supervisione, questi ultimi finiscono per manifestarsi, la loro soluzione non è affatto automatica. Il disagio e la pena che la supervisione comporta, cioè le conseguenze dei conflitti di cui essa (la supervisione) ha promosso il riconoscimento, vanno affrontati con metodi adatti a favorire la loro modulazione e, nei limiti del possibile, la loro risoluzione.

                        Nelle istituzioni ‘aziendalizzate’, le strutture organizzative elementari del lavoro sono messe continuamente in discussione. Gli assetti gerarchici (tutti “dirigenti”, dunque nessuno veramente dirigente), le risorse a disposizione (in teoria razionalizzazione, in pratica razionamento: defunding), la ‘missione’ stessa del servizio (gli obiettivi terapeutici fondamentali: cura/custodia oppure outsourcing, cioè esternalizzazione/risparmio?) sono fattori di produzione che vengono fatti oggetto di una rinegoziazione continua e pressoché interminabile. Ciò rende estremamente arduo fare ciò che distingue un’istituzione sana da un’altra che sana non è: “applicare le misure adatte per la (…) risoluzione” dei conflitti (Bleger, ibid, p. 72). In questo contesto, le funzioni della supervisione psicoanalitica richiedono dunque un radicale ripensamento.

I concetti e i metodi qui discussi, sono un’espansione di alcuni classici principi psicoanalitici, la cui sostanza è riassunta nelle affermazioni che aprono questo paragrafo. Ci sono sempre almeno due livelli di funzionamento che sono continuamente in interazione. Il “compito da portare a termine” è l’insieme degli obiettivi clinici che l’équipe persegue con la cura dei casi di cui riconosce la responsabilità. A questo livello, il supervisore mira a contribuire alla formulazione del ‘progetto terapeutico-riabilitativo’ con una “formulazione psico-dinamica” caso-specifica (Ferruta, 2005; Kassaw & Gabbard, 2002) che ha potuto essere elaborata grazie al lavoro di visioning clinico del gruppo curante (Foresti & Rossi Monti, 2002).

                        Il secondo dei livelli citati – ossia il funzionamento dell’équipe in rapporto al compito primario – pone al supervisore problemi paragonabili a quelli posti, nel lavoro analitico, dall’interpretazione di transfert e dalla struttura del setting. Affrontare le problematiche che ostacolano il perseguimento del compito da parte dell’equipe, è dunque un lavoro insieme inevitabile, rischioso e interminabile. È inevitabile, perché la discussione di questo tipo di problemi prima o poi si impone all’attenzione del gruppo curante. È rischioso, perché discutere il funzionamento dell’équipe può compromettere il sistema delle relazioni gruppali e intergruppali, facendo esplodere i conflitti che erano mantenuti latenti dall’assetto anti-task (contrario al compito) del funzionamento collettivo. È poi interminabile, poiché il tema dell’organizzazione è oggetto di un negoziato intergruppale e intersistemico, che non ha mai fine: si tratta infatti della continua produzione e riproduzione delle relazioni che stabiliscono la struttura e la distribuzione dell’autorità istituzionale.

Riassunto

Il contributo descrive un’esperienza di supervisione in un servizio psichiatrico ambulatoriale. La complessità delle dimensioni cliniche e istituzionali poste dal caso, consente di illustrare i sistemi di fattori che sono in gioco in questo tipo di attività. Facendo uso di diverse ipotesi di lavoro, l’Autore propone di distinguere tre diversi livelli di articolazione dell’analisi, che richiedono strumenti metodologici e concettuali ben differenziati: psicopatologia individuale, dinamiche gruppali e assetto istituzionale. Il lavoro mira a dimostrare come queste prospettive metodologicamente eterogenee possono essere utilizzate in modo ordinatamente integrato solo se si tiene conto dei contesti in cui si opera e delle funzioni che si è chiamati a svolgere.

Parole-chiave

Aziendalizzazione, supervisione, leadership, contenitore, assunti di base, gruppo di lavoro

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VINCENZA QUATTROCCHI

Dipartimento Salute Mentale: un'organizzazione "psico-dinamica"

Intendiamo il Dipartimento per la Salute Mentale come un  contenitore osmotico che ha come mission la la tutela e la promozione di salute mentale.

E’ una struttura che nell’assicurare la complessità dell’intervento si colloca come garante di due aspetti da considerare come cardini dell’assetto assistenziale:l’unitarietà e la simultaneità dell’intervento rispetto alla complessità delle tre componenti biologica-psiclogica-sociale del disagio psichico,l’unitarietà e simultaneità dell’intervento multidisciplinare,laddove in entrambi gli aspetti, il termine integrazione non può essere soddisfacente.

I luoghi della cura si identificano più che altro con gli attori della scena terapeutica ,invertendo la logica dell’istituzione totale del recente passato laddove  il luogo della cura si identificava con  la cura medesima. Oggi,pertanto i luoghi della cura in senso stretto,sono indispensabili ma assolutamente privi di significato se carenti di osmosi, se  asfissiati dalla autoreferenzialità e dalla assenza delle”coordinate temporo -spaziali”.

Lo smantellamento dell’istituzione ha visto nel migliore dei casi una sorta di virtuale trasposizione, dalle mura istituzionali a mattoni più invisibili,più dinamici(psico-dinamici)che sono gli operatori medesimi:la loro mente è il vero luogo della cura. Il riferimento è  alla mente del singolo e la mente del gruppo.I luoghi della cura sono nodi di una rete che li mette in stretta relazione tra loro senza che nessuno di essi sia egemone dell’altro.. Se nessun luogo è egemone dell’altro,la funzione del Centro Salute Mentale è oltremodo la più complessa:punto centrale del processo terapeutico,punto di partenza,ma anche il punto di arrivo,nel senso che è la sede più frequente per il primo accesso ed è la sede nella quale si mantiene il rapporto con il paziente anche alla conclusione di un trattamento più complesso. E’ opportuna la specificità dell’accoglienza  sin dalla prima fase del contatto utente/servizio (l’atteggiamento psicoterapeutico in wireless). La multi-disciplinareità è ovviamente di casa e le attività si articolano in visite specialistiche ambulatoriali e domiciliari,in psicoterapie individuali,di gruppo e familiari,in colloqui di sostegno(anche domiciliari) nelle varie fasi del percorso terapeutico,sia rivolti all’utente che alla famiglia. Il CSM è anche il luogo privilegiato per incontri multiprofessionali strutturati,  ovvero per incontri di tipo formativo. Altra importante funzione del CSM è quella,sviluppatasi negli ultimi anni,della somministrazione quotidiana  della terapia farmacologia,a tutela di quella fascia di utenti che va sostenuta nella conquista di quella compliance.Il farmaco oscilla tra l’essere uno schermo che ostacola la relazione perché vissuto come violazione del corpo ed anche il suo contrario come elemento che favorisce il mantenimento delle distanze tra chi cura e chi è curato, all’ombra di una sorta di evitamento dell’indagine psicologica. Sappiamo anche che nel superare l’attacco al narcisismo ed all’onnipotenza(emozione bifronte condivisa dal curante e dal curato),il farmaco è un mezzo per rendere possibile la relazione per il suo meccanismo d’azione in senso stretto e specifico ed anche perché costituisce un legame con il terapeuta introiettato,presente anche in assenza. Nella rappresentazione mentale dei curanti,ora mezzo di allontanamento o “contenzione”,ora espressione di attitudine terapeutica,ma anche mezzo di comunicazione e supporto delle parti sane.Il consolidamento di un servizio territoriale porta a superare l’assetto di un sevizio “allertato”esclusivamente all’accoglienza della crisi.. Certamente non possiamo identificarci con la figura dell’ esperto esclusivo  per l’emergenza . Piuttosto attraverso azioni multiple, è necessario affrontare il problema dell’acuzie a monte e sotto vari aspetti, dalla prevenzione possibile, all’intervento precoce verso una solida presa in carico da parte di un Servizio, sempre più visibile, riservato rispetto all’intimità della cura e nel contempo riconoscibile rispetto all’offerta. Il gruppo di lavoro ha il compito di fare profondamente suo il concetto che la relazione terapeutica costituisce l’essenza di tutto il processo,pertanto  è indispensabile cimentarsi sul significato dell’alleanza terapeutica che fonda le proprie radici nella relazione primaria,configurandosi come identificazione reciproca attraverso elementi preverbali ed empatici,di sostegno e di accudimento e sull’aspetto più elaborato della alleanza medesima, l’alleanza di lavoro(Greenson)in cui un Io osservante si allea con quello del curante.

Nell’approfondire questo concetto è opportuno dire che gli aspetti psicologici,relazionali e quindi psicoterapici sia in senso lato che in senso specifico e ristretto,hanno,nel trattamento una certa supremazia in quanto ogni atto, dalla prescrizione farmacologia alla riabilitazione psicosociale,è mediato dalla relazione terapeutica ed è “dentro”la relazione terapeutica medesima. Riflettiamo su quanto dinamico(psico-dinamico)è il clima nei luoghi della riabilitazione, in maniera  quasi del tutto spontanea laddove il passaggio dalla spontaneità alla consapevolezza qualifica come terapeutico l’intervento.

Una attenta considerazione dei luoghi della cura(il CSM,il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura,i Centri Diurni,le Residenze e le Comunità Terapeutiche la cui funzione verrà descritta nella relazione ) che facilitano la condivisione della vita tra pazienti ed operatori,porta a definire le azioni psichiatriche,riabilitative reali e condivise con il paziente,come espressione di un intervento che, nell’agire sul mondo esterno ,mira a raggiungere il mondo interno del paziente.

Le azioni dunque sono “pensanti” (RACAMIER),nel senso che corrispondono a pensieri e parole strettamente connesse con le strategie psicoterapeutiche. Il rispetto della vulnerabilità comporta che l’intervento terapeutico venga forgiato come se fosse la chiave per la serratura(kay and look). Diventa cronico tutto ciò che è trascurato ora per carenze di risorse,ora per la mancanza di riflessioni aggiornate sul caso,sui percorsi fatti,sugli strumenti terapeutici.Possiamo dire che diventa cronico, tutto ciò che non è più pensato.

Pertanto, la complessità dell’intervento riguardante l’ambito   riabilitativo altro non è che la cura nella sua accezione più ricca e forse l’unica psicoterapia possibile in situazioni gravi e complesse.

Inoltre la  psicoterapia,intesa in senso stretto viene regolata attraverso uno studio sulla appropriatezza delle psicoterapie rivolte a singoli individui,a gruppi di pazienti ed a famiglie. 

GIUSEPPE BERTI CERONI

L'argomento della relazione riguarda fondamentalmente in tre  aspetti:

1.la relazione terapeuta-paziente (atti e parole) comunque sottesa a qualunque intervento specifico. Ho chiamato questi fattori terapeutici specifici comuni (FTSC).

2.La scelta fra farmacoterapia e psicoterapia quando motivata da specifiche indicazioni (linee guida) e quando scelta culturale nel triangolo paziente- terapeuta e contesto. Il comportamento sociale di cura

3..La funzione di integrazione fra farmaco e psicoterapeuta: quando è meglio che sia lo psicoterapeuta a prescrivere i farmaci e quando è meglio che le funzioni siano separate in due terapeuti?.L'integrazione è solo affidata al paziente?

GIUSEPPE SARAO’

“ SULLA SOGLIA : le dimensioni orizzontali e verticali nel gruppo di lavoro multiprofessionale “

Il lavoro riguarda alcuni modelli di funzionamento del gruppo di lavoro multiprofessionale, descritto come un insieme di funzioni, di corpi e di menti. Il gruppo di lavoro può essere una risorsa fortemente terapeutica se viene utilizzato come  organismo unitario ma che nel contempo ha necessità di possedere funzioni e apparati specializzati. Un corpo-gruppo che naturalmente si organizza su più dimensioni ma che per   essere accogliente e trasformativo, nel senso di cogliere i transfert massivi e frammentati dei pazienti, deve  riconoscere ed articolare le dimensioni orizzontali (la funzione coesiva fraterna e la rivalità degli operatori) con le dimensioni verticali della leadership (le capacità emotive e le valenze genitoriali del leader). Questa difficile e faticosa articolazione può avvenire in varie zone del servizio; in particolare vanno ricercate le zone di transito, di passaggio ( aspetti interstiziali della vita istituzionale) dove è possibile cogliere movimenti e aggregati emozionali che poi si potranno attualizzare e realizzare nel lavoro sul compito ( pazienti gravi e famiglie).

 

GIUSEPPE RIEFOLO

Il servizio e i suoi gruppi

Il servizio territoriale pubblico può essere individuato come particolare contesto terapeutico per la terapia di pazienti psicotici. In tale contesto la terapia gruppoanalitica può essere assunta come funzione terapeutica della istituzione più generale. Il gruppo psicoterapeutico viene ad individuare, gradualmente, un proprio specifico setting che risulti coerente soprattutto con la cornice più generale dell’istituzione, prima ancora che aderente a un modello tecnico prestabilito. Pertanto, una serie di elementi che rendono complessa una istituzione pubblica, possono essere assunti come specifici elementi di un setting capace soprattutto di risonanze con i livelli psicotici di pazienti molto regrediti.

 


 

[1]

 

[2]

 

[3] 

 

 

 

 

 

Roma, 18.05.08 "TRAUMA PRECOCE E RELAZIONE TRANSFERALE "; Sede: VIALE GORIZIA, 24, 00198 ROMA ; Info: sipsiaroma@tin.it  LIVIA.TABANELLI@TIN.IT Fees= euro 35,00

Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia, dell’Adolescenza

e della Coppia

 GIORNATA DI STUDIO

 

Sabato 17 Maggio 2008

 

TRAUMA PRECOCE E RELAZIONE TRANSFERALE

 

PROGRAMMA

 

 

Ore  8,30   Registrazione partecipanti

Ore  9,00   Salvatore Grimaldi Introduzione

 

Ore  9,15   Luìs Martìn Cabré:  Sul concetto di trauma nella relazione analitica

 

Ore 10,15  Pausa caffè

Ore 10,30  M. Grazia Fusacchia:  Ripensare al trauma nella relazione analitica

Ore 11,30  Luis Martin Cabrè: Discussione della relazione

Ore 12,00  Discussione con la sala

Ore 13,15  Salvatore Grimaldi Valutazione dei partecipanti

 

ABSTRACT

 

Sul concetto di trauma nella relazione analitica

(Luis Martin Cabrè)

Il trauma, a partire soprattutto dall’apporto di Ferenczi, appare come un’invasione nell’Io. É il campo dell’intersoggettivo dello scambio tra l’inconscio della vittima e dell’aggressore, oggetto della passione o della pazzia dell’amore o dell’odio che turba o perturba il funzionamento psichico del bambino.

E, tuttavia, sembra che ci sia qualcosa in comune tra questi due scenari. Se si ripercorrono le peripezie della fantasia masochista del saggio freudiano “Un bambino viene picchiato” (1919) sorgono numerosi interrogativi e questioni. L’Autore si propone di ripensarle alla luce delle aspirazioni e dei bisogni d’amore del bambino, che includono una componente di eccitazione, difficilmente gestibile, la quale si organizza attorno alla fantasia del castigo. Si tratta forse di una ripetizione d’una esperienza traumatica compromessa e mescolata con tutto il componente pulsionale ed erotizzato? Fino a che punto la ripetizione non si configura come un concetto chiave per vincolare certe caratteristiche essenziali del funzionamento perverso con la dinamica del trauma? Ció che non é rappresentabile del trauma, non si riferisce in qualche modo a questo concetto d’inconscio non rimosso?

 

Ripensare al trauma nella relazione analitica

(Maria Grazia Fusacchia)

L’A. presenta un materiale clinico per riflettere sulle questioni che pone la gestione del setting nella psicoterapia psicoanalitica con i bambini vittime di esperienze di abuso sessuale. In particolare, s’interroga sulle vicissitudini dell’effrazione traumatica che sembrano dare luogo a peculiari configurazioni del transfert e del corrispettivo controtransfert. Nella misura in cui, la relazione è permeata da una  compulsiva tendenza alla ripetizione che svuota di senso e riattualizza l’evento abusante, spetta all’analista individuare quei possibili nessi che nel permetterne  la sua significazione affettiva ed emotiva, interrompono la sua coercitiva riedizione.

 

CURRICULUM

 

Luis Jorge MARTÍN CABRÉ

 membro ordinario e analista con funzioni di training de la “Asociación Psicoanalítica de Madrid”. (Societa componente della IPA)

Dal 1995 é stato Segretario scientifico, componente della Segreteria Generale di Training e del “Consejo Científico Administrativo”. É stato inoltre coordinatore della Commisione che studia i rapporti fra psicoanalisi e psicoterapia. Attualmente è componente del Comitato di Training del Instituto Psicoanalitico di Madrid. Collaboratore del International Journal of Psycho-Analysis. Membro di CAPSA, Comissione appartenente all’IPA.E inoltre membro Ordinario della Sociedad Española de Psiquiatria y Psicoterapia del niño y del adolescente (Societa appartenente a la FEAP)

 

 

 

Roma, 23-25.05.2008  "INTERVENTO PSICOTRAUMATICO IN FASE ACUTO POST TRAUMATICA DA STRESS: DAGLI INCIDENTI QUOTIDIANI ALLE MAXI-EMERGENZE" Sede: A. O. SAN CAMILLO FORLANINI ; Info: psicoemergenza@hotmail.com FORMAZIONE@SCAMILLOFORLANINI.RM.IT ; Fees= euro 160,00.

Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini 

 

 

Servizio di Psicologia Clinica / Area Crisi ed Emergenza

Responsabile dr.ssa Raffaella Gorio

O6  5870 4693       fax   06   5870 4375

psicoemergenza@hotmail.com

 

Evento E. C. M.

Progetto formazione – addestramento – aggiornamento

 

Titolo  

Intervento psicotraumatologico in fase acuta e post traumatica da stress: dagli incidenti 

   quotidiani alle maxi – emergenze

 

Problema  

Disagio psichico della persona in condizioni critiche: il pronto soccorso psicologico. L’esperienza di un Trauma coinvolge, intensamente, la sfera emozionale di ognuno; è necessario porre attenzione alle reazioni sintomatiche specifiche per  un’ adeguata e peculiare risposta clinico psicologica  –  tecnica alla richiesta d’aiuto.                        

                    

Destinatari             

10 psicologi  / psicoterapeuti, 10 infermieri e 10 medici; 3 posti sono riservati all’organico aziendale.

E' prevista una quota d'iscrizione di 160,00 euro, ridotta del 50% per i dipendenti dell'Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini

 

Obiettivi nazionali   

33 - Gruppo 2

 

Obiettivo generale      

Saper affrontare l’evento traumatico tecnicamente preparati, attraverso idonei corsi di formazione in ambito psicotraumatologico al fine di conoscere le linee guida gli aspetti legislativi e i percorsi diagnostico – terapeutici nell’ambito della Psicologia dell’Emergenza.

L’apprendimento si focalizza sulle tecniche e modalità  di comunicazione e di gestione del Trauma per il trattamento delle dinamiche di gruppo e individuali  nel conflitto e nello stress che possono essere  utilizzate nel trattamento psicologico in caso di Disturbo Acuto e Post                                           Traumatico da Stress per la prevenzione e il contenimento delle crisi                                          emozionali come reazioni sintomatiche durante e dopo un  evento                                          altamente critico da parte dei pazienti, dei familiari e degli operatori                                          sanitari; quindi, porsi in grado di aiutare e sostenere anche i propri pari                                   appartenenti alle varie categorie professionali coinvolte nei soccorsi;                                              saper gestire e monitorare efficacemente, tramite le opportune strategie e conoscenze apprese, l’elevato livello di stress causato da Traumi presenti nelle Vittime di I, II e III tipo coinvolte in eventi critici; prevenire il bourn out degli operatori sanitari ed delle categorie di assistenza coinvolte nei soccorsi.

                                     

Obiettivi specifici                                -   Acquisire conoscenze teoriche e pratiche attraverso 

                                                                      aggiornamenti in tema di competenze e capacità 

                                                                      operative di gestione psicologica e  psicotraumatologica 

                                                                      in occasione di incidenti critici e di eventi calamitosi

                                                                 -   Acquisire abilità tecniche in tema di supporto 

                                                                      psicologico rivolto alle vittime di eventi critici

                                                                 -    Migliorare le capacità relazionali e comunicative  

                                                                      nell’ approccio alla crisi psicologica  

 

Articolazione 

Una edizione di tre giorni per un totale di ventiquattro ore di formazione / addestramento.

Aula Belli, A. O. San Camillo – Forlanini, Roma.

23  –  24 –  25 Maggio 2008

Materiale didattico 

CD e dispense di ogni docente per ognuno dei partecipanti, riferimenti bibliografici.

 

Metodologia didattica 

Lezione magistrale ( A )

Relazioni su temi didattici preordinati ( B ) 

Confronto e  dibattito tra  discenti ed esperti guidati da un conduttore ( D )               

Dimostrazioni tecniche senza esecuzione diretta da parte dei partecipanti ( E )                                                        

Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria ( F )

Esecuzione  diretta da parte di tutti i partecipanti in attività pratico –  tecniche ( H )                                        

Simulate, role playing ( I )

Supervisione clinica   

 

PROGRAMMAZIONE

 

 

Orario

 

Tipologia metodologia didattica

 

Titolo lezione

 

Nome del docente e suo sostituto

 

 

23 Maggio

 

 

 

8.30 –  9.00

 

9.00 - 10.00

 
A

Presentazione del Corso

 

La funzione e l’esperienza clinica dello psicologo in Emergenza e Maxi –Emergenza.

Presentazione di un Modello tecnico – clinico e organizzativo per l’Intervento psicologico in emergenza

 

 

Raffaella Gorio

 

Raffaella Gorio

 

 

 

 

 

Paola Ciurluini

 

 

 

 

 

10.00 - 11.00

F

 

La Comunicazione

internazionale in Emergenza Umanitaria.

 

 

Sergio Cecchini

 

Andrea Pontiroli

11.00 - 11.15

 

intervallo

 

 

 

11.15 - 12.15

F

 

Gestione delle informazioni attraverso i Mass Media

 

Sergio Cecchini

 

Andrea Pontiroli

 

12.15 - 13.15

 

F

 

Osservazione di materiale

audiovisivo e condivisione delle

Esperienze sul campo di Médecins Sans Frontières

 

 

Sergio Cecchini

 

Andrea Pontiroli

13.15 - 14.15

 

pausa pranzo

 

 

 

14.15 - 15.15

 

F

 

I Diritti Umanitari nella legislazione internazionale:

influenza culturale ed

antropologica.

L’esperienza di Amnesty

International

 

 

Stefano Pratesi

 

Francesca Cesarotti

15.15 - 15.30

 

intervallo

 

 

 

15.30 - 16.30

 

F

 

Il recupero delle vittime di Tortura.

l'Esperienza italiana dei Medici contro la Tortura

 

 

Carlo Bracci

 

                           

 

Flavia Citton

 

16.30 - 17.30

F

 

La funzione e l’esperienza infermieristica in

Pronto Soccorso

 

 

Roberta Delle Fratte

 

Carla De Simone

 

17.30 - 18.30

B

 

Il lavoro interdisciplinare

d’equipe e il contributo dei volontari.

Il supporto dei pari

 

 

Stefania Guarrasi

 

Anna Contardi

 

 

24 Maggio

 

 

 

9.00 - 10.00

F

 

L'Intervento psicologico nella gestione del Panico

individuale / collettivo e delle situazioni emotive in situazioni altamente critiche

 

Raffaella Gorio

 

 

 

 

 

 

Stefania Guarrasi

 

 

 

 

 

 

 

10.00 - 11.00

D

 

Osservazione di materiale

audiovisivo

Esperienza Pratica Guidata

 

 

Raffaella Gorio

 

 

Stefania Guarrasi

11.00 - 11.15

 

intervallo  

 

 

 

11.15 - 12.15

B

 

Approccio Cognitivo – 

Comportamentale ad

un evento critico.

Strategie di coping

 

 

Anna Contardi

 

Rubina D’Errico

 

12.15 – 13.15

E

 

Modalità d'Intervento: Briefing, Defusing,

Debriefing Psicologico

Strategico alle Vittime

 

 

Anna Contardi

 

Rubina D’Errico

13.15 - 14.15

 

pausa pranzo  

 

 

 

14.15 - 15.15

E

 

L’Approccio della Psicologia Strategica Breve ai Disturbi d’ansia

 

 

Giulietta  Vulcano

 

Stefania Guarrasi

 

15.15 – 16.15

F

 

Psicofisiologia del Trauma: Intervento integrato nella psicologia d'Urgenza

 

 

Gaetano Persico

 

Vezio Ruggieri

16.15 - 16.30

 

intervallo

 

 

 

16.30 - 18.30

H

 

Tecniche di trattamento psicofisiologico per il Disturbo Acuto e Post Traumatico da Stress.

 

 

 

Gaetano Persico

 

Vezio Ruggieri

 

 

 

 

25 Maggio

 

 

9.00 - 10.00

B

 

La Comunicazione

terapeutica con il paziente

in fase Acuta e Post

Traumatica da Stress

 

 

Stefano Boschi

 

Mauro Macchio

 

10.00 - 11.00

E

 

Tecniche di Comunicazione:                       

la Comunicazione Empatica ed Efficace

 

 

Stefano Boschi

 

Mauro Macchio

11.00 - 11.15

 

intervallo  

 

 

 

11.15 - 13.15

H

 

Aspetti della

Programmazione Neuro

Linguistica applicata alla

Psicologia Clinica

 

 

Stefano Boschi

 

Mauro Macchio

13.15 - 14.15

 

pausa pranzo  

 

 

 

14.15 - 16.15

I

 

Trauma pregresso e attuale:

aspetti transgenerazionali nella trasmissione della Memoria Traumatica

Gli scenari degli eventi e Supervisione clinica

 

 

Stefano Boschi

 

Mauro Macchio

16.15 - 16.30

 

intervallo

 

 

 

16.30 - 17.30

D

 

Teorie modalità e tecniche apprese applicabili in un Debriefing Psicologico Strategico nel

 fronteggiamento del

Disturbo Acuto e Post

Traumatico da Stress: la gestione del Trauma psichico

 

 

Stefania Guarrasi

 

Anna Contardi

 

17.30 - 18.30

D

 

Confronto e  dibattito

sugli interrogativi riguardo

il disagio operativo

nell’approccio psicologico

clinico all’ evento traumatico

 

 

Stefania Guarrasi

 

Anna Contardi

 

 

18.30 – 19.30

 

 

Valutazione dei partecipanti:

verifica, questionario.

Somministrazione questionario gradimento

E. C. M.

Conclusioni e saluto

 

 

Raffaella Gorio

 

Paola Ciurluini

 

 

 

Valutazione di fine corso   L’apprendimento da parte dei partecipanti viene verificato attraverso 

                                                        un questionario a  domande a risposta aperta circa gli 

                                                        argomenti specifici trattati durante il Corso. 

                                                        I discenti avranno a disposizione 45 minuti per rispondere; la prova 

                                                        sarà ritenuta superata se risponderanno almeno a 10 domande.

 

                                                        In conclusione, ai partecipanti sarà somministrato un questionario di 

                                                        gradimento  E. C. M.                                                                                                          

 

 

 

 

 

 

Proponente l’Evento formativo -    Raffaella Gorio

 

 

Responsabili scientifici -    Raffaella Gorio, Stefania Guarrasi

 

 

Progettazione -   Stefania Guarrasi

 

 

Organizzazione -   Anna Carderi

               Servizio di Psicologia Clinica / Area Crisi ed Emergenza

                                                  O6 58704693   fax. 06 58704375 psicoemergenza@hotmail.com

                                                  3294087906  –  3383719426  –  3383279034                                                 

 

 

Supervisione aziendale -    Anna Di Marsico, Maria Bricca, Adriana Nitto

                                            U. O. C. SVILUPPO DELLA FORMAZIONE E DEL GOVERNO CLINICO

                                                       


 

 

Abstract

 

 


 

Nel considerare l’approccio al disagio del paziente critico, l’integrazione interdisciplinare, come mostra il programma nei suoi contenuti, rappresenta un suggerimento funzionale per l’Intervento Psicotraumatologico sulla persona che ha in atto un Disturbo Acuto da Stress; Intervento che ha valenza anche preventiva sulla possibile trasformazione del sintomo acuto che tende alla cronicizzazione nell’evolversi in Sindrome Post Traumatica da Stress. Le tecniche e le modalità integrate dei diversi approcci della psicologia durante e dopo un intervento d’urgenza, rivelano la loro valenza preventiva per il bourn out degli stessi  operatori coinvolti in un soccorso.

  Le emergenze della vita sono tante ed hanno un filo conduttore che si chiama shock da frattura psichica.

“ L’incidente quotidiano ” è quello di un ragazzo che perde una gamba, il burn out, il mobbing, un abuso, un lutto, una incalzante patologia organica e così via come ancor peggio nella vita possono presentarsi gli eventi critici, per arrivare a quelli straordinari come le maxi – emergenze che coinvolgono la partecipazione della collettività in un dramma condiviso e da condividere.

  Gli orientamenti della psicologia clinica adottati dal corso sono: psicofisiologico, relazionale, cognitivo comportamentale, strategico breve ed insieme, la proposta di un aggiornamento in merito ai protocolli della comunicazione efficace.

  Una panoramica sull’azione degli organismi internazionali che operano sul campo, quali il ricco contributo scientifico e la presenza al corso di rappresentanti di Amnesty International, Medici contro la Tortura e Médecins Sans Frontières, tende a definire il senso dell’integrazione per un intervento di “ urgenza ” offrendo una ampia possibilità di confronto con le nostre realtà, individuando punti di contatto e suggerendo riflessioni.

 

 L’esigenza e l’obiettivo per la gestione di un pronto soccorso psicologico sono quelli di avvalersi di strumenti idonei clinico – tecnici, relazionali e di comunicazione durante la fase dell’accoglienza, del monitoraggio, della valutazione del livello di criticità di una Vittima e nelle fasi della prevenzione e del contenimento delle crisi emozionali individuali e di gruppo.

Raffaella gorio      Stefania guarrasi


 

 

 


 

 


 

                                                        


 

 

 

                                                                                                                                                      

 

 

 

Roma, 20.05-10.06.2008 "TEMI DI CONFINE NELLA CLINICA E NELLA TEORIA PSICOANALITICA "; Sede: CENTRO DI PSICOANALISI ROMANO VIA PANAMA 48 ROMA ; Info: segreteria@centropsicoanalisiromano.it Fees= euro 144,00.

CORSO DI AGGIORNAMENTO

Dr. Giuseppe Riefolo

 

"TEMI DI CONFINE NELLA CLINICA E NELLA TEORIA PSICOANALITICA"

 

PROGRAMMA:

 

20/05/2008

1. Configurazioni analitiche e processo psicoanalitico

 

27/05/2008

2. Scissione e dissociazioni

 

03/06/2008

3. Dalle nevrosi alle psicosi passando per l'isteria

 

10/06/2008

4. In tema di autenticità

 

 

Abstract.

 

Nei quattro seminari proposti si toccano alcuni temi di confine della teoria e della clinica psicoanalitica che riguardano, da un lato il tema dei quadri clinici di confine quali le nevrosi e le psicosi letti soprattutto attraverso il registro dei quadri isterici che, soprattutto nella clinica pre-psicoanalitica e nei primi scritti di Freud e Breuer, contemplavano  i quadri delle nevrosi quanto delle psicosi (o follie) isteriche. In linea col tema dell'isteria si situa una riflessione e puntualizzazione sia storica che clinica sul tema della Spaltung/splitting/scissione rispetto alle varie forme di dissociazione introdotte in modo specifico dalla psicoanalisi. In un seminario ci si soffermerà sul concetto di "configurazione" rispetto al concetto di "processo" psicoanalitico cogliendo il le configurazioni come momento in sé definito, elementare e di base del processo. Infine ci si soffermerà a considerare il concetto di autenticità come caratteristica del processo analitico, rintracciabile continuamente nelle dinamiche del campo. Ciascun seminario avrà una introduzione di ordine teorico, ma si organizzerà soprattutto sull'analisi di vignette o intere sedute analitiche proposte dal conduttore. Una terza parte del seminario sarà dedicata alla discussione in gruppo sia degli esempi clinici che delle proposizioni teoriche.  L'obiettivo di base dell'intera serie dei seminari è soprattutto  la riflessione sulla posizione dell'analista nella seduta analitica

 

 

ORARI:

 

Ore 21,00 – 22,00

 

Relazione del docente

Ore 22,00 – 23,00

 

Discussione con la sala

Ore 23,00– 23,30 (solo 10/06/2008)

 

Questionario di apprendimento

 

 

 

 

 

 

 

 

Alessandria, 24.05.2008 "DAL DUE AL TRE: DALLA RELAZIONE MADRE BAMBINO AL RAPPORTO COI GENITORI E COI GRUPPI "; Sede: ALESSANDRIA, SALA CHESSA - SERT- AL, VIA MAZZINI 85 ; Info: esterferrando@tiscali.it ANNALISA.SCEPI@TISCALINET.IT Fees= euro 30,00.

ABSTRACT

 

Simona Capolupo

‘E’ solo l’orco che mangia i bambini? Analisi dell’amore fagocitante materno’

 

In questa relazione si vuole porre l’attenzione non tanto sulle madri-streghe, frustranti assenti e poco affettuose, di cui peraltro la letteratura psicoanalitica è piena, ma piuttosto di quelle mamme iperprotettive, troppo presenti, invadenti , le mamme definite nel mio libro come “mamme che amano troppo”.

Come dice lo psicoanalista Carloni (1975): “Che dire di quei comportamenti iperprotettivi e possessivi di certe madri che divorano letteralmente l’identità distinta dei propri figli...”

Di queste mamme problematiche, e spesso inconsapevoli delle loro difficoltà anche perchè c’è una realtà mediatica manipolatoria che sostiene il troppo amore materno, si vorrà prendere in considerazione:

l’aspetto aggressivo sottostante a comportamenti di totale dedizione e sacrificio rispetto ai figli;

l’aspetto narcisistico insito in certi atteggiamenti e confuso con la capacità di amare l’altro;

il bisogno inconsapevole di queste mamme di vivere il figlio come parte di sè (una propaggine) e quindi  non permettendo, o per lo meno a non facilitando, l’aspetto evolutivo e autonomo nè di se stesse nè dei figli.

E’ mia opinione che l’eccesso di affetto e di premure verso i figli, il cui risultato è spesso nefando, potrebbe essere rivisitato se una madre potesse dare un senso all’aspetto di ostilità insito nel rapporto verso il figlio (come d’altra parte in tutti quei rapporti in cui entra in gioco un forte coinvolgimento affettivo!)

 

 

Donata Maglietta

Bambini e adolescenti: disarmare i mostri

 

Il piccolo gruppo analitico è la terapia che meglio si adatta al mondo infantile e adolescenziale per un infinità di ragioni.   In gruppo i bambini  e gli adolescenti costruiscono legami e rispecchiamento, imparano a condividere il tempo e lo spazio, imparano ad esprimersi e a separarsi e lo fanno prevalente attraverso il linguaggio elettivo del gioco con la guida di uno psicoterapeuta che ha la funzione di testimone e guardiano dello sviluppo dei processi.

Il gruppo contribuisce a costruire la pensabilità, che é uno dei compiti della crescita. La costruzione e’lespansione della pensabilità fonderà il benessere psicofisico dell’individuo e del suo modo di essere presente nel mondo. I bambini  e gli adolescenti in gruppo sono aiutati a trasformare la sensorialità, le somatizzazioni, gli atti, le scariche motorie in scene e in storie che, dando forme e suono alle emozioni, conducono all’alfabetizzazione degli affetti: i giochi, le scene e le storie rendono quindi pensabili i pensieri sugli eventi.   

Un attenzione particolare viene rivolta alla formazione dei conduttori dei gruppi  analitici di bambini. Il tema del viaggio nel tempo è il filo conduttore più frequente nel lavoro analitico in gruppo poiché  il viaggio non è solo una me­tafora ricorrente ma un evento reale. Se la psicoanalisi è un viaggio che affronta dimensioni del tempo e dello spazio che vanno dal pre­sente al passato e dal passato al futuro, con i bambini e gli adolescenti il percorso analitico è dentro al tragitto evolutivo, mentre tocca il passato diventa pre­sente e si dirige verso il domani. Lavorando con l'età evolutiva non ci si può fermare, stando accanto ai ragazzi  anche gli adulti terapeuti diventano apprendi­sti del futuro..

 

 

 

Fiorella Pezzoli

"Il sostegno alla competenza genitoriale: una proposta innovativa”

 

Verranno introdotti brevemente i principali cambiamenti avvenuti nella famiglia italiana negli ultimi quarant’anni  sia nei termini strutturali sia valoriali e si evidenzieranno le difficoltà che i genitori incontrano oggi nello svolgimento della loro funzione.

La contestualizzazione storico-geografica ha la finalità di  evidenziare come  i cambiamenti sociali in atto hanno modificato il campo di riferimento entro cui i genitori sono chiamati a compiere la loro funzione.

Il gruppo di genitori, condotto psicodinamicamente,  può rendere più intelligibile tale campo e permettere l’attivazione o il recupero delle competenze genitoriali di ciascun genitore.

Verrà esplicitato attraverso quali processi e quali meccanismi questo è reso possibile e verrà esposta qualche esemplificazione clinica.

 

 

 

 

 

Firenze, 23.05.2008 "CIÒ CHE TEMO ACCADE, E QUEL CHE MI SPAVENTA MI RAGGIUNGE.IL SUICIDIO "; Sede: ACCADEMIA DI SCIENZE LA COLOMBARIA-FIRENZE ; Info: info@quidcom.com ; Fees= n.d.

PROGRAMMA:

“…ciò che temo accade, e quel che mi spaventa mi raggiunge.”

Il Suicidio

 

Firenze, 23/05/2008

 

Presso

Accademia La Colombaria

 

Ore 8.45 Apertura dei lavori:

               Ass. Graziano Cioni, assessore politiche sociali Comune di Firenze

               Dr. Paolo Rossi Prodi, resp. UFSMA Firenze

        

Ore 9.00 Introduzione:

               Le domande inevase

              Laura Belloni, psichiatra, Responsabile del Centro Regionale sulle Criticità Relazionali

             Sandro Domenichetti, psichiatra, resp. MOM SMA 5

 

Chairman/Discussant: Giuseppe Saraò

 

 Ore 9.30 Epidemiologia e il Suicidio in Toscana 

               Fabio Voller, epidemiologo area epidemiologia sociale ARS

               Caterina Silvestri, psicologa, ARS

 

Ore 10.00 Suicidio & Mass Media: l'effetto Werther

                  Luciano Massimo Canova, professore di "Psichiatria Sociale" Dipartimento di      Neuroscienze/Sez. Psichiatria Università di Siena

 

 

Ore 10.30  Le possibili risposte (Presentazione Progetto Sperimentale)

                 Laura Belloni, Dario Iozzelli, Alberto Bacchereti, Angelo Avarello, AOUC

 

Ore 11.00 COFFEE BREAK

 

Ore 11.15 DIBATTITO

 

Ore 13.30 LUNCH

Chairman/Discussant: Marco Armellini

 

Ore 14.30  Non esserci più...Il tentativo di suicidio in adolescenza

                G. Pietropolli Charmet, Docente Psicologia Dinamica Univ. Milano

 

Ore 15.00 Attualità in tema di prevenzione e trattamento del comportamento suicidario

               Giuseppe Corlito, resp.DSM ASL 9 Grosseto

             

Ore 15.30  Dibattito

 

Ore 16.30 Conclusioni

                 Galileo Guidi Responsabile Salute Mentale, Regione Toscana

 

Ore 16.45

 

Interventi preordinati:

Gemma Brandi

Walter Ciardo

Paolo Cioni

Michele Conte

Massimo De Berardinis

Maurizio Ferrara

Roberto Leonetti

Franco Sirianni

Andrea Tanini

Lucia Zani

 

ore 17.45 Test finale ECM

 

 

Segreteria scientifica:

Laura Belloni, Sandro Domenichetti

 

 

INFORMAZIONI GENERALI

Sede del Corso di Aggiornamento:

Accademia di Scienze e Lettere La Colombaria – Via s. Egidio 23 - Firenze

 

 

Iscrizione al Corso di Aggiornamento

L’iscrizione al corso è gratuita.

E’ necessario inviare alla Segreteria Organizzativa l’allegata “Scheda di Iscrizione” debitamente compilata entro e non oltre il 30 aprile 2008.

 

Segreteria Organizzativa

QUID Communications srl

Via G.C. Vanini, 5-50129 Firenze tel.: 0554633701 fax: 0554633698 info@quidcom.com

Educazione continua in medicina - ECM

Sono stati richiesti al Ministero della Salute i crediti formativi per  un numero massimo di 70 medici individuati fra medici psichiatri  e psicologi. Per acquisire i crediti assegnati, i partecipanti dovranno compilare il questionario di verifica dell'apprendimento e la scheda di valutazione dell'evento. Sono obbligatorie le firme di entrata ed uscita, ed il 100% di presenza al corso.

Attestato di Frequenza

L’attestato con i crediti formativi verrà recapitato direttamente al partecipante dopo la verifica del questionario di valutazione dell’apprendimento.

Variazioni

La Segreteria Scientifica e la Segreteria Organizzativa si riservano il diritto di apportare al programma tutte le variazioni che si rendessero necessarie per ragioni tecniche e/o scientifiche.

OBBIETTIVO DELL’EVENTO:

Far acquisire conoscenze teoriche ed aggiornamenti in tema di citologia endometriale

PAROLE CHIAVE: 1) Suicidio 2) Prevenzione 3) Psicopatologia.

TIPOLOGIA DELL’EVENTO: f) Convegno

MODULO ELENCO OBBIETTIVI: Obbiettivo N° 21

 

SCHEDA DI ISCRIZIONE

da inviarsi alla Segreteria Organizzativa entro il 30 aprile 2008.

L’ammissione deve essere confermata da parte della Segreteria Organizzativa via e-mail;

(COMPILARE IN STAMPATELLO)

Cognome_______________________________Nome____________________________________

 

Nato a_________________________________il________________________________________

 

Codice fiscale personale___________________________________________________________

 

Professione______________________________________________________________________

 

Disciplina_______________________________________________________________________

 

Ente____________________________________________________________________________

 

Indirizzo Ente/Studio Privato_______________________________________________________

 

CAP_________________________Città______________________________________________

 

Telefono____________________________________Fax_________________________________

 

Numero di cellulare_______________________________________________________________

 

e-mail__________________________________________________________________________

 

Esprimo il consenso al trattamento dei miei dati per le finalità consentite dalla legge n. 675/96

 

 

data______________________________________firma________________________________________________

 

 

                                                                                              RAZIONALE

 

"Il suicidio è la forma più eclatante di aggressività verso se stessi, è un atto che comunica disperazione, incapacità di valutare obiettivamente il futuro, convinzione profonda che nulla abbia più un senso. La frequenza del suicidio giovanile è molto elevata: le stime mondiali parlano di un milione di morti per suicidio all'anno, corrispondenti a 16 casi su 100.000 abitanti. Negli ultimi 50 anni l'incidenza del suicidio è aumentata del 60%, diventando la terza causa di morte per gli adolescenti ed i giovani adulti.
Mentre fino a poche decine di anni fa il gruppo più a rischio era rappresentato dagli uomini anziani, in molti paesi oggi sono gli adolescenti e i giovani ad avere il più alto  rischio di suicidio.Da un lato dovremmo saper prestare attenzione alla presenza di fattori di rischio, riconoscendoli precocemente: tra questi, la presenza di un disturbo psichico riconosciuto (depressione, disturbi psicotici, disturbo da uso di sostanze, disturbi del comportamento alimentare), la presenza di sintomi psichici nuovi, non riconosciuti o trattati e la variazione nei comportamenti (ad esempio, il calo del profitto scolastico, il ritiro sociale).Il convegno è un momento nella definizione di un progetto di azioni preventive nella città di Firenze che coinvolga i Servizi di Salute Mentale e L'università".

 

ABSTRACT DELLE RELAZIONI

Belloni  Dr.ssa Laura

Tentato suicidio

Introduzione

Il tentato suicidio è un fenomeno frequentemente riscontrato nella pratica clinica e pur non costituendo una categoria nosografia specifica determina una peculiare situazione nella quale l’operatore si trova a vivere sentimenti ed emozioni significativi.

Attingendo dall’esperienza clinica consulenziale svolta nell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi (Firenze), costituita da circa 350 interventi consulenziali annui rivolti a soggetti che hanno tentato il suicidio, questo articolo si propone di vedere il tentato suicidio non solo come sintomo psicopatologico ma come espressione di un momento di crisi dell’individuo, intesa come opportunità di trattamento, “occasione” per il soggetto di pensare una risposta alla crisi diversa dall’attentare alla propria vita.

La “complessità del fenomeno” (W. Festini Cucco, L. Cipollone, 1992) non consente di formulare ipotesi di intervento preordinate o generalizzabili, come protocolli di trattamento o linee guida applicabili a tutti i casi indiscriminatamente; si può invece pensare un intervento fondato sul prendersi cura della persona nella sua complessità bio-psico-sociale attraverso l’ipotesi di percorsi terapeutici dedicati.

Approcciarsi al tentativo di suicidio secondo un modello di causalità lineare risulta impossibile, poiché “ogni singolo suicidio come fatto incondizionato non si presta mai ad essere compreso e spiegato in maniera sufficiente secondo una legge causale di validità generale, possiamo solamente cercare di ricostruire e mettere insieme alcune circostanze che hanno reso possibile il fenomeno.” (K. Jaspers, 1948).

Attribuire al tentativo di suicidio l’esclusivo significato di sintomo psicopatologico impedisce di comprendere la multidimensionalità dell’evento, precludendo la possibilità di indagare le componenti soggettive e relazionali che sottendono il fenomeno.

Occuparsi di tentati suicidi diventa quindi occuparsi principalmente di quel soggetto che ha tentato il suicidio, senza dimenticare di occuparsi di noi stessi come operatori e delle nostre reazioni emotive, strumento terapeutico fondamentale nella relazione col paziente.

 

Il senso del tentato suicidio come sintomo

 

La comprensione del fenomeno del tentato suicidio alla luce di un unico paradigma (psicopatologico/psichiatrico o sociologico/statistico) non sembra possibile né utile: da un lato comprimere in categorie rigide un atto così contraddittorio e multideterminato rischia di darne una lettura quantomeno parziale e incompleta, dall’altro la rigidità di un’unica prospettiva sembra sottolineare l’incapacità di porsi in modo flessibile di fronte a questo fenomeno, in un atteggiamento difensivo e distanziante nei confronti del carico di angoscia e sofferenza che esso porta con sé.

Utilizzare più sistemi di riferimento possibili rende giustizia della multiformità dell’oggetto di studio e può consentire una lettura più articolata ed esaustiva, che non permetta semplificazioni e riduzioni rassicuranti.

Dall’esperienza derivata dalla nostra ricerca emerge la consapevolezza di quanto dietro l’etichetta di tentato suicidio si apra un mondo molteplice e diversificato, nel quale la storia di ogni singolo paziente ha diritto di essere conosciuta e compresa nel rispetto della sua unicità.

Se è lecito e utile cercare dei fattori comuni che individuino costellazioni specifiche (sociali, psicopatologiche ecc), e quindi percorsi terapeutici mirati, è pur vero che suona convincente l’affermazione di Hillman (1964), per il quale “in sé il suicidio non è né sindrome né sintomo”. Forse, tenendo presente questo, sarà possibile cercare insieme al paziente il significato che il suo gesto ha avuto e ha per lui, in modo che diventi oggetto di un pensiero, senza che sia il peso della patologia o del disagio a determinarne il percorso terapeutico.

Le domande che ci poniamo sono dunque queste: qual è la storia della persona che abbiamo di fronte? attraverso quale percorso di vita è arrivato alla decisione di farsi del male o cercare la morte? che significato ha avuto quel gesto, e quale significato ha adesso? quale significato hanno i sentimenti che muove nel reparto, negli infermieri e nei medici? e nella famiglia?

Prescindere dal porsi queste domande rischia di far vedere prevalentemente il sintomo: magari si riesce ad agire su di esso, ma si può non incontrare la persona che ne è portatrice e ignorare, anche noi, quello che ha da dire.

 

 

Le competenze dei pazienti

Il tentato suicidio è un gesto complesso, che evoca l’ambivalenza dell’uomo nei confronti della morte; attraverso l’atto di cercare la morte la persona afferma il desiderio di decidere della propria vita, esprimendosi in un gesto relazionale carico di significati. Secondo Fornari (1967) “ogni suicida sul piano cosciente sembra voler negare il proprio rapporto con il mondo, ma nell’inconscio in realtà lo ricerca in modo disperato.(…) Il togliere di mezzo se stessi è la forma più radicale di tirare in ballo gli altri. (…) Ogni suicida in qualche modo vuole gettare il proprio cadavere sulle spalle di qualcuno”.

Se il suicidio è un taglio (“cidere”) del filo della propria (“sui”) vita, è comunque un atto relazionale, di dialogo con il mondo, in cui assume un ruolo centrale l’impossibilità di figurarsi una realtà diversa da quella in cui si è presenti.

Il tentato suicidio appare dunque in questa ottica come agito con una valenza comunicativa a cui porgere attenzione; da qui la necessità di domandare e domandarsi quale sia la richiesta d’aiuto sottesa.

Il paziente sembra utilizzare il gesto autolesivo come risposta ad una situazione di crisi disperante: l’atto suicidario, che solitamente è considerato disadattativo, può così essere visto in senso adattativo come tentativo, seppur estremo, di recuperare il controllo della propria vita, segnale di una lotta attiva contro quello che J. T. Maltsberger (2004) chiama “emotional flooding” (“inondazione emotiva”).

Se pensiamo alla “crisi” così come la intende Pagliarani (1993), quella che il paziente vive può essere  considerata non più come un vuoto di senso e significato, un “nulla” da superare che provoca spavento e terrore, ma un’“occasione di scoperta, difficile, dolorosa ma redditizia”, in cui lo spazio negativo diventa momento generativo di pensieri nuovi.

La sfida che si pone al clinico può essere allora sia quella di scoprire nel paziente risorse comunicative e reattive che possono essere utilizzate nel lavoro con lui, sia di rendere possibile un pensiero sull’agito, nel tentativo di vedere la crisi da una diversa prospettiva, non abisso in cui sprofondare ma varco, finestra che può aprirsi su di una profondità nuova, possibilità di trasformare una mancanza in risorsa, capace di alimentare la creatività.

 

Atteggiamento e difese del clinico

Merita una riflessione ciò che il clinico prova di fronte al paziente che ha tentato il suicidio, in quanto si tratta di un incontro che muove inevitabilmente delle reazioni che è necessario riconoscere se vogliamo evitare le collusioni o gli agiti controtransferali.

Le emozioni più frequenti che si provano di fronte a questi pazienti sono l’angoscia, il senso di impotenza o il desiderio salvifico di “risolvere” il problema.

Il paziente che ha tentato il suicidio può richiamare alla mente del clinico fantasie sulla possibilità di uccidersi, o comunque sull’eventualità di fronteggiare la propria morte (A. C. Ballerini, F. Fonnesu, P. Benvenuti), ed è quindi possibile che questo provochi l’attivazione di meccanismi di negazione e di fuga.

D’altra parte, il desiderio onnipotente di salvare il paziente può, in modo speculare ma non meno pericoloso, indurre ad affrontare con difficoltà e ambivalenza questi pazienti notoriamente e per definizione “difficili” e a forte rischio di insuccesso, provocando sentimenti di vergogna connessi al rischio di una ferita narcisistica.

Da considerare infine la reazione emotiva che la reiterazione del gesto autolesivo provoca nel clinico che ha in carico il paziente (ma anche nel consulente che si trova a fronteggiare fenomeni di revolving doors consistenti) ovvero un profondo senso di colpa per ciò che è stato o non è stato fatto.

L’atteggiamento di negazione del problema è ben espresso nel “comportamento di iperattività terapeutica, che tende a sfuggire e a minimizzare il rischio suicidario continuando ad agire, senza soffermarsi a riflettere sul problema e ad avvicinarsi in maniera comprensiva al paziente” (A. C. Ballerini, F. Fonnesu, P. Benvenuti).

Il desiderio di fare come impedimento al pensare sembra un ripetersi nel clinico dell’atteggiamento proprio del paziente, là dove invece la sospensione dell’azione e lo sviluppo di una riflessione sull’agito sembra essere l’unica “azione” clinica che abbia un senso terapeutico.

Prendere coscienza dei percorsi emotivi che emergono dalla relazione con i pazienti, riuscire a darne una lettura e ad utilizzarli anche nella relazione con loro diventa parte integrante dell’atteggiamento del clinico che si trova di fronte a situazioni complesse e angoscianti come i tentati suicidi.

A questo si aggiunge l’atteggiamento di sospensione del giudizio e di indagine sui significati dell’atto autolesivo, dei contenuti della crisi nella quale esso si inserisce, del contesto del paziente e delle sue possibilità di sostegno, nonché delle sue risorse e ambivalenze, per valutare il prevalere dell’istinto di vita su quello di morte e parlarne insieme.

Necessario appare esaminare in dettaglio il percorso verso il tentativo di suicidio con tutte le sue componenti di crisi (“crisis markers”). L’obiettivo principale è la comprensione dell’atto suicidario, a cui seguirà una riflessione condivisa, che sviluppi un pensiero generativo, e forse terapeutico.

 

 

Proposte

La centralità del paziente e del suo contesto nelle teorie che riguardano il tentato suicidio dovrebbe trovare un corrispettivo pratico all’interno dell’agire terapeutico. E’ determinante considerare il soggetto come attore del gesto autolesivo ma anche come detentore di risorse e capacità utilizzabili attraverso e all’interno della relazione terapeutica.

Realizzare un percorso dedicato a ciascun paziente passa attraverso la costruzione di un rapporto di fiducia spesso complesso, complicato dal frequente alternarsi dei vari operatori durante il corso dell’incontro terapeutico, con elevato rischio di fallimento che può risultare fatale per il paziente; appare necessario curare con particolare attenzione le fasi di passaggio e in comunicazione tra le diverse figure professionali che interagiscono con il paziente, al fine di evitarne fenomeni di drop-out e sentimenti di rabbia e senso di abbandono, che possono diventare nuovi fattori precipitanti di un ulteriore gesto autolesivo.

Altrettanto importante risulta il benessere psicologico degli operatori che affrontano le persone che tentano il suicidio: confrontarsi quotidianamente con la sofferenza di chi attenta alla propria vita può esaurire le capacità emotive e relazionali degli operatori, soprattutto quelli privi del supporto di un gruppo di lavoro. Esercitare le proprie funzioni professionali all’interno di un’equipe può sollevare l’operatore da sentimenti di solitudine e impotenza che possono ridurre la soddisfazione e la capacità professionale.

Sarebbe utile pertanto strutturare uno spazio di ascolto dedicato agli operatori coinvolti, che renda possibile pensare e parlare insieme, esprimere e confrontare all’interno del gruppo di lavoro i sentimenti, le fantasie e le reazioni suscitati dal rapporto con le persone che hanno tentato il suicidio, in relazione alla propria esperienza e alla propria storia.

 

Bibliografia

W. Festini Cucco, L. Cipollone (1992) Suicidio e complessità, Giuffrè Editore, Milano

J. Hillman (1964) Il suicido e l’anima, Astrolabio, Roma

K. Jaspers (1948) La mia filosofia, Einaudi, Torino

F. Fornari (1967) Osservazioni psicoanalitiche sul suicidio, Rivista di Psicoanalisi, vol. 13, n. 1, pp. 21-36

L. Pagliarani (1993) Violenza e bellezza, A..Guerini e Associati, Milano

A. C. Ballerini, F. Fonnesu, P. Benvenuti Lo psichiatra di fronte al suicidio, da Dolore e angoscia di morte, Borla

J. T. Maltsberger (2004) The descent into suicide, International Journal of Psycho-Analysis, n.85, pp.111-119

 

 

 

Brandi Dr.ssa Gemma

 

 

PENSANDO AL SUICIDIO

Consulente Psichiatra del Ministero della Giustizia

Responsabile del MOM SMA 4 dell’Azienda Sanitaria di Firenze

Direttore della rivista ‘Il reo e il folle’

 

 

                Prendendo le mosse dalla necessità di valutare epidemiologicamente il problema nella anagrafe della salute mentale di un certo territorio, e di correlare quanto dovesse emergere con altri elementi, magari schiacciati da un  giudizio negativo, quale è il numero di ricoveri e di TSO, ad esempio -cosa concludere scoprendo che un’area ad alto indice di ospedalizzazione è anche quella con una minore virulenza suicida o viceversa?- tre sono le provocazioni che nel breve spazio assegnatomi vorrei gettare sul tavolo del coraggioso tentativo di pensare insieme il suicidio,

1)                     Il tentativo di suicidio e il suicidio dismetrico, ovvero il carattere comunicativo del gesto autolesivo, vuoi pure estremo, a sostegno di interventi preventivi di interpretazione/azione e di coazione benigna.

2)                     Il dovere degli operatori della salute mentale di imparare dal suicidio delle persone che curano, ovvero la eredità del suicida e la utilità retrospettiva e prospettica di una morte.

3)                     La dialettica omicidio/suicidio, ovvero la famiglia che uccide in metafora e nei fatti, tra indifferenza e morbosa intrusione.

 

 

 

Canova Dr. Luciano

 

L’uso del termine “effetto Werther” sta ad indicare l’influenza esercitata dai mass-media sulle condotte suicidarie.

Il suicidio può essere osservato da diverse angolature: dal sociologo che pone l’attenzione sul rapporto con la società, dallo psicologo e dallo psichiatra che indagano su situazioni esistenziali e di patologie individuali e relazionali, dall’antropologo che cerca i segni di come una cultura si pone di fronte al suicidio.

Molti Autori hanno sostenuto posizioni critiche al riguardo: i mass-media avrebbero solo documentato un fenomeno come il suicidio senza peraltro influenzarlo.

Il problema non è in ogni modo semplice.

E’ ormai appurato da diverse fonti la possibile influenza dei mezzi di comunicazione.

Infatti il processo imitativo non si può escludere e molti studi hanno documentato che l’impulso a commettere azioni suicide può essere appreso o rinforzato da modalità nelle quali si dà particolare evidenza alle tecniche impiegate.

L’OMS stessa raccomanda che i mezzi di comunicazione esercitino estrema prudenza e riservatezza nelle notizie riguardanti suicidi.

Auspica inoltre che tale materiale e il modo di presentarlo venga discusso con esperti prima di essere reso pubblico.

 

 

Roma, 23-24.05.08 "IL "COMPLESSO DEL PICCOLO HANS. QUALI CAMBIAMENTI NELLE COSTELLAZIONI EDIPICHE CONTEMPORANEE? "; Sede: RESIDENZA DI RIPETTA ; Info: iprs@iprs.it  Fees= euro 100,00

 

 

Milano, 31.05.08 "INCONTRO/CONFRONTO CON NANCY MCWILLIAMS: TRA UMILIAZIONE E ONNIPOTENZA - IL LAVORO ANALITICO CON I VISSUTI PARANOIDI "; Sede: MILANO - SALA BRACCO DEL CIRCOLO DELLA STAMPA - CORSO VENEZIA, 16 ; Info: massimofontana@sipreonline.it  MAXIMFONT@LIBERO.IT  Fees= euro 120,00

 

INCONTRO/CONFRONTO

CON

NANCY McWILLIAMS

 

TRA UMILIAZIONE E ONNIPOTENZA

Il lavoro analitico con i vissuti paranoidi

 

 

 

Sebbene i criteri del DSM per la diagnosi di Disturbo Paranoide di Personalità comportino tratti osservabili dall'esterno come la sospettosità, gli psicoanalisti hanno seguito Freud nel considerare la paranoia come un processo intrapsichico caratterizzato da proiezione e diniego. Sebbene osservabili più frequentemente in condizioni psicotiche, gli stati paranoici della mente sono comuni anche in persone ad alto funzionamento e rappresentano una notevole sfida terapeutica. La Dott.ssa McWilliams rivisiterà la teoria analitica e lo stato della ricerca sulla paranoia, sottolineandone l'origine nei sentimenti di umiliazione. Darà, inoltre, indicazioni ai terapeuti che lavorano con pazienti paranoici.

Gli obiettivi formativi del seminario sono:

o       Identificare non solo le più comuni dinamiche paranoidi, come la proiezione e il diniego della rabbia, ma anche quelle che includono la proiezione degli altri sentimenti problematici (come accade nella erotomania, nella gelosia paranoide, nella megalomania, ecc.)

o       Discutere l’eziologia delle dinamiche paranoidi, che riguarda l’esperienza di essere (proiettivamente) trattato come un oggetto cattivo da parte del caregiver e, di conseguenza, soggetto ad umiliazione.

o       Evitare le tendenze terapeutiche che rischiano di far sentire minacciati questi pazienti (ad es., eccessiva compassione, sforzi di essere neutrali o astinenti al punto da risultare inautentici).

 

 

 

 

Sarà assicurata la traduzione

 

Responsabile:      Dott. Michele Minolli

Presidente della   Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe)

 

Comitato scientifico e organizzativo

Romina Coin, Adriana Cornacchia, Massimo Fontana, Michele Minolli, Maria Pia Roggero, Maria Luisa Tricoli

 

 

 

PROGRAMMA

 

Mattina  9.00 – 13.30            TEORIA          

 

Chair               Massimo Fontana/Alberto Lorenzini 

                       

08.30 – 09.00       Registrazione

 

09.00 – 09.15       Massimo Fontana/Alberto Lorenzini

PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO

 

09.15 – 10.45       Nancy McWilliams (Relazione su tema preordinato)

STATI PARANOICI DELLA MENTE IN PAZIENTI AD ALTO

FUNZIONAMENTO: LA RELAZIONE ANALITICA NELLE

DINAMICHE DI UMILIAZIONE

(Prima parte)

 

 

10.45 – 11.00       Coffee Break

 

11.00 – 12.30       Nancy McWilliams (Relazione su tema preordinato)

STATI PARANOICI DELLA MENTE IN PAZIENTI AD ALTO

FUNZIONAMENTO: LA RELAZIONE ANALITICA NELLE

DINAMICHE DI UMILIAZIONE

 (Seconda parte)

 

12.30 – 13.30      CONFRONTO/DIBATTITO CON IL PUBBLICO

 

 

 

 

Pomeriggio  14.30 – 17.30                CLINICA

 

Chair               Maria Luisa Tricoli  

                       

14.30 – 16.30  Nancy McWilliams (Relazione su tema preordinato)

LA SFIDA ALL'ANALISTA DEL PAZIENTE PARANOIDE:

PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO

 

16.30 – 17.30  CONFRONTO/DIBATTITO CON IL PUBBLICO

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17.45               Consegna questionario di verifica dell’apprendimento

17.55               Ritiro questionario di verifica dell’apprendimento

 

Milano, 17.05.08 "DISTURBI ALIMENTARI: NUOVE STRATEGIE DI DIAGNOSI E TRATTAMENTO "; Sede: ARP STUDIO ASSOCIATO - PIAZZA SANT'AMBROGIO 16 - 20123 MILANO ; Info: arp@arpmilano.it  Fees= euro 100,00

Sabba Orefice

 

 

       

17 maggio 2008

 

 

La casistica dei disturbi alimentari è caratterizzata da un’elevata frequenza di disturbi dell’alleanza e quindi di fallimenti diagnostici e terapeutici, che avvengono a prescindere dall’orientamento teorico dei clinici. Questo fenomeno comporta, nelle consultazioni, la presenza di un significativo numero di pazienti pluritrattate.

Il disturbo dell’alleanza è concomitante a un grave disturbo nei processi emotivi primari, che è alla base della complessa relazione che la paziente instaura con il cibo, che persiste immutata nel corso della vita.

Una strategia diagnostica finalizzata a indagare, già nelle prime fasi della consultazione, i processi emotivi primari – e specificamente il modo in cui questi ultimi e la qualità della relazione tra  madre e figlia determinano il modo di sentire e percepire il cibo - permette di migliorare l’efficacia dell’approccio diagnostico, di differenziare gli aspetti primari da quelli secondari del disturbo - quali, ad esempio, il complesso apparato di controllo ritualistico, caratteristico di queste pazienti – e  modifica il modo di pensare i trattamenti, individuali, familiari o della coppia madre-figlia, aumentandone l’efficacia.

Nella clinica con soggetti adulti i processi emotivi primari possono essere rilevati grazie a un accurato lavoro diagnostico con le pazienti e a specifici colloqui con le madri, che individuano la presenza di precoci disturbi nella relazione emotiva correlata all’alimentazione.

Nel corso del seminario i principi teorici e le metodologie diagnostiche e terapeutiche impiegate saranno descritti con l’ausilio di materiale clinico videoregistrato.

 

 

Sede

ARP Studio Associato - P.zza Sant’Ambrogio, 16 – 20123 Milano

 

Orario

Mattina dalle 9.30 alle 13.30, pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30

 

Quote di partecipazione

€ 100,00+ IVA

€   70,00+ IVA associati ARP Associazione, allievi e tirocinanti ARP

 

 

 

ECM - Sono stati richiesti crediti formativi per i medici, gli psicologi e psicoterapeuti che compileranno i questionari di valutazione dell’evento e di valutazione dell’apprendimento.

 

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’ARP (dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.30) al numero di telefono 02.89013106, via mail all’indirizzo info@arpmilano.it. L’iscrizione è possibile anche consultando il sito www.arpmilano.it.

 

La partecipazione è subordinata al limitato numero di posti disponibili. Verrà quindi tenuto conto dell’ordine di iscrizione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       Dott. Sabba Orefice

                   Medico Chirurgo

 Specialista in Malattie Nervose e Mentali

                      Psicoanalista

                   20123 MILANO

    Via Matteo Bandello, 8 - Tel. 4690893    

                   

           C.F.  RFC SBB 44M21 F839O

                   P.I.  02691090159

                  sabba.orefice@tin.it                                                               

 

 

Bari, 15.05.08 "IL PUNTO DI ROTTURA. L’EUTANASIA : DALL’ATTACCAMENTO ALLA VITA "; Sede:  BARI - CINEMA ROYAL ; Info: xkpal@tin.it   Fees= n.d.

ABSTRAT

 

“Alle soglie del terzo millennio il panorama che si apre ai nostri occhi, imponendosi con i suoi sconcertanti paesaggi, induce l’uomo ad interrogarsi su una questione che lo attraversa sin dalle origini della sua esistenza: la domanda sull’oscuro mistero della morte. Morte intesa nella sua accezione simbolica e contemporaneamente reale. Lo sguardo dell’uomo di fronte all’inquietante mistero dell’esistenza si eclissa, volgendo lo stesso sguardo verso oggetti esterni, beni effimeri di consumo che nella loro precarietà rivelano l’assoluta inefficacia”. Ma la morte, al cui cospetto si impone un inerme silenzio, trova la sua voce in temi scottanti che attraversano la nostra attuale realtà: suicidio, eutanasia, solitudine del morente e perdita dei rituali legati all’elaborazione del lutto.” (M.Fedele)

La parola eutanasia letteralmente significa buona morte e si riferisce a quella pratica che consiste nel procurare la morte nel modo più indolore e rapido possibile a un essere umano affetto da una malattia inguaribile, allo scopo di porre fine alla sua sofferenza-esistenza. Il tema è uno dei più dibattuti degli ultimi anni in campo etico, religioso, politico, legislativo, filosofico, psicologico e quant’altro; tema che sta schierando ogni istituzione e ciascuno di noi con diverse opinioni spesso fortemente contrapposte. In molti paesi del mondo l’eutanasia è vietata ed è fortemente contrastata, da qualche anno invece in Belgio, in Olanda e da poco anche in Germania, si sono create delle condizioni di legge che non vietano questa pratica. In Italia di recente c’è stato il caso noto a tutti di Welby che ha provocato forti reazioni nel campo medico e religioso fino al rifiuto di celebrare il rito funebre in una Chiesa. L’interrogativo è : se un uomo è cosciente delle proprie facoltà mentali può decidere di porre fine alla propria esistenza avendo come unico futuro un possibile e lungo calvario di sofferenza? Ovviamente non ci sono risposte, né verità assolute. Stiamo parlando dei temi dell’anima, del corpo, dell’esistere, della paura del dolore, della malattia e della morte in termini di vita. Ma la morte si trova nella condizione di essere sempre più rifiutata e altrettanto fortemente desiderata al tempo stesso.

“Sull'essenziale su ciò che è veramente importante, si fa silenzio. È sceso il silenzio anche sulla morte, giustificato come una condizione di sicurezza e di vita. Ma arriva il momento in cui questo silenzio sull'essenziale non può più essere mantenuto senza obliterare il dovere della sincerità e della verità, e senza mettere in pericolo l'essenziale stesso. Allora si capisce che quel rispetto così vivo dell'uomo per l'uomo, chiamato rispetto umano e che consiglia di tacere sull'essenza, non può essere conservato senza cattiva coscienza». La risposta della società è o l'eutanasia o il prolungamento forzato della vita, senza mai giungere a un equilibrio che tuteli la dignità dell'uomo. La comunità deve riappropriarsi del problema della morte. Essa riguarda tutti noi, non solo medici e infermieri”. (F.Bellino)

Dunque, forse il tema è anche quello della difficoltà e paura delle società post-moderne di non essere più in grado di capire ed interiorizzare il modo e il senso dell’elaborazione del lutto? La morte rimane ancora un forte e atavico tabù?

Ovviamente gli interrogativi sono tanti e probabilmente non ci sono risposte, né soluzioni: il problema dell’eutanasia è, e rimane, un problema che forse in sé non può avere soluzioni; la complessità è tale che l’invito è a lavorare nel dubbio e nella complessità della propria coscienza.

Ma come possono aiutarci la psicoanalisi e il cinema?

“La psicoanalisi ci potrà offrire una lettura rispetto al disagio contemporaneo e all’impossibilità del soggetto di interrogarsi su ciò che maggiormente lo marca: la mancanza e il vuoto.” (Fedele)

Il cinema ci regala questi due film in programma nel seminario “Mare dentro” e “Le invasioni barbariche”, due esempi di storie che ci coinvolgeranno portandoci dentro il dolore di due vite, di partecipare alla dignità e alla complessità dei loro sentimenti, in una situazione emozionale che ci farà sentire coinvolti altrettanto come gli stessi protagonisti dei due film.

 

 

 

 

 

 

 

 

Milano, 21.05-17.12.08 "CONTATTO PRIMARIO E DISTURBI DEL PENSIERO. CONTAGIO E INDUZIONE "; Sede: ARP STUDIO ASSOCIATO - PIAZZA S. AMBROGIO. 16 -20123 MILANO ; Info:  arp@arpmilano.it Fees= euro 850,00

Chiara Nosengo

 

Contatto primario e disturbi del pensiero

Contagio e induzione

corso di aggiornamento settimanale

 

 

ARP Studio Associato - P.zza Sant’Ambrogio, 16 – 20123 Milano

 

 

Il corso, in continuità con i precedenti, approfondirà l’incidenza della relazione primaria e della lesione evolutiva sulle patologie gravi di adolescenti con disturbi del pensiero.

La supervisione e le riflessioni teorico-cliniche dedicheranno particolare attenzione alla individuazione del contagio e della induzione, quali fattori eziopatogenetici del disturbo del pensiero, secondo il modello dei disturbi della fiducia.

Si valuteranno inoltre le tecniche di trattamento più efficaci per operare il passaggio cruciale da cosa pensa l’adolescente a come si sente.

Alla fine del corso è prevista una prova scritta che consisterà in una breve relazione in cui i partecipanti dovranno esporre un caso, mettendo in evidenza come hanno trattato il disturbo del pensiero, tenuto conto della lesione evolutiva e del modo in cui la relazione patologica primaria ha inciso con contagio e/o induzione sulla insorgenza e sul mantenimento del disturbo stesso.

 

Il corso è articolato in 20 incontri di due ore ciascuno.

 

Calendario

dal 21 maggio 2008 al 17 dicembre 2008

 

Orario

mercoledì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11.30

 

È previsto un numero massimo di 25 partecipanti. La partecipazione è subordinata a un colloquio di selezione.

 

Quote di partecipazione

esterni: € 850 + IVA

consulenti e associati ARP: € 700 + IVA

 

ECM - Per il corso sono stati richiesti i crediti formativi   per medici, psicologi e psicoterapeuti che compileranno i questionari di valutazione dell’evento e sosterranno la prova scritta di valutazione dell’apprendimento.

 

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’ARP (dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.30) al numero di telefono 02.89013106, via mail all’indirizzo info@arpmilano.it.

 

 

 

Milano, 21.05-10.12.08 "TECNICHE DEL TRATTAMENTO PSICOLOGICO DEI FUNZIONAMENTI DISSOCIATIVI SU BASE TRAUMATICA "; Sede: ARP STUDIO ASSOCIATO - PIAZZA S. AMBROGIO, 16 - 20123 MILANO; Info:  arp@arpmilano.it  Fees= euro 850,00

Alessandro Vassalli

 

tecniche del trattamento psicologico dei funzionamenti dissociativi su base traumatica

 

corso di aggiornamento quindicinale

 

ARP Studio Associato - P.zza Sant’Ambrogio, 16 – 20123 Milano

 

 

Nel corso, gli approfondimenti teorici e le discussioni di casi clinici prenderanno in esame le diverse tecniche del trattamento psicologico dei funzionamenti dissociativi su base traumatica, a partire da una precoce diagnosi del disturbo primario e delle emozioni di base correlate.

.

La supervisione di casi clinici del Servizio Diagnosi e Terapia del Trauma Psicologico dello Studio Associato ARP riguarderà la ricerca delle tecniche più idonee a trattare i funzionamenti dissociativi. Il focus diagnostico sarà sulla relazione eziopatogenetica tra emozioni primarie costitutive di disturbi primari del processo evolutivo e la strutturazione dei diversi possibili funzionamenti dissociativi.

Ad intervalli regolari, saranno previsti degli approfondimenti teorici sui principali nodi problematici emersi dall’esame dei casi clinici.

       Alla fine del corso è prevista una prova scritta,  che consisterà in una breve

            relazione in cui i partecipanti dovranno esporre un caso, mostrando quali

        tecniche hanno favorito il trattamento efficace del disturbo dissociativo.

 

 

Il corso è articolato in 12 incontri di due ore ciascuno.

 

Calendario

dal 21 maggio 2008 al 10 dicembre 2008

 

Orario

mercoledì pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 16.30

 

È previsto un numero massimo di 25 partecipanti. La partecipazione è subordinata a un colloquio di selezione.

 

Quote di partecipazione

esterni: € 850,00 + IVA

consulenti e associati ARP: € 700,00 + IVA

 

 

ECM - Per il corso sono stati richiesti i crediti formativi per medici, psicologi e psicoterapeuti che compileranno i questionari di valutazione dell’evento e sosterranno la prova scritta di valutazione dell’apprendimento.

 

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’ARP (dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.30) al numero di telefono 02.89013106, via mail all’indirizzo info@arpmilano.it.

 

 

 

Milano, 22.05-17.12.08 MASTER CLINICO SUGLI INTERVENTI: DAL PROCESSO DIAGNOSTICO AI TRATTAMENTI. EVOLUZIONE DELLA TECNICA. PARTE PRIMA ; Sede: ARP STUDIO ASSOCIATO - PIAZZA S. AMBROGIO, 16 - 20123 MILANO ; Info: arp@arpmilano.it Fees= euro 1000,00

Sabba Orefice

 

Master clinico sugli  interventi: dal processo diagnostico ai trattamenti. Evoluzione della tecnica

Parte Prima

Corso di addestramento clinico e teorico quindicinale

 

 

ARP Studio Associato - P.zza Sant’Ambrogio, 16 – 20123 Milano

 

Nel corso degli anni abbiamo messo a punto una metodologia, basata sul processo diagnostico, che si propone di aumentare le probabilità di prevedere le difficoltà che si possono incontrare nel costituire un’alleanza terapeutica con il paziente e i possibili motivi di rottura della stessa, nonché di individuare più rapidamente le difficoltà  del paziente e le strategie per affrontarle.

L’obiettivo ultimo è ridurre gli esiti negativi delle psicoterapie e accrescere l’efficacia clinica dei trattamenti: di conseguenza è indispensabile applicare tecniche di intervento diversificate a seconda delle situazioni cliniche e strutturare setting terapeutici differenti e specifici (interventi di vario tipo, psicoterapie di breve e di media durata).

Il master è finalizzato all’apprendimento e all’affinamento della capacità di individuare gli elementi clinici determinanti nella strutturazione di setting di intervento corretti e nella individuazione dei criteri-guida che contraddistinguono il lavoro psicoterapeutico, quando indicato, con il singolo paziente .

Sono previsti approfondimenti teorici degli aspetti problematici emersi dall’esame dei casi e delle discussioni cliniche. La casistica sarà solo in parte proposta dal docente, mentre sarà oggetto di discussione soprattutto materiale portato dagli allievi.

Si richiede pertanto che i partecipanti abbiano già una formazione al processo diagnostico e alle diverse tecniche degli interventi, oltre che essere iscritti all’albo degli psicoterapeuti.

 

 

Calendario

 Dal 22 maggio  al 17  dicembre 2008

Orario

Giovedì mattina dalle h. 10.00 alle ore 12.00: undici  lezioni con cadenza quindicinale

Giovedì sera dalle h. 21.00 alle h. 23.00: sei esercitazioni di gruppo con cadenza mensile

Sabato 13 novembre 2008

mattina dalle h. 9.30 alle ore 12.30 – pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30

 

È previsto un numero massimo di 25 partecipanti. La partecipazione è subordinata a un colloquio di selezione.

 

 

 

 

 

Quota di partecipazione per la Parte Prima

esterni: € 1.000,00

associati e collaboratori ARP: € 750,00

 

 

ECM - Per il corso sono stati richiesti i crediti formativi per medici. psicologi e psicoterapeuti che compileranno i questionari di valutazione dell’evento e sosterranno la prova scritta di valutazione dell’apprendimento.

 

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’ARP (dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.30) al numero di telefono 02.89013106, via mail all’indirizzo info@arpmilano.it.

 

 

Milano, 17.05.08 "DISTURBI ALIMENTARI: NUOVE STRATEGIE DI DIAGNOSI E TRATTAMENTO "; Sede: ARP STUDIO ASSOCIATO - PIAZZA SANT'AMBROGIO 16 - 20123 MILANO ; Info: arp@arpmilano.it Fees= euro 100,00

Sabba Orefice

 

 

       

17 maggio 2008

 

 

La casistica dei disturbi alimentari è caratterizzata da un’elevata frequenza di disturbi dell’alleanza e quindi di fallimenti diagnostici e terapeutici, che avvengono a prescindere dall’orientamento teorico dei clinici. Questo fenomeno comporta, nelle consultazioni, la presenza di un significativo numero di pazienti pluritrattate.

Il disturbo dell’alleanza è concomitante a un grave disturbo nei processi emotivi primari, che è alla base della complessa relazione che la paziente instaura con il cibo, che persiste immutata nel corso della vita.

Una strategia diagnostica finalizzata a indagare, già nelle prime fasi della consultazione, i processi emotivi primari – e specificamente il modo in cui questi ultimi e la qualità della relazione tra  madre e figlia determinano il modo di sentire e percepire il cibo - permette di migliorare l’efficacia dell’approccio diagnostico, di differenziare gli aspetti primari da quelli secondari del disturbo - quali, ad esempio, il complesso apparato di controllo ritualistico, caratteristico di queste pazienti – e  modifica il modo di pensare i trattamenti, individuali, familiari o della coppia madre-figlia, aumentandone l’efficacia.

Nella clinica con soggetti adulti i processi emotivi primari possono essere rilevati grazie a un accurato lavoro diagnostico con le pazienti e a specifici colloqui con le madri, che individuano la presenza di precoci disturbi nella relazione emotiva correlata all’alimentazione.

Nel corso del seminario i principi teorici e le metodologie diagnostiche e terapeutiche impiegate saranno descritti con l’ausilio di materiale clinico videoregistrato.

 

 

Sede

ARP Studio Associato - P.zza Sant’Ambrogio, 16 – 20123 Milano

 

Orario

Mattina dalle 9.30 alle 13.30, pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30

 

Quote di partecipazione

€ 100,00+ IVA

€   70,00+ IVA associati ARP Associazione, allievi e tirocinanti ARP

 

 

 

ECM - Sono stati richiesti crediti formativi per i medici, gli psicologi e psicoterapeuti che compileranno i questionari di valutazione dell’evento e di valutazione dell’apprendimento.

 

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’ARP (dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.30) al numero di telefono 02.89013106, via mail all’indirizzo info@arpmilano.it. L’iscrizione è possibile anche consultando il sito www.arpmilano.it.

 

La partecipazione è subordinata al limitato numero di posti disponibili. Verrà quindi tenuto conto dell’ordine di iscrizione.

 

 

Pescara, 16.05-7.06.08 "LA CREAZIONE DEL SETTING E LE SUE VARIAZIONI NEL LAVORO CON BAMBINI E ADOLESCENTI "; Sede: SALA CONVEGNI DEL MUSEO D'ARTE MODERNA "VITTORIA COLONNA" LUNGOMARE MATTEOTTI, 131 PESCARA; Info: margherita.iezzi@libero.it AIPPI@ASSAIPPI.191.IT ; Fees= euro 40,00

 

IL SIGNIFICATO DEL SETTING NELLA PSICOTERAPIA INFANTILE

 

A.I.P.P.I.

ASSOCIAZIONE ITALIANA DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA INFANTILE

Via Alessandria 130 – 00198 ROMA

TEL/FAX 06.4404001  E-MAIL ass.aippi@flashnet.it

http://www.psychomedia.it/aippi

 

Membro European Federation of Psychoanalytic Psychotherapy (E.F.P.P.)

 

Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica

per bambini, adolescenti e genitori

 

CORSO DI AGGIORNAMENTO:

LA CREAZIONE DEL SETTING E LE SUE VARIAZIONI NEL LAVORO CON BAMBINI E ADOLESCENTI

 

Sala Convegni del Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna”

Lungomare Matteotti 131, Pescara

 

16 MAGGIO 2008- 7 GIUGNO 2008

 

 

PRIMA GIORNATA:

ore 9.30 Introduzione e Lezione Magistrale della Dott.ssa Suzanne Maiello Hunziker

Psicoterapeuta Infantile; Vincitrice Premio Frances Tustin

Membro Fondatore e Past President Aippi, Docente e Supervisore Aippi

Il Significato del Setting nella Psicoterapia Infantile

 

Ore 11.30 Presentazione di materiale Clinico

Dott.ssa Maria Grazia Berardi

Psicoterapeuta Infantile Membro Ordinario A.I.P.P.I.

 

Ore  12,30 DISCUSSIONE PLENARIA

 

SECONDA GIORNATA:

ore 9.30 Introduzione e Lezione Magistrale della Dott.ssa Emanuela Quagliata

Psicoanalista Società Psicoanalitica Italiana, Psicoterapeuta Infantile Didatta A.I.P.P.I.

Un incontro Problematico: difficoltà nel Setting con pazienti difficili da raggiungere

 

Ore 11.30 Presentazione di Materiale Clinico

Dott.ssa Margherita Iezzi

Psicoterapeuta Membro A.I.P.P.I. , Dirigente Psicologo Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile ASL di Pescara.

 

Ore 12.30 Discussione Plenaria

 

Quote di Partecipazione per gli psicologi: € 20,00 per ogni seminario

Partecipazione libera per Studenti Universitari e membri A.I.P.P.I.

 

 

 

 

 

ABSTRACT DELLE RELAZIONI

 

 

 

 

Suzanne Maiello - Il Significato del Setting nella Psicoterapia Infantile

 

 

 

Con il concetto di setting si intende l’insieme degli elementi spazio-temporali che stabiliscono la cornice, all’interno della quale avviene l’incontro terapeutico. Gli aspetti spaziali del setting comprendono non soltanto la stanza di terapia e il suo arredamento, ma  anche il materiale messo a disposizione del bambino. Tra gli aspetti temporali del setting vengono presi in considerazione la frequenza delle sedute, la ritmicità del loro succedersi, ossia l’alternarsi di presenza e assenza.

Tali elementi spazio-temporali del setting non sono tuttavia aspetti soltanto esterni. Piuttosto, essi rappresentano la realizzazione all’esterno dell’assetto mentale interno dello psicoterapeuta. Nel setting, si esprime la sua disposizione ad accogliere, contenere e comprendere i messaggi del paziente, ma anche al tempo stesso, la fermezza necessaria per creare un ambiente protetto e affidabile, indispensabile per l’evolversi e l’approdfondirsi della relazione tra il bambino, i suoi genitori e lo psicoterapeuta.  

 

 

Emanuela Quagliata - Un incontro Problematico: difficoltà nel Setting con pazienti difficili da raggiungere

 

 

Il lavoro cercherà di esplorare le difficoltà che insorgono nel corso della valutazione e dell’inizio di una psicoterapia con bambini che mostrano una particolare chiusura nell’incontro con il terapeuta.

Spesso nel corso del lavoro di valutazione ci si trova di fronte dei problemi di tecnica e a scelte da dover intraprendere nel tentativo di raggiungere ed essere di aiuto a questi bambini.

Le ragioni della irraggiungibilità di questi bambini possono essere varie e nel lavoro verranno riportate alcune esemplificazioni cliniche: in particolare verranno descritti bambini che hanno congelato la loro emotività a seguito di un trauma e  bambini che hanno sviluppato una profonda sfiducia nelle figure genitoriali e hanno un atteggiamento di svalutazione e pseudo-autonomia.

 

 

 

Roma, 17.05.08 "ADOZIONI NEL MONDO INTERNO E NEL MONDO ESTERNO"; Sede:  ROMA VIA DEGLI ASTALLI 17 ; Info: AIPPI@ASSAIPPI.191.IT Fees= euro 50,00

Programma, curricula e abstract

 

Corso di aggiornamento

ADOZIONI

Nel mondo interno e nel mondo esterno.

 

 

17 maggio 2008

 

Sala Assunta – Via degli Astalli 17

00186 ROMA

 

 

 

9,00 – 10,00 Dr Mario Priori

Introduzione al tema e presentazione dei lavori

Abstract

Attraverso una sintetica rassegna della bibliografia saranno introdotti i lavori del corso.

Un particolare riferimento sarà dedicato all’influenza della teorizzazione psicoanalitica rispetto alla specificità dell’approccio clinico al contesto delle adozioni.

 

 

10,00-11,30 d.ssa Claudia Artoni Schlesinger

 Adozione e oltre

 

Abstract

Verranno trattate le dinamiche caratteristiche del rapporto di filiazione che nasce da questo modo singolare di creazione di una famiglia, e, per occuparsi dei personaggi della scena adottiva, è necessario scendere ai primordi delle manifestazioni della mente, alla ricerca delle sue manifestazioni primordiali, che sono così nascoste da sfuggire spesso all’attenzione.

 

 

 

11.30-12.00 Dr Roberto Iannello

Minori, famiglie, tribunale: l’adozione.

 

Abstract

Nella condizione dei bambini la fragilità e la delicatezza dei sentimenti e degli affetti sono pari solo al loro bisogno di protezione e sicurezza. In ciò il ruolo dei genitori è essenziale e la loro coesione ed armonia indispensabili per garantire una ambiente familiare adeguato alle esigenze dei minori. Purtroppo e sempre più spesso l’equilibrio degli adulti si smarrisce o cessa ed il progetto di crescita ed educativo dei piccoli ne può risultare gravemente compromesso al punto che imprevedibili drammi come l’abbandono da parte dei genitori e la necessità di essere adottati diventano realtà che loro malgrado dovranno affrontare. I soggetti istituzionali diventano allora gli artefici del sostegno familiare in difficoltà o coloro che partecipano alla costituzione di nuovi nuclei familiari al servizio dei minori abbandonati. Il contributo, l’esperienza e l’integrazione degli operatori specialisti che, pur nei rispettivi ruoli lavorano in modo integrato diventa fondamentale. Particolare attenzione viene posta in tal senso all’attività che svolge il Tribunale per i Minorenni destinata alla tutela dei minori al fine di garantirne protezione e crescita nonostante le vicende avverse loro capitate.

 

12,00-13,00 d.ssa Giovanna Maria Mazzoncini

Raggiungere con i genitori adottivi i territori sconosciuti

Abstract

Verrà sviluppato il tema del lavoro psicoanalitico con i genitori adottivi che sono confrontati con i compiti propri della genitorialità ma anche con la complessità derivante dai propri vissuti rispetto alla fecondazione e dalla sofferenza portata dal figlio adottato sugli aspetti dell’abbondono e dei vissuti di diversità.

 

 

13,00-14,00 Pausa Pranzo

 

14,00-15,00 dr. Massimo Nardi

L’adozione, un lavoro ai margini.

                        Discussant: d.ssa Suzanne Maiello

Curriculum

Psicologo e psicoterapeuta, membro ordinario A.I.P.P.I., Giudice Onorario presso il Tribunale per i minorenni di Roma presso il quale è stato anche Coordinatore del ‘Collegio Abbinamenti’ fra coppie che hanno fatto domanda di adozione e minori.

 

Abstract

Viene descritta la specificità del lavoro ‘tecnico’dello psicologo in qualità di Giudice Onorario presso il Tribunale per i minorenni di Roma a partire dall’incontro con le coppie che fanno domanda di adozione, passando per la conoscenza e la preparazione dei minori abbandonati a quel delicato momento che è l’abbinamento con le coppie stesse che li dovranno adottare. Verranno descritti i tempi legislativi, giuridici e burocratici che in un complesso meccanismo arrivano inevitabilmente a scandire i tempi emotivi, per un certo arco di tempo, dell’esperienza dell’adozione  nella sua fase iniziale. Verranno illustrati alcuni esempi di rilevanza clinica al fine di sottolineare la delicatezza della materia trattata.    

 

15,00-15,30 dr. Massimo Nardi

Dibattito e interventi dei partecipanti

 

15,30-16,30 d.ssa Luciana Tomassini

L’ascolto psicoanalitico dell’adozione in un Consultorio familiare

                        Discussant: d.ssa Claudia Artoni Schlesinger

 

Curriculum

Psicologo Psicoterapeuta, Socio Ordinario A.I.P.P.I., da anni si occupa della tematica dell’affido e dell’adozione anche in qualità di Responsabile del Consultorio Familiare della ASUR Marche-Zona Territoriale n.6 Fabriano.

 

Abstract

L’intervento si propone di stimolare una riflessione sull’adozione, sulla base dell’esperienza nell’ambito di un servizio pubblico che si occupa delle problematiche emotive che insorgono quando un bambino viene inserito nel nucleo familiare. La relazione riguarda casi specifici, seguiti in consultazione o in terapia. In particolare, si occupa di esplorare quali sono  i vissuti del bambino adottato, con il suo bagaglio –spesso- di gravi sofferenze, nell’incontro con i genitori adottati, anch’essi alle prese con la difficile elaborazione del lutto per  la mancata maternità.Ci si propone di esplorare quali siano le condizioni perché l’incontro fra bambino e famiglia sia positivo, favorendo un’esperienza profonda di appartenenza reciproca.

 

16,30-17,00  d.ssa Luciana Tomassini

Dibattito e interventi dei partecipanti

 

 

 

 

17,00-17,15 Verifica di apprendimento

 

Per informazioni:

A.I.P.P.I.

Via Alessandria 130 – 00198 ROMA

TEL/FAX 06.4404001  E-MAIL info@aippiweb.it

www.aippiweb.it

 

 

Verona, 23.05.2008 "LA MASCHERA E L'IDENTITÀ "; Sede: CASA DI CURA PRIVATA VILLA S. CHIARA - QUINTO DI VALPANTENA (VR) Info: info@villasantachiara.it Fees= n.d.

L’orientamento prevalente della Psichiatria di oggi è quello di accettare una visione multidimensionale del disagio psichico, allontanandosi da ogni tentativo di riduzionismo, sia esso biologico, psicologico o sociologico. Ma a guardare i modelli delle varie scuole, non si può che notare differenze immense nei modelli concettuali che dell’essere umano ognuna propone.

È l’uomo, essenzialmente un insieme di impulsi biologici, oppure un Sé spirituale? È un nodo in una rete di relazioni ed interazioni, oppure un’individualità relativamente indipendente; è una persona unica e irripetibile, la cui intima essenza sfugge a ogni schema, oppure un biocomputer che è possibile programmare a piacimento; è un organismo vivente e pulsante nel qui ed ora, oppure un sovrapporsi di stratificazioni millenarie di esperienze collettive; è una labile entità cosciente che galleggia su un oceano inconscio, da questo dominato e governato, oppure un io che plasma con scelte coscienti il proprio destino? E quali sono le prospettive per questo essere? Quali sono le sue funzioni nella famiglia e nella società? Che significato hanno i suoi disturbi psichici? A tutte queste domande sono state date risposte diversissime a seconda dei rispettivi orientamenti concettuali. Inoltre con la “morte di Dio”, proclamata dal nichilismo, l’uomo si trova in una situazione di angoscia epocale sempre più simile all’angoscia psicopatologica. Siamo, infatti, in presenza di un mondo senza anima, che ha perso la sua identità culturale, che registra il fallimento delle ideologie, che non ha ideali né valori, ma soltanto bisogni e desideri e che pertanto si ritrova senza norme, abbarbicato ad un eterno presente, arroccato sulla dimensione dell’Avere piuttosto che su quella dell’Essere. Tale mondo è anche un mondo i cui membri non riescono più a dialogare tra loro e a trasmettere messaggi reali, se non gli pseudomessaggi dei media e di persuasori più o meno occulti.

                In questo modo, il confronto con gli altri, essenziale per l’acquisizione dell’Identità, diventa quasi impossibile. L’identità, infatti, è ottenuta ed elaborata grazie alla risposta interattiva degli altri. In altri termini l’identità non scaturisce e si modella soltanto a partire dalla scoperta della differenza, ma anche dal riconoscimento dell’accettazione del far parte di un insieme. Senza la dialettica delle identificazioni-disidentificazioni e reidentificazioni che si estende durante tutta la vita, diventiamo anime perse, senza punti di riferimento sicuri e con identità che possono essere indossate e scartate come la cultura del consumo ci ha insegnato a fare con gli abiti. In questo modo l’angoscia e la solitudine rischiano di diventare l’emblema del nostro tempo.

Per paura di una complessità troppo difficile da accettare o troppo gravida di oscure minacce, l’uomo moderno sembra rannicchiarsi dietro lo scudo di false identità e miopi appartenenze. In tema di false identità si inserisce il concetto di maschera che in psichiatria ha assunto mille significati e viene usato con tante connotazioni diverse.

 Etimologicamente parlando, ad esempio, il termine persona presenta la sua radice già nella lingua etrusca, dove la parola phersu stava ad indicare la maschera teatrale, accezione successivamente presa dalla cultura greca, nella quale con il termine prosopon, si intendeva la maschera che nascondeva il volto ed amplificava la voce, quindi il significato di “persona” come ciò che va oltre le apparenze.

È superfluo sottolineare il ruolo della comunicazione non verbale nella clinica e nel trattamento e quindi il ruolo della “maschera” nei vari disturbi psichici. Si sono versati fiumi di inchiostro sulla “maschera” dello schizofrenico, in cui ci sarebbe, oltre alla classica dissociazione verbo-mimica, anche la dissociazione tra il sorriso delle labbra e l’inespressività degli occhi. Ma, senza ricorrere a questi esempi limite, infinite sono le situazioni cliniche nelle quali l’attenzione alle varie maschere è, di fatto prioritaria. È quindi evidente che i temi connessi alla maschera ed alla identità sono basilari nella formazione di uno psichiatra che voglia usarsi come strumento terapeutico per i suoi pazienti. In particolare queste conoscenze sono indispensabili nella cura di pazienti depressi e schizofrenici, non solo per un esame psicopatologico non superficiale, ma soprattutto per consentire di impostare un trattamento farmacologico mirato e per permettere una valutazione selettiva degli effetti della terapia.

                Da queste considerazioni deriva l’esigenza di questo Convegno. Esponenti qualificati della psichiatria europea affronteranno questi temi, fornendo punti di vista diversi, in conformità all’indole particolare ed alle diverse scuole di appartenenza dei vari relatori.

Tutti, comunque, forniranno un contributo di stretta impostazione clinica, tale da consentire un immediato miglioramento della prassi terapeutica quotidiana dei partecipanti. A tale scopo sarà data particolare enfasi agli aspetti farmacologici, che sono molto importanti anche in questi settori, apparentemente, ma solo apparentemente, di mero interesse psicologico.

Stiamo, infatti, vivendo un periodo in cui, per fortuna, sembra superata la sterile dicotomia mente-corpo e si comincia a guardare all’uomo come ad un insieme insciendibile, recuperando i valori della grande medicina antica.

 

Dr. Mario Giacopuzzi

 


 

 

PROGRAMMA

 

 

8,00      REGISTRAZIONE

 

8,30      PRESENTAZIONE

             (Dr. Mario Giacopuzzi)

 

9,00     ALBERTO GIANNELLI

Psichiatra – Psicoterapeuta, Medico Responsabile di Psichiatria Ospedale Niguarda; Professore di Psichiatria Università di Milano

“L’identità dello Psichiatra tra apparenza e realtà”

 

10,00  ROMOLO ROSSI

Psichiatra – Psicoterapeuta, Professore di Psichiatria e Direttore del Dipartimento di Scienze Psichiatriche - Università di Genova

" All the World is a stage" ( tutto il mondo è un palcoscenico)

 

11,00  ALFREDO RAPAGGI

Direttore e didatta nel corso di specializzazione in psicoterapia, con lo Psicodramma Analitico.

“Struttura, confini e patologie, del Corpo Psichico”

 

12,00    DISCUSSIONE

 

13,30    PAUSA

 

14,30  JEAN JOSE’ BARANES

             Psichiatra, Psicoanalista “Ancien professeur associé del Universités” Membro formatore della Società Psicoanalitica di Parigi.

“Le Possibilità di intervenire con lo psicodramma sulla corazza caratteriale Narcisistica”

 

15,30  LUIGI TRABUCCHI

Psichiatra Psicoterapeuta, Casa di Cura “Villa S. Chiara” - Verona

“Disturbi dell’identità negli schizofrenici: trattamenti farmacologici mirati”

 

16,30  MARCO BORTOLOMASI

Psichiatra Psicoterapeuta, Casa di Cura “Villa S. Chiara” - Verona

             “Il ruolo dei farmaci nei disturbi dell’identità”

 

17,30    DISCUSSIONE

 

18,30    COMPILAZIONE ECM

 

19,00    CHIUSURA DEI LAVORI

 

 

 

 

 

 

 

RELATORI – CURRICULUM VITAE

 

Dr. Alfredo Rapaggi

Laureato in psicologia, è psicoterapeuta di scuola psicoanalitica. Fondatore e presidente delle Associazioni Mosaico Psicologie, e dell’omonima rivista, direttore e didatta nel corso di specializzazione in psicoterapia, con lo Psicodramma Analitico, riconosciuto dal Ministero.

E’ supervisore della sezione PICO, per la consulenza e la formazione.

Dal 1990 dirige la rivista “Rapporti di Comunicazione”

E’ autore, tra l’altro, di: “Amore Sintomo e Carattere”, “Lo psicodramma anche in azienda” e ”Per una teoria di personalità”

 

Prof. Jean José Baranes.

Psichiatra, psicoanalista.“Ancien professeur associé des universités”.

Membro formatore della Società Psicoanalitica di Parigi.

Psicodrammatista.

Autore tra l’altro di: “Le balafre du divan” e “Psychodrame et symbolisations plurielles: meli melo”; coautore di “Inventer en psychanalise” e “Trasmission de la vie psychique entre génerations”; curatore di: “La question psychotique à l’adolescence”

 

Prof Alberto Giannelli

Nato a Pralboino (BS) il 07/05/1929

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’ Università degli Studi di Milano il 15 luglio 1953

Specializzato in Neurologia presso l’Università degli Studi di Milano il giorno 01 luglio 1958

Lavora come Medico Responsabile di Psichiatria presso l’Ospedale Niguarda di Milano.

Docente in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali presso l’Università di Milano.

Direttore della rivista Psichiatria Oggi.

Membro del Direttivo della Fondazione P. Varenna di Milano.

Membro Onorario della società di Psichiatria Diritto e Etica.

Iscritto all’elenco Psicoterapeuti di Milano dal 1991.

Autore di 300 pubblicazioni scientifiche, l’ultima delle quali è un testo edito da Franco Angeli (2007) dal titolo “Follia e Psichiatria: crisi di una relazione”.

 

Prof Romolo Rossi

Romolo Rossi è professore ordinario di Psichiatria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Genova, e dopo esssere stato Direttore dell’Istituto di Clinica Psichiatrica è attualmente Direttore del Dipartimento di Scienze Psichiatriche dell’Università di Genova.

Dal 1992 al 1995 ha diretto la Scuola di Specializzazione in Psichiatria presso la stessa Università.

E’ titolare degli insegnamenti di Psichiatria presso la  Scuola di Specializzazione in Psichiatria, di Psicoterapia presso la Scuola di specializzazione in Psicologia, e di Psicoterapia presso la Scuola di Specializzazione in Criminologia Clinica.

E’stato presidente della Società Italiana di Psicoterapia Medica.

E’ membro ordinario della Società Psicoanlitica, e membro del Collegium Internazionale Psychopharmacologicum.

Ha pubblicato globalmente 326 lavori scientifici, tra cui 13 monografie o trattati. E’ co-editor di un Manuale di Psichiatria, del Trattato Italiano di Psichiatria e del Trattato di Igiene Mentale.

I suoi precipui interessi sono rivolti tra gli altri ai seguenti campi:

Aspetti terapeutici della depressione, dimensione psicodinamiche dei disturbi bipolari, ed inquadramento nosologico dei disturbi affettivi;

Concezione e interazioni tra psicofarmacoterapia e psicoterapia analitica dei vari disturbi psichiatrici;

Relazioni tra psicodinamica, precipuamente psicoanalisi e psicopatologia;

Aspetti nosologici ed etiopatogenetici dei disturbi somatoformi, narcisistici, dissociativi, nell’area psicogenetica in correlazione coi dati biologici.

 

 

Dott. Luigi Trabucchi

nato a Verona il 13/07/1955

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’ Università degli Studi di Padova il 28 Ottobre 1982

Specializzato in Psichiatria presso l’Università degli Studi di Verona il giorno 11 Novembre 1987

Lavora come Libero Professionista dal 1983 in campo Psichiatrico

Dal 19 Dicembre 1984 svolge il ruolo di Medico Specialista, dal 1994 in qualità di Aiuto corresponsabile, presso la Casa di Cura Privata Convenzionata “Villa Santa Chiara” di Quinto di Valpantena VR.

E’ Consulente Psichiatra presso il Consultorio Familiare di Grezzana.

Fa parte del Comitato di Redazione della rivista “L’Ancora nell’Unità di Salute”.

E’ presidente della Società Italiana Medici della Sanità Privata.

Dal 2001 ha avuto esperienze come Docente presso Scuola di Formazione di Operatori Sanitari.

Ha approfondito gli studi e l’aggiornamento in campo Psichiatrico attraverso la partecipazione a Corsi e Congressi, in alcuni anche in veste di Relatore.

 

Dott. Marco Bortolomasi

Nato a Verona il 06/08/1965

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Verona.

Specializzato in Psichiatria presso l’Università degli Studi di Verona dall’Ottobre 1996.

Dal 01/03/1997 svolge il ruolo di Medico Specialista, dal 2005 in qualità di Aiuto corresponsabile, presso la Casa di Cura Privata Convenzionata “Villa Santa Chiara” di Quinto di Valpantena VR.

E’ specialista in psicoterapia Cognitivo Comportamentale dopo aver frequentato scuola di formazione gestita  dall’Associazione di Psicologia Cognitiva, riconosciuta ai sensi dell’art.3 della legge 56/89 con decreto ministeriale del 31/12/1993

Dal settembre 1999 collabora con Il Dipartimento di Scienze Neurologiche e della Visione, Sezione di Neurologia ad Indirizzo Riabilitativo per un progetto di ricerca avente ad oggetto lo studio dell’eccitabilità del sistema nervoso centrale e del trattamento terapeutico  delle Sindromi

Depressive mediante l’utilizzo della Stimolazione Magnetica Ripetitiva, tramite accordo di Convenzione tra l’Università degli Studi di Verona e la Casa di Cura “Villa S. Chiara”.

 

 

Segreteria Scientifica:

 

Dott. Mario Giacopuzzi– Psichiatra - Psicoterapeuta

Medico Responsabile di Raggruppamento

Specialista in Psichiatria dal 1972, ha lavorato nella Divisione Neuropsichiatria di Zevio (VR). Primario del Servizio di Psichiatria dal 1981.

Dal 1991 Responsabile del Servizio di Psichiatria della Casa di Cura Villa S. Chiara.

 

Dott. Luigi Trabucchi

Specialista in Psichiatria dal 1987 – Medico aiuto strutturato Casa di Cura Villa S. Chiara

 

Dott. Marco Bortolomasi – Psichiatra – Psicoterapeuta

Specialista in Psichiatria dal 1996, dal 1997 assistente strutturato Casa di Cura Villa S.Chiara, Psicoterapeuta cognitivo/comportamentale dal 2002.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Milano, 10-11.05.2008 "INCONTRI/CONFRONTI CON LA RICERCA ATTUALE SUL BAMBINO: LA FUNZIONE INTERPRETATIVA "; Sede: VIA CARLO BOTTA 25 MILANO ; Info: paolomilanesi@fastwebnet.it ; Fees= euro 120,00

 

Responsabile dell’evento: Dott. Michele Minolli (Rappresentante legale della SIPRe)

Qualifica di psicoterapeuta individuale e di gruppo ottenuta presso l'"Istituto di Psicoterapia analitica" (IPA) via Potenza n. 73 Ciampino (RM) nel 1975.

Laurea in Psicologia, indirizzo applicativo, conseguita presso l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma nell’anno 1982.

Iscritto all'Albo nazionale degli Psicologi (Regione Liguria), ex art. 32, dal 1989.

Iscritto all’Elenco speciale degli psicoterapeuti ex art. 35, dal 1995.

Dal 1975 ad oggi esercita l’attività di psicoterapeuta a indirizzo psicoanalitico individuale e di gruppo, svolgendo attività di ricerca nel campo della Teoria e della Tecnica psicoanalitica.

Dal 1978/79 al 1982/83 insegna "Teoria della tecnica psicoanalitica presso la Scuola per Psicoterapeuti a indirizzo psicoanalitico dell'"Istituto di Psicoterapia analitica (IPA), Roma.

Dal 1981/82 al 1984/85 insegna "Psicologia dinamica", "Teoria della tecnica psicoanalitica e "Tecnica psicoanalitica presso la Scuola di formazione per psicoterapeuti a indirizzo psicoanalitico della Cooperativa "Progetto T", Roma.

 

Nel 1985 è fondatore, insieme a un gruppo di psicologi e medici, della "Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe), via Aulo Plauzio n. 5 Roma.

Presidente della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe), dal 1990 ad oggi.

Psicoanalista didatta e supervisore della SIPRe.

Membro dell’ International Federation of Psychoanalytic Societies (IFPS).

Membro dell’OPIfer (Organizzazione Psicoanalisti Italiani – federazione e registro), Via Masaccio 125, Firenze.

Direttore di Ricerca Psicoanalitica, rivista trimestrale membro del Council of Editors of Psychoanalytic Journals, dal 1998 ad oggi.

Direttore della Scuola di Specializzazione post-lauream in Psicoterapia ad indirizzo “Psicoanalisi della relazione” di Milano (riconosciuta dal MIUR con D.M. 29.01.2001).

Docente di Teoria di psicoanalisi della relazione e di Metodologia della psicoterapia, presso la Scuola di Specializzazione post-lauream in Psicoterapia ad indirizzo “Psicoanalisi della relazione” di Milano e di Roma

 

 

Docenti e relatori dell’evento:

 

 

Alexandra Murray Harrison

Analista supervisore presso il Boston Psychoanalytic Society and Institute.

Clinical assistant professor in the Department of Psychiatry, Harvard Medical School di Boston.

 

 

Carlo Rodini

Psicologo e Psicoanalista, Professore (past) di Psicologia dinamica e di psicologia evolutiva presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.

 

 

Elena Patrizi

Psicologa e Psicoanalista, Docente di Psicologia dell’età evolutiva nella Scuola di specializzazione in Psicoterapia ad indirizzo Psicoanalisi della Relazione (SIPRe) di Milano.

 

 

Lucia Carli

Professore Ordinario di Psicologia Dinamica Università di

Milano Bicocca. Direttore della Scuola di Specializzazione in

Psicologia del ciclo di vita, Università Milano-Bicocca.

 

 

Roma, 11.05-20.07.2008 CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA (PREADOLESCENZA/ADOLESCENZA) ; Info: segreteria@cipspsia.it Fees= euro 1600,00

 

Milano, 10.05-20.09.2008 "METACOGNIZIONE MENTALIZZAZIONE E MINDFULNESS: UNA SFIDA ALLE TECNICHE PSICOTERAPEUTICHE "; Sede: SAN RAFFAELE TURRO. VIA STAMIRA D'ANCONA 20 MILANO ; Info: borroni.serena@hsr.it  MAFFEI.CESARE@HSR.IT Fees= euro 400,00

Il trattamento basato sulla mentalizzazione: un’introduzione ai fondamenti teorici (I-IIparte) Prof. Andrea Fossati

 

Il “trattamento basato sulla mentalizzazione” (Mentalization Based Treatment) di Bateman & Fonagy (2004) per il Disturbo Borderline si è imposto recentemente sulla scena dei manuali per la psicoterapia di questo disturbo di personalità. I manuali preesistenti più conosciuti sono quello della Linehan del 1992 (Dialectical Behavior Therapy [DBT]), che è basato su un approccio comportamentale, e quello psicoanalitico di Clarkin, Yeomans & Kernberg del 1999 (la Transference-Focused Psychotherapy [TFP]), che è basato sull’approccio psicoanalitico di Kernberg. La tecnica di Bateman & Fonagy, pur essendo di derivazione psicoanalitica come quella di Kernberg, si differenzia notevolmente perché dà molta meno importanza alla interpretazione del materiale rimosso o dissociato (l’evidenziazione delle relazioni oggettuali riattivate nel transfert e la progressiva integrazione delle rappresentazioni scisse - “tutte buone” o “tutte cattive” - del Sé e dell’oggetto), ma predilige il continuo monitoraggio e rispecchiamento, da parte del terapeuta, dello stato mentale del paziente. La teoria qui utilizzata è basata sulle ricerche compiute da Fonagy e collaboratori (vedi ad esempio Fonagy & Target, 1993-2000; Fonagy et al., 2002) sulla “funzione riflessiva” (o “metacognizione”), che nei borderline sarebbe deficitaria a causa di precise carenze di rispecchiamento causate da un inadeguata interazione con il caregiver in momenti critici dello sviluppo. Due importanti studi controllati (Bateman & Fonagy, 1999, 2000) avrebbero dimostrato l’efficacia di questa tecnica, che pare superiore a quella della Linehan. Una delle implicazioni degli studi compiuti da Bateman e Fonagy su questo “trattamento basato sulla mentalizzzione” riguarda una possibile spiegazione del noto “paradosso della equivalenza” (o “verdetto di Dodo”) tra tutti gli approcci psicoterapeutici: ogni terapeuta, qualunque tecnica segua (o si proponga di seguire), fa in genere del suo meglio per capire i pazienti ed empatizzare con il suo stato emotivo: questo fattore, tradizionalmente considerato un fattore “aspecifico”, qui diventerebbe per così dire “specifico”.

 

 TECNICHE STANDARDIZZATE DI VALUTAZIONE DELLE CAPACITA’ METACOGNITIVE NEI DISTURBI PSICHICI. Dott. Michele Cucchi

 

Una delle capacità più interessanti e complesse della mente umana è quella di riflettere su se stessa, generare cioè pensieri e conoscenze riguardo ai propri stati, processi e conoscenze. Questa capacità di “pensare il pensiero”, è definita metacognizione (Flavell, 1976).

Non esiste nell’attualità un modo univoco per definire il termine “metacognizione”; i diversi Autori che hanno studiato questa funzione hanno utilizzato terminologie diverse, formulando differenti teorie nel tentativo di descrivere il più efficacemente possibile una variabile, la funzione metacognitiva, che ha le caratteristiche di un costrutto psicologico latente.

In psicologia il termine costrutto latente è applicato a quelle variabili ( comportamenti, aspetti parcellari o totalizzanti di un quadro clinico) che non sono concrete e osservabili, non esistono cioè come dimensione misurabile direttamente (MacCallum e Austin, 2000).

Un costrutto riflette quindi un’ipotesi che gli Autori assemblano a partire da una propria riflessione euristica, teoria, secondo la quale viene definito un set di comportamenti/sintomi, più in generale variabili, che correlano tra loro e rappresentano il dominio di osservabili misurabili – operazionalizzazione- che descrivono il costrutto latente ( Cronbach et Meehl, 1995).

Qualunque sia la prospettiva teorica dalla quale si vuole affrontare l’argomento della metacognizione, ci si trova inevitabilmente a doversi confrontare con la necessità di fornire una base scientifica alle proprie affermazioni. Nell’ambito della psicologia e delle scienze sociali l’unica via conosciuta per descrivere e studiare il comportamento di una dimensione psicologica non direttamente osservabile secondo un metodo che può essere considerato scientifico, è quella di costruire degli strumenti in grado di misurarla.

In questa relazione relazione verranno affrontate le tematiche inerenti alla misurazione della funzione metacognitiva. Nello specifico verranno sviluppati i seguenti punti:

ü      definizione del termine metacognizione

ü      descrizione della procedura di standardizzazione psicometrica di uno strumento finalizzato alla misurazione della funzione metacogntiva

ü      presentazione dei principali construtti teorici di riferimento e delle relative operazionalizzazioni

ü      presentazione del lavoro in itinere di validazione della “ Intervista per la Valutazione della Funzione Metacogntiva”

 

Coltivare la consapevolezza da parte dello psicoterapeuta. Nanni Deambrogio

 

·        Vantaggi nello sviluppo della consapevolezza per lo psicoterapeuta: recupero di energia e centratura, sviluppo di un’osservazione aperta.

·        La stabilità mentale: base della consapevolezza. Come coltivare la stabilità.

·        Esperienze pratiche per lo sviluppo della stabilità.

·        La consapevolezza e i suoi differenti livelli

·        Consapevolezza di corpo e mente

·        Gli ingredienti della consapevolezza:

1.    attenzione e presenza mentale

2.    Curiosità e sorriso

3.    L’osservazione non giudicante

4.    Lasciar andare

·        Esperienze pratiche di mente e corpo per lo sviluppo della consapevolezza

1.    I risultati dello sviluppo della consapevolezza:

2.    Identificazione e disidentificazione

3.    Spaziosità e chiarezza mentale

4.    Il puro processo della consapevolezza

·        Esperienze pratiche

·        Creatività, mezzi abili e percorsi alternativi 

 

LA PSICOTERAPIA DEI DISTURBI DI PERSONALITÀ TRA REALTÀ E RAPPRESENTAZIONE Prof. Cesare Maffei.

 

I Disturbi di personalità, massimamente il Disturbo Borderline di Personalità, sono caratterizzati da una limitata capacità di rappresentazione degli stati mentali (ossia da una difficoltà a riconoscere che le proprie reazioni e quelle degli altri sono guidate da pensieri, sentimenti, credenze e desideri). Questa carenza di capacità riflessiva risulta dal fatto che soggetti con Disturbo di Personalità non hanno ricevuto l’aiuto di cui avevano bisogno per integrare le due modalità di esperienza del mondo interno: la modalità del “far finta”e la modalità dell’ “equivalenza psichica”. A fronte di queste riflessioni, nel presente incontro si affronteranno le questioni legate all’intervento psicoterapeutico di pazienti che presentano una integrazione deficitaria delle due esperienze del mondo interno.  Nello specifico, al paziente deve essere data la possibilità di sperimentare la relazione con il terapeuta come un luogo in cui esprimere le idee,  come un’area transizionale in cui pensieri e sentimenti non appartengano né al mondo interno né  a quello esterno, e non abbiano il potere di sopraffarlo.

 

Stati mentali problematici ed intervento psicoterapico nei disturbi di personalità. Prof. Antonio Semerari

I pazienti con Disturbi di Personalità presentano diversi profili di Disturbi Metacognitivi.

In alcuni casi sono prevalentemente danneggiate le funzioni di monitoraggio, ovvero la capacità di riconoscere pensieri ed emozioni; in altri casi il disturbo riguarda in prevalenza la capacità di riflettere in modo integrato su stati e contenuti mentali. Queste differenze creano realtà cliniche diverse e problemi spesici nella relazione terapeutica.

Verranno discussi esempi di questi problemi e i modi per gestirli.

 

Metacognizione, mentalizzazione, mindfulness: fondamenti e problematiche teoriche. Prof.Livia Colle

La lezione intende fornire una panoramica dello sviluppo concettuale di diversi termini tra loro legati quali: la teoria della mente, la metacognizione e la mentalizzazione, utilizzati sia nell’ambito della psicologia delle sviluppo sia in quello della psicologia clinica.  Il quadro teorico di sviluppo fornirà la cornice entro cui definire i maggiori modelli clinici proposti per tale capacità sottolineandone somiglianze, differenze e loro implicazioni per l’intervento terapeutico.

 

 

Roma, 3.05.2008 "IMMIGRAZIONE E CONTINUITÀ DEL SÉ "; Sede: JOHN CABOT UNIVERSITY, VIA DELLA LUNGARA 233, ROMA ; Info: susi@isipse.it ; Fees= euro 70,00

HAZEL R. IPP, Ph.D.

Clinical Psychologist and Psychoanalyst

 

 

EDUCATION:

            Ph.D  (Clinical Psychology):                 York University, Toronto, 1986

M.A. (Clinical Psychology):                 University of Witwatersrand, S. Africa,1978

Certificate in Psychoanalysis:               Toronto Psychoanalytic Institute, 1994

 

 PROFESSIONAL  EXPERIENCE:

1985 – present:                                   Private Practice

1978-1982:                                          Thistletown Regional Centre for Children and Adolescents

1978-1981:                                          Clark Institute of Psychiatry

1976-1978:                                        Tara Psychiatric Hospital (S. Africa)

1974-1976:                                          National Institute for Personnel Research (S. Africa)

 

TEACHING POSITIONS:

1991 – present:            Vice President, Faculty, Training and Supervising Analyst: Toronto Institute for Contemporary Psychoanalysis

1995 – present:            Board Member and Faculty, Supervisor:

 Institute for the Advancement of Self Psychology

1997 – present:            Faculty: Toronto Child Psychoanalytic Program

1998 – present:            Faculty: Toronto Institute for Psychoanalysis

2001- present:             Faculty: Minnesota Institute for Contemporary Psychoanalysis

1988- 1991:                Clinical Instructor: Clinical Psychology Ph.D. Program.

                                   York University Toronto

 

OTHER POSITIONS:

1988-1990:                              President. Ontario Psychological Association: Section on Psychoanalytic Psychology

2001-2005                               Vice- President: International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy

2001 – present:                        Advisory Board International Association for Relational Psychoanalysis and psychotherapy

2002 –present:                         Advisory Board: Institute for Psychodynamic Psychotherapy: Minnesota

2005 – 2006:                           President-Elect. International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy

2006-                                       President. International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy

2001- present:                          Member of International Editorial Board: ISIP Se Journal (Italy)

2003 – present:                        Corresponding Editor: Journal of Contemporary Psychoanalysis

2005 – present:                        International Editor: Psychoanalytic Dialogues

 

 

PROFESSIONAL ASSOCIATIONS:

International Psychoanalytic Association

            Canadian Psychoanalytic Association

            Toronto Psychoanalytic Association

            Canadian Psychological Association

            American Psychological Association (Member Div. 39)

            International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy

            International Association of Psychoanalytic Self Psychology

 

 

PAPER PRESENTATIONS:

 

1986:               Ontario Psychological Association. Annual Convention,

1986:               Child Psychiatry Day: Hospital for Sick Children, Toronto

1987:               Ontario Psychological Association Annual Convention

1987:               Society for Personality Assessment.  Annual Convention, San Francisco

1988:               OPA – Section on Psychoanalytic Psychology

1994:               Annual International Conference on the Self: Chicago

1997:               Self Psychology. Annual Convention: South Africa

1997:               Toronto Institute for Contemporary Psychoanalysis: Scientific Meeting

1998:               Toronto Institute for Contemporary Psychoanalysis: Scientific Meeting

1998:               American Psychoanalytic Association: Spring Meeting. Toronto

1999:               International Association for Adolescent Psychiatry. Aix-en-Provence

1999:               Toronto Institute for Contemporary Psychoanalysis: Scientific Meeting

1999:               Annual International Conference on the Self: Toronto

2002:               Annual International Conference on the Self: Washington

2002:               IARPP Conference on Sexuality: New York

2003:               ANZAP Conference: Sydney, Australia

2003:               Canadian psychological Association Annual Convention.  Invited Division 39 Panel. London, Ontario

2003:               Massachusetts Institute of Psychoanalysis: Invited panel :  Cambridge, Mass.

2004:                ISIPSe International Conference, Siracusa, Sicily

2004:               Tufts Univesity: Counselling Program

2005:               IARPP Rome Conference

2005:               Annual International Conference on the Self, Baltimore, October.

 

 

Prof. Nino Dazzi

 

Professore Ordinario di Psicologia Dinamica Facoltà di Psicologia, Università “La Sapienza” di Roma.

 

Membro Senato Accademico Università “La Sapienza” di Roma.

 

Dal 1999 Presidente del Nucleo di Valutazione di Ateneo Università “La Sapienza” di Roma.

 

È stato Preside della Facoltà di Psicologia 1 Università degli Studi “La Sapienza” di Roma dal 1992 al 2003.

 

Presidente della Commissione MIUR per le Scuole di Specializzazione dal 1999 al 2002 e di nuovo dal 2007.

 

Autore di numerose pubblicazioni.

 

 

 

Dott.ssa Paola Canari

 

Psicologa e psicoterapeuta

Docente e supervisore ISIPSè

Socio IAPSP (International Association for Psychoanalytic Self Psychology).

Socio   IARPP (International Association for Relational Psychoanalysis & Psychotherapy)

pubblicazioni sui temi della psicologia del sé e del trattamento degli adolescenti

 

 

Milano, 3-4.05.2008 "IL MIGLIORAMENTO DELLA COMUNICAZIONE E LA SOLUZIONE DEI CONFLITTI NEL RAPPORTO DI COPPIA "; Sede: C/O CENTRO STUDI PSICOANALISI DEL RAPPORTO DI COPPIA, VIA LUNIGIANA 12 ; Info: isabel@vertici.com ; Fees= euro 180,00

 

- numero dell'evento ECM: -

- in attesa di crediti ECM per 25 Psicologi

- totale ore formative: 16

- costo: 180  euro IVA inclusa

- orario: 09.00-13.00 -14.00 -18.00

- date: 03-04 maggio 2008 c/o Centro Studi Psicoanalisi del rapporto di Coppia, via Lunigiana, 12 Milano    (MM2, 3 Staz.Centrale)

 

 

 

PRESENTAZIONE

Il dialogo profondo è molto gratificante; sapere che il partner è attento a quello che dici che ogni emozione, sentimento, pensiero, azione e valore sarà preso adeguatamente in considerazione, in una parola che sarai compreso bene, accolto, è una delle esperienze meravigliose che la coppia può fare. Purtroppo in molte coppie la conflittualità è talmente alta da impedire una esperienza del genere e quindi la conflittualità va risolta nel più breve tempo possibile, altrimenti si trasforma in rabbia, rancore e risentimento che può portare alla separazione. La coppia equilibrata ha un suo proprio linguaggio, con riferimenti ad esperienze, occhiate d'intesa, gesti affettuosi, complicità, parole e frasi che hanno un particolare significato affettivo; tutto ciò permette un'intimità sempre più profonda, una trasparenza sempre più vera: infatti è la parola detta con sentimento ad aprire le difese e a permettere di arrivare al centro dell'essere, che è il cuore.

La comunicazione fra un uomo e una donna è caratterizzata, fondamentalmente, dal parlare, dall'ascoltare e dal rispondere nel merito: quanto sono più veri, tanto più ci si apre al rapporto e alla comunione.

 

PROGRAMMA

 

Sabato

 

09.00 – 09.30               Presentazione docenti e partecipanti

09.30 – 10.30                Relazione “LA COMUNICAZIONE NEL QUOTIDIANO: DIVERSITA’, COMPLEMENTARIETA’ E SOLUZIONI” di Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

10.30 – 10.40                Pausa

10.40 – 12.00               Lavoro di gruppo condotto da Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

12.00 – 13.00                Tecnica di rilassamento: training autogeno, immagine del mare e formule di proponimento per il miglioramento della comunicazione di coppia condotto da Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

 

13.00 – 14.00                Pausa pranzo

 

14.00 – 15.00                Relazione “ L’ARTE DEL DIALOGO” di Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

15.00 – 16.30                Lavoro di gruppo condotto da Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

16.30 – 16.40                Pausa

16.40 – 17.30                Tecnica di rilassamento: training autogeno, immagine dello chalet e formule di proponimento per il miglioramento della comunicazione di coppia.

17.30 – 18.00                Somministrazione questionario di valutazione.

 

 

 

 

Domenica

 

09.00 – 09.30                Giro dei vissuti, domande e chiarimenti rispetto alla giornata precedente condotto da Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

09.30 – 10.30                Relazione “SCONTRI E LITIGI: QUAL E’ IL LORO SIGNIFICATO?” di Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

10.30 – 10.40                Pausa

10.40 – 12.00                Lavoro di gruppo condotto da Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

12.00 – 13.00                Tecnica di rilassamento: metodo Jacobson, immagine del deserto e formule di proponimento per comprendere i litigi di coppia.

 

13.00 – 14.00                Pausa pranzo

 

14.00 – 15.00                Relazione “RISOLVERE I CONFLITTI DI COPPIA” di Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

15.00 – 16.30                Lavoro di gruppo condotto da Gianni Bassi e Rossana Zamburlin.

16.30 – 16.40                Pausa

16.40 – 17.30                Tecnica di rilassamento: metodo Jacobson, immagine della giungla e formule di proponimento per comprendere i litigi di coppia.

17.30 – 18.00                Somministrazione questionario di valutazione.

 

 

 

 

Milano, 7.05-10.12.2008 "STRUTTURAZIONE DELL'ALLEANZA DIAGNOSTICA E TERAPEUTICA NELLE GRAVI PATOLOGIE PSICHICHE. DISTUBI DELLA FIDUCIA DI BASE E BLOCCO EVOLUTIVO "; Sede: A.R.P. STUDIO ASSOCIATO - PIAZZA S. AMBROGIO 16- 20123 MILANO ; Info: arp@arpmilano.it ; Fees= euro 850,00

 

 Corso di aggiornamento settimanale

 

 

     A.R.P. STUDIO ASSOCIATO – PIAZZA SANT’AMBROGIO 16 –  20123 MILANO

 

 

Il corso, in continuità con i precedenti, prevede un approfondimento clinico e teorico sulle difficoltà nella strutturazione dell’alleanza,  prima diagnostica e poi terapeutica, nelle gravi patologie psichiche.

 

La teorizzazione di riferimento riguarda i difetti di strutturazione della fiducia di base con i conseguenti disturbi del pensiero, della continuità del Sé, dei confini, dell’appartenenza.

 

La distorsione del processo evolutivo costituisce il tema del corso. Il materiale del lavoro clinico è il setting del processo diagnostico: le prime sedute, i test psicodiagnostici, la raccolta anamnestica, le sedute di restituzione.

 

Il corso è articolato in  24 incontri di h. 1,30 ciascuno

 

Calendario

Dal  7 maggio 2008 al 10 dicembre 2008

 

Orario

Mercoledì mattina dalle 10.00 alle 11.30

 

È previsto un numero massimo di 25 partecipanti. La partecipazione è subordinata a un colloquio di selezione.

 

Quote di partecipazione

esterni: € 850 + IVA

consulenti e associati ARP: € 700 + IVA

 

 

 

ECM - Per il corso sono stati richiesti i crediti formativi per medici e psicologi che compileranno i questionari di valutazione dell’evento e sosterranno la prova scritta di valutazione dell’apprendimento.

 

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’ARP (dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.30) al numero di telefono 02.89013106, via mail all’indirizzo info@arpmilano.it.


 

Perugia, 9-10.05.2008 "DISTURBI DI PERSONALITÀ: ASPETTI CATEGORIALI E DIMENSIONALI "; Sede: ONAOSI COLLEGIO FEMMINILE - VIA CUPA N. 52 - 06100 PERUGIA ; Info: sandro.elisei@tiscali.it CATPSICH@UNIPG.IT Fees= n.d.

 

 

 

ABSTRACTS

 Denise FORT

Regret,, agency and character structure

That regret, so poignant, universal and persistent a feeling, is so seldom examined in our clinical literature is indeed regrettable.

This paper looks at regret from an emotional, cognitive, interpersonal and developmental perspective, emphasizing, in particular, the mental representations of self and other which shape and are shaped by the experience of regret. Regret would seem to be inevitable but is it also necessary? More specifically, is the resolution of regret necessary to make a healthy adaptation to the “slings and arrows” of human experience? How does the failure to resolve regret influence character structure? What makes the experience of regret a pathological rather than growth promoting force in development? Clinical examples of fixed pathological positions are contrasted with more adaptive compromises. Therapeutic approaches to ameliorate the destructive consequences of intractable regret are proposed.

 

Italo CARTA

Categorie e dimensioni: paradigmi e metodi

La lettura categoriale delle patologie mentali ha validi fondamenti storici e scientifico-filosofici. Il suo prodotto finito ed ultimo è il DSM.

Altrettanto può dirsi per i fondamenti scientifici della visione dimensionale la cui valenza semantica non è però univoca.

Alle due visioni e letture corrispondono metodologie adeguate e per la lettura categoriale il metodo ha di fatto soppiantato il paradigma che lo giustifica.

 

Paolo CURCI

A proposito di disturbi di personalità gravi e pericolosi
L’Autore descrive i più recenti approcci diagnostici nell’ambito dei disturbi di personalità; descrive quindi modelli di terapia nelle forme gravi e con particolare pericolosità sociale.

 

Christopher KEATS

Psychotherapy for Axis II problems in Axis I patients

Many patients with Axis I diagnoses also have Axis II problems which can best be addressed with psychotherapy. Biological hypotheses for Axis I etiology are strongly supported by genetic and imaging research. For these problems, medication may be prescribed with good results. When co-morbid Axis II pathology exists, however, the etiology is more closely tied to disturbance in early object relations, and psychotherapy is indicated. Case examples will support this argument.

 

Filippo Maria FERRO

Nuove prospettive nella psicopatologia

Dopo un breve excursus storico, l’Autore prende in considerazione “una nuova psicopatologia” più aderente all’attuale società occidentale, capace quindi di fornire utili strumenti per terapie al passo con i tempi.

 

Marco RIGATELLI

“L’autolesione estorta” tra disturbo somatoforme e personalità border-line

L'esplorazione di due storie cliniche suggerisce la continuità e gli snodi psicopatologici che affiorano tra immaginario corporeo, agito e  relazione perversa. L'automutilazione carpita all'interlocutore medico è  un possibile e singolare approdo di istanze proprie sia della  costellazione somatoforme che della modalità relazionale border-line.

 

Rocco Antonio ZOCCALI

Disturbo evitante di personalità e delirio

Il Disturbo Evitante di Personalità deriva in parte dalle formulazioni teoriche di Millon. L’Autore prende le mosse dalla personalità sensitiva di Kretschmer, il cui elemento principale è l’ipersensibilità al giudizio degli altri. Il disturbo evitante presenta ampie aree di sovrapposizione diagnostica con la Fobia Sociale; in entrambi l’eccessiva attenzione al giudizio degli altri rappresenta la caratteristica sintomatologia nucleare. Correntemente, si usa tenere distinte, da un punto di vista psicopatologico, l’ansia sociale e l’ansia paranoide, considerandole differenti sia sul piano neurobiologico che di derivazione fenomenologia. Ad un più attento esame, tuttavia, si possono rintracciare elementi di sovrapposizione, substrati comuni che possono far considerare questa patologie agli estremi di un continuum psicopatologico.

 

 

 

 

 

Marco CHIESA

Psychosocial treatment of severe personality disorder:

outcome and prediction of outcome at 6 years follow-up

Questo intervento si concentrerá sull’ evidenza accumulata negli ultimi 10 anni che dimostra come modeli specialistici per il trattamento integrato dei disturbi severi di personalitá siano piu’ efficaci rispetto a programmi generalistici. In particolare verrá presentato il modello misto residenziale/ambulatoriale/territoriale sviluppato negli ultimi 15 anni al Cassel Hospital a Richmond, UK. Il programma clinico e dati di ricerca indicanti una superioritá di questo modello rispetto a un programma residenziale a lungo termine e a una gestione psichiatrica generale verranno desritti. La discussione finale si concentrerá sui fattori predittivi di outcome.

 

Domenico BERARDI

Programma di psicoterapia nel Centro Salute Mentale di Bologna: follow up a tre anni

L’Autore descrive l’esperienza di un programma di psicoterapia presso il CSM di Bologna per disturbi gravi di personalità in un arco di tempo di tre anni.

Puntualizza quindi i risultati raggiunti proponendo infine innovativi modelli di relazione.

 

Mariano BASSI

I nuovi pazienti dei servizi psichiatrici: Nuovi strumenti di cura e nuovo staff curante?

Sempre più frequentemente gli psichiatri italiani sono chiamati a confrontarsi sul piano diagnostico e terapeutico con una particolare tipologia di pazienti. Non si tratta dei pazienti tradizionali dei servizi psichiatrici pubblici, persone affette da disturbi mentali dello spettro psicotico, gravi e persistenti, per i quali i servizi hanno ormai messo a punto e reso disponibile una serie di risposte coerenti alla necessità di una “presa in carico” intensiva e protratta, con offerte sia in ambito terapeutico che psicosociale.

Questi pazienti incontrano gli psichiatri nelle occasioni di accettazione urgente e di emergenza, sia che questa venga osservata e gestita presso un Centro di Salute Mentale, sia che venga trattata presso l’area di emergenza di un ospedale di una grande città. Sempre più frequentemente gli psichiatri incontrano questi “nuovi pazienti” nelle occasioni dell’attività di consulenza psichiatrica presso le cosiddette “aree di confine”. Sono pazienti che sono stati osservati per la prima volta dai servizi per le tossicodipendenze, dai servizi sociali per persone senza dimora o dai servizi sanitari che si occupano della salute della popolazione carceraria. Anche gli operatori sanitari e sociali che vengono a contatto con questi “nuovi pazienti” in poco tempo si rendono conto che le difficoltà nel costruire una relazione d’aiuto, l’impulsività con frequenti passaggi all’atto, i comportamenti disturbanti, minacciosi o francamente antisociali consigliano una valutazione psichiatrica. In molti di questi casi, a fronte della richiesta di un intervento di consulenza tempestivo, lo psichiatra si trova di fronte una persona giovane, prevalentemente di sesso maschile, affetta da un disturbo di personalità del “cluster impulsivo” (nella grandissima maggioranza dei casi un disturbo borderline di personalità o un disturbo antisociale di personalità, distinti o in comorbilità), con una storia di varia durata di comportamenti di abuso e dipendenza da sostanze, con episodi precedenti di antisocialità conclamata e con conseguenti problemi giudiziari e penali.   

 

Mario FULCHERI

Costellazione familiare e tratti di personalità: La dimensione psicologica-clinica

L’Autore, prendendo in considerazione l’aspetto dimensionale psicologico-clinico puntualizza sul ruolo svolto dalla costellazione familiare nel determinismo della personalità nell’arco dello sviluppo psicosensoriale individuale.

 

 

 

Carlo MAGGINI

Dimensioni psicopatologiche del disturbo borderline di personalità

La  complessa  fenomenica del Disturbo Borderline di Personalità  ,un insieme ibrido di tratti di personalità e  di sintomi  subiettivi e comportamentali, ha dato luogo a vari tentativi  ,mediante approcci clinico-psicopatologici  e statistici, di identificare la loro gerarchia strutturale ,la correlazione con dinamiche affettive e interpersonali e la risposta al trattamento psico e farmacoterapeutico. Detti approcci hanno consentito una miglior comprensione della  eterogeneità diagnostica dei pazienti borderline e del divenire della psicopatologia borderline nel tempo.

 

Gian Carlo NIVOLI

Disturbi dell’umore e personalità antisociale

L’Autore prende in considerazione interazioni tra Asse I e II del DSM IV TR con particolare riferimento ai disturbi dell’umore e alla personalità antisociale. Discute poi i più recenti approcci terapeutici.

 

Daniele LA BARBERA

Strategie di intervento multimodale e indici di trattabilità del disturbo borderline di personalità

Come è noto l’incidenza dei disturbi di personalità è in aumento e ciò anche in ragione della rapida modificazione degli assetti socio-relazionali e culturali propri della postmodernità.

I disturbi di personalità e il D. Borderline in particolare, hanno un impatto notevole sulle risorse sanitarie pubbliche e sono fonte di disabilità sociale e lavorativa. 

La psicoterapia rappresenta l’aspetto primario e centrale del trattamento dei disturbi di personalità mentre la terapia farmacologica interviene sui cluster sintomatologici principali e sui disturbi in comorbidità. Ad oggi esistono pochi studi clinici controllati sull'efficacia delle terapie nei disturbi di personalità ma le evidenze più recenti dimostrano che l'approccio integrato (psicoterapia-psicofarmacoterapia)è il più utile sia in termini di efficacia sia per quanto riguarda il rapporto costo-beneficio. La maggior parte dei dati in letteratura riguarda la psicoterapia psicodinamica e la psicoterapia dialettico-comportamentale, temi che verranno affrontati in questa relazione.

Di recente MH. Stone nella sua opera “Pazienti trattabili e non trattabili” ha fornito un importante contributo relativo al problema della trattabilità dei disturbi di personalità delineando i fattori predittivi di efficacia dell’intervento psicoterapeutico e i fattori prognostici sfavorevoli.

 

Antonello BELLOMO

Il disturbo borderline di personalità: inquadramento diagnostico ed implicazioni terapeutiche

I dati presenti in letteratura dimostrano che una lunga serie di fattori sfavorevoli rende l’inquadramento diagnostico del Disturbo Borderline di Personalità ed il suo trattamento farmacologico e psicoterapeutico particolarmente soggetto ad errori e ripetuti fallimenti.

Tra tali fattori, bisogna considerare innanzitutto l’elevata incidenza di casi di comorbilità che si accompagna a questo disturbo e che vede il BPD associarsi ed intrecciarsi ad altri disturbi di Asse II  e ad innumerevoli disturbi di Asse I del DSM IV TR.

Il problema della comorbilità diventa tanto più rilevante se il disturbo concomitante è rappresentato da un Disturbo correlato ad abuso di sostanze psicotrope, che spesso costituisce un epifenomeno dell’impulsività e della tendenza all’autolesionismo caratteristiche della personalità borderline.

 

Mario             MEDURI

Paura, ansia, panico: aspetti dimensionali neurocomportamentali

Nella valutazione personologica trova sempre più spazio il modello che tenta di definire nel contesto della organizzazione della personalità tratti di 1° ordine e tratti di 2° ordine.

Il tentativo di trovare un correlato neuropsicologico ad un tratto comportamentale e quindi tratteggiare un costrutto neurobiologico della personalità è molto complesso.

Si propone sempre più necessaria un’esatta definizione del tratto comportamentale sotteso dallo specifico assetto neurobiologico.

In questa prospettiva il tratto ansioso (ansia), dovrà essere tenuto distinto dal tratto evitamento del pericolo (paura) e dalla suscettibilità al panico.

 

Valeria LATORRE

Neuroni mirror, emozioni sociali e stili di personalità:

uno studio di Risonanza Magnetica funzionale (fMRI)

Empatia e simpatia sono emozioni sociali che ci permettono di comprendere dolore, emozioni e sensazioni altrui. E’ stato dimostrato che l’immaginazione o l’osservazione di un’altra persona in un particolare stato emotivo attiva una rappresentazione di quello stato nell’osservatore. Conoscere  e comprendere ciò che un altro sente gioca un ruolo fondamentale nelle interazioni interpersonali. Negli ultimi anni un crescente numero di studi si è occupato di investigare le basi neurobiologiche delle emozioni sociali, usando tecniche di neuroimaging. Singer e collaboratori (2004) hanno dimostrato l’esistenza di un network di aree cerebrali condiviso tra esperienza del dolore ed esperienza empatica del dolore. In particolare l’esperienza empatica del dolore coinvolge le componenti affettive ma non sensoriali della matrice del dolore. Molto recentemente Gallese e collaboratori hanno dimostrato che la base neurobiologica della comprensione esperenziale delle azioni dell’altro è un sistema di neuroni specchio. Essi hanno anche dimostrato che un meccanismo simile ma coinvolgente i centri viscero-motori sottende la comprensione esperenziale delle emozioni altrui. Questa è la base neurobiologica della simpatia e dell’empatia. Nonostante questi risultati ancora poco è conosciuto su come la risposta empatica del cervello è modulata dalle relazioni affettive esistenti tra gli individui e come le relazioni tra gli individui sono modulate dai tratti di personalità. L’obiettivo dello studio di fMRI in corso è valutare le basi neurobiologiche dell’empatia e della simpatia in relazione al legame interpersonale tra gli individui e allo stile di personalità secondo un modello cognitivista (Arciero et al, 2004). Per fare questo abbiamo valutato con fMRI in coppie di fidanzati l’attivazione cerebrale durante la presentazione di immagini raffiguranti il volto addolorato di uno dei partner ed il volto addolorato di un soggetto sconosciuto. Abbiamo inoltre focalizzato l’attenzione sulle differenze di attivazione cerebrale in relazione allo stile di personalità secondo il modello di Arciero (2004, 2006). I risultati preliminari di questo studio hanno confermato il coinvolgimento del sistema dei neuroni mirror nel processamento di emozioni sociali come empatia e simpatia ed hanno evidenziato una importante modulazione dell’attività cerebrale correlata a queste emozioni dipendente dalla relazione affettiva esistente tra gli individui e dallo stile di personalità.

 

Piero PORCELLI

Alexithymia e disturbi di personalità

Il costrutto di alexithymia nasce dall'osservazione di pazienti con le "classiche" malattie psicosomatiche agli inizi degli anni '70 e per molto tempo è stata considerata una caratteristica di personalità specifica delle psicosomatosi. Dopo 30 anni di ricerche, l'alexithymia è oggi considerata una dimensione aspecifica di vulnerabilità per una varietà di patologie e disturbi sia psichiatrici che medici, inquadrabili nel raggruppamento dei "disturbi della regolazione affettiva" che attraversano diagonalmente molti disturbi attualmente collocati nell'Asse I e nell'Asse II del DSM-IV. Vi sono alcuni elementi di vicinanza concettuale dell'alexithymia ai disturbi di personalità:

-   la definizione di regolazione affettiva come "capacità di tollerare gli affetti negativi e di compensarli con affetti positivi senza far ricorso prevalente o esclusivo a oggetti esterni o acting comportamentali", che è una caratteristica saliente di molti disturbi di personalità;

-   la vicinanza teorica con alcuni costrutti (come la funzione riflessiva di Fonagy, l'attività referenziale di W.Bucci, l'intelligenza emotiva di Salovey) il cui deficit di funzionamento è considerato da molti autori alla base dei disturbi di personalità;

-   l'associazione fra alexithymia e pattern insicuro di attaccamento il quale è stato indicato come uno dei principali fattori di rischio evolutivo per i disturbi di personalità;

-   i dati sulla neurobiologia dell'alexithymia che indicano un deficit funzionale delle stesse aree cerebrali implicate nei disturbi di personalità (area del cingolo e corteccia prefrontale);

-   le indicazioni tecniche per il trattamento psicoterapeutico dell'alexithymia che risultano molto simili a quelle suggerite per i disturbi di personalità.

Benché vi siano pochi dati in letteratura sull'associazione diretta fra alexithymia e disturbi di personalità, i risultati delle ricerche nelle singole aree sopra indicate mostrano la possibilità di considerare l'alexithymia come uno degli elementi aspecificamente collegati a molti disturbi di personalità, probabilmente nei cluster B e C.

 

Claudio MENCACCI

Disturbi di personalità celati: Il disturbo antisociale

Attraversare con il rosso, rendere pubblici e massmediatici comportamenti limite, trasformare in “normale” l’eccentrico, il bizzarro, il “fuori norma”; l’elogio della “furberia” per non pagare il danno. Tutti questi elementi, sempre più diffusi nella società postindustriale contemporanea, stanno drammaticamente modificando sia le modalità di presentazione di alcuni aspetti della psicopatologia sia soprattutto i valori fondanti la persona e la società.

La “damnatio” del castigo, e quindi il disconoscimento degli esiti delle proprie scelte, ha portato a significativi cambiamenti di concetti quali responsabilità, danno, rischio. In sostanza l’asse antisociale della personalità sta avendo un riconoscimento valorizzante da parte del pubblico al punto da “depatologizzarlo” e creando quindi le premesse per la difficoltà sia di un suo riconoscimento, sia di un suo adeguato percorso di cura nell’ampio spettro dei disturbi di personalità.

Il nostro intervento mira sia ad evidenziare gli elementi della psico-socio-patia sia a fornire elementi di riflessione su un possibile percorso di cura di queste condizioni, sempre più frequenti e complesse, per non rimanere prigionieri di una incapacità gestionale soprattutto nell’area delle urgenze.

Inoltre appare importante contribuire a rendere meno “celate” alcuni disturbi di personalità anche nella prospettiva più ampia di riflessione sui nuovi bisogni di “sicurezza” della popolazione.

 

 

Massimo DI GIANNANTONIO

I disturbi di personalità in una prospettiva psicoanalitica

La neuropsicoanalisi è una corrente di ricerca nata di recente dall’incontro tra la psicoanalisi e le neuroscienze. Mark Solms, psicoanalista e neuropsicologo è uno dei maggiori rappresentanti della neuropsicoanalisi a livello internazionale.

Solms applica nella pratica clinica il metodo della localizzazione dinamica, il mezzo ritenuto più adatto per una ricongiunzione della psicoanalisi con le neuroscienze. Le funzioni scelte sono quelle relative all’attività onirica, processo che può subire compromissioni in seguito a lesioni in parti diverse del cervello. La proposta metodologica di cui parla Solms è quella di utilizzare la tecnica delle libere associazioni in casi clinici di pazienti con disturbi neurologici. Tale tecnica consentirebbe infatti di raggiungere la struttura psicologica del paziente neurologico per quanto concerne i suoi disturbi di personalità, le sue motivazioni e le sue emozioni complesse.

La novità nella proposta metapsicologica avanzata da Solms consiste  nel tentativo di fornire una spiegazione delle funzioni emozionali che si aggiunge alle teorie relative all’elaborazione cognitiva.

 

Secondo FASSINO

Personalità e disturbi di personalità nei disturbi del comportamento alimentare

Introduzione: Lo studio dimensionale e categoriale dei tratti di personalità dei Disturbi del Comportamento alimentare (DCA) può far luce su alcuni fattori che determinano sovrapposizioni e differenze tra l’anoressia e la bulimia. Inoltre il frequente riscontro di comorbilità con disturbi di personalità (tra il 50 e il 70% dei casi di anoressia e bulimia) impone di considerare lo studio della personalità fondamentale per la cura del disturbo alimentare.

Disegno, setting e misure utilizzate: il Temperament and Character Inventory (TCI) e l’Eating Disorder Inventory 2 (EDI-2) sono stati somministrati a 95 anoressiche (50 restrittive e 45 binge-purging) ed a 92 bulimiche (78 con e 14 senza condotte di eliminazione). Le pazienti sono state reclutate presso l’ambulatorio del Centro Pilota Regionale per la cura e lo studio dei DCA della Regione Piemonte – Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.

Risultati: le anoressiche restrittive sono caratterizzate al TCI da una più bassa ricerca della novità rispetto a tutti gli altri gruppi. Le anoressiche restrittive mostrano una maggiore autodirettività rispetto alle anoressiche binge-purging ed alle bulimiche con condotte di eliminazione. Anche le differenze psicopatologiche all’EDI2 sono ampie tra anoressiche restrittive e gli altri gruppi. Inoltre l’anoressia con condotte di eliminazione ha molti tratti in comune con la bulimia.

Discussione: lo studio dimensionale della personalità attraverso il si conferma efficace nell’individuare fattori comuni e nel discriminare i tratti dei differenti tipi di DCA.. Complessivamente i dati suggeriscono di approfondire gli studi rispetto ad una possibile riclassificazione dei DCA che consideri maggiormente l’importanza dell’impulsività, dei tratti di personalità e della comorbilita in Asse II. Le differenze dei tratti temperamentali e caratteriali potrebbero in parte spiegare la totale repressione o il discontrollo delle condotte alimentari impulsive nei differenti quadri clinici. Le implicanze cliniche vengono discusse.

 

Roberta SIANI

Disturbi della Personalità e Disturbi della Condotta Alimentare:  quale relazione

Questo lavoro mira  in una prima parte a evidenziare la relazione tra i Disturbi della Personalità (DP) e disturbi della Condotta Alimentare (DCA).

Da tempo è stato sottolineato come l’Anoressia Nervosa Restrittiva  (ANR) sia frequentemente associata a caratteristiche di Personalità connotate da insicurezza, perfezionismo, rigidità, aspetti ossessivo-compulsivo e condotte evitanti. Inoltre è stato osservato come nelle forme bulimiche siano state individuate caratteristiche quali l’impulsività, l’estroversione, labilità emozionale, scarsa capacità di tollerare le frustrazioni, tratti istrionici, azioni automutilanti, abuso di alcool e stupefacenti. Altro obiettivo del lavoro è individuare e descrivere le diverse strategie terapeutiche maggiormente utilizzate nella pratica clinica.

 

Patrizia MORETTI

La diagnosi di personalità nei DCA-NAS

L’Autore considera le difficoltà diagnostiche nell’ambito del DSM IV TR relativo ai DCA-NAS. Prende quindi in considerazione l’MMPI come strumento utile e discriminante, discutendo in particolare la valenza delle differenti scale.

 

 

 

 

 

Milano, 7.05-2.07.2008 "LA CONDIZIONE BORDERLINE (BARALE, CAVERZASI - CMP, C2008) "; Sede: CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI - VIA CORRIDONI 38 ; Info: biblio.cmp@faswebnet.it  ; Fees= euro 144,00

PROGRAMMA

 

Giornata 1:  Mercoledì 7 maggio 2008
Titolo
:
La condizione borderline

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

Ore: 23.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

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Giornata 2: 
Mercoledì 4 giugno  2008
Titolo
: La condizione borderline

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente:
Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

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Giornata 3:  Mercoledì 2 luglio 2008
Titolo: La condizione borderline

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

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ABSTRACT DEL CICLO DI CONFERENZE:

I disturbi di personalità costituiscono un’area particolarmente problematica, al crocevia di molte questioni tra psicoanalisi e psichiatria clinica.

La loro natura, le difficoltà di trattamento e, spesso, anche di gestione istituzionale, hanno dato origine a storici dibattiti ed a storiche controversie, nonché a variegate proposte teoriche e di intervento.

In questi incontri si cercherà di delineare la storia, l’evoluzione concettuale, la fenomenologia clinica, i principali problemi di trattamento dei disturbi di personalità, con particolare riferimento e specifica attenzione alla condizione “borderline”, che dei disturbi di personalità, per molte ragioni, che verranno accennate, e che comprendono anche trasformazioni socio-culturali, è diventata una sorta di paradigma.

Si proverà a sviluppare una riflessione clinica, psicoanalitica e anche metapsicologica, sul tipo di esperienza e di sofferenza che la condizione borderline esprime e sulla natura delle difficoltà relazionali e controtransferali conseguenti.

Da queste riflessioni si cercherà di derivare qualche modesto suggerimento clinico non solo per le sempre assai problematiche terapie psicoanalitiche con questi pazienti, ma, più in generale, per le “molteplici prassi” (Gunderson) che vengono messe in atto nei tentativi di offrire un luogo di sedimentazione alla costante turbolenza borderline e di organizzare un contenitore in qualche modo adeguato alla prevedibile imprevedibilità, alla continua discontinuità, alla stabile instabilità, al perenne sentimento di precarietà del sé e degli oggetti, al tenace e incoercibile tentativo di ripresentificare e riprodurre in qualche modo il trauma, che stanno nel cuore di questo tormentoso regno degli ossimori affettivi che è la condizione borderline.

In un’ottica interdisciplinare verranno presentati alcuni dati recenti di ricerca e ipotizzati alcuni “ponti” tra aspetti dinamici e neuropsicologici

 

 

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CURRICULUM VITAE:

 

Francesco Barale

Membro ordinario della SPI, con funzioni di training. Lavora da più di 35 anni come psichiatra, a Pavia, dove dirige il Servizio di Psichiatria presso il Policlinico S. Matteo e, all’Università, è professore ordinario di Psichiatria, direttore del Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali e presidente del Corso di Laurea in Riabilitazione Psichiatrica.

E’ stato per molti anni redattore della Rivista di Psicoanalisi.

Oltre all’attività psicoanalitica e clinico-psichiatrica ha svolto ricerca in diversi ambiti, di base e clinici, pubblicando circa 200 lavori scientifici, molti in riviste internazionali, alcune monografie e diversi capitoli di libri. Recentemente (2007) ha curato, per Einaudi, Psiche. Dizionario storico di Psicologia Psichiatria, Psicoanalisi e Neuroscienze 2 voll (con V. Gallese, S. Mistura, A. Zamperini), e, sempre per Einaudi (2005) ha pubblicato Autismo. L’umanità nascosta (con V. Gallese, S. Ucelli, A. Ballerini, a cura di S. Mistura). Nell’ambito specifico dei disturbi di personalità ha scritto, fra l’altro, il capitolo  Il prisma rotante. Un punto di vista psicoanalitico sulla condizione borderline, per il volume L’alleanza nella mente (a cura di E. Caverzasi e L. Barone) e Borderline: il fondo instabile dell’esperienza. Alcuni cenni storici e qualche consiglio per chi voglia cimentarsi per il Quaderno n° 8 del Centro Milanese di Psicoanalisi: G. O. Gabbard La psicoterapia dei pazienti borderline.

 

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Milano, 9.05-5.12.2008 "LAVORARE CON LE EQUIPES IN CONTESTI ISTITUZIONALI "; Sede: SEDE DI MILANO DEL LABORATORIO DI GRUPPOANALISI - VIA OZANAM, 3 - MILANO ; Info: mbianco@asl10.piemonte.it MICHELEPRESUTTI@TISCALINET.IT Fees= euro 216,00

 

 

Roma, 10.05-15.11.2008 "VICISSITUDINI DELL'INTEGRAZIONE MENTE-CORPO "; Sede: VIALE PARIOLI 90 ROMA 00197 ; Info: annalfe@libero.it Fees= euro 80,00

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Monza, 30.03.2008 "FUSIONE,SEPARATEZZA,FENOMENO COLLUSIVI NEL TRANSFERT"; Sede: AULA CONFERENZE VILLA SERENA - AZ. OSPEDALIERA S. GERARDO DEI TINTORI; Info: mc5009@mclink.it  Fees= n.d.

Relatori: Francesca Neri, Teresa Carratelli, Annalisa Ferretti.

Abstract

 

“Fusione, separatezza, fenomeni collusivi nel transfert”

F. Neri

 

Il lavoro che verrà presentato vuole descrivere le modalità con cui l’analista e l’esperienza analitica possono essere utilizzati da pazienti che prevalentemente usano di esperienze fusionali.

Con l’aiuto di vignette cliniche viene discusso il passaggio da una condizione fusiva ad una condizione di iniziale separatezza nella relazione analitica ed i relativi movimenti transferali e controtransferali che connotano i vari momenti di una iniziale defusione.

Vengono ricordati a questo proposito concetti quale imitazione e identificazione proiettiva e la modificazione di una immagine di sé complementare alla comparsa di una immagine dell’altro con caratteristiche cariche di angoscia.

 

 

Milano, 9.04-10.09.2008 CALENDARIO SCIENTIFICO APG GRUPPO E GRUPPI: TEMPI, CONFINI E SPERANZE; Sede:PRESSO COIRAG, V.LE GRAN SASSO, 22 ; Info:    asspigi@tiscalinet.it   Fees= euro 120,00.

ABSTRACTS APG

 “LA MIA FAMIGLIA NON E’ SOLO QUESTA”. CRESCERE ADULTI FRA ADOLESCENZA E MATURESCENZA

Franco Fasolo

Il relatore si propone di discutere alcuni aggiornamenti teorici sulla condizione evolutiva adulta, i compiti più significativi, le difese più caratteristiche, il concetto di responsabilità.

La dimensione della adultità, infatti, nel contesto della cura psichiatrica e psicoterapeutica comporta innegabili arricchimenti delle opportunità trasformative disponibili per i pazienti.

Per quanto riguarda i curanti inoltre la disamina della condizione evolutiva adulta rende possibile trattare del ruolo professionale.

 SOLITUDINI E INCONTRI CONTEMPORANEI

Silvia Corbella

 Lo specifico del momento storico che il mondo occidentale sta attraversando, caratterizzato da sentimenti di insicurezza, finora elusi o negati e attualmente divenuti dominanti, rende particolarmente complesso il rapporto fra appartenenza e solitudine. L’emergere sempre di più di queste passioni tristi implica inevitabilmente un cambiamento nelle modalità di vita delle persone e del loro modo di relazionarsi e produce un particolare tipo di disagio.

Sembra diffondersi una “nuova” modalità difensiva socializzata che ostacola il funzionamento dei gruppi di lavoro: la modalità del non-gruppo.  

Così il non-gruppo ha come effetto secondario e profondo l’impoverimento del sé e la riduzione degli spazi di pensiero.

Vorrei sottolineare  la particolare pregnanza del sentirsi compreso e accolto dalla mente dell’altro “gratuitamente” nel gruppo terapeutico. Nei momenti di crisi che mettono in discussione l’identità (amore, adolescenza e senescenza) il gruppo inventa nuove forme narrative, nuove immagini per permettere alla persona di ritrovare il senso di sé e della propria storia.

Il piccolo gruppo può costituire un ponte tra personale e sociale.  E’ auspicabile che la “cultura” che si sviluppa nel piccolo gruppo e lo attraversa si diffonda anche all’esterno, diventando un potenziale trasformatore delle relazioni nell’istituzione e nel sociale più allargato, evidenziando che oltre alla categoria del bisogno vi è anche quella del progetto e dell’intenzionalità.

 

PSICOTERAPIA DI GRUPPO E ARTE TERAPIA, UN CASO CLINICO

Enza Baccei, Teresa Melorio

Dare spazio alla poesia, al simbolo carico di significato, ricreare le premesse perché si possa giungere a sentirsi ascoltati e legittimati nei bisogni più naturali, sintonizzandosi sulle emozioni più profonde nella ricerca di un linguaggio comune e condivisibile, è il senso del viaggio da noi intrapreso dieci anni fa presso il Paolo Pini di Milano con la creazione delle Botteghe d’Arte dell’Unità di Psichiatria Dinamica e Psicoterapia del DSM di Niguarda  e del MAPP (Museo d’Arte Paolo Pini).

Il modello di cura che nelle Botteghe cerchiamo di applicare sistematicamente è un approccio integrato (Freni 1998) che comprende vari tipi di intervento coordinati e orientati in senso psicodinamico (farmacoterapia, psicoterapia, terapie espressive a mediazione artistica, tecniche riabilitative educative ecc.) Abbiamo adottato questo modello in quanto esso rappresenta il metodo più efficace ed adeguato nella terapia delle psicosi o dei gravi disturbi di personalità (Gabbard 2002).

La scelta di inserire le attività espressive a mediazione artistica come uno degli strumenti fondanti della cura nasce dalla considerazione che esse possono dare un contributo specifico al progetto terapeutico nel favorire la nascita del significato e delle capacità di simbolizzazione in situazioni cliniche  in cui tale deficit è il tratto psicopatologico fondamentale e decisivo ai fini dell’esito del trattamento.

Verrà presentato un caso clinico in cui il percorso terapeutico integrato di una paziente (farmacoterapia, psicoterapia di gruppo, arteterapia, musicoterapica) verrà descritto anche con immagini pittoriche.

 

 

 

INDIVIDUI E GRUPPI DI APPARTENENZA. MARICA SACCHI, AMICA CARA E IMPORTANTE PER L’ IDENTITA’ E LO SVILUPPO DELL’ APG

Giovanna Cantarella, Anna Checchi, Silvia Corbella, Renato De Polo, Fabio Farinella, Roberta Richetta, Paolo Veronesi, Giuliana Ziliotto

Rifletteremo insieme su alcuni aspetti che caratterizzano l' impegno e le attività della nostra associazione ricordando una professionista stimata, Presidente APG.  

Verrà descritto un percorso di supervisione di psicoterapie di gruppo dove è stato possibile condividere e  confrontare  la conduzione dei diversi gruppi terapeutici consolidando nel tempo un rapporto personale e professionale con la dott.ssa Sacchi, sì da costituire "il gruppo dei gruppi".

Si parlerà di capacità di integrazione e di amore per la bellezza, di estetica che diventa etica.  

Saranno tracciate le linee evolutive dei gruppi femminili, le loro specificità terapeutiche e le differenze con i gruppi misti.

Verrà pure affrontato il tema delle relazioni gruppali nella nostra organizzazione, di come i legami costruiti su bisogni transferali abbiano potuto trovare in una situazione di collaborazione terapeutica e amicale un buon sviluppo. Ciò sarà esemplificato attraverso il processo clinico e artistico che si è sviluppato fra M. Sacchi, un terapeuta e un paziente a lei inviato.

  

LA MENTE COME IL CUORE

Andrea Basili, Barbara Bianchini, Annamaria Burlini, Valentina Chiorino, Renato De Polo, Gianni Fantuzzi, Emanuele Fedrizzi, Laura Mancini

Un gruppo di studio sulla teoria psicoanalitica presenta alcune riflessioni nate al suo interno sulla teoria delle pulsioni, sul narcisismo, sull’intreccio tra momenti di apertura e di chiusura relazionale, anche attraverso spunti tratti dalla pratica clinica. Vengono presentati inoltre alcuni concetti legati alla ricerca in psicoanalisi e ai contributi delle altre discipline. Il fine è da un lato comunicare i temi emersi e le idee elaborate in merito ad essi e da un altro lato mostrare il percorso di un gruppo che gradualmente lavora attorno ad alcuni concetti e alcune ipotesi.

 

 LA TERAPIA FUORI DELLA STANZA. DOVE E’ IL SETTING?

Corrado Pontalti

Uno dei costrutti cardine di ogni paradigma psicoterapeutico è quello di "setting". La continua ricerca entro tale costrutto è soprattutto riscontrabile nelle psicoterapie psicoanalitiche. La stabilità e la configurazione del setting sono stati e sono cardini per definire l' appropriatezza dell'intervento. La società attuale pone tuttavia sfide euristiche al costrutto stesso. Il lavoro psicologico e psichiatrico si dispiega in una molteplicità di luoghi (dalla psicologia di strada, ai CSM, ai Sert, alle residenze e così via) e in una molteplicità di assetti (relazioni duali, gruppali, familiari, multimodali, etc.) che mal si conciliano con le coordinate tradizionali. La stessa definibilità di Psicoterapia è questionata come dimostrano le sempre più numerose ricerche sperimentali.

Propongo quindi la necessità di passare dall'abituale concetto di setting vincolato a spazi, a tempi, a procedure codificate alla possibilità di concepire il setting quale assetto mentale dell'operatore che si allena a ricercare e a metabolizzare un alto numero di variabili fenomeniche, comportamentali e mentali capaci di rappresentare la complessità delle problematiche con le quali siamo confrontati oggi dai bisogni del Sociale. Il setting diviene così "luogo, territorio" del paziente molto più che "luogo, territorio" dello psicoterapeuta. E ciò pone problemi complessi ma anche risorse ed efficacie insperate.

 

 Gruppi e comunità terapeutica per adolescenti: interazione possibili ed impossibili

Patrizia CoNti

Tratterò le interazione tra le dinamiche emotive e relazionali che si verificano nel gruppo di pazienti e le reazioni/emozioni che queste determinano nel gruppo di lavoro. Il gioco di proiezioni e l’osmosi  di angosce primitive dei pazienti verso gli operatori interferiscono spesso sulla capacità del gruppo curante di metter in atto attività trasformative.

Viene descritto, attraverso l’analisi di un caso, come da una situazione di empasse il gruppo curante è riuscito a ricostruire al proprio interno la capacità di contenere le angosce e di integrare le divergenze, necessarie per recuperare la funzione curante e sostenere i pazienti nel difficile percorso di crescita.    

 DALL’ INTERCULTURALE AL TRANSCULTURALE NELLA METODOLOGIA DI INTERVENTO GRUPPALE DELL’ EATGA (European Association of Transcultural GroupAnalysis)

Velia Bianchi Ranci, Giovanna Cantarella

Il bambino nel suo sviluppo internalizza elementi della cultura in cui vive. Essi diventano parte del sé e influenzano le relazioni dell’individuo e del gruppo nei confronti degli individui e dei gruppi di cultura diversa. Lo studio di questi fenomeni è sempre più importante nelle nostre società, in cui gli scambi interculturali  diventano sempre più fitti. Attraverso l’organizzazione di giornate di studio e workshops interculturali, Eatga si propone di utilizzare la teoria e la tecnica gruppoanalitica per analizzarli nel loro impatto conscio e inconscio, così come si manifestano nei piccoli gruppi di individui di diverse culture.

 ESISTENZA ED EVOLUZIONE NELLA TERAPIA DI GRUPPO

Carlo Zucca Alessandrelli

Nel saggio che propongo si vuole evidenziare l'importanza dell'esperienza relazionale di scambio come occasione di riconoscimento del valore del sè di ciascun partecipante al gruppo.Soprattutto nello sperimentare in varie forme e con diverse persone il senso di sè come soggetto ed oggetto di rapporti emotivamente significativi.Questa forma di "esistenza" rifonda quella del mondo esterno e quella famigliare e, soprattutto con il "gruppo dei pari", crea un luogo affettivo dove diventano possibili nuovi modelli di

relazione e nuove identificazioni.In questo processo evolutivo di crescita si forma altresi' lo spazio psichico adeguato  per l'elaborazione delle interpretazioni.

 ANDARE OLTRE CONFINE; ASCOLTARE E FARSI ASCOLTARE, UN VIAGGIO GRUPPOANALITICO E UN’ ESPERIENZA ISTITUZIONALE ITALIANA

Andrea Giannelli, Anna Petruzzi, Maria Silvera

Si vuole esaminare il valore dell’ ascolto della differenza come premessa indispensabile  per l’ esistenza e di un gruppo e di una relazione d’ aiuto.

Inventare il proprio posto nel gruppo equivale a sofferenza, fisica, psichica, talvolta significa trauma.

Viaggiare verso l’ altro contribuisce a definire il senso di sé?

Verranno proposte riflessioni sull’ organizzazione di gruppi di immigrati e sull’ esperienza di psicoterapeuti di gruppo “in viaggio”.

 

Cagliari, 12.04.2008 "IL CORPO ADOLESCENTE: RISORSE EVOLUTIVE E RISCHIO PSICOPATOLOGICO"; Info: ass.apsia@tiscali.it  Fees= euro 70,00.

Relatori: Marco Pitzalis, Egle Laufer, Bachisio Carau, Salvatore Grimaldi.

 

Milano, 7.03-29.11.2008 "INTERVENTI TERAPEUTICI IN REALTÀ CLINICHE DIFFERENTI"; Sede: MILANO - VIA CARROCCIO, 5; Info: cinzia.belgiovine@areag.net  Fees= euro 200,00.

Area G

Scuola di psicoterapia a orientamento

psicoanalitico per adolescenti e adulti snc

 

Via Carroccio 5

ingresso Via Lesmi 6

20123 Milano

areag 68@yahoo.it

www.areag.net

Telefono: 02 8375834

 

 

P r o g r a m m a  s e m i n a r i  2008

 

“Interventi terapeutici in realtà cliniche differenti”

 

Marie Rose Moro

“La costruzione di una clinica transculturale. Filiazione, trasmissione, rotture, aspetti clinici transcuturali”

 

Venerdì 7 marzo 2008                  15-17,30       Lezioni Magistrali

         Discussione con i partecipanti

 

Sabato 8 marzo 2008                   9,30-10,50   Lezioni Magistrali

10,50-11,10  Pausa Caffé

11,10-13       Lezioni Magistrali

                   14,30-17,30   Lezioni Magistrali

Discussione con i partecipanti

David Hewison

“ Tra adolescenza ed età adulta: l’esperienza emotiva di formare una coppia”

 

Venerdì 4 aprile 2008          15-17,30       Lezioni Magistrali

         Discussione con i partecipanti

 

Sabato 5 aprile 2008           9,30-10,50   Lezioni Magistrali

10,50-11,10  Pausa Caffé

11,10-13       Lezioni Magistrali

                   14,30-17,30   Lezioni Magistrali

Discussione con i partecipanti

 

Luigi Scoppola

”Le sofferenze del sé: le perversioni e le  psicosomatosi"

 

Sabato 8 novembre 2008             9,30-10,50    Lezioni Magistrali

10,50-11,10  Pausa Caffé

11,10-13       Lezioni Magistrali

                   14,30-17,30   Lezioni Magistrali

                                     Discussione con i partecipanti       

Antonino Ferro

“ Lavorare con le emozioni. Ma che mestiere è?”

 

Venerdì 29 novembre 2008   9,30-10,50   Lezioni Magistrali

10,50-11,10  Pausa Caffé

11,10-13       Lezioni Magistrali

                   14,30-17,30   Lezioni Magistrali

                                     Discussione con i partecipanti

 

Cesena, 19.04.2008 "CONFINI DELL'ELABORAZIONE E SOGLIE DEL DESTINO"; Sede: ARPA VIA UBERTI 53 CESENA (FC); Info: dionigi.c@tin.it  Fees= euro 60,00

19 aprile 2008

 

“CONFINI DELL’ELABORAZIONE E SOGLIE DEL DESTINO”

 

Docente:  Dott. Luigi Boccanegra

TRACCIA DEL PROGRAMMA (a cura del responsabile del programma formativo Dr. Raffaele Dionigi)

 

SPAZI DI FORMAZIONE

2007/2008

 

INTERPRETAZIONE E RESPONSABILITA’

 

L’interpretazione è una costruzione, è essa stessa un percorso ed una attraversata che chiama in causa l’essere in relazione di due persone, l’analista ed il paziente in quella singolare esperienza che è la peripezia e l’avventura dell’analisi.

Aiutare l’altro, il paziente a riscoprirsi, ad entrare in contatto con la propria esperienza emotiva, significa anche aiutarlo a riattraversare la sua storia, ciò che ha appreso e che gli è stato in-segnato, per ricostruirsi creativamente attraverso la propria capacità espressiva riappropriandosi responsabilmente della propria vita, assumendone la genitorialità, mettendosi in proprio e abitando se stesso.

Percorso che avviene nell’area della condivisione che permette che i “fatti” della vita, i fatti portati dal paziente, si trasformino in “esperienza”, in qualcosa cioé di proprio, riconosciuto e riconoscibile, dicibile in parole, in una narrazione possibile.

Percorso che si svolge nel tempo e che esige tempo.

L’analista, rimanendo in contatto con un proprio setting internalizzato, diviene per il paziente il “custode del tempo”, tempo dell’attesa e della speranza che la persona che soffre non riesce più a sentire come possibilità aperta, come unità di passato, presente e futuro.

L’interpretare è un lavoro paziente di tessitura che richiede un analista “presente” in grado di sostare nell’incertezza per tutto il tempo necessario, ma anche di saper individuare un punto, un corpo in cui sentirsi e tenere, un analista che si assume la responsabilità di identificare punti-ponti nel e del percorso in cui potersi ritrovare.

Sono questi i temi centrali degli “Spazi di formazione” proposti che si costruiscono attraverso il confronto costante con la clinica che permette “l’esserci nel campo” assumendone le oscillazioni, leggendone le temperature e le perturbazioni, le modificazioni complesse che portano a costruire nuovi e possibili significati, nuove e possibili narrazioni di sé.

 

 

Firenze, 12.01-15.03.2008 "TRAUMI INFANTILI ED EFFETTI IN ETÀ ADULTA. PERCORSI TERAPEUTICI"; Sede: ASSOCIAZIONE ARTEMISIA VIA DEL MEZZETTA 1/INT.; Info: artemisia@fol.it  Fees= euro 600,00.

 

 

Milano, 1.03-27.09.2008 "TEORIA E CLINICA DEL MODELLO BIONIANO (CICLO DI SEMINARI)"; Sede: A.S.P. VIA PERGOLESI 27, 20124 MILANO; Info: direttivo.asp@libero.it  Fees= euro 300,00.

 

 

Roma, 18-20.04.2008 "QUALE SCIENZA PER LA PSICOTERAPIA?"; Sede: GRAND HOTEL PALAZZO CARPEGNA VIA AURELIA, 481; Info: ASPIC@MCLINK.IT  Fees=  euro 250,00.

QUALE SCIENZA PER LA PSICOTERAPIA

PRESENTAZIONE CONVEGNO

 

 

La barriera che attualmente separa i clinici dai ricercatori può essere compresa nei termini del rapporto tra “contesto della scoperta” e “contesto della giustificazione”. Per la maggior parte dei ricercatori la logica della scoperta deve essere subordinata alla logica della prova, nel senso che qualsiasi scoperta ha valore solo nella misura in cui ha superato il vaglio della prova empirica. Per la maggior parte dei clinici, al contrario, la logica della prova – essenziale nelle scienze ‘dure’ – trova un’applicazione solo marginale nel campo della psicoterapia, dove invece è centrale la logica della scoperta che si appoggia ad altri processi di giustificazione, come la coerenza interna delle teorie e il consenso dei pari. La chiave della questione può essere individuata nel senso da dare alla parola “giustificazione”, dal momento che nessuno nega la necessità di giustificare in qualche modo le scoperte. Una scoperta è giustificata solo se tradotta in ipotesi da cui dedurre congetture controllabili in modo empirico, e solo in quanto la prova empirica è stata superata? Oppure la scoperta è giustificata mediante procedure specifiche di ciascun metodo di indagine, per cui non avrebbe senso imporre per esempio le procedure della fisica all’astronomia, alla zoologia o alla psicologia? In altre parole, esiste una sola scienza, dalla fisica alle scienze umane, come sostengono taluni, o esistono scienze diverse per diversi referenti (o per diversi aspetti dello stesso referente), ciascuna producendo i propri oggetti e metodi di studio? E ancora: è vero che è solo la scienza, e specificamente la scienza moderna, a produrre conoscenze valide, oppure esistono vie di conoscenza non scientifiche (per esempio ermeneutiche), non meno e forse più appropriate della conoscenza scientifica per determinati campi d’indagine? La posta in gioco, in tutti questi interrogativi, è l’esistenza stessa dell’entità psicoterapia. Se ogni scuola, oltre a produrre le proprie teorie, produce anche i propri modi esclusivi di validarle, in mancanza di un criterio comune di validazione cui tutte debbano sottostare, o di un referente comune rispetto al quale giudicare della verità o falsità delle teorie, si perviene all’esito di frammentazione estrema del campo che è sotto gli occhi di tutti. Psicoterapia allora non sarebbe una cosa dotata di una propria identità, ma solo una parola-contenitore per una congerie di pratiche disparate e incommensurabili. Proprio per reazione a questo esito di polverizzazione e anarchia, che giova poco tanto al prestigio dei terapeuti quanto all’interesse dei pazienti, è sorto il movimento delle pratiche basate sull’evidenza: evidenza empirica, appunto. Senza dubbio è questo il terreno su cui avanza oggi impetuosamente il processo di integrazione delle psicoterapie. Le barriere tra scuole si abbassano o cadono di fronte al principio unificante della ricerca empirica. Questa unificazione del campo, peraltro, è ottenuta a un prezzo che molti, certamente la maggior parte dei clinici, non sono disposti a pagare: la subordinazione della pratica clinica alle indicazioni provenienti dalla ricerca empirica. Il 3° Congresso SEPI-Italia si propone di esplorare delle vie di conoscenza della cosa psicoterapeutica in cui la subordinazione dell’esperienza all’esperimento possa essere superata senza per questo rinunciare alle esigenze di oggettività, coerenza e rigore che sono irrinunciabili nella conoscenza scientifica.


 

VENERDI’ 18 APRILE

 

09 00

ACCOGLIENZA ISCRIZIONE

 

09 20

EDOARDO GIUSTI: PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO: QUALE SCIENZA PER LA PSICOTERAPIA?

Presidente dell’A.S.P.I.C. – Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità con sedi dislocate a livello nazionale. È direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Pluralistica Integrata riconosciuta con autorizzazione ministeriale e professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Padova. Ha curato la voce “Psicoterapia” per l’edizione (2000) del quinto volume L’Universo del Corpo pubblicato dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana di Giovanni Treccani. Ha fondato l’Associazione Italiana di Psicologia e Psicoterapia Integrata ed è autore di oltre 80 saggi sulla clinica applicata rivolti sia al grande pubblico che agli specialisti. Oltre all’attività di ricerca scientifica è psicoterapeuta supervisore didatta, accreditato dal MIUR, dalla F.I.S.I.G. e dalla E.A.I.P. European Association for Integrative Psychotherapy. È direttore scientifico della Rivista Integrazione nella Psicoterapia e nel Counseling.

PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO: QUALE SCIENZA PER LA PSICOTERAPIA?

La barriera che attualmente separa i clinici dai ricercatori può essere compresa nei termini del rapporto tra “contesto della scoperta” e “contesto della giustificazione”. Per la maggior parte dei ricercatori la logica della scoperta deve essere subordinata alla logica della prova, nel senso che qualsiasi scoperta ha valore solo nella misura in cui ha superato il vaglio della prova empirica. Per la maggior parte dei clinici, al contrario, la logica della prova – essenziale nelle scienze ‘dure’ – trova un’applicazione solo marginale nel campo della psicoterapia, dove invece è centrale la logica della scoperta che si appoggia ad altri processi di giustificazione, come la coerenza interna delle teorie e il consenso dei pari. La chiave della questione può essere individuata nel senso da dare alla parola “giustificazione”, dal momento che nessuno nega la necessità di giustificare in qualche modo le scoperte. Una scoperta è giustificata solo se tradotta in ipotesi da cui dedurre congetture controllabili in modo empirico, e solo in quanto la prova empirica è stata superata? Oppure la scoperta è giustificata mediante procedure specifiche di ciascun metodo di indagine, per cui non avrebbe senso imporre per esempio le procedure della fisica all’astronomia, alla zoologia o alla psicologia? In altre parole, esiste una sola scienza, dalla fisica alle scienze umane, come sostengono taluni, o esistono scienze diverse per diversi referenti (o per diversi aspetti dello stesso referente), ciascuna producendo i propri oggetti e metodi di studio? E ancora: è vero che è solo la scienza, e specificamente la scienza moderna, a produrre conoscenze valide, oppure esistono vie di conoscenza non scientifiche (per esempio ermeneutiche), non meno e forse più appropriate della conoscenza scientifica per determinati campi d’indagine? La posta in gioco, in tutti questi interrogativi, è l’esistenza stessa dell’entità psicoterapia. Se ogni scuola, oltre a produrre le proprie teorie, produce anche i propri modi esclusivi di validarle, in mancanza di un criterio comune di validazione cui tutte debbano sottostare, o di un referente comune rispetto al quale giudicare della verità o falsità delle teorie, si perviene all’esito di frammentazione estrema del campo che è sotto gli occhi di tutti. Psicoterapia allora non sarebbe una cosa dotata di una propria identità, ma solo una parola-contenitore per una congerie di pratiche disparate e incommensurabili. Proprio per reazione a questo esito di polverizzazione e anarchia, che giova poco tanto al prestigio dei terapeuti quanto all’interesse dei pazienti, è sorto il movimento delle pratiche basate sull’evidenza: evidenza empirica, appunto. Senza dubbio è questo il terreno su cui avanza oggi impetuosamente il processo di integrazione delle psicoterapie. Le barriere tra scuole si abbassano o cadono di fronte al principio unificante della ricerca empirica. Questa unificazione del campo, peraltro, è ottenuta a un prezzo che molti, certamente la maggior parte dei clinici, non sono disposti a pagare: la subordinazione della pratica clinica alle indicazioni provenienti dalla ricerca empirica. Il 3° Congresso SEPI-Italia si propone di esplorare delle vie di conoscenza della cosa psicoterapeutica in cui la subordinazione dell’esperienza all’esperimento possa essere superata senza per questo rinunciare alle esigenze di oggettività, coerenza e rigore che sono irrinunciabili nella conoscenza scientifica.

 

09 40

TULLIO CARERE COMES: RELAZIONE INTRODUTTIVA - QUALE SCIENZA PER LA PSICOTERAPIA?

Psichiatra e psicoterapeuta, ha lavorato all’Università di Milano e ai Servizi Psichiatrici della Provincia di Bergamo negli anni Settanta. Negli stessi anni ha curato la sua formazione in psicoanalisi e in altri approcci psicoterapeutici. Conclusa la fase istituzionale, ha lavorato come libero professionista a Milano e a Bergamo. Impegnato sin dall’inizio della sua carriera nella ricerca sull’integrazione in psicoterapia, ha scritto o curato diversi testi e articoli. Tra le pubblicazioni più recenti, Il futuro della psicoterapia tra integrità e integrazione (con G.G. Alberti, FrancoAngeli, 2003) e Che cosa unisce gli psicoterapeuti (e che cosa li separa) (con P. Adami Rook & L. Panseri, Vertici, 2007). Insegna in alcune scuole di psicoterapia, è il coordinatore per l’Italia della SEPI (Society for the Exploration of Psychotherapy Integration), presidente della DIÀ (Associazione Dialogico-Dialettica) e co-direttore della Scuola di Cura di sé.

RELAZIONE INTRODUTTIVA - QUALE SCIENZA PER LA PSICOTERAPIA?

Oggettività, in psicoterapia, significa accordo intersoggettivo. Ma quali sono le evidenze su cui occorre trovare un accordo? La risposta cambia a seconda della logica che adottiamo, quella della prova o quella della scoperta. Nella prima si formulano delle teorie la cui validità deve essere provata sperimentalmente, il che implica che i dati necessari per la validazione siano riproducibili e misurabili, come nelle scienze naturali. Nella seconda ci collochiamo su un piano metateoretico, cioè ci proponiamo di descrivere ciò che avviene nella relazione psicoterapeutica indipendentemente dalla teoria cui il terapeuta dichiara di aderire. In questa prospettiva descriviamo invarianti o regolarità del campo: i fenomeni tipici o fattori comuni a tutte le psicoterapie. La validazione in questo caso non avviene mediante esperimenti, ma mediante il dialogo e il confronto con altri osservatori che raccolgono i loro dati nella prospettiva meta-teoretica. Il primo tipo di scienza potrebbe essere più adatto agli studi sull’esito, cioè alla misurazione di una serie di variabili prima, durante e al termine della terapia, per verificare l’efficacia del singolo trattamento indipendentemente dal metodo, piuttosto che di un metodo determinato

(cosa che produrrebbe non molto di più del verdetto di Dodo). Il secondo tipo di scienza, metateoretico, è certamente più appropriato allo studio degli invarianti della terapia, per una mappatura del campo che faciliti l’orientamento della coppia terapeutica: vale a dire, la decisione se e quale sequenza interattiva tipica prendere come riferimento in un momento dato del processo, in alternativa a sequenze diverse o alla interattività spontanea, co-costruita e co-creativa, tra paziente e terapeuta.

 

10 30

PAUSA

 

11 00

NINO DAZZI: RIFLESSIONI SUL TEMA DELL’APPROCCIO PSICOTERAPEUTICO INTEGRATO E SUL SUO FUTURO

Professore ordinario di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Psicologia Uno, membro del Senato Accademico e Prorettore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Past-President della Società Italiana per la Ricerca in Psicoterapia (S.P.R.).

RIFLESSIONI SUL TEMA DELL’APPROCCIO PSICOTERAPEUTICO INTEGRATO E SUL SUO FUTURO

Partendo dagli scritti più o meno recenti di alcuni dei più importanti teorici e ricercatori (oltre che clinici), nel campo della psicoterapia integrata si tenta una riflessione sullo stato dell’arte nel momento attuale, sia dal punto di vista concettuale e dei modelli teorici, sia, soprattutto, riferendosi ai risultati della ricerca empirica e alle loro possibili letture. È valida da un punto di vista argomentativo e in particolare appare sufficientemente supportata da evidenze empiriche la “filosofia” della psicoterapia integrata? È realizzabile il suo obiettivo? È davvero sostenibile che l’integrazione sia una sorta di “meta-psicoterapia”? È necessario procedere ulteriormente nella ricerca prima di far sì che si consolidi un consenso sufficientemente vasto su un insieme di nozioni e pratiche di base valido per qualunque psicoterapeuta? Cercherò di accennare qualche risposta a queste domande.

 

11 20

DIEGO NAPOLITANI: PREMESSE PER UNA SCIENZA DELLA COSCIENZA

Laurea in Medicina nel 1951; Specializzazione in Neuroendocrinologia nel 1956; Specializzazione in Malattie nervose e mentali nel 1964; membro della Società Psicoanalitica Italiana dal 1962 al 2000 (anno in cui ha dato le dimissioni). Ha fondato e diretto due comunità terapeutiche per psicotici: la Comunità Omega, in regime privato, dal 1964 al 1975, e “Villa Serena” dell’Amm.ne Pr.le di Milano dal 1968 al 1975. Nel 1973 ha fondato l’Associazione Milanese Analisti di gruppo (A.M.A.G.), la cui ragione sociale è stata trasformata in Società Gruppoanalitica Italiana (S.G.A.I.) nel 1982: attualmente si articola in tre sedi regionali, Milano, Roma e Torino. È direttore della Scuola di Formazione in Psicoterapia Gruppoanalitica riconosciuta dal MIUR. Ha pubblicato tre libri: Di palo in frasca, ed. Corpo 10, 1986; Individualità e gruppalità, ed. Bollati Boringhieri, 1987; Fra-menti, ed. Franco Angeli, 1998.

PREMESSE PER UNA SCIENZA DELLA COSCIENZA

«Mentre nella psicologia della coscienza non si è mai andati oltre a quelle serie lacunose di fenomeni, che palesemente dipendono da qualcos’altro, l’altra concezione, quella secondo cui lo psichico è di per sé inconscio, ha permesso di sviluppare la psicologia fino a farne una scienza naturale come tutte le altre.» (S. Freud, Compendio di psicoanalisi, 1938). Attraverso questo brano Freud sancisce come “Compendio” della sua intera esistenza di ricercatore l’ideale scientifico da cui è stato guidato nella costruzione della sua psicoanalisi. L’applicazione di quell’ideale all’esistenza umana ha ridotto la coscienza ad “un organo di senso degli eventi psichici” che sono quindi oggetto tra gli oggetti, pura res extensa analizzabile con concetti ipotetici nell’attesa che la scienza fisiologica arrivi a definirli e curarli con criteri e strumenti sperimentali. Compare oggi un nuovo ideale scientifico a cui corrispondono concetti chiave quali complessità, emergenzialità, casualità, sistemi complessi, relatività come relazionalità strutturale e simili, e questa “rivoluzione” mette in crisi la spaltung tra res extensa e res cogitans e quindi la radicale dicotomia tra scienze della natura e scienze della cultura. Il ponte che si disegna tra le due sponde è l’esperienza di soggetto cosciente: co-scienza significa un sapere che comprende soggetto e oggetto come inscindibile unità. Nel campo psicologico sono “pontieri” coloro che traducono nella prassi clinica quella “scienza della coscienza” da quasi 150 anni enunciata, già fattualmente presente in tanti ambiti della scienza della natura e nelle discipline antropologiche, ma ancora ai margini della psicologia clinica, tuttora egemonizzata dalla “scienza dell’inconscio” e suoi equivalenti.

 

11.40

MAURO FORNARO: UN’EPISTEMOLOGIA PER LA CLINICA O NON PIUTTOSTO UNA CLINICA PER L’EPISTEMOLOGIA? 

Attualmente è ordinario di Storia delle Scienze psicologiche presso la Facoltà di Scienze sociali dell’Università di Pescara Chieti e tiene un incarico di Psicologia clinica presso la Facoltà di Scienze politiche nell’Università del Piemonte Orientale. Di formazione filosofica, psicologo e psicoterapeuta, autore di un centinaio di pubblicazioni, si è occupato principalmente di storia ed epistemologia della psicoanalisi (volumi su Hartmann, Klein, Lacan, Bion, Kohut); ha poi lavorato sul rapporto tra psicoanalisi ed etica, tra psicoanalisi e correnti di psicologia (gestaltismo, cognitivismo), inoltre sul problema mente-corpo nell’ottica psicoanalitica (un volume in collaborazione). In psicologia ha condotto altresì ricerche sulla psicologia delle folle, nonché sulla questione dell’aggressività (un volume antologico). Ha pure insegnato in scuole di psicoterapia.

UN’EPISTEMOLOGIA PER LA CLINICA O NON PIUTTOSTO UNA CLINICA PER L’EPISTEMOLOGIA? 

L’amplissima messe di studi epistemologici sulla psicoanalisi in generale e sulla clinica psicoanalitica in particolare ha accompagnato lo sviluppo novecentesco dell’epistemologia, in un confronto di volta in volta con positivisti, neopositivisti, popperiani, post-neopositivisti ecc. Ma sia le severe e ancora recenti critiche di un Grünbaum, sia le epistemologie più “liberal” dei post-neopositivisti – tutti provenienti dalla tradizione delle scienze “dure” – poco hanno sortito nella prassi clinica. Piuttosto la maggior parte degli psicoanalisti/psicoterapeuti, malauguratamente o fortunatamente a seconda dei punti di vista, è andata per la sua strada: teorie e pratiche, per lo più sorde ai richiami al rigore scientifico degli epistemologi, hanno continuato a fiorire in maniera impressionante. Se dunque l’operazione di filtraggio della psicoanalisi in toto attraverso quelle epistemologie si è rivelata in sostanza sterile (fermi restando i vantaggi locali nella variegata area dei fautori della cosiddetta “verifica empirica”), non è forse il caso di rovesciare il punto di vista e chiederci se e quale modello di scienza, se e quale epistemologia possa sortire dal vivo della prassi terapeutica (psicoanalitica e non)?

 

 

12 30

PRANZO

 

14-17

WORKSHOP: INTEGRAZIONE NELLA PSICOTERAPIA

 

SANTA BATTISTELLI – EDDA DI TARDO: PSICOTERAPIA INTEGRATA CON L’ENNEAGRAMMA

SANTA BATTISTELLI

Psicologa, psicoterapeuta, supervisore associato della F.I.S.I.G., docente e supervisore presso l’Istituto per la Formazione di Psicoterapeuti e Counselors A.S.P.I.C. Presidente del Comitato Scientifico della A.E.M.e.F. (Associazione Europea Mediatori Familiari). Conduce gruppi ed esercita la libera professione a Roma dove risiede.

EDDA DI TARDO

Psicologa, psicoterapeuta. Didatta e supervisore accreditato all’interno del gruppo A.S.P.I.C. sul territorio nazionale. Operatore di supporto psicopedagogico presso l’Accademia Europea C.R.S. I.D.E.A. (Centro Ricerche e Studi-Istituto Dinamiche Educative Alternative) di Dalmine (Bergamo). Dal 1990 al 2000 segue corsi di formazione e specializzazione sull’enneagramma con Claudio Naranjo in Italia e all’estero. Dal 1998 è presidente dell’A.S.P.I.C. Counseling e Cultura di Bologna.

PSICOTERAPIA INTEGRATA CON L’ENNEAGRAMMA

All’interno di una cornice umanistico-esistenziale, il lavoro di gruppo si sviluppa in una sperimentazione di matrice gestaltica integrata con la conoscenza dell’enneagramma. In questa mappa, la personalità è vista come un sottosistema psichico costituito da condizionamenti cognitivi, emotivi e comportamentali che interagiscono con l’autoregolazione organismica. L’enneagramma costituisce, nell’ambito della ricerca spiritualistica delineata da G.I. Gurdjieff e C.Naranjo, uno degli strumenti più attuali ed appassionanti di autoanalisi e di studio della personalità. Attraverso un lavoro corporeo che privilegia la danza come mezzo espressivo, i partecipanti incarnano i messaggi profondi che provengono dal corpo per poterli vivere e utilizzare nella trasformazione del sé essenziale. La dimensione gruppale viene utilizzata per esplorare possibili automatismi e passare alla dinamica intersoggettiva attraverso l’ascolto meditativo.

 

FLAVIA GERMANO: INTEGRARE IL COACHING NEI PERCORSI DI PSICOTERAPIA

Life-coach e psicoterapeuta, si è specializzata al McLean – Harvard Medical School di Boston e presso l’A.S.P.I.C. di Roma. Oltre aver pubblicato con E. Giusti, Etica del con-tatto fisico, Terapia della rabbia e Psicoterapeuti generalisti, ha recentemente pubblicato nell’ambito del coaching il manuale di Microcounseling e Microcoaching e L’approccio psicoterapia, counseling e coaching.

INTEGRARE IL COACHING NEI PERCORSI DI PSICOTERAPIA

Il coaching continua a espandersi sempre più anche in Italia e non solo nell’ambito sportivo e aziendale, ma anche come “life coaching”. Quest’ultimo fa riferimento a una vastità di modelli: la psicologia positiva, la psicologia della salute, il cognitivo-comportamentismo, la psicologia umanistica-esistenziale, la P.N.L. (PsicoNeuroLinguistica), l’A.T. (Analisi Transazionale), ecc. e in questo senso potrebbe essere definito come un approccio integrato con tecniche e metodologie specifiche. L’obiettivo del workshop consisterà – dopo aver messo a fuoco diversità e punti in comune tra coaching e altre relazioni d’aiuto – nello scoprire come sia possibile un utilizzo dei suoi peculiari strumenti all’interno di un percorso psicoterapeutico, in modo da crearlo ancora più su misura del cliente, rendendo quindi l’intervento più efficace ed efficiente.

 

MARCO GIANNINI – ALESSIO GORI: PSYCHOLOGICAL  TREATMENT INVENTORY - PTI: UNO STRUMENTO PER LA PIANIFICAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL TRATTAMENTO PSICOLOGICO.

MARCO GIANNINI

Attualmente è ricercatore di Psicometria presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze dove insegna Test Psicologici e Teoria e Tecniche dei Test. Psicologo e psicoterapeuta di formazione junghiana, ha poi rivolto la propria attenzione verso il modello cognitivo-comportamentale ed eclettico-integrato. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche e si è occupato principalmente di metodi e strumenti di valutazione. Recentemente i suoi interessi di ricerca sono rivolti all’integrazione teorica dei modelli e alla valutazione degli esiti della psicoterapia. È socio fondatore e vice-presidente della Scuola di Psicoterapia Comparata.

ALESSIO GORI

Attualmente è dottorando in Psicologia, presso la Scuola di Dottorato in Psicologia dell’Università degli studi di Firenze. Psicologo, è iscritto al corso quadriennale in Psicoterapia Comparata, presso la S.P.C. di Firenze. Attualmente i suoi interessi di ricerca riguardano l’assessment e l’integrazione teorica dei modelli in psicoterapia.

PSYCHOLOGICAL  TREATMENT INVENTORY - PTI: UNO STRUMENTO PER LA PIANIFICAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL TRATTAMENTO PSICOLOGICO.

Costruire uno strumento per l’assessment, che allo stesso tempo possa essere utile per valutare l’effetto di un trattamento, pur essendo un compito difficile da realizzare potrebbe rivelarsi un progetto di evidente utilità. Le ricerche più complete sulla psicoterapia dei disturbi di personalità sono quelle che riescono a seguire il paziente con lo stesso strumento, dalla diagnosi all’esito (Monti e Acquarini, 2006; cit. in Dazzi, Lingiardi e Colli, 2006, p. 221), senza contare i vantaggi che l’utilizzo di una sola misura comporta. In questo senso, in fase di costruzione dello strumento, si può intuire l’importanza di individuare

i diversi livelli dell’outcome (Hoagwood et al., 1996; Kazdin e Kendall, 1998) e quelle dimensioni che possono essere utili nel rilevare i cambiamenti strutturali che avvengono nel paziente; cambiamenti intesi non solo in termini sintomatologici ma anche in termini di organizzazione di personalità, di atteggiamenti, di strategie personali (coping), di adattamento, di qualità di vita e di miglioramento dei processi cognitivi. Visti i contributi offerti da un approccio scientifico alla psicoterapia (Damasco, 2003; Fonagy, 2002; Kandel, 1999; Lambert, 2005; Panksepp 2005), sarebbe opportuno e utile poter utilizzare una misura oggettiva per l’assessment e per la valutazione dell’esito che oltre alle proprietà psicometriche abbia anche validità clinica.

 

ANTONIO IANNAZZO: PIANI DI TRATTAMENTO IN PSICOTERAPIA PLURALISTICA INTEGRATA

Psicologo, psicoterapeuta individuale e di gruppo. Da diversi anni impegnato nell’approfondimento degli approcci integrati (Psicoterapie Integrate, con Giusti e Montanari, Masson, 2004; Psicodiagnosi itegrata, con Giusti e Montanari, Sovera, 2006). Docente in alcune scuole di specializzazione per psicoterapeuti (A.S.P.I.C., C.S.T.G.); didatta e supervisore nei corsi per counselor. Sta terminando la formazione come conduttore di Gruppi Balint-Analitici.

PIANI DI TRATTAMENTO IN PSICOTERAPIA PLURALISTICA INTEGRATA

Un incontro efficace ed efficiente tra piani di trattamento, interventi costruiti a misura del cliente e attenzione alla dimensione relazionale intercetta una delle sfide importanti dell’immediato futuro per la psicoterapia. Si tratta di progettare, costruire e realizzare piani terapeutici di qualità, avendo in mente delle linee guida che possano orientare il trattamento senza mai perdere di vista gli aspetti peculiari della persona e prestando attenzione alla relazione con l’alterità. La psicoterapia è un’arte intersoggettiva all’interno di un perimetro scientifico in cui due umane presenze si incontrano per collaborare verso obiettivi di cambiamento. In tutto questo non si può dimenticare la Teoria della Complessità di Morin, che ruota attorno a tre cardi-ni fondamentali per la psicoterapia: cambiamento/trasformazione, molteplicità e ricorsività/circolarità. Le psicoterapie integrate stanno concentrando i loro sforzi proprio in questa direzione, con l’intento di superare i limiti delle scuole classiche, tenendo così conto della complessità dell’essere umano, in una dimensione olistica, come superamento della scissione dell’uomo nei suoi registri (affettivo, cognitivo, comportamentale, ecologico…). Il workshop esperienziale ha l’obiettivo di proporre degli spunti di riflessione sulla possibilità di incrociare le tre variabili sopra citate (piani di trattamento, interventi individualizzati e costruzione della relazione). L’aspetto esperienziale sarà integrato con il riferimento agli aspetti teorici.

 

ELVINO MIALI: COME STIMOLARE AFFETTIVAMENTE IL CAMBIAMENTO

Medico Psicoterapeuta è Presidente dell’Associazione A.S.P.I.C. Counseling e Cultura di Venezia, per la quale svolge attività di responsabile didattico, trainer e supervisore del Master “Gestalt Counseling”. Di formazione eclettica, ha approfondito studi sulla Medicina Omeopatica e sulla Medicina Tradizionale Cinese. Svolge l’attività di psicoterapeuta individuale e di gruppo integrando vari modelli tra cui: la Terapia Centrata sul Cliente, Gestalt Therapy, PNL, EMDR.

COME STIMOLARE AFFETTIVAMENTE IL CAMBIAMENTO

In psicoterapia e nel counseling è sempre maggiore l’esigenza degli operatori del settore di superare le barriere tra modelli teorici ricercando ove possibile una integrazione operativa. I vantaggi di questa soluzione stanno nell’adattare il proprio intervento al cliente, tenendo conto della sua personalità, del suo grado di reattanza e del suo stadio di cambiamento (Prochaska). In questo contesto il dibattito sulla direttività/non direttività dello psicoterapeuta si centra più su quale modello usare in quale stadio e in quale relazione terapeuta/cliente. La Programmazione Neurolinguistica, nota soprattutto per i suoi interventi tecnici e mirati sulla soluzione, diventa uno strumento ancora più efficace se associata alle modalità più “umanistiche” di altri modelli. Robert Dilts è tra i fondatori della Programmazione Neurolinguistica colui che ha posto maggiormente in risalto nel suo lavoro col cliente la necessità di integrare accoglienza ed accettazione a stimolo al cambiamento promuovendo la figura dello psicoterapeuta, counselor o coach come uno sponsor del cliente. Attività previste nel laboratorio esperienziale: Il cerchio dell’eccellenza; Due futuri possibili per trovare consapevolezza e mo-tivazione; Integrazione di convinzioni contrastanti; Individuare dei mentori interiori.

 

ANDREA PAGANI: LA SUPERVISIONE CLINICA RIVISITATA DA UNO PSICOTERAPEUTA INTEGRATO

Psicologo, psicoterapeuta ad indirizzo umanistico integrato. Libero professionista, si occupa di psicoterapia individuale, di gruppo e di coaching. Docente presso la Scuola Superiore Europea di Counseling Professionale A.S.P.I.C., presso il Master in Mediazione Familiare MEDIARE, e presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo. Direttore della Scuola Popolare di Musica di Donna Olimpia di Roma, nella quale insegna trombone e dirige la Big Band.

LA SUPERVISIONE CLINICA RIVISITATA DA UNO PSICOTERAPEUTA INTEGRATO

Con il sempre più largo utilizzo della supervisione come strumento di formazione e supporto, le professioni della relazione d’aiuto sono entrate nella loro fase più matura. Attraverso questo mezzo si va affermando con chiarezza la fallibilità del professionista, che precedentemente è stato vissuto dall’immaginario collettivo come un individuo con problemi individuali risolti. In questo quadro lo stesso vissuto dell’esperienza della supervisione è spesso, per il supervisionato, fonte di sentimenti contrastanti. Se da un lato c’è la comprensione della utilità dello strumento, come veicolo di sostegno psicologico e fonte di preziosi consigli per la pratica professionale, dall’altro vi può essere la presenza di stati d’ansia e di paure rispetto al giudizio sulle proprie capacità e competenze. La supervisione pluralistico-integrata viene organizzata in base ad un piano logico, strutturato e contemporaneamente flessibile, nel quale sono presenti: una base teorica estesa, aperta a concetti ed ipotesi appartenenti a territori diversi tra loro; un approccio sistematico nell’articolare e pianificare strategie ed interventi; un’attenzione costante a quelli che sono i fattori comuni riferibili non solo al setting terapeutico, ma anche a quello di supervisione. In questo workshop, utilizzando un’ottica integrata, i partecipanti verranno coinvolti nell’esplorazione di vissuti e fantasie maggiormente frequenti all’interno della supervisione che possono ostacolare il processo stesso.

 

ISABELLA PIOMBO: L’ARTETERAPIA, UNA INTEGRAZIONE CREATIVA NEI TRATTAMENTI TERAPEUTICI
Bambina vivacissima, adolescente malinconica, ragazza arrabbiata, sindacalista e femminista, mamma e professionista quasi nonna. Arti-sta per temperamento, grafica e art director, psicologa della Gestalt professione, integra creativamente bisogni e passioni per attraversare la propria vita cercando di diventare sempre più se stessa. Ha progettato e dirige dal 1996 il Master in Arteterapie e Counseling l’A.S.P.I.C., autrice di articoli e testi di settore, lavora in individuale, con piccoli e grandi gruppi, svolge attività di supervisione, ha fondato un’Associazione per diffondere e praticare le Arteterapie.

L’ARTETERAPIA, UNA INTEGRAZIONE CREATIVA NEI TRATTAMENTI TERAPEUTICI
Parleremo della terapia mediata dall’arte, arte intesa come l’uso delle arti, di tutte le Arti, dalla poesia alla pittura, dalla danza al teatro e alla musica e a tante altre strategie come l’uso del cinema o della fotografia; abilità “artigiane”, artistiche appunto e quindi caratterizzate dalla capacità di avere cura e creatività nel proprio prodotto sia esso un’opera o il proprio cliente. Perché è la relazione che co-creiamo, la nostra opera d’arte nel setting terapeutico. In tale accezione “cura” sta per apprendimento paziente, sperimentazione, aggiornamento puntuale, verifica dei trattamenti basati sull’evidenza, mentre “creatività” sta per fluidità di pensiero, flessibilità, originalità, elaborazione e uso consapevole del principio di piacere. Un mixer davvero impegnativo che prevede in tutti i paesi, dall’Europa agli Stati Uniti e all’America Latina quattro anni di specializzazione. Sperimenteremo alcune modalità per suscitare nei professionisti del sostegno una forte motivazione all’approfondimento e ad impegnarsi in una integrazione al personale modello di appartenenza: creatività è proprio «la capacità di far uso di una o più qualità per costruire un oggetto più complesso» (S. Arieti, p. 377). Quale migliore metafora per dire che possiamo utilizzare due o più paradigmi scientifici per facilitare nei nostri clienti la graduale costruzione di una personalità più evoluta? Come, quando, con chi utilizzare l’Arteterapia: una carrellata di situazioni, da quelle ludiche e ricreative ai trattamenti studiati per i malati terminali, ove cura è ricerca di qualità della vita nel “qui e ora”, di senso piuttosto che di guarigione, utilizzando le emozioni della vita e della morte come l’arte sa fare da millenni, una terapia per l’anima attraverso il corpo.

 

CARMINE PIROLI: L'INTEGRAZIONE DEL CORPO NEI TRATTAMENTI TERAPEUTICI

Psicologo e terapeuta psicocorporeo, supervisore e trainer in Body-Mind Integration. Docente A.S.P.I.C. Direttore dei corsi di formazione in Body Mind Counselling/Therapy e Counselling nei Sistemi Intimi e Iden-tità di Genere. Conduce stage e seminari residenziali in Pelvic-Heart, Energetic, e Postural Integration, e gruppi e sessioni individuali di evoluzione e crescita personale. Autore del libro in press Il corpo in psicoterapia e nel Counseling.

L'INTEGRAZIONE DEL CORPO NEI TRATTAMENTI TERAPEUTICI

Il lavoro sul/con il corpo in terapia psicocorporea permette di focalizzare l’attenzione sulla persona nella sua interezza di corpo-mente. Il corpo e la mente funzionano in modo unitario quando stiamo bene, viceversa in modo disfunzionale o scisso quando la nostra sfera emotiva è disturbata. Focus del workshop è far sperimentare come integrare corpo-mente-emozioni abbia un effetto sulla qualità della vita, in quanto permette di tornare in contatto col proprio corpo, imparando a sbloccare la propria energia. Rientrando in contatto con il corpo è possibile riappropriarsi dei propri ricordi, dei propri dolori, delle proprie gioie e quindi di se stessi. Si osserverà e promuoverà un processo di consapevolezza su com’è la respirazione, come è organizzato il corpo, quali le contratture, i blocchi, quali sono i propri modelli di movimento e in che relazione essi sono con le emozioni, facilitandone l’espressione e accedendo così ad aree profonde della nostra coscienza. Tramite respiro, movimento, contatto, espressione ed elaborazione emotiva ci si pone l’obiettivo di ridare stabilità e armonia alla persona.

 

PAOLA PROSPERI: TRATTAMENTI INTEGRATI PER BAMBINI E ADOLESCENTI AL LIMITE

Psicologa clinica e di comunità, psicoterapeuta, si occupa di attività clinica, formazione aziendale e scolastica; conduce corsi di training autogeno, autostima ed assertività; lavora con gruppi di crescita personale per adulti e gruppi espressivi per bambini e adolescenti. Si occupa di formazione per counselor.

TRATTAMENTI INTEGRATI PER BAMBINI E ADOLESCENTI AL LIMITE

Lavorare con bambini e adolescenti difficili, “al limite”, è contemporaneamente un’esperienza magnifica e dolorosa. Magnifica perché si viene a contatto con un mondo ricco di emozioni, di dolcezza, e contemporaneamente, però, se ne percepisce la fragilità, l’emarginazione, la tristezza. Nella mia esperienza lavorativa ho avuto modo di lavorare con gruppi di bambini e adolescenti iperattivi, con disturbi oppositivi e della condotta, con disturbo borderline e con depressione, con bambini abusati. Entrare a contatto con i loro vissuti di trascuratezza, di mancanza di protezione, di sfiducia nei confronti del mondo in ge-nerale, ed in particolare degli adulti, è un lavoro difficile e delicato. Quando, però, si riesce a stabilire l’alleanza, e facendo leva sulle grandi risorse e qualità dei nostri piccoli clienti, questo lavoro può portare a esperienze emotive riparative, all’acquisizione di comportamenti efficaci, all’apprendimento di strategie cognitive adeguate, quindi ad un funzionamento più adattivo che potrà favorirli nel divenire degli adulti più “sani” e soprattutto meno sofferenti. Il workshop offre l’opportunità di lavorare sulle emozioni, sull’autostima, sulle competenze relazionali, sul ciclo del contatto e sui confini anche attraverso l’arteterapia e le tecniche di creatività.

 

 

 

 

VERONICA ROSA: IL SOGNO GESTALTICO COME STRUMENTO DI INTEGRAZIONE IN PSICOTERAPIA

Psicologa clinica e di comunità, psicoterapeuta. Già professore a contratto per l’Insegnamento di Psicologia di Comunità, Facoltà di Psicologia è attualmente professore a contratto per l’insegnamento di Psicologia Clinica, II Facoltà di Medicina e Chirurgia, “La Sapienza”, Roma. Direttrice didattica del Master in Counseling Aziendale e didatta presso la Scuola Quadriennale di Formazione Psicoterapeuti dell’A.S.P.I.C. Formatrice e consulente aziendale.

IL SOGNO GESTALTICO COME STRUMENTO DI INTEGRAZIONE IN PSICOTERAPIA

A partire dal suo fondatore (Perls, 1893 - 1970), la Gestalt ha mantenuto fede, nel lavoro con i sogni, alla focalizzazione sul qui e ora, ponendo in secondo piano l’interpretazione e il ricorso all’inconscio. Perls sosteneva che tutte le parti del sogno rappresentano parti di sé e che hanno bisogno di essere portate alla luce per divenire un tutto integrato. In questo senso definì il sogno “la via regia per l’integrazione”, convinto che le persone dovessero integrare tutte le parti scisse della loro personalità. Per ottenere ciò e per evitare di interferire con la possibilità degli individui di arrivare, nel proprio ed unico modo, alla conoscenza personale e all’esperienza profonda della propria interiorità e del proprio , indirizzava i clienti a mettere in atto tutte le parti dei propri sogni, raccontandole al presente, in modo da ritornare nell’esperienza del sogno e lavorare con le corrispondenti emozioni e conflitti. Il processo di integrazione e crescita personale nasce, infatti, dall’entrare in contatto, del soggetto, con le figure del sogno per sapere in quale modo esse gli appartengono, operazione che implica, oltre la rappresentazione onirica delle parti di , la rappresentazione del modo di essere nel mondo del soggetto. Il sogno, sostiene Perls, è «l’espressione più spontanea dell’esistenza dell’essere umano… è un’opera d’arte», in cui ci sono sempre movimenti, scontri, incontri e ogni altro genere di

cose, che si manifestano senza che la volontà dell’individuo possa intervenire.

        

ENRICHETTA SPALLETTA: TRATTAMENTI INTEGRATI PER ATTACCAMENTI TRAUMATICI E AMBIVALENZA RELAZIONALE

“LA DISTANZA PIÙ LUNGA  DA ATTRAVERSARE NELLA VITA PUÒ RISULTARE QUELLA CHE SEPARA  L’IO DAL TU”

Psicologa, psicoterapeuta e supervisore clinico presso l’A.S.P.I.C. di Roma, dirige i Master in Counseling per l’Età Evolutiva, in MentalCoaching e il Corso di Formazione in Counseling e Cibo. Ha pubblicato diversi articoli di ricerca scientifica, coautrice dei testi La Supervisione Clinica Integrata, Counseling Scolastico Integrato, MicroCounseling e Micro-Coaching, manuale operativo di strategie brevi per la motivazione al cambiamento.

TRATTAMENTI INTEGRATI PER ATTACCAMENTI TRAUMATICI E AMBIVALENZA RELAZIONALE

“LA DISTANZA PIÙ LUNGA  DA ATTRAVERSARE NELLA VITA PUÒ RISULTARE QUELLA CHE SEPARA  L’IO DAL TU”

Nell’elaborazione delle dinamiche relazionali caratterizzate da conflittualità e ambivalenza si utilizza l’approccio integrato per sviluppare una complementarietà sinergica compatibile con le aspettative interpersonali definite dalle mappe degli attaccamenti primari. Imprevedibilità, intrusività, incoerenza, negligenza, ostilità, depressione, lutti irrisolti delle figure di riferimento dell’infanzia diventano esperienza mnemonica traumatica che distrugge le risposte relazionali fisiologiche e alimenta l’ambivalenza nelle relazioni. La rigida connessione di assunti dolorosi dell’Io con il Tu viene sciolta attraverso una sintonizzazione riparatoria delle interazioni. La selezione di tecniche specifiche facilita la personalizzazione cognitivo-emotivo-esperienziale del processo psicoterapeutico.

 


 

SABATO 19 APRILE

 

09 00

GILBERTO DI PETTA: DASEINSANALYSE E GRUPPENDASEINSANALYSE: LA SVOLTA TERAPEUTICA DELLA FENOMENOLOGIA

Medico, specialista in neurologia e psichiatria. Allievo di B. Callieri. Dirige l’UO di Comorbilità Psichiatrica, Centro Diurno “Giano”, Area Dipendenze Patologiche ASLNA3. Docente di “Psicoterapia Fenomenologica” Presso l’ICP di Padova. È relatore in convegni nazionali ed internazionali, in tema di Psicopatologia fenomenologica, Medicina delle farmaco tossicodipendenze e Psicopatologia delle tossicomanie. Conduce un programma di intervento centrato sull’applicazione della psichiatria e della psicopatologia fenomenologiche agli ambiti della presa in cura istituzionale di pazienti tossicomani in comorbilità psichiatrica. È formatore-supervisore di équipe in varie ASLitaliane. Supervisore della Comunità Terapeutica “S. Onofrio”, di Termini Imerese (Palermo). Autore di (1994), Il manicomio dimenticato; (1995), Senso ed esistenza in Psicopatologia; (1999) Il Mondo sospeso; (1999), Lineamenti di Psicopatologia fenomenologica; (2003), Il Mondo vissuto; (2004), Il mondo tossicomane; (2005), Esistenza e delirio; (2006), Gruppoanalisi dell’esserci. Collabora alla rivista Passages.

DASEINSANALYSE E GRUPPENDASEINSANALYSE : LA SVOLTA TERAPEUTICA DELLA FENOMENOLOGIA.

L’obiettivo è quello di incarnare l’approccio fenomenologico-esistenziale (binswangeriano) in una più esplicita forma di psicoterapia, contestualizzata nella contemporaneità, tra operatori e utenti di Servizi sociosanitari pubblici, sul fronte della tossicomania (pura) e della tossicomania complicata da comorbilità psichiatrica. La peculiarità dell’approccio descritto in questo lavoro è la valorizzazione del vissuto gruppale condiviso quale modalità terapeutica principale di trattamento dei pazienti gravi e, al tempo stesso, di formazione degli operatori coinvolti nel discorso e nella pratica della cura. Rispetto alla Daseinsanalyse, la decisa novità dell’approccio descritto in questo articolo consiste nell’applicazione della fenomenologia, oltre e al di là della coppia classica terapeuta-paziente, ad un insieme di persone (Wirheit) definito gruppo, costituito da operatori (terapeuti) e da utenti (pazienti), all’interno del quale, per la peculiare atmosfera (Stimmung) che si viene a creare, si elidono le differenze di ruolo tra operatore e utente, tra medico e malato, tra tossico e lucido, tra psicotico e normale, in favore dell’emergenza delle loro proprie strutture esistenziali di presenze-al-mondo (in-der-Welt-sein). Viene a mancare, quindi, nello scambio emotivo reciproco, in ottemperanza ad una messa tra parentesi radicale, il ruolo definito del terapeuta e, con esso, anche l’apparato metapsicologico e interpretativo che contrassegna il conduttore di gruppi di qualsivoglia altra formazione. Questo significa, concretamente, che alle esperienze vissute (Erlebnisse), colte e contestualizzate nella loro essenza formale (Gestalt), viene data  possibilità di ricombinarsi in maniera libera, secondo il puro e, solo apparentemente caotico, dispiegarsi dei propri reticoli intenzionali (Mit-erlebnisse). Il modo fondamentale di questa del tutto nuova pratica terapeutica fondata rigorosamente sulla fenomenologia daseinsanalytica è l’incontro autentico (Begegnung), condizione (apriori) di possibilità della cura, avverantesi, al centro del gruppo, carne ed ossa della relazione intersoggettiva, come evento cruciale impregnato del massimo significato possibile.

 

09 20

MARIO ROSSI MONTI - STEFANO BLASI: UNA BUSSOLA PER L’EMPATIA

MARIO ROSSI MONTI

Laureato in medicina, specialista in psichiatra, è Membro Associato della Società Psicoanalitica Italiana. Ordinario di Psicologia Clinica è Presidente del Corso di Laurea Specialistica in Psicologia Clinica presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Università di Urbino. Dal 2000 è Direttore di un Corso di Perfezionamento Universitario in Psicologia Clinica orientato verso la psicopatologia fenomenologia e la psicoanalisi. Oltre ad una serie di contributi pubblicati su riviste nazionali, internazionali o su altri volumi ha pubblicato: Maternità come crisi, (con Adolfo Pazzagli e Paola Benvenuti), Il Pensiero Scientifico, 1981; Dopo la schizofrenia (con Arnaldo Ballerini), Feltrinelli, 1983; La conoscenza totale, il Saggiatore,1984; La vergogna e il delirio (con Arnaldo Ballerini), Boringhieri,1990; Forme del delirio e psicopatologia, Cortina,, 2008. Ha curato inoltre: Manuale di Psichiatria nel Territorio,Fioriti, 2007; Psicopatologia della Schizofrenia. Prospettive metodologiche e cliniche (con Giovanni Stanghellini), Cortina, Milano, 1999; Percorsi di psicopatologia. Fondamenti in evoluzione, Angeli, 2001

STEFANO BLASI

Psicologo, dottorando in Scienze Psicologiche presso l'Università di Urbino, specializzando in psicoterapia presso la Scuola Bolognese di Psicoterapia Cognitiva, C.T.U. presso il Tribunale di Ancona, collabora a vari progetti sulla valutazione empirica delle psicoterapie, si occupa di validazione di test psicologici presso la Clinica Psichiatrica dell'Ospedale Umberto I di Ancona, esercita attività clinica presso il "Centro Adolescenti" dell'Ospedale Umberto I di Ancona. Ha curato il numero 32 della rivista "Psicoterapia": fascicolo monografico in memoriam di Jerome Frank; ha pubblicato il libro: "I fattori terapeutici della psicoterapia" (con Marco Casonato, QuattroVenti, 2005), vincitore di una speciale menzione di merito al 3° Premio Scientifico in Psicologia e Psichiatria "Sante de Sanctis".

 

UNA BUSSOLA PER L’EMPATIA

In questo contributo viene preso in considerazione il problema della utilizzazione clinica dell’empatia. L’attenzione, più che sul difficile problema della definizione, si sposta sull’empatia come processo. In questa prospettiva si tenta di delineare una sorta di bussola dell’empatia che consenta al clinico di muoversi tenendo conto delle diverse polarità e dei differenti livelli in cui l’empatia si può declinare nel rapporto terapeutico. In particolare verranno prese (sinteticamente) in considerazione tre polarità: la polarità neurologico-esperienziale (passando per il livello corporeo); la polarità soggettivo-oggettivo; la polarità prossimale-distale.

 

09 40

GIOVANNI STANGHELLINI: PER UNA PSICOTERAPIA FENOMENOLOGICA

Medico psichiatra, è professore associato di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Chieti. Tra i suoi principali incarichi: co-editor della collana International Perspectives in Philosophy and Psychiatry (Oxford University Press), Associate editor della rivista internazionale Psychopathology, Fondatore e membro della Steering Committee dell’International Network for Philosophy and Psychiatry, Co-chair della World Psychiatric Association (WPA) Section on the Humanities e Chair della Association of European Psychiatrists (AEP) Section on Philosophy and Psychiatry. Ha pubblicato: Ossessione e rivelazione (con A. Ballerini, Bollati Boringhieri), Verso la Schizofrenia. La teoria dei sintomi-base (Idelson-Liviana), Antropologia della vulnerabilità (Feltrinelli), Anger and Fury (Karger), Psicopatologia della Schizofrenia. Prospettive metodologiche e cliniche (con Mario Rossi Monti, Cortina), Nature and Narrative (con K.W.M. Fulford, K. Morris, J.Z. Sadler, Oxford University Press), Disembodied Spirits and Deanimated Bodies (Oxford University Press; traduzione italiana Psicopatologia del senso comune, Cortina); autore di oltre 100 articoli su riviste nazionali e internazionali.

PER UNA PSICOTERAPIA FENOMENOLOGICA

La pratica psicoterapeutica, non di rado, sembra condividere con l’etica di senso comune una serie di presupposti, essendo entrambe orientate dal precetto “Conosci te stesso”. Questa massima è stata per secoli il paradigma della cura di sé, una prescrizione che suona: “Mettiti alla ricerca della tua identità nascosta!” e che ha incoraggiato una modalità di ricerca del proprio Sé rivolta a ciò che è assente piuttosto che presente. Le metafore spazio-temporali che sottendono la cura intesa in questo senso sono quelle della ricerca orientata verso il lontano (non il vicino), l’inaccessibile (non l’evidente), il remoto (non il presente). Una psicoterapia di ispirazione fenomenologica ribalta tutto questo. Si può tentare di illustrare questo ribaltamento tramite una serie di antinomie: Dietro/dentro: la cura fenomenologica non si indirizza a ciò che sta dietro i fenomeni della coscienza, bensì a ciò che sta dentro l’esperienza soggettiva, alla sue “pieghe”, avendo come fine non la scoperta di meccanismi di produzione del senso inconsci, bensì il dispiegamento dei fenomeni così come si danno alla coscienza in prima persona. Sotto/sopra: la cura fenomenologica non prende la direzione della profondità, di ciò che sta sotto, di ciò che è primario rispetto a ciò che è secondario, ma va alla ricerca di uno sguardo d’insieme sui fenomeni della coscienza, di una visione “panoramica” tramite la quale cogliere il senso nella rete di rapporti e di rimandi tra i fenomeni stessi resi evidenti da una prospettiva dall’alto. Unidirezionalità/bidirezionalità: la cura fenomenologica non usa l’interpretazione come strumento unidirezionale di sovrascrittura del senso che va dalla teoria generale al singolo caso, bensì usa l’interpretazione come sonda di una soggettività (quella del terapeuta) gettata in un’altra soggettività (quella del paziente) in un rapporto di circolarità e reciprocità che ha come obiettivo la co-costruzione di narrative condivise.

 

10 30

PAUSA

 

11 00

SALVATORE FRENI: LO JUNKTIM FREUDIANO NELL’ERA POSTMODERNA

Professore Associato confermato in Psicoterapia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano. Dal 1996 al 1997 e dal 2001 al 2002, direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università degli Studi di Milano. Dal maggio 2001 è direttore di Psichiatria 4, Unità di Psichiatria e Psicoterapia, dell’A.O. Ospedale Niguarda Cà Granda. Membro della Società Psicoanalitica Italiana. Nel 1996 socio fondatore e primo presidente della S.P.R.-Italia sezione italiana della S.P.R. (Society for Psychotherapy Research). Nel 1998 fondatore e direttore responsabile di “Ricerca in Psicoterapia”. Ha curato e presentato l’edizione italiana di diversi testi nel campo della ricerca sulla valutazione della psicoterapia e della moderna concezione della psichiatria dinamica integrata con la psicobiologia.

LO JUNKTIM FREUDIANO NELL'ERA POSTMODERNA

Lo junktim, termine che Freud prese in prestito dalla giurisprudenza, rappresenta, dagli albori della psicoanalisi, un pesante legato con cui il padre della psicoanalisi ci vincola ad un legame inscindibile tra teoria, ricerca e pratica clinica in psicoanalisi, tanto da influenzare a tutt’oggi la quasi totalità della ricerca in psicoanalisi fondata sulla interconnessione logico-formale tra modelli teorico-clinici, modelli di teoria della tecnica e modalità di scrittura dei casi clinici di tipo descrittivo; il giudizio circa la bontà di tali procedure è affidato al consenso del gruppo tra pari (cioè gli psicoanalisti stessi e, dopo Freud, tra gli psicoanalisti che condividono le stesse premesse di scuola). Si tratta sostanzialmente di procedure di ricerca euristica del tutto legittima e scientificamente valida fino a quando la distinzione tra scienze dure, o della natura, o misurabili quantitativamente ed obiettivabili mediante l’esperimento scientifico empiricamente fondato, e scienze umanistiche, o dello spirito, non matematizzabili, descrivibili soltanto per via narrativa, era netta e universalmente condivisa. Ma l’avvento del post-modernismo, la sovversione delle scoperte delle neuroscienze, l’affermarsi in campo medico e terapeutico in generale di una mentalità della medicina fondata sulla prova (sostanzialmente l’unica sostenuta dai sistemi di valorizzazione economica delle varie società assicurative nel campo della salute, soprattutto negli USA) ha determinato un radicale atteggiamento di contestazione della psicoanalisi come pratica terapeutica a favore degli approcci cognitivo-comportamentali che si sono prontamente dotati di modelli operativi facilmente dimostrabili con procedure di ricerca empiricamente fondata. In questo contributo voglio sostenere che lo junktim freudiano è tuttora valido, ma va inteso in senso moderno, scorporandolo nelle sue componenti, ciascuna delle quali ha una propria dignità scientifica, in modo da distinguere il piano della ricerca euristica da quello della ricerca empiricamente fondata, differenziando le possibili applicazioni teorico-pratiche di ciascuna e i relativi limiti in relazione all’oggetto di ricerca.

 

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LUIGI LONGHIN: OGGETTIVITA’ E ATTENDIBILITA’ IN PSICOANALISI

Laureato in Lettere e Filosofia 1972 (Università Cattolica di Milano). Corso triennale di specializzazione in Critica e tecnica del cinema (Università Cattolica-Milano 1975). Corso quadriennale di psicoterapia autogena e psicoterapie brevi - 1987. Docenza: Storia e Filosofia nella scuola secondaria di 2° grado statale (Licei Classico e Scientifico) dal 1972 al 1992; Epistemologia delle Scienze Umane - Psicologia dello sviluppo presso l’E.S.A.E. (Ente Scuola Assistenti Educatori - Scuola Regionale per Operatori Sociali - dal 2001 al 2004 Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano Fac. di Medicina e Chirurgia). Iscrizione Albo professionale n. 03/115-1990. Abilitato all’esercizio dell’attività psicoterapeutica e attivo come psicoterapeuta. Socio Ord. Opifer (Organizzazione di Psicoanalisti Italiani F & R). Socio Istituto Neofreudiano. Collaborazione a diverse riviste culturali - scientifiche: Bolletttino della Società Filosofica Italiana; Epistemologia - rivista di Filosofia della Scienza; Fenomenologia e Società; Gli Argonauti - psicoanalisi e società; Mimesis: Itinerari Filosofici; Neurologia Psichiatria Scienze Umane; Quaderni italiani di psichiatria; Segni e comprensione; The International Journal of Psychoanalysis. Pubblicazioni: Psicoanalisi e potere, Laterza, Bari, (1991); Alle origini del pensiero psicoanalitico, Borla Ed., Roma, (1992); Insegnare oggi, Borla Ed., Roma, (1994); Te-mi e Problemi in Psicoanalisi, Bollati Boringhieri, Torino, (1998); Sentieri della mente, Bollati Boringhieri, Torino, (2001); Il Coniglio di Alice, Ed. Florence Art., Firenze, (2002).

OGGETTIVITÀ E ATTENDIBILITÀ IN PSICOANALISI

Ogni scienza è in grado di rivendicare la propria oggettività, verificabilità o attendibilità e rigorosità se può far riferimento ai tre pilastri fondamentali ed indispensabili. Perché un sapere possa difinirsi scientifico occorre che possa disporre: di un proprio referente, di una modalità operativa con strumenti materiali e non, definiti “predicati operativi”, delle condizioni di verificabilità (o di attendibilità per le scienze umane e storiche). La psicoanalisi ha queste condizioni? Sì perché: ha un proprio referente, la realtà affettiva-emotiva conscia-inconscia; ha le modalità o predicati operativi che consistono nel controtransfert, ed ha criteri di attendibilità come tutte le scienze umane e storiche. Tali criteri permettono di verificare, ad esempio, in che modo e grado i disturbi mentali vengono eliminati.

 

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GIANFRANCO BASTI: LOGICA DELLA SCOPERTA E PARADIGMA INTENZIONALE NELLE SCIENZE COGNITIVE

Nato a Roma nel 1954 e ordinato sacerdote nel dicembre 1978, ha conseguito nel 1980 la licenza in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Nel 1984 si è laureato in filosofia presso l’Università Statale di Roma “La Sapienza”, con una tesi in filosofia della scienza, sull’approccio delle reti neurali al problema dell’intenzionalità cognitiva. Dal 2002 è professore ordinario di Filosofia della Natura e della Scienza presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense di Roma. Dal 1987 è stato prima professore incaricato ed ora invitato presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana dove offre corsi post-graduate sul rapporto mente-corpo e sui fondamenti della logica. È inoltre membro dell’ International Neural Network Society (I.N.N.S.), dell’I.E.E.E. (Computer Society e Neural Network Society) e dell’ International Society for Optical Engineering (S.P.I.E.). Nel 1995 ha ricevuto dalla INNS un Neural Network Leadership Award per i suoi studi nel campo. Autore di oltre 100 pubblicazioni di argomento scientifico e filosofico, attualmente i suoi interessi di ricerca sono rivolti, oltre che alle reti neurali e ai sistemi cognitivi, anche allo studio dei fondamenti della logica e della matematica. In questa veste, è stato co-fondatore nel 1997 presso la Pontificia Università Lateranense, dell’International Rese-arch Area on Foundations of the Sciences (I.R.A.F.S.), di cui è, dalla fondazione, direttore. È autore di quattro libri direttamente connessi col suo insegnamento universitario: Il rapporto mente-corpo nella filosofia e nella scienza (1991); Filosofia dell’uomo (1995; II ristampa 2003); Filosofia della natura e della scienza. Vol.I, I Fondamenti (2002) e, con A.L. Perrone, Le radici forti del pensiero debole: dalla metafisica, alla matematica, al calcolo (1996).

LOGICA DELLA SCOPERTA E PARADIGMA INTENZIONALENELLE SCIENZE COGNITIVE

L’inizio della scienza moderna fu caratterizzato dalla rivendicazione del carattere apodittico del metodo dimostrativo matematico-sperimentale delle “nuove” scienze naturali, che nell’antichità era stato appannaggio soltanto delle scienze metafisiche. Questo cambio di paradigma fu iniziato da Descartes, che rivendicò il carattere auto-evidente degli assiomi delle matematiche. Il completamento del cambio di paradigma si ebbe con Newton, che estese la fondazione nell’evidenza anche alla componente empirica delle scienze naturali. In tal modo queste due componenti dell’evidenza cosciente, la razionale e l’empirica, costituiranno i fondamenti della “rivoluzione copernicana” dell’apriorismo kantiano e con esso dell’epistemologia rappresentazionale moderna. Secondo i dettami del trascendentalismo kantiano il fondamento della verità si troverebbe appunto nell’evidenza, e dunque nell’autocoscienza del soggetto e non nell’essere dell’oggetto, come nel trascendentalismo del pensiero classico. Questo spostamento della fondazione della verità significò per la logica moderna la completa e definitiva dissoluzione di quella parte della logica stessa, greca e medievale, che con la terminologia di H. Reichenbach il neopositivismo del novecento ha definito “logica della scoperta”. Viceversa, una volta che l’epistemologia moderna delle origini, di Descartes, di Leibniz e di Kant, aveva ridotto l’atto logico di pensiero alla sola componente rappresentazionale auto-cosciente, la logica viene limitata allo studio delle sole procedure deduttive, alla “ logica della prova”. Secondo questo paradigma non esistono procedure logiche per lo studio di come le ipotesi vengono escogitate. La logica, in quanto scienza esclusivamente rappresentazionale, le suppone già costituite. Spetterà a Kurt Gödel riprendere in mano, da logico, e non da psicologo o filosofo, il tentativo di una logica della scoperta basata su quell’intrinseca “relazione-ad-oggetto” del simbolo logico che definiamo “intenzionalità”.

 

 

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PRANZO

 

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WORKSHOP: INTEGRAZIONE NELLA PSICOTERAPIA

 

OLIMPIA ARMENANTE – MARIA ROSARIA PALATTELLA: L’INTEGRAZIONE DELLE POLARITÀ EMOZIONALI NEI TRATTAMENTI ESPERIENZIALI

OLIMPIA ARMENANTE

Psicologa clinica e di comunità e Psicoterapeuta, vive e lavora a Pomezia, e svolge la sua attività professionale anche su Roma e nella provincia di Latina. Vice presidente dell’Associazione Counseling e Cultura di Aprilia. Si occupa di formazione in counseling e psicoterapia. Svolge attività clinica individuale e di gruppo. È autrice di articoli scientifici sugli interventi integrati relativi al trattamento dei disturbi alimentari.

M. ROSARIA PALATTELLA

Psicologa clinica e di comunità e psicoterapeuta vive e lavora nella provincia di Frosinone. Presidente dell’Associazione Counselling e Cultura di Sora (Frosinone), presso la quale attiva corsi di formazione e informazione rivolti al miglioramento della qualità della vita. Si occupa da anni di formazione in counseling e svolge attività clinica individuale e di gruppo.

L’INTEGRAZIONE DELLE POLARITÀ EMOZIONALI NEI TRATTAMENTI ESPERIENZIALI

Il workshop “Integrazione delle polarità emozionali” nasce con l’intento di dimostrare empiricamente l’efficienza degli interventi integrativi. Provare emozioni di aggressività e di amore contemporaneamente verso qualcuno può creare nella persona un disagio tale, da richiedere un intervento di psicoterapia. L’idea di approfondire questo aspetto nasce dalla nostra esperienza clinica, che ci porta nel processo terapeutico a far dialogare due o più parti del sé di una persona per giungere ad un equilibrio interiore. Il lavoro che esporremo ha due obiettivi: quello di dimostrare l’utilità clinica dell’integrazione e quello di evidenziare come attraverso il lavoro sugli assi delle polarità emozionali, l’integrazione delle emozioni contrapposte, crea un cambiamento negli schemi emotivi, nelle cognizioni e nel comportamento manifesto di un individuo. Attraverso modalità diverse (drammatizzazione, disegno, scrittura, sistemi rappresentazionali) i partecipanti divisi in sottogruppi sperimenteranno e individueranno le strategie più utili a raggiungere l’integrazione delle polarità emozionali individuate. È una esperienza utile per far sperimentare e consapevolizzare ad ogni membro del gruppo come modalità espressive diverse portano al raggiungimento dello stesso obiettivo: permettono la comunicazione e l’espressione delle diverse emozioni presenti nella persona. Tutto ciò, per essere considerato “vero” cambiamento, deve entrare in modo completo nel background di consapevolezza di ogni individuo. È un intervento che riassume in sé tutte le caratteristiche di un trattamento olistico. Proprio per questa completezza può offrire spunti ai terapeuti di diversi orientamenti per lavorare in modo integrato con le emozioni.

 

PATRIZIA BONVISSUTO: INTEGRARE RACCONTI, SOGNI, E ALTRE STORIE…

Psicologa e Psicoterapeuta gestaltica. Direttore della SiPGI, Scuola di Psicoterapia Gestaltica Integrata del Centro Gestalt di Genova e Presidente della Sede Territoriale di Genova dell’A.S.P.I.C. Dal 1991 si occupa di clinica e formazione. Nel suo approccio integra Gestalt Therapy, Analisi Transazionale, PNL e tecniche immaginative e da tempo ha approfondito l’uso in psicoterapia dei sogni e delle metafore.

INTEGRARE RACCONTI, SOGNI, E ALTRE STORIE…

Nel workshop verrà proposto l’approccio gestaltico integrato nel lavoro con le metafore, i sogni ed i racconti portati dai pazienti. Partendo dall’affermazione di Fritz Perls che tutto è proiezione, la potenza del lavoro è nella possibilità di aiutare la persona a “calarsi” dentro un’immagine di sé fino al momento inconsapevole. La forza delle immagini rende possibile specchiarsi nella rappresentazione per osservare da fuori, in una meta-posizione, le qualità e gli elementi che compongono l’immagine stessa. Il racconto, il sogno o la metafora diventano quindi un’immagine che il paziente proietta all’esterno, osservabile e manipolabile, con la quale entrare in un contatto pieno e vitale. Mettendo fuori da sé è possibile osservare cosa c’è dentro di sé. Qualunque rappresentazione venga scelta, metafora, sogno o racconto, questa parla delle innumerevoliparti che ci compogono. L’incontro con queste parti e con l’emotività che lo accompagna crea il terreno per progettare il cambiamento e per riassimilare parti del sé “pulite” da contenuti e condizionamenti che non sono propri. L’atteggiamento del professionista è un altro punto focale del lavoro con questo tipo di materiale. L’atteggiamento non giudicante e aperto ad ogni possibile immagine che il paziente propone, rispettoso del mondo fantastico interno dell’altro e del modo con cui questo viene rappresentato, consente al paziente, in un ambito sentito protetto, di esplorare ed accettare i contenuti sia emotivi che simbolici del proprio modo di essere creativo e di dare voce e figura alle sue parti interne, a volte percepite emotivamente come non piacevoli o disturbanti. Il workshop sarà esperienziale, con una breve introduzione teorica, e prevede che tutti i partecipanti possano lavorare all’interno del gruppo.

 

JOLANTA BURZYNSKA: L’INTEGRAZIONE DELL’ETICA TRA OPPORTUNITÀ, OPPORTUNISMO E SINCRETISMO

Medico psicoterapeuta diplomata all’A.S.P.I.C. Insegna deontologia professionale alla Scuola di Specializzazione per gli Psicoterapeuti A.S.P.I.C. e al Master in mediazione familiare. Vive a Siena, dove svolge l’attività privata di psicoterapeuta e consulente in medicina psicosomatica in uno studio associato di medicina generale.

L’INTEGRAZIONE DELL’ETICA TRA OPPORTUNITÀ,OPPORTUNISMO E SINCRETISMO

L’intervento è dedicato ad alcune riflessioni sull’etica della psicoterapia integrata. Mette in evidenza le difficoltà che potrebbe incontrare il terapeuta proprio a causa delle molteplici opportunità offerte dall’integrazione teorica e dall’eclettismo tecnico. L’adesione a più teorie di riferimento e l’uso delle tecniche derivanti da teorie diverse comporta il rischio del sincretismo che si può manifestare con un atteggiamento ambiguo verso gli assunti teorici contrastanti e con scelte terapeutiche arbitrarie. La possibilità di disporre di una vasta gamma di modalità d’intervento offre l’opportunità di trattare i casi più svariati e il vantaggio di poter adattare l’intervento ad ogni singolo paziente. Questo non deve far credere al terapeuta di poter affrontare qualunque problema o di poter accettare ogni cliente senza tener conto delle compatibilità personologiche e della propria esperienza. La pressione della concorrenza e le difficoltà di trovare una collocazione sul mercato potrebbero spingere il professionista a promuovere se stesso e il proprio lavoro in funzione delle mode o delle richieste esplicite dei clienti, non sempre motivate dalle esigenze cliniche. In questo caso si rischia anche lo spostamento del ruolo della figura del terapeuta in secondo piano rispetto all’uso delle strategie e delle tecniche scelte ad effetto. Nel workshop saranno trattati gli argomenti proposti.

 

TULLIO CARERE COMES: LA MAPPATURA DEL CAMPO TERAPEUTICO MEDIANTE DIAGRAMMI DI FLUSSO: RICERCA EURISTICA

Psichiatra e Psicoterapeuta, ha lavorato all’Università di Milano e ai Servizi Psichiatrici della Provincia di Bergamo negli anni Settanta. Negli stessi anni ha curato la sua formazione in psicoanalisi e in altri approcci psicoterapeutici. Conclusa la fase istituzionale, ha lavorato come libero professionista a Milano e a Bergamo. Impegnato sin dall’inizio della sua carriera nella ricerca sull’integrazione in psicoterapia, ha scritto o curato diversi testi e articoli. Tra le pubblicazioni più recenti, Il futuro della psicoterapia tra integrità e integrazione (con G.G. Alberti, FrancoAngeli, 2003) e Che cosa unisce gli psicoterapeuti (e che cosa li separa) (con P. Adami Rook & L. Panseri, Vertici, 2007). Insegna in alcune scuole di psicoterapia, è il coordinatore per l’Italia della S.E.P.I. (Society for the Exploration of Psychotherapy Integration), presidente della DIÀ (Associazione Dialogico-Dialettica)e codirettore della Scuola di Cura di sé.

 

 

LA MAPPATURA DEL CAMPO TERAPEUTICO MEDIANTEDIAGRAMMI DI FLUSSO: RICERCA EURISTICA

Il campo psicoterapeutico può essere paragonato a una montagna attraversata da molti sentieri: alcuni molto battuti, altri meno, altri ancora percorsi solo raramente. Ogni sentiero corrisponde a un’interazione terapeutica tipica, cioè a un modo tipico di affrontare una problematica ricorrente. Ogni coppia terapeutica disegna il proprio percorso secondo le esigenze specifiche e uniche di quella coppia, passando dall’uno all’altro sentiero nelle diverse fasi e nei diversi momenti del processo, e anche, quando è necessario, abbandonando ogni sentiero noto per esplorare zone sconosciute del territorio. La decisione se imboccare un sentiero o l’altro in ogni momento del percorso, o eventualmente avventurarsi nella selva al di fuori dei tracciati conosciuti, è ovviamente facilitata se si dispone di una mappa del territorio, cioè delle interazioni tipiche relative alle diverse situazioni che si presentano in terapia. Questa conoscenza è la scienza, mentre la capacità di usarla liberamente e creativamente è l’arte della terapia. Nel laboratorio saranno presentate e discusse con i partecipanti alcune di queste interazioni tipiche, rappresentate graficamente come diagrammi di flusso (flow-chart).

 

ROBERTO COSTANTINI: L’ACCOGLIENZA COME PROCESSO DI QUALITÀ NEI CORSI DI PSICOTERAPIA INTEGRATA

È psicoterapeuta e supervisore associato. Il suo percorso di specializzazione in A.S.P.I.C. e l’esperienza quindicennale maturata in campo clinico, formativo e aziendale, lo hanno condotto ad un modello di intervento sulla persona realmente integrato e multidimensionale. Il suo approccio psico-corporeo alla relazione di aiuto pone, infatti, pari attenzione ai processi cognitivi, emotivi, fisiologici e posturali dell’essere umano.

L’ACCOGLIENZA COME PROCESSO DI QUALITÀ NEI CORSI DI PSICOTERAPIA INTEGRATA

L’integrazione dei processi di apprendimento, nei corsi di psicoterapia e nei percorsi di crescita personale, passa sempre attraverso una passione dei formatori/psicoterapeuti per l’accoglienza autentica degli altri e per l’incontro empatico. Il setting, come dimensione spaziotemporale nella quale si trasformano vissuti ed emozioni ma si apprendono anche contenuti e abilità sociali, viene dunque strutturato al fine di garantire un’accettazione incondizionata dei singoli individui e del gruppo nel suo insieme. In tal senso, “essere accolti” significa essere messi in condizione di condividere il portato della propria storia personale, recente e passata, nell’ottica di un incontro creativo fra esigenze professionali e sviluppo delle risorse personali. L’accoglienza viene sperimentata nel workshop ponendo attenzione al coinvolgimento dell’intero organismo nella relazione facilitante con il gruppo e con il conduttore.

 

ELENA GIGANTE - GIOVANNA MARANINI: BODY WORK NELLA PSICOTERAPIA GESTALTICA INTEGRATA

ELENA GIGANTE

Psicologa, Psicoterapeuta, formatore e supervisore in counseling. È Presidente della sezione territoriale A.S.P.I.C. Counseling e Cultura di Trapani. Lavora in ambito privato in setting individuale e di gruppo, è Responsabile didattico del Master in “Counseling professionale” presso la sezione territoriale di Trapani.

GIOVANNA MARANINI

Psicologa, Psicoterapeuta, consulente familiare, formatore. È Presidente della sezione territoriale A.S.P.I.C. di Catania. Lavora in ambito privato in setting individuale e di gruppo, da circa dieci anni si occupa di psico-oncologia e in particolare del supporto dei malati terminali. È responsabile della didattica del Master in “counseling professionale” presso la sezione di Catania.

BODY WORK NELLA PSICOTERAPIA GESTALTICA INTEGRATA

Il body work mira alla connessione dell’esperienza, del ricordo che il corpo ha con le altre memorie al fine di divenire sempre più se stessi come “organismo” senza autoinganno. Assaporare l’esperienza con le “viscere”, con la partecipazione di respiro, pelle, muscoli in un corpo mobile, che si fa presente non con i malesseri bensì attraverso i “guizzi” vitali. Il workshop ha come finalità: l’esperienza vitale e gioiosa del corpo, del suo flusso naturale nel ciclo di contatto gestaltico.

 

MONICA LOCATELLI – LINO FUSCO: CO-CONDUZIONE CON METODOLOGIA INTEGRATA IN GRUPPI TERAPEUTICI ESPERIENZIALI

MONICA LOCATELLI

Psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo umanistico integrato, lavora in terapie individuali e di gruppo, conduce in coagevolazione un gruppo terapeutico-formativo per allievi specializzandi A.S.P.I.C.; si occupa da anni di progettazione in ambito socio-sanitario; è formatrice nei corsi A.S.P.I.C. Vice Presidente della sede territoriale A.S.P.I.C. Counseling e Cultura di Terni.

LINO FUSCO

Psicologo, psicoterapeuta ad orientamento umanistico integrato. Svolge attività clinica individuale e conduce gruppi terapeutici in coagevolazione. Da diversi anni lavora nei progetti terapeutici della cooperativa GNOSIS di Roma che prevedono un intervento comunitario residenziale in persone con gravi disturbi psichici. Formatore nei corsi A.S.P.IC., insieme a E. Giusti ha pubblicato UOMINI, psicologia e psicoterapia della maschilità, (Sovera, 2002).

CO-CONDUZIONE CON METODOLOGIA INTEGRATA IN GRUPPI TERAPEUTICI ESPERIENZIALI

La crescita personale e l’evoluzione terapeutica sono un viaggio verso l’integrazione della personalità, la ri-scoperta di un porto sicuro per divenire capaci di scegliere la propria traiettoria esistenziale. Attraverso un percorso di contatto, esplorazione ed elaborazione la persona si riappropria delle parti di sé sepolte nella memoria, oltre gli argini protettivi delle scelte precoci intelligenti attualmente divenute inadeguate e fonte di sofferenza. Il gruppo esperienziale è uno strumento che offre la possibilità di fare questo viaggio secondo modalità a cerchi concentrici che svolgendosi conducono la persona sempre più in profondità, verso la matrice originaria delle decisioni antiche che garantirono la sopravvivenza, in direzione di nuovi possibili modi di essere (pensare, sentire, comportarsi, entrare in relazione), un sé in divenire integrato e capace di scelte basate su bisogni autentici e maturi. La co-conduzione con metodologia integrata prevede due accompagnatori adulti e diversi compagni. Nel gruppo ogni persona, con modalità e tempi propri, ha la possibilità di accedere alle proprie dimensioni interne e di conoscere le personali modalità dell’essere al mondo. Nel porto sicuro di una relazione protetta, entro la cornice del modellamento offerto dai conduttori, attraverso la sperimentazione concreta di sé con l’altro e di sé dentro il gruppo, la persona contatta e integra le polarità, il materno e il paterno, il maschile e il femminile sia come dimensioni reali attribuite per genere sia come dimensioni interne che ognuno possiede e che in maniera unica ed originale governano le sue relazioni.

 

CLAUDIO MANUCCI – LAURA BARRELIERE: IL SIGNIFICATO DELL’INTEGRAZIONE NELLA PRASSI CLINICO-PROFESSIONALE E LA SCRITTURA COME TRACCIA INTEGRATIVA

CLAUDIO MANUCCI

Psicoterapeuta, specializzazione integrata e psicodinamica. È docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Pluralistica Integrata (A.S.P.I.C.) e presso la Scuola di Specializzazione Cognitivo Comportamentale “A. Beck”. Collabora con diverse case editrici e mass media nell’ambito delle scienze umane. Ha pubblicato i seguenti libri: Figli unici. Psicologia dei vantaggi e dei limiti (Ed. Armando); Le nuove coppie. Modi e mode di stare insieme (Ed. Armando); Come gestire un caso clinico. La psicoterapia integrata seduta per seduta (Ed. Sovera). Svolge attività privata di psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo.

LAURA BARRELIERE

Psicologa e Psicoterapeuta. Specializzazione in Psicodiagnosi e Psicoterapia Integrata. Grafologa specializzata presso la Société Française de Graphologie di Parigi. Docente Associata presso l’A.S.P.I.C. Vice Presidente I.R.I.S. (Istituto di Ricerca Internazionale Stress). Svolge attività privata di psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo. Conduce gruppi di crescita a mediazione artistica ed etologica.

IL SIGNIFICATO DELL’INTEGRAZIONE NELLA PRASSI CLINICO-PROFESSIONALE E LA SCRITTURA COME TRACCIA INTEGRATIVA

Presentazione dei conduttori e definizione di integrazione, lasciando spazio, ai partecipanti che lo desiderino, di esprimere la loro opinione ed i vissuti del momento. Come accostare in un’unica seduta due o più modelli di intervento, prescelti in relazione alla fase terapeutica, alle caratteristiche del cliente, alla solidità dell’alleanza. Funzione e utilizzo della scrittura nelle sedute: inizialmente come supportoalla psicodiagnosi, in ‘itinere’ per monitorare i cambiamenti e per sperimentare modalità grafiche diverse; nella fase conclusiva come ausilio per consapevolizzare il percorso compiuto. Alla luce di quanto esposto, simulata di una seduta. Esperienze grafiche integrate in gruppo. Conclusione dell’incontro e feedback finale.

 

MARGHERITA SERPI: INTEGRAZIONE DELLA BIODANZA NEI CORSI DI PSICOTERAPIA PLURALISTICA

Psicologa Psicoterapeuta formatasi alla Scuola di Psicoterapia e Psicosomatica del dr. Gian Mario Balzarini in Analisi Immaginativa, successiva formazione in Vissuto Immaginativo Catatimico di Leuner, in Psicoenergetica di Peter Schellenbaum, in Biodanza Sistema Rolando Toro ed in Psicodramma Analitico Individuativo di Giulio Gasca; pet therapist col suo cane Roa. Presidente dell’Associazione A.S.P.I.C. Counseling e Cultura di Milano, formatore e Supervisore associato A.S.P.I.C. di counselor. Lavora a Milano e all’Isola d’Elba.

INTEGRAZIONE DELLA BIODANZA NEI CORSI DI PSICOTERAPIA PLURALISTICA

Lavoro di tipo teorico-esperienziale: presentazione del Modello Teorico su cui la Biodanza del Sistema Rolando Toro (suo ideatore ) si basa, per poi passare alla parte esperienziale di espressione corporea, che inizierà dopo la “ronda di iniziazione”(momento di saluto e di celebrazione dell’incontro) con vivencia (termine intraducibile che esprime il vivere intensamente qui ed ora ) di vitalità , di creatività ed affettività, fino a concludere con la “ronda di riattivazione” (che ha la funzione di integrare quanto emotivamente vissuto e di riportare i partecipanti alla situazione di normale vigilanza). La modulazione della sessione avviene con un iniziale rinforzo dell’identità, per poi passare a vivencia di tipo più regressivo-affettivo. Il movimento si genera spontaneo su brani musicali appositamente scelti per amplificare ed approfondire il vissuto emotivo, suggerito dal facilitatore, nella presentazione della vivencia. Si privilegiano il contatto visivo, il contatto corporeo, il ritmo, l’empatia. Dopo ogni vivencia si consapevolizza la propria esperienza (variante introdotta dalla dr.ssa M. Serpi per il lavoro di crescita personale nei corsi di psicoterapia pluralistica integrata, non prevista nella tecnica originale).

 

RAFFAELE SPERANDEO: PROVE DI EFFICACIA DEI TRATTAMENTI INTEGRATI

Laureato in medicina, e specializzato in Psichiatria e in Psicoterapia della Gestalt. È dottore di ricerca in Scienze del Comportamento Svolge attività di ricerca sui disturbi della personalità e sulla criminalità minorile presso l’Istituto di Psichiatria della Seconda Università di Napoli (SUN). Ha, al suo attivo, numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali e relazioni a congressi scientifici nazionali e internazionali. Svolge attività clinica di Psichiatra e di Psicoterapia ed è Direttore Sanitario di un poliambulatorio privato di psichiatria, psicologia e psicoterapia (ISM srl.) Presidente della sede di Napoli dell’A.S.P.I.C. Counseling e Cultura, e della FENASPIC (Federazione Nazionale delle Sedi A.S.P.I.C.). Già Professore a contratto di psicologia clinica e di psicologia della personalità presso la facoltà di Psicologia SUN è membro del consiglio direttivo e coordinatore del master biennale di II livello in psicodiagnostica presso la stessa facoltà. È membro del consiglio direttivo e del comitato scientifico didatta e Supervisore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt Integrata SiPGI (decreto M.I.U.R. 12.10.2007).

PROVE DI EFFICACIA DEI TRATTAMENTI INTEGRATI

Numerose evidenze empiriche suggeriscono la necessità di guardare oltre i confini dei singoli approcci terapeutici per ritagliare “a misura del paziente” interventi dotati di alta “effectiveness”. Linee guida dell’American Psychiatric Association per il trattamento del Disturbo Borderline di Personalità definiscono dei principi di orientamento del trattamento basati sulla individuazione di specifiche caratteristiche cliniche. La gestione di queste variabili cliniche richiede un approccio flessibile ed aperto, capace di attingere a strumenti terapeutici estrapolati da approcci anche molto differenti. In tal senso la gestione dell’impulsività richiede strategie comportamentiste, mentre le esperienze di diffusione del Sé e i processi transferali precoci rispondono a tecniche, rispettivamente, interpretative e supportive. Si distinguono sostanzialmente tre modi di interpretare l’integrazione: l’integrazione dei fattori comuni, l’integrazione assimilativa e l’integrazione teoretica. L’approccio dei fattori comuni si fonda sugli elementi condivisi dai differenti modelli terapeutici. Processi quali la gestione dell’alleanza terapeutica, o l’esposizione, in vivo o in forma immaginaria, del paziente alle difficoltà o la qualità empatica dello stile terapeutico sono sostanzialmente trasversali ai vari modelli. L’integrazione assimilativa prevede l’incorporazione in uno specifico modello di tecniche derivanti da altri approcci terapeutici. In questo caso il terapeuta può scegliere la tecnica più consona al caso. L’integrazione teoretica, infine, nello sforzo di omogeneizzare teorie molto difformi nell’interpretazione della realtà, rischia di restare un’ambizione sostanzialmente utopica.

 

SATURNINA VENEROSO: INTERVENTI INTEGRATI PER DISTURBI PSICOSOMATICI

Medico psicoterapeuta e counsellor. È presidente dell’Associazione A.S.P.I.C. Counseling e Cultura di Caserta - Aversa, per la quale svolge attività di Responsabile didattico e supervisore del Master Gestalt Counselling. Di formazione funzionale rechiana; svolge attività di psicoterapeuta individuale e di gruppo, integrando vari modelli teorici di riferimento. È dirigente medico presso l’Unità Operativa Riabilitazione dell’ASL Caserta 2.

INTERVENTI INTEGRATI PER DISTURBI PSICOSOMATICI

Il modello integrato, sia in psicoterapia che nel counselling, consente una flessibilità, ricchezza e creatività di interventi, premianti ed attuali, in un momento storico volto alle integrazioni culturali ed etniche. L’integrazione corpo-psiche dell’approccio posturale integrato della matrice funzionale reichiana (W. Reich) con l’approccio gestaltico (F. Perls) diventa una modalità d’intervento ancora più efficace. Attraverso l’approccio posturale integrato si agisce sui quattro piani dell’individuo: cognitivo, fisiologico-posturale, emotivo, sensoriale, riducendo le parti ipertrofiche, dilatando quelle ipotrofiche, ammorbidendo o allentando le sclerotizzazioni, rafforzando le ipoatonie, modulando le polarità. L’integrazione posturale, attraverso la relazione dinamica del contatto, mobilita emozioni, sensazioni, fantasie, ricordi, trattenuti e congelati nei muscoli ed in tutto il corpo. La persona, attraverso la consapevolizzazione della natura dei propri conflitti e disturbi somatici e la libera espressione nel qui ed ora gestaltico, può integrare la sfera affettivo-emotiva con quella anatomico fisiologica con la finalità di un benessere e di una possibile armonia in un Io integrato. Nel laboratorio integrato si procede attraverso le seguenti fasi: allentamento, esplorazione, attivazione, integrazione, condivisione.


 

DOMENICA 20 APRILE

 

09 00

FAUSTO PETRELLA: SULL’EPISTEMOLOGIA IBRIDA DELLA PSICOANALISI

È nato a Milano, dove si è laureato in Medicina e Chirurgia e quindi specializzato in Psichiatria. Professore ordinario di Psichiatria all’Università degli Studi di Pavia. Psicoanalista con funzioni di training, dal 1997 al 2000 è stato Presidente della Società Psicoanalitica Italiana. È autore di numerose pubblicazioni su riviste specialistiche in ambito psichiatrico e psicoanalitico.

SULL’EPISTEMOLOGIA IBRIDA DELLA PSICOANALISI

Nelle scienze, e tipicamente in medicina, si accetta oggi con facilità di pronunciarsi sui problemi etici della propria disciplina. Tutte le scienze aspirano ad essere “umane”, perché tendono a non esserlo. Per quanto riguarda gli aspetti conoscitivi e metodologici, le diverse discipline scientifiche si limitano, in genere, ad adeguarsi alle esigenze locali di coerenza e razionalità, conformandosi ai criteri accreditati in quel momento dalla comunità scientifica. Fa parte dei taciti accordi fra ricercatori la rinuncia a sollevare il polverone dei presupposti teoretici della conoscenza. Nel caso della psicoanalisi il valore delle sue conoscenze può apparire, invece, così incerto e accidentato, da rendere difficilmente trascurabile il problema del metodo col quale sono acquisite e formulate. Il lavoro discute la difficile posizione della psicoanalisi, disciplina che non sembra appartenere né alle “scienze della natura”, né alle cosiddette scienze umane, pur rivendicando una propria scientificità.

 

09 20

PAOLO MIGONE: RIFLESSIONI SUL PROBLEMA DELLA PLURALITA’ DEI METODI DI RICERCA IN PSICOTERAPIA

Psichiatra e Psicoterapeuta, si è diplomato in psicoanalisi negli Stati Uniti dove ha completato anche la residency in psichiatria e un anno di psichiatria infantile. È stato Professore a contratto alle Università di Bologna, Parma, e San Raffaele di Milano. È autore del libro Terapia psicoanalitica (Franco Angeli, 1995), ha curato alcuni libri e ha scritto circa 300 tra articoli e capitoli di libri, in varie lingue. Insegna in una decina di scuole di psicoterapia e fa supervisione agli operatori della salute mentale di varie ASL. Dal 1994 è direttore responsabile della rivista “Psicoterapia e Scienze Umane” (http://www.psicoterapiaescienzeumane.it/). Alcuni suoi lavori (circa 60) sono pubblicati integralmente su Internet all’indirizzo, e altri (circa 50) sono linkati nell’area “Problemi di psicoterapia”.

RIFLESSIONI SUL PROBLEMA DELLA PLURALITÀ DEI METODI DI RICERCA IN PSICOTERAPIA

Viene argomentato che i diversi metodi di ricerca in psicoterapia corrispondono alle diverse modalità di funzionamento cognitivo presenti nel funzionamento umano (sia nel terapeuta, che nel paziente, che nel ricercatore), e che spesso sono operativi simultaneamente, mentre vengono utilizzati singolarmente in modo selettivo a seconda delle necessità (ad esempio cliniche o di ricerca). Alivello epistemologico, viene argomentato che il metodo di ricerca “scientifico” non dipende dal tipo di oggetti che tratta, ma dal “modo” con cui li tratta (questo modo è caratterizzato da “rigore”, “controllabilità” o testability, “oggettività”, “protocollarità”, ecc.). Ogni approccio alla conoscenza però “produce” un proprio “oggetto scientifico”, un oggetto ideale che è diverso dagli oggetti scientifici prodotti da altri approcci. Questo oggetto scientifico non va confuso con una “cosa”, nel senso che una stessa cosa può essere oggetto di scienze diverse, quindi una cosa si trasforma in un “fascio” di oggetti potenzialmente infiniti: ad esempio, il fatto che nascano sempre nuove scienze (e nuove metodologie) che studiano quella cosa non significa certo che è aumentato il numero di cose al mondo, ma che sono stati individuati nuovi “punti di vista” su quella cosa.

 

09 40

GIORGIO GABRIELE ALBERTI: VARIAZIONI INDIVIDUALI DELL’ALLEANZA TERAPEUTICA

Laurea in Medicina nel 1970 e specializzazione in Psichiatria nel 1974 (Università di Milano). Dal 1971 lavora nei servizi psichiatrici pubblici rivestendo dal 1988 funzioni di Primario e dal 1995 di direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano. Attivo come psicoterapeuta, compie formazioni in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale e Psicoterapia Dinamico-Esperienziale, e sviluppa ricerche nel campo dell’integrazione tra le psicoterapie e della psicoterapia comparata. Su queste tematiche svolge dal 1999 la propria attività didattica, in qualità di professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università di Milano, e presso alcune scuole private di psicoterapia. Autore di circa 80 articoli e libri, su temi psichiatrici e psicoterapeutici, tra cui il volume Le Psicoterapie. Dall’eclettismo all’integrazione (Angeli, 2000). Co-curatore degli Atti del 1° congresso nazionale SEPI-Italia (Il futuro della psicoterapia tra integrità e integrazione, Angeli, 2003). Curatore di un volume di ricerca sulla psicoterapia di crisi (Il cambiamento nella psicoterapia di crisi, Angeli, 2004). È associato a SIP, AIAMC, SEPI e IESA.

VARIAZIONI INDIVIDUALI DELL’ALLEANZA TERAPEUTICA

L’alleanza terapeutica è uno dei più accreditati fattori comuni, in ragione dell’ampia evidenza ad oggi acquisita sulla correlazione tra alleanza precoce ed esito della psicoterapia. Questa correlazione è stata dimostrata nelle principali psicoterapie, dinamiche, cognitive, cognitivo-comportamentali, umanistiche, ed eclettiche. Tuttavia lo studio dell’alleanza nelle diverse psicoterapie ha evidenziato anche delle differenze, quale ad esempio la tendenza dei terapeuti cognitivi e cognitivo-comportamentali a sviluppare, almeno inizialmente, alleanze più intense rispetto ai terapeutici di orientamento dinamico. In questa prospettiva si colloca la presente ricerca, che esamina comparativamente l’alleanza creatasi nel corso delle prime 5 sedute di 52 psicoterapie di media durata condotte da tre terapeuti, di orientamento rispettivamente cognitivo-comportamentale, psicoanalitico relazionale e psicoanalitico tradizionale. Quest’ultimo in particolare, essendo psichiatra, in certi casi associa alla psicoterapia una psicofarmacoterapia. L’alleanza è stata misurata mediante il Working Alliance Inventory a 12 item. I dati evidenziano differenze significative tra i pattern di instaurazione dell’alleanza, sia a livello di intensità globale (punteggio complessivo WAI), sia al livello della messa in gioco dei fattori costitutivi del punteggio WAI, riferibili rispettivamente all’accordo sul che fare insieme (task), sull’attrazione e stima reciproca (bond) e sugli obiettivi della terapia (goal). La discussione di questi dati, integrata dalle ricostruzioni fatte a posteriori e “dal di dentro” dagli stessi terapeuti, mira ad attribuire le differenze rilevate ai possibili fattori in gioco, dalla personalità dei tre terapeuti al loro stile di lavoro anche tecnicamente informato.

 

10 30

PAUSA

 

11 00

MARIA CLOTILDE GISLON: FINALITA’ COMUNI DEL PROCESSO DI CAMBIAMENTO TERAPEUTICO

Psicoterapeuta, direttore didattico della scuola di Psicoterapia Breve Integrata ISeRDiP, Milano. Psicoterapeuta, (psicoanalisi, psicoterapia cognitiva, psicoterapia integrata) individuale e di coppia. Supervisore in vari enti del comune e della regione, di équipe psichiatriche per il trattamento di pazienti affetti da patologia grave e di équipe per adolescenti devianti, borderline o psicotici, secondo il modello bio-psicosociale dell’integrazione funzionale; docente supervisore di corsi di psicoterapia, psicoterapia breve analitica, cognitiva e integrata per adulti e per l’età evolutiva. Direttore didattico e docente della Scuola di Psicoterapia Breve Integrata dell’ISeRDiP (Istituto per lo Studio e la Ricerca sui Disturbi Psichici). Pubblicazioni: Il colloquio clinico e la diagnosi differenziale, Bollati Boringhieri (1988); Adolescenza e discontinuità (Un trattato sull’adolescenza), Bollati Boringhieri (1993); Trattato di psicoterapia breve integrata, Dialogos Edizioni, (2000); Manuale di Psicoterapia Psicoanalitica Breve, Dialogos Edizioni, (2005).

FINALITÀ COMUNI DEL PROCESSO DI CAMBIAMENTO TERAPEUTICO

All’interno della ricerca, intrapresa da due anni e attualmente in atto, relativa al Modello di psicoterapia breve integrata insegnato nella omonima scuola di psicoterapia, sono state studiate le finalità comuni del processo di cambiamento terapeutico, in particolare in relazione alla psicoterapia analitica breve, alla psicoterapia cognitivo-comportamentale, al modello di psicoterapia breve integrata, partendo dalla riflessione sui processi di cambiamento nel corso dello sviluppo naturale, secondo la metodologia della psicopatologia evolutiva. Sono state individuate tre finalità comuni: il cambiamento delle modalità di auto-inganno, definite come l’insieme delle modalità di esclusione delle informazioni, che comprendono quindi le diverse strategie difensive disfunzionali utilizzate dall’individuo nei confronti di ciò che viene percepito come “pericolo”; il passaggio dalla passività, in particolare da un atteggiamento passivo ad esempio di fronte a dinamiche inconsce o a schemi cognitivi, ad uno di attività, che permette all’individuo di recuperare il suo ruolo di soggetto del desiderio e di “agente”; lo sviluppo della capacità di un dialogo tra prospettive differenti, sistemi di opinioni e di emozioni in conflitto che, attraverso tale dialogo, riacquista il suo ruolo di agente di cambiamento. Si realizza in tal modo la finalità essenziale del processo di cambiamento terapeutico in ogni tipo di psicoterapia: il passaggio dalla terapia alla auto- terapia.

 

11 20

PIETRO CATERINI: DALL’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI DIFESA AD UNA MISURA SELF-REPORT DEGLI STILI DIFENSIVI

Psicologo, psicoterapeuta, presidente della Scuola di Psicoterapia Comparata. Si è perfezionato in Psicoterapia Comparata e in Mediazione Familiare presso la SPC di Firenze. Successivamente ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Familiare e Relazionale presso il Centro di Studi e di Applicazione della Psicologia Relazionale di Prato. È da anni docente in vari corsi di materie psicologiche e psicoterapeutiche presso varie Scuole di Specializzazione e Centri di formazione in tutta Italia.

DALL’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI DIFESA AD UNA MISURA SELF-REPORT DEGLI STILI DIFENSIVI

Ormai da più di un secolo il fascino del concetto di “difesa” cattura l’attenzione e l’interesse di clinici e accademici di orientamenti diversi, che con il loro lavoro offrono nuovi spunti di riflessione teorica, fornendo dei contributi utili anche per informare la pratica clinica. Lo studio delle difese psichiche rappresenta un terreno fertile per la crescita e lo sviluppo dell’integrazione dei diversi modelli di psicoterapia e un punto d’incontro tra un sapere psicodinamico di derivazione psicoanalitica e una corrente più prettamente interpersonale ed evolutiva di matrice cognitivista. Il concetto di difesa è stato studiato secondo varie prospettive da molti clinici e ricercatori che lo hanno via via integrato nei loro modelli teorici, aumentandone - talvolta - la fruibilità clinica e teorica. In questa cornice prende vita il dibattito sull’opportunità e l’utilità di disporre di strumenti di misurazione (self-report e/o eterosomministrati) adeguati per la rilevazione delle difese allo scopo di analizzare il processo psicoterapeutico e offrire al clinico e al paziente una migliore comprensione dell’andamento della terapia. Oltre infatti ad offrire una migliore comprensione del quadro psicopatologico del paziente e a permettere una migliore comunicazione fra clinici diversi, l’utilizzo degli strumenti porta un’“evidente” utilità nel campo della ricerca, che produce conoscenze importanti anche per la clinica. I vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzo delle misure self-report sono noti e lo sviluppo di un nuovo strumento autosomministrato, in grado di rilevare non tanto le difese, ma piuttosto i derivati consci delle stesse e gli stili difensivi corrispondenti del paziente, è un obiettivo tanto ambizioso quanto utile per supportare la ricerca in psicoterapia avvalendosi della conoscenza clinica e guardando al lavoro clinico attraverso le lenti della “research-informed practice”.

 

11 40

CLUDIA MONTANARI: COORDINAMENTO DELLA DISCUSSIONE FINALE DEI RELATORI

Psicologa psicoterapeuta e supervisore didatta in Psicoterapia Integrata accreditato dal MIUR e dalla EAIP (European Ass. for Integrative Psychotherapy) e dalla FISIG (Fed.Italiana Scuole e Istituti di Gestalt.) Direttore scientifico del Gruppo A.S.P.I.C. (www.aspic.it) e delle sue pubblicazioni. Co-direttore nella Scuola di specializzazione in Psicoterapia, riconosciuta dal MIUR con D.M. del 9/05/1994. Ha progettato e diretto corsi autorizzati e co-finanziati dalla Regione Lazio e dall’Unione Europea. Presidente della Società Coop. Soc. di Solidarietà A.S.P.I.C. e dell’Università del Counselling U.P.ASPIC. Membro onorario della International Transactional Analysis Association I.T.A.A. Fondatrice di numerose istituzioni italiane ed europee (FISIG-FORGE-FIAP-AIPPIFE-CNCP-EAC). Ha pubblicato numerosi testi scientifici.

COORDINAMENTO DELLA DISCUSSIONE FINALE DEI RELATORI - DISCUSSANT:

Ricchezza delle tematiche trattate e possibilità di integrare le riflessioni scientifiche, questo lo scopo del Congresso che argomenta quanto segue: la posizione della psicoanalisi tra problemi etici e disciplina attraverso il riconoscimento del valore della conoscenza dei presupposti teoretici;

- la corrispondenza tra le diverse modalità di funzionamento ocgnitivo e il metodo di ricerca in psicoterapia, in figura emerge la scelta delle modalità di trttamento piuttosto che la selezione dell’oggettod ella ricerca;

- comparazione dell’alleanza terapeutica analizzata in relazione a modelli psicoterapeutici diversi; e ancora,

- le comuni finalità nel processo e nelle modalità di cambiamento dei meccanismi; dall’auto-inganno alla consapevolezza, dalla passività all’attivismo responsabile, dalla conflittualità al possibile dialogo tra emozioni in contrasto;

- infine, la profonda tematica dell’uso delle difese in psicoterapia attraverso la rilevazione di strumenti di misurazione per una migliore comprensione dell’andamento della terapia, oltre che come possibilità di incontro tra la psicoanalisi e i diversi modelli interpersonali, evolutivi e cognitivisti.

 

12 30

PRANZO

 

14 00

VIDEO PROIEZIONE DI SEDUTE COMPARATE

Dopo Rosenzweig (1936), Gloria (1965) e dopo Frank (1974), Kathy (1978) prime immagini di sedute comparate e richiesta esplicita dell’Integrazione

 

14 30

EDOARDO GIUSTI E CLAUDIA MONTANARI: CON LA VOCE DI DOCENTI, ALLIEVI E UTENTI SULL’INTEGRAZIONE - LA STORIA DEL FUTURO

EDOARDO GIUSTI

Presidente dell’A.S.P.I.C. – Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità (http://www.aspic.it/home.html) con sedi dislocate a livello nazionale.

È direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Pluralistica Integrata riconosciuta con autorizzazione ministeriale e professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Padova.

Ha curato la voce “psicoterapia” per l’edizione (2000) del quinto volume L’Universo del Corpo pubblicato dall’istituto dell’Enciclopedia Italiana di Giovanni Treccani.

Ha fondato l’Associazione Italiana di psicologia e Psicoterapia Integrata ed è autore di oltre 60 saggi sulla clinica applicata rivolti sia al grande pubblico ce agli specialisti.

Oltre all’attività di ricerca scientifica è psicoterapeuta supervisore didatta, accreditato dal MIUR, dalla F.I.S.I.G. e dalla E.A.I.P. European Association for Integrative Psychotherapy.

Dal 1991 dirige la collana di Psicoterapia e Counseling del Centro Europeo di Ricerche per lo Studio delle Psicoterapie Integrate e Comparate presso le Edizioni Sovera Multimedia. È Direttore scientifico della Rivista Integrazione nella Psicoterapia e nel Counseling.

CLAUDIA MONTANARI

Psicologa psicoterapeuta e Supervisore didatta in Psicoterapia Integrata accreditato dal MIUR e dalla EAIP – European Ass. for Integrative Psychotherapy e dalla FISIG – Fed.Italiana Scuole e Istituti di Gestalt.

Direttore scientifico del Gruppo A.S.P.I.C. (http://www.aspic.it/home.html) e delle sue pubblicazioni. Co-direttore nella Scuola di specializzazione in Psicoterapia, riconosciuta dal MIUR con D.M. del 9/05/1994.

Ha Progettato e diretto corsi autorizzati e co-finanziati dalla Regione Lazio e dall'Unione Europea.

Presidente della Società Coop. Soc. di Solidarietà ASPIC e dell’Università del Counselling U.P.ASPIC.

Membro onorario della International Transactional Analysis Association ITAA. Fondatrice di numerose istituzioni italiane ed europee (FISIG-FORGE-FIAP-AIPPIFE-CNCP-EAC). Ha pubblicato numerosi testi scientifici.

 

ORE 15,30 ESAME ECM - CONSEGNA ATTESTATI

ORE 16,30 CONCLUSIONE DEL CONGRESSO


 

 

Padova, 8.03-8.11.2008 "GRUPPO BALINT"; Sede: CISSPAT PIAZZA DE GASPERI 41 PADOVA; Info: info@cisspat.edu  Fees= euro 525,00

PROGRAMMA DETTAGLIATO GRUPPO BALINT

 

Presso il C.I.S.S.P.A.T. di Padova

 

 

Orario: dalle ore 8.30 alle ore 14.00 per N° 7 incontri per un totale di ore 35.

 

Docente:  Dott. Nevio DEL LONGO – Psicologo e Psicoterapeuta.

 

PRIMO INCONTRO : 8 Marzo 2008

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      da Freud a Ferenczi: la scoperta del controtransfert e la necessità di analizzare i futuri psicoterapeuti;

b)      l’analisi didattica: le differenze fra il modello di Berlino (modello classico) e quello ungherese nella formazione didattica;

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :        

a)      breve storia dei gruppi Balint:  1) evoluzione della tecnica dai primi gruppi (Tavistock Clinic – Londra 1949) ai giorni nostri;

b)      la selezione, il ruolo del coordinatore e le regole per il lavoro di gruppo;

c)      presentazione del primo caso clinico con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

SECONDO INCONTRO : 12 Aprile 2008

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa del caso clinico presentato nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia;

b)      S.Ferenczi: dalle tecniche attive al controtransfert come strumento analitico;

c)      Il terapeuta come “oggetto originale”;

d)      Importanza dell’analisi didattica (1922);

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

     Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Le differenze fra un Gruppo Balint e la supervisione;

b)      Le dinamiche all’interno del gruppo Balint;

c)      Presentazione di un caso clinico con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

TERZO INCONTRO : 10 Maggio 2008

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa del caso clinico presentato nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia;

b)      M.Balint: l’importanza del modello ungherese nella formazione analitica;

c)      Psicoterapia come “capacità personale”;

d)      Relazione medico/paziente come “campo dinamico”;

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Sviluppo dei concetti di Tranfert e Controtransfert da Freud ai giorni nostri (Glover, Searles, Greenson, Winnicott, Bion, Wolberg, ecc);

b)      Importanza del controtransfert nella relazione paziente/psicoterapeuta;

c)      Presentazione di un caso clinico con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

QUARTO INCONTRO : 14 Giugno 2008

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa del caso clinico presentato nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia;

b)      Introduzione al lavoro di M.Balint: “Medico, paziente e malattia”;

c)      Il concetto di “campo dinamico” e le possibili interferenze nella relazione terapeuta/paziente;

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Spazio dedicato interamente alla presentazione di casi clinici con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

QUINTO INCONTRO : 13 Settembre 2008

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa dei casi clinici presentati nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia;

b)      Riconoscere e comprendere i propri vissuti emotivi nella relazione con il paziente per poter utilizzare il controtransfert come strumento analitico e superare le difficoltà terapeutiche;

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Spazio dedicato interamente alla presentazione di casi clinici con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

SESTO INCONTRO : 11 Ottobre 2008

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa dei casi clinici presentati nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia;

b)      L’analisi dell’impasse terapeutico: riconoscimento, interpretazione e risoluzione;

c)      Presentazione di un caso clinico con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Spazio dedicato interamente alla presentazione di casi clinici con coordinamento e sintesi da parte del conduttore.

 

SETTIMO INCONTRO : 8 Novembre 2008

 

Dalle ore 08.30 alle ore 10.30:

a)      Ripresa dei casi clinici presentati nell’incontro precedente ed analisi dell’avanzamento della terapia;

b)      Il ruolo del conduttore ed il gruppo come “cassa di risonanza ed io ausiliario”;

c)      Letture delle principali dinamiche relative all’esperienza vissuta all’interno del gruppo Balint

 

Dalle ore 10.30 – alle ore 11.00 : pausa

 

Dalle 11.00 alle ore 14.00 :

a)      Analisi approfondita e discussione con i partecipanti sui temi trattati e sui casi clinici presentati con sintesi finale da parte del conduttore;

b)      Valutazione personale e verifica dell’impatto della tecnica Balint come strumento formativo e nella propria azione psicoterapeutica;

 

14.00 – 14.30 : VERIFICA CON QUESTIONARIO

_______________________________

 

 

Roma, 12.04-20.12.2008 CORSO BIENNALE DI APPROFONDIMENTO CLINICO. NUOVI ORIENTAMENTI METODOLOGICI SULLA RELAZIONE TERAPEUTICA; Sede: VIA CATRIA , 4- ROMA; Info:  ilcerchioapv@libero.it Fees=euro 1000,00

PROGRAMMA

 

 

01-03  -08

15-03-08

 Aspetti fondanti la relazione analitica

Relatori:  Dott. Paolo Bucci

                Dott. Alberto Panza

 

Abstract:

 

La relazione analitica è considerata come un sistema autointerprentante. Significa che essa costituisce un insieme funzionante con regole proprie e modalità proprie e non necessita della conferma di elementi esterni alla stessa relazione analitica per la propria risoluzione.

I due seminari saranno oggetto di discussione di casi clinici in piccoli gruppi e discussione con il relatore inerenti l’argomento  che si concluderà con il seminario del giorno 19 – 4 – 08 quando verrà dato ampio spazio alla parte teorica con la Dott.ssa Guendalina Rossi.

Data l’impossibilità di fornire al momento il materiale clinico, qualora richiesto, verrà inserito nel rapporto finale.

  

17- 05 08

28 –06 –08

La proposizione analitica.

 

Relatori:  Dott.ssa Oliva Anna Mastracci

                Dott.ssa Fausta Romano

 

Abstract:

 

E’ lo strumento attraverso il quale l’analista si propone di attivare processi di pensiero e cioè rimettere in comunicazione corpo e mente nel sistema dell’analizzando. Si differenzia dall’interpretazione, in quanto, on basandosi su di un sapere teorico a priori dell’analista, ma utilizzando elementi che si presentano all’interno della relazione analitica nel suo svolgersi, tende ad attivare la responsabilità dell’analizzando verso se stesso.

I due seminari saranno oggetto di discussione di casi clinici in piccoli gruppi e discussione con il relatore inerenti l’argomento  che si concluderà con il seminario del giorno 20 – 9 – 08 quando verrà dato ampio spazio alla parte teorica con la Dott.ssa  Wivie Benaim

Data l’impossibilità di fornire al momento il materiale clinico, qualora richiesto, verrà inserito nel rapporto finale

 

25 – 10 – 08

22 – 11 - 08

La relazione corpo-mente nella relazione analitica.

Relatori: Dott. Paolo Bucci

               Dott.ssa Silvia Tauriello

Abstract:

Nell’ipotesi dell’Oggetto Originario Concreto, formulata da A.B. Ferrari, la funzione psichica nasce dalla corporeità che la genera al fine di potere vivere. Dunque il corpo è origine della mente e suo oggetto primo. Nella relazione analitica si tratta appunto di riattivare un dialogo tra la dimensione corporea e la dimensione psichica, funzionale al vivere.

I due seminari saranno oggetto di discussione di casi clinici in piccoli gruppi e discussione con il relatore inerenti l’argomento  che si concluderà con il seminario del giorno 20 – 12 – 08 quando verrà dato ampio spazio alla parte teorica con la Dott.ssa  Fausta Romano

Data l’impossibilità di fornire al momento il materiale clinico, qualora richiesto, verrà inserito nel rapporto finale

 

Responsabile Scientifico:

 Dott.ssa Fausta Romano

 

 

Bergamo, 21.04-15.12.2008 "I SINTOMI PSICOSOMATICI SECONDO L'APPROCCIO PSICOANALITICO DI L.CHIOZZA"; Sede: VIA MONTELLO 11 BERGAMO. STUDIO DOTT. TECHEL ANTONIO; Info: antoniotechel@libero.it  Fees= 90,00.

 

 

Milano, 15.03-16.03.2008 "NEL DEDALO DELLE VIOLENZE: FUORI DALLA STANZA DI ANALISI GLI PSICOLOGI ANALISTI INCONTRANO IL MONDO POLITICO E CULTURALE"; Sede: FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI SCIENTIFICHE E TECNICHE, PIAZZALE MORANDI, 2 – 20128 MILANO; Info: INFO.CIPA@IOL.IT  Fees= euro 120,00

NADIA FINA (Responsabile scientifico e relatore)

ABSTRACT

“Realtà esterna e realtà interna nella relazione analitica”

Perchè gli psicoanalisti si occupano di temi sociali?

Il paziente che giunge nella stanza d'analisi è una persona le cui problematiche sono il risultato di educazione affettiva familiare e introiezioni culturali e sociali. "Il mondo esterno" contribuisce a plasmare l'identità soggettiva e, la capacità che l'individuo può avere di comprendere ed elaborare situazioni di forte impatto emotivo, è intimamente connessa alla solidità della sua personalità.

La fragilità identitaria è un problema di rilevanza sociale.

Attraverso la presentazione di passaggi clinici il lavoro intende dimostrare come, in molte situazioni di precarietà psicologica, è necessario che il terapeuta ricorra a forme di cura integrate con figure professionali dotate di competenze diverse rispetto a quella analitica al fine di ricostruire un microcosmo sociale realmente supportivo per il paziente.

 

DON VIRGILIO COLMEGNA

 

Presidente della Fondazione “La Casa della Carità”  di Milano

ABSTRACT

 “Dalla metropoli alla periferia urbana: violenze agite e subite. Oltre la paura del diverso e il buonismo dell’accoglienza, quali strade percorrere

Ormai l’immigrazione è una realtà costitutiva della nostra società, è un fenomeno strutturale, insito nello sviluppo del nostro paese. Ma non esiste l’immigrazione, esistono gli immigrati: volti, percorsi e storie di esseri umani. Dobbiamo cambiare, trasformare il nostro modo di vedere e di vivere accanto agli immigrati per andare oltre la paura dello straniero o l’ idealizzazione dell’accoglienza. L’atteggiamento più corretto è entrare nel merito dei problemi, guardare in faccia le persone e occuparsi concretamente di quelle dimensioni culturali, religiose, legislative ed economiche che costituiscono l’essenza della questione.


 

Alessandra Kustermann

 

Responsabile del Servizio Diagnosi Prenatale e del Centro Soccorso Violenza Sessuale all Ospedale Mangiagalli, Milano

 

ABSTRACT

Gli ospedali: accoglienza e risposte possibili per le donne che subiscono violenza

Di fronte a episodi di violenza sessuale avvenuta da poco è molto importante un intervento sanitario in emergenza, che sia in grado di tenere conto degli aspetti clinici e delle implicazioni medico legali, e che ne consideri le conseguenze psicologiche. La vittima di violenza deve poter incontrare medici e infermieri preparati, attenti, capaci di accogliere e di sapersi confrontare con la sofferenza, l’angoscia. Una buona esperienza di ascolto e di accoglienza può favorire poi l’avvio di una presa in carico successiva per il superamento del trauma. La complessità dell’evento traumatico “violenza sessuale” e le sue conseguenze prevedono che l’operatore sanitario non intervenga da solo, ma possa avvalersi della collaborazione di diversi specialisti.

 


 

Susanna Camusso

 

Segretario CGIL Lombardia, promotrice del movimento “Usciamo dal silenzio”

 

ABSTRACT

 

“Uscite dal silenzio: donne libere e non vittime”

Tre anni fa nasceva a Milano “Usciamo dal silenzio”, nasceva dalla convinzione che una cappa opprimente si stesse chiudendo sulle menti e sui corpi delle donne. Da allora abbiamo ripreso la parola a livello pubblico su molteplici temi. Però, intanto cresce la violenza e cresce quella verso le donne, lo dicono i numeri dei reati, perché siamo più libere, nonostante gli inciampi quotidiani, ma anche perché ci sono contemporaneamente donne più deboli, ricattabili dal mercato del lavoro e dentro le relazioni familiari. Ma non vogliamo essere vittime per sempre, e non è solo un’affermazione banale, perché non è un destino e abbiamo idee per cambiare.

 


 

Graziella Favaro

 

Pedagogista,Responsabile scientifica intercultura INDIRE, membro Centro COME e saggista

Tra le numerose pubblicazioni:

“Capirsi diversi” Carrocci 2004

“Come Pesce fuor d’acqua” il disagio nascosto dei minori immigrati, Guerini 2002

“L’intercultura dalla A alla Z”, Francoangeli 2004

“Vite fragili”, Il Mulino 2006

 

ABSTRACT

 

“Adolescenza e migrazione. Gestire la separazione”.

Negli ultimi tempi sono in aumento i casi di migrazione di minori stranieri in età adolescenziale, in seguito ai percorsi del ricongiumento famigliare. Migrare nell'adolescenza comporta la fatica di dover ricominciare da capo; un ritorno alla dimora come luogo sicuro e protetto in un momento della vita in cui si dovrebbe invece andare verso il mondo; la regressione alla condizione di infans (colui che è senza parole) alla quale talvolta si reagisce attraverso gesti, atti, strategie di coping rivolte all'esterno. A partire dalle storie e dai viaggi di adolescenti immigrati coinvolti in un progetto della Provincia di Milano (NON UNO DI MENO), la comunicazione esplora i temi della migrazione nell'adolescenza.

 


 

Paolo Giulini

ABSTRACT

“Lesività e condotte violente: prevenzione, punizione e presa in carico trattamentale”

La casistica nazionale ed i dati più recenti ci confermano che gli adulti abusanti, che hanno alle spalle un’infanzia trascurata, vissuta in ambienti promiscui, con nuclei genitoriali ambivalenti, spesso con intrusioni sessuali, portatori di una fragilità e vulnerabilità strutturale, solo di rado sono in grado di formulare una richiesta di trattamento che emerge, di solito, a seguito di difficoltà relazionali connesse al reato.

Dal 2005 l’équipe del CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione) di Milano ha messo in atto nel carcere di Milano-Bollate il progetto “trattamento e presa in carico di autori di reati sessuali”, un programma di recupero per condannati “sex-offender”, mutuato dall’Istituto Pinel di Montréal, struttura all’avanguardia in tema di trattamento che supervisiona il progetto. L’esperienza è tuttora in corso. L’incidenza del trattamento sui dati relativi alle recidive, secondo dati di USA e Canada è del 50%.


 

Gabriella Mariotti

ABSTRACT

“Le violenze invisibili”

Il contributo è mirato a focalizzare quel tipo di violenza, silenziosa e “invisibile”, che corrode e corrompe le relazioni amorose, affettive e sentimentali.Si illustrerà soprattutto la violenza della relazione narcisistica, laddove viene negata l’alterità, la separatezza e, in definitiva, l’essenza stessa del partner. Il bisogno di rispecchiamento gratificante e totalmente sintono porta a considerare qualsiasi individuazione da parte dell’altro come un attacco, una delusione immedicabile e conduce ad un contrattacco intessuto di umiliazione e disprezzo. A partire dalla tipica relazione “né con te né senza di te”, si analizzeranno altresì situazioni, vieppiù diffuse, che vanno dai cosiddetti “matrimoni bianchi” al rapporto genitori-figli.


 

Caterina Vezzoli

ABSTRACT

Violenza tra identificazione ed empatia”

La situazione psichica dell’abaisement de niveau mental permette l’identificazione con aspetti archetipici collettivi od individuali. Può accadere che vengano proiettati ed introiettati contenuti primitivi e violenti normalmente estranei alla psiche del ricevente che viene invasa da tali contenuti.  Nel processo empatico il meccanismo di rispecchiamento della psiche dell’altro ha a che vedere con un processo di lettura della mente dell’altro più che con l’identificazione. Empatizzare è entrare in risonanza mantenendo il proprio stato mentale.  La ricerca neuro-scientifica ci aiuta a comprendere i meccanismi di simulazione dello stato mentale dell’altro che permette il processo empatico.


 

Maria Irmgard Wuehl

ABSTRACT

La micidiale e irriducibile ambivalenza  del sentimento materno. Un archetipo sempre all'opera

 

Una madre reale, "sufficientemente buona", deve avere la consapevolezza di poter essere vissuta anche come madre terribile, e non deve temere la propria terribilità, ma entrarci in contatto, integrarla dentro di sé, metabolizzarla, altrimenti rimane nella psiche, come una delle mine inesplose di cui parla Bion, e può trasmettersi da una generazione all'altra.

Dare voce alla complessità della donna significa contribuire, in senso personale e collettivo, come soggetto singolo e come terapeuta, all'integrazione delle due parti, "Madre buona e Madre terribile", che altrimenti rimangono scisse.

Enrichetta Buchli

 

ABSTRACT

“L'ODIO DELL'AMORE”

La relazione prevede l'analisi di alcuni tratti essenziali dei meccanismi psichici alla base dell'escalation della violenza fino alla soppressione fisica. Il disconoscimento e la sconfessione dell'esistenza dell'altro in quanto tale. La strategia terroristica per ridurlo a oggetto deanimato (fino a essere del tutto inanimato), anche al fine di trasformarlo nell'oggetto feticcio della propria immaginazione. L'odio nei confronti della vitalità della donna- partner, che confluisce nel piacere di infliggere sofferenze mentali e fisiche, ma soprattutto, di farla precipitare in uno stato di angoscia e terrore.Analisi del tipo di onnipotenza.

Saranno prese in considerazione alcune recenti indagini storiche e sociologiche. In particolare la questione del mobbing privato, che ha origine nella tendenza sociale a individuare capri espiatori. Infine, alcune ipotesi sul perché le donne, e non più in quanto soggetti deboli, continuino a essere vittime.


 

Stefania Fossi

Psicoanalista e Membro del Comitato Direttivo del Centro Italiano di Psicologia Analitica,

Membro del International Association Analytical Psycology;

Analista con funzioni di Training;

Docente della scuola dipsicoterapia del CIPA;

Docente esterna della scuola di psicoterapia dell’età evolutiva a indirizzo dinamico

Associata all’istituto di ortofonologia di Roma per la materia Psicologia individuativa di Adler

 

ABSTRACT

“La violenza dell'assenza. Considerazioni teoriche e caso clinico”

L'abbandono "psicologico" del bambino comporta per lui un'esperienza deprivativa le cui conseguenze investono l'intero processo di sviluppo. Aldilà delle ragioni per cui una madre è psicologicamente lontana, attraverso una ricognizione teorica si valuteranno gli sviluppi  della psicoanalisi infantile in merito per dimostrare poi, attraverso l'esposizione di un caso clinico, quali sono le modalità di lavoro che il terapeuta può adottare per sanare una assenza affettiva così importante.

Marisa Guarnieri

 Presidente della Casa delle Donne Maltrattate di Milano

ABSTRACT

“Uscire dalla violenza con le relazioni fra donne. Accoglienza e cambiamenti”

E’ dal 1986 che è iniziata la nostra attività, che si è sviluppata attraverso tappe intermedie: apertura del centralino telefonico, seguito dal primo centro italiano per donne maltrattate sino alla prima casa di ospitalità temporanea a indirizzo segreto per le donne con figli minori, la consulenza legale, il sostegno psicologico ecc. Il percorso costruito in più di 20 anni evidenzia il bisogno di ospitalità per affrontare le emergenze più gravi, ma anche per sperimentare una diversa consapevolezza nell’affrontare la violenza e nuove modalità di relazione fra donne.

 

Telmo Pievani

Sergio Tramma

ABSTRACT

“La violenza che educa: metropoli contemporanee e conflitti sociali”

La violenza è, da sempre, oggetto di riflessione pedagogica. Lo è perché esperienza educativa che contribuisce a produrre apprendimento di saperi, comportamenti, valori; lo è in quanto esito auspicato/temuto di processi di critica o accettazione dell’esistente; lo è come costruzione concettuale e operativa di esperienze finalizzate a eliminarla o a ridurla, quanto meno a renderla compatibile con gli assetti sociali e relazionali esistenti.

Le metropoli sono, da sempre, il luogo sociale e relazionale in cui i conflitti e la violenza trovano il terreno più adatto per configurarsi ed esplicitarsi: nelle città contemporanee, la violenza sociale sembra moltiplicarsi, frammentarsi, accentuarsi, esprimersi in comportamenti apparentemente poco descrivibili e comprensibili, e ciò influisce anche sulle dimensioni educative a essa connesse.

La riflessione pedagogica sulla violenza (e più in generale sui conflitti) deve quindi oggi affrontare forme di violenza (praticate o temute, nuove o apparentemente tali) generate dall’assetto “postmoderno” delle città, che stentano a rientrare nelle consuete categorie interpretative e nei tradizionali nessi causa-effetto e che non sembrano essere affrontabili con i soliti sicuri progetti preventivi e riparativi.

L’illegalità, il “rischio banlieue”, i conflitti a base etnica e religiosa, le “bande giovanili”, le violenze dei e sui deboli, le appartenenze minimaliste ma conflittuali (gli ultras), così come il reale o percepito aumento delle violenze a corto raggio relazionale (sui minori, sulle donne, sul vicino di casa ecc.) o il cosiddetto fenomeno del “bullismo”, pongono problemi non riconducibili esclusivamente alla necessità di aggiustamento delle capacità di analisi e delle didattiche, ma pongono la necessità di una ricostruzione di senso del fenomeno della violenza e dell’azione verso essa.


 

ABSTRACT

Paura City

Le violenze dal punto di vista di chi le ha raccontate come cronista di nera per più di vent’anni: dalla mala a tangentopoli, i delitti famosi, i processi importanti, sino alle storie di immigrati visti da vicino. La cronaca nera è sempre uno strumento rivelativo per leggere la società dal basso. Ma al giornalista si impone di mettere in scena “le lacrime”, di spettacolizzare gli eventi drammatici. Invece, si dovrebbe invertire la tendenza e raccontare per bene i fatti. Anche per non fomentare paure e allarmismi che, come dicono tanti sondaggi, si diffondono sempre più tra la gente.

 

ANNAMARIA GATTO
 

ABSTRACT

“L’esperienza della giustizia milanese in tema di abusi sessuali: dettato normativo e buone prassi”

La mia esperienza dal 2000 presso la sezione specializzata in materia di “Soggetti Deboli” presso  la IX Sezione penale del Tribunale di Milano.

Le buone prassi concretamente adottabili per conciliare i diritti della difesa con la necessità di evitare processi di vittimizzazione secondaria sono possibili. Un esempio. Nell’ “Operazione Mangiafuco” che vedeva imputate 27 persone accusate di violenza sessuale, sfruttamento della prostituzione ed altro in danno di 21 minori, ho condotto personalmente l’esame dei minori e con il collegio si sono affrontate e risolte numerose e impegnative questioni adottando soluzioni anche innovative. La sentenza, da me interamente redatta, è stata pubblicata su riviste specializzate ed è oggetto di studio e commento presso alcune Università Italiane e presso magistrati specializzati in materia di abusi sessuali.

 

LIDIA CAMPAGNANO

Giornalista del Manifesto e di varie testate radiofoniche e televisive; coordina dal 2003 il Foglio Q.B. dell’Unione Donne Italiane, saggista autrice di numerosa pubblicazioni tra le quali và ricordato: “Da Sarajevo a Milano passando per Baghdad”

 

ABSTRACT

Eccessi di senso, eccessi di nonsenso: come  si fa strage della convivenza umana.

Dalla teorizzazione della tortura come levatrice della democrazia (Abu Graib) al culto dell’embrione (Italia, legge 40) dalla strage di operai alla Tyssenkrupp all’accanimento non terapeutico, la mente umana di questo periodo di tempo (difficile chiamarlo “epoca”: il termine richiederebbe un’attribuzione di senso troppo impegnativa) è bombardata da problemi morali ai quali sembra obbligatorio rispondere, e in fretta, con un giudizio, e poi, altrettanto rapidamente, sopportare la sua vanificazione teorica e/o pratica.  Del giudizio si risponde a se stessi nella più perfetta solitudine ovvero (e anche) a un’entità invisibile: mai all’altro/altra, mai alla propria costellazione di con-viventi, quelli attuali, quelli che ci hanno preceduto, quelli che verranno. Mai alla storia della convivenza umana come storia di tutti/tutte, di ciascuno/ciascuna. E’ così che la convivenza appare invivibile, e la violenza è il modo di dirlo 

 


 

 

 

Milano, 7-8.03.2008 "IL COLLOQUIO. QUANDO DUE PERSONE PARLANO IN UNA STANZA... VOCI, LINQUAGGI, DISCORSI DELL'INCONTRO"; Sede: UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE VIA CARDUCCI 30 20123 MILANO; Info: ALESSANDRA.PROVEZZA@UNICATT.IT  Fees= euro 270,00

prof.ssa Cristina Castelli

 

Abstract

 

 

Due persone si incontrano.

 E’ il primo colloquio… l’incontro tra due mondi, quello del cliente con le sue richieste più o meno esplicite, con il suo bisogno di cambiamento e le sue resistenze, con il suo carattere, la sua storia di vita, e quello dell’operatore con la sua personalità, i suoi strumenti e la sua formazione specifica.

 Sono presenti così due livelli: uno informativo e riguarda le motivazioni che spingono la persona a cercare aiuto, la narrazione  di molti aspetti della sua vita attuale e passata, l’esplorazione del rapporto con se stessa e con la sua  realtà.

 L’operatore acquisisce una serie di informazioni che lo aiutano a farsi un quadro della situazione, a valutare se le sue competenze possono essere d’aiuto alla problematica portata. In questo contesto egli decodifica le richieste della persona, soprattutto quando sono implicite,  gliele restituisce con accresciuta chiarezza.

L’altro livello, presente durante il primo colloquio, è di tipo conoscitivo e riguarda il venire in contatto di due personalità, con le proprie storie ed  i propri percorsi.

La comprensione emotiva o esperienza condivisa emerge nel “momento presente” dell’ incontro, grazie  alla partecipazione reciproca al campo intersoggettivo: le due menti creano l’intersoggettività e l’intersoggettività modella le due menti.

 Se il colloquio “psicologico” nella professione di aiuto non è solamente un elemento descrivibile in chiave tecnica, fattori tecnici, tuttavia, esistono e devono e possono essere acquisiti.

Per l’istaurarsi di una buona “alleanza” di lavoro l’operatore deve infatti essere in grado di gestire le tecniche di comunicazione ed i processi del colloquio:in questo modo viene facilitato il percorso di autoconsapevolezza  in  grado di cambiare il modo di organizzare l’esperienza della persona.

 

Finalità

 

Lo scopo generale e' quello di accrescere la consapevolezza della complessità dell’incontro comunicativo e della discrezionalità dell’ operatore nella gestione del colloquio.

Verranno altresì presi in considerazione la struttura e gli strumenti utilizzabili, all’interno del colloquio oltre alle sue componenti principali: motivazione, aspettative, richieste, sviluppo della domanda, risposta conclusione…

 

Obiettivi

 

§         Fornire gli elementi teorici della “ matrice intersoggettiva”;

§         stimolare la riflessione sui possibili ambiti di applicazione del colloquio “psicologico”; 

§         approfondire la struttura e gli strumenti utilizzabili all’interno del colloquio;

§         favorire l'acquisizione di consapevolezza del proprio stile relazionale nella conduzione del colloquio;

§         riflettere sul colloquio  inteso come un privilegiato spazio-tempo in cui si strutturano racconti

§         sviluppare abilità di counselling.

 

Destinatari

 Il corso vuole essere un'occasione formativa per tutti coloro che, nel proprio lavoro, utilizzano il colloquio. In particolare si rivolge a psicologi, medici, educatori, assistenti sociali, consulenti e formatori.

 

 

 Metodologia e Strumenti

 

Il corso è basato sul coinvolgimento dei partecipanti attraverso l'esperienza diretta, è cioè un lavoro teorico-esperienziale che aiuta ad apprendere le modalità di ascolto dell'altro e l'espressione di sé, favorendo il dialogo interpersonale.

 La metodologia prevede l'utilizzo alternato di approfondimenti teorici lezioni attive, esercitazioni in piccoli gruppi, visione di filmati, questionari autovalutativi, racconti e discussioni di materiali relativi alla propria esperienza.

 

 

Roma, 15-16.03.2008 "ANGOSCIA ESISTENZIALE, ANSIA PATOLOGICA: DIALOGO TRA FILOSOFI E CURANTI"; Sede: JOHN CABOT UNIVERSITY, VIA DELLA LUNGARA 233, ROMA; Info: segreteria@isipse.it Fees= euro 100,00

Dott.ssa I. Pedroni

Psicologa e psicoterapeuta

Socio e docente ISIPSè

Direttore e docente Scuola Isipsé.

Socio IAPSP (International Association for Psychoanalytic Self Psychology).

Socio   IARPP (International Association for Relational Psychoanalysis & Psychotherapy)

pubblicazioni sui temi del narcisismo, della psicologia del sé e dell’etnopsicoterapia

 

Prof. R. Finelli

Ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di Roma 3

Pubblicazioni

Un parricidio mancato: Hegel e il giovane Marx, Boringhieri 2005

Tra  moderno e post-moderno, saggi di etica e antropologia sociale, ed. Pensa Multimedia,  Lecce

 

Prof. R. Tatarelli

medico psichiatria e psicoanalista

Professore ordinario di psichiatria presso l’Università La Sapienza,

Direttore dal 1994 della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università La Sapienza

Responsabile dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’Ospedale S. Andrea, II^  Facoltà di Medicina

Autore di 400 pubblicazioni scientifiche, di cui 150 su riviste internazionali

 

Dott. M. Ardizzone

laureato in Filosofia presso l’Università “La Sapienza” di Roma,

psicologo e psicoterapeuta dell’adolescenza e della giovane età adulta,  psicoterapeuta di  gruppo

dirigente psicologo presso l’ASL  Roma  A, Dipartimento di Salute Mentale, e Responsabile della Formazione

professore a contratto presso la Seconda Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università “La Sapienza” di Roma, Facoltà di Psicologia

Redattore  della rivista  Prospettive psicoanalitiche nel lavoro istituzionale per l’intero ciclo di vita della rivista stessa (1983-1999)

Autore di numerose pubblicazioni scientifiche negli ambiti disciplinari della metodologia della ricerca psicologica, della psicologia clinica e della psicoterapia

Presidente del l’Ordine degli Psicologi del Lazio dal 1994 al 1997.


Professor P. Vinci

professore associato nella cattedra di filosofia morale e politica Università La Sapienza di Roma Direttore della rivista di filosofia Polemos

Pubblicazioni:

La forma filosofia in Marx, Roma 1981

Soggetto e tempo: Heidegger interprete di Kant, Roma 1988

Coscienza infelice e anima bella: commentario della Fenomenologia dello spirito di Hegel, Milano1999:

 

Dott. Alessandro Dionisi

Medico psichiatra

- Membro ord. della Società Italiana di Psicoterapia Medica

- Membro ord.  e docente dell’ “ISIPSè” (Istit. di Specializz. In Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi  Relazionale – Componente italiana della ‘Association for Autonomous Psychoanalytic Institutes’ Statunitense (AAPI)

- Associato allo ‘International Self Psychology Roster’

- Associato alla Società Internazionale di Gruppoanalisi

-Socio e docente  dell Laboratorio Italiano di Gruppoanalisi (COIRAG)

- Socio S.I.R.P.(Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale)

Responsabile Coordinatore delle attività riabilitative del DSM nella ASL RM/D  presso il Centro di riabilitazione ‘Monteverde’.

 

 

 

Roma, 29-30.03.2008  "INTERSOGGETTIVITÀ E CONFLITTO RELAZIONALE"; Sede: JOHN CABOT UNIVERSITY, VIA DELLA LUNGARA 233, ROMA; Info: susi@isipse.it  Fees= euro 100,00

Dott.ssa Ingrid Pedroni

 

Psicologa e psicoterapeuta

Socio e docente ISIPSè

Direttore e docente Scuola Isipsé.

Socio IAPSP (International Association for Psychoanalytic Self Psychology).

Socio   IARPP (International Association for Relational Psychoanalysis & Psychotherapy)

pubblicazioni sui temi del narcisismo, della psicologia del sé e dell’etnopsicoterapia

 

 

 

MALCOLM OWEN SLAVIN    

 

EDUCATION

 

B.A.,   1964                 Yale University, High Honors in Psychology.
(1960-61) Cours de Civilisation Francaise, University of Paris, Sorbonne.

 

M.A.,  1968                 Harvard University, Psychology, Department of Social Relations.

 

Ph.D., 1972                 Harvard University, Psychology, Department of Social Relations.

 

Diploma in                   

Psychoanalysis,

         1994                   Massachusetts Institute for Psychoanalysis.

     

PRIMARY  AFFILIATIONS

 

2000-Present               Past President and Chair of the Board of Directors, Faculty and Supervising Analyst,  Chair, Postgraduate Fellowship Program, Massachusetts Institute for Psychoanalysis.

                                   

2000-Present               Chair, Postgraduate Fellowship Program, Massachusetts Institute for Psychoanalysis

 

2002-Present               Contributing Editor, Psychoanalytic Dialogues

 

 

1973-Present               Private Practice, Cambridge, Massachusetts.

                                    Consultation, psychotherapy and psychoanalysis.  Supervision of psychotherapy and psychoanalysis.

 

1970-2000                   Director of Training Tufts University Counseling Center. (Associate Director, 1971-1986). Directed a clinical training program for pre-and postdoctoral interns in clinical psychology, clinical social work. and other mental health disciplines.  Currently serve as clinical consultant and faculty for training program.

 

.

PUBLICATIONS

 

Slavin, M. & Trivers, R. (1972) Animal Behavior and Evolution (series of four books used in "Man, A Course of Study," an experimental social studies curriculum produced by the Education Development Center, Cambridge, Massachusetts).  Washington, D.C.: Curriculum Development Associates.

 

Slavin, M. (1975) "A Therapist Looks at Youth in the '70's." The New Leader, Vol. LVIII, Number 8.

 

Slavin, M. & Slavin, J. (1976) "Two Patterns of Adaptation in Late Adolescent Borderline Personalities."  Psychiatry, 39:41-50.

 

Slavin, M. (1978) "Oedipal Grief:  Mourning or Melancholia?"  International Journal of Psychoanalytic Psychotherapy, 7:405-432.

 

Slavin, M. (1985) "A Developmental Disorder of Late Adolescence."  International Journal of Psychoanalytic Psychotherapy, 11:219-233.

 

Slavin, M. (1985) "The Origins of Psychic Conflict and the Adaptive Function of Repression:  An Evolutionary Biological View."  Psychoanalysis and Contemporary Thought, Vol. 8, 3:407-440.

 

Slavin, M. & Kriegman, D. (1988) "Freud, Biology and Sociobiology," Commentary in American Psychologist, August: 658-661.

 

Kriegman, D., & Slavin, M. (1989) "The Myth of the Repetition Compulsion and Negative Therapeutic Reaction:  An Evolutionary Biological Analysis"  Progress in Self Psychology, Vol. 5,  209-253. Hillsdale NJ, The Analytic Press.

 

Kriegman, D. & Slavin, M.(1990)  "On The Resistance to Self Psychology; An Evolutionary Biological View," Progress in Self Psychology, Vol. 6, pp. 217-250. Hillsdale NJ, The Analytic Press.

 

Slavin, M. (1990) "The Dual Meaning of Repression and The Adaptive design of the Human Psyche." Journal of The American Academy of Psychoanalysis, Volume 18, No. 2.

 

Slavin, M., & Kriegman, D. (1990) "Toward A New Paradigm For Psychoanalysis:  An Evolutionary Biological Perspective on the Classical-Relational Dialectic," Psychoanalytic Psychology, 7 (Suppl.), 5-31.

 

Slavin, M. & Kriegman, D.(1992)  "Toward a Darwinian Depth Psychology," Chapter in Psychoanalysis and Psychology, Barron, J. et al, eds. Washington D.C.: American Psychological Association Press.

 

Slavin, M. & Kriegman, D.(1992) The Adaptive Design of the Human Psyche: Psychoanalysis, Evolutionary Biology, and the Therapeutic Process  New York: Guilford Press.

 

Slavin, M. and Greif, D.,  (1994)  "Self-Interest and The Moral Sense: Are We  Social or Semi-Social Animals?"  A Review of The Moral Sense by James Q. Wilson, Politics and The Life Sciences, August, 1994.

                                  

Slavin, M. & Greif, D. (1995) "The Evolved Function of Repression and The Adaptive Design of the Human Psyche."  Chapter in Ego Defenses, Theory and Measurement, The Einstein Psychiatry Series, No. 10. Conte, H. and Plutchik, R., eds.,  New York: John Wiley & Sons.

 

Slavin, M. (1996) "Is One Self Enough? Multiplicity in Self Organization and the Capacity to Negotiate Relational Conflict", discussion of "How many Selves Make a Person?" by Frank M. Lachmann, Contemporary Psychoanalysis, Vol. 32, No.4.

 

Slavin, M. & Kriegman, D. (1998) " Why The Analyst Needs To Change:  Toward A Theory of Conflict, Negotiation and Mutual Influence In The Therapeutic Process."  Psychoanalytic Dialogues, 8 (2).

 

Slavin, M. & Kriegman, D. (1998) " An Evolutionary Biological Perspective on Psychoanalysis," Chapter in Langs, R., ed. Current Theories of Psychoanalysis, Madison, CT: International Universities Press

 

Slavin, M. (1998),  "Re-Discovering The Realities Of Evil And The Emergence Of The           Poet's Capacity To Love: Commentary On Following Sibyl, The Psychoanalytic            Review, 85, 6.

 

Slavin, M. and kriegman, D. (1998) "Conflicting Interests and the Creation of a 'Third             Space':" Reply to Commentary by Jessica Benjamin, Psychoanalytic Dialogues, 8                                                                                              (4)

Slavin, M. (1999) "An Evolutionary Biological / Post-Modern Dialogue About Sex And         Gender:

            A Discussion (As Imagined Conversation) of Papers By D. Kriegman And      D. Schwartz.."  Psychoanalytic Psychology, 16, 4.

 

Slavin, M. (2000), "Hate, Self Interest, and Good-Enough Relating: An Evolutionary-Adaptive Perspective."  Psychoanalytic Inquiry, 20 (3), 441-461.

 

Slavin, M (2000)," The Inner Struggle of the 'Autonomous' Analyst. and the Re-Negotiation of the Self,"  Self Psychology: A European Journal of Psychoanalytic Therapy and Research.  German and English.

 

Slavin, M. (2001), "Constructivism With A Human Face: A Review of Ritual and Spontaneity in the Psychoanalytic Process by Irwin Z. Hoffman." Psychoanalytic Dialogues.

 

Slavin, M., and Kriegman, D., (2001), " Why The Analyst Needs To Change:  Toward A Theory of Conflict, Negotiation and Mutual Influence In The Therapeutic Process." Ricerca Psicoanalitica.  A revised second version, translated into Italian.

 

Slavin, M., (2001),"The patient's Experience of The Analyst's Inner Struggle: How an Evolutionary Biological Sensibility Can Inform Psychoanalytic Work."  Rivista Italiana Telematica Psicologia Psicoanalitica del Se Intersoggegteva Psicoanalisi Relazionale. Translated into Italian.

 

Slavin, M. (2002) From the Womb to the Therapeutic Relationship: Human Interaction

and the Shaping of Gender Identity ( A Discussion of  "From Fragmentation to Fluidity: A Post-Modern Solution to a Case of Gender Identity Disorder" by Wendy Lippe, Ph.D and Deborah Offner , Ph.D. ), Gender and Psychoanalysis.

 

Slavin, M. (2002)  Post-Cartesian Thinking and the Dialectic of Doubt and Belief in the          Treatment Relationship.  Psychoanalytic Psychology, 19, No. 2, 307-323.

 

Slavin, M. (2003) Introduction to symposium on psychoanalytic education and                       supervision. Psychoanalytic Dialogues. Vol. 13. No.3,

 

Slavin, M. (in press) Chapter and Afterword in Relational Psychoanalysis ll, Aron, L. and       Harris, A, (eds), Hillsdale, NJ: Analytic Press

 

SELECTED RECENT PRESENTATIONS

 

Invited Plenary Panel Discussion, "An Evolutionary-Existential Perspective,"at the International Conference on the Psychology of the Self, San Diego California, November, 2004

 

Invited Discussant:  Dionysus Ear: Trauma and Tragedy, International Conference, Siracusa Sicily, June, 2004

 

Invited Plenary Presentation: "Such a Strange Relationship"A Patient's Paradoxical Experience of Her Analyst's Inner Struggle: How It Influenced Her Development and Transformed the Analytic Relationship, Interntional Assoc. for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy, Santa Monica, CA, April 30, 2004

 

Invited Discussant:  Sexuality and Shame, Annual Conference, National Inststitute for Psychoanalysis, NIP, new York City, February, 2004.

 

______with  Davies, Jody, M. and Fosshage, James, "Enactments: Relational and Self Psychological Perspectives," Annual Conference on the Psychology of the Self, Chicago, IL, November, 2003.

 

Sex, Gender, Flirtation and Love:  Challenges To Contemporary and Classical Analytic Perspectives and, Fathers and Sons--Analysts and Patients:  Oedipal Love, Finding the "Real" Other and How Transferences May serve as  Adaptive Probes of Human Relationships, Invited Presentations at the Northwest  Center for Psychoanalysis, Seattle Washington, June, 2003

 

______with  Benjamin, Jessica,  Invited Panel: "The Analyst's Otherness as a Source of Hope," Division 39, Spring Meeting, Minneapolis MN,  April,2003

 

 

Invited Plenary Panel, Sex, Gender and the Challenges to Self Psychology, Annual Conference on the Psychology of the Self, Washington, DC, October, 2002.

 

Workshop: "Love, Hate and Self-Interest in Parenting and Analysis," Institute for Contemporary Psychoanalysis, Toronto, Canada. September, 2002.

 

 Invited Clinical Presentation, Annual Symposium, The Analyst's Belief System, Massachusetts Institute for Psychoanalysis, Cambridge MA, March, 2002,

 

Invited Plenary Commentary, International association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy, Inaugural Conference, New York, January,  2002.

 

Invited Discussant: Conference on Treatment of Psychosis.  Institute for Contemporary Psychoanalysis, Los Angeles, CA, May 19, 2001.

 

Invited Workshops: "An Evolutionary Biological Sensibility in Psychoanalytic Clinical Work:"  Institute for the Psychoanalytic Study of Subjectivity, New York, NY,  September, 2000;  Institute for the Advancement of Self Psychology, Toronto, Canada, February 2001. 

 

Invited Discussant: "Principles of Dialectical Constructivism," by Irwin Z. Hoffman, International Conference on the Psychology of the Self, Chicago, IL, November, 2000

 

Invited Presentations: The Patient's Experience of the Analyst's Inner Struggle: How an Evolutionary Biological Sensibility Can Inform Psychoanalytic Work, "   The Institute for Contemporary Psychotherapy, Washington, DC., May, 2000.  Istituto di Specializzazione in Psicoanalitica del Se e Psicoanalisi Relazione, Rome Italy, and Istituto di Psicoanalitica, Milan Italy, June 2000.

 

_____with  Hoffman, Irwin Z., Invited Discussant: Meet The Author: Ritual and Spontaneity in the Psychoanalytic Process . American Psychoanalytic Association, Spring Meeting, Chicago, IL, May, 2000.

 

"The Drama Within the Womb:  Mother-Fetal Interaction and the Innate Human Capacity For Intimate Negotiation." Division 39 Spring Meeting,  American Psychological Association, San Francisco, CA, April, 2000.

 

Invited Presentation: "Long Term Treatment of a  'Hopeless' Case: The clinical value of an evolutionary biological/psychoanalytic perspective."  The Post Graduate Center for Mental Health, New York City, December, 1999.

 

Invited Panel Discussant:  "Eve's Gift: Sexuality in the Work of Jody Messler Davies and the Emergence of 'Realness' and 'Newness' in the Analytic Relationship.  A discussion of  "Too Hot to Handle: Erotic Transference and Countertransference in the Realm of the Transgressive and the Traumatic," by Dr. Jody M. Davies, at the Joint Scientific Meeting, Boston Psychoanalytic Society and Institute and the Massachusetts Institute for Psychoanalysis, Boston, MA, November, 1999.

 

"The Inner Struggle of the Autonomous Analyst and the Re-negotiation of the Patient's Self " Presented at Invited Plenary Panel, "Contemporary Views of the Self, " International Conference of the Psychology of the Self, Toronto, Canada, October, 1999

 

"An Evolutionary Biological View of The Unconscious,"  Invited panel: Contemporary Views of the Unconscious Division of Psychoanalysis (39),  American Psychological Association, Boston, MA, August, 1999.

 

"How Does Experience in Analysis Get to Be 'New':  Negotiating Challenges to the Analyst's Identity and the Paradoxes of Psychopathology."  Invited Discussion for Panel on Contemporary Perspectives on Therapeutic Action.  International Conference on Multiple Perspectives on Subjectivity, Rome, Italy, March, 1999.

 

"The Evolution of Complex Human Subjectivity:  How 'Evolutionary Psychoanalysis' Differs From Evolutionary Psychology and Evolutionary Psychiatry."  Invited Presentation,  International Conference on Biological Psychotherapy, University of Utrecht, Department of Psychiatry, Utrecht, Netherlands, October, 1998.

 

"An Odd Couple or Secret Allies: Queer Theory and Evolutionary Biology,"  Invited Panel on Querying Binaries in Gender Theorizing, Spring Meeting, Division of Psychoanalysis (39),  American Psychological Association, Boston, MA, April, 1998.

 

"In The Shadows of Relational Theories: The Negotiation of Conflict, Deception and Self-Deception in the Therapeutic Relationship," Grand Rounds, Department of Psychiatry, Massachusetts General Hospital, Boston, MA, February, 1998.

 

SELECTED ADDITIONAL PROFESSIONAL AFFILIATIONS, AWARDS AND     LICENSURE

 

Member:  International Council on Self Psychology. 

                 Advisory Board, International Association for Relational Psychoanalysis and                      Psychotherapy.

                 Advisory Board, Toronto Institute for Contemporary Psychoanalysis, Toronto,                  Canada.

 

Invited Participant: Program on Negotiation, Harvard University Law School.

 

Faculty and Supervising Analyst:

                National Institute for Psychoanalysis, New York, NY;        

                National Training Program in Psychoanalysis, New York, NY;  

                Institute for Contemporary Psychoanalysis, Bethesda, MD.

                Institute for the Psychoanalytic Study of Subjectivity, New York, NY.

Corresponding Faculty Member: 

            Institute for Contemporary Psychoanalysis, Los Angeles, CA.

 

Contributing Editor: Psychoanalytic Dialogues.

 

Editorial Board Member:   Gender and PsychoanalysisInternational journal of Psychoanalytic Self                      Psychology.  Rivista Italiana Telematica di Psicologia Psicoanalitica del Sé Intersoggettività e Psicoanalisi  Relazionale. (Italian Revue of Self and Relational Psychoanalysis).

 

Paul Myerson Award,  2002, Massachusetts Institute for Psychoanalysis, for exceptional contributions to the Institute and to Psychoanalysis.

 

Supervision Award, 2001, Massachusetts School of Professional Psychology. 

 

Licensed Psychologist: Massachusetts Board of Registration of Psychologists, # 927.

 

 

Prof. Nino Dazzi

 

Professore Ordinario di Psicologia Dinamica Facoltà di Psicologia, Università “La Sapienza” di Roma.

 

Membro Senato Accademico Università “La Sapienza” di Roma.

 

Dal 1999 Presidente del Nucleo di Valutazione di Ateneo Università “La Sapienza” di Roma.

 

È stato Preside della Facoltà di Psicologia 1 Università degli Studi “La Sapienza” di Roma dal 1992 al 2003.

 

Presidente della Commissione MIUR per le Scuole di Specializzazione dal 1999 al 2002 e di nuovo dal 2007.

 

Autore di numerose pubblicazioni.

 

 

 

 

RIVA Dott. ALESSANDRO

Via  Latina, 15  -   00179  ROMA

 

psicologo

 

Curriculum formativo professionale

 

Il Dr. Alessandro Riva è nato a Roma nel 1963, esercita in Roma dal 1999 attività professionale privata di psicologo e psicoterapeuta.

E’ Direttore Responsabile delle riviste scientifiche di Psicoanalisi e Psicoterapia: “Self” e “Adolescenza e Psicoanalisi”. 

 

Laurea in Psicologia a indirizzo Clinico e di Comunità, presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Specializzazione in Psicologia Clinica presso la IIa Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Master di specializzazione quadriennale in Psicologia del Sé e Psicoanalisi Relazionare tenuto dall’ ISIPSè di Roma.

 

Nell’ambito del S.S.N. ha un esperienza clinica pluriennale, acquisita sia col tirocinio di specializzazione  che come volontario, presso il C.S.M. di Via Morandi diretto dal dr. A. Correale, nel DSM della ASL RM/B. Ha inoltre effettuato l’anno di tirocinio post-lauream Presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale S.Giovanni di Roma.

 

Ha collaborato per quattro anni, come cultore della materia, all’attività didattica e scientifica della Cattedra di Teoria e Tecnica della Dinamica di Gruppo - Prof. Claudio Neri e Prof. Paolo Cruciani - della Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma  “la Sapienza”, conducendo nello stesso periodo dei “gruppi esperenziali” con gli studenti nell’ambito delle Esperienze Pratiche Guidate  organizzate dalla Cattedra   .

            Ha collaborato come docente ai Corsi E.C.M. della Scuola Medica Ospedaliera di Roma.

Ha presentato diversi contributi nell’ambito di conferenze e convegni nazionali e internazionali tra cui :  “La creatività necessaria: il recupero della dimensione creativa nell’ esperienza psicoanalitica” (Siracusa, 2004) ;  “Le teorie dell’angoscia nella clinica: i punti di vista del paziente e del terapeuta”, con G. Di Leone (Roma, 2003) ; “Il gruppo come proprietà emergente del campo intersoggettivo”, con S. Federici (Roma, 1999).

 

E’ Socio Ordinario ISIPSé (Istituto di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi Relazionale).

            Membro della IAPSP (International Association for Psychoanalytic Self Psychology).

            Membro dell’ AAPI (Association of Autonomous Psychoanalysts and Institutes).

Socio della IARPP (International Association for relational Psychoanalysis & Psychotherapy).

 

 

 

Milano, 18.03-3.06.2008 "LA MENTE DISSOCIATIVA - PRESENZE NASCOSTE"; Sede: CENTRO MILANESE ISIPSE' - VIA COPERNICO 59; Info: maurizio.pinato@fastwebnet.it ; Fees= euro 200,00

 

ABSTRACT DEGLI INTERVENTI

 

I principi organizzatori della dissociazione tra lo Schema e l’Immagine del corpo

(Amore Marina)

La dissociazione è uno stato incluso nella rappresentazione del Sé nell’esperienza. Quando facciamo riferimento al Sé nell’esperienza, dobbiamo riferirci obbligatoriamente ad una rappresentazione del Sé che si organizza a partire dall’esperienza percettiva della propria corporeità, e che continuamente include i nuovi dati provenienti dalla costante mutevolezza del flusso percettivo.

Schema e Immagine del corpo sono due concetti chiave nell’ambito di questo lavoro in quanto tradizionalmente riferiti, nella letteratura analitica, alla dimensione corporea della rappresentazione del Sé. Questi concetti contengono ed esprimono l’idea che il Sé si organizzi e si ristrutturi continuamente attraverso la percezione fluttuante della propria corporeità nei differenti contesti dell’esperienza.

Differentemente dalla più tradizionale letteratura, che attribuisce ad essi identità e funzioni sovrapposte, schema e immagine del corpo sono riletti in questo lavoro come due modalità differenti, anche se interagenti, attraverso le quali il Sé può essere rappresentato nell’esperienza sulla base di due complementari spinte motivazionali: quella del bisogno, con i suoi invalicabili limiti vincolati allo stato del corpo del tempo presente, e quella del desiderio che può al contrario spaziare nel tempo del passato e in quello del futuro, potenzialmente non vincolato dai limiti del bisogno.

L’osservazione del processo dissociativo è così qui proposta dal punto di vista del fallimento dell’integrazione tra lo schema e l’immagine del corpo, tra il bisogno e il desiderio, tra le rappresentazioni disponibili nel tempo presente e le rappresentazioni di sé declinate nel passato e nel futuro.

 

L’orizzonte degli eventi (Maurizio Pinato)

La dissociazione e i processi dissociativi costituiscono dimensioni peculiari dell’esperienza dell’individuo e dei gruppi umani. Essi possono assumere funzioni diverse e promuovere traiettorie differenti nei processi che animano l’unicità di ciascun sistema vivente. Rappresentano dimensioni che da sempre hanno attirato lo sguardo di coloro che si sono e si occupano della comprensione e della cura della sofferenza degli individui e dei gruppi. Poter approfondire la conoscenza di alcune direzioni riflessive promosse da autori del nostro recente passato, attraverso una selettiva esplorazione di contributi che hanno informato il pensiero di diverse comunità analitiche e che contengono prospettive cui autori contemporanei fanno apertamente riferimento,  costituisce un’opportunità per una comprensione più accurata delle direzioni contemporanee della ricerca sulla dissociazione e sui processi dissociativi, premessa indispensabile per accedere più competentemente al dialogo internazionale in corso.

 

L’unicità e la molteplicità in una prospettiva intersoggettiva della dissociazione

(Stramba Badiale Paolo)

Nell’attuale panorama psicoanalitico, la prospettiva intersoggettiva si presenta particolarmente capace di offrire contributi di rilievo all’esplorazione dei processi e dei fenomeni dissociativi, consentendo la possibilità di organizzare nuove prospettive di senso, con una maggiore capacità di sostenere la comprensione dell’esperienza soggettiva dell’individuo. Il lavoro intende promuovere la conoscenza di tali contributi e di consentire l’esplorazione e la valutazione della loro efficacia clinica.

 

 

La paura della mente degli altri (Bonomi Carlo)

A partire dalla prospettiva teorica e clinica promossa da Sandor Ferenczi saranno esplorati gli avanzamenti contemporanei di tali contributi in relazione ad alcune forme di esperienze relazionali contraddistinte da gravi sofferenze.

 

Mondi paralleli (Rodini Carlo)

A partire da una ipotesi straordinaria della fisica, vengono descritte molte realtà dei nostri comportamenti. Questo può permettere di evidenziare la facilità con la quale tralasciamo connessioni fra il dire ed il fare e contemporaneamente il danno che ciò può procurare.

 

Milano, 12.04.2008 "TRAUMA, DISSOCIAZIONE E REGOLAZIONE AFFETTIVA"; Sede: MILANO - VIA CLERICI 10; Info: maurizio.pinato@fastwebnet.it  Fees= euro 90,00

CURRICULA DEI RELATORI

 

LICHTENBERG JOSEPH

È da molti anni una figura di spicco della psicoanalisi americana e della psicologia del sé. Dalla formazione medica ha derivato la passione per gli studi empirici che lo ha portato ad occuparsi della ricerca sulla prima infanzia, sull’attaccamento, sulla psicologia evolutiva, e a valutarne l’impatto per la teoria e la pratica psicoanalitica (La psicoanalisi e l’osservazione del bambino). Il suo interesse per il problema della motivazione è culminato nel libro Psicoanalisi e sistemi motivazionali. Dalla collaborazione con F. Lachmann e J. Fosshage sono nati due libri fondamentali per la teoria della tecnica (Il sé e i sistemi motivazionali e Lo scambio clinico) ed un terzo non ancora tradotto (A spirit of inquiry). Infine, l’anno scorso è stato pubblicato il suo ultimo testo (Craft & Spirit), in cui, con uno stile chiaro e discorsivo, offre un contributo di rilevante valore all’esplorazione della teoria della tecnica.

Lichtenberg, membro del Council dell’International Association for Psychoanalytic SelfPsychology, ha contribuito a dare vita a Washington – dove vive e lavora – all’Institute of Contemporary Psychoanalysis and Psychotherapy  (ICP&P), con uno spiccato orientamento alla psicologia del sé. Dirige la prestigiosa rivista Psychoanalytic Inquiry.

 

Lichtenberg, membro del comitato scientifico internazionale dell’ISIPSÉ, ha detto del nostro Istituto: “L’ISIPSÉ risponde appieno ai requisiti che ritengo fondamentali per un istituto di training psicoanalitico: un ambiente di alto livello scientifico, una grande disponibilità, un reciproco rispetto. Ho avuto il piacere personale di apprezzare la vitalità creativa e l’atmosfera empatica degli incontri dell’ISIPSÉ. Più volte ne ho potuto constatare il profondo livello di conoscenza della psicologia del sé tradizionale, della teoria dei sistemi motivazionali e intersoggettivi e dei processi gruppali. Un livello di dibattito e una qualità formativa davvero rari”.

 

 

PINATO MAURIZIO

 

Psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista.

Presidente Centro Milanese ISIPSÉ.

Membro fondatore con funzioni di training ISIPSÉ (Istituto di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi Relazionale, riconosciuto dall’International Self Psychology Roster e dall’European Federation Psychoanalytic Selfpsychology) dal settembre 1999;

Redattore della Rivista telematica di Psicoanalisi “Self” (www.selfrivista.it);

Membro dell’Association For Autonomous Psychoanalytic Institutes;

Membro IARPP e IASP

 

Curriculum formativo-professionale del dott. Maurizio Pinato, nato a Correzzola (PD) il 27.06.58, residente a Meda (MI) in Via Bernardino Luini 32, psicologo, psicoterapeuta e psicoanalista.

Principali  attività  di  studio  e  di  formazione  realizzate:

Diploma di laurea in Pedagogia (ind. Psicologico) conseguito presso l’Università degli Studi di Torino nel marzo 1985;

Diploma di laurea in Psicologia (ind. clinico e di comunità) conseguito presso l’Università degli Studi di Padova nel luglio 1990;

Iscritto all’Albo degli Psicologi (032795) ed Abilitazione all’esercizio dell’attività psicoterapeutica nel marzo 1993;

Specializzazione in Psicoterapia presso l’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (legalmente riconosciuto, all’interno dell’ordinamento legislativo attuale), di durata quinquennale, nel giugno 1997.

 

Pubblicazione:

“Tragedy and Healing”, in Psychoanalytic Dialogues – A journal of Relational Perspectives, The Analytic Press, July / August 2006, Vol. 16, N° 4.

 

Indirizzo:          Maurizio Pinato

                        Via B. Luini n°32

                        20036 Meda (MI)

                        Tel. 0362.72886

 

 

 

RODINI CARLO

 

DATI ANAGRAFICI ed INDIRIZZO

Nato a Milano il 19-6-40.

Coniugato, ha una figlia nata nel 1976. 

Residente in C.so Garibaldi, 34 - 20121 Milano

Tel. 02-876.476

e-mail: carlo.rodini@tiscali.it

 

STRAMBA-BADIALE PAOLO

 

Nato a Milano il 12/10/1958

Residente a Milano, 20125

Via Copernico 59

Tel.0267072818- 348 9892255

ABSTRACT DEGLI INTERVENTI

 

TRAUMA, DISSOCIAZIONE E REGOLAZIONE AFFETTIVA

La relazione verterà sull’approfondimento della natura di forme esperienziali traumatiche diverse, dei fenomeni e dei processi dissociativi che da queste possono innescarsi, e dei processi regolativi connessi. Ciò verrà realizzato attraverso una trattazione teorica con riferimento ai sistemi motivazionali, una presentazione di dati provenienti dal campo della ricerca infantile, a cui seguiranno diverse esemplificazioni cliniche.

La presentazione sarà poi oggetto di discussione da parte dei partecipanti

 

 

Verona, 15.03-22.11.2008 CORSO DI PSICOTERAPIA DELL'ADOLESCENTE:IL PRIMO COLLOQUIO CON ADOLESCENTI CHE PRESENTANO PROBLEMATICHE DI AGGRESSIVITÀ. VI° CICLO; Sede: VIA VALDONEGA 42 - 37128 VERONA; Info: antecchi@reprint.it 

ITINERARIPSICO@LIBERO.IT  ; Fees=  euro 380,00

 

Corso di Psicoterapia dell'adolescente:

il primo colloquio con adolescenti  che presentano problematiche di aggressività.

VI° CICLO

                                   15 marzo - 19 aprile - 10 maggio - 18 ottobre - 22 novembre - 2008

                                                           via Valdonega 42 - 37128 Verona

 

Per il VI° anno consecutivo la nostra Associazione " Itinerari Psicoanalitici" propone  un ciclo di seminari di supervisione, con un supervisore esterno esperto di psicoterapia dell'adolescente.

Negli anni passati ci siamo interessati del primo colloquio, delle questioni diagnostiche e della presa in carico dell'adolescente e dei suoi genitori. Quest'anno riprenderemo la tematica del "primo colloquio" con i ragazzi e con i loro genitori rivolgendo una particolare  attenzione a quei casi in cui la richiesta di intervento è determinata da situazioni conflittuali intrafamiliari ed extrafamiliari con inadeguata gestione della aggressività.

Continuamente la cronaca riferisce  episodi  e situazioni di violenza, a volte con esiti drammatici,  estremamente preoccupanti che coinvolgono le relazioni di amicizia, quelle affettive, quelle familiari o parentali, i rapporti con la scuola e il mondo dello sport e la società in generale.

Ci proponiamo di approfondire, in accordo con gli obiettivi nazionali di formazione alla psicoterapia e alla psicologia clinica, le risorse, gli strumenti e i limiti  dei nostri interventi diagnostici e terapeutici.

Il nostro gruppo è costituito da colleghi impegnati nel lavoro clinico con la famiglia, le coppie e gli adolescenti e abbiamo individuato nel lavoro della "discussione e supervisione di casi clinici in piccolo gruppo" una metodica molto efficace, grazie alla quale possono venire messe in comune e integrate competenze differenti.

L'obiettivo è di mantenere una formazione continua al passo con i cambiamenti che la società e la ricerca scientifica ci propongono.

Dal punto di vista metodologico, il lavoro si svolge con una formula ormai sperimentata da parecchi anni:

            - nella prima parte della giornata: uno dei partecipanti presenta una situazione clinica di cui si sta occupando, rilevante rispetto al tema indicato e sconosciuta al resto del gruppo. Riferisce il materiale del primo colloquio fatto, con il ragazzo, l’eventuale osservazione familiare  e i colloqui con i genitori, la valutazione testistica, se necessaria all’inquadramento diagnostico, i colloqui di approfondimento e di restituzione diagnostica  e le successive sedute di psicoterapia. Il gruppo dei partecipanti discute il materiale, pone le domande,  formula delle ipotesi, indica un possibile percorso.

             - nella seconda parte della giornata il conduttore-supervisore sviluppa e approfondisce dal punto di vista teorico i contenuti proposti dal caso clinico. La parte teorica è svolta, a seconda delle conoscenze del gruppo o nello stesso giorno della presentazione del caso o nell’incontro successivo, se sono richiesti suggerimenti bibliografici approfondimento del materiale, o necessità di studio comune.

Si tratta, quindi, di una metodologia che si sviluppa dinamicamente e con continuità lungo tutta la durata del corso e che coinvolge in modo diretto e partecipativo tutti i componenti del gruppo. Naturalmente la formazione attraverso la supervisione è ormai storicamente codificata e, a nostro parere, è quella che meglio consente chiarimenti ed approfondimenti specifici  capaci di sviluppare una competenza clinica diretta, in quanto permette una identificazione con il terapeuta e  con i suoi problemi transferali e controtransferali nella conduzione del caso. Inoltre lo studio ancorato alla problematica in corso di trattamento analitico, comporta riferimenti continui alla teoria e l’integrazione di conoscenze teoriche e cliniche. indispensabili alla crescita delle competenze terapeutiche.. A causa di questa impostazione metodologica  non ci è possibile fornire anticipatamente materiale, abstracts e lo stesso questionario  propone temi che pensiamo di  andare ad approfondire durante le supervisioni e che sono rintracciabili  nella casistica adolescenziale.

Ci impegniamo, comunque, ad inviare il materiale e gli eventuali abstracts unitamente alla relazione finale.

 

Il programma  prevede quattro ore di lavoro, suddivise in: due ore di confronto teorico (h. 9,30 - 11.30) - due ore di supervisione clinica (h. 11,40 - 13,40 ).

I 5  incontri, per un massimo di 20 partecipanti, avranno una quota di partecipazione di 400 euro.

Anche quest'anno potremo contare sulla conduzione del Dr G. Pellizzari che ha dato la propria  disponibilità nel 2008 per i seguenti  giorni: 15/3 - 19/4 - 10/5  - 18/10 -  22/11 – 2008

 

 Responsabile scientifico dell’evento è la dott.Alessandra Massa.

 

                                   Curriculum Responsabile scientifico

Dott.ssa Alessandra Massa

1965, laurea in medicina e chirurgia presso l’Università di Padova specializzazione in Psicologia presso L’università Cattolica di Milano

dal 66 al 744 ha collaborato con: l’Istituto di Psicologia Università Cattolica di Milano;la Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Milano;l’Istituto di Psicologia della Provincia di Milano, presso l’Ospedale P.Pini; il servizio di Medicina Preventiva del settore maternoinfantile del Comune di Cernusco sul Naviglio.

1974, socio fondatore ed attualmente effettivo dell’Istituto di Psicoterapia del bambino e dell’adolescente, avente sede in via Bronzetti, 28, Milano; dal1974 all’83, psicoterapeuta presso il medesimo Istituto

nel 1984, trasferimento a Verona e inizio attività libero professionale a tempo pieno e terapeuta esterno presso la Clinica S.Giuliana di Verona

dall’89 ad oggi, insegnante presso la Scuola di Specializzazione CeRP, legalmente riconosciuta, con funzioni di training

dal 1996 al 2000, presidente dell’Associazione onlus Itinerari Psicoanalitici.

Ho pubblicato articoli di psicoanalisi in numerose riviste.

 

                                   Curriculum Supervisore

Prof. G. Pellizzari

Laurea in Filosofia nel 1969. Specializzazione in Psicologia nel 1973. Socio SPI nel 1986 e analista con funzioni di training nel 1999.

Dal 1989 a tutt'oggi consulente presso il "progetto A", centro di consultazione per adolescenti di S. Donato Milanese. Attualmente docente presso le scuole di psicoterapia: ASNEA di Monza e AREA G di Milano.

Ha pubblicato articoli di psicoanalisi sulle seguenti riviste: Rivista di psicoanalisi, gli Argonauti, Psiche, Adolescenza, Quaderno dell'istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente e, insieme a G.Giaconia e P.Rossi, il volume "Nuovi fondamenti per la tecnica psicoanalitica" presso l'editore Borla di Roma .e il volume "L'apprendista terapeuta"presso l'editore Boringhieri di Torino.

Curriculum Responsabile scientifico

Dott.ssa Alessandra Massa

1965, laurea in medicina e chirurgia presso l’Università di Padova specializzazione in Psicologia presso L’università Cattolica di Milano

dal 66 al 744 ha collaborato con: l’Istituto di Psicologia Università Cattolica di Milano;la Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Milano;l’Istituto di Psicologia della Provincia di Milano, presso l’Ospedale P.Pini; il servizio di Medicina Preventiva del settore maternoinfantile del Comune di Cernusco sul Naviglio.

1974, socio fondatore ed attualmente effettivo dell’Istituto di Psicoterapia del bambino e dell’adolescente, avente sede in via Bronzetti, 28, Milano; dal1974 all’83, psicoterapeuta presso il medesimo Istituto

nel 1984, trasferimento a Verona e inizio attività libero professionale a tempo pieno e terapeuta esterno presso la Clinica S.Giuliana di Verona

dall’89 ad oggi, insegnante presso la Scuola di Specializzazione CeRP, legalmente riconosciuta, con funzioni di training

dal 1996 al 2000, presidente dell’Associazione onlus Itinerari Psicoanalitici.

Ho pubblicato articoli di psicoanalisi in numerose riviste.

 

Verona, 1.03-29.11.2008 XI° CONVEGNO 2007 : LO SPETTRO DELLA PSICOANALISI I SEMINARI DEL POST-CONVEGNO; Sede: CENTRO CULTURALE “G. MARANI” OSPEDALE CIVILE MAGGIORE BORGO TRENTO P.LE A. STEFANI,1 VERONA; Info: antecchi@reprint.it 

ITINERARIPSICO@LIBERO.IT  Fees= euro 250,00

 XI°   convegno 2007 : Lo spettro della psicoanalisi

                              I seminari del post-convegno: relazione introduttiva

                                   01 Marzo - 12 Aprile - 24 Maggio - 07 Giugno - 29 Novembre – 2008

                               Centro culturale “G. Marani” Ospedale civile di   Borgo Trento, via Delellis, n°1,  

L’undicesimo convegno “Lo spettro della psicoanalisi” ha introdotto attraverso l’ambiguità del termine, la presenza di molti risvolti problematici del nostro sapere ed operare nell’ambito della cura psicoanalitica e psicoterapica.

I seminari del post-convegno si pongono  come obbiettivo di coniugare sul piano clinico il nucleo fondamentale dell’eredità ricevuta con i cambiamenti:riteniamo un dovere terapeutico, oltre che etico e culturale, difendere ciò che è essenziale per i pazienti e, nello stesso tempo, condividere i mutamenti della realtà, in cui anche noi siamo immersi.

Attraverso i nostri incontri di studio, ci proponiamo di apprendere una metodologia sul campo e  di trovare risorse intellettuali e creative capaci di guidarci nella scelta dei percorsi terapeutici, in accordo con gli obiettivi nazionali di formazione alla psicoterapia e alla psicologia clinica.

Saremo aiutati in questo processo di apprendimento dai Relatori che sono stati presenti al Convegno e che quindi, tradurranno in termini clinici, sviluppandoli, gli aspetti teorici già conosciuti dai partecipanti ai seminari.

Il gruppo di lavoro funziona con la metodologia della “discussione e supervisione di casi clinici in piccolo gruppo” e  si svolge nei modi e nei tempi seguenti:

-         prima parte della giornata: uno o più colleghi presentano situazioni cliniche particolarmente problematiche e rilevanti per il tema proposto. Il materiale ,sconosciuto agli altri colleghi viene trattato in tutti i suoi aspetti (storia, osservazioni,storia del trattamento, motivazione della supervisione,presentazione di  materiale delle sedute) e il gruppo discute il materiale, pone delle domande,formula delle ipotesi. (8.30-10.30)

-         seconda parte della giornata: il conduttore supervisiona il materiale, approfondendo i contenuti teorici e presentando possibili modelli di trattamento. Generalmente sono stati presi accordi precedenti con il supervisore che presenta un commento teorico-clinico e fornisce materiale bibliografico.(10.40-13.40)

La  formazione attraverso la supervisione è ormai un’acquisizione ben codificata e  sicuramente la più efficace per sviluppare una competenza clinica e stimolare quel lavoro della mente che rende possibile la cura psicologica; inoltre l’integrazione con le conoscenze teoriche consente il formarsi di un terreno comune di riferimento e di discussione e la possibilità per i colleghi di avere  uno scambio e una collaborazione che si estende a tutto il loro lavoro professionale. 

 

Gli incontri hanno le seguenti date:

 

01 Marzo 2008  Dott. Sandro Panizza

“La matrice relazionale : Storia, tecnica, teoria”

 

12 Aprile 2008  Dott. Mario Perini

“Perché la psicoanalisi dovrebbe occuparsi di organizzazioni?”

 

24 Maggio 2008 Prof.Fausto Putrella

“I disagi della psicoanalisi nella postmodernità”. Contributi clinici

 

07 Giugno 2008 Dottor Giovanni Foresti

”Elogio delle superfici psichiche. Il dialogo analitico come interfaccia trasformativi”

 

29 Novembre 2008 Prof  Gherardo Amadei

"Emozioni nella stanza di analisi: la clinica"

ABSTRACTS DEI LAVORI

Dott. Sandro Panizza “La matrice relazionale : Storia, tecnica, teoria”

La problematizzazione della matrice relazionale in Psicoanalisi, ha inizio con la psicoanalisi stessa e si sviluppa in modo stagliato dagli anni ’80.

Dagli anni 80 guarda alla psicoanalisi, come il luogo terapeutico dove si incontrano due mondi mentali ed affettivi: “due menti che si incontrano”, si influenzano, si modificano, seppure in parti diseguali. La questione viene qui guardata nel suo costuirsi storico, da Freud e Ferenczi, su su sino a Mitchell, Aron, Benjamin… Viene osservata nella fecondazione della teoria psicoanalitica, che ne esce rivitalizzata da uno sguardo nuovo che non si limita ad un’osservazione del dentro, ma anche a partire dalla prospettiva del “tra” paziente e analista: soggettività, narcisismo, inconscio, ogetti interni… E poi, necessariamaente viene guardata la tecnica. La quale, sussunta dalla prospettiva del “tra” guarda in modo complesso al transfert, all’alleanza terapeutica, al controtransfert, al terzo analitico, al preverbale, al corpo ed al genere. Storia, Teoria e Tecnica, ci portano in un territorio suggestivo, carico di paradossi.

Uno per tuti. Mentre in America la matrice relazionale, dagli anni 80, rappresenta il fatto nuovo, con ascendenti esistenzialisti europei, che ha influenzato ogni regione del continente psicoanalitico, in Europa, invece, esiste ancora una zona di diffidenza.

Il paradosso sta nel fatto che proprio il vecchio continente che guarda con sospetto all’intersoggetività in psicoanalisi, lo steso vecchio continenete è stato la fucina filosofica dell’intersoggettività, ha inventato in filosofia l’intersoggettività: attraverso Heidegger, Gadamer, Buber…, le filosofie della persona e del dialogo, hanno gettato le basi per la prospettiva umana intersoggettiva. Il testimonio è stato raccolto dalla psicoanalisi Americana e integrato, operando un enorme balzo in avanti. E’ stato , invece, lasciato in un angolo, persino scisso, dalla psicoanalisi europea, che vi ha letto un’annacquamento dello spirito originario votato all’interiorità. L’Europa ha così evitato un confronto fecondo, che offrirebbe una maggiore capacità di comprendere, interagire ed incidere sulla società attuale, in cui è immersa; assumendo come propria, l’integrazione operata da Mitchell, negli anni 80, tra intrapsichico e intersoggettivo, tra il “dentro” ed il “tra” che percorre tutta la nostra vita di uomini. 

 

Dott. Mario Perini “Perché la psicoanalisi dovrebbe occuparsi di organizzazioni?”

La vita mentale può essere rappresentata come un sistema che soggiace a due diversi tipi di logica: psiche/soma, natura/cultura, conscio/inconscio, sé/oggetto, emozione/razionalità, realtà/fantasia sono solo alcune delle forme in cui trova espressione questa bi-logica, che potremmo anche considerare come la matrice fondativa della diversità, della complessità e del conflitto.

Il lavoro analitico è consapevole dell’esistenza di questa logica binaria, ma di fatto tende a semplificarla lavorando su uno solo dei due versanti, che per brevità chiamerei il versante “interno”, e trascurando quello esterno – la realtà ambientale, la storia fattuale, il contenuto manifesto, la mente conscia e razionale, la vita di relazione – se non nella misura in cui possa essere internalizzato o “trascritto” in termini di fantasia.

 

Le organizzazioni sociali, luoghi che sono radicalmente “ectopici” rispetto alla stanza dell’analisi, ma dove hanno luogo attività umane di grande rilievo emozionale come il lavoro ed anche molte relazioni affettive, sono – o dovrebbero essere – un oggetto “naturale” dell’indagine psicoanalitica.

La vita delle società è costellata di situazioni in cui le cose non vanno come dovrebbero e come più o meno ragionevolmente era stato previsto. Molti errori e insuccessi potrebbero essere scongiurati se solo si accettasse di cercare di capire che cosa accade sotto la superficie. Dunque appare evidente, almeno in linea di principio, che le organizzazioni possono trarre vantaggio da un intervento che le aiuti a diventare consapevoli delle loro “zone d’ombra”.

 

Ma come avvicinare un’organizzazione per offrirle questo aiuto? L’illustrazione di alcuni “casi istituzionali” permetterà di approfondire il tema della domanda e di avanzare qualche ipotesi di risposta.

 

Prof.Fausto Petrella: I disagi della psicoanalisi nella postmodernità.Contributi clinici

Prendendo spunto dalle conclusioni della relazione tenuta al Convegno, ci si propone  di prendere in esame il complesso tema della persona e della “personazione”, come processo e percorso in cui i terapeuti affrontano il doppio compito di condurre un “buon trattamento adeguato ed efficace”, capace di sviluppare un’idea  e un sentimento del Sé libero e autentico. Saranno presentati dei casi clinici e discussi i vari aspetti di cambiamento teorico e di utilizzazione del materiale clinico.

 

Dottor Giovanni Foresti :”Elogio delle superfici psichiche. Il dialogo analitico come interfaccia trasformativi”

La relazione presenterà, amplierà e commenterà un lavoro che si trova già pubblicato in un libro uscito quest’anno: Sognare l’analisi. Sviluppi clinici del pensiero di Wilfred R. Bion. Con questo volume (Ferro et al., Boringhieri, 2007), si offre al lettore un’ampia panoramica sulle più recenti applicazioni cliniche degli strumenti elaborati dalla psicoanalisi di matrice bioniana. L’attenzione si concentra sulle dinamiche del campo relazionale in cui è immersa la diade terapeura-paziente. Vengono introdotti nuovi concetti, utili a espandere la comprensione del processo terapeutico: i “contenuti killer”, che possono danneggiare le capacità cognitive e trasformative della coppia analitica, la nozione di “sostenibilità” del trattamento, che considera il limite dello sviluppo psichico del lavoro clinico, e le “superfici psichiche”, come aree di interfaccia inter-soggettive e intra-soggettive.

 

Prof  Gherardo Amadei "Emozioni nella stanza di analisi: la clinica"

 Nella ricerca psicoanalitica contemporanea è in atto una consistente convergenza di trdizioni di ricerca e clinica, anche molto differenti, nel considerare primario il ruolo giocato dal sistema delle emozioni come guida del sentire e dell'agire rispetto ai sistemi motivazionali tradizionalmente considerati. Se alla base del buon funzionamento psichico si pone un armonioso collegamentotra il sentire, il desiderare e l'agire alla base dei disagi psichici si può ritenere vi sia la difficoltà a stabilire tale collegamento, a causa della non-competenza circa quel che si sente, quel che si desidera. La genesi dei disagi non sarebbe tanto costituita da un desiderio rimosso ma da un desiderio smarrito come conseguenza di una incompetenza emotiva.

La possibilità e necessità  di considerare il modello psicoanalitico orientato dall'infant research apre il campo ad una relazione terapeutica aperta al riconoscimento delle emozioni, in cui spazio e tempo acquisiscono nuove dimensioni e costituiscono passaggi chiave nella cura. Saranno presentati casi clinici affrontati secondo il punto di vista della Psicoanalisi ad orientamento interpersonale- esperienziale.

 

I seminari di aggiornamento si svolgeranno il sabato mattina presso il Centro culturale “G. Marani” Ospedale Civile Maggiore Borgo Trento P.le A. Stefani,1 Verona e avranno la durata di cinque ore, dalle 8.30 alle 10.30 (intervallo 10 minuti) dalle 10.40 alle 13.40.

Il numero di partecipanti è limitato (max 50). La verifica dell’apprendimento e l’indice di gradimento saranno effettuati con questionario il 29 -11 - 2008 dalle 13.40 alle14.40.

 L’associazione si riserva degli incontri preliminari di preparazione del materiale clinico, in modo che i seminari possano risultare più efficaci, soprattutto sul piano dello scambio fra colleghi. Il materiale consegnato ai partecipanti è costituito  da una bibliografia sui temi presentati.

Costo complessivo del seminario: 250 euro. Per specializzandi (Psicologi e medici) la metà.

 

 

 

 

Roma, 4-11.04.2008 "PSICOFARMACI E PSICOTERAPIA: UN APPROCCIO INTEGRATO"; Sede: ISTITUTO ROMANO DI PSICOTERAPIA PSICODINAMICA INTEGRATA - C.SO VITTORIO EMANUELE II 305 - ROMA; Info: 

segreteria@smorrl.it  Fees= euro 120,00

SCUOLA MEDICA OSPEDALIERA

 

 

EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA

PSICOFARMACI E PSICOTERAPIA: UN APPROCCIO INTEGRATO

ANNO 2008

 

Il Corso di formazione, rivolto a 10 medici e 15 psicologi, si svolgerà in due incontri dal 7 al 14 marzo 2008, presso l’Istituto Romano di Psicoterapia Psicodinamica Integrata - Corso Vittorio Emanuele II 305, 00186 Roma.

Si tratta dell’esposizione, dedicata a psicologi clinici e medici, di un metodo nuovo per integrare le conoscenze psicodinamiche e quelle neuroscientifiche, allo scopo di ottenere un effetto potenziato nell’intervento sui disturbi mentali. Vuole essere un modo attuale di intendere la Psicoterapia, ovvero un metodo di lavoro che richiede la collaborazione del paziente e pone al centro dell’intervento la relazione terapeutica. L’integrazione di aspetti biologici e psicologici offre l’opportunità di completamento delle conoscenze alle due categorie professionali interessate: medici e psicologi. Il corso agile, composto di due lezioni di 5 ore ciascuna, vuole sensibilizzare i partecipanti e offrire loro un’impostazione di base per esercitare la prassi di psicoterapia e applicarla nei diversi campi di intervento clinico, sia in ambiente pubblico, sia in ambiente privato.

 

PROGRAMMA DEL CORSO

 

 

07 marzo 2008          GENERALITA’ SUGLI PSICOFARMACI

09.00 – 10.00             Fondamenti di Neurofisiologia

Dott. G. Lago - Dott.ssa M. P. Zerella

10.00 - 11.00              Classificazione degli psicofarmaci

Dott. G. Lago - Dott.ssa M. P. Zerella

11.00 - 12.00              Generalità e applicazioni cliniche degli antipsicotici

Dott. G. Lago - Dott.ssa M. P. Zerella

12.00 - 14.00              Generalità e applicazioni cliniche degli antidepressivi e degli ansiolitici

Dott. S. Martellotti

 

14 marzo 2008           APPROCCIO INTEGRATO DELLA PSICOTERAPIA CON GLI  PSICOFARMACI

09.00 – 10.00             Il concetto di integrazione in psicoterapia

Dott. S. Martellotti

10.00 – 11.00             Lo psicologo clinico e l’applicazione degli psicofarmaci

                                   Dott. G. Lago – Dott. S. Martellotti

11.00 – 12.00             Lo psicoterapeuta e l’orientamento diagnostico in psicoterapia integrata

Dott. G. Lago – Dott. S. Martellotti

12.00 – 13.30             Casi clinici di psicoterapia integrata con l’applicazione degli psicofarmaci

                                   Dott. G. Lago – Dott. S. Martelletti

 

13.30 – 14.00             Esame finale


 

 

 

Milano, 29.03-20.04.2008 "METAFORE CHE CURANO"; Info:JESSICA@VERTICI.BIZ Fees= euro 600,00

PRESENTAZIONE

La metafora (dal greco meta “oltre” e phéro “porto”) rappresenta un elemento essenziale e insostituibile della comunicazione umana sin da tempo immemorabile. La metafora è una figura retorica che scaturisce dalla sovrapposizione di due termini che appartengono a campi semantici diversi: opera uno spostamento di senso tramite la sostituzione di una parola con un’altra il cui significato è in rapporto di somiglianza e possiede una grande forza concettuale perché produce una lettura diversa della realtà, invita a creare un criterio interpretativo innovativo.

L’uso di metafore nel lavoro clinico e nella formazione avviene frequentemente in forma di racconti, storie, aneddotti o fiabe a seconda dell’età e delle caratteristiche degli ascoltatori: crea empatia e sintonia, favorisce l’alleanza terapeutica, stimola il canale emotivo-affettivo permettendo l’espressione di sensazioni ed emozioni altrimenti difficilmente verbalizzabili dal cliente.

La metafora terapeutica è efficace quando recupera la struttura profonda del problema del cliente e gli offre una nuova prospettiva ridefinendo il problema stesso, facendo individuare un nuovo atteggiamento emotivo  e diversi modi di interpretare il mondo che lo circonda.

Fare delle metafore uno strumento terapeutico richiede lo sviluppo di un’abilità che va acquisita stimolando la propria creatività personale, la capacità di sintonizzarsi sul mondo emotivo del cliente, un linguaggio adeguato e l’uso consapevole degli aspetti paraverbali del parlato. Particolare attenzione verrà dedicata all’analisi della comunicazione emotiva nei gruppi, nella coppia e nel rapporto genitori/figli, come base per la costruzione di metafore efficaci.

 

OBIETTIVI

il corso si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti operativi per individuare, costruire e leggere metafore efficaci nel proprio ambito professionale

 

PROGRAMMA

Primo giorno

 

09.00 –11.00     La metafora un modo di comunicare da sempre utilizzato

11.10 -13.00      Tipi di metafora e loro strutturazione

14:00 - 16:00     Procedure per la costruzione di metafore efficaci: esercitazione in sottogruppi

16:10 – 18:00    Esemplificazione dell’uso di metafore nella costruzione di fiabe e racconti terapeutici

 

 

secondo giorno

09:00 - 11:00   L’esperienza emotiva e le sue componenti; l’ “induction phase” nel setting terapeutico e in

contesti non clinici

11:10 – 13:00  Laboratorio per l’analisi delle emozioni indotte

14:00 - 16:00  L’uso delle metafore nel counseling e nella formazione

16:10 - 18:00 Laboratorio per la costruzione di un racconto metaforico da parte dei corsisti

 

terzo giorno

09:00 - 11:00  -La comunicazione emotiva nei gruppi, nella coppia e nel rapporto genitori /figli

11:10 – 13:00  I rapporti primari come risorsa nel lavoro clinico e nella prevenzione

14:00 - 16:00  L’uso di metafore nel lavoro clinico individuale, con la coppia e con la famiglia

16:10 - 18:00  Il potere di ristrutturazione delle metafore: esercitazione a coppie

 

quarto giorno

09:00 - 11:00  L’uso di modelli linguistici del “Milton Model” nella costruzione di racconti terapeutici

11:10 – 13:00  Promuovere il cambiamento e l’accesso alle risorse interne: esercitazione in sottogruppi

14:00 - 16:00  Laboratorio in sottogruppi: elaborazione di racconti terapeutici

16:10 - 18:00  Lettura e analisi in intergruppo degli elaborati dei sottogruppi

18:00 - 18:30  Verifica e valutazione dell’apprendimento

 

DOCENTI

Marco Fiorini psicologo psicoterapeuta, libero professionista, esperto accreditato in Psicologia del benessere, Psicologia clinica, Intervento psicologico di mediazione in ambito familiare/culturale presso l’Ordine degli Psicologi della Lombardia, ha maturato un’esperienza ventennale in campo formativo, preventivo e nel trattamento di problemi intergenerazionali e di coppia; affianca alla propria formazione psicoterapeutica in campo psicodinamico anche una formazione, nonché una decennale esperienza professionale, in campo artistico che ha integrato all’interno della propria professionalità psicologica negli ambiti della prevenzione, della riabilitazione e della formazione; membro della Society for the Exploration of Psychoterapy Integration, lavora con la moglie Laura Stellatelli presso il Centro di Psicanalisi per la Famiglia e la Coppia “Eudìa” di Milano, del quale sono entrambi fondatori e responsabili.

 

Laura Stellatelli psicologa psicoterapeuta, esperto accreditato in Psicologia del benessere, Psicologia clinica, Intervento psicologico di mediazione in ambito familiare/culturale, Psicologia della salute presso l’Ordine degli Psicologi della Lombardia, esercita la libera professione in ambito clinico e formativo da oltre vent’anni; accanto all’originaria formazione e professionalità in campo psicoanalitico e psicodinamico ha maturato competenze afferenti anche ad altre metodologie; dal 1988 al 1998 ha collaborato con l’Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina dell’Università di Milano per attività di ricerca, psicoterapia e formazione; psicologa responsabile della formazione presso l’Associazione Paolo Pini di Milano dal 1992 al 1998; membro della Società Italiana di Psicologia della Salute e della Society for the Exploration of Psychoterapy Integration; lavora con il marito Marco Fiorini (con il quale ha maturato un’esperienza ventennale nel trattamento in coppia di coppie e famiglie) presso il Centro di Psicanalisi per la Famiglia e la Coppia “Eudìa” di Milano, del quale sono entrambi fondatori e responsabili.

 

 

 

RESPONSABILE DELL’EVENTO

Rolando Ciofi, Psicologo, Presidente del CdA di Vertici s.r.l., Segretario Generale del Mo.P.I. –Movimento Psicologi Indipendenti, esperto di Psicologia Giuridica.

 

 

 

Napoli, 19.04-8.11.2008 CORSO DI AGGIORNAMENTO: "NEUROSCIENZE E CLINICA DEL CAMBIAMENTO"; Sede: "VILLA SPINELLI" - CENTRO ESTER - VIA G. VELA 91 - 80147 NAPOLI - TEL. 0815653211 Info:  minieriago@iol.it  Fees= euro 250,00

19 APRILE 2008

I MODULO

psicobiologia delle funzioni adattive

I SESSIONE

09.00-11.00

Tommaso Pizzorusso (pisa)

11.00-13.00

Angela Setaro (ancona)

II SESSIONE

14.00-17.00

PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI E DISCUSSIONE COLLEGIALE

 

10 MAGGIO 2008

II MODULO

 plasticità del sistema mirror

I SESSIONE

09.00-11.00

Leonardo Fogassi (parma)

11.00-13.00

Mariella Pazzaglia (roma)

II SESSIONE

14.00-17.00

PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI E DISCUSSIONE COLLEGIALE

 

24 MAGGIO 2008

III MODULO

 il linguaggio in azione

I SESSIONE

08.30-10.30

Luciano Fadiga (ferrara)

10.30-12.30

Virginia Volterra

13.30-15.30

Olga Capirci (roma)

II SESSIONE

15.30-17.30

PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI E DISCUSSIONE COLLEGIALE

 

 

7 GIUGNO 2008

IV MODULO

 intersoggettività, esperienza e cambiamento

I SESSIONE

08.30-10.30

Manuela Lavelli (verona)

10.30-12.00

Anna M. De Matteo (napoli)

13.00-14.30

Maria D’Antuono (napoli)

14.30-16.00

Sabrina Cassese (napoli)

II SESSIONE

16.00-18.00

PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI E DISCUSSIONE COLLEGIALE


 

 

4 OTTOBRE 2008

V MODULO

 l’autismo: il sé e l’altro

I SESSIONE

09.00-11.00

Giuseppe Cossu (parma)

11.00-13.00

Roberto Militerni (napoli)

II SESSIONE

14.00-17.00

PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI E DISCUSSIONE COLLEGIALE

 

NOVEMBRE  2008

VI MODULO

ripensare la riabilitazione 

I SESSIONE

08.30-10.30

Maria Vittoria Rinaldi (padova)

10.30-12.30

Lucio Antonio Rinaldi (firenze)

14.00-16.00

Francesco Scivittaro (napoli)

II SESSIONE

16.00-18.00

PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI E DISCUSSIONE COLLEGIALE

 

 

 

 

Bari, 4.03-11.06.2008 "LE DISTORSIONI COMUNICATIVE NELLA RELAZIONE PSICOLOGICA D'AIUTO. APPROFONDIMENTO ANALITICO DI GRUPPO"; Sede: LABORATORIO DI GRUPPOANALISI ED EPISTEMOLOGIA UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BARI - PALAZZO ATENEO; Info:  g.demita@bioetica.uniba.it Fees=  euro 380,00

CORSO di AGGIORNAMENTO

 

LE DISTORSIONI COMUNICATIVE NELLA RELAZIONE PSICOLOGICA DI AIUTO. APPROFONDIMENTO ANALITICO DI GRUPPO

marzo – giugno 2008

 

PROGRAMMA

 

04.03. 2008

Fenomenologia dei livelli di relazione comunicativa professionale. Le innovazioni di Sigmund Foulkes e della Group Analytic Society of London

Proff. Maria Giordano –-Gabriella De Mita

 

11.03.08

Il processo di mirroring nella relazione comunicativa con il paziente e il suo entourage.

Dott. Malcolm Pines - Proff. Maria Giordano – Gabriella De Mita, Alberto Patella

 

12.03.08

La relazione comunicativa nel gruppo di formazione

Dott. Marisa Dillon-Weston - Proff. Maria Giordano – Gabriella De Mita

 

25.03.08

Laboratorio esperienziale. Comunicazione finalizzata al cambiamento

Proff. Maria Giordano – Gabriella De Mita

 

2.04.08

Laboratorio esperienziale. Il silenziamento della comunicazione. Ostacolo e risorsa

Proff. Maria Giordano – Gabriella De Mita

 

8.04.08

La relazione comunicativa in gruppo. Casistica

Prof. Alberto Patella

 

9.04.08

Revisione gruppoanalitica della Casistica

Prof. Alberto Patella

 

 

13.05.08

Laboratorio esperienziale. Sovradeterminazione del linguaggio specialistico

Proff. Maria Giordano – Gabriella De Mita

 

 

3.06.08

Laboratorio esperienziale. Effetti della relazione comunicativa con le Istituzioni

Proff. Giovanni Guerra -Maria Giordano – Gabriella De Mita

 

 

10.06.08

Il ruolo della formazione e della ricerca nel migliorare in efficacia la relazione comunicativa

Proff. Maria Giordano – Gabriella De Mita

 

 

A conclusione di ogni incontro sarà somministrata la Griglia di Verifica predisposta

A cura di Gabriella De Mita

 

 

 

 

 

Bari, 11-12.03.2008 AGGIORNAMENTI IN PSICOTERAPIA E PSICOLOGIA CLINICA. CONFRONTO CON MALCOLM PINES SU APPRENDIMENTO DI MIRRORING; Sede: AULA MAGNA DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI - PALAZZO ATENEO  Info:  g.demita@bioetica.uniba.it Fees=  euro 80,00

Simposio

 

PROGRAMMA

 

11 marzo 2008

Ore 13,30-14.00

Registrazione dei partecipanti

 

 

Prima Sessione

Ore 14,00-17,30

Malcolm Pines

Introduzione all’Apprendimento di Mirroring. La nuova risorsa dell’intervento psicoterapeutico e psicologico

 

 

Alberto Patella

La dinamica di Mirroring alla base delle innovazioni metodologiche della Psicoterapia e Psicologia clinica

 

Malcolm Pines

Mirroring. A partire dalla scoperta foulkesiana

 

 

Seconda Sessione

Ore 18,00-20.00

 

Gabriella De Mita

Come rendere il Mirroring oggetto di comunicazione scientifica e professionale

 

Maria Giordano

Ragionamento, Specularità e Giudizio operativo dello psicologo professionista e ricercatore

 

 

 

Ore 20,00-21,00

Somministrazione della Griglia di Verifica

a cura di G. De Mita

 

 

 

 

 

12 marzo 2008

 

Dibattito con l’esperto

Ore 9,00-11,30

Analisi della casistica con Malcolm Pines

Conduce Alberto Patella

 

 

Tavola Rotonda

Ore: 12,00-13,30

Interventi di  Malcolm Pines, Alberto Patella, Gabriella De Mita, Giovanni Guerra, Maria Giordano, Marisa Dillon-Weston

Come il Mirroring modifica il modo di procedere in Psicoterapia e in Psicologia clinica

 

 

Ore 13,30-14,00

Somministrazione della Griglia di Verifica

A cura di G. De Mita

 

 

 

CURRICULA

 

 

Dott. Malcolm Pines: Gruppoanalista e psicoanalista, membro fondatore dell’Institute Group Analysis e Past President dell’International Association of Group Psychotherapy. Editore dell’International Library of  Group Analysis. Autore di numerosi saggi. Tra quelli tradotti in italiano, “Bion e la psicoterapia di gruppo” in Prospettive della ricerca psicoanalitica, n. 4, Borla, Roma 1988; Il cerchio di fuoco, Cortina, Milano 1998; Riflessioni circolari, Borla, Roma 2000.

 

Prof. Alberto Patella: Psicologo e Psicoterapeuta - Albo Nazionale Regione Puglia. Professore Associato di Psicologia Clinica - Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari. Full Member della Group Analytic Society (London). Presidente dell’Istituto Gruppoanalitico Italiano (IGI – Onlus Bari). Autore di numerosi volumi e saggi. Tra le pubblicazioni più recenti La formazione del medico alla relazione psicologica. Large, Median and Small Group Foulkes 1991-2000, Adriatica, Bari 2000; “Gruppoanalisi del processo percettivo di Disapprendimento-Unlearning” in AA.VV., Antipigmalione, FrancoAngeli, Milano 2003; “Gruppoanalisi e interazione formativa”. Saggio introduttivo in M.L.J. Abercrombie, Anatomia del giudizio operativo, FrancoAngeli, Milano 2004; Caso R. Mentegruppo nello status analitico nascente del contesto clinico, FrancoAngeli, Milano 2005; Burnout. Gli schemata nei professionisti d’aiuto, Progedit, Bari 2005; “Analisi delle dinamiche del Seminario Gruppoanalitico Nazionale” e “Il Laboratorio della Psicoterapia gruppoanalitica formativa” in AA.VV., Burnout. Seminario Gruppoanalitico Nazionale, FrancoAngeli, Milano 2006; On suffering change, in “Group-Analytic Context”, SAGE Pubblications for The Group-Analytic Society, London, June 2007.

 Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.albertopatella.it

 

Prof. Gabriella de Mita: Ricercatore di Filosofia teoretica e docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari. Afferente al Centro interdipartimentale di Ricerca “Laboratorio di Gruppoanalisi ed Epistemologia” (C.I.R.La.G.E.) dell’Università di Bari. Fa parte dell’Unità di Epistemologia nella Ricerca Nazionale su ‘Le conoscenze basiche del burnout’ (PRIN-COFIN 2003-2006). Coordinatore del Corso di Perfezionamento in “Gruppoanalisi e fenomenologia delle dinamiche interpersonali” dell’Università di Bari. È autrice di numerosi saggi in volumi collettanei e monografie. Tra cui “Teoretica e Fenomenologia delle emozioni” in AA.VV., La Filosofia e le emozioni, Le Monnier, Firenze 2003; “Intervento preordinato sul ruolo della relazionalità comunicativa nel burnout”, in AA.VV., Burnout. Seminario Gruppoanalitico Nazionale, FrancoAngeli, Milano 2006. Ha recentemente pubblicato per l’editrice Milella il volume Fenomenologia della relazione comunicativa, Lecce 2007.

 

Prof. Maria Giordano: Psicologo e Psicoterapeuta - Albo Nazionale Regione Puglia. Professore Ordinario di Teoretica e Teoria del Ragionamento presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari. Full Member della Group Analytic Society (London). Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca “Laboratorio di Gruppoanalisi ed Epistemologia” Università di Bari. Coordinatore della ricerca Nazionale PRIN-COFIN 2003-2006. Autore di numerosi volumi e saggi tra i quali, Einfühlung e processo implicativo, Laterza, Bari 2000; “Contagio empatico. Coinvolgimento individuale e risonanza gruppale” in AA.VV. (a cura di M. Giordano), Antipigmalione, FrancoAngeli, Milano 2003; Ripensare il processo empatico. Dal contagio empatico al processo di burnout, FrancoAngeli, Milano 2004; “Nota del traduttore. Traduzione come decodifica epistemologica dell’inerenza concettuale”, in M.L.J. Abercrombie, Anatomia del giudizio operativo, FrancoAngeli, Milano 2004 “Epistemologia della convergenza empatica” in AA.VV. (a cura di M. Giordano), Burnout. Seminario Gruppoanalitico Nazionale, FrancoAngeli, Milano 2006.

Per ulteriori informazioni, consultare il sito: www.cirlage.uniba.it

 

Prof. Giovanni Guerra: Professore Associato di Psicologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze. Psicoterapeuta didatta dell’analisi istituzionale (ARIP – Parigi). Direttore della Scuola di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze. Si occupa della formazione nelle Istituzioni. Autore di numerosi volumi e saggi, tra i quali Psicosociologia dell’ospedale, Nuova Italia Scientifica, Roma 1992; Mente e scienze della vita, Carocci 2002; “Formazione e istituzione” in AA.VV., Antipigmalione, FrancoAngeli, Milano 2003; “Meccanismi difensivi istituzionali” in AA.VV., Burnout. Seminario Gruppoanalitico Nazionale, FrancoAngeli, Milano 2006.

 

 

Marisa Dillon-Weston: Psicoterapeuta e Gruppoanalista, Full Member dell’International Association of Group Psychotherapy (IGA) e dell’United Kingdom Council for Psychotherapy (UKCP). Tra i saggi tradotti in italiano, “Stranieri e «stranierità» nel gruppo”, in AA.VV., Nel nome del gruppo. Gruppoanalisi e società, FrancoAngeli, Milano 1994.

 

 

Bari, 11.04-12.09.2008 "QUADRI PSICOPATOLOGICI E SUPERVISIONE"; Sede:  ISTITUTO SACRO COSTATO - CORSO A. DE GASPERI N. 389 - BARI; Info:  studiopg1@tin.it  Fees= euro 150,00

Programma

 

 “quadri psicopatologici e supervisione di casi clinici”

 

ISTITUTO SACRO COSTATO – CORSO ALCIDE DE GASPERI N. 389 – BARI

 

I GIORNATA – venerdi’ 11 APRILE 2008

 

8,15-8,30

Registrazione partecipanti

8,30-9,45

Presentazione di caso clinico:“Il paziente borderline” Relatore: Andreas Giannakoulas

 

9,45-11,00

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente isterico” Relatore: Andreas Giannakoulas

11,00-11,30

Intervallo

11,30-12,45

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente fobico ossessivo” Relatore: Andreas Giannakoulas

12,45-13,30

Discussione e confronto  “La psicopatologia borderline, isterica e fobico-ossessiva: modalità terapeutiche” Relatore: Andreas Giannakoulas

13,30-14,30

Intervallo

14,30-15,45

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente anoressico” Relatore: Andreas Giannakoulas

15,45-17,15

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente perverso” Relatore: Andreas Giannakoulas

17,15-18,00

Discussione e confronto “La psicopatologia dell’anoressia e perversione: modalità terapeutiche” Relatore: Andreas Giannakoulas

18,00-18,30

Verifica con esame orale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“quadri psicopatologici e supervisione di casi clinici”

 

ISTITUTO SACRO COSTATO – CORSO ALCIDE DE GASPERI N. 389 – BARI

 

II GIORNATA – venerdi’ 20 GIUGNO 2008

 

8,15-8,30

Registrazione partecipanti

8,30-9,45

Presentazione di caso clinico:“Il paziente borderline” Relatore: Andreas Giannakoulas

 

9,45-11,00

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente isterico” Relatore: Andreas Giannakoulas

11,00-11,30

Intervallo

11,30-12,45

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente fobico ossessivo” Relatore: Andreas Giannakoulas

12,45-13,30

Discussione e confronto  “La psicopatologia borderline, isterica e fobico-ossessiva: modalità terapeutiche” Relatore: Andreas Giannakoulas

13,30-14,30

Intervallo

14,30-15,45

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente anoressico” Relatore: Andreas Giannakoulas

15,45-17,15

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente perverso” Relatore: Andreas Giannakoulas

17,15-18,00

Discussione e confronto “La psicopatologia dell’anoressia e perversione: modalità terapeutiche” Relatore: Andreas Giannakoulas

18,00-18,30

Verifica con esame orale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“quadri psicopatologici e supervisione di casi clinici”

 

ISTITUTO SACRO COSTATO – CORSO ALCIDE DE GASPERI N. 389 – BARI

 

III GIORNATA – venerdi’ 12 SETTEMBRE 2008

 

8,15-8,30

Registrazione partecipanti

8,30-9,45

Presentazione di caso clinico:“Il paziente borderline” Relatore: Andreas Giannakoulas

 

9,45-11,00

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente isterico” Relatore: Andreas Giannakoulas

11,00-11,30

Intervallo

11,30-12,45

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente fobico ossessivo” Relatore: Andreas Giannakoulas

12,45-13,30

Discussione e confronto  “La psicopatologia borderline, isterica e fobico-ossessiva: modalità terapeutiche” Relatore: Andreas Giannakoulas

13,30-14,30

Intervallo

14,30-15,45

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente anoressico” Relatore: Andreas Giannakoulas

15,45-17,15

Presentazione di caso clinico: “Il Paziente perverso” Relatore: Andreas Giannakoulas

17,15-18,00

Discussione e confronto “La psicopatologia dell’anoressia e perversione: modalità terapeutiche” Relatore: Andreas Giannakoulas

18,00-18,30

Verifica con esame orale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma, 12.01-29.03.2008 "IL CORPO, LA RELAZIONE, L'ESPERIENZA DI SÈ IN GRUPPO"; Info: giampieroercolani@libero.it  Fees= 450,00

 

 

Milano, 26.02-6.05.2008  "PSICOANALISI TRA TEORIA E CLINICA"; Sede:MILANO VIA BRONZETTI, 20  Info:  psibasegr@fastwebnet.it  Fees=  euro 180,00

“PSICOANALISI  TRA  TEORIA  E  CLINICA

 

 

Seminario del 26 febbraio 2008

 

“Primavera nell’Artico. Potenzialità di vita racchiuse nelle capsule autistiche dell’adulto”

dott.ssa Laura Tremelloni

 

Abstract

 

Il titolo di questa relazione ci porta con l’immaginazione alle lontane terre artiche dove gli abitanti vivono in condizioni climatiche e ambientali difficili e disagevoli. Allo stesso modo certi pazienti sembrano vivere in un clima emotivo interiore caratterizzato da isolamento, freddezza e un’apparente incapacità intellettuale. Il congelamento del proprio mondo emozionale si riflette anche nel rapporto transferale, opponendosi così all’instaurarsi dell’indispensabile alleanza terapeutica.

L’ipotesi sostenuta dall’autrice nasce dal confronto di terapie condotte nel campo dell’autismo infantile con quelle di pazienti adulti sia nevrotici, che psicotici o borderline o con sintomatologia psicosomatica. In tali casi si sono evidenziate, accanto a parti più evolute della personalità, capsule autistiche che mantenendo al loro interno esperienze di una fase primitiva della vita, pre-simbolica, sarebbero responsabili sia dei disturbi di devitalizzazione che dell’inibizione intellettiva.  

 

Seminario del l’11 marzo 2008

 

"La questione relazionale: tra intrapsichico e intersoggettivo. Storia, teoria e tecnica”

 

dott. Sandro Panizza

 

Abstract

Nella relazione che terrò, cercherò di sottolineare tre momenti  dell"questione relazionale":

la storia: A partire dalle molte anime di Freud, dal conflitto con Ferenczi prendo in esame gli sviluppi della psicoanalisi relazionale, a partire dalle origini, passando per gli sviluppi inglesi, per approdare alla sintesi che si sta operando in America nell'indirizzo della matrice relazionale (Mitchell. Bromberg, Aron; Benjamin, Infant  resarch, ecc)

La "metapsicologia": cercando di rispondere alle varie critiche  "classiche" che contestano la mancanza di "regole metapsicologiche", prendo in esame come la prospettiva relazionale si confronti con la metapsicologia e introduca varianti e teorizzazioni e agomenti originali: soggettività, intersoggettività, narcisismo,  inconscio,
oggetti interni, dissociazione..ecc.

La Tecnica: anche la teoria della tecnica ne risulta cambiata. c'è un modo originale di rivisitare i concetti classici: transfert, alleanza di lavoro, terzo analitico, preverbale (con un occhio puntato sull'infant research) ecc.

 

Verranno portate, a titolo esemplificativo, alcune vignette cliniche.

Seminario del l’1 aprile 2008

"Inerzia↔cambiamento: teoria e terapia”

dott.ssa Elena Di Bella

 

Abstract

 

Il concetto di inerzia può venire utilizzato come un motore di ricerca nel mondo psichico, sia nel campo della psicologia individuale che gruppale. Tra i molti percorsi possibili, ho individuato quello freudiano, che teorizza sia un concetto che un principio di inerzia, che, attraverso molte vicissitudini speculative, porterà fino alla pulsione di morte.

L’inerzia ci introdurrà nella concettualizzazione freudiana dell’inconscio, del sogno e poi negli sviluppi successivi del pensiero psicoanalitico, sia teorici che clinici. Un posto particolare sarà dato ad aspetti clinici, dal silenzio in analisi all’osservazione del neonato. Per illustrare lo sviluppo del mio pensiero mi avvarrò di esempi tratti sia dall’osservazione quotidiana, che clinica e utilizzerò testi letterari (Leopardi) e filmati (Kitchen stories), che mettono il rilievo la “necessità” dell’inerzia per cogliere i movimenti affettivi.

Infine, un breve excursus nella psicologia collettiva, sui concetti di inerzia e solidarietà, e sulle zone grigie, anche attraverso testi letterari (Levi, Yehoshua)

 

 

 

Seminario del 15 aprile 2008

 

“Omosessualità e identità onnipotente”

 

dott.ssa Manuela Lescovelli

 

Abstract

L’acquisizione di una salda identità, compresa l’identità di genere, è un processo che dura tutta la vita e si costituisce essenzialmente attraverso le vicende dei rapporti interpersonali, a partire da quello con le figure primarie.

            In alcuni casi di omosessualità agita, la scelta dell’oggetto d’amore non è tanto lipidica quanto un disperato tentativo di separazione – individuazione da un oggetto primario fusionale.

            In tal caso la scelta dell’identità di genere è quella più oppositiva e trasgressiva nei confronti dell’ambiente familiare ma che permette di sperimentare un forte senso di appartenenza ad un gruppo sociale colto e coeso.

            L’omosessualità diventa allora elemento fondante di una identità che conserva tuttavia tratti onnipotenti pre-edipici che permettono di non rinunciare ad uno dei due generi, perdita vissuta come una ferita narcisistica intollerabile.

            In tali casi sembra permanere nel tempo la “fase pre-edipica iperinclusiva” descritta da Irene Fast, che normalmente coincide con la fase di riavvicinamento della Mahler.

            Si espongono alcuni casi clinici.

 

 

Seminario del 6 maggio 2008

                                                                                       

“Psicoterapia di gruppo di bambini: esperienze e riflessioni”

 

dott.ssa Velia Bianchi Ranci

 

Abstract:

 

Anni di esperienze nel campo della terapia di gruppo hanno portato diversi autori a sperimentare le potenzialità del gruppo in età evolutiva e  ad utilizzarlo come strumento terapeutico in diversi contesti e con diversi dispositivi.

L’autrice cercherà di evidenziare attraverso illustrazioni tratte dall’ esperienza propria e dal confronto con i colleghi le linee guida di questo approccio terapeutico, le principali problematiche derivanti dalle caratteristiche delle diverse fasi evolutive, e la specificità della relazione terapeuta-gruppo legata alla differenza generazionale.

 

 

Milano, 7.03.2008 "L'ESORDIO PSICOTICO: APPROCCI CLINICI A CONFRONTO"; Sede: NUOVO SPAZIO GUICCIARDINI, VIA MACEDONIO MELLONI, 3 - MILANO; Info: NADIATAG@YAHOO.IT fcampostrini@fastwebnet.it ; Fees= euro 120,00

Evento: L’esordio psicotico: approcci clinici a Confronto

Milano, Nuovo Spazio Guicciardini Via Macedonio Melloni, 3

7 marzo 2007

 

CURRICULUM VITAE RELATORI

 

Marcel Sassolas

 

Marcel Sassolas

Psychiatre et psychanalyste

 

 A impulsé la création de communautés thérapeutiques pour patients psychotiques, d’un centre de crise, et de diverses formes de prise en charge en dehors des hopitaux psychiatriques, dans le cadre de l’association « Santé mentale et communautés » dont il a été le médecin responsable pendant trente ans. Son activité soignante auprès des patients psychotiques est largement évoquée dans son ouvrage : « La psychose à rebrousse poil » ERES 1997. (traduction italienne : « Terapia delle psichosi » Borla  - 2001)

 

Anime en qualité de responsable scientifique un « Cours sur les techniques de soin en psychiatrie de secteur » qui a lieu tous les deux ans à Villeurbanne près de Lyon.

 

Responsable de plusieurs ouvrages collectifs :

« Les soins psychiques confrontés aux ruptures du lien social » ERES 1997

« Le groupe soignant, des liens et des repères » ERES 1999

« Les portes du soin en psychiatrie »  ERES 2002

« Malaise dans la psychiatrie » ERES 2004

« L’éloge du risque dans le soin psychiatrique »  ERES 2006

 « Conflits et conflictualité dans le soin psychique » ERES à paraitre

 

A paraître en italien en 2008 : M. Sassolas et U. Corino : « La supervisione alla prova delle Communità Terapeutiche » Ed Stella Trento-Rovereto


 

 

 

Roma, 16.02-13.12.2008 "GRUPPOANALISI: FONDAMENTI EPISTEMOLOGICI"; Sede: VIALE PARIOLI, 90 ROMA; Info:  annalfe@libero.it  Fees=  euro 50,00

EVENTO ECM SUI GRUPPI

 

 

 

Gruppoanalisi: fondamenti epistemologici

 

Il corso propone come vertice di riflessione il pensiero gruppale, inteso come matrice e rete in grado di produrre, comunicare e condividere conoscenza.

Il programma è concepito come proposta di attraversamento di nodi e temi concernenti l’attività di lavoro dei partecipanti, allo scopo di favorire la realizzazione cognitiva in relazione ai compiti, conoscenze, codici tecnici della pratica operativa professionale.

 

1) Sabato 16 febbraio 2008 

17,00-17,30   dr. Cono Aldo Barnà   Costituzione ed evoluzione degli elementi teorico clinici  della terapia di gruppo  

17,30- 18,30  Lavoro di supervisione su un caso clinico                                                      

18,00-19,00  Discussione e integrazione tecnica del materiale emerso

Verrà esaminata in termini sintetici la storia terapeutica legata all’uso del gruppo sia in termini remoti che più recenti. All’interno di tale revisione saranno presentati alcuni concetti che nell’ambito della psicologia scientifica hanno progressivamente reso possibile il dispositivo terapeutico di gruppo, l’apporto dei vari autori e la differenziazione dei vari modelli di terapia di gruppo.

Sarà inoltre commentata una rassegna che illustra il vasto ambito di ricerche che, attraverso il rinvenimento di concetti operativi specifici, hanno consentito di considerare sia l’esistenza di una psicologia di gruppo sia l’uso del gruppo come ambito operativo della cura e della trasformazione psicologica.

 

 

2) Sabato 8 marzo 2008

17,00-17,30   Prof. Raffaele Menarini   Il gruppo tra gruppoanalisi e psicoanalisi

17,30- 18,30  Lavoro di supervisione su un caso clinico                                                      

18,00-19,00  Discussione e integrazione tecnica del materiale emerso 

L’epistemologia gruppoanalitica descrivibile come psicoanalisi attraverso il gruppo, rappresenta la massima elaborazione della teoria fantasmatica e della tecnica associativa. Nello stesso tempo, mantiene alcuni aspetti fondamentali della psicologia analitica come il motivo archetipico del Puer o Fanciullo divino nella sua specificità gruppale.

L’icona basica del campo mentale gruppale è quella del Fanciullo divino analizzata da Jung, quale dimensione creativa dell’anima collettiva, esprimente i valori fondativi della cultura gruppale. Il Fanciullo divino anticipa il processo di individuazione della personalità, poiché si pone quale integratore e mediatore delle rappresentazioni mentali gruppali. Alla base del comportamento umano e dell’azione sociale vi è un campo mentale o visione del mondo che permette la nascita e lo sviluppo della persona e del suo ambiente culturale.

 

3) Sabato 12 aprile 2008

17,00-17,30   Prof. Leonardo Ancona Fondamenti della gruppoanalisi: il filone storicistico-relazionale.

17,30- 18,30  Lavoro di supervisione su un caso clinico                                                      

18,00-19,00  Discussione e integrazione tecnica del materiale emerso 

Verrà considerata la diversa matrice storica della Gruppoanalisi per determinarne la sostanziale priorità rispetto alla Psicoanalisi. Priorità insita negli stessi fondamenti della Gruppoanalisi che fa riferimento all’ambiente e alla gruppalità internalizzale dell’individuo.

 

4) Sabato 13 settembre 2008

17,00-17,30 dr.ssa Giusy Cuomo Il conduttore nel processo gruppoanalitico

17,30- 18,30  Lavoro di supervisione su un caso clinico                                                      

18,00-19,00  Discussione e integrazione tecnica del materiale emerso

 

Perché nella prassi Gruppoanalitica il termine “Conduttore” è preferito a quello di Psicoterapia di Gruppo? Attraverso l’esplorazione delle “attività” del conduttore viene a connotarsi la specifica sua modalità di “essere” fin dall’inizio della costituzione di un Gruppo e poi nel processo che vi si instaura. Diventandone custode e guida al fine di incrementare l’interazione e lo scambio ogni partecipante possa sentire gli altri del Gruppo come mezzo per ritrovare se stesso: Matrice di Gruppo.

5) Sabato 7 giugno 2008

17,00-17,30 dr. Francesco Pieroni La figura di Fabrizio Napolitani come formatore

17,30- 18,30  Lavoro di supervisione su un caso clinico                                                      

18,00-19,00  Discussione e integrazione tecnica del materiale emerso

Viene presentato il metodo analitico ed esistenziale proposto da F. Napolitani, basato su una crescita professionale i cui parametri considerano l'ulteriore formazione degli analisti gruppali come un procedimento transpersonale, all'interno di una rete di formazione in atto: training network in action.

E' la descrizione di un modello di training dove il rapporto docente-allievo avviene attraverso uno scambio formativo per entrambi, perchè fondato sul reciproco interrogarsi sul “perchè” e “come” si da senso a ciò che si va esperendo ad ogni stadio del percorso di apprendimento.

 

6) Sabato 13 dicembre 2008

17,00-17,30 dr. Diego Napolitani La mente relazionale

17,30- 18,30  Lavoro di supervisione su un caso clinico                                                      

18,00-19,00  Discussione e integrazione tecnica del materiale emerso

Partendo da quella parte del pensiero di Freud, che cerca di superare l'antinomia tra individuale e sociale, viene sviluppata l'ipotesi multipersonale della costituzione della mente. Partendo dal fondamento collettivo della mente umana viene proposta la riflessione sulla multidimensionalità dell'esperienza relazionale, dove vengono individuati tre campi: il protomentale (P), il transferale (S), il simbolico (R)

 

Curriculum: Barnà Cono Aldo, medico psichiatra e psicoanalista con funzioni di training dell’International Psychoanalytic Association (IPA) e della Società Psicoanalitica Italiana (SPI).

Vive e lavora a Roma. Insegna presso la I° Sezione Romana dell’Istituto Nazionale di Training della SPI.

E’ stato presidente del Centro di Psicoanalisi Romano, sezione locale della SPI, e redattore della Rivista di Psicoanalisi.

E’ stato membro didatta dell’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (IIPG) di cui ha diretto la Rivista Gruppo e funzione analitica.

Si è interessato soprattutto di epistemologia psicoanalitica, ermeneutica e formazione degli operatori della salute mentale. Argomenti su cui ha scritto alcuni lavori scientifici.

 

Curriculum: Raffaele Menarini, psicologo clinico e psicoterapeuta, è Professore associato e Docente di Psicologia dinamica e Teoria e Tecnica della dinamica di gruppo nella Facoltà di Scienze della Formazione della LUMSA.
La sua attività di didattica e di ricerca riguarda soprattutto i collegamenti tra Psicologia dinamica, Psicoterapia e Psicologia clinica.
E’ referente del Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche, Classe 34, presso l’Università Lumsa.

Curriculum: Leonardo Ancona nato a Milano il 2/5/1922, laureato in Medicina a Milano nel 1946 e ivi specializzato in Malattie Nervose e Mentali nel 1951. Assistente Ordinario per la Psicologia, (1950) alla Università Cattolica del S. Cuore di Milano e Libera Docenza in Psicologia (1954).

Fino al 1958, Incaricato di Psicologia alla U.C.S.C., poi Straordinario di Psicologia nella U.C.S.C. nel 1961 ordinario nella stessa Università (Facoltà di Lettere<9 fino al 1965.

Trasferito alla sede romana della U.C.S.C. (Facoltà di Medicina) è stato ivi Ordinario di Psicologia fino al 1973, di Psicologia Clinica sino al 1978 e di Clinica Psichiatrica in seguito, sino alla sua uscita di ruolo nel 1992. Dal 1959 è stato Direttore dell’Istituto di Psicologia, prima a Milano fino al 1965 poi a Roma fino al 1978 poi dell’Istituto di Psichiatria e Psicologia, sempre nella U.C.S.C. e Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia e di Psichiatria.

Ha pubblicato 10 volumi e ha curato come Editor una  diecina di testi di Psicologia e di Psichiatria.

 

Curriculum: Giusy Cuomo Dal 24 gennaio 1990 iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Campania

Dal 7 maggio 1994 iscritta all’Elenco degli Psicoterapeuti

 

Curriculum: - Il dr. Francesco Pieroni è laureato in Scienze dell’ educazione –psicologia, in  Psicologia – indirizzo clinico ed è Specializzato in Psicoterapia

-Libero Professionista 

-Già Direttore della Sede di Roma della Scuola di Formazione in

  Psicoterapia Gruppo Analitica

-Supervisore .c/o diverse ASL di Roma e del Lazio

-Supervisore c/o il II° Reparto degenti di Neuropsichiatria Infantile

  Via  dei Sabelli – ROMA

-Direttore dell’ I.G.A.R.S. (Istituto di Gruppo Analisi di Roma per il Sociale)

-Socio Ordinario della S.G.A.I. – Società Gruppo Analitica Italiana

-Clinical Member dell’ American Group Psychotherapy Association

-Socio dell’ International Association of Group Psychotherapy

 

Curriculum: Diego Napolitani (1927), medico psichiatra, ha fondato nei primi anni Ottanta la Società Gruppoanalitica Italiana, sviluppando un originale modello teorico-clinico fondato sulla lezione freudiana, sul paradigma della complessità, sulle neuroscienze e sulla fenomenologia.

Svolge la funzione di Direttore Nazionale dei tre Istituti di Formazione Gruppoanalitica a Milano, Roma e Torino.

Ha pubblicato numerosi articoli su riviste italiane e straniere, su volumi collettanei, oltre ai testi:

Di palo in frasca, Corpo 10, Milano, 1986

Individualità e Gruppalità, Boringhieri,1987

Fra-menti, (a cura di A, Lampignano), Franco Angeli, 1998

Luoghi di formazione, Guerini, Milano, 2006

 

Curriculum Alfè Anna Maria

Luogo e data di nascita             Nazionalità                         

Marano di Napoli, 02.05.1958                                   Italiana                                   

 

Residenza                                                                          Telefono/Fax

Viale Duca D'Aosta, 1bis                                                                   +39 081 7423788

80016 – Marano di Napoli (NA) – Italia                                            cell.. 3382176273   

 

Iscrizione ad Albi professionali et sim.

 Iscritta all’Albo dell'Ordine degli Psicologi e degli Psicoterapeuti della Regione Campania al n. 1374

 

CURRICULUM VITAE

ROSSELLA DEL GUERRA, nata a Roma il 21-5-1938, residente in V. Luigi                   Rizzo  47, 00136 Roma.

C.F. – DLGRSL38E61H501T

P.IVA – 09197160584

Iscrizione all’Albo degli Psicologi del Lazio n°2079 (1990)

Abilitazione all’esercizio dell’attività psicoterapeutica (art.35)

 

 

Bergamo, 8.02-13.06.2008  "DAL NARCISISMO ALLA SEPARAZIONE"; Sede: BERGAMO, VIA SAN LAZZARO 31; Info:  sipp@mclink.it  Fees=  euro 90,00

5 Giornate

 

8 febbraio 2008

Ore 9.00 – 11.00        “ Il funzionamento narcisistico visto nella teoria e nell’osservazione clinica”, Maria Paganoni

 

7 marzo 2008

Ore 9.00 – 11.00        “ L’esperienza del rispecchiamento nella teoria e nell’osservazione clinica”, Maria Paganoni

 

4 aprile 2008

Ore 9.00 – 11.00        “L’imitazione e l’esperienza gemellare: l’emergere dal narcisismo,

Maria Paganoni

 

9 maggio 2008

Ore 9.00 – 11.00        “ La comparsa dell’angoscia di separazione: aspetti vitali e psicopatologici, Maria Paganoni

 

13 giugno 2008

Ore 9.00 – 11.00        “ La patologia della separazione”, Maria Paganoni

Ore 11.30 – 13.30      Verifica dell’apprendimento, Maria Paganoni

 

______________________________________________________________

 

Abstract

 

L’evento affronta, dal punto di vista teorico – clinico, il tema delle origini e dell’evoluzione normale e patologica della relazione primaria. Si partirà quindi dal Narcisismo Primario per giungere alla progressiva nascita della soggettività e della relazione con l’alterità e col mondo. Questo sviluppo avviene attraverso tappe fondamentali descritte da vari autori come esperienza transizionale, oggetto soggettivo, imitazione, esperienza gemellare. L’evento intende affrontare l’argomento sia dal punto di vista evolutivo sia strutturale, cioè considerando il progressivo strutturarsi di funzionamenti mentali che permangono e coesistono armoniosamente nel costituirsi di una personalità sana.

Da questo punto di vista la psicopatologia è vista come un restare ancorati a funzionamenti mentali primitivi o come una mancanza di armonia e di una sana oscillazione ed integrazione tra i vari funzionamenti mentali .

 

 

 

Genova, 31.03-15.12.2008  GRUPPO DI DISCUSSIONE CASI CLINICI IN PSICOANALISI DELLA RELAZIONE; Sede:  CENTRO SIPRE DI GENOVA, VIA FIUME 4/3; Info: 

alessandra.consani@libero.it  MAXIMFONT@LIBERO.IT  Fees=  n.d.

GRUPPO DI DISCUSSIONE  CASI CLINICI IN PSICOANALISI RELAZIONALE

 

 

L’Evento si svolge in 8  incontri di 2 ore l’uno dalle 18,30 alle 20,30 nella sede Centro SIPRe di Via Fiume 4/3, Genova; compilazione questionario di verifica apprendimento in data 15/12 dalle ore 21 alle 21,30.

Ogni incontro, guidato dal Supervisore, si svolgerà con la seguente metodologia: esposizione di un caso clinico proposto dai partecipanti o dal Supervisore, discussione in gruppo, produzione di ipotesi diagnostiche, partecipazione attiva alle ipotesi interpretative e sull’assetto mentale ritenuto più congeniale e in sintonia col paziente e col proprio stile personale.

 

Date dell’Evento:

 

31 / 0 3

21 / 0 4

19 / 0 5

16 / 06

15 / 09

13 / 10

16 / 11

 

 

Orario   18:30   -   20:30    Tipo:  F - Presentazione di problemi/casi clinici in seduta plenaria

                                                           (non a piccoli ruppi)

 

          Titolo     

DISCUSSIONE DI CASI CLINICI

 

          Docente  

 MICHELE MINOLLI

 

 

 

15 / 12

 

 

Orario   18:30   -   20:30    Tipo:  F - Presentazione di problemi/casi clinici in seduta plenaria

                                                           (non a piccoli ruppi)

 

          Titolo     

DISCUSSIONE DI CASI CLINICI

 

          Docente  

 MICHELE MINOLLI

 

 

Orario  21:00  -   21:30    Tipo: 

 

          Titolo     

RITIRO DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DELL’EVENTO e COMPILAZIONE QUESTIONARIO DI VERIFICA APPRENDIMENTO

          Docente  

 MICHELE MINOLLI

 

 

 

 

Bologna, 9.02-17.05.2008 "SVILUPPI DIFFICILI, SOLUZIONI PERVERSE"; Sede:  CENTRO PSICOANALITICO DI BOLOGNA VIA CESARE BATTISTI 24 ; Info:  CentroPsicoanalitico_diBologna@fastwebnet.it  Fees=  euro 250,00

Curriculum relatori:

Simona Argentieri (Roma)

Nata a Firenze, laureata a Roma in Medicina e Chirurgia.

Membro Ordinario e Didatta dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell’International Psycho-Analitical Association.

Principali interessi scientifici nell’area dei processi mentali precoci e del rapporto mente-corpo; dello sviluppo psico-sessuale e dell’identità di genere maschile e femminile; dei processi creativi e dei rapporti tra arte e psicoanalisi, in particolare rispetto al cinema.

Ha pubblicato estesamente, in Italia e all’estero, sia in ambito psicoanalitico, sia in ambito culturale.

È autrice e coautrice –tra le varie pubblicazioni- di Freud a Hollywood (la messa in scena della cura psicoanalitica nel cinema americano); Anna Freud, la figlia (in “Psicoanalisi al femminile”); La fatica di crescere: Anoressia-Bulimia, sintomi del malessere di un’epoca confusa; Il padre materno, da San Giuseppe ai nuovi mammi; Materia che sogna- i rapporti tra psicoanalisi e neuroscienze (in “Mente-cervello: Un falso dilemma?”). Ha curato l’edizione italiana di Freud e l’Arte. Di recente uscita la nuova edizione aggiornata di La Babele dell’inconscio- Lingua madre e lingue straniere nella dimensione psicoanalitica (cosa accade nella mente di chi parla, pensa, sogna in più lingue e de Dall’’uomo nero al terrorista (Piccolo catalogo delle paure infantili).

Nell’ambito del COWAP -il gruppo femminile dell’IPA- è autrice dei saggi L’incesto ieri e ogg: dal conflitto all’ambiguità; Travestitismo, transessualismo, transgender; Giocattoli erotici o piccoli perversi polimorfi? Incesto e  pedofilia.

Collabora a “radio-Tre”, “L’Espresso”, “Micromega”.

 

Angela Galli (Milano)

Psicologa, psicoanalista, Membro Ordinario della SPI e dell' IPA.

Ha collaborato con il Tribunale per i Minorenni di Milano in un servizio per gli adolescenti. E' stata cosulente del Progetto A , centro di consultazione per gli adolescenti (ASL Milano2 ) , fondata nel 1989 su ispirazione di Tommaso Senise. E' stata docente della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica del Centro Studi Martha Harris di Firenze (Corso di Osservazione del Neonato secondo il modello Tavistock).I suoi interessi oltre all' area dell' adolescenza sono rivolti ai problemi della relazione corpo-mente e allo sviluppo delle relazione tra psicoanalisi e neuroscienze.

Ha pubblicato recentemente un lavoro dal titolo " Dal Super-Io primitivo al Super-Io etico " in "Adolescenza ed etica " a cura di Giovanna Giaconia, Roma , Borla , 2005.

 

Gabriele Pasquali (Genova)

 

Laurea in Medicina, specializzazione in Psichiatria. Membro Ordinario con Funzioni di Training della Società Psicoanalitica Italiana. Ha lavorato a Londra alla Royal Free Hospital Medical School e allo University College, é stato Direttore incaricato di Psichiatria dei bambini alla Charing Cross Medical School. Docente presso la Scuola di specializzazione in Psicologia Clinica e in Pediatria all’Istituto G. Gaslini, Università di Genova. Ha tenuto seminari e ha pubblicato in Italia e all’estero.

 

Gabriella Bartoli (Bologna)

.

Gabriella Bartoli insegna Psicologia generale e Psicologia delle arti nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, ove coordina un Laboratorio di Psicologia sperimentale. Ha affrontato varie tematiche psicologiche, puntando ad integrare il rigore della ricerca empirica con le prospettive offerte dalla riflessione fenomenologica e psicoanalitica. Indaga tuttora sui meccanismi che presiedono alle condotte creative e sulle modalità della comunicazione visiva. Fa parte di varie associazioni scientifiche italiane e straniere (AIP, SPI, IPA, IAEA) Tra le pubblicazioni recenti figurano Rudolf Arnheim. Una “visione” dell’arte (Anicia, Roma, 2007; a cura di, con S. Mastandrea), Psicologia della creatività. Le condotte artistiche e scientifiche (Monolite, Roma, 2005), Scritti di psicologia dell’arte e dell’esperienza estetica (Monolite, Roma, 2003), Psicodinamica e sperimentazione (Carocci, Roma, 20024; con P. Bonaiuto).

 

Abstracts:

Sabato 9 Febbraio 2008

PERVERSIONI OGGI:

DAL CONFLITTO ALLA AMBIGUITÀ

Simona Argentieri (Roma)

Neuropsichiatra, Psicoanalista A.I.P.S.I.

Il seminario avrà per tema “Le perversioni oggi: dal conflitto all’ambiguità” e verterà sul problema del cambiamento di tali patologie considerate dal vertice della psicoanalisi, sul duplice versante teorico e clinico.

In epoca classica, le perversioni erano considerate come esito di una distorta vicissitudine della pulsione sessuale, alla quale corrispondeva una specifica -seppure non esclusiva- struttura psicopatologica. In epoca post-freudiana, a partire dalle nuove conoscenze sui livelli precoci dello sviluppo e sulle vicissitudini dell’aggressività, il concetto ha acquisito invece diverse accezioni, andando verso una progressiva estensione e diluizione di significati.

Parallelamente, occorre riconsiderare le nostre capacità diagnostiche e terapeutiche a fronte dei vertiginosi cambiamenti che, almeno sul piano fenomenico, sembrano caratterizzare la nostra attuale cultura, dalla pedofilia alle perversioni femminili.

 

Sabato 1 Marzo 2008

LA RELAZIONE PERVERSA TRA L’ORGANIZZA-ZIONE PATOLOGICA E IL SÉ DIPENDENTE

NELLO SVILUPPO ADOLESCENZIALE

Angela Galli (Milano)

Psicologa, Psicoanalista S.P.I.

Attraverso l' illustrazione di alcuni casi clinici (adolescenti in trattamento psicoanalitico) viene esaminato il concetto di organizzazione patologica della personalità in merito alla specifica funzione che essa assume all' interno del problema generale della gestione della distruttività di tipo primitivo.

La natura narcisistica delle relazioni oggettuali che  vi sono implicate è descritta particolarmente nella dinamica transferale e controtransferale.

Viene preso in considerazione il caso in cui, nello sviluppo adolescenziale, il Sè bisognoso e dipendente è irretito dall' organizzazione patologica con scopi difensivi rispetto al crollo dell' illusione onnipotente. Tra il Sè dipendente e le componenti distruttive della personalità si stabilisce una relazione perversa in cui la bontà viene umiliata e la crudeltà idealizzata.  In  questo modo  è bloccato il passaggio dalla posizione schizo-paranoide a quella depressiva come pure l' elaborazione del complesso edipico che porta alla posizione edipica.

In modo dettagliato saranno trattati i casi clinici di due adolescenti : "La ragazza dall' umore nero" e "Il critico musicale virtuale".

 

Sabato 19 Aprile 2008

SVILUPPI DIFFICILI, SOLUZIONI INADEGUATE

Gabriele Pasquali (Genova)

Psichiatra, Psicoanalista S.P.I.

 

Il seminario si articola in due parti: nella prima vengono  raccontate, prestando particolare attenzione all’ambiente familiare e allo sviluppo nell’infanzia e nell’adolescenza, le vicende di due pazienti: una giovane adolescente e una donna matura. Il materiale clinico, tratto dalla terapia di ognuna delle pazienti, dà un’idea precisa e viva della loro patologia.

Nella seconda parte, dopo che sono state prese in esame le principali teorie sull’origine e sulla funzione delle perversioni, viene discussa la possibilità di collegare le diverse teorie e modelli di lavoro che ne derivano ai casi illustrati. Emerge la complessità delle perversioni e la difficoltà di darne un quadro univoco.

 

Sabato 17 Maggio 2008

AMBIVALENZA MATERNA, ANGOSCE INFANTILI

E TRASFORMAZIONI CREATIVE. NINNE NANNE

E DINTORNI.

Gabriella Bartoli (Bologna)

Psicologa, Psicoanalista S.P.I.

Verrà proposta preliminarmente una breve rassegna della letteratura psicologica che evidenzia la funzione strutturante del suono per lo sviluppo umano: dal battito cardiaco materno, alla voce umana, alla musica, a composizioni particolari come le ninne nanne. Si farà tra l'altro osservare come, in casi di carente sviluppo delle abilità comunicative, si applichi con finalità di recupero la tecnica della musicoterapia. L’intervento si avvarrà poi dell'analisi di testi verbali, esaminati alla luce di categorie psicoanalitiche pertinenti, per evidenziare la funzione potenzialmente strutturante della ninna nanna, in quanto contenitore - di elevata qualità estetica - delle fantasie e degli affetti ambivalenti che pervadono la relazione madre-bambino. Verrà discussa l’applicabilità di questi rilievi in chiave di attività formative rivolte alle madri.

 

 

Roma, 19.04.2008 "ATTUALITÀ DEL TRANSFERT: TEMPO, MEMORIA, AFFETTO E FATTORI TERAPEUTICI NEL TRANSFERT"; Sede: SALA CONFERENZE – PIAZZA DI MONTECITORIO 123/A; Info: segreteria@centropsicoanalisiromano.it; Fees=  euro 72,00

Corso di aggiornamento

 

Attualità del transfert: tempo, memoria, affetto e fattori terapeutici nel transfert

 

Sabato 19 aprile 2008

Sala Conferenze – Piazza di Montecitorio 123/A - Roma

 

 

PROGRAMMA

 

 

 

Ore 8,30 – 9,00

Registrazione dei partecipanti

Sessione mattutina

Chair: Basilio Bonfiglio

Ore 9,00 – 9,30

Introduzione: Giuseppe Moccia

 

Ore 9,30 – 10,30

Relazione: Stefano Bolognini

"Declinazioni complesse del transfert".

Ore 10,30 – 10,45

Break

Ore 10,45 – 11,45

Relazione: Anna Maria Nicolò

“Attualità del transfert”

Ore 11,45 – 13,00

Discussione con la sala

Sessione pomeridiana

 

Ore 14,30 – 15,30

Chair: Giuseppe Moccia

Presentazione di un caso clinico: Elisabetta Greco

“La funzione del transfert nel recupero di una memoria “emotiva” nella fase iniziale di un'analisi”

Ore 15,30 – 16,30

Stefano Bolognini, Basilio Bonfiglio, Anna Maria Nicolò

Discussione del caso clinico

Ore 16,30 – 17,00

Questionario di verifica dell'apprendimento

 


 

Abstract

 

 

Giuseppe Moccia: Introduzione

 

Alla luce del concetto di memorie identificatorie, l’A. propone la nozione di transfert come esperienza nella quale il paziente riattualizza ricordi consapevoli, memorie inconsce e memorie implicite (inconsapevoli).

 

 

Anna Maria Nicolò: “Attualità del transfert”

 

L'A. ripercorre gli studi e gli aggiornamenti attuali sul tema del transfert e del controtransfert. Considera la continuità rispetto all'opera di Freud nei concetti di transfert come trasposizione e trasformazione. Mette in luce  la molteplicità dei livelli nei quali si può studiare il transfert a partire dagli aspetti primitivi della mente fino al transfert in età evolutiva.

 

 

Stefano Bolognini: "Declinazioni complesse del transfert".

 

Per effetto degli avanzamenti della conoscenza scientifica e dell'incremento di scambi informativi tra colleghi di diverse scuole e paesi, lo psicoanalista contemporaneo è in condizione di ampliare e di trasformare creativamente, nel corso della sua evoluzione professionale, le proprie concezioni sul transfert.  Sia le diverse tipologie transferali che le loro coesistenze, alternanze ed intersezioni a differenti livelli ed in fasi differenti dell'analisi possono essere rappresentate e riconosciute in modo via via più articolato e finemente sensibile.  Il transfert si conferma un concetto irrinunciabile e fondante in psicoanalisi, e ciò che evolve è il modo in cui gli analisti lo intendono, lo interpretano, lo utilizzano.  Alcuni esempi clinici illustreranno aspetti specifici di questa evoluzione.

 

 

Elisabetta Greco:  “La funzione del transfert nel recupero di una  memoria “emotiva” nella fase iniziale di un'analisi”

 

Esposta precocemente al trauma della perdita di due familiari, Federica cresce congelando i suoi stati emotivi dolorosi in un luogo remoto e inaccessibile della mente. Attraverso il percorso di analisi, sarà in grado progressivamente di allentare l'assetto difensivo. Superando negazioni ed evitamenti verranno alla luce ricordi, memorie rimosse e memorie non pensate, e nella relazione di transfert sarà possibile recuperare le emozioni.


 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
Chieti, 4-5.04.2008 "I METODI DI INDAGINE CLINICA IN CAMPO PSICOPATOLOGICO"; Info:ORDPSIAB@TIN.IT   Fees= euro 10,00

Curricula docenti evento “ I metodi di indagine clinica in campo psicopatologiche”

GIUSEPPE BONTEMPO (Responsabile dell’evento)

nato il 09.04.1954 a Vasto (CH) ed ivi residente in via dei Conti Ricci,78

Codice Fiscale : BNTGPP 54D09E372P

                                                                    

 

Laureato in  Psicologia il 19 novembre 1977 presso l’Università degli Studi di Roma  votazione 110/110 .

Iscritto all’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo e nell’elenco degli Psicoterapeuti.

 

Filippo Maria Ferro

 

            Filippo Maria Ferro nato a Novara i1 5 aprile 1941 e vi ha compiuto gli studi classici.

 

            Ha studiato Medicina e Chirurgia a Pavia, alunno dell'Almo Collegio Borromeo. Si è laureato con una tesi in Medicina del Lavoro, relatore il prof. Salvatore Maugeri, nel novembre 1965 con pieni voti e lode.

 

            E' specialista in Neurologia e Psichiatria.

 

            Assistente volontario presso la Clinica della Malattie Nervose e Mentali dell'Università Cattolica di Roma nel 1965/1966 con il prof. Carlo Berlucchi, vi è stato quindi Assistente volontario e volontario borsista nel 1966/67 (sino al 28 febbraio) e Assistente Incaricato nel 1966/67 (dal 1 marzo). Assistente Ordinario dal 1 novembre 1967, ha lavorato sotto la direzione del prof. Paolo Pinelli sino a1 1972, e quindi sotto la direzione del prof. Giorgio Macchi. Negli anni 1976/77 e 1979/80 è stato Aiuto supplente. Negli anni 1976/1980 è stato designato dal prof. Macchi quale responsabile della Sezione Psichiatrica della Clinica ed ha collaborato anche ad organizzare 1'assistenza per i pazienti tossicodipendenti.

 

            Dal 1 marzo 1980 ha fatto parte della Clinica Psichiatrica diretta dal prof. Leonardo Ancona, in qualità di Aiuto dal 1983.

 

            Dal 1 novembre 1993 è Professore di Psichiatria presso 1'Università Gabriele D'Annunzio di Chieti, e nel dicembre 1997 è stato nominato Primario del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura presso 1'Ospedale SS. Immacolata di Guardiagrele.

 

Neurologia

 

            E' stato docente presso la Scuola di Specializzazione dell'Università Cattolica dal 1969/70: sino al 1977 ha insegnato, oltre a discipline psichiatriche, anche materie neurologiche.

 

            E' abilitato con concorsi nazionali al ruolo di Aiuto (1972) e di Primario (1975) per Ospedali Civili.

 

Psichiatria

 

            Negli anni 1975/76, 1976/77 e 1977/78 è stato scelto dal prof. Giorgio Macchi per collaborare all'insegnamento di Clinica Psichiatrica.

            Nel 1975 ha superato a pieni voti il concorso nazionale per il ruolo di Primario negli Ospedali Civili.

            Nel 1975/76 ha tenuto il corso "Psicoanalisi e tragedia greca" presso la cattedra di Storia del Teatro dell'Università di Roma.

            Dal 1978 ha svolto insegnamento di Igiene Mentale presso l'Università Cattolica quale Professore Incaricato.

            Idoneo al primo giudizio di idoneità a Professore Associato, è stato chiamato dalla Facoltà quale Professore Associato di Igiene Mentale a partire dall'anno 1983/84.

            Dal 1978/79 ha collaborato con il prof. Leonardo Ancona a svolgere degli argomenti nell'ambito del corso di Clinica Psichiatrica.

            A partire dall'anno 1979/80 gli è stato affidato l’insegnamento di Psichiatria presso 1'Università di Chieti, e tale insegnamento ha poi tenuto regolarmente sino all'anno 1984/85. Ha insegnato presso le Scuole di Specializzazione di Neurologia e di Psichiatria dell'Università Cattolica dal 1969/70.

            Dal 1 novembre 1993 è Professore di Psichiatria presso l'Università Gabriele D'Annunzio di Chieti, e nel dicembre 1997 è stato nominato Primario del Reparto di Psichiatria presso 1'Ospedale SS. Immacolata di Guardiagrele.

            Dirige la Scuola di Specializzazione in Psichiatria ed insegna presso detta Scuola, nei Corsi di Perfezionamento dell'area psichiatrica, e ancora presso altre Scuole di Specializzazione della Facoltà di Medicina. e Chirurgia: Pediatria, Denmatologia e Venereologia, Ginecologia ed Ostetricia, Neurologia. E' anche docente in vari corsi di D.U.: D.U. in Servizio Sociale, D.U. di Terapista della Riabilitazione, D.U. di Fisioterapista.

            Per 1'anno accademico 1999/2000 gli è stato affidato l'insegnamento di Storia della Psicologia presso il corso di laurea in Psicologia.

            Appartiene alla Società Psicoanalitica Italiana.

            E' stato fra i fondatori, con il prof. Ancona, della S.I.P.A.G. (Società Italiana Psicoanalisi di Gruppo).

            E' membro della Società Italiana di Psichiatria, della Sezione di Psicoterapia e della Lega di Igiene Mentale.

            Fa parte della redazione di "Archivio di Psicologia, Neurologia e Psichiatria" e della "Rivista Sperimentale di Freniatria".

 

 

DOLORES PASSI TOGNAZZO
Psicologo, Psicoterapeuta, Professore Emerito dell’Università degli Studi di Padova, già ordinario di Tecniche di Indagine della Personalità alla Facoltà di Psicologia, Presidente dell'Associazione Italiana Rorschach

PROF. SALVATORE SETTINERI

(Breve Curriculum)

 

Il prof. Salvatore Settineri, nato a Messina il 2.7.1953, è professore associato di Psichiatria nel dipartimento di Neuroscienze, Scienze Psichiatriche e Anestesiologiche  della Facoltà di Medicina dell’Università di Messina.

Laureato in Medicina nel 1977 si è successivamente specializzato in Neuropsichiatria  Infantile (1981) con il massimo dei voti e in Psichiatria(1985) con il massimo dei voti e la lode.

Medico interno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 1977 al 1980; Ricercatore Confermato dal 1980 al dicembre 1999, Professore Associato alla data suddetta.

E’ psicoterapeuta nell’albo degli psicoterapeuti dell’ordine di Messina ed è socio della Società Italiana di Psicoterapia Medica e della Società italiana di Psichiatria. L’orientamento teorico è quello derivante dalla psicologia analitica.

E’ consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Rorschach (AIR) ed autore di oltre cento pubblicazioni aventi per oggetto, psicologia clinica, igiene mentale,  psicodiagnostica, psichiatria e psicoterapia.

Insegna Psichiatria nella facoltà medica e Psicoterapia e Metodologia nella Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università di Messina. Dalla fondazione della Scuola di Specializzazione in Igiene Mentale è docente di Psicodiagnostica; nella medesima scuola insegna Prevenzione Psichiatrica I e II.

 E’  altresì docente nel corso di laurea in Odontoiatria e nei DU per Terapisti della Riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale( per l’insegnamento di Psicologia clinica e Psichiatria), Dietisti (per l’insegnamento di Psicologia Clinica), Logopedisti( per l’insegnamento di Psicologia Clinica e Psichiatria). Ha insegnato Psicologia dello Sviluppo e Teorie e Tecniche del Colloquio Psicologico nel DU di Servizio Sociale della Facoltà di Scienze Politiche sezione di Modica.

Insegna Psicodiagnostica, Neuropsicologia nella Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università di Messina.  Dal punto di vista assistenziale è dirigente di I livello presso il Servizio Autonomo di Salute Mentale del Policlinico Universitario di Messina.

Dal 2002 è Delegato Internazionale e Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Rorschach e Tecniche Proiettive alla Società Internazionale del Rorschach e delle Tecniche Proiettive.

L'attuale interesse scientifico si è focalizzato nell'ambito della psicopatologia degli affetti e nella psicodiagnosi delle emozioni. Nell'anno accademico 04/05 dirige il corso di perfezionamento in psicopatologia degli affetti e psicodiagnosi delle emozioni.

Dal 2007 è direttore del Master in Psicodiagnostica Clinica dell’Università di Messina

 

 

Paolo Capri

nato a Roma il 29/4/1955

 

Curriculum Scientifico e Professionale

 

 

 

Psicologo, specialista in psicoterapia ad indirizzo junghiano, ha effettuato studi classici a Roma.

 

 

Prof. Pascal Roman,

 

Professore di Psicologia Clinica all’Università Lumière di Lione 2, Esperto presso la Corte d’appello di Lione, Tesoriere della Socièté du Rorschach de Langue Française, Coordinatore della Rete Internazionale di Ricerca “Metodi Proiettivi e Psicoanalisi”

 

Bologna, 8.04-18.11.2008 CORSO DI FORMAZIONE PER PSICOLOGI E MEDICI SPECIALISTI IN PSICOTERAPIA; Sede: ISTITUTO ERICH FROMM, VIA MARCONI, 16, BOLOGNA; Info:  info@istitutoerichfromm.it  Fees=  euro 600,00

ABSTRACT

 

Corso di Formazione per psicologi e medici specialisti in psicoterapia psicoanalitica

 

Col mutare delle relazioni sociali mutano le patologie emotive, alle vecchie se ne aggiungono di nuove, alcune diminuiscono ed altre assumono nuove forme.
Seguendo il mutare dei processi sociali mutano le teorie psicoanalitiche e con esse anche la pratica clinica; i modelli ed  i concetti considerati importanti hanno perso il loro valore, la loro centralità.

I diversi orientamenti teorici, vecchi e nuovi, necessitano di confronti: la ricerca si amplia ed i ricercatori, pur mantenendo sempre alto il livello del dibattito, si orientano a condurlo da posizioni meno rigide e settarie rispetto al passato.

A’interno di questo clima e seguendo i processi culturali attuali, si colloca, cogliendo la necessità di un aggiornamento permanente, la proposta dell’Istituto Erich Fromm di Bologna.

L’obiettivo del corso specialistico è quello di:

1)      espandere le conoscenze teoriche

2)      implementare le conoscenze tecniche mettendole a confronto con i diversi orientamenti clinici

3)      affinare la raccolta e l’uso dei dati anamnestici

4)      riflettere sulla “presa in carico”, momento delicato nella fase di passaggio per il paziente/cliente e per lo psicoterapeuta.

5)      Lettura delle modalità nella partecipazione emotiva del terapeuta all’interno del setting.

Il gruppo clinico di controllo( supervisione di gruppo) è un metodo, fra tanti altri.

All’interno di esso vengono esposte le difficoltà tecniche ed emotive del terapeuta e di ciò si fa carico lo psicoterapeuta /conduttore del gruppo che, attraverso una collaborazione critica(ma non giudicante) e costruttiva, offre spunti di vista diversi, utili allo scioglimento di eventuali  nodi personali e relazionali.

Anche i partecipanti del gruppo apportano con la loro esperienza i loro punti di vista; il corso diventa un’importante opportunità di crescita sia per lo specialista che “porta il caso”,perché rafforzerà la sua identità personale e professionale, sia per tutti i presenti.

Il gruppo funzionerà come un vero e proprio laboratorio di ricerca scientifica in cui teoria e pratica saranno messe a confronto, utilizzando i concetti classici della psicoanalisi quali: transfert, proiezione, identificazione, controtransfert, resistenza, interpretazione, lettura dei sogni e setting.

I casi clinici vengono esposti volta per volta da ciascun partecipante.

 

 

 

 

 

Potenza, 29.02-20.06.2008 "IL PATTE NOIRE DI LOUISE CORMANN. CORSO TEORICO-PRATICO."; Sede:  SEDE SIPI DI POTENZA; Info: sipiecm@virgilio.it Fees=  euro 500,00

Titolo del Corso       Il Test “Patte Noire” di Louise Cormann – Corso teorico/pratico

 

Il test è uno dei tests proiettivi più utilizzati nella indagine della personalità dell’individuo fra i 5 ed i 14 anni;  focalizza i temi principali della struttura in formazione ed i meccanismi di funzionamento preferiti orientando, completando e approfondendo le ipotesi diagnostiche del clinico

Destinatari

Laureati psicologia (laurea breve e specialistica) ed in medicina

Obiettivi

Il Corso (per il quale è stato richiesto l’accreditamento ECM), si propone

·         di presentare il test

·         far fare agli allievi esperienza di somministrazione e di correzione del test supervisionati dal docente

·         proporre un modello integrativo che ne consenta l’interpretazione

Strutturazione di ogni incontro

14 – 16 Relazione

16 – 16.30  pausa

16.30 – 18.30 esercitazioni guidate e discussione in aula (correzione e discussione di protocolli)

18.30 – 19  pausa

19.00 – 21  esercitazioni guidate e discussione in aula (correzione e discussione di protocolli)

Relazioni

1.        lezione    Cenni Storici e fasi della somministrazione

2.        lezione    Problemi della somministrazione

3.        lezione    Fasi della correzione

4.        lezione    Problemi della correzione

5.        lezione    Interpretazione: un modello integrativo

6.        lezione    Interpretazione: un modello integrativo

 

 

Sede:  sono previste edizioni a Casoria sede S.I.P.I., Potenza, Chieti, Reggio Calabria

Date, orari, ore di formazione

Il Corso è organizzato in 6 incontri per complessive 36 ore di formazione; un incontro al mese dal 29 febbraio 2007 al 20 giugno 2008

Costo: 500,00 euro

Modalità di iscrizione

Numero massimo di partecipanti 20. La iscrizione avviene seguendo l’ordine di presentazione della domanda e secondo le modalità indicate dalla segreteria.

Direttore scientifico Prof. Giovanni Ariano, Psicologo, Psicoterapeuta, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Integrata riconosciuta dal M.I.U.R.

                    Docenti Amina Bisogno, Psicologo, Psicoterapeuta, Didatta della Scuola di Specializzazione in  Psicoterapia Integrata

                                       Bonacci Tonia,  Psicologo, Psicoterapeuta della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Integrata

Attestati e Certificazione dei crediti E.C.M

I partecipanti, in ottemperanza a quanto richiesto dal progetto ministeriale ECM, sono tenuti a rispettare gli orari, firmare un registro di presenze, mantenere la partecipazione ai lavori per il tempo previsto, ed espletare  tutte le formalità di rito.

Segreteria Organizzativa

Responsabile Annalisa Giordano

Tel. 081/7308211

Fax. 081/730/8243

E-mail sipi@sipintegrazioni.it

Sito Internet  www.sipintegrazioni.it

 

CURRICULUM  PROFESSIONALE PROF.  FRANCO RINALDI

 

attualmente:
Professore Emerito di Psichiatria, dal 1998
Università di Napoli “Federico II”
Facoltà di Medicina e Chirurgia


precedentemente:
Ordinario di Psichiatria
nell’Università di Bari, 1968-1974
e nell’Università di Napoli, 1974- 1998
Incaricato di Psichiatria
nell’Università di Napoli, 1962-1968
Clinical Professor of Psychiatry
University of  Illinois Medical School, Chicago, 1959-61
Presidente della Società Italiana di Psichiatria 1981-82

 

 

Milano, 7.05-2.07.2008 "LA CONDIZIONE BORDERLINE (BARALE, CAVERZASI - CMP, C2008)"; Sede: CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI - VIA CORRIDONI 38; Info:  biblio.cmp@faswebnet.it Fees=  euro 144,00

La condizione borderline
(Barale, Caverzasi -  CMP, c2008)

                                               

PROGRAMMA

 

Giornata 1:  Mercoledì 7 maggio 2008
Titolo
:
La condizione borderline

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

Ore: 23.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

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Giornata 2: 
Mercoledì 4 giugno  2008
Titolo
: La condizione borderline

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente:
Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

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Giornata 3:  Mercoledì 2 luglio 2008
Titolo: La condizione borderline

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Francesco Barale, Edgardo Caverzasi

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

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ABSTRACT DEL CICLO DI CONFERENZE:

I disturbi di personalità costituiscono un’area particolarmente problematica, al crocevia di molte questioni tra psicoanalisi e psichiatria clinica.

La loro natura, le difficoltà di trattamento e, spesso, anche di gestione istituzionale, hanno dato origine a storici dibattiti ed a storiche controversie, nonché a variegate proposte teoriche e di intervento.

In questi incontri si cercherà di delineare la storia, l’evoluzione concettuale, la fenomenologia clinica, i principali problemi di trattamento dei disturbi di personalità, con particolare riferimento e specifica attenzione alla condizione “borderline”, che dei disturbi di personalità, per molte ragioni, che verranno accennate, e che comprendono anche trasformazioni socio-culturali, è diventata una sorta di paradigma.

Si proverà a sviluppare una riflessione clinica, psicoanalitica e anche metapsicologica, sul tipo di esperienza e di sofferenza che la condizione borderline esprime e sulla natura delle difficoltà relazionali e controtransferali conseguenti.

Da queste riflessioni si cercherà di derivare qualche modesto suggerimento clinico non solo per le sempre assai problematiche terapie psicoanalitiche con questi pazienti, ma, più in generale, per le “molteplici prassi” (Gunderson) che vengono messe in atto nei tentativi di offrire un luogo di sedimentazione alla costante turbolenza borderline e di organizzare un contenitore in qualche modo adeguato alla prevedibile imprevedibilità, alla continua discontinuità, alla stabile instabilità, al perenne sentimento di precarietà del sé e degli oggetti, al tenace e incoercibile tentativo di ripresentificare e riprodurre in qualche modo il trauma, che stanno nel cuore di questo tormentoso regno degli ossimori affettivi che è la condizione borderline.

In un’ottica interdisciplinare verranno presentati alcuni dati recenti di ricerca e ipotizzati alcuni “ponti” tra aspetti dinamici e neuropsicologici

 

 

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CURRICULUM VITAE:

 

Francesco Barale

Membro ordinario della SPI, con funzioni di training. Lavora da più di 35 anni come psichiatra, a Pavia, dove dirige il Servizio di Psichiatria presso il Policlinico S. Matteo e, all’Università, è professore ordinario di Psichiatria, direttore del Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali e presidente del Corso di Laurea in Riabilitazione Psichiatrica.

E’ stato per molti anni redattore della Rivista di Psicoanalisi.

Oltre all’attività psicoanalitica e clinico-psichiatrica ha svolto ricerca in diversi ambiti, di base e clinici, pubblicando circa 200 lavori scientifici, molti in riviste internazionali, alcune monografie e diversi capitoli di libri. Recentemente (2007) ha curato, per Einaudi, Psiche. Dizionario storico di Psicologia Psichiatria, Psicoanalisi e Neuroscienze 2 voll (con V. Gallese, S. Mistura, A. Zamperini), e, sempre per Einaudi (2005) ha pubblicato Autismo. L’umanità nascosta (con V. Gallese, S. Ucelli, A. Ballerini, a cura di S. Mistura). Nell’ambito specifico dei disturbi di personalità ha scritto, fra l’altro, il capitolo  Il prisma rotante. Un punto di vista psicoanalitico sulla condizione borderline, per il volume L’alleanza nella mente (a cura di E. Caverzasi e L. Barone) e Borderline: il fondo instabile dell’esperienza. Alcuni cenni storici e qualche consiglio per chi voglia cimentarsi per il Quaderno n° 8 del Centro Milanese di Psicoanalisi: G. O. Gabbard La psicoterapia dei pazienti borderline.

 

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Edgardo Caverzasi

Psichiatra, Psicoanalista, Membro Associato della Spi e dell’IPA.

Professore Associato di Psichiatria all’Università di Pavia, dove

 dirige attualmente il Centro di Ricerca sui Disturbi di Personalità

e sulla Relazione  Medico Paziente.

Numerose pubblicazione di carattere clinico e sperimentale

u riviste nazione e internazionali  nell’ambito studio sul disturbo borderline tra cui

Investigation of Memory Suppression in borderline personality disorder patients.

Annali of General Psychiatry 2006 5 suppl I: S206 (in coll)

L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene nel disturbo borderline di personalità. Psichiatria e Psicoterapia 22, 1-11 , 2003(in coll)

Disturbo borderline di personalità: il trattamento ospedaliero della crisi, in Curare il Borderline. L’alleanza nella Mente , vol. 2002 La Goliardica Pavese.

 

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Milano, 12.04.2008 "INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO: EMOZIONI E NARRAZIONI"; Sede: SALA SAN CARLO - MILANO, VIA MOROZZO DELLA ROCCA 12 (ANGOLO C.SO MAGENTA); Info:  biblio.cmp@faswebnet.it Fees=  euro 132,00

CONVEGNO:

 

 

INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO:

EMOZIONI E NARRAZIONI

 

Organizzato da:
Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti

 

 

Sabato 12 aprile 2008

 

Sede: Sala S.Carlo

Milano, Via Morozzo della Rocca 12  (C.so Magenta)

 

 

 

 

 

Segreteria organizzativa

Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti
Via F. Corridoni 38 - 20122 Milano - Italia
Tel (+39) 0255012281 - Fax (+39) 025512832

cmp.spi@fastwebnet.it - www.cmp-spiweb.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMA:

 

SABATO 12 aprile

TITOLO: INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO: EMOZIONI E NARRAZIONI

 

Ore: 9.00 – 9.15

Tipo: A - Lezioni magistrali

 

Titolo: apertura e presentazione del Convegno

 

Docenti: Giampaolo  Kluzer , Patrizia Gammaro Moroni

Abstract: Il convegno vuole indagare le emozioni profonde dell’individuo,la loro origine  e il loro embricarsi nella relazione con gli altri. Le emozioni  possono condurre a legami affettivi individuali e sociali o al contrario possono  portare all’evitamento dei rapporti sociali e a fobie di ogni genere . Verranno analizzate emozioni come la vergogna,la persecutorietà,la rabbia ecc in relazione all’infanzia, adolescenza e alla maturità.

Si farà riferimento anche al significato delle emozioni nella filosofia, nel diritto e nella storia dell’arte.

 

 

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TITOLO: INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO: EMOZIONI E NARRAZIONI

 

Ore: 9.15 – 10.30

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo: Quel treno per Yuma:Il lungo cammino verso la pensabilità delle emozioni

 

Docente: Antonino Ferro

 

Abstract: Viene discusso il processo che porta dalla sensorialità indistinta sino alla possibilità di  formare  i pittogrammi emotivi che sono alla base della capacità di vivere le emozioni. Vengono poi mostrati i percorsi alternativi che possono prendere gli stati protoemotivi se non vengono sufficientemente elaborati. Le reverie,il sogno del giorno e della notte,le varie forme evacuative verranno descritte con vari esempi clinici

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Ore: 10.30 – 11.00     INTERVALLO

 

 

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TITOLO: INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO: EMOZIONI E NARRAZIONI

 

Ore: 11.00 – 11.45

Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato

 

Titolo: Gelidi Lumi e lampi d’emozione

 

Docente: Aurelio Principato

 

Abstract: Definito per eccellenza «Secolo della Ragione», il Settecento francese affronta il problema delle emozioni partendo da un atteggiamento di generale discredito per approdare a una rivalutazione poetica e filosofica dei moti «naturali» dell’animo. Tuttavia, anche negli scritti più lucidi, trapela una dimensione emotiva che surriscalda l’argomentazione. Tale fenomeno può essere analizzato in quanto percepibile a livello linguistico, e può tradursi in una tipologia di effetti stilistici.

 

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TITOLO: INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO: EMOZIONI E NARRAZIONI

 

Ore: 11.45– 12.45

Tipo: D - Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto/i guidato da un conduttore ("l'esperto risponde")

 

Titolo: Discussione

 

Docente: Anna Ferruta

 

Abstract: Verranno dibattuti i temi appena presentati.

 

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Ore: 12.45 – 14.15     PAUSA PRANZO

 

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TITOLO: INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO: EMOZIONI E NARRAZIONI

 

Ore: 14.15 – 16.00

Tipo: G – Lavoro a piccoli gruppi su problemi e casi clinici con produzione di rapporto finale da discutere con esperto

 

Titolo: Gruppi di lavoro simultanei

 

Docenti:

Marta Badoni

Franco Borgogno

Ronny Jaffè

Eugenio Gaburri

Andreina Robutti

Louis Rodriguez de la Sierra

Lucio Sarno

 

 

 

 

 

 

Abstract: I singoli gruppi lavoreranno sui seguenti temi

 

·         Il corpo: tra riconoscimento e alienazione (Marta Badoni)

In questo lavoro si tratterà la funzione del corpo nella relazione con l’altro.

Resta da approfondire qual è il corpo al quale si indirizza  la nostra attenzione. E’ importante ricordare che l’Io  nella metapsicologia freudiana è contemporaneamente proiezione della superficie corporea e luogo di un lavoro,  lavoro che tocca all’Io, dice Freud,  (1905, 1915) proprio in funzione del suo limite corporeo.

Luogo del lavoro e luogo dell’affetto, luogo dell’angoscia: angoscia che, in quanto causa dispiacere all’Io, tende ad essere scaricata, angoscia segnale di cui l’io si serve come un vettore, trovando piacere allora non tanto nello sbarazzarsi del dispiacere, ma “in un piacere di tipo diverso” nella padronanza del proprio funzionamento

Luogo di ambiguità, legata a questa particolarità dell’affetto di essere a due facce, una capace di partecipare alla comunicazione, l’altra fuori da ogni significante possibile.

Luogo del lavoro di lutto, dove, attraverso una esperienza di intimità-separatezza,  il rapporto dell’Io al proprio corpo, al proprio limite, viene ridefinito nel rapporto con l’altro.

 

·         La specificità della fobia di “Little Hans”: un “altro” punto di vista. (Franco Borgogno)

Sulla base dei nuovi dati concernenti “Little Hans” e il contesto famigliare-intergenerazionale e socio-culturale in cui egli è cresciuto verrà dettagliatamente riconsiderata la sua fobia, ricercandone la specificità anche alla luce degli eventi successivi della sua vita. In particolare verrà segnalata l’incidenza della depressione e del ritiro fobico materno, la differenza fra “scena primaria” e “scenata primaria”, le diverse “famiglie di Edipo” in cui si può nascere e crescere, e – ultimo ma non ultimo – il valore dell’essere riconosciuti per “chi si è” e per la “storia che si è avuto in sorte”.

 

·         Emozioni, ideali e stati persecutori nel gruppo e nell’individuo.Tra la stanza d’analisi e lo scenario collettivo. (Ronny Jaffè)

L’autore intende trattare la questione del rapporto individuo-gruppo con un riferimento anche specifico alle oscillazioni tra ritiro “narcisistico e idealizzato” e partecipazione-condivisione al corpo sociale.

Tali riflessioni sono l’esito di movimenti dell’autore tra il suo lavoro nella stanza d’analisi, l’osservazione dei fenomeni grippali ed il confronto  con il gruppo dei  colleghi attraverso “un va e vieni” dalla clinica alla teoria.

Questa dimensione che percorre i vari campi dell’esperienza dell’analista (il contatto con se stesso, la relazione con il paziente, il gruppo di colleghi, il suo inserimento nel sociale) si fonda sul problema teorico della relazione idealizzazione/paranoia e dell’asse narcisismo-relazione d’oggetto.

Nella stanza d’analisi  siamo sempre più alle prese con pazienti immersi in stati caotici ed indifferenziati della mente in cui l’area emotiva appare o ripiegata su di sé, o azzerata, o viene evacuata per l’assenza di un contenitore.

Il contenitore richiama il concetto di reveriè materna ma accanto a questo dobbiamo pensare a quella funzione paterna “in grado di prendere su di sé la persecuzione che è nel rapporto madre-bambino”. Altrimenti l’assenza di questa funzione può creare condizioni di odio, rabbia o di derive idealizzate per saturare la condizione di vuoto.

L’autore intende indicare, attraverso la presentazione di situazioni cliniche, i sopraindicati aspetti di idealizzazione- persecuzione con dei riferimenti al gruppo per tentare di comprendere le ragioni per cui le correnti emotive-ideali  sembrano dileguarsi, perdersi e abdicare rispetto al mondo dell’ideologia e del preconcetto.

 

 

 

 

·         “La Vergogna e l'Altro”: un’ emozione che ostacola l'incontro? (Eugenio Gaburri)

L'emozione di “vergogna” si accompagna a manifestazioni psicosomatiche talvolta imponenti. Il soggetto “ha paura” di vergognarsi e, da questa angoscia, può derivare una rigida necessità di controllo e talvolta di isolamento affettivo e sociale. In queste circostanze il soggetto diventa

“altro” a se stesso e “l'incontro” con l'altro (oggetto) si carica di una minaccia catastrofica. L'incontro con “l'Altro” può dar luogo a emozioni

straripanti, a reazioni somatiche incontinenti e, non di rado, a un sentimento di "quasi morte". Il docente propone una tesi che, passando attraverso la preistoria del complesso edipico, accosti l'esperienza della vergogna, colga i nessi con quella della colpa e con le figure della configurazione edipica.

Attraverso esemplificazioni cliniche si discute come affrontare la difficoltà dell'incontro quando, all'interno del campo analitico, ci troviamo in presenza della questione “vergogna”.

 

·         Incontri andati male: un’ ipotesi relazionale sulla violenza (Anfreina Robutti)

Nel corso del suo primo secolo di esistenza, la psicoanalisi è andata incontro a molti radicali cambiamenti, pur conservandosi fedele alle grandi scoperte e riflessioni freudiane che rimangono punti di riferimento irrinunciabili, sia quando rimane un accordo sia quando si ritiene di dover cambiare. Un esempio molto chiaro è come sono andate cambiando le concezioni e le opinioni relative al tema dell’aggressività.

Partiamo dall’aggressività, che sembra essere all’origine della violenza.

Il concetto di aggressività in Freud acquista rilevanza in un secondo tempo, anche se sin dall’inizio l’aggressività del paziente viene riconosciuta e  descritta, basti pensare alla scoperta del transfert negativo, delle tendenze ostili nella paranoia e nelle nevrosi ossessive, all’ostilità nel complesso di Edipo e così via.  Nella prima teoria delle pulsioni l’aggressività è considerata un istinto al servizio dell’autoconservazione. E’ stato soltanto successivamente che, inglobata nel famoso, quanto discusso, concetto di istinto di morte, l’aggressività e la distruttività verranno più chiaramente prese in considerazione e contrapposte alla libido, in una visione duale degli istinti fondamentali che muovono la vita dell’essere umano. Se ci guardiamo intorno e vediamo gli orrori che l’umanità ha messo in atto nel passato e continua a perpetrare con una gravità che appare crescente, non possiamo che essere tentati di pensarla così. Freud stesso formulò la sua concezione dell’istinto di morte nel 1920, dopo avere assistito a quella sanguinaria catastrofe che fu la prima guerra mondiale. Esistono però altri modi di vedere le cose che rendono le prospettive future non certamente facili ma forse un poco più improntate alla speranza.

 In sintesi posso dire che la teoria secondo cui l’aggressività, produttrice di violenza, è un istinto innato e che l’istinto di morte porta in sé una distruttività primaria ci induce a cercare di costringere, conculcare o forse sublimare tale originaria umana tendenza. L’idea invece che la violenza abbia origine in qualcosa che non ha funzionato nei rapporti fra i bambini e l’ambiente in cui sono cresciuti e anche più avanti che la violenza abbia bisogno di un certo ambiente per esplodere e dominare ci fa pensare a una possibile prevenzione proprio agendo là dove la vita incomincia, dando importanza cruciale anche a quelle che sono, non soltanto agli inizi della vita, alle nostre risposte alla sofferenza e alle offese.

 

·         Il difficile controllo delle emozioni nell’adolescenza (Luis Rodiguez de la Sierra)

Il lavoro intende esaminare le complesse dinamiche emozionali che l’adolescente si trova ad affrontare  a partire dalla trasformazione puberale che suo malgrado vive, il corpo viene vissuto con inquietante estraneità, il mondo dell’infanzia è perso per sempre, i legami famigliari sono profondamente messi in crisi.  In adolescenza vi è una rimessa in discussione   sconvolgente degli assetti prestrutturali dell’infanzia e della latenza, laddove il bambino si pensava buono o cattivo,l’adolescente prova sentimenti di amore e di odio. Sappiamo bene che tanti adolescenti esprimono queste emozioni con tragica  intensità addirittura con rischi autodistruttivi. Per l’adolescente il problema centrale è la rappresentazione e l’organizzazione  simbolica di un mondo interno estraneo,caotico e soprattutto pericoloso,sempre sul punto di essere intruso. Spesso prova la senzazione  di essere attraversato,percepito appieno dallo sguardo degli adulti. I suoi confini perdono il loro valore  protettivo,il dentro si ritrova proiettato al di fuori,esternalizzato: i suoni, gli odori, gli sguardi,tutte le nuove percezioni  intensamente lo assalgono provocando una vera tempesta emozionale che spesso trova come unico sbocco l’agire. L’azione rappresenta una modalità più arcaica rispetto al pensiero e al linguaggio. Per Freud “ageren” significa mettere in atto pulsioni,fantasmi,desideri. Ageren ha la stessa radice di “abreagere” cioè abreazione e per abreazione si intende  la scarica emozionale  con cui un soggetto si libera dall’angoscia. L’agire adolescenziale può prendere varie strade:quella del sintomo psicosomatico, del ricorso alla droga,dell’agire delinquenziale, del disturbo alimentare. Quando siamo di fronte a queste modalità di agire allora riconosciamo immediatamente il bisogno di aiuto da parte dell’adolescente.

In altre situazioni l’agire, che rappresenta comunque sempre l’espressione di un tumulto emotivo, prende strade meno clamorose  e ci si trova di fronte a problemi di relazione a scuola, a casa, con spesso un’aggressività accentuata. Al contrario  a volte può verificarsi la situazione opposta, l’intensità emozionale porta ad una specie di ritiro, all’isolamento, che può trovare espressione nel blocco degli studi, nella mancanza di socialità. Possiamo anche notare che gli adolescenti più  sofferenti non sono necessariamente quelli che  presentano un’insorgenza  sintomatica clamorosa. La capacità di sperimentare a questa età  stati di depersonalizzazione,di perdita dei confini, Legati a fantasie di fusione con l’oggetto materno non è rara  e spesso può essere appannaggio di personalità ricche  e creative. Il ricorso alla fantasia,l’uso del virtuale possono essere dei contenitori per emozioni non altrimenti controllabili.

 

·         Incerte vi(t)e delle emozioni: seduzioni, passioni, relazioni, trasformazioni (Lucio Sarno)

Gli affetti rappresentano fin dalle origini il fil rouge della psicoanalisi. Gli affetti segnano le valenze traumatiche dell’esperienza infantile; gli affetti guidano la cura psicoanalitica attraverso la relazione di transfert.

Ma la vita delle emozioni del paziente esprime condizioni di sofferenza che non si risolvono esclusivamente nelle sue difficoltà di espressione.

Le emozioni possono soffrire di condizioni precocemente abortive, di seduzioni originarie ambigue, di perversioni di senso sulla via della relazione.

La relazione di transfert deve quindi consentire l’ingresso delle emozioni “disturbate” in un ordine relazionale virtuoso tale da consentire alle stesse di acquisire spessore e trovare forme adeguate di espressione, e alla vita psichica del paziente di tollerare il dolore mentale accedendo ad un ordine trasformativo della sua esperienza personale e relazionale.

Il percorso individuato sarà contrappuntato e chiarito da inserti clinici.   

 

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Ore: 16.00 – 16.30     INTERVALLO

 

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TITOLO: INCONTRARE L'ALTRO, EVITARE L'ALTRO: EMOZIONI E NARRAZIONI

 

Ore: 16,30 – 18.30

Tipo: C - Tavola rotonda con dibattito tra esperti

 

Titolo: “Percorsi delle emozioni”

 

Presiedono: Valeria Egidi Morpurgo, Cristina Saottini

 

Intervengono: Marco Moneta, Pierluigi Panza,  Giuliano Turone   

 

Abstract:

 

Moneta parlerà di Passioni e riflessione filosofica

L’intervento si propone un duplice scopo. Da un lato vuole illustrare, sia pur sommariamente, il modo in cui il tema delle passioni è stato affrontato nella tradizione filosofica occidentale. Da questo punto di vista, il quadro si presenta assai diseguale, composito, difficilmente riconducibile entro uno schema preciso. Sembra tuttavia possibile individuare un elemento esplicativo di fondo nella profonda mutazione che la moderna prospettiva antropologica, con Cartesio, con Hobbes e con molti altri autori, introduce rispetto alla valutazione classica (antica e medievale) del fenomeno passionale. Mutazione che implica una ridefinizione del tradizionale rapporto tra ragione e passione (tra sfera razionale e sfera affettiva).

Dall’altro lato, l’intervento intende soffermarsi, per la loro importanza nella riflessione filosofica della modernità, su un determinato genere di passioni, quelle per intenderci più sociali, più legate all’intersoggettività, alla relazione con l’altro, il cui oggetto privilegiato è costituito dall’immagine che, del nostro io, ci riflette la soggettività degli altri. Tali sono a esempio le passioni concernenti l’ambito del “riconoscimento”, cioè dell’approvazione/disapprovazione degli altri, della stima e dell’autostima, della ricerca di distinzione, di superiorità etc.

 

Panza  tratterà il tema Luoghi ed emozioni

Nell'ambito del corso di "Storia dell’Estetica Moderna" della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano è stata sviluppata una ricerca sull'interazione tra abitazione di uno scrittore e sua produzione letteraria. Lo scopo di questa analisi era quello di cercare di capire in che modo un luogo possa influenzare la sensibilità di un individuo, le sue emozioni e i suoi stati d’animo e come queste determinino a loro volta lo sviluppo delle sue opere letterarie. Per questo, si è compiuta un’analisi su tre fronti: in primo luogo sulla biografia dell’autore, ripercorrendo le tappe e gli avvenimenti fondamentali della sua vita; poi un’analisi della sua casa o del contesto, recandosi sul posto, visitandola e raccogliendone dati; infine sulle opere da lui create, evidenziandone i passi in cui emerge con più evidenza il rapporto tra autore e propria abitazione.

Al convegno verranno presentati alcuni di questi casi, cercando di mostrare, in particolare, i diversi rapporti che si possono instaurare tra un individuo e la propria abitazione, il proprio spazio del quotidiano, per comprendere in chiave fenomenologia, e non quantitativa, l’influenza degli spazi sugli individui. Tra i casi che certamente si presenteranno ci sono quelli di Cesare Pavese, Giovanni Testori, Attilio Bertolucci, Curzio Malaparte e altri.

 

Turone  parlerà de Le emozioni nella vita professionale di un magistrato.

Patemi d'animo, paure, entusiasmi, angosce, sensazioni di soddisfazione, sensazioni di insicurezza... L'emozione positiva di quando ho liberato quel sequestrato, di quando ho rintracciato quel grande latitante di mafia, di quando ho fatto quella scoperta, appunto, emozionante...  L'emozione negativa di quando mi sono accorto di aver dato credito a quell'accusa falsa, di quando ho preso a verbale le dichiarazioni di quelle vittime di pulizia etnica, di quando mi sono sentito inadeguato per questo o quel motivo...". 

 

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Ore: 18.30 – 19.00     Verifica con questionario

 

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Milano, 13.02-11.06.2008 "IL COLLOQUIO CLINICO DAL PUNTO DI VISTA PSICOANALITICO (MEREGNANI, RIZZI - CMP, S2008)"; Sede: CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI - VIA CORRIDONI 38; Info:  biblio.cmp@faswebnet.it Fees=  euro 264,00

Il colloquio clinico dal punto di vista psicoanalitico (Meregnani, Rizzi - CMP, s2008)

                                               

PROGRAMMA

 

Giornata 1:  Mercoledì 13 febbraio 2008
Titolo
:
Il colloquio e l’ascolto nella clinica psicoanalitica: luoghi e occasioni, usi e problematiche

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

Ore: 23.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

 

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Giornata 2: 
Mercoledì 12 marzo  2008
Titolo
: Il colloquio clinico e lo specifico dell’assetto psicoanalitico

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

 

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Giornata 3:  Mercoledì 9 aprile  2008
Titolo:
Casi clinici: la valutazione per la psicoterapia, per l’analisi o per altre destinazioni del paziente

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

 

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Giornata 4:  Mercoledì 30 aprile 2008

Titolo: Casi clinici: il colloquio clinico e il problema dell’invio

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

 

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Giornata 5:  Mercoledì 14 maggio 2008
Titolo
: La presenza del “terzo”: interventi e vincoli esterni alla coppia clinico/paziente

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

 

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Giornata 6:  Mercoledì 11 giugno 2008

Titolo: Il colloquio e la scrittura: riflettere, ricordare e rielaborare



Ore:
21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: A. Meregnani, P. Rizzi

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

 

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ABSTRACT DEL CICLO DI SEMINARI:

Il colloquio clinico costituisce lo strumento più efficace e flessibile per entrare in relazione e conoscere adeguatamente una persona che presenta una sofferenza psichica. Per questo esso entra a far parte della formazione professionale di tutti gli “specialisti della mente”, siano essi psicologi, psichiatri o psicoanalisti. Inoltre, il colloquio clinico è oggetto di una vasta  attività di ricerca, non solo in campo clinico, ma anche linguistico e narratologico, istituzionale, sociopsicologico. Ogni modello psicoterapeutico, inoltre, ha creato un proprio paradigma di colloquio, che varia secondo i presupposti teorici ma anche secondo le  esigenze e gli scopi della cura.

Pur senza ignorare questi aspetti, che possono contribuire alla conoscenza fenomenologica del colloquio, lo scopo degli incontri è di proporre una “lettura” del colloquio clinico secondo il modello psicoanalitico. A mano a mano che la psicoanalisi si diversificava e si proponeva quale cura per forme svariate di disturbo psichico, sono state elaborate negli ultimi decenni revisioni tecniche del colloquio adatte alle nuove esigenze. E’ disponibile quindi un modello aggiornato del colloquio clinico in ottica psicoanalitica che può risultare assai utile conoscere meglio.

A tale scopo verranno trattati – nei sei incontri previsti – i seguenti temi:

·         Il colloquio e l’ascolto nella clinica psicoanalitica: luoghi e occasioni, usi e problematiche.

·         Il colloquio clinico e lo specifico dell’assetto psicoanalitico.

·         Casi clinici: la valutazione per la psicoterapia, per l’analisi o per altre destinazioni del paziente.

·         Casi clinici: il colloquio clinico e il problema dell’invio.

·         La presenza del “terzo”: interventi e vincoli esterni alla coppia clinico/paziente.

·         Il colloquio e la scrittura: riflettere, ricordare e rielaborare.

 

Lungo il percorso, i diversi temi verranno affrontati alternando i momenti di esposizione teorica con la presentazione di esemplificazioni cliniche, oltre ovviamente a occasioni di discussione con i partecipanti.

Il programma si rivolge dunque a quanti, lavorando in ambito istituzionale e/o nella pratica privata, intendono approfondire le proprie conoscenze teoriche e tecniche in materia di colloquio clinico, prendendo quale riferimento generale il punto di vista psicoanalitico. Verrà privilegiata, per quanto possibile, una docenza di tipo partecipativo.

 

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CURRICULUM VITAE:

 

 

Anna Meregnani

Laurea in Lingue e letterature straniere Università Bocconi nel 1971 (110 e lode)

Laurea in Psicologia Università di Padova nel 1976 (110 e lode)

Training psicoanalitico presso la Società Psicoanalitica italiana dal 1986 al 1990, anno in cui diventa membro Associato della Società.

Iscritta all’albo degli psicologi e degli psicoterapeuti dal momento della sua istituzione.

Ha lavorato come psicologo clinico presso un servizio ambulatoriale della Provincia di Milano dal 1976 al 1980.

Dal 1980 ha lavorato, prima come consulente e poi come dipendente di ruolo,  nell’Unità operativa psichiatrica  dell’Ospedale di Melegnano e successivamente dell’Ospedale San Paolo di Milano.

Nell’ambito del lavoro psichiatrico ha svolto psicoterapie a indirizzo analitico e ha effettuato il servizio di prime visite  dei pazienti inviati al servizio.

Si è licenziata nel  1998 per svolgere esclusivamente la professione di psicoanalista e psicoterapeuta nel proprio studio.

Partecipa attivamente alle attività formative e scientifiche della Società di Psicoanalisi, sia nell’ambito del Centro di Milano che in sedi internazionali.

Ha curato pubblicazioni monografiche dell’Ipa, fa parte del comitato di redazione della Rivista Italiana di Psicoanalisi e del Direttivo del Centro Milanese di Psicoanalisi in quanto responsabile del servizio di consultazione per adulti.     

 

 

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Milano, 13.02-11.06.2008 "LE VICISSITUDINI DELL’ODIO NELLA RELAZIONE TERAPEUTICA (MANCUSO - CMP, S2008)"; Sede: CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI - VIA CORRIDONI 38; Info:  biblio.cmp@faswebnet.it  Fees= euro 264,00

Le vicissitudini dell’odio nella relazione terapeutica (Mancuso - CMP, s2008)

                                               

PROGRAMMA

 

Giornata 1:  Mercoledì 13 febbraio 2008
Titolo
:
Le vicissitudini dell’odio nella relazione terapeutica

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: F. Mancuso

Ore: 23.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: F. Mancuso

 

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Giornata 2: 
Mercoledì 12 marzo  2008
Titolo
: Le vicissitudini dell’odio nella relazione terapeutica

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: F. Mancuso

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: F. Mancuso

 

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Giornata 3:  Mercoledì 9 aprile  2008
Titolo:
Le vicissitudini dell’odio nella relazione terapeutica

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: F. Mancuso

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: F. Mancuso

 

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Giornata 4:  Mercoledì 30 aprile 2008

Titolo: Le vicissitudini dell’odio nella relazione terapeutica

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: F. Mancuso

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: F. Mancuso

 

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Giornata 5:  Mercoledì 14 maggio 2008
Titolo
: Le vicissitudini dell’odio nella relazione terapeutica

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: F. Mancuso

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: F. Mancuso

 

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Giornata 6:  Mercoledì 11 giugno 2008

Titolo: Le vicissitudini dell’odio nella relazione terapeutica



Ore:
21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: F. Mancuso

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: F. Mancuso

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

 

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ABSTRACT DEL CICLO DI SEMINARI:

L’idea principale della proposta è quella di seguire le vicissitudini dell’odio. Esso viene preso in considerazione come categoria di emozioni che, come supponeva Freud nasce prima dell’amore.  Non intendo discutere il tema prettamente sul piano teorico oppure riaprire il dibattito sul primario o secondario, ne tantomeno occuparmi delle sue dimensioni sociali, ma piuttosto aprire alla costruzione, nella dimensione analitica, di uno spazio per l’odio come componente vitale della persona e della relazione.

Si tenterà, quindi, di seguire il suo percorso dalle sue prime tracce rilevabili a seguito “dell’insulto narcisistico” (anoggettuale) alla sua graduale trasformazione in aggressività (oggettuale), dalle sue qualità differenzianti (in quanto indizio anticonfusivo della mente) alle sue trasformazioni in  distruttività (se defuso dalle componenti libidiche). Il percorso prosegue fino al suo comparire nella stanza di analisi dove i per-turbamenti dei protagonisti della relazione analitica possono gradualmente consentire la inclusione dell’odio nel dialogo oppure la sua esclusione. La rilevazione di questi elementi comporta una “trasformazione”  dei protagonisti.

            Ritengo che, a parte qualche opportuno riferimento teorico, il tema abbia una prevalente valenza clinica e si rivolge a coloro che desiderano discutere le dinamiche della relazione terapeutica alla luce dell’emergere di elementi “odiosi” intrasoggettivi, oltre che (e prima che) intersoggettivi. Pertanto ho in mente di rivolgermi a terapeuti che lavorano analiticamente, ma senza precisare un particolare tipo di setting terapeutico oppure un particolare tipo di paziente (bambini, adolescenti o adulti). L’idea è quella di privilegiare l’impostazione analitica di base del terapeuta.

            Inizialmente verrà proposto del materiale per illustrare il punto di vista teorico-clinico del conduttore ma, successivamente, è auspicabile che si faccia ricorso all’esperienza  dei partecipanti.

 

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CURRICULUM VITAE:

 

 

Francesco Mancuso

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Milano nel 1976. Successivamente, sempre a Milano, nel 1980 ha conseguito la Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile.

Nel 1983 ha frequentato il Corso quadriennale della Scuola di Psicoterapia Psicoanalitica presso l'Istituto di Psicoterapia del Bambino e dell'Adolescente di Milano. Tale Corso gli ha  consentito di diventare Socio dell'Istituto stesso; attualmente é Docente della Scuola di Specializzazione e Coordinatore della Redazione del “Quaderno dell’Istituto di Psicoterapia del Bambino e dell’Adolescente”. Dal maggio 2005 é diventato Presidente di questa Associazione.

Nel 1994, terminato il training  formativo, é stato accolto come membro Associato nella SPI. Dal 2001  è Membro Ordinario della SPI e dell’IPA.

Ha pubblicato numerosi lavori su riviste nazionali e internazionali e partecipato con contributi scientifici a diversi Convegni. Nel settembre 2006, edito da Borla,   é uscito il suo libro: Percorsi di trasformazione nella cura analitica.

 

 

 

 

Milano, 13.02-9.04.2008 "L’ATTEGGIAMENTO TERAPEUTICO (PELLIZZARI - CMP, C2008)"; Sede: CENTRO MILANESE DI PSICOANALISI - VIA CORRIDONI 38  Info:  biblio.cmp@faswebnet.it  Fees= euro 144,00

L’atteggiamento terapeutico
(C. Pellizzari, CMP, c2008)

                                               

PROGRAMMA

 

Giornata 1:  Mercoledì 13 febbraio 2008
Titolo
:
La curiosità e il piacere della rappresentazione

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: Giuseppe Pellizzari

Ore: 23.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Giuseppe Pellizzari

 

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Giornata 2: 
Mercoledì 12 marzo 2008
Titolo
: Il pensiero e la scoperta del tempo

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente:
Giuseppe Pellizzari

 

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Giuseppe Pellizzari

 

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Giornata 3:  Mercoledì 9 aprile 2008
Titolo: La fiducia e la nascita dell'esperienza

 

Ore: 21.00-22.30
Tipo: B - Serie di relazioni su tema preordinato
Docente: Giuseppe Pellizzari

Ore: 22.30-23.30
Tipo: F - Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)
Docente: Giuseppe Pellizzari

 

Ore: 23.30-24.00

Alle 23.30 distribuzione questionario di valutazione apprendimento ai partecipanti, che dovranno compilarlo e restituirlo entro le 24.00

 

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ABSTRACT DEL CICLO DI CONFERENZE:

Chi si occupa a vario titolo di sofferenza psichica conosce bene il senso di impotenza,di incertezza, di confusione,di ignoranza che spesso suscita in chi se ne dovrebbe prendere cura. Il rischio è quello di cadere in una rassegnazione disincantata che rende il lavoro una routine sempre più faticosa e sempre meno interessante oppure di inseguire ossessivamente un sapere tecnico idealizzato che può finire col complicare pesantemente la freschezza emotiva dell'approccio quotidiano al dolore mentale.

Per questo motivo può essere utile lasciare da parte,come in una sorta di sospensione temporanea, il linguaggio teorico e specialistico e, in questo vuoto, recuperare un altro linguaggio, quello dell'esperienza, libero dagli schemi concettuali a cui siamo (troppo) abituati.

Dire e pensare l'esperienza passa attraverso risorse spontanee e naturali quali la curiosità, il gusto della metafora, il piacere, e non solo lo sforzo e la fatica, del pensiero,l'esercizio della fiducia che scopre l'ignoto nel quotidiano.

Questo non elimina certo il dolore, sia naturalmente di chi lo vive in prima persona sia di chi cerca come può di prendersene cura, anzi lo evidenzia rendendolo più espressivo, tuttavia lo apre ad un interesse che può forse venir condiviso e ad una indagine che può andare oltre l'urgenza opprimente del dovere, ma contenere, almeno in nuce,il richiamo dell'avventura.

 

 

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CURRICULUM VITAE:

 

Giuseppe Pellizzari

Psicologo, Psicoanalista (Membro Ordinario della SPI e dell'IPA, Analista con Funzioni di Training).

Oltre all'attività privata collabora da quindici anni con Progetto A, centro di consultazione per adolescenti di San Donato Milanese (ASL Milano 2), unico centro pubblico di tal genere in Italia, fondato nel 1989 su ispirazione di Tommaso Senise. Ha tenuto corsi di formazione in psicoterapia dell'adolescenza presso le scuole di specializzazione Area G e ASNEA. Ha svolto attività di supervisione regolare per diversi anni pressi le ASL di Palazzolo sull'Oglio e Chiari. Ha tenuto un ciclo di incontri di supervisione presso l'Istituto Benedetta d'Intino e seminari di discussione sulle problematiche adolescenziali presso numerose ASL e associazioni private. Oltre ad aver partecipato come relatore a vari congressi ISAP, è autore di numerosi articoli riguardanti la tecnica psicoanalitica e le tematiche dell'adolescenza apparsi sulle riviste: Gli Argonauti, Rivista di Psicoanalisi, Psiche, Adolescenza. E' autore, insieme a Giovanna Giaconia e Piero Rossi, del volume Nuovi fondamenti per la tecnica psicoanalitica, Borla, Roma, 1997 e del volume L'apprendista terapeuta, Bollati Boringhieri, Torino, 2002.

 

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Roma, 7.02-28.02.2008 "LA TRAMA DEI SOGNI"; Sede: CENTRO DI PSICOANALISI ROMANO VIA PANAMA 48 ROMA; Info:  segreteria@centropsicoanalisiromano.it  Fees=  euro 144,00

Alessandra Ginzburg

 

La trama dei sogni

 

 

 

 

Di cosa è fatta la stoffa dei sogni di cui parlava Shakespeare? Quale la trama sottostante alle rappresentazioni oniriche che hanno luogo all’interno della relazione analitica? Questo ciclo di 4 seminari si propone di mettere a disposizione dei partecipanti alcuni concetti di base ricavati dalle ipotesi di Matte Blanco sul funzionamento dell’inconscio e delle emozioni,  resi accessibili da puntuali esemplificazioni cliniche.

 

Il presupposto da cui muove la proposta è che l’utilizzazione del sogno nell’esperienza analitica risenta di una sottovalutazione della qualità di pensiero insita nel contenuto manifesto di cui solo una lettura accurata e fondata su una buona conoscenza del funzionamento dell’inconscio e delle emozioni può consentire di mettere in luce la profondità e la multidimensionalità dei significati.

 

Nell’ambito dei quattro seminari verranno affrontati i seguenti temi:

07/02/2008

 

Inconscio rimosso e inconscio strutturale. La funzione proposizionale, l’individuo e la classe nella creazione dei personaggi del sogno. La struttura bi-logica e antinomica della mente e i due principi che la governano. La presenza dell’infinito nella mente come tentativo di dare forma all’indivisibile

 

14/02/2008

 

I livelli di profondità della mente. I livelli di profondità della mente intesa come struttura bi-logica stratificata e le diverse applicazioni cliniche. La stessa realtà, come ad esempio l’esperienza di transfert,  può essere trattata in più modi a seconda delle proporzioni di simmetria e di asimmetria.

 

21/02/2008

Inconscio ed emozioni. Le diverse teorie sulle emozioni nella rappresentazione onirica. Le costanti oniriche. L’analista ed il paziente nelle loro diverse configurazioni.

 

28/02/2008

L’utilizzazione clinica dell’isomorfismo. Strumenti teorici e clinici rispetto ai traumi e alle strategie difensive che si possono ricavare da questa modalità di lettura dei sogni. L’isomorfismo come elaborazione non ricostruttiva dell’esperienza emotiva.

 

ORARI:

 

Ore 21,00 – 22,00

 

Relazione del docente

Ore 22,00 – 23,00

 

Discussione con la sala

Ore 23,00– 23,30 (solo 28/02/2008)

 

Questionario di apprendimento

 

 

 

 

 

 

 

 

CURRICULUM

Dr.ssa Alessandra Ginzburg

 

Alessandra Ginzburg, psicologa ed analista con funzioni di training della società psicoanalitica italiana, è membro del Gruppo internazionale di Bi-logica, di cui insieme con Riccardo Lombardi ha curato il 4° Convegno, tenutosi  a Roma nel 2005 , i cui atti sono in corso di stampa presso la Angeli. Ha scritto numerosi articoli di applicazione del pensiero di Matte Blanco sia in campo clinico che nell’ambito della letteratura.

 

 

 

Roma, 5.02-29.04.2008 "L’USO DEL GRUPPO COME STRUMENTO TERAPEUTICO & FORMATIVO"; Sede:  CENTRO DI PSICOANALISI ROMANO VIA PANAMA 48 00198 ROMA; Info:  segreteria@centropsicoanalisiromano.it Fees=  euro 216,00.

          L’USO DEL GRUPPO COME STRUMENTO

TERAPEUTICO & FORMATIVO

Dr. Antonio Fazio

 

ABSTRACT: L’inizio del corso sara’ focalizzato sulla contestualizzazione storica dell’uso di questa particolare tecnica terapeutica, cercando di delinearne alcune tracce delle origini, a cominciare dai primi scritti piu’ importanti sulla gruppalita’, come quelli di Freud [“Psicologia del Gruppo e Analisi dell’Io” (1921)],  di Le Bon Bon [“ La Psicologia della Folla” (1895)], o di  McDougall. [La Mente del Gruppo (1920)], che ne costituiscono le basi fondamentali. Da questi, e dopo alcuni decenni, fu possibile successivamente edificare la costruzione di una nuova modalita’ di lavoro, distinto da quello individuale, e con sue proprie regole e tecniche di intervento. Cerchero’ Si cerchera’ nel contempo di mettere in relazione anche l’interesse per questa particolare area di lavoro, cosi’ come si andava sviluppando alle sue origini,  con i prevalenti interessi culturali, filosofico-politici, sociologici e scientifici, dell’epoca. Si accennera’ a ara’ possibile delineare come la gruppalita’ fosse diventata una tema di interesse convergente per molte fra le Scienze umane nella prima meta’ del XX secolo, cosi’ come ad esempio per in varie scienze umane come la Sociologia del lavoro, la Psicologia Sociale, la Psichiatria., si cominciassero a sviluppare  tendenze di ricerca e nuove modalita’ di lavoro convergenti, che avevano la gruppalita’ come tema comune. Le grandi innovazioni tecnologiche, la rivoluzione dei trasporti, la maggiore sofisticatezza della produzione industriale, con le sue trasformazioni tecnologiche e la nuova sensibilita’ manageriale, il pensiero di Marx, la, la rivoluzione boscevica, le due guerre mondiali, furono tutti fattori che contribuirono a sottolineare sempre di piu’ l’importanza delle grandi masse e della gruppalita’.Nella prima meta’ del XX secolo vennero fatte delle ricerche sulla dinamica di gruppo molto significative a questo riguardo: gli espermenti di Mayo alla General Electric (1927), di Sherif (1936), di Newcomb (1943) sembravano sottolineare tutte un punto comune, e cioe’ l’importanza delle norme del gruppo rispetto all’individuo. La Sociometria di Moreno (1934) e lo Psicodramma si inserirono poi ulteriormente a sviluppare ed estendere ancora questi temi.

Nel secondo incontro parleremo piu’ in dettaglio sia della nascita della terapia di gruppo come modalita’ di lavoro specifico, e con sue regole e tecniche d’intervento diverse dal lavoro individuale, in particolare del cosiddetto ‘piccolo gruppo’ formato classicamente da otto persone piu’ il conduttore; cosi’ come delle circostanze che ne avevano favorito la costituzione, insieme ai due psicoanalisti che piu’ di ogni altro avevano contribuito alla sua teorizzazione, cioe’  Bion & Foulkes.

Nel terzo incontro parleremo di una forma particolare di gruppo che e’ quello che potremmo definire ‘omogeneo’, ovvero che contiene dentro di se’ membri del gruppo con almeno un elemento fondamentale in comune, o per eta’, o per tipo di patologia, o per condizioni istituzionali. (gruppi di alcolisti, di anoressiche, di adolescenti, di genitori, di una determinata categoria professionale e/o luogo di lavoro,  etc..)

Se ne evidenzieranno caratteristiche, limiti e pregi, funzioni del conduttore..

Nel quarto incontro si affrontera’ un’ulteriore tipologia di gruppi, e cioe’ quelli cosiddetti ‘mediani’, che possono arrivare a comprendere alcune diecine di persone, fino a quelli ‘allargati’ o ‘grandi gruppi’, che non hanno alcun limite numerico di partecipazione, e che possono arrivare a volte a comprendere anche alcune centinaia di persone. In tali casi, si tratta in genere di gruppi istituzionali.  Anche in questo caso, si cerchera’ di evidenziarne le caratteristiche positive e negative, insieme alle variazioni di tecnica necessarie per la loro gestione e la loro conduzione. Il tema della co-terapia verra’ anche discusso.

Nel quinto incontro parleremo dei gruppi di formazione in generale, all’interno e/o all’esterno dell’istituzione. Parleremo sia dei ‘gruppi Balint’, cioe’ di quei gruppi che sono indirizzati specificamente alla formazione psicologica dei medici, cosi’ come dei gruppi che sono  organizzati, gestiti e strutturati all’interno dell’organizzazione di una Comunita’ Terapeutica.

Si cerchera’ di capire cosa e’ una C.T. e quali sono le sue caratteristiche principali.

Nel nostro ultimo incontro, infine, accenneremo ad altre ulteriori modalita’ terapeutiche gruppali, quali possono essere quelle della terapia di coppia e/o della famiglia. Si parlera’ anche di ulteriori applicazioni possibili dell’approccio gruppale in altri contesti come quello sportivo, aziendale, politico, istituzionale.

E’ considerata parte integrante ed essenziale del corso la partecipazione ad un gruppo esperienziale di un’ora e trenta  che si svolgera’ in chiusura di ogni incontro seminariale  programmato. Lo scopo e’quello di fornire un’occasione di incontro e di dialogo fra i partecipanti che avranno cosi’ la possibilita’ di verificare su se stessi cosa puo’ significare fare parte di un gruppo, e di abbinare cosi’ una parte clinica a quella teorica.Dalla meta’ degli anni ’30, sembro’ che due correnti di pensiero parallele si stavano sviluppando nel campo dell attivita’ di gruppo: la Terapia di Gruppo e la Dinamica di Gruppo. Nell’ambito della prima, che costituisce l’argomento principale del nostro corso, accennero’ inizialmente al lavoro fatto da coloro che potremmo definire i precursori della Terapia di Gruppo, e cioe’ quei clinici, come ad es.Pratt (1907) o Marsh (1931), che inizialmente usarono i gruppi con pazienti in modo molt doverso da come si farebbe oggi. erano soliti brevemente ai clinici che per primi sembra che si fossero occupati di gruppi. Pratt

 

PROGRAMMA:

5 Febbraio 2008

CENNI STORICI SULL’ORIGINE DEL LAVORO CON I GRUPPI

 

19 Febbraio 2008

IL PICCOLO GRUPPO (Bion & Foulkes)

4 Marzo  2008 

IL GRUPPO OMOGENEO

2 aprile 2008

IL GRUPPO MEDIANO & IL GRUPPO ALLARGATO

15 aprile 2008

IL GRUPPO CLINICO E DI FORMAZIONE NELL’ISTITUZIONE

(dai gruppi ‘Balint’ alla Comunità Terapeutica)

29 aprile 2008

ALTRE APPLICAZIONI DELLA DIMENSIONE GRUPPALE:

(la psicoterapia della coppia e della famiglia, la gruppalita’ nella azienda, nello spettacolo, nella vita politica, nello Sport, nei rapporti internazionali)

 

ORARI:

 

Ore 20,30-21,15

 

Relazione del docente

Ore 21,15 – 21,45

 

Discussione con la sala

Ore 21,45 – 22,00

 

Intervallo

Ore 22,00 – 23,30

Gruppo esperenziale

 

Ore 23,30 – 00,00 (solo 29 aprile 2008)

Questionario di apprendimento

 


 

 

 

Torino, 18.02-14.06.2008 "LO SPECCHIO INFRANTO: L’ANALISTA INCONTRA IL MITO DELLA NEUTRALITÀ"; Sede: HOTEL TURIN PALACE VIA SACCHI 8 TORINO;  Info: psictp@infinito.it 

CAMILLA.MARINONI@FASTWEBNET.IT  Fees= euro 250,00

SEMINARI APERTI DEL CENTRO TORINESE DI PSICOANALISI

 

                                         Titolo dell’evento

LO SPECCHIO INFRANTO: L’ANALISTA INCONTRA IL MITO DELLA

                                                NEUTRALITA’

Serie di relazioni su tema preordinato

Un unico  questionario sarà distribuito  e dovrà essere consegnato dopo 15 minuti dal termine dell’ultimo incontro( ore 12.15 del 14 6 2008)

 

 

                                                 Febbraio

 

Dott Giorgio ASTENGO, Dott Lisa  BALBO:

IL PROBLEMA DEL MASCHILE E DEL FEMMINILE IN ANALISI: DI CHE GENERE E’ L’IDENTITA’ DI GENERE DELL’ANALISTA?

LUNEDI’ 18 FEBBRAIO 2008, ORE 21,15

 

                                                        Marzo

 

Dott. Stefano BOLOGNINI:

SABIN E IL TRONCO RECISO: SULLA POSSIBILE CONTINUITA’ DI UN PROCESSO ANALITICO OLTRE L’INTERRUZIONE DEL TRATTAMENTO

SABATO 1 MARZO 2008, ORE 9.15 -12. 15

 

                                                          Aprile

 

Dott Vincenzo BONAMINIO:

LA PERSONA DELL’ANALISTA: INTERPRETARE, NON INTERPRETARE E CONTROTRANSFERT

SABATO 5 APRILE 2008, ORE 9,15- 12 15

 

                                                 Maggio

 

Dott Laura AMBROSIANO:

IL ROMANZO LAVORATIVO DELL’ANALISTA

SABATO 17 MAGGIO 2008, ORE 9,15- 12 15

 

                                                  Giugno

 

Dott Anna FERRUTA:

HOLDING?

SABATO 14 GIUGNO 2008, ORE 9.15-  12 15

 

Abstract

 

Dr. Giorgio Astengo – Dr.ssa Lisa Balbo

TITOLO: il problema del maschile e del femminile in analisi: di che genere è l'identità di genere dell'analista?

RIASSUNTO: il lavoro parte dalla considerazione che anche per Freud esiste una priorità corporea: Il maschile e il femminile si situano in quest'area all'interno di una complessità sia individuale che culturale che appartiene alla storia.

Gli autori cercano di esaminare una possibile chiave di lettura del problema del maschile e del femminile che si muova a partire dalla dimensione del mito per arrivare all'analista come persona nel suo lavoro con il proprio paziente: le identificazioni incrociate che percorrono il campo analitico ne indirizzano lo sviluppo e costituiscono un tessuto complesso che può, a volte, lasciare spazio a importanti macchie cieche non facili, per l'analista, da individuare.

Il lavoro in analisi non può prescindere dal riattraversamento dell'area della bisessualità interna.

 

Abstract Bolognini

Viene presentato un materiale clinico intra-analitico e post-analitico, riguardante incontri ripetuti con la paziente a distanza di anni dall’interruzione del trattamento.

Alla luce degli sviluppi personali riferiti dalla paziente nel corso di tali incontri, e di un rivisitazione “depressivamente” analitica dei problemi transferali e controtransferali che avevano caratterizzato il trattamento, l’Autore evidenzia come a volte il processo analitico, una volta innescato, possa continuare a produrre dei frutti a distanza di tempo, sia pure in misura limitata e in modo poco appariscente.

Nonostante gli errori di comprensione dell’analista (a volte dovuti a problemi transferali dell’analista stesso, a volte dovuti alla potenza di induzione controtransferale per la ripetizione di esperienze altamente traumatizzati), e nonostante la modalità difensiva strutturata del paziente, una almeno parziale introiezione della coppia e della funzione analitiche avvenuta prima dell’interruzione sembra consentire in qualche caso al processo analitico di continuare a favorire un lavoro interno di ricerca, avvicinamento ed accoppiamento con l’oggetto.

Lo scopo di questo contributo è anche quello di facilitare il riconoscimento e l’utilizzazione,   quando   ciò   è   possibile,  delle  situazioni  nelle  quali  un  paziente ri-contatta  l’analista a distanza di tempo con modalità atipiche e con frequenza anomala, per ricevere comunque un aiuto, per avere la conferma che l’oggetto esiste ancora e che, sia pure da lontano, può ancora contenere con una funzione analitica “virtuale” i tentativi di integrazione e di sviluppo del paziente stesso.

                                                 

 

La persona dell’analista:

interpretare, non-interpretare e controtransfert 

Vincenzo Bonaminio 

Sullo sfondo della teoria dell’azione terapeutica in psicoanalisi e dei suoi fattori curativi vengono riesaminati i concetti dell’interpretare e del non-interpretare come funzioni psicoanalitiche in rapporto dialettico fra di loro.

In particolare viene rivalutata quella tradizione tecnica, interna alla psicoanalisi, che attribuisce alla tolleranza della regressione del paziente e al non-interpretare dell’analista una dignità di agenti mutativi per il cambiamento psichico pari a quello dell’interpretazione.

La qualità dell’ecologia analitica (spazio, tempo e presenza dell’analista) hanno una concorrenza altrettanto importante, se non maggiore dell’interpretazione di transfert, con i cosiddetti pazienti difficili, e comunque in certe fasi dell’analisi che, prima o poi, si presentano in ogni trattamento. L’intera concezione del processo psicoanalitico si è modificata di pari passo con l’ampliamento e l’approfondimento della relazione di transfert-controtransfert, ma viene sottolineato che l’importanza dell’influenza dei fattori personali dell’analista, o della persona dell’analista, nella conduzione del trattamento e del suo apporto terapeutico non è un fatto nuovo della psicoanalisi contemporanea ma è connaturato con la sua stessa nascita. Naturalmente, è la diversa focalizzazione di questo fatto, vale a dire la partecipazione dell’analista alla creazione, al mantenimento e allo sviluppo del processo psicoanalitico, che contrassegna l’evoluzione della tecnica psicoanalitica e delle concezioni dei suoi fattori terapeutici. Lo stesso concetto classico di neutralità viene ripensato e ad un tempo rivalutato nella misura in cui è  ri-contestalizzato all’interno di questa diversa focalizzazione sulla partecipazione dell’analista al processo psicoanalitico in toto

Viene sottolineato che è l'irruzione della dimensione del controtransfert, cioè della qualità della partecipazione dell'analista - mobilitata dall'accoglimento in analisi di un tipo di interlocutori diversi da quelli originari freudiani - che ha anche “forzato” un ripensamento ed una profonda ridefinizione dell'intera situazione analitica e - ma in modo molto meno radicale e più disomogeneo - delle concezioni sul modello della mente che ne derivano.

L’argomentazione conclusiva del lavoro è che bisogna distinguere il controtransfert, pur nella sua accezione più ampia che include le teorie dell’analista, le sue interpretazioni come anche le sue risposte inconsce, da quell’area privata costituita dalla persona dell’analista.

 

Laura Ambrosiano

Il romanzo lavorativo dell’analista

 Ho definito come romanzo professionale la continua e

 mutevole narrazione che emerge dalla rivisitazione

 della propria biografia professionale da parte

 dell’analista: gli incontri, le relazioni, le

 vicissitudini emotive e affettive che hanno

 punteggiato il suo itinerario identitario e

 professionale. Questa narrazione si intreccia con

 l’evoluzione degli orientamenti culturali, teorici e

 clinici dell’analista.

 

Abstract Anna Ferruta.

Holding ?

Il concetto winnicottiano di Holding, formulato nel contesto della relazione analitica, è andato incontro a una serie di distorsioni e fraintendimenti. Utilizzando anche l’utile puntualizzazione che ne fa Thomas Ogden , differenziandolo dalla bioniana funzione contenitore-contenuto, il presente lavoro  propone una riflessione che lo ricolloca all’interno dei processi che presiedono alla formazione dell’apparato psichico e nelle vicende relazionali che nella stanza di analisi  permettono una crescita psichica.

 

 

 

 

Bari, 12.01-7.06.2008 CORSO CLINICO-PRATICO DI FORMAZIONE IN PSICOPATOLOGIA E PSICOTERAPIA; Sede: CENTRO DI FORMAZIONE, VIA SCHUMAN N. 14 - 70125 BARI; Info:  info@istitutopsicoterapia.org  Fees=  euro 700,00

Responsabile e Docente del Corso clinico-pratico di Formazione in Psicopatologia e Psicoterapia 2008

 

TURNO MARCELLO FRANCO

 

 

Padova, 19.04.2008 "LUTTO E SEPARAZIONE"; Sede: COLLEGIO DON MAZZA; Info: mirellab25@hotmail.com  Fees=  euro 70,00

Relatori: Mirella Baldassarre, Edmond Gillieron, Alessandra Capani, Piero Petrini, Enrico Stenico, Annamaria Mandese, Anita Casadei, Nicoletta Visconti, Maria Teresa Daniele, Cesare Maffei,

ABSTRACT

   C. Maffei:Lutto e separazione nel paziente borderline

 

La percezione di sé del paziente borderline

La rappresentazione fantasmatica del lutto

Lutto e separazione nel paziente borderline:le differenze

 

  P. Petrini:Lutto e separazione nelle relazioni affettive

Il processo di innamoramento come costante dello sviluppo psichico

L’affettività “vuota”e il disordine nelle relazioni affettive

Cos’è che “muore”nelle relazioni affettive?

 

    E. Gilliéron: Lutto e cambiamento psichico

I traumi “indispensabili”

L’elaborazione del lutto come indicatore stabile del buon funzionamento della personalità

Il lutto quasi impossibile:far morire l’idea di sé bambino

 

  M.Baldassarre:Lutto e separazione in età evolutiva

La costruzione dei legami e i vuoti

I lutti che aiutano a crescere e i lutti che bloccano lo sviluppo psichico  

Le modalità “invisibili” di elaborazione dei lutti

 

 

Bologna, 26.03.2008  "L'ESPERIENZA DEL CORPO NEL PAZIENTE E NEL TERAPEUTA"; Sede: CENTRO STUDI MARTHA HARRIS - BOLOGNA, VIA DEI MILLE 8 40100; Info: arbadiali@libero.it   CARIGINZ@LIBERO.IT        Fees=  euro 70,00

Centro Studi Martha Harris di Firenze

 

Il Centro Studi Martha Harris di Firenze organizza a Bologna una giornata di studio, rivolto a psicologi e medici, al fine di riflettere sui sentimenti transferali e controtransferali presenti nel rapporto tra il terapeuta ed il paziente.

La finalità che si propone è affinare il “lavoro interno” del terapeuta a riconoscere i suoi movimenti interni in relazione ai movimenti interni del paziente, con particolare riferimento a quella che è l'esperienza del corpo nella relazione transferale.

La riflessione che si propone è finalizzata a soffermarsi sul modo in cui i sentimenti del terapeuta influiscano sui setting “interni ed esterni”. Si pensa che tale riflessione possa rendere più efficace il lavoro del terapeuta.

La giornata prevede una iniziale relazione teorica su uno specifico tema attinente all'argomento,  illustrando il particolare aspetto nella relazione che si instaura tra terapeuta e paziente nella stanza di terapia. Gli aspetti teorici saranno affiancati da materiale clinico acquisito nel corso di interventi specifici.

 

 

CENTRO STUDI MARTHA HARRIS

DI FIRENZE

 

 

 

L'esperienza del corpo nel paziente e nel terapeuta

 

Dora Sullam

 

 

 

26 marzo 2008

 

 

        

 

Luogo di svolgimento:         Via Dei Mille 8 – BOLOGNA

 

 

Responsabile dell’evento:

dott.ssa Anna Rosa Badiali 

               (Psicologa, psicoterapeuta)

 

 

Il corso è rivolto a psicologi e medici, è prevista l'attribuzione di crediti Ecm.

 

 

 

per informazioni ed iscrizioni: tel: 051348805 – e-mail:arbadiali@libero.it

 

Programma

 

 

 

Titolo:   L'esperienza del corpo nel paziente e nel terapeuta

 

9:00 – 10:00

Relazione sul tema: “L'esperienza del corpo nel paziente e nel terapeuta”.

Conduce Dora Sullam

10:00 – 10:30

Coffee Break

10:30 – 13:00

Discussione di un caso clinico con supervisione.

Conduce Dora Sullam

13:00  - 14:00

Pausa pranzo

14:00 – 16:30

Discussione di due casi clinici con supervisione.

Conduce Dora Sullam

16:45 – 18:45

Verifica Apprendimento del Corso.

Conduce Anna Rosa Badiali

 

 

 

 

Roma, 15.03.2008 “PSICOANALISI DELL’ADOLESCENZA:SPECIFICITÀ E ATTUALITÀ NELLA CLINICA"; Sede: VIA DEI SABELLI 108; Info: arpad.nov@tiscali.it  Fees=  euro 60,00

Associazione Romana per la Psicoterapia dell’Adolescenza (A.R.P.Ad.)

 

Cattedra di Neuropsichiatria Infantile, SAPIENZA Università di Roma

Titolare, Prof.ssa Teresa I. Carratelli

 

Dipartimento di Scienze Neurologiche, Psichiatriche e Riabilitative dell’Età Evolutiva

“Giovanni Bollea”

Direttore, Prof.ssa Paola Bernabei

 

Evento formativo ECM per Medici e Psicologi

 

 

La Rivista AeP Adolescenza e Psicoanalisi

incontra

la Revue Adolescence

 

Giornata di Studio

con

 

PHILIPPE GUTTON

Psicoanalista, Professore di Psicologia Clinica, Université Aix-en-Provence

Direttore della Revue Adolescence

 

 

Psicoanalisi dell’adolescenza: specificità e attualità nella clinica

 

Sabato 15 Marzo 2008

 

Aula Magna - Via dei Sabelli, 108 – 00185 Roma

 

 

Programma della Giornata di Studio 1065/8006744

 

Chairman: Dott.ssa Adriana Maltese

 

dalle 9.10 alle 10.10

Titolo: “La clinica dell’adolescenza oggi”

Le forme della psicopatologia degli adolescenti di oggi sembrano indicare una maggiore sofferenza narcisistica e quindi una più diffusa incapacità di utilizzare il conflitto come organizzatore dello psichismo. Il lavoro clinico evidenzia il prevalere di transfert narcisistici, che convocano il terapeuta  a svolgere funzioni di rispecchiamento e ad assumere ruoli idealizzati, necessari alla restaurazione delle fragili basi narcisistiche. Il processo di soggettivazione incontra impedimenti al suo svolgimento ed espone l’adolescente a molteplici forme di dipendenza. Il ritiro e l’isolamento indicano l’impossibilità di dialogare con l’altro diverso da sé, precludendo la possibilità di organizzare la propria personalità. Saranno indicate alcune delle risposte possibili a tali espressioni del disagio adolescente.

Relatore: Dott.Gianluigi Monniello

 

dalle 10.10 alle 11.30

Titolo: “Specificità della psicoanalisi dell’adolescenza

L’adolescente ama la psicoanalisi. E’ un dato di fatto suggerito dalla pratica clinica e dalla teoria che la sottende. Nonostante questo, per gli psicoanalisti è stato a lungo difficile pensare specificamente la cura in adolescenza. Sebbene alcuni ritengano che esista una sola psicoanalisi, la maggior parte di coloro che lavorano con gli adolescenti sono coscienti di una specificità che riguarda lo svolgimento del lavoro psicoanalitico, il setting, le preoccupazioni proprie degli adolescenti, l’incidenza delle manifestazioni della loro sofferenza mentale. L’adolescenza, e in particolare la prima adolescenza, ha una sua specificità teorico-clinica, incentrata sul pubertario e sulla ricostruzione psichica che esso impone o che immette in un vicolo cieco. Tutti questi aspetti saranno ampiamente discussi ed esplicitati.

Relatore: Prof. Philippe Gutton

 

dalle 11.30 alle 11.45

Intervallo

 

dalle 11.45 alle 13.00

Titolo: “La psicoanalisi di fronte alla specificità adolescente”

L’Autore propone le sue riflessioni su  alcune "posizioni di resistenza" dello psicoanalista di adulti, di fronte al riconoscimento di una vera e propria specificità della psicoanalisi dell'adolescente. Molte prese di posizione sono cambiate negli ultimi anni. L’adolescenza non è più, come pensava Anna Freud, la Cenerentola della psicoanalisi. Resta il dato che alcuni pionieri in questa area della ricerca psicoanalitica hanno molto “penato” prima di essere pienamente "ufficializzati", come psicoanalisti a tutto tondo.

Ci sono ragioni storiche, drammatiche che hanno "spaventato", come l'assassinio della prima psicoanalista dell'infanzia e dell'adolescenza, Hermine von Hug Hellmuth (1924), avvenuto ad opera del nipote (Rolf, 17 anni) di cui si era "presa cura secondo la psicoanalisi”; è stata a lungo enfatizzata la crisi adolescenziale, a scapito del riconoscimento dei processi psichici che si svolgono in adolescenza; ha resistito a lungo la convinzione che i "Tre saggi" contenessero ampiamente tutto quanto era necessario per comprendere l'adolescenza. Questi alcuni dei punti che saranno sviluppati nell’intervento.

Relatore: Dott. Domenico Chianese

 

dalle 13.00 alle 14.30

Dibattito/Confronto tra partecipanti e esperti”

Relatori: Dott. G. Monniello, Prof. Ph. Gutton, Dott. D. Chianese, Dott.ssa A. Maltese

 

 

 

Chairman: Dott. Gianluigi Monniello

 

dalle 15.00 alle 15.45

Titolo: “Presentazione di un caso clinico”

Viene descritto il percorso terapeutico di un primo adolescente, autore di comportamenti agiti nei confronti della sorellina, molto piccola. Il ragazzo non ha conosciuto il padre e la madre non gli ha mai raccontato nulla di lui. Il disturbo comportamentale diventa l'occasione di un delicato ma intenso percorso di soggettivazione del ragazzo, sostenuto dalla sua terapeuta che si pone fin da subito come agente soggettivante. Verrà presentato materiale relativo ad alcuni passaggi significativi del trattamento.

Tale materiale sarà commentato dal Prof. Philippe Gutton alla luce dei seguenti concetti: pubertario, transfert adolescente e terapeuta come referente adeguato

Relatore: Prof. Philippe Gutton

 

dalle 15.45 alle 18.30

Dibattito/Confronto tra partecipanti e esperti”

Relatori: Dott. G. Monniello, Prof. Ph. Gutton, Dott. D. Chianese, Dott.ssa A. Maltese

 

dalle 18.30 alle 19.00

Questionario di verifica

 

 

 

BREVI CURRICULA DOCENTI RELATORI

 

 

Dott.Gianluigi Monniello

 

Neuropsichiatria Infantile. Socio fondatore ARPAd, Psicoanalista (SPI e IPA).Vice Presidente dell’ISAPP (International Society for Adolescent Psychiatry and Psychology).

Ricercatore presso il Dipart.  Scienze Neurol. Psichiatr. e Riabil. dell’Età Evolutiva , Università di Roma “La Sapienza” , dirige presso questa istituzione il Day Hospital per adolescenti.

E’  docente nel Corso quadriennale A.R.P.Ad. di Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto.

 

Prof. Philippe Gutton

 

Prof. Philippe Gutton, Psichiatra, Psicoanalista della Società Psicoanalitica di Parigi. Professore di Psicologia Clinica all’Università di Aix-en-Provence (Provenza). Fondatore dell’Unità di Ricerca sull’Adolescenza e Direttore della rivista Adolescence dal 1983. Accanto a numerosissime pubblicazioni è autore di diversi volumi: Le jeu chez l’enfant (1971), Le bébé du Psychanalyste (1983), Le pubertaire (PUF, 1991), Adolescens (PUF, 1996), Psicoterapia e Adolescenza (PUF, 2000), tr.it. (2002), Violence et adolescence (Editions in Press, 2002).

 

Dott. Domenico Chianese

 

Dr Domenico Chianese (Napoli 1948), Psichiatra, Psicoanalista SPI (Società Psicoanalitica Italiana) con funzioni di training, vive e lavora a Roma. Dal 2001 al 2005 è stato Presidente della Società Psicoanalitica Italiana. Membro del Comitato per la Storia della Psicoanalisi dell’International Psychoanalitycal Association.

Autore di diverse pubblicazioni e, in particolare, di Costruzioni e Campo Analitico (Edizioni Borla, 1997), testo tradotto in spagnolo e in inglese e di Un lungo sogno (Franco Angeli, 2006). 

 

 

Responsabili Evento

 

Dott.ssa Cinzia Lucantoni

 

Neuropsichiatra infantile, psicoanalista (AIPsi-IPA),psicoterapeuta dell’infanzia (Asne) e dell’adolescenza (A.R.P.Ad.). Ha collaborato con diverse istituzioni preposte alla cura dell’infanzia e dell’adolescenza. Attualmente si dedica al lavoro clinico e collabora con alcune riviste scientifiche ; E’ segretario scientifico dell’Arpad e docente nel Corso quadriennale A.R.P.Ad. di Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto.

Dott.ssa Adriana Maltese

 

Svolge attività presso la IIa Cattedra del Dipartimento di SNPEE dell’Università “la Sapienza” di Roma, come Ricercatore Confermato.

Ha incarico di insegnamento in vari Corsi di Perfezionamento, nella Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile, nel Corso di Laurea in Medicina (II° Canale), nel Corso di Laurea Breve per Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, afferenti al già detto Dipartimento Universitario.

Nell’ambito delle iniziative promosse per la ricerca nella psicoanalisi dell’adolescente partecipa fin dal suo costituirsi, nel 1984, al “Gruppo Romano per lo Studio dell’Adolescenza” da cui scaturirà nel 1994 la costituzione dell’ “Associazione Romana di Psicoterapia dell’Adolescenza” (ARPAD), di cui è Socio Fondatore ed attualmente Presidente. E’ Docente con Funzioni di Training nel “Corso di Psicoterapia dell’Adolescente” dell’ARPAD fin dal suo costituirsi nel 1995.

 

Prof.ssa Teresa Iole Carratelli

 

P.O. Universita’ la Sapienza Roma - Dirigente medico ii° livello u.c.o.cfc02 az. policlinico umberto i° docente corso di laurea in med.chir. universita' studi "la sapienza"psicoanalista a.i.psi-ipa.

 

 

 

Catania, 18.04-13.06.2008 "IL GRUPPO PSICODINAMICO E IL LAVORO CLINICO SOCIALE"; Sede: SEDE DI CATANIA DEL LABORATORIO DI GRUPPOANALISI; Info: mbianco@asl10.piemonte.it 

MICHELEPRESUTTI@TISCALINET.IT  Fees= euro 420,00

Abstract

 

IL GRUPPO PSICODINAMICO

ED IL LAVORO CLINICO-SOCIALE

18 Aprile, 16 - 23 Maggio, 6 – 13 Giugno 2008

SpazioPolis

Via Oliveto Scammacca 67 - Catania

 

Contenuti e metodologia dell’evento

La cura della patologia mentale e la presa in carico del grave disagio psico-sociale, prevede oggi una notevole modulabilità del setting durante tutto il percorso terapeutico ed assistenziale.

In questi casi si rivela necessario un progetto pluri-istituzionale, oltre che multimodale, in grado di incidere contemporaneamente sul nucleo familiare e sul contesto comunitario di riferimento dei soggetti portatori di disagio.

La riflessione gruppale sulla metodologia di lavoro clinico-sociale utilizzata in questi casi e sulle teorie di riferimento cui l’operatore sociale e/o della salute mentale ispira le proprie operazioni, ha fatto emergere, negli ultimi anni, alcuni temi culturali e professionali fino ad oggi poco esplorati nelle pratiche di sostegno e di cura ad oggi condivise.

Su queste tematiche teorico-procedurali intendiamo proporre un percorso formativo specifico per tutti quegli operatori sociali e quei professionisti della salute mentale, e non solo, che non si sono ancora rassegnati né alla incurabilità, né tanto meno alla inguaribilità della patologia mentale; che non si sono ancora rassegnati né alla possibilità di prevenire, né tanto meno a quella di prendersi cura del grave disagio sociale, che, anzi, guardano a questi fenomeni come fatti psicologici e sociali basilari per la comprensione del nostro vivere collettivo oltre che per lo stesso lavoro clinico-sociale nei contesti urbani contemporanei.

La prospettiva della «cura nella comunità» è più che mai attuale: la psicologica clinica, oggi, non può pensare l’identità se non come attraversata dalle correnti del sociale; le competenze psicoterapeutiche, inoltre, sempre più si devono confrontare con una domanda di cura e con un disagio sociale che provengono da contesti, gruppi, istituzioni, comunità.

La formula dell’evento formativo si basa su due fondamentali opzioni di metodo:

·                 dare il massimo spazio all’interazione gruppale

·                 focalizzare l’attenzione su esperienze clinico-sociali in aree di transito di significativa attualità.

Per questa ragione saranno costituiti fin dall’inizio gruppi di lavoro stabili, che avranno il compito di favorire l’incontro tra i partecipanti  e di sviluppare gli stimoli e i contri­buti delle sessioni plenarie.

Conduttori di gruppo: G. Biagi, G. Buscema, A. D’Anna., R. Marletta, D. Mazzaglia, A. Volpe,

 

Richiesti crediti ECM

 

www.laboratoriogruppoanalisi.com

Info:  Simone Bruschetta  339.37.13.101 simonebruschetta@yahoo.it - Rosa Leonardi 347.74.44.858  rosileonardi@libero.it

I TEMI CULTURALI E PROFESSIONALI DEL CORSO

 

Innanzitutto la “questione del Setting”, che porta direttamente alla riflessione sulla costruzione concreta del campo mentale terapeutico/operativo, al di là degli specifici assetti operativi utilizzati.

La fondazione del lavoro clinico-sociale dipende fortemente da un lavoro sul campo co-transferale istituzionale, attraverso un’opera costante dell’operatore di negoziazione e rinegoziazione del suo ruolo rispetto al bisogno dei soggetti portatori di disagio. Partendo dal posto che costoro gli assegnano nel loro mondo, l’operatore clinico-sociale deve, a sua volta, riuscire a collocarli nel proprio mondo professionale (rete istituzionale e comunitaria di riferimento), oltre che nel proprio mondo personale (matrice delle identificazioni familiari e sociali).

Il lavoro di fondazione del campo mentale terapeutico/operativo si conclude, logicamente, con la successiva apertura alla contrattazione, tra i clinici, gli operatori sociali, i soggetti con disagio e le diverse istanze familiari e comunitarie coinvolte “sul posto” che tali soggetti occupano, e/o possono occupare, in quello speciale mondo creato dall’intervento clinico-sociale.

I riferimenti qui vanno inevitabilmente anche alla psicoterapia attraverso il gruppo ed al costruzionismo antropologico e relazionale che la gruppoanalisi soggettuale adotta nello studio dei processi della formazione collettiva dell’identità umana e della trasformazione dei contesti di formazione di questa.

L’integrazione tra i servizi, le istituzioni e tra le figure professionali coinvolte può fare in modo che si sviluppi un progetto terapeutico/operativo efficace, dove altrimenti il rischio di limitarsi a fare ognuno il proprio lavoro, può rendere vano ogni tentativo di prendersi cura della sofferenza e del disagio.

La molteplicità di interventi e quindi di saperi, può far sì che si “pensi altro”, che si pensi il cambiamento, il nuovo, il diverso. Questo richiama il concetto di rete sociale di Franco Fasolo, che afferma l’importanza di una solida e flessibile rete di servizi attorno ai soggetti sofferenti, capace non solo di sostenerli e di contenerli, ma anche di lasciarli andare quando è ora.

Il gruppo psicodinamico, sviluppa infatti la capacità mentale dei pazienti di creare nuove personali reti sociali. Esso appartiene alle pratiche, antiche quanto il mondo, che istituiscono quei legami che, solo oggi, le moderne teorie delle reti sociali chiamano “intermedi” tra i più classici legami forti e legami deboli.

Nuove reti sociali vuol dire nuovi mondi da abitare e quindi maggior possibilità di contrattazione sul “posto” da occupare in essi.

Altro riferimento teorico del corso è, con Corrado Pontalti, il concetto di cura dei confini. Il nostro problema, come operatori clinico-sociali, diventa infatti sempre più, quello di accompagnare la riattivazione della mobilità psichica dei soggetti sofferenti. La malattia mentale o il grave disagio psico-socio-economico consiste nell’impossibilità, o nella difficoltà, a gestire gli attraversamenti tra le appartenenze multiple dell’individuo. Il gruppo psico-dinamico permette allora lo sviluppo di “appartenenze intermedie” che facilitino la mobilità tra universi mentali complementari, concorrenti ed antagonisti tra loro, espandendo lo spazio di vita dell’individuo.

Il concetto di transpersonale socio-politico, sviluppato in questi anni da Girolamo Lo Verso, ci permette a questo punto di chiudere il cerchio dei riferimenti teorici. La vita psichica, infatti, non può essere concepita se non attraverso una molteplicità di reti transpersonali che legano insieme la nostra individualità ai campi ed ai temi familiari, alle appartenenze etniche, culturali e antropologiche. Oltre il transpersonale familiare c’è  un transpersonale sociale e politico che co-costruisce le strutture della nostra personalità. Il modo di esserci, di soggiornare, all’interno di una comunità politica è determinato dal campo mentale che questa costituisce. La Polis non è soltanto un’insieme di disposizioni e strutture, ma una rete “inconsapevole” di significazione.

 

 

 

IL PERCORSO DIDATTICO:

 

Un percorso, di ricerca e approfondimento pratico-teorico della presa in carico della grave patologia mentale e del grave disagio psico-socio-economico, che va

dalla gestione della crisi psichiatrica, fino al lavoro di Sviluppo Comunitario per mezzo dell’inclusione socio-lavorativa;

dalla prevenzione del grave disagio psico-socio-economico al sostegno all’abitare ed alla convivenza civile nei contesti urbani contemporanei.

Tutto ciò senza tralasciare lo studio dei vari servizi di promozione e prevenzione attivabili per l’infanzia, l’adolescenza e la salute mentale, dunque contestualizzato rispetto alle strutture organizzativo-istituzionali deputate alla presa in carico sia clinica sia psico-sociale:

- Centri di Aggregazione Giovanile,

- Case Famiglia,

- Gruppi Appartamento,

- Centri Diurni,

- Ambulatori di Salute Mentale,

- Servizi di Strada.

Un percorso di esposizione personale attraverso il gruppo psicodinamico gruppoanalitico ed il gruppo-laboratorio espressivo-relazionale finalizzati alla supervisione, elaborazione e tutoraggio dell’esperienza formativa, con gli obiettivi di:

- Sviluppo mediato delle competenze clinico-sociali,

­- Elaborazione gruppale della propria motivazione professionale,

- Ricerca scientifico-culturale e

- Valutazione Finale dell’Apprendimento.

 

 

 

 

Milano, 8.03-25.10.2008  "IL CORPO NELLA STANZA D'ANALISI: IMPLICAZIONI TRANSFERALI E CONTROTRANSFERALI"; Info: scuolapsicoterapiamilano@tin.it ; Fees= euro 516,46.

Curriculum della dr.ssa Luisa Mariani

 

q       Nata il 10/5/1947 a Milano

 

q       Psicologa

 

q       Psicoterapeuta, Socio Ordinario dell’Associazione Studi Psicoanalitici (membro dell’International Forum of Psychoanalytical Societies)

 

q       Già Membro del Direttivo dell’Associazione Studi Psicoanalitici

 

q       Docente di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adolescenza e di Teoria della Tecnica Psicoanalitica nella Scuola di Specialità in Psicoterapia Psicoanalitica,  Corso dell’Età Evolutiva, riconosciuto dal MURST, a partire dall’Anno Accademico 1993 – 94 e successivi

 

q       Membro della Segreteria Scientifica della Scuola di Specialità in Psicoterapia Psicoanalitica,  Corso dell’Età Evolutiva, dall’Anno Accademico 2004/2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCUOLA DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA

 

 

 

Programma dettagliato del ciclo di seminari e supervisioni:

“Il corpo nella stanza d’analisi: implicazioni transferali e controtransferali”

 

 

Il programma si rivolge a psicoterapeuti dell’età evolutiva che, in gruppo, intendono proseguire nell’approfondimento della loro formazione.  I partecipanti al ciclo di seminari esercitano la professione sia in ambito pubblico che in ambito privato.

 

Lo scopo del programma è quello di offrire un’espansione delle conoscenze di teoria e teoria della tecnica nella conduzione di casi clinici, con particolare riferimento ad autori che pongono al centro dell’attenzione dello psicoterapeuta l’unità e l’unicità dell’individuo, contro la dicotomia mente-corpo.

 La pratica clinica segnala quanto sia importante la questione della relazione psiche-soma e induce a pensare che si ha sempre a che fare con un pensiero incarnato o con un corpo pensante. La sfida che il paziente ci pone, soprattutto nell’ambito dell’età evolutiva, è quindi quella di riuscire a risignificare continuamente quello che i suoi disturbi ci propongono, sia che prevalga un sintomo legato a livelli più somatici, sia che la malattia sia spostata maggiormente sul piano mentalizzato, sempre pronti a cogliere ogni segnale di qualsiasi provenienza e coscienti che “il soma è una operazione del pensiero così come lo è la mente: sono due modi di essere di un unico organismo e di un unico soggetto umano” (Merendino,1998). 

 

Nella “stanza d’analisi” vi è un altro corpo presente, quello del terapeuta: corpo esposto alle proiezioni dei contenuti fantasmatici della mente del paziente e, soprattutto nella terapia con bambini, corpo che diventa rivelatore di quello che il piccolo non è in grado di dire, di vissuti sensoriali ed emozionali non mentalizzati. 

 

Tale offerta formativa si propone di affinare l’assetto mentale in quella che è la funzione contenitiva e trasformativa della mente del terapeuta, favorendo il riconoscimento e il rispetto dell’unità mente-corpo, riferita sia al paziente, sia, fedeli al concetto di “campo analitico”, alla dimensione psico-somatica della relazione di cura, che si esprime anche attraverso il linguaggio pulsionale, sensoriale e fisiologico.

 

Il ciclo comprende 10 seminari di 4 ore ciascuno (per un totale di 40 ore complessive)  nei quali verranno trattati i seguenti temi:

  • Valutazione diagnostica di pazienti in età evolutiva e adulti
  • Teoria e teoria della tecnica della psicoterapia psicoanalitica in età evolutiva, con particolare riferimento all’opera di Freud, Bion, Winnicott…
  • Supervisione di casi clinici
  • Somministrazione delle prove di valutazione

 

Il metodo prevede la costituzione di un gruppo di lavoro, adatto all’apprendimento degli argomenti teorici, esposizione e supervisioni dei casi clinici portati dai partecipanti, con somministrazione finale delle prove di valutazione.

 

Il numero previsto dei partecipanti è 25.

 

 

Roma, 11.01-13.06.2008 "CLINICA E TERAPIA DELLA COPPIA"; Sede: VIA DEI SABELLI 108 - ROMA; Info: ANNA.LANZA@UNIROMA1.IT ; Fees= euro 310,00

CONFERENZE CLINICHE

su

 

 

Clinica e terapia della Coppia

 

 

 

INFORMAZIONI GENERALI

 

·        Luogo di svolgimento:       Le conferenze si terranno presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche Psichiatriche e Riabilitative dell'Età Evolutiva, Sapienza Università di Roma "La " -Via dei Sabelli 108, Roma.

 

·        Calendario 2008:   11-18 e 25 GENNAIO;   22 e 29 FEBBRAIO;

7-28 MARZO; 4-11-18 APRILE;

      23-30 MAGGIO; 6-13 GIUGNO

 

·        Orario di svolgimento: 11:30-13:00  (monte ore per ciascun incontro: 1,30).

·        Numero complessivo degli incontri: 14.

 

* * * * * *

Breve Curriculum del Docente

 

Dott. Andreas Giannakoulas

 

·        Medico-Psichiatra, Psicoanalista, Past President e Membro didatta della Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Ps.I.) e Membro didatta della International Psychoanalytical Association (I.P.A.)

 

·        Didatta Supervisore del Corso di Psicoterapia Psicoanalitica del Bambino, dell'Adolescente e della Coppia (ASNE-SIPsIA), riconosciuta dal MIUR con D.M. del 20 Marzo 1998 e successivo adeguamento, D.M. del  25 Maggio 2001.

 

·        Autore di numerosi di articoli scientifici pubblicati su riviste specialistiche italiane ed internazionali. Membro del Comitato Editoriale delle riviste scientifiche: The Journal of Psychoanalysis and Psychotherapy, Psichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Richard & Piggle, Interazioni.


 

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Brevi Curricula dei responsabili dell’evento formativo

 

Prof.ssa Anna Maria Lanza

 

·        Professore Aggregato di Neuropsichiatria Infantile presso l'Università degli Studi  di Roma "La Sapienza".

·        Dirigente Medico di I Livello presso la  UOC “A” Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze Neurologiche  Psichiatriche e  Riabilitative dell'Età Evolutiva “Giovanni Bollea”.

·        Docente di Neuropsichiatria Infantile presso il Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia della Prima Facoltà di detta Università.

·        Docente di Neuropsichiatria Infantile presso la Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile e Pediatria  presso detta Facoltà.

·        E' Autrice di n. 6 libri (in collaborazione) e di n. 147 pubblicazioni relativi ad argomenti di Neuropsichiatria Infantile, Psicopatologia diagnostica dell'età evolutvia, Psicosomatica infantile, Psicoterapia del bambino.

 

Dott. Salvatore Grimaldi

 

·        Neuropsichiatra Infantile, Psicoanalista (A.I.Ps.I.).

·        Didatta Supervisore del Corso di Psicoterapia Psicoanalitica del Bambino, dell'Adolescente e della Coppia (ASNE-SIPsIA), riconosciuta dal MIUR con D.M. del 20 Marzo 1998 e successivo adeguamento, D.M. del  25 Maggio 2001.

·        Membro didatta della Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Ps.I.) e della International Psychoanalytical Association (I.P.A.)


 

Programma Scientifico:


 

 

·        Le conferenze, tenute in seduta plenaria, sono articolate in tre diversi momenti formativi:

 

      1) n. 8 conferenze su temi preordinati;

 

      2) n. 14 confronti-dibattito;

 

      3) n. 4 presentazione e discussione di casi clinici.

 

11 Gennaio    2008      11.30  - 13.00 - Innamoramento, amore, genitorialità.

18 Gennaio    2008      11.30  - 13.00 - La scelta del partner. Aspetti collusivi normali e patologici

25 Gennaio    2008      11.30  - 13.00 - Lo sviluppo della psicopatologia di coppia.

 

22 Febbraio   2008      11.30  - 13.00 - Teoria dei conflitti coniugali.

29 Febbraio   2008      11.30  - 13.00 - Teoria dei conflitti coniugali.

7 Marzo        2008      11.30  - 13.00 - Aggressività e distruttività nella relazione della coppia

 

28 Marzo      2008      11.30  - 13.00 - Aggressività e distruttività nella relazione della coppia

4 Aprile        2008      11.30  - 13.00 - La crisi normativa, benigna, patologica, maligna

11 Aprile       2008      11.30  - 13.00 - Breakdown, separazione, divorzio

 

18 Aprile       2008      11.30  - 13.00 - Breakdown, separazione, divorzio

23 Maggio     2008      11.30  - 13.00 - L’intervento psicoterapeutico

30 Maggio     2008      11.30  - 13.00 - Coppie separate. Le dinamiche dell’ambivalenza conflittuale

 

6 Giugno      2008       11.30  - 13.00 - Coppie separate. Le dinamiche dell’ambivalenza conflittuale

13 Giugno    2008       11.30  - 12.30 - Coppie separate. Le dinamiche dell’ambivalenza conflittuale

                                 12.30  - 13.00 - Verifica con Questionario

 

 

 

OBIETTIVI DELL'EVENTO FORMATIVO: Approfondimento dei processi dinamici dell'interazione nella coppia, con particolare attenzione per la terapia, gli aspetti collusivi tra i partener e lo sviluppo della psicopatologia. Comprensione e discussione della teoria dei conflitti coniugali e delle diverse tecniche e metodologie applicabili. Brevi presentazioni  di casi clinici.

 

Un focus introduttivo ad ogni incontro sarà dedicato ai quadri psicopatologici: normalità e patologia nella coppia.

 

Le conferenze, inoltre, prevedono rimandi di approfondimento teorico-clinico  ai concetti fondamentali della psicoterapia psicoanalitica.

 

In particolare verranno affrontati i seguenti argomenti:

 

-         Interventi psicoterapeutici nella coppia,

-         Colloqui psicoterapeutici,

-         Psicoterapia breve.

 

 

Milano, 15-16.02.2008 "FATTORI DI CAMBIAMENTO E DI CONTINUITA’ NELLA PSICOTERAPIA INFANTILE"; Sede: OSPEDALE SAN CARLO BORROMEO VIA PIO II 3, 20153 MILANO; Info: psibasegr@fastwebnet.it  Fees= euro 250,00

 rif. ECM  3675 - 8003044

Indice Abstract e Curricula relatori (n. pagina)

VENERDÌ 15 FEBBRAIO 2008

(n. pagina)

 

09.00 Registrazione partecipanti

 

09.30 Saluto delle Autorità e dell’Azienda Ospedaliera

 

10.15 Chairman D. Resta

 

A. Brandalise

2

Relazione Magistrale

 

Family Plot. Figure e relazioni familiari nei molti tempi del presente

 

11.15 F. Mancuso

5

“Mi sembra che non stia bene”

 

11.45 Pausa

 

12.00 Chairman R. Roseghini

 

M. L. Algini

7

“Ma tu che grande sei?” Sulla relazione analitica bambino- adulto

 

13.00 Pausa pranzo

 

14.30 A. M. Pati

9

Come un filo di perle… Primi passi della psicoanalisi nell’universo infantile

 

15.30 ÷ Sessioni parallele

 

17.30

 

M.I. Colombini, R. De Pace, P. Maestro, L. Malfatti

15

I nuovi giochi: spazio virtuale o spazio transizionale?

 

Discussant D. Resta

 

E. Armano, W. Capuzzo, C. Cavatorta, G. Reverberi, F. Turcato

24

Interventi brevi di psicoterapia familiare in situazioni di crisi

 

Discussant S. Taccani

 

M.V. Beato, A. Castelli, C. De Stefanis

34

Incontrare il bambino: tra sensorialità, emozioni e affetti

 

Discussant A. Fazio

 

G. Arena, L. Cursio, C. Robotti, R. Taulaigo

36

L’assetto mentale dello psicoterapeuta fra simbolo e realtà nell’ambito istituzionale e giudiziario

 

Discussant M.A. Guida

 

Conclusione giornata.

 

SABATO 16 FEBBRAIO 2008

 

09.30 Chairman M. Panti

 

M. Badoni

47

Percorsi nel lavoro analitico con i bambini

 

10.15 G. Barbieri

49

Minimalismo rosa perlato: una esemplificazione clinica di un intervento psicoanalitico contestuale

 

11.00 Pausa

 

11.30 Chairman F. Mancuso

 

A. Mincuzzi, R. Roseghini

50

“Ti aspetto il lunedì”: riflessioni teorico - cliniche sulla psicoterapia a frequenza settimanale

 

12.15 Discussione

 

12.45 Pausa pranzo

 

14.30 Chairman R. Taulaigo

 

C. Pini, E. Pizzi

53

Alla fonte della raffigurabilità: incontri e trasformazioni

 

15.15 W. Capuzzo, F. Turcato

55

Quale padre, quale madre oggi? Maschile e Femminile Interventi clinici

 

16.00 Pausa

 

 

 

Adone Brandalise

 

Relazione Magistrale: Family Plot. Figure e relazioni familiari nei molti tempi del presente.

Abstract


Parlare della famiglia oggi significa confrontarsi con  un formidabile intrico di tempi diversi che convivono in un presente spesso difficile da ricomporre  se non illusoriamente. Situazioni figure e dinamiche tradizionalmente caratterizzanti la famiglia rischiano di proiettarsi su di una realtà esplosa producendo ora confuse enfatizzazioni del disagio, ora altrettanto  improduttive cancellazioni di evidenze irriducibili  ai più collaudati stili intellettuali Il mondo delle pratiche  legate alla famiglia , da quelle  ad essa più  interne  e domestiche a quelle che assumono l'istituzione - famiglia come oggetto di indagine o di intervento ne risulta perentoriamente messo in gioco.


 

Mi sembra che non stia bene…

Francesco Mancuso

ABSTRACT

 

 

 

Il percorso che intendo proporre rappresenta una sintesi dello sviluppo del bambino nel suo ambiente a cui tocca il compito di cogliere gli indizi di benessere o malessere del bambino. Proverò a sottolineare alcune stazioni che, a mio avviso, rappresentano dei veri e propri  snodi evolutivi che possono provocare dei deragliamenti dal processo evolutivo ed esitare in specifiche modalità di “ammalarsi” del bambino..  . Se da un lato verranno individuate alcune delle condizioni che possono determinare situazioni di “confusione” traumatica, dall’altro verranno segnalati alcuni elementi che, per loro natura, possono essere considerati come fattori “anticonfusivi” della mente.

L’affermazione che da il titolo a questa relazione: “Mi sembra che non stia bene…” è, apparentemente, di facile formulazione. Essa appare semplice se trascuriamo il complesso percorso che, nella mente dell’adulto, ha compiuto il segnale che parte dal bambino : percezione, elaborazione, preoccupazione fino alla ricerca di un qualche rimedio. Esploro cioè la dimensione del negativo nella relazione bambino – genitori prima che essi varchino la soglia dello studio dello specialista.

 

 

“Ma tu.... che grande sei...?”

Sulla relazione analitica bambino – adulto

Maria Luisa Algini

 

 

ABSTRACT

 

Il lavoro,che prende il via dalla domanda di un piccolo paziente, intende esplorare le valenze trasformative dell’incontro tra il mondo psichico infantile e quello adulto.

Quali aspetti della relazione analitica con l’adulto possono essere fattori di cambiamento per un bambino e quali aspetti del bambino diventano fondamentali nella presa in carico da parte dell’adulto – analista?

Nell’analisi non c’è solo il bambino – paziente o quello che si riattiva dalla nostra infanzia, c’è l’esperienza di un nuovo bambino, che prende vita in quella specifica relazione, e che attraverserà mille momenti, dalla meraviglia della sua scoperta al lutto della sua fine. 

 

 

Come un filo di perle… Primi passi della psicoanalisi nell’universo infantile

Anna Maria Pati

ABSTRACT

 

La storiografia psicoanalitica persegue la ri-costruzione delle vicende passate: è luogo di riflessione e di ricerca. Il lavoro si inserisce in tale prospettiva e vuole essere occasione per condividere una personale ricerca di significati possibili sulla nascita della psicoanalisi infantile.

Si interroga, in primo luogo, sugli elementi di originalità del metodo di ricerca freudiano. Successivamente, mostra che, agli inizi del novecento, l’attenzione all’infanzia fu frutto di molteplici fermenti culturali e nacque dalla necessità di ‘far chiaro’ su problemi che riguardavano innanzi tutto l’adulto: la ricerca sui ‘luoghi della follia’ s’intrecciò con quella sulla ‘sessualità’ e sul processo di ‘civilizzazione’, e portò ad interrogarsi prima sullo psichismo dell’adulto, poi sui processi di sviluppo psicologico e infine sulle caratteristiche dell’animo infantile.

Su questo sfondo culturale, anche la psicoanalisi nacque parlando d’infanzia, ma, fin dagli inizi, seppe parlarne in modo originale. Nel cenacolo psicoanalitico, ‘parlare di bambini’ significò mettere in scena l’inconscio. L’infanzia ne diventò portavoce: mobilitò l’impegno dei pionieri, permise loro di avvicinare la differenza, riconosciuta ma ben poco esplorata, tra mente infantile e mente adulta, aiutò a ricercare le connessioni  tra ciò che appare e ciò che si esperisce, tra ciò che era e ciò che è, tra ciò che si conosce e ciò che sorprende e mette in crisi acquisizioni in apparenza salde.

Col modello pulsionale, Freud riconobbe nel trauma l’esito della sopraffazione subita dalla parte conscia della mente, ad opera di impulsi che spingono in modo irresistibile verso la gratificazione dei desideri inconsci; riconobbe anche l’importanza della fantasia e spiegò ogni azione come fallimento dell’apparato mentale del bambino nel trattare in modo adeguato le pressioni di stati pulsionali, predeterminate nel processo di crescita (Fonagy e Target, 2003). Nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905) espose la prima teoria psicogenetica: tratteggiò il bambino perverso polimorfo e le fasi evolutive della sua organizzazione. Nel 1908, col caso del piccolo Hans, si cimentò nel riconoscere i retroscena della vita psichica infantile.

All’epoca, alle sorprendenti scoperte metapsicologiche si accompagnarono, negli analisti, molte difficoltà nel mettersi in relazione col bambino reale e una faticosa ricerca di tecniche di cura per l’infanzia: da queste apparenti ‘inconciliabilità’ emerse prepotente l’ambiguità del rapporto adulto-bambino. Il bisogno di sormontare tali difficoltà favorì il moltiplicarsi, negli anni tra la prima e la seconda topica, di osservazioni e scritti sull’infanzia, con l’intento di leggere l’animo del bambino. In quei lavori, l’obiettivo illusorio di raggiungere il bambino ‘in sé’ e il fervore di neofiti capaci di grande abnegazione e ansiosi di verità assolute, si espressero nell’intreccio, a volte francamente confusivo, tra preoccupazione ‘educativa’ e preoccupazione ‘curativa’. Ne danno testimonianza diversi scritti psicoanalitici del tempo, cui si farà breve cenno.

Nel congresso dell’Aia del 1920, Hug-Hellmuth, prima ‘analista di bambini’, presentò la prima riflessione ‘ufficiale’ sulla tecnica della psicoanalisi infantile.

Tale Congresso si presta a raffigurare il luogo delle origini ufficiali della psicoanalisi infantile. In esso, la presenza di psicoanalisti provenienti da molti diversi paesi mostra la diffusione raggiunta dalle idee freudiane e l’emergere di una seconda generazione di psicoanalisti. La famiglia psicoanalitica, simile ormai ad una famiglia patriarcale, è ‘spazio psichico’, in cui l’infanzia comincia a nutrire la sua identità di molte opportunità e di altrettante difficoltà.

La comunicazione di Hug-Hellmuth prova che la psicoanalisi dei bambini si sta sviluppando in una ‘stanza accanto’ rispetto alla speculazione freudiana. Nella ‘stanza dei bambini’, si affacciano molte teste curiose (tra cui Melanine Klein e Anna Freud). Mossi da forte tensione esplorativa, che reclama libertà di pensiero e di azione, gli adulti non bussano alla porta di quella stanza, non chiedono permessi per entrare. Il raggiungimento di sufficiente distanza e di sufficiente coinvolgimento restano obiettivi lontani: il processo di attribuzione di significato prevale prepotente su un’autentica ricerca di condivisione di significati possibili.

Nella compresenza di Anna Freud e di Melanie Klein si intravedono, inoltre, i presagi di quelle Controversie, in cui si confronteranno due concezioni divergenti della psicoanalisi infantile, su temi di cui oggi possiamo cogliere una parziale complementarietà.

Nel 1920, la strada dell’integrazione tra clinica e teoria è ancora in ripida salita: è un futuro che Freud stesso sta ancora preparando. Col ‘gioco del rocchetto’ di Ernst (1920) e con l’elaborazione del modello strutturale della mente (1923) risulta chiaro che il soddisfacimento delle pulsioni non è l’unico bisogno del bambino e che Io e Super-Io rispecchiano direttamente gli investimenti oggettuali della prima infanzia. Gli eventi della realtà, e gli affetti che li accompagnano nel vissuto infantile, tornano così ad avere molto più peso delle pulsioni e delle motivazioni sessuali.

Riflettendo sullo ‘stato dell’arte’ di allora, appare evidente come, in poco più di due decenni, si passò da un interesse per l’infanzia puramente strumentale, teso al sostegno di ipotesi sul malessere degli adulti, ad una curiosità viva per il bambino, per la sua psiche e il suo sviluppo.

In quegli anni furono gettate le fondamenta di una storia affascinante, che giunge fino a noi tutt’altro che conclusa. In essa, infanzia della psicoanalisi e psicoanalisi dell’infanzia si muovono su un unico terreno d’esplorazione, la psiche umana, la cui comprensione continua a richiedere molti e differenti sforzi creativi.

I lavori pionieristici cui si è accennato, piccole perle nel linguaggio di Hug-Hellmuth, hanno iniziato a ‘far più chiaro’ sull’animo umano. Anche grazie ai loro contributi, oggi ci dedichiamo al lavoro clinico, sostenuti dai risultati di una lunga consuetudine terapeutica e di un’altrettanto lunga riflessione su di essa. Attingendovi, possiamo vivere le emozioni dell’incontro coi piccoli pazienti, più consapevoli delle nostre paure e dei nostri limiti ma anche più fiduciosi nelle possibilità di superarli.

BIBLIOGRAFIA

Abraham K. (1916), Ricerche sul primissimo stadio evolutivo pregenitale della libido, in ‘Opere’, Boringhieri, Torino 1975.

Aliprandi MT. e Pati A.M. (1999), L’alba della psicoanalisi infantile, Feltrinelli, Milano.

Aliprandi MT. , Pati A.M., Incisa J. (1994), L’approccio psicoanalitico alla depressione in età evolutiva: profilo storico, in Lanzi G., Aliprandi MT., Ballottin U., Chiappedi M., Pati AM (a cura di) ‘La depressione nel bambino e nell’adolescente’, Armando, Roma.

Ariés Ph. (1948), Histoire des populations francaises et de leurs attitudes devant la vie depuis le XVIII siécle, Seuil, Paris 1971.

Bonomi C. (2007), Sulla soglia della psicoanalisi, Bollati Boringhieri, Torino.

Carloni G. (1997), Due maestri: Sàndor Ferenczi e Karl Abraham, in: Semi A.A. ( a cura di), ‘Trattato di Psicoanalisi’, vol. I, Cortina, Milano.

Jones, E. (1926), Karl Abraham, Int. J. Psycho-Anal., 7.

Klein M. (1921), Lo sviluppo di un bambino, in: Scritti 1921-1958, Boringhieri, Torino 1978

Ferenczi S.(1972-74), Fondamenti di psicoanalisi (1964), Guaraldi, Rimini, 4 voll. In particolare:

- (1908), Psicoanalisi e pedagogia, III, pp.5-16.

- (1913a), Fasi evolutive del senso di realtà, I, pp.41-57.

- (1913b), Il piccolo uomo-gallo, II, pp.141-149.

- (1920), Ulteriore estensione della tecnica ‘attiva’ in psicoanalisi, II, pp. 44-63.

- (1927), L’adattamento della famiglia all’individuo, III, pp.277-292.

Fonagy p., Target m. (2003), Psicopatologia evolutiva. Le teorie psicoanalitiche, Cortina; Milano 2005.

Freud S. (1967-1980), Opere di S,Freud, Boringhieri, Torino, 12 voll. In particolare:

- (1905), Tre saggi sulla teoria sessuale, vol. IV, pp.447-550

- (1907), Istruzione sessuale dei bambini, vol. V, pp.355-366.

- (1908), Analisi della fobia di un bambino di cinque anni, vol.V, pp. 481-592.

- (1913), L’interesse per la psicoanalisi, vol.VII, pp. 249-276.

- (1914), Per la storia del movimento psicoanalitico, vol. VII, pp. 381-442.

- (1919), Un bambino viene picchiato, vol. IX, pp.41-70.

- (1920), Al di là del principio del piacere, vol. IX, pp.193-254.

- (1923), Al di là del principio del piacere, in Opere, vol.9.

Freud A.(1992), Opere, Boringhieri, Torino, 3 voll..

Freud A.(1964), Normalità e patologia del bambino, Feltrinelli, Milano 1969.

Meltzer D. (1978), Lo sviluppo Kleiniano, vol.III, Borla, Roma 1983.

Gabbard G.O. (2004), Introduzione alla psicoterapia dinamica, Cortina, Milano 2005.

Geissmann C., Geissmann P. (1994), Storia della psicoanalisi infantile, Borla, Roma.

Maldonado-Duràn J.M.( a cura di) (2003), Infanzia e salute mentale. Modelli d’intervento clinico, Cortina, Milano 2005

Nunberg H., Introduzione a ‘Dibattiti della Società Psicoanalitica di Vienna 1906-1908’, Boringhieri, Torino, 1973.

Sokolnicka E. (1920), Analyse einer infantilen Zwangsneurose, in ‘Internationale Zeitschrift fur Psychoanalise’, 15, vol.6, pp.228-241.

Winnicott D.W.(1988), Sulla natura umana, Cortina, Milano 1989.

 

 

 

Dott.ssa ANNA MARIA PATI

 

WORKSHOP

 

I nuovi giochi: spazio virtuale o spazio transizionale?

 

M. Iole Colombini, R. De Pace, P. Maestro, L. Malfatti

 

Gli atteggiamenti dei bambini nella vita di tutti i giorni e in ambito clinico ci hanno stimolato a comprendere meglio come nella società attuale si configuri il rapporto fra la tipologia degli oggetti-gioco a disposizione dei bambini, la sua influenza sulla loro capacità creativa, sulle motivazioni e le modalità  di gioco : da soli, con i pari e con gli adulti.

Dai dati emersi da un campione di 114 bambini che frequentano la scuola elementare (dalla seconda alla quarta), in ambienti socio-culturali diversi (città e campagna) sono emersi diversi aspetti significativi.

Si è evidenziata la tendenza dei bambini a scegliere giochi tecnologici e strutturati che pare orientarli a modalità di gioco piuttosto rigide, precostituite a discapito della loro creatività e libertà di espressione. Inoltre, tale tipologia di giochi stimola il raggiungimento di abilità, in situazioni di isolamento o di competizione con i pari, che penalizza l’accesso alla fantasia ed alle emozioni. L’iperstimolazione, tipica di questi giochi, provoca nei bambini uno stato di eccitamento di tipo compulsivo alla ricerca di un premio che sostenga le abilità, il senso di adeguatezza, in un contesto di sfida dove l’insuccesso può suscitare un senso di colpa.  Emerge inoltre che nella maggioranza dei casi l’assenza del genitore nella situazione di gioco non garantisce quell’importante funzione di ‘filtro’ rispetto alla stimolazione eccessiva cui i bambini sono sottoposti.

Le caratteristiche degli attuali giochi dei bambini, pertanto, sembrano riflettere il sistema sociale attuale basato, per la maggior parte degli individui, su ritmi di vita piuttosto compulsivi. La ricerca  di maggiori abilità, di ottime prestazioni dal punto di vista fisico e tecnico, tende a penalizzare la possibilità di concedersi spazi di rilassamento.

WORKSHOP

 

Interventi brevi di psicoterapia familiare in situazioni si crisi

 

W. Capuzzo, G. Reverberi, C. Cavatorta, E. Armano, F.Turcato

 

ABSTRACT

Questo workshop tratterà le applicazioni di un intervento psicoterapeutico breve, ad indirizzo psicodinamico, che ha come target famiglie con figli sia in età pre-scolare e adolescenziale.

Le situazioni di crisi attivano possibilità di modificazione di comportamenti e relazioni durante tutto il ciclo di vita.

Nella sofferenza di un figlio sono coinvolte le persone che si occupano di lui e, spesso, i sintomi possono essere indicativi di una disfunzione familiare o anche di una sofferenza di coppia.

Il presupposto di partenza è che la crisi costituisca il terreno, inevitabile e potenzialmente evolutivo, da attraversare per arrivare ad un nuovo equilibrio.

Alla consultazione viene portato un bambino che è un miscuglio di ciò che è veramente e di come viene visto e vissuto attraverso la lente della proiezione e della confusione dei genitori con la propria infanzia.

Nel contesto clinico della psicoterapia familiare breve il massimo che si può ottenere con alcune famiglie è la conquista di un cambiamento nel rapporto dei genitori con il figlio e un’attenuazione dei sintomi. In altri casi, invece, nel corso del lavoro o dopo la sua conclusione, i genitori possono essere motivati ad intraprendere una psicoterapia di coppia o individuale.

Le sedute devono essere condotte da due psicoterapeuti per vari motivi. Lo “sguardo” del terapeuta ha una forte valenza di contenimento.

Dopo essere giunti a capire che il disagio del figlio è prevalentemente reattivo ad una situazione esterna e non è stato ancora internalizzato, è possibile ridare competenze ad entrambi i poli della diade.

 In questo tipo di intervento psicoterapeutico breve non c’è un netto confine tra diagnosi, restituzione ed intervento. La verifica dell’efficacia dell’intervento e della permanenza dei cambiamenti raggiunti viene effettuata in un momento di follow – up longitudinale.

Per esemplificare e rendere più significativi i temi svolti, verranno proposti alcuni flash clinici.

 

WORKSHOP

 

“Incontrare il bambino: tra sensorialità, emozioni affetti” 

 

Mariavittoria Beato, Ausilia Castelli, Carla De Stefanis

 

Abstract

Il gruppo di lavoro presenta le riflessioni cliniche e teoriche attorno ad una ricerca svolta su un gruppo di 9 piccoli pazienti con differenti gradi di psicopatologia che manifestano una triade sintomatologia comune: stato di ritiro, iperattività motoria, pensiero “per immagini”.

Nella comprensione del significato clinico e teorico di questi sintomi e del loro specifico raggruppamento, ci siamo interrogate sullo spazio esistente, nella psicoterapia infantile, tra azione e parola: più specificatamente sull’importanza, la qualità, i livelli, i tempi dell’intervento terapeutico in una situazione relazionale che, molto spesso, rimanda al mondo delle prime esperienze preverbali.

Ci siamo domandate quali potessero essere, in tale dimensione, i mezzi comunicativi e gli strumenti che, a nostro parere, promuovono in maniera significativa la creazione di un nuovo stato del sé e la trasformazione del funzionamento psichico.

 

WORKSHOP

 

“L’ASSETTO MENTALE DELLO PSICOTERAPEUTA FRA SIMBOLO E REALTA’ NELL’AMBITO ISTITUZIONALE E GIUDIZIARIO”

 

Arena Grazia, Cursio Luciana, Robotti Claudio, Taulaigo Rosangela

ABSTRACT

Il gruppo di lavoro vuol affidare il dipanarsi del complesso ruolo dello psicoterapeuta, soprattutto in relazione ai necessari equilibrismi tra simbolo e realtà.

Si vuole approfondire come, pure all’interno di una peculiare rete di significati relazionali ed alla presenza di vari operatori, sia possibile riconoscersi nella professione di psicoterapeuta ed operare una modifica delle rappresentazioni del paziente stesso.

Certo è che prima di affrontare una psicoterapia diviene necessario concentrare con la rete di riferimento uno cornice reale in cui, solo in seguito, anche il simbolismo può trovar spazio e voci.

L’assetto mentale dello psicoterapeuta fra mandati e decreti, potrà/dovrà essere particolarmente flessibile senza però snaturarsi nelle sue coordinate teoriche.

Marta Badoni

 

Percorsi nel lavoro analitico con i bambini

 

ABSTRACT

 

In questo lavoro intendo riflettere  sia sui percorsi storici nella evoluzione del lavoro analitico con i bambini, sia sulle modalità di procedere nella presa in carico del bambino e nel percorso della sua cura. In particolare mi soffermerò brevemente sugli sviluppi dell’analisi infantile con i suoi drammi e le sue contraddizioni. L’analisi dei bambini si è infatti trovata fin dai suoi inizi a doversi bilanciare tra competenze educative e ambizioni speculative.  A partire dai lavori di Winnicott il lavoro analitico con i bambini è stato profondamente influenzato dalla convinzione che il bambino  e soprattutto l’infante non è, se non in stretta relazione con la madre o l’ambiente di cura. Questo ha portato progressivamente ad allargare il campo della consultazione includendo, nella cura dei bambini,  il lavoro con i genitori. Esso si declina, come osserveremo, in forme assai diverse.

Inoltre negli ultimi decenni si è affermato il concetto di transgenerazionale, per indicare l’impatto sul funzionamento mentale dei pazienti di conflitti irrisolti nella vita psichica dei genitori.

Dobbiamo tuttavia alla nozione kleiniana di identificazione proiettiva e al suo sviluppo col concetto di rêverie di W.Bion  le evoluzioni più specifiche per quello che riguarda il lavoro analitico con i bambini. Il lavoro dell'analista  di bambini  consiste nel trasformare questa occupazione dello spazio analitico e della mente dell’analista in  un radicamento  che, a partire dalla esperienza analitica,  permetta al bambino  di  sentirsi  all'origine di una storia, individuo in un gruppo familiare.  Idealmente, il lavoro analitico con i bambini  dovrebbe aiutare i bambini a diventare persone, consapevoli del  proprio funzionamento e dei rapporti di dipendenza all’interno del gruppo familiare e sociale. 

 

Giuliana Barbieri

Minimalismo rosa perlato: una esemplificazione clinica di consultazione contestuale

 

ABSTRACT

La consultazione contestuale è un intervento psicoanalitica volto all’attivazione delle competenze trasformative, degli stati mentali dei bambini, da parte delle diverse figure di accudimento presenti nel loro contesto di vita.

Questo approccio, che si muove tra colloqui individuali con genitori, insegnanti, educatori e sedute congiunte genitori – bambino, consente di cogliere l’intersezione tra le differenti dimensioni relazionali cui il bambino partecipa e il disagio che esprime.

Il lavoro del terapeuta, che nelle sedute congiunte genitori – bambino partecipa direttamente della dimensione sia simbolica che implicita della relazione in atto, svolge una azione di facilitazione della capacità di contenimento e metabolizzazione degli stati mentali, nella doppia direzione: dei genitori verso il bambino e del bambino verso i genitori. Questa azione facilitante ritaglia per il terapeuta una presenza più funzionale che referenziale, conservando ai genitori il ruolo di oggetti primari di riferimento per il bambino.

Nella relazione sarà presentata questa modalità di intervento attraverso una esemplificazione clinica.

 

“Ti aspetto il lunedì”

Riflessioni teoriche cliniche sulla psicoterapia infantile a frequenza  settimanale

 

 

 Dott.ssa Antonietta Mincuzzi – Dott.ssa Raffaella Roseghini

 

               

 

Abstract

 

 

Il nostro lavoro vuole essere una riflessione sulla psicoterapia infantile che si configura sempre più sia nel pubblico che nel privato come un intervento ad una seduta settimanale. La società è profondamente cambiata, l’individuo è figlio della tecnica che richiede un intervento le cui caratteristiche paiono essere l’urgenza, l’intolleranza ad un rapporto di dipendenza, la richiesta di una rapida risoluzione del disagio del bambino, l’intolleranza dell’esclusione da parte del genitore nel processo di guarigione del figlio. L’intervento psicoterapico necessita quindi di alcune modifiche. La fragilità narcisistica dei pazienti del nostro tempo richiede allo psicoterapeuta un ripensamento sulle finalità dell’intervento , sul suo assetto mentale, una duttilità nell’uso della tecnica che renda tollerabile la ferita narcisistica e possibile un cambiamento relazionale ed interno.

Alla fonte della raffigurabilità: incontri e trasformazioni

 

Claudia Pini, Elena Pizzi

 

 

Abstract

 

Attraverso esemplificazioni cliniche portiamo alcune riflessioni sul particolare assetto mentale del terapeuta nel trattamento di bambini gravemente ritirati: movimento e sensorialità vengono qui intesi come fonti di un processo raffigurativo dello stato del Sé.

Ipotizziamo, in un’ ottica attenta ad una immissione minimale di elementi trasformativi nella relazione analitica, la possibilità di incontro col paziente su un registro corporeo e sensoriale, prima che mentale, operando in un’area di confine dove aree sovrapposte e percettivamente sincrone del paziente e dello psicoterapeuta possono coesistere con aree di funzionamento autistico.

Da questa modalità di interazione pensiamo possa nascere un nuovo spazio in grado di accogliere immagini mentali che, a diversi livelli di organizzazione, appaiono coagulare il vissuto emotivo dell’incontro.

Ci interroghiamo, per quanto concerne la tecnica d’intervento, sull’utilizzo della parola con questi pazienti e sul rapporto che essa intrattiene con la raffigurazione, al fine di tentare una definizione dei fattori di cura che operano in queste relazioni terapeutiche.

Nella nostra esperienza la rêverie corporea e la rêverie visiva risultano fondamentali strumenti di sintonizzazione, comprensione e costruzione.

 

 

W. Capuzzo, F.Turcato

 

QUALE PADRE, QUALE MADRE OGGI? MASCHILE E FEMMINILE INTERVENTI CLINICI

 

ABSTRACT

 

Il ruolo del padre nella storia della famiglia è rimasto con compiti chiari e precisi per moltissimo tempo. Solo in epoca recente, per una serie di motivi, storici, politici e sociali, la funzione paterna sembra scomparsa, i conflitti vengono soffocati e tacitati sul nascere creando in questo modo figli incapaci di affrontare delusioni e frustrazioni.

C’è molta confusione nei ruoli genitoriali, in cui la funzione di autorevolezza è andata quasi dissolvendosi con accentuazioni degli aspetti affettivi e materni in entrambi i patners.

Il divenire genitori, in una coppia, modifica gli equilibri preesistenti e richiede un nuovo assetto in cui i vari componenti devono trovare un loro spazio sia fisico che mentale.

Per molto tempo si sono valorizzate, responsabilizzate e spesso colpevolizzate soprattutto le madri.

E’ indispensabile la rimessa in gioco del ruolo paterno (regole, mondo esterno ecc.) per una differenziazione e positiva evoluzione degli aspetti emotivo – relazionale per lo sviluppo armonico delle proprie componenti maschili e femminili della personalità.

Il maschile e il femminile nella cura dei figli devono essere entrambi presenti e integrati non come genere, bensì come funzione e ruolo.

Nella nostra prassi ormai consolidata, quando viene richiesta una consultazione per problematiche riguardanti un bambino, la presenza del padre è un conditio sine qua non per l’intervento clinico.

Presenteremo una casistica in cui la coppia parentale viene aiutata a ridefinire il proprio ruolo nei confronti del bambino. Ciò comporta sovente un alleggerimento della sintomatologia e una ripresa della positiva evoluzione psichica del bambino stesso.

Il padre, legittimato nel suo ruolo, può essere coinvolto e diventare forte agente di cambiamento nei confronti del figlio e nel ridefinire i rapporti con la partner. Solo a questa condizione, quando il padre e la madre si mettono in discussione, è possibile trovare un nuovo equilibrio sia a livello genitoriale che a livello di coppia.

 

 

 

Milano, 15.03-26.07.2008 PERCORSO FORMATIVO IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA CON IL METODO "FARE STORIE"; Info: scuolapsicoterapiapsicoanalitica@tin.it  Fees= euro 516,46

CALENDARIO

 

SABATO

Ore 10.00 – 14.00 Relatore: dr. F. Marcoli

“LA LEZIONE DI WILFRED BION: I GRADI DI PENSIERO; I NODI E GLI SNODI ORIGINARI;  IL NODO MATERNO E LA REVERIE”

Tecnica:Fondazione dell’alleanza di campo

 

Conduttori: dr. F: Marcoli e dr.ssa L. Mariani

Presentazione di un’esperienza clinica: approccio alla tecnica del Fare storie. (sottogruppi)

 

 

SABATO

CORPO MATERNO E CORPO SOCIALE;L’IO MORTALE E L’IO IMMORTALE

Ore 10.00-14.00 Relatore dr. F. Marcoli

 Conduttori: dr. F. Marcoli; dr.ssa L. Mariani

Seminario di discussione di una situazione clinica (sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00 – 14.00 Relatore dr. F. Marcoli

L’OSCILLAZIONE TRA POSIZIONE SCHIZOPARANOIDE E POSIZIONE DEPRESSIVA

conduttori: dr. f. Marcoli; dr. L. Mariani

Tecnica: Le storie che si susseguono

Seminario di discussione di una situazione clinica (sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00 – 14.00 Relatore dr.  F. Marcoli

IL PENSIERO MITICO E LA COSTRUZIONE DELLE STORIE

Tecnica: L’alleanza di lavoro e il cantiere

Conduttori: dr F Marcoli e dr. L. Mariani

Seminario di discussione di una situazione clinica. (sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00 -14.00 Relatore dr. F. Marcoli

IL PENSIERO MITICO E IL PENSIERO ONIRICO

Tecnica: La capacità negativa

Conduttori:  dr. f. Marcoli ; dr. L. Mariani

Seminario di discussione di una situazione clinica.(sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00 – 14.00 dr. F. Marcoli

“IL PENSIERO MITICO E LE STORIE”

Tecnica: La pratica patetica e l’intenzionalità

Conduttori: dr. F. Marcoli, dr. L. Mariani

Seminario di discussione di una situazione clinica. (sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00- 14.00 relatore dr. F. Marcoli

I TERMINI DEL PENSIERO MITICO

Tecnica: Fare e giocare

Conduttori: dr.F Marcoli, dr. L. Mariani

Seminario di discussione di una situazione clinica (sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00 -14.00 relatore dr. F. Marcoli

“ORDITO E TRAMA DELLE STORIE. LE TRAME PRIMARIE: ATTI DI SFIDE E ATTI DI RICONOSCIMENTO”

Tecnica:I personaggi vettore

Conduttori: dr. F. Marcoli, dr. L. Mariani

Seminario di discussione di una situazione clinica (sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00 -14.00 relatore dr:. F. Marcoli

“LA REALIZZAZIONE DEL SOGNO”

Tecnica: L’interpretazione e la passione

Conduttori: dr.F. Marcoli, dr. L. Mariani

Seminario di discussione di una situazione clinica. (sottogruppi)

 

SABATO

Ore 10.00 – 14.00 relatore dr. F. Marcoli

“I TERMINI DEL PENSIERO MITICO: I PARADIGMI CHE ORGANIZZANO IL RICONOSCIMENTO DEI LIMITI”

Tecnica: L’esplorazione dell’ignoto e la dominazione. La capacità di reverie.

Conduttore dr. L . Mariani

Prove di valutazione

 

 

 

Roma, 8.03.2008 "IL VERTICE PSICOANALITICO: LO PSICOTERAPEUTA E LE PRESSIONI CULTURALI, SOCIALI E ISTITUZIONALI"; Sede: GRAND HOTEL BEVERLY HILLS, LARGO BENEDETTO MARCELLO 220 - ROMA; Info: BENVENUTI@MCLINK.NET ; Fees= euro 70,00

 

Sabato 8 Marzo 2008

Ore 9.00 – 18.00

 

Grand Hotel Beverly Hills

Roma, Largo Benedetto Marcello  220

 

 

Programma:

Ore 9.00 – 9.30          Registrazione dei partecipanti

 

Ore 9. 30 – 9.40         Luisa Perrone (SIPP), Presidente della Sezione Italiana

della E.F.P.P., Introduzione ai lavori

 

Ore 9. 40 – 10.30       Luc Moyson, Presidente EFPP , "And may I now, please, continue to see my patients...?" Internal and external challenges in the field of psychoanalytic psychotherapy.

 

Ore 10.30 – 10.45      Discussione

 

Ore 10.45 - 11.15       Francesco Agosta, Paolo Cruciani e Anna Rocchi (Lo spazio psicoanalitico, Sezione Adulti), “Il vertice psicoanalitico: lo psicoterapeuta e le pressioni culturali, sociali e istituzionali“

 

Ore 11.15 – 11.30      Discussione

 

Ore 11.30 -12.00        Pia Massaglia, Elena Bonassi, Rosalina Gemello (Asarnia-Appia, Sezione Infanzia e adolescenza), "L'incontro terapeutico come campo di riscoperta di relazioni autentiche”

 

Ore 12.00 – 12.15      Discussione

 

Ore 12.15 - 12.45       Giorgio Corrente, (Presidente IIPG, Sezione Gruppi) , Le trasformazioni del terapeuta attraverso le funzioni psicoanalitiche dei gruppi”

 

Ore 12.45 – 13.00      Discussione

 

Ore 13.00 – 14.30      Pausa pranzo

 

Ore 14.30 – 14.45      Luisa Perrone, Presentazione della IV sezione della Sezione Italiana della EFPP: Psicoterapia psicoanalitica con Coppie e Famiglie

 

Ore 14.45 – 16.45      Gruppi di discussione paralleli sulle relazioni presentate nella mattinata

 

Riflessioni sulla importanza del vertice psicoanalitico nella attuale psicoterapia istituzionale

Panel n. 1                  Coordinatori, Luisa Tirelli, Franca Avvisati

Panel n. 2                  Coordinatori, Mariagrazia Pini, Alfonso Accursio

Panel n. 3                  Coordinatori, Antonio Suman, Eugenia Marzano

Panel n. 4                  Coordinatori, Livia Tabanelli, Maria Luisa Califano

Panel n. 5                  Coordinatori, Savina Cordiale, Cristina Pratesi

 

Ore 16.45 – 17.30      Riflessioni conclusive e prospettive, Luisa Perrone

 

Ore 17,30 - 18.00       Somministrazione questionario

 

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Abstracts

 

“And may I now, please, continue to see my patients…?”

Internal and external challenges in psychoanalytic psychotherapy

Luc Moyson

Chair EFPP

Psychoanalysis and psychoanalytic psychotherapy have at least in common that they have had to cope with many challenges from the very beginning of their existence. In addition the European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy (EFPP) was confronted with enormous differences among its member countries in what was meant to be psychoanalytic psychotherapy and in their training standards. Despite some seemingly broad gaps, enough consensus was reached to start a still ongoing process with a lot of fertile discussions and creative events.

Nowadays new challenges come to the fore; challenges originating from our patients with new rights, demands, fashions and pathologies influenced by a rapid and fast moving society.

There are also challenges from inside with complex questions about identity, from the academic and political field with the urgent demand for proofs about our evidence base and the “scientific” basis of our profession. We are obliged to take serious thought about how to cope with the competition with other psychological modes of treatment which stand in a seemingly stronger position in their ability to “prove” their validity.

The main challenge is to find the right answers with the right (non-defensive) words to the new demands, in an open dialogue with the general and academic world and with a reciprocal respect without “committing treason” or betraying the fundamental tenets of psychoanalytic theory and practice.

 

 

 

“Il vertice psicoanalitico: lo psicoterapeuta e le pressioni culturali, sociali e istituzionali“

F. Agosta, P. Cruciani, A. Rocchi

 

Le profonde trasformazioni che si sono compiute, e continuano a compiersi, nel mondo contemporaneo, esercitano grandi pressioni sulla comunità degli psicoterapeuti di orientamento psicoanalitico, sia attraverso le istituzioni politiche, sanitarie, culturali, produttive e amministrative che attraverso la “società civile”, rappresentata da quanti si rivolgono a loro per chiedere aiuto portando, nella stessa stanza della terapia le loro sofferenze, i loro valori e la loro visione della vita.

Possiamo identificare almeno alcune categorie dei fenomeni che in modo più rilevante contribuiscono a creare questa situazione: (a) il mutamento delle condizioni economiche e politiche che ispirano un pervasivo sentimento di incertezza, (b) il contatto continuo e veloce con culture diverse e il conseguente processo di veloce trasformazione dei sistemi di valore, (c) il moltiplicarsi delle informazioni e il senso di impotenza che deriva dall’impossibilità di controllare una realtà sempre più mutevole.

In particolare, nell’ambito delle nostre responsabilità come psicoterapeuti, siamo  soggetti a condizionamenti che rimandano ad elementi che connotano la cultura e la società contemporanee: (a) il mutamento  delle patologie di chi ricorre al nostro aiuto e del modo stesso in cui il malessere psicologico è vissuto oggi, (b) il modo in cui si tende a considerare la complessità dell’esperienza umana in maniera sempre più superficiale, richiedendo una veloce soluzione dei problemi, (c) la presenza di molti altri modelli di psicoterapia, (d) le trasformazioni all’interno della stessa comunità scientifica degli psicoanalisti, che si accompagnano ad una moltiplicazione di modelli teorici e alla accresciuta influenza di linee di ricerca non psicoanalitiche ma rivolte ad ambiti che riguardano i processi di cui ci occupiamo.

Tutto questo ci espone a “pressioni” e ci induce a riflettere individuando, almeno in modo molto schematico, due possibili questioni: come trarre dai fondamenti dell’ottica psicoanalitica gli strumenti per affrontare queste trasformazioni e quali mutamenti possono essere prodotti da queste pressioni nello stesso complesso di teorie e di prassi con cui affrontiamo il nostro lavoro.

I due punti di vista possono evidentemente essere contrapposti o essere, invece, integrati in una prospettiva che veda nell’evoluzione di un modello teorico una garanzia della sua appartenenza all’orizzonte delle discipline scientifiche .

Di fronte a queste prospettive, siamo indotti a considerare cosa definisce il vertice psicoanalitico che noi consideriamo un patrimonio irrinunciabile, e a riflettere sulla difficoltà che comporta il mantenerlo di fronte alle pressioni esercitate dalle attuali condizioni della società.

Le riflessioni degli psicoterapeuti, in quanto membri di una società e quindi soggetti a tensioni sociali come tutti e in quanto studiosi, nascono dalla consapevolezza di questo conflitto idiopatico. Riteniamo che sia possibile ricorrere agli strumenti della psicoanalisi, ed all’ottica psicoanalitica, per comprendere le dinamiche psicologiche che accompagnano le trasformazioni da cui derivano le pressioni, i condizionamenti e le sollecitazioni sociali e istituzionali che influenzano la nostra attività.

L’opera di Bion, peraltro, con i concetti derivati da Esperienze nei gruppi in particolare, ma anche per l’introduzione di una metapsicologia, diciamo più astratta, e quindi passibile di comprendere sia il gruppo che l’individuo, ha permeato il pensiero di molti autori e così concetti come ideologia, idea sopravvalutata, fatto scelto interagiscono nella comprensione sia clinica che sociale fornendo un esempio dello sviluppo di nuovi strumenti teorici capaci di essere di guida nelle mutevoli condizioni in cui ci troviamo ad operare come clinici e come ricercatori.

Pensiamo, in conclusione, che la risposta alla complessa situazione di crisi e alle trasformazioni in cui siamo implicati come terapeuti, possa, a partire dalle opzioni teoriche che ci sono specifiche e che definiscono la nostra identità, essere cercata, come abbiamo detto, nel mantenimento dei fondamenti della prospettiva psicoanalitica che è fondata su una teoria della mente nata proprio come reazione alla profonda rivoluzione dei costumi e delle idee che ha segnato la nascita della società contemporanea. Riteniamo che questo comporti l’idea che la fedeltà ai principi ispiratori della psicoanalisi significhi non essere intimoriti né disorientati da ciò che ci coinvolge oggi e, soprattutto, la convinzione di portare avanti il progetto di Freud di uno sviluppo della teoria e della clinica che non sia connotato soltanto da un accrescimento continuo ma possa prevedere mutamenti profondi e sconvolgenti come quelli di cui ci ha dato esempio il suo stesso fondatore.

 

 

Le trasformazioni del terapeuta attraverso le funzioni psicoanalitiche dei gruppi

Giorgio Corrente

Sappiamo quanto sia difficile sottrarsi alle pressioni culturali, sociali ed istituzionali che a volte ostacolano il lavoro terapeutico con i nostri pazienti, si svolga questo nei nostri studi privati che nelle istituzioni dove alcuni di noi prestano servizio.

Dobbiamo ricordare che Freud stesso viveva in un clima di forti pressioni: da quelle interne che ci ha mostrato attraverso l’autoanalisi e i casi clinici, e quelle esterne: cultura vittoriana, illuminismo scientifico, ecc... Queste, che a loro volta possiamo chiamare “resistenze”, hanno finito per incidere in modo profondo sulla scoperta ed invenzione della psicoanalisi stessa.

Le “resistenze interne” delle quali la psicoanalisi si occupa, si possono pensare come “elaborazioni mentali sofisticate” di tipo nevrotico o psicotico che i singoli o i gruppi mettono in atto come estreme difese davanti a ciò che a diversi livelli viene sentito come minaccia di imminenti catastrofi.

Queste “elaborazioni difensive” si creano nei rapporti primari nella infanzia, nei legami sucessivi con gli altri, all’interno della cultura, nel sociale, nelle istituzioni di appartenenza. Possono essere il prodotto di situazioni traumatiche: separazioni, lutti, guerre, migrazioni, esili, ecc… e si possono generare in qualsiasi momento della vita.

Da un’altra parte dobbiamo tener conto che è impensabile una psicoanalisi “pura” al di fuori da queste “pressioni” e molto di meno un ambiente “neutro o asettico” dove poterla esercitare. Si pensi ad esempio a situazioni estreme, l’esercizio della nostra professione sotto una dittatura militare (Argentina tra il 1976-83), l’esilio di Freud a causa delle persecuzioni razziali, ma anche per cause diverse, come l’allontanamento di Bion dall’Inghilterra, perchè cercava forse un luogo più libero “da pressioni istituzionali”?

Attraverso il modello bioniano delle trasformazioni, l’autore propone un vertice di ricerca per affrontare le problematiche che gli psicoterapeuti vivono e sperimentano nel lavoro quotidiano con i singoli pazienti e con i gruppi all’interno di diversi setting soggetti alle pressioni sopra indicate. A partire da alcune idee personali, segnalare le possibili trasformazioni che attraverso il lavoro gruppale si possono generare per mantenersi più disponibili e pensanti.

 

 

L’incontro terapeutico come campo si riscoperta di relazioni autentiche

Pia Massaglia, Elena Bonassi, Rosa Gemello (ASARNIA-APPIA)

 

La cura della salute mentale dei bambini e dei ragazzi avviene oggi in un contesto generale caratterizzato da un “doppio messaggio”: da un lato la suggestione del “tutto subito facilmente” dall’altro “l’incertezza del futuro e il rischio globale”. A livello istituzionale viene sempre più considerata la quantità e la misurabilità oggettiva, a fronte di riduzione di operatori e di specifiche professionalità. In ambito familiare, i mutamenti socio-economico-culturali rendono ormai superata e improponibile la tradizionale rigida divisione dei ruoli genitoriali (materno/paterno), ma una diversa integrazione tra funzioni materne e paterne, esercitate con flessibilità e svincolate dalle persone fisiche della madre e del padre, in pratica è tutt'altro che facile da realizzare: spesso la relazione genitoriale è contrassegnata da confusione e/o da assenza.

Esiste tuttavia una maggiore sensibilità ed attenzione al mondo dell’infanzia, che, pur implicando uno sforzo di avvicinamento a bisogni, desideri e sofferenze dei bambini, tende troppo frequentemente ad esitare non in un reale sostegno alla crescita individuale, ma in un appiattito mercanteggiare spesso realizzato col sussidio di ricette comunicative o di doni materiali. Spesso gli adulti, e in particolare i genitori dei bambini/ragazzi che ci troviamo a curare oggi, pur alla ricerca di modalità nuove di rapporto, non paiono sufficientemente attrezzati o fiduciosi nelle proprie capacità: la qualità delle relazioni ne risulta sostanzialmente impoverita, anche se permane idealizzata.

Il vertice psicoanalitico appare nel momento storico attuale particolarmente fecondo, grazie alla profonda attenzione al significato, ricercato e costruito nell’ambito di una relazione condivisa, che peraltro propone e mantiene caratteristiche di alterità, sia attraverso il ritmo della presenza/assenza sia attraverso l’atteggiamento di partecipazione/distinzione. Su questo aspetto permane prezioso il training osservativo, che allena alla ricerca della posizione di giusta distanza/vicinanza.

Nel trattamento lo psicoterapeuta realizza un incontro autentico, non di mero rispecchiamento narcisistico; allo stesso tempo favorisce l’esame di realtà, accogliendo gli elementi di sofferenza ad esso collegati in modo da renderli sopportabili e almeno in parte trasformabili.

L’obiettivo è di arricchire la dimensione interna mediante l’avvio o la ripresa dei processi introiettivi, integrativi, riparativi e simbolici, in modo tale che il bambino/ragazzo possa procedere nel proprio percorso evolutivo e rinforzare i propri legami. La realizzazione di tale obiettivo richiede un tempo di lavoro, certo diverso da caso a caso, ma comunque non breve né tanto meno preconfezionato, se pur adattabile in modo pensato alle esigenze e/o alle impossibilità delle diverse situazioni, che vedono in gioco dinamiche complesse (diverse fasce d’età, varie posizioni genitoriali). La metodologia dei trattamenti psicoterapeutici psicoanalitici nell’infanzia e nell’adolescenza fin dal suo nascere ha visto in campo variazioni di setting e di tecnica, ma non può prescindere da un’esperienza di relazione terapeutica, sufficientemente adeguata a “dare vita” attraverso la parola.

(Brevi vignette cliniche illustreranno i passaggi salienti)

 

 

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Curriculum dei relatori

 

Luc Moyson (1953) 

Is clinical psychologist and psychoanalytic psychotherapist graduated at the Catholic University of Leuven (Belgium-Flanders) in 1977. Since that year he is working in the University Psychiatric Center of Kortenberg ( University of Leuven) as team coordinator from an in-patient psychoanalytic ward for adolescents and young adults.
He is trainer and supervisor in the post graduate training for psychoanalytic psychotherapy at the University of Leuven and works also in a private practice as psychoanalytic psychotherapist.
He is former President of the Flemish Association for Psychoanalytic Psychotherapy.
He is founding member of the European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy and since March 2007 elected President of this Federation. He is author of several articles about psychoanalytic psychotherapy and editor of a book about narcissistic personality disorders.
He gave a lot of lectures and workshops in and outside Belgium.

 

 

Francesco Agosta

Medico;

Fin dalla sua origine, è membro della scuola di formazione “Lo Spazio Psicoanalitico” di Roma dove attualmente ne è Presidente;

Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana;

Esperto nell’analisi di bambini e adolescenti;

Ha svolto attività cliniche e di ricerca negli ambiti della psicopatica dell’età evolutiva, dei gruppi e della psicoanalisi individuale;

Ha scritto numerosi lavori psicoanalitici, pubblicati in varie riviste specializzate e libri (Quaderni di psicoterapia infantile, Psiche, Quadrangolo, Echi di psicoanalisi, ecc.).

 

 

Paolo Cruciani

Psicologo e psicoterapeuta è membro associato della SPI e dell’IPA e membro ordinario della SIPG (Società Italiana di Psicoanalisi di Gruppo).

E’ docente di “Laboratorio di Fondamenti di Dinamica di Gruppo” e di “Psicologia Dinamica dei Gruppi della Scuola” presso la Facoltà di Psicologia 1 dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e di “Teoria e Tecniche del Colloquio Psicologico” nel orso di Laurea in Psicologia presso la LUMSA.

E’ docente di “Psicologia sociale e dei gruppi” e conduttore di gruppi per gli specializzandi nella II Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università di Roma.

E’ docente di “Deontologia professionale” nella Scuola di Specializzazione in Valutazione Psicologica.

Lavora in gruppi di psicoterapia ed in gruppi di formazione per psicologi in diverse istituzioni.

Partecipa alla redazione del “Lessico internazionale sulla Psicoterapia Psicodinamica di Gruppo” in collaborazione con il Prof. Claudio Neri, il Prof. Renè Kaës e il “Centre de Recherce en Psychopathologie et Psychologie Clinique” dell’Universitè Lumiere-Lyion 2.

Ha partecipato a numerosi congressi in Italia ed all’estero ed ha pubblicato articoli sulla psicoanalisi e sulla psicoterapia di gruppo.

E’ supervisore nella Comunità terapeutica per adolescenti Eimi.

Dal 2006 è vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio

 

 

Anna Rocchi

Psicologa e psicoanalista Dirigente presso la ASL RMA, con incarico relativo alle attività collegate all’utilizzazione di gruppi, famiglie e coppie.

E’ Membro Ordinario della SIPG (Società Italiana di Psicoanalisi di Gruppo) e de “Lo Spazio Psicoanalitico” di Roma dove è membro del Direttivo e del Comitato di Training con funzioni di supervisore nella Scuola di Formazione.

Collabora come cultore della materia alle attività didattiche e di ricerca presso la Cattedra di Teoria e Tecniche della Dinamica di Gruppo presso la Facoltà di Psicologia 1 dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Conduce gruppi di supervisione e di formazione per psicologi.

Ha partecipato a numerosi congressi in Italia ed all’estero ed ha pubblicato articoli sulla psicoanalisi e sulla psicoterapia di gruppo.

E’ supervisore nella Comunità terapeutica Eimi.

 

 

Giorgio Corrente

Psicologo.

Università di Buenos Aires, Repubblica Argentina.

Università di Roma "La Sapienza".

Psicoanalista, Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana (SPI - IPA).

Socio fondatore del Centro Ricerche Psicoanalitiche di Gruppo di Rama "Il Pollaiolo".

Socio fondatore e Membro Didatta dell'Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo.

Presidente dell'Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo.

Svolge prevalentemente l'attività di Psicoanalista e psicoterapeuta a Roma.

Come conduttore di gruppo lavora nell'area della terapia, della formazione e della supervisione istituzionale.

E' docente presso diversi Istituti di Psicoterapia Psicoanalitica.

Ha pubblicato numerosi lavori ed articoli di psicoanalisi individuale e gruppale.

 

 

Pia Massaglia

Laurea in Medicina e Chirurgia a Torino (1975). Specializzazioni in Neuropsichiatria Infantile (1979), Pediatria (1984) e Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza (1996).

Professore Associato in Neuropsichiatria Infantile, in servizio presso la Sezione di Neuropsichiatria Infantile del Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza dell’Università di Torino.

Direttore della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Torino e della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’età evolutiva ad indirizzo psicodinamico (con successivo training in Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza) dell’ASARNIA.

Docente del Corso di laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva, delle Scuole di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile, Pediatria e Oncologia, dei Master in Cure Palliative, Psico-Oncologia, Management Infermieristico Pediatrico

dell’Università di Torino.

Docente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e del  Master in Cure Palliative dell’Università del Piemonte Orientale.

Delegato europeo per la Child and Adolescent Section dell'E.F.P.P. (European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy in the Public Sector).

Attività assistenziale e di ricerca rivolta in modo particolare alla psicopatologia delle malattie croniche pediatriche, all’evoluzione mentale nei primi anni di vita e alla relazione genitoriale, alla psicoterapia psicoanalitica in età evolutiva.

Responsabile dell’intervento di Psichiatria di liaison all’interno dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

Partecipazione continuativa a gruppi di studio, congressi e corsi di aggiornamento.  Collaborazione alla stesura di oltre 210 lavori scientifici.

 

Elena Bonassi

Dati anagrafici:  nata a Torino il 3.10.47, residente a Torino in via Nizza 117, tel. 011/6690458, elena.bonassi@fastwebnet.it 

Titoli di studio: Laurea in Medicina e Chirurgia, Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile e in Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Attività Professionale: Ricercatore Universitario confermato in NPI (in pensione dal marzo 2006), già Responsabile del D.H. Psichiatrico della Clinica di NPI di Torino, ora Psicoterapeuta Libero Professionista con bambini, adolescenti, adulti, coppie e famiglie.

Attività Didattica: Docenza presso la Scuola di Specializzazione in NPI, il C.L. in Psicologia, il C. L. in Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva dell’Università di Torino

Attività Scientifica: Partecipazione come Relatore a Convegni Nazionali ed Internazionali, 106 Pubblicazioni.

 

Rosa Gemello

Dati anagrafici: nata a Buttigliera d’Asti il 30.08.1945, residente a Moncalieri in via G. Galilei 8, 10024 Torino, tel 011/6403690.

Titoli di studio: Laurea in pedagogia, Laurea in psicologia, Diploma di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Attività Professionale: dirigente di I° livello, Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica dell’età evolutiva dell’ASO OIRM-S.Anna di Torino, membro ASARNIA-APPIA

Attività Didattica: docenza presso la Scuola di Specializzazione in NPI, il C. L. in Infermieristica Pediatrica, il C. L. in Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva dell’Università di Torino; docenza presso la Scuola di Psicoterapia dell’età evolutiva ad indirizzo psicodinamico dell’ASARNIA

Attività Scientifica: Partecipazione come Relatore a Convegni Nazionali ed Internazionali, 35 Pubblicazioni.

 

CURRICULA DEI COORDINATORI DEI PANELS

Luisa Carbone in Tirelli

 

Cortona (Arezzo), 27.03-26.10.2008 CORSO DI FORMAZIONE IN GRUPPOANALISI - LIVELLO BASE; Sede: CORTONA CONVENTO DI S. MARGHERITA; info: danplcc@quipo.it  Fees= euro 750,00

Carmela Barbaro  

 

  

Psicologa Psicoterapeuta Gruppoanalista

E-mail melinabarbaro@fastwebnet.it

Psicologa psicoterapeuta ad indirizzo analitico –Gruppoanalista.  Ha lavorato a lungo nella prevenzione e cura della tossicodipendenza. Per 5 anni responsabile del centro diurno per tossicodipendenti dell’Ente del privato-sociale La  Tenda. Dal 1994 fondatrice e presidente di Zoom  associazione del disagio psicosociale. Dal 1985 socia ordinaria del CIGA centro italiano per la gruppoanalisi  oggi Il Cerchio Onlus. Responsabile da 6 anni del training di formazione del Cerchio per gli allievi iscritti alla Scuola di specializzazione in Psicoterapia Coirag. Membro del Consiglio di Istituto di Roma  Coirag e e membro del Consiglio Nazionale Docenti Coirag. Nel 1991 insieme ad Alice Ricciardi von Platen , Horst Wirbelauer  ed Leonardo Ancona ha introdotto in Italia il Gruppo Allargato Analitico  ed insieme ad essi è conduttrice dello stesso. Nel 2004 insieme a Leonardo Ancona ed Horst Wirbelauer ha fondato la Scuola Balint del CERCHIO, presso la quale insegna..

 

 

 

Mario Deriu

Medico-chirurgo specialista in psichiatria psicoterapeuta, gruppoanalista. 

e-mail  hnderi@tin.it

Presidente nazionale dell’associazione analitica “Il Cerchio” Onlus. 

Didatta nella scuola di specializzazione in psicoterapia Coirag

E’ membro del Centro Studi e Ricerche della C.O.I.R.A.G.  

Esercita la libera professione a Sassari  

 

 

    

 

Dante Pallecchi   

 

Psicologo Psicoterapeuta Gruppoanalista

e_mail danplcc@quipo.it  

     Laureato in Filosofia presso l'Università degli Studi di Firenze ed in Psicologia presso l'Università degli Studi di Roma. Socio ordinario del Cerchio. Docente Coirag.  Esercita la libera professione di psicologo psicoterapeuta a Siena in setting individuale e gruppale  secondo la  metodica  gruppo-analitica di S. H. Foulkes. Collabora con l'Università degli Studi di Siena. E' autore di varie pubblicazioni sugli stati border-line e i disturbi del comportamento alimentare.

 

 

   

 

Alice Ricciardi von Platen 

 

Medico Psichiatra Gruppoanalista

Dal 1945 al 1949 assistente alla clinica psicosomatica di Heidelberg (prof. Viktor von Weizsäcker ) e Bamberg (Prof. G. Zillig ). Osservatrice al processo di Norimberga contro medici nazional-socialisti sotto Dr. A.Mitscherlich, Heidelberg.

Ha lavorato al Tavistock Clinic di Londra   con la  supervisione del Dr. M.Balint e presso le  cliniche psichiatriche di Shenley e Bexley di  Londra.  Formatasi in  psicoterapia di gruppo alla Tavistock Clinic, Londra, sotto la supervisione del  Dr. J. Sutherland,  dal 1968 al 1979 fa parte del Workshop di Gennaio (5 giorni) della Group Analytic Society, Londra (Dr. S. H. Foulkes ). Analista didatta in gruppo-analisi per la DAGG (Germania) e la C.O.I.R.A.G. (Italia). Co-fondatrice della Internationale Arbeits-Gemeinschaft fur Gruppenanalyse (Bonn)  e della C.I.G.A. (adesso Il Cerchio ) in Italia. Ha collaborato con le Università di Bari e di Perugia. Dal 1968 ha lavorato come analista individuale e di gruppo, ed ha condotto gruppi di formazione per gruppoanalisti  in Italia , Germania e Ucraina (Università di Kiev). 

 

 

 

 

Horst H. Wirbelauer
Psicologo, Gruppoanalista, supervisore di formazione Foulksiana  in Austria e Roma.    Membro della GroupAnalytic Society di Londra e della Dagg in
Germania, del Cerchio Onlus  di Roma.  Docente della Scuola C.O.I.R.A.G, della Scuola
Balint Analitica Roma e  del Centro Sdorovje per la diffusione della gruppoanalisi a Kiev / Ukraina.

 

 

 

 

 

Bergamo, 19.01-10.05.2008 "COLPA, VERGOGNA E RESPONSABILITÀ NELLA RELAZIONE ANALITICA"; Sede: CASA DEL GIOVANE, VIA GAVAZZENI 13 BERGAMO; Info: nuovo_copernico@yahoo.it  Fees= euro 235,00

                                                                   NUOVO COPERNICO

                                               CENTRO PER LA RICERCA PSICOANALITICA

                                                              INDIVIDUALE E DI GRUPPO

Curriculum  dei docenti del ciclo di seminari “colpa, vergogna e responsabilità nella relazione analitica”

Rita  Parlani Brutti,  psicoanalista, è stata allieva di  Carlo Brutti, Donald Meltzer,  Matta Harris e Luis Chiozza. Ha inoltre frequentato il corso completo Tavistock di Roma in Psicoterapia  Psicoanalitica infantile e ha lavorato sia come psicoterapeuta nei Servizi Psichiatrici della Provincia di Perugia che come Docente  di Psicopatologia presso  la Scuola diretta a fini Speciali dell’ Università di Perugia.

Carlo Brutti  è medico specialista in pediatria e neuropsichiatria infantile e  psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.).  Già docente di Psicologia e Psicopatologia presso l’ Ateneo Salesiano di  Roma,  nel 1964 -  nominato  Primario di Psichiatria, ha fondato e diretto il  primo Centro di  Neuropsichiatria Infantile di Perugia  fino al 1995.

Dal 1997 è Professore a contratto di Psicosomatica Psicoanalitica alla Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’ Università di Perugia.

Carlo e Rita Brutti   hanno promosso e animato nei Servizi di Igiene Mentale della Prov. di Perugia lo sviluppo della  Psicoanalisi Infantile, sperimentandone l’ applicazione nell’ area delle psicosi dell’ Infanzia  (con  particolare riferimento all’ autismo)   e dell’ adolescenza .

Hanno avviato  inoltre  una intensa attività pioneristica di ricerca e di terapia dell’ Anoressia Mentale.

Nell’ ambito della loro attività scientifica sono stati invitati  a presentare  la sintesi delle loro

esperienze scientifiche  alla  “Tavistock” di Londra,  alla Facultè de Psychologie de l’ Universitè di Louvain-la-Neuve (Belgio),), al Centro de Anàlisis y Programas Sanitarios e alla Facultat de Psicologia de la Universitat di Barcellona,  al Centro Weizsaecker de Consulta Medica  e alla foundaciòn Luis Chiozza di Bueno Aires, e in tante altre prestigiose sedi scientifiche e  universitarie internazionali.

 Entrati in collegamento con Luis Chiozza,, dal 1981 hanno dato avvio ad una attività di studio e di ricerca sulla interpretazione psicoanalitica della malattia organica.

Attualmente sono direttori dell’ Istituto ABERASTURY di Perugia  - presieduto da Luis Chiozza -  sede della  Scuola di Specializzazione in Psicoterapia  Psicoanalitica secondo l’ indirizzo di Luis Chiozza.

Nel 1978 hanno fondato e diretto fino al 1997 la Rivista  “Quaderni di Psicoterapia Infantile” edita da Borla. Attualmente sono direttori della rivista “La  Psicoanalisi che viene” edita da  Eidon Edizioni – Perugia.

Enza Laurora

Psicoterapeuta, membro ordinario della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica (SIPP), coordinatrice e docente della sede di Milano della Scuola di specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica della SIPP.

Ha partecipato a numerosi convegni e seminari della SIPP e di altre Associazioni con contributi teorici e clinici sulle problematiche inerenti al trattamento delle patologie gravi sia in ambito privato che istituzionale. Alcuni conttributi sono presenti nella rivista di Psicoterapia Psicoanalitica e in volumi collettanei.

 

Giorgio Bubbolini

Psicoterapeuta. Psicoanalista S.P.I. Socio Fondatore Centro Nuovo Copernico

 

Claudia Zanardi

Claudia Zanardi è docente di Psicologia Clinica alla New York University e all’Università di Milano. Insegna corsi di  Teorie Psicoanalitiche, Psicologia della Donna, Relazione tra i Sessi, Genere e Disordini Alimentari. Psicoanalista, socia ordinaria dell’Associazione di Studi Psicoanalitici (ASP) di Milano, dell’International Federation of Psychoanalytic Societies e dell’International Association for Relational Psychoanalysis&Psychotherapy.Ha curato Essential Papers on the Psychology of Women (New York University Press, New York, 1990) e Sintomi,Corpo,Femminilità. Dall’Isteria alla Bulimia (Clueb, Bologna 1999). Ha pubblicato articoli sulla differenza sessuale e di genere in riviste e libri negli Stati Uniti e in Italia.

 

 

Anna Maria Pandolfi

 E’ medico specialista in psicologia e membro ordinario della S.P.I. Nel 1988 ha fondato con altri colleghi l’ ARP. Da circa 20 anni si dedica anche alla clinica della coppia e della famiglia. Ha pubblicato oltre una decina di articoli e saggi, quali: “Considerazioni sui concetti di salute e di malattia dal punto di vista psicoanalitico”, 1985; “Contributo allo studio psicoanalitico della vergogna”, 1992; “Capacità di cambiamenti e  indicatori di rischio nella clinica psicoanalitica familiare”, 1993; “Il suicidio.Voglia di vivere, voglia di morire”, 2000.

Medico Specialista in Psicologia.  Psicoanalista  S.P.I.

 

 

 

 

 

Verona, 26.01-13.12.2008 "SUPERVISIONE DI CASI CLINICI CON LA METODOLOGIA BALINT"; Sede: VERONA, VIA GOVONI 10; Info:

MD7542@MCLINK.IT  cololuca@gmail.com Fees= euro 800,00;

Rif. Organizzatore   4949 - 8000588

Associazione Italiana

Psicologia Analitica

 

Sezione di Milano

FORMAZIONE PER PSICOTERAPEUTI MEDICI E PSICOLOGI:

SUPERVISIONE DI CASI CLINICI CON LA METODOLOGIA  “BALINT”

 

 

 

Finalità:

Questo progetto di formazione è indirizzato a psicoterapeuti (medici e psicologi) che operano nell’ambito della salute mentale sia in strutture pubbliche che in ambulatori privati.

L’intenso coinvolgimento emotivo che caratterizza il lavoro psicoterapico e che rende difficile operare le giuste scelte terapeutiche, è al contempo, se riconosciuto e governato, lo strumento più utile ed efficace a disposizione del curante per affinare la sua capacità diagnostica e terapeutica.

 

Obiettivi:

·        migliorare la tecnica psicoterapeutica attraverso la supervisione dei casi clinici in gruppo,

·        favorire una conoscenza approfondita delle dinamiche relazionali palesi e inconsce tra terapeuta e paziente,

·        addestrare al riconoscimento e utilizzo delle relazioni transferali e in particolare di quelle controtransferali (C.G. Jung) tra terapeuta e paziente nelle diverse forme di patologia ,

 

Metodologia utilizzata:

Lavoro di gruppo secondo la metodologia di M. Balint, di osservazione e riflessione critica dei casi clinici portati dai partecipanti e tratti dalla loro pratica terapeutica, sia in ambito pubblico che privato.

Il gruppo è condotto da uno psicologo analista con funzione didattica dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA) con una specifica preparazione alla conduzione di gruppo con questa metodologia, che è nata in ambito psicanalitico, messa a punto da M. Balint (da cui deriva il nome con cui è conosciuta in ambito scientifico)  e dagli studiosi successivi che l’hanno ulteriormente perfezionata.

 

Valutazione dell’apprendimento:

essendo un metodo di derivazione psicoanalitica, la misurazione del cambiamento nei partecipanti è una questione scientifica complessa, in quanto predomina la soggettività. Per ottemperare alle esigenze della Commissione Ecm è  stata approntata una scheda (a domande aperte) di valutazione dell’evento, riguardante l’apprendimento e la soddisfazione, che ogni partecipante compila e sottoscrive alla fine del corso di formazione.

 

Tempo e durata:

il corso si articola in 10 incontri a frequenza mensile della durata di 3 ore ciascuno, dalle ore 11.00 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 15.00, che si terranno nel corso del 2008  nei seguenti giorni:

26 gennaio, 16 febbraio, 15 marzo, 12 aprile, 17 maggio, 7 giugno, 13 settembre, 25 ottobre, 22 novembre e 13 dicembre.

In ogni incontro il gruppo lavorerà su due casi clinici presentati a turno dai partecipanti, per complessive 30 ore effettive di lavoro suddiviso in 10 giornate.

 

 

 

Numero di edizioni previste:

Questo progetto di lavoro sui casi clinici è in corso da diversi anni e i componenti del gruppo partecipano all’attività per il tempo che ciascuno ritiene necessario per la propria formazione ed apprendimento, dato il carattere di ‘formazione permanente’ di questa metodica legata alla necessaria pratica  di supervisione dei casi.

Qualora le nuove richieste portassero a superare il numero tecnico (12 partecipanti) si provvederà a organizzare una nuova edizione dell’evento formativo, aprendo un nuovo gruppo di lavoro, nella sede di Verona o in quella di Milano.

Da quanto detto sopra è previsto una continuazione del progetto anche  nel prossimo 2009, con un calendario che sarà trasmesso a tempo debito alla commissione ministeriale.

 

 

Destinatari e criteri di selezione:

è rivolto a medici e psicologi iscritti all’albo degli psicoterapeuti dei rispettivi Ordini di appartenenza, che lavorano nel campo della psicoterapia nell’ambito della sanità pubblica e privata. L’inserimento dei nuovi iscritti nel gruppo avviene dopo un colloquio individuale con il conduttore del gruppo, teso a valutare la motivazione.

Il numero massimo di partecipanti per ogni gruppo è 12

Quota di partecipazione: 800 euro che vengono corrisposte da ciascun partecipante, suddivise in 10 rate mensili, direttamente al docente del corso

 

Direttore del corso:

Responsabile del corso Dott. Antonio Vitolo presidente Consiglio Direttivo AIPA - ROMA

 

Segreteria organizzativa:

Dott. Luca Colombo e mail: cololuca@gmail.com

Aipa sede di Milano, Corso Vercelli 11 – e mail: aipamilano@tisscali.it

 

 

Luogo di svolgimento dell’evento:

VERONA – Via Govoni, 10

eventuali edizioni successive si terranno a Verona, nell’indirizzo predetto e nella sede dell’Aipa

a Milano - Corso Vercelli, 10

 

Docente

Dott.ssa Fabrizia Termini Analista Didatta – AIPA Milano

docente supplente: Dott.ssa Gabriella Caccamo Psicologo analista- AIPA Milano

 

Il programma è stato approvato dal Consiglio di Sezione dell’AIPA di Milano e sottoscritto dal Presidente Nazionale dott. Antonio Vitolo.

 


 

 

 

 
Milano, 25.01-24.05.2008 "MONDO INTERNO E MONDI ESTERNI"; Sede: LIBRERIA CLAUDIANA, VIA F. SFORZA 12 A, MILANO; Info: paola.ferrigno@libero.it AIPPI@ASSAIPPI.191.IT Fees= euro 220,00
Rif. Organizzatore   24 - 8000165

PROGRAMMA

‘MONDO INTERNO E MONDI ESTERNI’

 

 

 

Venerdì 25 Gennaio 2008 ore 9/14

9-9,30 Presentazione del tema. Dr. Maria Paola Ferrigno (Viene presentato il problema degli adolescenti drop-out nella sua attualità psicosociale e sottolineata la necessità di una precoce valutazione clinica e presa in carico terapeutica)

9,30-12 Lezione magistrale dr. Simonetta Adamo: ‘Il contributo psicoanalitico ad una scuola per adolescenti drop-out’

12-12,30 Discussione del materiale presentato da parte dei partecipanti

12,30-13,30 Presentazione materiale clinico dr Simonetta Adamo

13,30-14 Discussione sul materiale clinico

 

Sabato 1 Marzo 2008 ore 9/14

9-9,30 Presentazione del tema. Dr. Maria Paola Ferrigno (Viene presentato il tema dei disturbi alimentari in adolescenza e l’organizzazione, presso i Servizi pubblici e i presidi ospedalieri di attività di consulenza e di cura per tali patologie)

9,30-12 Lezione magistrale. Dr Maria Laura Zuccarino: ‘Il corpo nella cura: una consulenza in un reparto di patologia della nutrizione’

12-12,30 Discussione del materiale presentato da parte dei partecipanti

12,30-13,30 Presentazione materiale clinico dr Maria Laura Zuccarino

13,30-14 Discussione sul materiale clinico

 

Sabato 29 Marzo 2008 ore 9/14

9-9,30 Presentazione del tema. Dr. Maria Paola Ferrigno (Viene presentato il tema dei comportamenti abusanti dei genitori e il lavoro di collaborazione e di rete tra i servizi socio sanitari e i tribunali per l’attivazione di funzioni di consulenza e di cura)

9,30-12 Lezione magistrale: dr.Giuliana Milana ‘Il lavoro con i genitori abusanti’

12-12,30 Discussione del materiale presentato da parte dei partecipanti

12,30-13,30 Presentazione materiale clinico dr Giuliana Milana

13,30-14 Discussione sul materiale clinico

 

 

Venerdì 11 Aprile 2008 ore 9/14

9-9,30 Presentazione del tema. Dr. Maria Paola Ferrigno (Viene presentato il tema delle, sempre più frequentemente descritte, adolescenze precoci e le loro ricadute sia sullo sviluppo psicoaffettivo che sulle funzioni genitoriali)

9,30-12 Lezione magistrale dr Luisa Carbone Tirelli. ‘Adolescenze precoci: riflessioni cliniche’

12-12,30 Discussione del materiale presentato da parte dei partecipanti

12,30-13,30 Presentazione materiale clinico dr Luisa Carbone Tirelli

13,30-14 Discussione sul materiale clinico

 

 

Sabato 24 Maggio 2008 ore 9/14

9-9,30 Presentazione del tema. Dr. Maria Paola Ferrigno (Viene presentato il tema delle deprivazioni psicoaffettive ed ambientali degli adolescenti con le loro ripercussioni cliniche e psicosociali e l’importanza di una diagnosi e di un intervento terapeutico precoci)

9,30-12 Lezione magistrale dr. Francesca Codignola: ‘L’intervento clinico di rete per l’adolescente deprivato’

12-12,30 Discussione del materiale presentato da parte dei partecipanti

12,30-13,30 Presentazione materiale clinico dr Francesca Codignola

13,30-14 Discussione sul materiale clinico

14,00-14,30 Verifica dell’apprendimento

Abstracts relazioni

 

 

Dr S. Adamo, 25 Gennaio, "Il contributo psicoanalitico ad una scuola per adolescenti drop-out". La relazione intende proporre una riflessione a partire da una decennale esperienza di collaborazione con un gruppo di docenti volta a realizzare un nuovo modello di scuola per adolescenti che se ne erano allontanati. Verranno presi in esame i problemi con cui ci si è confrontati ,i dispositivi psicologici introdotti e verrà analizzato il contributo specifico che l'esperienza clinica di una psicoterapeuta psicoanalitica dell'infanzia e dell'adolescenza può fornire nella programmazione e realizzazione di una scuola, in cui l'importanza e la cura delle relazioni assume un ruolo centrale.

 

M.L Zuccarino, 1 Marzo, ‘Il corpo nella cura: una consulenza in un reparto di patologia della nutrizione’

   Alle forme del disagio psichico che si esprimono attraverso il disturbo del comportamento alimentare (DCA) sottendono, in realtà, strutture psicopatologiche molto eterogenee – dalla crisi giovanile del percorso identitario, a sindromi depressive, ossessivo-compulsive, psicotiche – che presentano diversa prognosi e modalità diverse di presa in carico. Vengono presentate alcune riflessioni sull’esperienza, ormai pluriennale, di una consulenza ad orientamento psicoanalitico all’interno dell’S.C. di Patologia della Nutrizione dell’A.O. Niguarda di Milano. I pazienti vengono seguiti con colloqui settimanali per tutto il tempo del ricovero in Day Hospital (da 4 a 12 mesi). Un approccio psicoterapico nel contesto di ricovero -  che rappresenta la risposta al bisogno imperioso, che accomuna le pz. con DCA, che sia il corpo, primariamente, ad essere accolto e curato – pare permettere trasformazioni più rapide verso un progressivo investimento sui processi di mentalizzazione, rispetto ai tempi  e alla frequenza richiesta da una terapie ambulatoriale. Vengono fatte alcune ipotesi su una carente esperienza, in queste pazienti, di cure affettivo-corporee  primarie, che si riattiva in situazioni traumatiche di varia natura, ed in particolare nel corso delle trasformazioni corporee e psicologiche dell’adolescenza.

 

DR. G. Milana, 29 Marzo, ‘Il lavoro con i genitori abusanti’

L’Autore, fornendo contributi teorici e clinici secondo un modello psicoanalitico, descrive la complessità di un lavoro clinico con genitori abusanti e maltrattanti. Vengono evidenziati, in particolare, alcuni elementi ricorrenti che caratterizzano il funzionamento mentale di genitori che sono attori di violenze e viene sottolineata l’importanza di una attenta e sollecita valutazione in vista di un provvedimento. Viene dato un particolare risalto, nel lavoro con i genitori maltrattanti, alla difficoltà del compito degli Operatori stretti tra identificazioni molteplici e a volte contraddittorie, pressioni da parte della Comunità, funzioni di aiuto e compiti di controllo.

Vengono, infine, affrontate le motivazioni al lavoro con genitori maltrattanti e le ricadute che tale lavoro ha sugli Operatori che lo svolgono dando particolare risalto all’importanza del contesto lavorativo.

 

L. Carbone Tirelli, 11 Aprile, ‘Adolescenze precoci: riflessioni cliniche’

Dati statistici ed esperienze cliniche segnalano l’avvento della pubertà con un anticipo sempre più significativo. Questo dato sociologico interessa tutti coloro, insegnanti e genitori, implicati nella complessa relazione con ragazzi all’esordio dell’adolescenza.

Gli psicoterapeuti sono sempre più frequentemente invitati ad intervenire, con consultazioni e trattamenti, in questa fascia d’età che richiede, negli interventi, competenze specifiche ed una riflessione sulla tecnica di intervento.

Nella relazione vengono esaminate alcune conseguenze di tale anticipo che comportano sul piano fantasmatico un cambiamento significativo non sempre facilmente affrontato dai ragazzi e dalle famiglie. Vengono portate alcune esperienze cliniche ad esemplificazione delle tesi enunciate

 

DR. F. Codignola, 24 Maggio, ‘L’intervento clinico di rete per l’adolescente deprivato’

Nella mia relazione proporrò un modello di intervento clinico di impostazione psicoanalitica a lungo sperimentato a favore di adolescenti precocemente deprivati o maltrattati con decreti del Tribunale per i Minorenni che li affidano alla tutela dei servizi pubblici. Per molti di questi ragazzi il danno conseguente le esperienze deprivanti è un difetto nel funzionamento dell’Io e del pensiero e una mancante o carente capacità di distinguere il “dentro” dal “fuori”. Questo impedisce spesso a loro l’accesso ad un intervento psicoterapeutico individuale.

Si tratta di un intervento clinico, con finalità prettamente terapeutiche, sull’ambiente costituito dagli operatori che a vario titolo si occupano dell’adolescente (psicoterapeuta, psicologo, educatore, assistente sociale): mira ad aumentare nel gruppo degli operatori la competenza emotiva e la capacità di elaborazione dei vissuti non pensabili e dei frammenti di pensiero proiettati in essi dall’adolescente in modo che il gruppo si configuri come un contenitore vivente che l’adolescente possa nel tempo e nell’esperienza interiorizzare e fare proprio.

 

 

 

 
Napoli, 19.01-14.06.2008 "L'APPORTO DELLA PSICOTERAPIA PSICOANALITICA DELL'ETÀ EVOLUTIVA NEL CONTESTO ISTITUZIONALE: ESPERIENZE A CONFRONTO"; Sede: ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI PALAZZO SERRA DI CASSANO, VIA MONTE DI DIO 14; Info: heingaby@inwind.it  AIPPI@ASSAIPPI.191.IT Fees= euro 240,00
Rif. Organizzatore   24 - 8000740

Ciclo di seminari 2008

 

L'apporto della psicoterapia psicoanalitica dell'età evolutiva nel contesto istituzionale: esperienze a confronto

 

 

19 gennaio - 9  Febbraio - 8 marzo  - 12aprile - 10 maggio - 14 giugno 2008

 

ORE 9,00 – 13,30

 

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Palazzo Serra di Cassano Via Monte di Dio 14  – Napoli

 

 

 

 

 

19 gennaio 2008

 

Maria Peluso

La consultazione diagnostica  psicoanalitica

 

Rita Tamajo Contarini

Aspetti di indistinzione nel gruppo familiare . La consultazione con una bambina psicotica ed i suoi genitori.

Programma

9,00-10.00 lezione magistrale

10,00-11,00 presentazione caso

11,00-11,45 discussione con l'esperto

11,45-12,45 lezione magistrale

12,45-13,30 discussione con l'esperto

 

 

 

 

 

 

9  Febbraio 2008

 

Sonia Lanzon

Il modello psicoanalitico applicato alle istituzioni tra continuità e discontinuità

 

Roberto Quintiliani

La psicoterapia individuale e di gruppo  nell'intervento   multisdisciplinare   di  una comunità terapeutica per tardo adolescenti.

Programma

9,00-10.00 lezione magistrale

10,00-11,00 presentazione caso

11,00-11,45 discussione con l'esperto

11,45-12,45 lezione magistrale

12,45-13,30 discussione con l'esperto

 

 

 

 

8 marzo 2008

 

Helene Suarez Labat

Psicoterapia psicoanalitica  e valutazione psicologica del bambino autistico: la forza delle scissioni

 

Aurora Gentile

Riflessioni a margine   di una  psicoterapia psicoanalitica  infantile  in  contesto istituzionale

Programma

9,00-10.00 lezione magistrale

10,00-11,00 presentazione caso

11,00-11,45 discussione con l'esperto

11,45-12,45 lezione magistrale

12,45-13,30 discussione con l'esperto

 

 

 

 

12aprile 2008

 

Margaret Rustin

Il modello Tavistock nel lavoro istituzionale

 

Micheal Rustin

La questione della verifica nel dibattito sulla psicoterapia psicoanalitica

 

Programma

9,00-10.00 lezione magistrale

10,00-11,00 presentazione caso

11,00-11,45 discussione con l'esperto

11,45-12,45 lezione magistrale

12,35-13,30 discussione con l'esperto

 

 

 

 

 

 

10 maggio 2008

 

Maria Paola Ferrigno

“Vi ricordate come eravamo ?” Gruppo, trasformazioni e contributo

 psicoanalitico.

 

Maria Laura Zuccarino

Molteplicità dei bisogni ,dei linguaggi e delle culture nei Servizi di Neuropsichiatria Infantile: l'ascolto psicoanalitico come luogo dell'incontro

Programma

9,00-10.00 lezione magistrale

10,00-11,00 presentazione caso

11,00-11,45 discussione con l'esperto

11,45-12,45 lezione magistrale

12,45-13,30 discussione con l'esperto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14 giugno 2008

 

 

Tavola Rotonda

Esperienze e  prospettive  a confronto nel contesto napoletano

Relatori

 

Simonetta  Adamo L'intervento dello psicoterapeuta infantile in reparti pediatrici

M aurizio Ricciardi Il contesto istituzionale come oggetto culturale

 Aldo Parrella Il rischio di confusione tra cornice e quadro: riflessioni sull'esperienza di psicoterapia nelle strutture accreditate.

Silvana Lucariello La psicoterapia in ambito istituzionale: un difficile equilibrio tra dinamiche interne ed esterne.

Giuseppe Palladino Formazione alla psicoterapia e contesti istituzionali

 

Chairperson                                                                                 Paola Giusti

Programma

9,00-9,30 Simonetta Adamo

9,30-10,00 Maurizio Ricciardi

10,00-10,30 Aldo Parrella

10,30-11,30 Discussione

11,30-12,00 Silvana Lucariello

12,00-12,30Giuseppe Palladino

12,30,-13,30 Discussione

!3,30 -14,00  Verifica apprendimento

 

 

 

Comitato Scientifico e organizzativo

Dott.ssa Paola Giusti, Dott.ssa Lina Guerriera, Dott.ssa Gabriele Hein, Dott.ssa Elisa Zullo

 

Segreteria Organizzativa

Dott.ssa Dott.ssa Gabriele Hein, Dott.ssa Lina Guerriera, Dott.ssa Elisa Zullo , Dott.ssa Valeria Magri, Dott.ssa Miriam Ombrato

 

Costo del Ciclo di Seminari

Per i Soci e gli Studenti A.I.P.P.I.: gratuito

Per Studenti ( Specializzandi ,Master, Dottorandi )non AIPPI €120 (€ 25 a singolo seminario)

Per Esterni: € 240 (IVA inclusa) (con crediti ECM)

Per iscrizione ad un singolo Seminario (senza ECM) € 40(IVA inclusa)

 

Per informazioni: dott.ssa Gabriele Hein

telefono 081-422338 cell  3495059330

e-mail heingaby@inwind.it

                  fax:  081 7430993




SCHEDA DI ISCRIZIONE AL CICLO DI SEMINARI (A.I.P.P.I.) - SEDE DI NAPOLI

 

L'apporto della psicoterapia psicoanalitica dell'età evolutiva nel contesto istituzionale: esperienze a confronto

19 gennaio - 9  Febbraio - 8 marzo  - 12aprile - 10 maggio - 14 giugno 2008

 

presso

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Palazzo Serra di Cassano Via Monte di Dio 14  – Napoli

 

Dato il numero limitato di posti inviare al più presto la scheda di iscrizione

 

Da spedire unitamente a copia del bonifico:

tramite posta a: Via degli Astronauti 16 80131 Napoli

fax: All'attenzione di Dr. Hein 081 7430993

 

Quote di iscrizione:

Per i Soci e gli Studenti A.I.P.P.I.: gratuito

Per Studenti (Specializzandi, Master, Dottorandi)non AIPPI €120

(€ 25 per singolo seminario)

Per Esterni: € 240 (IVA inclusa) (con crediti ECM)

Per iscrizione ad un singolo Seminario (senza ECM) € 40(IVA inclusa)

specificare la data: ________________________

 

Si ricorda che i crediti ECM sono attribuiti solo partecipando al ciclo completo di seminari

 

Il Pagamento intestato a: A.I.P.P.I. Sede Locale di Napoli va effettuato tramite:

 

 

Bonifico Bancario - Banca Intesa ABI 03069  CAB 40092                  N° conto 154400 356497

                                                                                                                                                      

 

 

 

NOME                                                                     COGNOME

 

CODICE FISCALE

 

INDIRIZZO

 

CAP                                                           CITTA’                                                      PROVINCIA                    

 

TELEFONO        FAX      E-MAIL

 

PROFESSIONE e DISCIPLINA

 

ENTE DI APPARTENENZA

Garantiamo la massima riservatezza sui dati personali come stabilito dalla legge 675/96 sulla tutela dei dati personali utilizzati solo per finalità strettamente funzionali alla gestione dei rapporti. La firma vale come approvazione. La  preghiamo di apporre la sua firma in calce alla presente quale consenso al trattamento dei Suoi dati

          Firma _______________________________________

 ABSTRACT DELLE RELAZIONI

 

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La consultazione diagnostica psicoanalitica - Maria Peluso

 

Alcune riflessioni su criteri clinici  e modalità tecniche per una diagnosi psicoanalitica,alla luce delle teorizzazioni di Bion e di Blejer sullo sviluppo della mente e sulla struttura della personalità,

con particolare riferimento alla questione della   differenziazione tra parte psicotica e parte nevrotica.

 

 

 

Aspetti d’indistinzione nel gruppo familiare :  assessment con una bambina psicotica ed i suoi genitori  - Rita Tamajo Contarini

 

 

 L’autrice dà alcuni elementi sulle sedute di assessment con una bambina psicotica di 9 anni, per poi concentrarsi sui colloqui avuti, all’interno del ciclo diagnostico, con i genitori.

Ciò allo scopo di mostrare come aspetti salienti della problematica della bambina si ritrovino in modalità relazionali inelaborate in seno alla famiglia e rispetto a cui la paziente funge da ricettacolo delle proiezioni.

 

 

 

 

Il modello psicoanalitico applicato alle istituzioni tra continuità e discontinuità - Sonia Lanzon

 

 

Vorrei sottolineare quanto l’oggetto psicoanalitico ha vita difficile nelle istituzioni. Si assiste sempre più ad una burocratizzazione che porta inevitabilmente ad un restringimento e appiattimento del lavoro clinico. Più tempo per fare, per agire e meno tempo per pensare in linea con quanto avviene nella nostra società.

Anche a livello di protocolli diagnostici il modello psicoanalitico si scontra con un iter improntato alla ricerca di dati oggettivabili e individuabili solo con test, questionari, schede di rilevamento al fine di valutare l’altro con una presunzione scientifica che non mette in gioco il terapeuta con il suo investimento emotivo. Contro questa tendenza generale, o meglio a fianco di certe modalità, la scelta di un modello psicoanalitico per fare l’assesement e la valutazione diagnostica può essere particolarmente interessante nei servizi che si occupano di salute mentale in età evolutiva.. Tuttavia prende valore il concetto di consultazione come esperienza valida di per sé, non solo finalizzata alla diagnosi o all’indicazione di terapia, ma come luogo di ascolto e di accoglienza partecipe. Offrire una esperienza dove ciò che viene portato può essere recepito con attenzione e capito, e favorire la ricerca di significati e nessi può costituire il presupposto per un’esperienza terapeutica, scelta più consapevolmente. Mantenere e difendere un setting mentale ci preserva la possibilità di stabilire legami e, come dice Meltzer forse “la possibilità di sognare.

 

 

 

 

La psicoterapia individuale e di gruppo nell'intervento   multidisciplinare   di  una comunità terapeutica per  tardo adolescenti. - Roberto Quintiliani

 

 

La relazione si propone di mostrare il modello di intervento di una comunità psicoterapeutica utilizzato nel trattamento di giovani pazienti psichiatrici. In particolare, viene mostrato come la psicoterapia ad orientamento psicodinamico individuale e di gruppo, si integra nel lavoro quotidiano con gli altri tipi di intervento sia terapeutico che riabilitativo, grazie ad uno sperimentato modello basato sull’attenta partecipazione dell’intera équipe ai momenti di confronto e di supervisione e sull’osservazione partecipata che caratterizza il lavoro dell’operatore nella comunità. A tal proposito viene messa in evidenza l’utilità della formazione psicodinamica personale degli operatori.

Come esemplificazione, viene riportato un caso clinico visto sia attraverso il percorso in comunità  sia nel lavoro della psicoterapia individuale.

 

 

 

 

Psicoterapia psicoanalitica e valutazione psicologica del bambino autistico:la forza delle scissioni - Hélène Suarez Labat

 

Il lavoro, basato sulla presentazione di esemplificazioni cliniche, verterà sui meccanismi di scissione che ritroviamo nella psicoteraia psicoanalitica con bambini autistici e che  riscontriamo anche nel corso della periodica valutazione psicologica sullo sviluppo di personalità e della consultazione col gruppo familiare. Viene descritto tale approccio che è ancora poco diffuso nel quadro della ricerca e della clinica con soggetti autistici .

La nostra  lavoro  muove sulla base di una integrazione  che tende a  superare la  diffusa scissione tra modelli psicoanalitici e cognitivisti ,sperimentando  (alla luce dei contributi di autori postkleiniani quali Tustin Bion Meltzer ed di qullo di Genevieve Haag) una lettura psicoanlitica   dei test proieittivi che vengono utilizzati nella valutazione sullo sviluppo di personalità.

 

 

 

 

Riflessioni a margine di una psicoterapia psicoanalitica  infantile in contesto istituzionale - Aurora Gentile

 

 

L’autrice,  facendo riferimento al trattamento di un bambino psicotico, da lei seguito per molti anni in un’istituzione orientata al metodo psicoanalitico, indaga  sul modo in cui il contesto istituzionale può avere una funzione   centrale nel sostenere la coppia psicoterapeuta-paziente.

  Nell'esperienza descritta è stato  possibile organizzare un ambiente adatto ai bisogni specifici del bambino malato, prestando attenzione ai suoi sintomi, considerati come un tentativo inadatto di comunicazione delle sue angosce, dei suoi desideri o dei suoi bisogni, al fine di permettergli di riprendere la sua crescita psichica e di riconciliarsi con l’ambiente.

L'utilizzazione  dell’ascolto e delle attitudini psicoanalitiche nei  trattamenti istituzionali  consentono all'istituzione di svolgere  una  funzione riparatrice, attraverso l’offerta di un ambiente capace di consentire al bambino o dell’adolescente di sviluppare le sue potenzialità .

 

 

 

 

Il modello Tavistock nel lavoro istituzionale - Margaret Rustin

 

 

 Margaret Rustin voce autorevole della Tavistock Clinic di Londra propone in questo contributo  gli aspetti  salienti del  modello ivi  messo a punto inizialmente   da psicoanalisti infantili quali Bowlby e  la Bick , portato avanti da Bion Harris e Meltzer e successivamente da tanti altri instancabili ricercatori e formatori quali Gianna Polacco Williams.  Si tratta di un modello clinico e di formazione basato sui concetti della psicoanalisi sia  nell'ambito della psicoterapia infantile,  che nel lavoro dei gruppi  e nelle istituzioni. Come noto il modello Tavistock, che ha offerto nel contesto anglosassone una fertilissima possibilità di  applicazione  ai contesti istituzionali di concetti e metodologie proprie della psicoanalisi, si è espanso su di un piano internazionale nutrendo la formazione e  l'impegno di generazioni di psicoterapeuti infantili anche nelle nostre istituzioni .Caratteristiche cruciali di tale modello sono :la diffusione della psicoterapia dell'infanzia, adolescenza e della famiglai nei contesti istituzionale,sia nella classica forma intensiva che attraverso la ricerca di adattamennti e  estensioni del setting ( quali il lavoro di consultaziene terapeutica con bambino e famiglia il counselling con adolescenti e giovani adulti, la terapia congiunta madre bambino, le forme di ossevazione parteciapata e no in diversi contesti ) ; le attività di formazione finalizzate al sostegno di operatori dell’infanzia o dell’adolescenza, attraverso corsi di osservazione e gruppi di work discussion ,perché possano affinare la loro sensibilità nella relazione con i soggetti loro affidati  ed adottare modalità di lavoro integrate.

 

 

 

 

 

la questione della verifica nel dibattito sulla psicoterapia psicoanalitica  - Michael Rustin

 

 

Attualmente sia in Gran Bretagna che altrove viene esercitata una forte pressione sugli psicoterapeuti a orientamento psicoanalitico affinché adducano prove scientifiche dell’efficacia delle loro pratiche . Non di rado  vengono utilizzate   concezioni di tipo scientifico molto riduttive per rivolgere critiche alla psicoterapia e argomentazioni scientifiche vengono confusamente interpretate come sostegno di  interessi professionali di parte.

In questa presentazione M.Rustin  analizzerà tale questione  e in particolare affronterà  il problema di quale siano i  metodi scientifici più appropriati a un tale contesto professionale, sostenendo la necessità di un maggiore impegno da parte degli psicoterapeuti a orientamento psicoanalitico  nei confronti della dimostrazione scientifica      e suggerendo inoltre come il problema dell’a verifica  dell’efficacia dei trattamenti nel campo della salute mentale del bambino e della famiglia sia  una questione  fondamentale più di quanto molti suppongano.

 

 

 

 

Molteplicità dei bisogni, dei linguaggi e delle culture nei servizi di Neuropsichiatria Infantile: l’ascolto psicoanalitico come luogo dell’incontro - Marialaura Zuccarino.

 

Dalla necessità di un approccio transculturale alle sempre più numerose famiglie migranti che accedono ai servizi; alle difficoltà di integrare in un lavoro di equipe profili professionali sempre più specializzati che faticano a dare senso alla sofferenza del bambino, riducendola spesso al malfunzionamento di organi e funzioni  isolate; ai sentimenti di scoraggiamento e di impotenza che colgono gli operatori di fronte all’impossibilità di fornire risposte adeguate a bisogni di bambini, genitori, istituzioni, che le trasformazioni culturali, politiche e sociali, hanno reso talora incompatibili gli uni con gli altri…  i servizi, in particolare quelli volti all’età evolutiva, che coinvolgono anche famiglie e spesso contesti di vita allargati, si trovano a fronteggiare trasformazioni culturali molto rapide, estranee alla propria maturazione interna, non condivise e speso non condivisibili. La crisi dell’identità professionale degli operatori si associa alla tendenza alla dispersione degli interventi e alla difficoltà ad identificare il compito di lavoro.

     L’ascolto psicoanalitico, non mirato alla trasmissione di un sapere o di un’immediata indicazione terapeutica, sembra rappresentare, in questo momento, il luogo di incontro capace di ricreare un dialogo tra le diverse culture e le diverse domande, attivando un movimento gruppale, interno al singolo, ed esterno nel gruppo istituzionale, generatore di nuovi significati, di emozioni e riflessioni condivise, di uno scenario nuovo, cocreato, da cui anche nuovi modelli di intervento possono cominciare a ritrovare un senso .

    La riflessione nasce dall’esperienza di lavoro con utenti stranieri, e di supervisione di un gruppo multiprofessionale (educatori, logopedisti, fisioterapisti..), in un momento di cambiamento e di crisi di un servizio di Neuropsichiatria Infantile di Milano

 

 

 

 

…Vi ricordate come eravamo?...

Gruppo, trasformazioni e contributo psicoanalitico”

Maria Paola Ferrigno

 

 

Il presente contributo propone una riflessione sull’esperienza di un lavoro di gruppo realizzata all’interno di un servizio sanitario pubblico e rivolta ad alcuni adolescenti/giovani adulti con sindromi cliniche caratterizzate da aspetti di disabilità psichica in forma di disturbi cognitivi ed immaturità psicoaffettiva e psicosociale. Il gruppo, condotto da due educatori professionali con formazione psicologica e supervisionato da uno psicoanalista, si è posto come il luogo della narrazione e della ri-costruzione della propria storia.

La funzione di ascolto e il progressivo arricchimento e significazione delle singole storie sembra richiamare una funzione di rêverie e rappresentare per i singoli partecipanti un’esperienza introiettata di senso e di compiutezza identitaria.

 

 

 

 

L'intervento dello psicoterapeuta infantile in reparti pediatrici  - Simonetta Adamo

 

L'autrice descrive la  lunga esperienza di lavoro nel contesto del Policlinico dell'Università di Napoli Federico II, che l'ha vista ,negli anni in cui è stata Professore Associato presso tale Università e la vede tuttora, responsabile e supervisore di una equipe di psicologi clinici e psicotearpeuti infantili che  attua interventi  in reparti pediatrici . Tali  esperienza  riguarda sia la consulenza ed il sostegno al personale medico e sanitario coinvolto nella cura , molto spesso in contesti dove può essere particolarmente complessa la gestione delle emozioni connesse al compito ,come ad esempio in oncologia pediatrica,che interventi rivolti ai genitori e ai piccoli pazienti .

 

 

 

 

.

Il contesto istituzionale come oggetto culturale. -  Maurizio Ricciardi

 

 

Il riferimento al trattamento  contemporaneo di una ragazzina anoressica  e dei sui genitori sarà l'occasione per riflettere sull'importanza che il contesto istituzionale riveste nel lavoro terapeutico.

 

Il rischio di confusione tra cornice e quadro: riflessioni sull'esperienza di psicoterapia nelle strutture private accreditate. - Aldo Parrella

 

Si  propone una riflessione ed un bilancio su   di una  estesa e complessa esperienza  caratterizzante il contesto napoletano: quella della  psicoterapia nei centri riabilitativi privati accreditati,  che ha visto il tentativo di molti operatori di costruire in tali contesti  adeguati setting di psicoterapia psicoanalitica infantile .  Si intende esaminare  le diverse componenti legate alla presa in carico  che formano la cornice ed il quadro  in cui si muove la relazione terapeutica , mostrando come   tali componenti incidano sulla configurazione della relazione stessa. Si i sottolinea l'importanza del setting interno del terapeuta  come salvaguardia della relazione in un contesto potenzialmente confusivo.

 

 

 

 

La psicoterapia in ambito istituzionale: un difficile equilibrio tra dinamiche interne ed esterne.  - Silvana Lucariello

 

Viene esaminata la complessità dell'intervento psicoterapoeutico in ambito istituzionale nel confronto tra più dimensioni ed istanze. In particolare vengono prese in esame le dinamiche che sottendono da un lato una processualità interna,relazionale ed intrapsichica e dall'altro i livelli  istituzionali , con particolare considerazione alla problematica della   prescrizione e conclusione del trattamento.

 

 

 

 

Formazione alla psicoterapia e contesti istituzionali  - Giuseppe Palladino

 

 

Sebbene il quadro normativo non differenzi fra loro le diverse tipologie di attività di psicoterapia, è indubbio che esse richiedano, per un loro valido svolgimento, condizioni diverse a seconda degli orientamenti teorici su cui si fondano.

Anche nell’ambito di uno stesso filone i settings psicoterapeutici possono differire in base a condizioni e finalità collegabili a tipi di trattamento fra loro diversificati.

La formazione all’esercizio dell’attività di psicoterapeuta pertanto richiede, accanto all’insegnamento di teorie e tecniche proprie del modello di riferimento adottato, una conoscenza dei contesti professionali entro cui essa può essere espletata (o richiesta) a cui affiancare la valutazione di congruità delle condizioni esistenti rispetto a quelle contemplate dal modello, e/o le possibilità di adeguamento del modello ad esse.

 

 

 
Bergamo, 16.01-2.04.2008 "LA RELAZIONE ALFA ED OMEGA DI OGNI PSICOTERAPIA"; Sede: ASS. IL CONVENTINO, VIA M. GAVAZZENI 9; Info: cps@ilconventino.org  Fees= euro 350,00
Rif. Organizzatore   11057 - 8002412

GRUPPO BALINT

 

 

Sotto l’egida dell’Associazione Il Conventino, dal 16 gennaio 2008 prenderà inizio presso l’Associazione Il Conventino di Bergamo, la 1^ edizione del corso di formazione intitolato: “La relazione: alfa ed omega di ogni psicoterapia”

 

Finalità:

Questo progetto di formazione è indirizzato a psicoterapeuti (medici e psicologi) che operano nell’ambito della salute mentale sia in strutture pubbliche che private. Nessuna tecnica psicoterapeutica può prescinder dalla qualità del rapporto che si stabilisce tra operatore e cliente. Tale rapporto nasce dall’impatto emotivo trai due poli della relazione ed il terapeuta è tenuto a tentare di aver sempre presente la propria posizione controtransferale e ad utilizzarla invece che ad agirla. Tale obiettivo può essere perseguito  con un lavoro di gruppo con la metodologia Balint centrata soprattutto sulle dinamiche controtransferali.

Il corso proposto è finalizzato all’aggiornamento degli psicoterapeuti secondo i criteri della formazione permanente.

 

Obbiettivi:

  • Migliorare la tecnica psicoterapeutica attraverso l’osservazione critica dei casi clinici in gruppo;
  • Favorire una conoscenza approfondita e soprattutto pratica di quanto le identificazioni proiettive inquinino il lavoro psicologico;
  • Addestrare all’utilizzo delle reazioni controtransferali come strumento principe della conoscenza dell’altro;
  • Far sviluppare una capacità di ascolto di sé e degli altri  che preservi almeno in parte da risposte irriflesse;
  • Prevenzione del burn-out ;

 

Metodologia utilizzata:

Lavoro di gruppo secondo  una  metodologia  ispirata ai gruppi Balint con un setting  molto preciso e facilmente descrivibile,  condotto da un leader accreditato, centrato sulla  discussione dei casi clinici portati dai partecipanti e tratti dalla loro pratica terapeutica sia in ambito pubblico che privato

 

Il corso si articola in 12 incontri a frequenza settimanale della durata di un’ora e mezza ciascuno, che si terranno nella giornata del mercoledì dalle 14.30 alle 16.00.

Il calendario è il seguente: Gennaio 16-22-30; Febbraio: 6-13-20-27 Marzo: 5-12-19-26; Aprile: 02; per un totale di 18 ore effettive di lavoro sui casi clinici in piccolo gruppo.

Nel caso, non prevedibile al momento attuale, di necessità di rimandare un incontro, questo verrà recuperato in una data successiva, concordata tra il leader e i partecipanti, in modo che il monte ore di lavoro effettivo rimanga quello indicato.

 

Destinatari e criteri di selezione

È rivolto a medici e psicologi iscritti all’albo degli psicoterapeuti dei rispettivi Ordini di appartenenza, che lavorano come psicoterapeuti nell’ambito della sanità pubblica e privata.

Il numero massimo di partecipanti è 12.

 

Costo del corso:

€. 250.00 (iva inclusa) per gli operatore dell’Associazione Il Conventino

€. 350.00 (iva inclusa) per gli operatori esterni

 

Responsabile e docente del corso:

Dottor Cesare Casati, neuropsichiatra psicoanalista.

Formatore Balint accreditato dal 1988.

Primario emerito dell’UOP 2° DELL’Az. Ospedaliera OORR di Bergamo.

 

Il corso d’aggiornamento è stato accreditato dal Ministero della Sanità che comunicherà il numero di crediti formativi attribuiti.

 

 

 
Roma, 25.01-23.05.2008 "LA PSICOTERAPIA DELL'ADOLESCENTE A CONFRONTO CON LA TECNICA E LA TEORIA PSICOANALITICA"; Sede: VIA OMBRONE 14 - 00198 ROMA; Info: arpad.nov@tiscali.it  Fees= n.d.
Rif. Organizzatore   1065 - 8001371

La psicoterapia dell’adolescente a confronto con la tecnica e la teoria psicoanalitica.”

 

 Incontri Scientifici promossi dall’Associazione Romana

per la Psicoterapia dell’Adolescenza anno  2007/2008

 

Via Ombrone n.14 – 00198 Roma

(è stato richiesto l’accreditamento ECM)

 

 

Prima serata

 

25/01/08 : dalle 19.00 alle 23.00

Titolo: “Il lavoro dell’astinenza

Nella prima parte di questo lavoro  viene evidenziato il ruolo che il principio di astinenza ha avuto nella costruzione del pensiero psicoanalitico e quali vicissitudini ha seguito nel tempo.

Le riflessioni che seguono sono un invito a rileggere l’astinenza articolandola con alcune elaborazioni concettuali che si sono consolidate-o hanno assunto significato diverso- in epoche successive alla sua nascita quali il setting, il controtransfert, la role responsiveness. L’intento è quello di permettere un arricchimento del significato del principio di astinenza e rivalutarne le potenzialità, in un momento in cui, di fatto, in alcuni ambiti psicoanalitici , astinenza, neutralità e anonimato dell’analista sono messi in discussione. Restituendo complessità al principio di astinenza possiamo valutarne non solo il significato di norma negativa (cosa non fare), ma sentirla come una parte preziosa del processo di elaborazione della coppia analitica. Un caso clinico  mostra le conseguenze di una falla iniziale dell’astinenza ed evidenzia come, se l’analista è in grado di divenirne consapevole  , può contenere  e dar significato, nella dimensione del transfert e del controtransfert,  a questi elementi.

In conclusione l’astinenza, intesa come working through  absinence,è un processo elaborativo costante da parte dell’analista. Un processo che può rimanere silente, ma che, nel momento in cui si realizzano minime fratture dell’astinenza emerge mettendo in forte tensione emotiva transfert e controtransfert. Questo tipo di circostanza richiede un intenso sforzo, da parte dell’analista, di analizzare gli elementi controtransferali per poter restituire utilmente al processo terapeutico gli affetti che la deroga all’astinenza aveva coagulato.

Relatore: Dott.ssa Cinzia Lucantoni

 

Programma:

Ore 19.00 – 20.00 Lettura del lavoro

Ore 20.00 – 21.00 Discussione a piccoli gruppi.

Ore 21.00 – 21.30 Intervallo

Ore 21.30 – 23.00 Discussione plenaria

 

Seconda serata

 

8/2/08: dalle 19.00 alle 23.00

Titolo: “Tra mente e cervello”

Attualmente si presenta come molto vivace il dibattito circa l’interazione tra natura e ambiente (soprattutto riguardo le esperienze precoci) sul fenotipo sociale e personale di un individuo.

Gli effetti dei geni variano con l’ambiente in cui lo sviluppo ha luogo, e gli effetti dell’ambiente variano in rapporto alla costituzione genetica dell’organismo che si sviluppa in quel determinato ambiente.

Si può dire che natura, cioè costituzione, e ambiente hanno un rapporto di reciprocità che inizia prima della nascita e continua per tutta la vita.

Noi possiamo utilizzare questo concetto come strumento base per qualsiasi ipotesi di trattamento terapeutico, ponendo molta attenzione al fatto che uno stimolo ambientale effettuato nei tempi e modi appropriati può in teoria modificare l’espressione e le regolazione genetica di un qualsiasi organo e del cervello in particolare.

Relatore: Dott. Paolo Mariotti

 

Programma:

Ore 19.00 – 20.00 Lettura del lavoro

Ore 20.00 – 21.00 Discussione a piccoli gruppi.

Ore 21.00 – 21.30 Intervallo

Ore 21.30 – 23.00 Discussione plenaria

 

 

Terza serata

 

22/02/2008: dalle 19.00 alle 23.00

“Lettura di un lavoro del Prof. Novelletto

Del 1990 viene discussa la capacita di working through in adolescenza in relazione alla situazione terapeutica.

In particolare viene affrontata la questione se l’adolescente sia o meno capace di working through e con quali peculiarità sue proprie che differenziano il lavoro psicoanalitico con l’adolescente da quello dell’adulto.

La questione viene ulteriormente approfondita in relazione alla scelta del tipo di trattamento da parte dell’analista ed alle possibilità di sviluppo e/o di oscillazione (psicoterapia/psicoanalisi) del trattamento stesso in corso di adolescenza, sia rispetto alla fase dell’adolescenza che alla problematica del processo di soggettivazione in corso.

Relatore: Dott.ssa Adriana Maltese

 

Programma:

Ore 19.00 – 20.00 Lettura del lavoro

Ore 20.00 – 21.00 Discussione a piccoli gruppi.

Ore 21.00 – 21.30 Intervallo

Ore 21.30 – 23.00 Discussione plenaria

 

 

Quarta serata

 

7/03/08: dalle 19.00 alle 23.00

Titolo: “Gianna, verso la rappresentazione”

In questo scritto vi parlo di Gianna una giovane adolescente di 13 anni che seguo in psicoterapia psicoanalitica con frequenza bisettimanale da oltre un anno. Vorrei presentare, sottolineandoli,  alcuni aspetti della storia traumatica di questa giovane e del suo particolare funzionamento psichico, i quali hanno sollecitato in me diverse riflessioni.  Prenderò in esame il mio tentativo di rendere comprensibile ciò che accade dentro la relazione terapeutica all’interno della quale si presentano  e si svelano elementi irrappresentabili per la paziente. Sarà proprio grazie al lavoro di raffigurabilità proposto dal terapeuta che tali elementi potranno diventare comprensibili, tradotti in rappresentazione di parole. La mia ipotesi è che il lavoro di raffigurabilità del terapeuta possa trasformare, integrare e riorganizzare l’insieme della vita psichica di questa paziente. In tal senso fornire a Gianna l’occasione di porre un argine al rischio di vedere fallito il progetto vitale di nascita e sviluppo del suo Sé.

Relatore: Dott.ssa Alessandra Porrini

 

Programma:

Ore 19.00 – 20.00 Lettura del lavoro

Ore 20.00 – 21.00 Discussione a piccoli gruppi.

Ore 21.00 – 21.30 Intervallo

Ore 21.30 – 23.00 Discussione plenaria

 

 

Quinta serata

 

21/03/08: dalle 19.00 alle 23.00

“Campo duale e campo gruppale: il modello della visione binoculare.”

L'intera opera di W. Bion è percorsa dalla tensione propria del tentativo di mettere in relazione, nell'ambito della teoria e della pratica psicoanalitica, la coppia ed il gruppo psicoanalitico.

Attraverso delle note storiche, l'esame di alcuni concetti centrali nel pensiero di Bion e lo sviluppo di situazioni cliniche il lavoro cercherà di dimostrare la fruttosità di tale ricerca.

Il modello della visione binoculare sarà centrale per comprendere il modo con il quale Bion ha messo in relazione dinamica  i due vertici in questione.

Relatore: Dott. Alessandro Americo

 

Programma:

Ore 19.00 – 20.00 Lettura del lavoro

Ore 20.00 – 21.00 Discussione a piccoli gruppi.

Ore 21.00 – 21.30 Intervallo

Ore 21.30 – 23.00 Discussione plenaria

 

 

Sesta serata

 

18/04/08: dalle 19.00 alle 23.00

Titolo: “ L’adolescente borderline e il corpo”

Il docente considera intorno al ruolo del corpo come area di rappresentazioni e sede dell'esperienza dell'adolescente borderline.

Relatore: Dott. Tito Baldini

 

Programma:

Ore 19.00 – 20.00 Lettura del lavoro

Ore 20.00 – 21.00 Discussione a piccoli gruppi.

Ore 21.00 – 21.30 Intervallo

Ore 21.30 – 23.00 Discussione plenaria

 

 

Settima serata

 

23/05/08: dalle 19 alle 23.00

Titolo: “Processo di soggettivazione e ipocondria nella adolescenza”

L’autrice presenta alcune situazioni cliniche seguite in psicoterapia per sollecitare una riflessione circa il percorso di significazione della personale esistenza, dei sentimenti, delle emozioni, nella sua comunicabilità e traducibilità in parole condivisibili. Laddove vi siano delle aree della propria esistenza psicologica non elaborate, in fase adolescenziale,  è il corpo che può diventare il “ portatore” di un discorso esistenziale non traducibile in parole. La manifestazione ipocondriaca è frequente nel corso della adolescenza come tentativo di comunicazione di sé, quando non è stato ancora raggiunto un livello verbale. Tali manifestazioni ( attacchi di panico, somatizzazioni, incidenti, paure relative al corpo…) possono rappresentare fasi transitorie e un modo di chiedere aiuto, senza assumere il valore di una sindrome strutturata, in quanto le trasformazioni corporee e ormonali, legate alla sessualità, possono disorientare l’adolescente nel suo percorso evolutivo.

Diversa può essere la situazione di un adulto che paralizzato da un blocco nella funzione del “ pensarsi” erotizza la paura corporea come espressione di un discorso impossibile.

Relatore: Dott.ssa Maria Antonietta Fenu

 

Programma:

Ore 19.00 – 20.00 Lettura del lavoro

Ore 20.00 – 21.00 Discussione a piccoli gruppi.

Ore 21.00 – 21.30 Intervallo

Ore 21.30 – 23.00 Discussione plenaria

Ore 23.00 - 23.30 Questionario di verifica

 

 

 

 
Roma, 31.01-3.02.2008 CONGRESSO INTERNAZIONALE BION 2008 - SECOND THOUGHTS: FUNZIONE ALFA E CAMBIAMENTO CATASTROFICO; Sede: ANGELICUM CONGRESS CENTER - LARGO ANGELICUM 1 ROMA; Info:     iipg@libero.it          IIPGCATANIA@VIRGILIO.IT   Fees= euro 270,00
Rif. Organizzatore   2845 - 8000870

Curriculum vitae Relatori

 

 

Ambrosiano Laura

nazionalità italiana

nata il 29-10-1946

 

Esperienza lavorativa:

Attività come psicoterapeuta iniziata nel 1973

Libero professionista

 

Istruzione e formazione:

1969 Laurea in storia e filosofia

1972 Specializzazione universitaria in psicologia

Iscritta all’albo degli psicologi e a quello degli

psicoterapeuti

1992 Qualifica di psicoanalista-

2006 Socio ordinario con funzioni di training della

SPI e dell’IPA

 

Brown Lawrence J.

 

Lawrence J. Brown, Ph. D. is a graduate in Child and Adult Psychoanalysis from the Boston Psychoanalytic Institute (BPSI) and a supervising child analyst there as well as on the BPSI faculty.  He is also a supervising analyst at the Southwestern Psychoanalytic Center in Tucson, Arizona and at the Massachusetts Institute for Psychoanalysis. 

Dr. Brown is on the Editorial Board of the International Journal of Psychoanalysis.  He is also Co-chair of the Bion 2009 in Boston Planning Committee and is President of the Boston Group for Psychoanalytic Studies which is the organizing body for the Bion 2009 in Boston conference.

Dr. Brown has published many articles that deal with the theories of Melanie Klein and Bion.

 

Camassa Paola

 

E’ Membro Ordinario e Analista di Training della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.) e dell’International Psychoanalytical Association (I.P.A.).

E’ stata dal 2000  al 2004 Segretario scientifico del Centro di Psicoanalisi di Palermo e membro della Commissione scientifica della S.P.I.

Dal 1994 è docente della scuola di formazione della S.P.I., presso la sede di Roma.

E’ membro del comitato di redazione della Rivista italiana di psicoanalisi.

 

 

Chuster Arnaldo

 

Psychiatrist, Member of the Brazilian Psychiatric Association and Rio de Janeiro Psychiatric Association.

Training and Teaching Analyst of the Rio de Janeiro State Psychoanalytical Association ( filiated to IPA)

Teacher of the IWBion Institute in Porto Alegre.

Member of the West Coast Bion's study group in California.

Private Practice in Rio de Janeiro, Brazil

 

Corrente Giorgio

 

Giorgio Corrente, Psicologo.

Università di Buenos Aires, Repubblica Argentina.

Università di Roma "La Sapienza".

Psicoanalista, Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana (SPI - IPA).

Socio fondatore del Centro Ricerche Psicoanalitiche di Gruppo di Rama "Il Pollaiolo".

Socio fondatore e Membro Didatta dell'Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo.

Presidente dell'Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo.

Svolge prevalentemente l'attività di Psicoanalista e psicoterapeuta a Roma.

Come conduttore di gruppo lavora nell'area della terapia, della formazione e della supervisione istituzionale.

E' docente presso diversi Istituti di Psicoterapia Psicoanalitica.

Ha pubblicato numerosi lavori ed articoli di psicoanalisi individuale e gruppale.

 

De Toffoli Carla

 

Medico, Specialista in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali. Analista

Ordinario della S.P.I. con funzioni di training.

 

Ferro Antonino

 

Born in Palermo in 1947. Obtained Classical School Leaving Certificate and  First Class Degree in Medicine and Surgery at Palermo University.  Specialised in Psychiatry (gained First Class Honours) at Pavia University, where I worked under a research contract with the National Research Centre (1976 –1983) on a project aimed at the Prevention of Mental Diseases. For a few years I worked in the fields of drug addiction and psychogeriatrics. Later, I became interested in child neuropsychiatry, to the point that I set up and directed a Centre for Motory and Language Rehablitation.

Subsequently have been Lecturer at Pavia University’s Psychiatric Centre and many years at Milan University’s Child  Psychotherapy Centre, as Professor of Child Psychoanalysis and Psychotherapy.

Having performed personal and didactic analyses in Milan, I became Associate Member, then Full Member and finally   Training and Supervision Analyst for the SPI.

Since the beginning of my psychoanalytic practice I have been interested in the analysis of serious patients and in that of children and adolescents. On the theoretical side, I became immediately curious of the various models existing in psychoanalysis, also because it has always been important for me to understand the scientific positions of the Other. This has led me to respect deeply (and to know better and better) people whose scientific approaches are different from mine.

Later, I welcomed enthusiastically the concept of “Psychoanalytic Field” postulated by Baranger  in Argentina   and also studied the thought of Bion with great passion. I have had the privilege to work with colleagues from all parts of the world, who followed all  kinds of orientations.

I always appreciated the points of view they had to offer, which did not prevent me from having positions, sometimes very precise, of my own. In the course of the years I have held supervisions, lectures and seminars at the Psychoanalytic Society of various countries (Europa,North America and South America). Since I find it important to add some institutional engagement to one’s scientific activity, I have been National Scientific Secretary for the SPI for two years and subsequently President of the Milan Centre for Psychoanalysis  for four years. I was responsible for the scientific programme of the Society and later of the Milanese section. 

Having trained as a Child and Adolescent Analyst, I am on the SPI and IPA registers.

Have written several books translated into various languages  and many articles for the main psychoanalytic Journals.

Am on the Editorial Board of numerous Journals  ((Revista de Psicoanalisis dell’APA-Buenos Aires; Monographies de Psychanalyse de la Revue Française de Psychanalyse; Revista Portuguesa de Psicanàlise; Journal of Melanie Klein and Object Relations- New York; Revista Brasileira de Psicanálise; Revista de Psiqiatria do Rio  Grande do Sul; Revista de Psicanalise de SPPA etc.).

Have attended IPA,EPF,FEPAL conferences, almost always presenting papers at plenary or working  group sessions.

For several years I have been mainly in private practice as analyst and supervisor.

Am Editor-in-Chief of the Italian Year Book of IJP, Editor of the ‘’Quaderni di Psicoterapia Infantile’’ published by Borla, in charge of the series “Frontiers and Roots of Psychoanalysis” published by Borla, member of the FEP’s WCPI (Working Party on Clinical Issues), and have been on the IPA Committee ‘’On  Relations Between  Psychoanalysis and Contemporary Sciences’’.

For many years I have been invited by the Psychoanalytical Quarterly to write abstracts of the most important articles from the Italian Rivista di Psicoanalisi..

Since 2003 I have been elected  Editor for Europe  of the International Journal of Psychoanalysis.

I  am currently(2006) member of CAPSA – Analytic Practice and Scientific Activities Committee and Permanent Member of of the EPF Programme Committee and Chair of Sponsoring Committee for the Turkish Provisional Society of Psychoanalysis.

 

Gaburri Eugenio

 

Laureato in medicina nel 1959 – Specializzato in neuropsichiatria nel1962 – Libero docente in psichiatria nel 1974-

Dal 1972 membro associato della Soc. Psicoanalitica Italiana e dell'IPA, dal 1984 membro con funzioni di training della SPI e dell'IPA

Ha pubblicato circa cento articoli scientifici di psichiatria, psicoterapia di gruppo e psicoanalisi. Ha pubblicato o curato diversi libri di psicoanalisi.

 

 

Giampà Mario

 

nato a Catanzaro 15 agosto 1939

residente in Roma viale di Trastevere n. 118   00153

telefono 065898527 - cel. 3357093438

laurea in medicina e chirurgia - Università degli Studi  "La Sapienza"

Roma, anno 1968

Specializzazione in Psichiatria, Università di Pisa, anno 1974

Iscritto all'Ordine dei medici  di Roma, n. 17701

Iscritto nell'albo degli psicoterapeuti dell'Ordine dei medici di

Roma, anno 1990

Libero professionista con studio in Roma, viale di Trastevere n. 118

Codice fiscale GMPMRA39M15C352N

partita IVA 01866090580

 

Hautmann Giovanni

 

Giovanni Hautmann è nato a Firenze nel 1927 e vi risiede, laureato in medicina, appartiene alla S.P.I. dal 1963. Come analista con funzioni di training è Stato Segretario Nazionale del Training, membro di diversi Comitati Esecutivi, presidente del Centro Psicoanalitico di Firenze e Presidente della S.P.I. dal 1986 al 1990. Nell’ambito universitario è stato professore a contratto per la Psichiatria nell’Università di Firenze e per la Neuropsichiatria Infantile nell’Università di pisa. Ha diretto dagli anni ’55 ad oltri gli anni ’70 il Centro Medico-psico-pedagogico dell’Ente Nazionale per la Protezione del fanciullo ed il gabinetto Medico-psico-pedagogico annesso al Tribunale dei Minori del Ministero di Grazia e Giustizia. E’ stato per oltre 20 anni consulente psicoanalista dell’Istituto Scientifico di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Stella Maris.

Parte dei suoi lavori sulla situazione analitica e l’organizzazione precoce della mente sono raccolti nei volumi Il mio debito con Bion e La psicoanalisi tra arte e biologia editi da Borla e La Funzione analitica della mente edito dall’ E.T.S.. A Cura di A. Brignone I seminari analitici di gruppo di Giovanni Hautmann, ETS, esemplifica il modello proposto di conduzione analitica dei seminari.

 

Levine Howard B.

 

Education and Training:

A.B., Columbia College, New York City, N.Y., 1964.

M.D., Tufts University School of Medicine, Boston, Mass., 1968.

Internship, Meadowbrook Hospital (now  called The Nassau County Medical Center), East Meadow, N.Y., 1968-69.

Residency (Psychiatry), Tufts-New England Medical Center, Boston, Mass., 1969-1972.

Fellowship (Training for Teaching in Psychiatry), Boston University School of Medicine, Boston, Mass., 1972-73.

Psychoanalytic Training, Boston Psychoanalytic Institute, Boston, Mass., 1971-1980.

Certification in Psychoanalysis, by the Board on Professional Standards of the American Psychoanalytic Association, December 1988.

Faculty, Boston Psychoanalytic Institute (BPSI), 1982-1997.

Faculty, Massachusetts Institute for Psychoanalysis (MIP), 1991- present.

Faculty, Psychoanalytic Institute of New England (PINE), 1997- present.

 

Moggi Daniela

 

Daniela Moggi è nata a Milano il 7/9/1950.

Il 20/11/1973 ha conseguito la laurea con lode in Filosofia, presso l’Università degli Studi di Palermo.

Nel settembre 1975 ha iniziato la sua collaborazione con il Centro Ricerche Psicoanalitiche di Gruppo di Palermo, di cui è stata socio fondatore. Dal 1990 al 1996 ha ricoperto la carica di Segretario Scientifico di tale Centro.

Dal 1991 è membro associato della Società Psicoanalitica Italiana avendo seguito e concluso l’intero training di formazione presso l’Istituto di Psicoanalisi Romano.

E’ socio fondatore e membro ordinario con funzioni di training dell’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo, di cui è stata Presidente dal 2000 al 2004. Dal 1997 è Direttrice della Scuola di Palermo di detto Istituto.

E’ regolarmente iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia e nell’Elenco Speciale degli Psicoterapeuti dell’Ordine.

 

Riolo Fernando

 

Nato nel 1946, vive a Palermo. Ha compiuto studi di filosofia e psicologia. E’ membro ordinario e analista di training della S.P.I. e dell’I.P.A. E’ stato segretario scientifico ed è attualmente presidente della Società Psicoanalitica Italiana.

 

Sandler Paulo Cesar

 

MD (Universidade de São Paulo, 1973)

MSc (Universidade de São Paulo, 1982

Training analyst and professor, Sociedade Brasileira de Psicanálise de São Paulo, since 1987

Honorary Member, Força Aérea Brasileira

Socio Onorario, Accademia Lancisiana (Roma)

Former Professor at the Faculdade de Saúde Pública da Universidade de São Paulo (Programa de Saúde Mental) and the Instituto de Psicologia da Universidade de São Paulo (Curso de pós-graduação Lato Senso em Psicoterapia Psicanalitica); Former Director of the Revista Brasileira de Psicanálise and of the Departamento de Publicações da Socidade Brasileira de Psicanálise de São Paulo.

Author of several books and papers (some of them awarded with prizes) in Brazil, UK, Italy, Portugal  and France about the work of Bion and extensions of it, including "The Language of Bion - a dictionary of concepts"(Karnac Books) and "A Apreensão da Realidade Psíquica"

Translator of Bion's work to the Portughese language, including the first translation ever of "A Memoir of the Future"

Co-organizer and organizer of several International Meetings about the work of Bion

 

Sapienza Antonio

 

Membro Effetivo della SBPSP, da 1979, ed Analista Didatta dell´Istituto di Psicoanalisi della SBPSP, da 1982. Full-Member della International Psychoanalytical Association [IPA]. Membro  Titolare della FEPAL.

Membro del Comitato d´Etica SBPSP [1997-2000]. Co-autore dell´attuale Codice D´Etica della SBPSP e della Carta dei Principi Etici della ABP.

Diploma “Lupa Romana” concesso della Assemblea Legislativa Statuale di San Paolo [Giugno 2000], per rilevanti servizi prestati alla Comunità Italo-Brasiliana.

Esercizio professionale continuo come psicoanalista nella città di San Paolo, da 1977 finora.

Membro dello Consiglio Editoriale della Rivista IDE [SBPSP – 2005/2007]. Consigliere dello Dipartamento Istorico [SBPSP – 2007]. Membro Coordinatore della Divisione di Publicazioni [SBPSP – 2007].

Conferenze di Psicoanalisi in Congressi Brasiliani {ABP}, ed in Nuclei e Società di Psicoanalisi in diverse città Brasiliane, includendo l´Università di San Paolo.

Membro del Gruppo Coordinatore e Introduttore di Studi Bioniani in Bion2004SanPaolo [Luglio 2004].

Articoli di Psicoanalisi in “Revista Brasileira de Psicanálise” [ABP], “Jornal de Psicanálise” [Instituto de Psicanálise da SBPSP], “IDE” [SBPSP], “Alter” [Brasília], “FunzioneGamma” [Roma].

Autore di capitoli dei libri psicoanalitici: “Ricercando il Feminino”; “La Tempestà – Cambiamento Catastrofico”; “Eros, tessitore di Miti” e “Fattori di Congiunzione e Disgiunzione in Coppie Fertile e Creative” {Bion 2004}, co-autore Luiz Carlos Uchôa Junqueira Filho in ambedue.

 

Sor Dario

 

Año 1975 Full Member de la Asociación Psicoanalítica Internacional (IPA)

Año 1977 ‑  Miembro fundador de la Asociación Psicoanalítica de Buenos Aires

(APDEBA) con  (Función Didáctica).

"INTRODUCCION A LAS IDEAS DE BION" Col. Dres. L. Grinberg, y E. T. de Bianchedi.  Pub. en Ed Nueva Vision, Bs. As. 1973. Reditado en 1973, 1975, 1976

Pub. en italiano con el titulo "INTRODUZIONE AL PENSIERO DE BION" Ed. Armando. Italia  1975.

Pub. en frances con el titulo "INTRODUCTION AL AUX IDEES PSICHOANALYTIQUES      DE BION" Ed. Bordas Paris, 1976.

Pub. en ingles con el titulo "INTRODUCTION TO THE WORK OF BION", Ed. The Roland   Harris Educational trust, Scotlan,  Londres, 1976.

Pub en ingles  con el titulo  "INTRODUCTION TO THE WORK OF BION". Ed. Aronson,

New York,  1971,1977

 Pub. en portugues  con el titulo  "INTRODUCAO AS IDEIAS DE BION", Ed. Imago, San

 Pablo, Brazil,  1973.

 Pub. en japones, Japan UNI Agency, Inc., Tokio, 1977,  1990.

"CAMBIO CATASTROFICO" (Psicoanalisis del darse cuenta). Col. M. R. S. de Gazzano,

Pub. en Argentina por Ed. kargieman, Bs. As. 1988

"FANATISMO" Col. M. R. S. de Gazzano,

Pub en Chile por Ed. Ananke ,  Chile , 1992

"NUEVA INTRODUCCION A LAS IDEAS DE BION"

Pub. en Espania por Ed. Yebenes, Espania 1993

Pub. en Italia  con el titulo "INTRODUZIONE AL PENSIERO DE BION" ed. Raffaello

 Cortina, 1993

Pub. en Inglaterra  con el titulo  "NEW INTRODUCCION TO THE WORK OF BION" eEd.  Aronson 1993.

Pub.  en Alemania con el titulo "EINE ENFÜHRUNG" Ed. Frommann‑holzboog, 1995.

BRECHAS EN EL SUEÑO Col. Marta S. Martínez Pub. En Bs. As 2004 Ed. Polemos.

 

Van Buren Jane

 

Professional Experience

1992-Present            Training and Supervising Analyst, Psychoanalytic Center

                        of California

1970-1972             chair with Jim Gooch, M.D., Ph. D. Bion conference 2002, Los Angeles, California

1991-1993    Training and Supervising Analyst, Institute for Contemporary Psychoanalysis          

1990-1995     Adjunct Faculty, California School of Professional

                        Psychology

1989-Present            Faculty/Supervising Staff, Wright Institute

1987-1989     Assistant to the Dean, Psychoanalytic Center of California

1985               Present Private Practice in Psychoanalysis

1983-1987     Faculty, California Graduate Institute, Department of

                        Psychoanalysis

1975-1986          Resident Faculty, Division of Critical Studies, California Institute of the Arts

1970-1972      Women’s Studies Instructor, Council for Educational Development (CED), and Teaching Fellow, History Department, UCLA

 

Vermote Rudi

 

Vice-president of the Belgian Society of Psychoanalysis.

Member of the Editorial Boards of several journals including the IJPA.

Head of the Center of Psychotherapy of Personality Disorders, Katholieke Universiteit Leuven – Campus Kortenberg.

Part-time professor at the faculties of Medicine and of Psychology of the Katholieke Universiteit Leuven, Belgium.

 

 

 

 

 

 

 

 
Pesaro, 8.01-29.04.2008 CORSO ANNUALE DI FORMAZIONE ALLA PSICOTERAPIA INFANTILE; Sede: PIAZZALE COLLENUCCIO, 20; Info: mariateresafederici@virgilio.it  Fees= euro 1800,00
Rif. Organizzatore   8628 - 8001897

5° Corso 2007-2008

CORSO ANNUALE DI FORMAZIONE ALLA PSICOTERAPIA  INFANTILE

da tenersi a Pesaro nei giorni

16-23-30 ottobre 2007

6-13-20-27 novembre

4-11-18 dicembre

8-15-22-29 gennaio 2008

12-19-26 febbraio

4-11-18 marzo

1-8-15-22-29 aprile

PROGRAMMA

 

 

10.00 – 11.00           Lezione magistrale (n° 16 giornate)

                                    FASE FALLICA ED EDIPICA

                                    Lezione magistrale (n° 9 giornate)

                                    LA FORMAZIONE DELLA FANTASIA NEL BAMBINO

                                    Maria Teresa FEDERICI

                                   

11.00 – 12.00           Presentazione di problemi/casi clinici in seduta plenaria

                                    SUPERVISIONE DI UNA PSICOTERAPIA

                                    Maria Teresa FEDERICI

 

12.00 – 13.30            Presentazione di problemi/casi clinici in seduta plenaria

                                    SUPERVIZIONE DI CASI CLINICI

                                    Maria Teresa FEDERICI

 

Il Corso si svolge a Pesaro, in P.le Collenuccio 20 nell’Aula di Formazione

E’ aperto a psichiatri, psicologi, psicologi psicoterapeuti

Il numero previsto di partecipanti per questo corso è di : 15

(di cui n° 12 psicologi e n° 3 medici)

 

Il Corso è costituito da 25 incontri, dalle ore 10.15 alle ore 13.30, ogni martedì (non festivo), con inizio il  16 Ottobre 2007 e termine il 29 Aprile 2008.

 

Il corso  è suddiviso in tre momenti formativi:

1)          10.00 – 11.00          gruppo teorico

2)          11.00 – 12.00          gruppo di formazione e supervisione di psicoterapia

3)          12.00 – 13.30          gruppo di discussione di casi clinici con particolare attenzione alla diagnosi e presa in carico.

 

Il Corso è condotto dalla Dott.ssa Maria Teresa Federici

Il costo del Corso è di  € 1.800,00 +IVA

 

 

 

DETTAGLIO LEZIONI TEORICHE:

 

-          Periodo fallico nel bambino e nella bambina

-          Relazione con il se e con l’oggetto

-          Descrizione di fase ed eventuali problemi evolutivi

-          Evoluzioni psicopatologiche e applicazioni cliniche

-          La triangolazione edipica

-          Relazione con il se e con l’oggetto

-          Possibili evoluzioni psicopatologiche e applicazioni cliniche

-          Fantasie sessuali e teorie sessuali


 

 

 

 
Torino, 12.01-7.06.2008 "ANGOSCE, DIFESE, ELABORAZIONI TRASFORMATIVE" Sede: AULA MAGNA LICEO CLASSICO "V. ALFIERI", C.SO DANTE 80, TORINO; Info: info@ippweb.it Fees= euro 250,00
Rif. Organizzatore   5432 - 8000901

ISTITUTO DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA – IPP

 

 

ANGOSCE, DIFESE, ELABORAZIONI TRASFORMATIVE

 

12 gennaio – 7 giugno 2008

 

 

12/01/08

Dott. Sergio Molinari

Ricominciare da Irma

 

26/01/08

Dott. Carlo Brosio

Il complesso edipico di Edipo

 

23/02/08

Dott. Roberto Beneduce

Linguaggi, psicopatologia e politiche del trauma ,economie morali e usi sociali della sofferenza

 

8/03/08

Dott.ssa  Maddalena Dotta / Dott. Filippo Bellavia

Psicoterapia nelle istituzioni

 

29/03/08

Dott.  Giorgio Blandino

Cos’è che cura, cos’è da curare

 

19/04/08

Dott.  Massimo Recalcati

Il problema clinico dell’angoscia

 

10/05/08

Dott. Claudio Grasso

“Le vite degli altri”: dalla persecuzione alla gratitudine

 

7/06/08

Dott.ssa  Simona Argentieri

Sviluppi analitici della psicosomatica

 

 

 

Sede del corso:

Auditorium Liceo Classico “Vittorio Alfieri”, Corso Dante 80, Torino

 

Corso pratico finalizzato allo sviluppo continuo professionale

 

 

L’evento si articola in otto incontri tenuti da noti psicoanalisti e da soci didatti dell’Istituto.

Il filo conduttore degli incontri è la sofferenza mentale che l’uomo incontra nella sua esperienza di vita. Una sofferenza che si manifesta come angoscia e porta allo strutturarsi di difese, difese che quando divengono rigide, ostacolano lo sviluppo delle competenze affettive e cognitive.

Una sofferenza che talora assume aspetti transgenerazionali, collegata a carenze congenite, o aspetti contingenti in relazione a carenze occasionali delle relazioni primarie, a eventi traumatici acuti, a microtraumi ripetuti nel tempo.

Gli incontri intendono evidenziare i vari tipi di angosce in gioco collegandole alle fasi dello sviluppo psichico, fasi che danno luogo a posizioni, configurazioni di angosce e di difese, che accompagnano la persona per tutta la vita.

In assenza della  mentalizzazione del corpo e degli affetti la sofferenza diviene sintomatica nel corpo, come nei disturbi psicosomatici,  altrimenti essa si manifesta nelle relazioni, compresa quella terapeutica. Non solo le persone, ma anche i gruppi e le istituzioni vivono stati di sofferenza, in relazione al compito istituzionale o alle dinamiche interne, stati che danno origine ad angosce profonde di tipo psicotico.

L’attenzione dei relatori è tesa ad evidenziare come compito del terapeuta è restare vivo come terapeuta, senza lasciarsi travolgere dalle emozioni che lo attraversano, notandole, incuriosendosi, lasciando emergere in sé rappresentazioni mentali, restituendole nei tempi e nei modi dovuti, così da costituire un ambiente sufficientemente buono che permetta il riconoscimento delle difese e del loro valore e nello stesso tempo il superamento delle rigidità e la ripresa del processo vitale.

Cinque noti psicoanalisti, due soci didatti dell’Istituto e una psicoterapeuta inserita nel SSN presenteranno le concezioni teoriche più attuali, le loro riflessioni e il loro lavoro, favorendo percorsi differenziati di apprendimento.

 

Destinatari del corso

Medici e psicologi psicoterapeuti operanti in ambito pubblico (DSM, SERT, NPI, Consultori) e privato

 

Obiettivi didattici

·        Favorire l’aggiornamento e l’inquadramento delle conoscenze su angosce, difese, elaborazioni trasformative

·        Sviluppare la capacità di fare, attraverso la supervisione di casi portati dai partecipanti

·        Migliorare la capacità di accoglienza delle angosce portate e dei vissuti emotivi profondi controtransferali, contatto indispensabile per relazioni interpersonali e istituzionali fruttuose

 

Metodologia di lavoro

Lezione magistrale, confronto/dibattito tra pubblico ed esperto guidato da un conduttore, presentazione  e discussione di problemi o di casi clinici  in seduta plenaria (non a piccoli gruppi).

 

Articolazione del corso

Durata evento: 12 gennaio  – 7 maggio 2008

Sede degli incontri: Auditorium Liceo Classico “Vittorio Alfieri”, Corso Dante 80, Torino.

L’evento comprende otto  incontri della durata di sei ore ciascuno per un totale di 48 ore.

Orario dei singoli incontri: 10 - 13, 14 - 17.

Il/i docente/i di riferimento della giornata conducono tutte le attività della stessa.

I Chairmen degli incontri sono scelti tra i Soci Didatti dell’Istituto.

 

Elenco dei docenti con indicazione delle giornate di presenza:

 

·        12/01/08    Dott. Sergio Molinari

·        26/01/08    Dott. Carlo Brosio

·        23/02/08    Dott. Roberto  Beneduce

·        8/03/08      Dott. Filippo Bellavia / Dott.ssa  Maddalena Dotta

·        29/03/08    Dott.  Giorgio Blandino

·        19/04/08    Dott.  Massimo Recalcati

·        10/05/08    Dott. Claudio Grasso

·        7/06/08      Dott.ssa  Simona Argentieri

 

La carta dei tempi è uguale per le singole giornate, con eccezione dell’ultima ove è previsto, finito l’incontro, un tempo per il ritiro delle schede di valutazione dell’evento e del questionario

 

Carta dei tempi

Ore 9.30                                             Registrazione dei partecipanti e consegna del materiale ECM     Ore 10 – 12                                     Lezione magistrale

Ore 12 – 13                                        Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto guidato

da un conduttore (“l’esperto risponde”)

Ore 13 – 14                                        Pausa

Ore 14 – 15                                        Confronto/dibattito tra pubblico ed esperto guidato

da un conduttore (“l’esperto risponde”)

Ore 15– 17                                         Presentazione di problemi o di casi clinici  in seduta plenaria

(non a piccoli gruppi)

Ore 17                                                Ritiro delle schede di valutazione dell’evento e del

questionario, consegna degli attestati di frequenza.

 

 

Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla Dott.a  Antonella Vessa: 

dal Lun, al Ven 9.30-12.30, Lun, Mer e Gio 15.30-18.30

Tel.  011.597605,

Cell. 334.5372685 (Dott.a Mariotto)

 

La quota di partecipazione agli otto incontri è di 250 Euro + IVA.

Le iscrizioni ai fini ECM vanno comunicate entro il mercoledì precedente l’inizio del primo incontro. I posti prenotati potranno essere riassegnati in caso di mancata presentazione entro le ore 10. Le iscrizioni restano comunque aperte fino a esaurimento dei posti.

 

Il corso è finanziato al 50% tramite quote di iscrizione e al 50% tramite autofinanziamento, partecipando all’incontro i soci dell’Istituto e gli allievi della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica da esso diretta (quota non paganti). Nel caso le quote di iscrizione non raggiungano il 50% delle spese l’Istituto provvede con fondi propri all’eventuale scoperto.

 

Accreditamento ECM richiesto.

 

Per accedere ai crediti formativi è necessaria la frequenza integrale agli incontri del mattino e del pomeriggio e la compilazione delle schede di valutazione e del questionario di verifica dell’ apprendimento.

 

 

 

 
Ancona, 13.01-6.04.2008 "IL ROVESCIO DELLA PSICOANALISI"; Sede: HOTEL CITY – CORSO MATTEOTTI 112 – ANCONA; Infoantennaancona@istitutofreudiano.it  Fees= euro 200,00
Rif. Organizzatore   1263 - 8001071

ISTITUTO FREUDIANO

per la clinica la terapia e la scienza

 

Antenna del Campo freudiano di Ancona

 

 

ciclo di seminari

“Il rovescio della psicoanalisi”

 

 

 

 

Domenica 13 gennaio 

Domenica 3 febbraio

Domenica 2 marzo

Domenica 6 aprile

 

2008

 

 

 

Sede: Sala Convegni Hotel City - Corso Matteotti, 112 - Ancona

 

L’evento è a numero chiuso. Verranno raccolte le prime 40 iscrizioni per il programma ECM,

altre 30 iscrizioni saranno riservate a partecipanti che non hanno bisogno dell’accreditamento.

 

Quote di iscrizione:  Partecipanti programma ECM € 200,00

 

La scheda di iscrizione dovrà essere spedita a:

Antenna del Campo freudiano – ECM Ancona. Viale della Vittoria, 24 – 60123 Ancona antennaancona@istitutofreudiano.it

 

 

Per informazioni: Dott.ssa Giuliana Capannelli tel. 348.3486530

 

 

Finalità e obiettivi del SEMINARIO di formazione

 

 

 

Attraverso questo Ciclo di seminari verrà affrontato un testo di Jacques Lacan, psicoanalista francese morto nel 1981, dal titolo: Il rovescio della psicoanalisi per affrontare tematiche relative alla psicoanalisi e al discorso della società moderna che Lacan divide in quattro discorsi: discorso del padrone, discorso dell’isterica, discorso dell’università e discorso dell’analista.

Il lavoro verrà introdotto da un contributo preordinato e proseguirà con una discussione condotta e guidata dal moderatore che cercherà di far emergere punti critici e di avanzamento, rilanciando la riflessione e l’elaborazione teorica.

 

 

 

PROGRAMMA DELLE GIORNATE

 

DOMENICA 13 GENNAIO 2008

ore   8.45 -  9.00            Registrazione dei partecipanti

ore   9.00 - 10.00             Lezione su tema preordinato titolo: Introduzione al Seminario di Lacan  

Docente relatore: Dott.ssa  Adele Marcelli

ore 10.00- 12.00              Lezione Magistrale titolo: : I quattro discorsi di Lacan  

Docente relatore: Dott. Daniel Matet

ore 12.00 – 13.00           Dibattito/Confronto guidato

                                      Docenti: Dott.ssa  Adele Marcelli – Dott. Daniel Matet

 

DOMENICA 3 FEBBRAIO 2008

ore   9.00 - 10.00             Lezione su tema preordinato titolo: Alcune note guida al Seminario XVII  

Docente relatore: Dott.  Aldo Tricarico

ore 10.00- 12.00             Lezione Magistrale titolo: Assi della sovversione analitica

Docente relatore: Dott. Pierre Naveau

ore 12.00 – 13.00           Dibattito/Confronto guidato

                                      Docenti: Dott. Aldo Tricarico – Dott. Pierre Naveau

DOMENICA 2 MARZO 2008

ore   9.00 - 10.00             Lezione su tema preordinato titolo: Il complesso di Edipo freudiano

Docente relatore: Dott.ssa Giuliana Capannelli

ore 10.00- 12.00             Lezione Magistrale titolo: Al di là del complesso di Edipo

Docente relatore: Dott. Philippe De Georges

ore 12.00 – 13.00           Dibattito/Confronto guidato

Docenti: Dott.ssa  Giuliana Capannelli – Dott. Philippe De Georges

 

DOMENICA 6 APRILE 2008

ore   9.00 - 10.00             Lezione su tema preordinato titolo: La psicoanalisi oggi

Docente relatore: Adele Marcelli

ore 10.00- 12.00             Lezione Magistrale titolo: Il rovescio della vita contemporanea

Docente relatore: Dott.ssa Celine Menghi

ore 12.00 – 13.00           Dibattito/Confronto guidato

                                      Docenti: Dott.ssa Adele Marcelli – Dott.ssa Celine Menghi

 

ore 13.00 - 13.30            Compilazione e consegna schede di verifica e schede di valutazione

 

 

 

DOCENTI INVITATI

 

 

Domenica 13 gennaio

Dott. Daniel Matet Psichiatra e Psicoanalista,  Membro del consiglio dell’Ecole de la Cause Freudienne e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, Coordinatore della Sezione Clinica Paris-Ile de France.

Dott.ssa Adele Marcelli Psicologo-Psicoterapeuta, Membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi

 

Domenica 3 febbraio

Dott. Pierre Naveau Psicologo e Psicoanalista,  Membro dell’Ecole de la Cause Freudienne e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, Docente della Sezione Clinica di Nizza.

Dott. Aldo Tricarico Psicologo-Psicoterapeuta, Membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi

 

Domenica 2 marzo

Dott. Philippe De Georges  Psichiatra e Psicoanalista, Membro dell’Ecole de la Cause Freudienne e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, Responsabile della Sezione Clinica di Nizza.

Dott.ssa Giuliana Capannelli Psicologo-Psicoterapeuta, Docente incaricato dell’Istituto freudiano, Membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi

 

Domenica 6 aprile

 

Dott.ssa Celine Menghi  Psicologo e Psicoanalista, Membro dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi e della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, Docente dell’Istituto freudiano di Roma

Dott.ssa Adele Marcelli Psicologo-Psicoterapeuta, Membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi

della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi

 

 

 

 

 

 
Milano, 11.01-30.11.2008 I.R.P.A. CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA PSICOANALITICA; Sede: VIA P. GAGGIA 4 - 20139 MILANO MI; Info: segreteriarecalcati@fastwebnet.it  MT.RODRIGUEZ@TISCALI.IT ; Fees= euro 3000,00
Rif. Organizzatore   13493 - 8002381

 

 

 
Milano, 31.01-11.12.2008 "IL CASO CLINICO NELLA PSICOTERAPIA PSICODINAMICA.3A SERIE DI SEMINARI. GRUPPO DI SUPERVISIONE DI CASI CLINICI"; Sede: VIA CROCEFISSO 6 MILANO; Info: giannifantuzzi@virgilio.it  Fees= n.d.
Rif. Organizzatore   7125 - 8000735

Il caso clinico nella psicoterapia psicodinamica. 2a serie di seminari

                                          Gruppo di supervisione di casi clinici

 

Programma

 

Evento formativo rivolto a psicoterapeuti, psicologi e medici, professionisti già operanti nell’ambito della psicoterapia.

Verranno presentati una serie di casi clinici in psicoterapia, indicati secondo le definizioni categoriali correnti, tuttavia per ognuno di essi verrà approfondito l’inquadramento psicodinamico – strutturale, in quanto il corso si fonda su di una clinica psicodinamicamente orientata, concepita come approccio basato sulla comprensione teorica  dei processi mentali e dei comportamenti umani sulla base dei seguenti principi: il funzionamento mentale inconscio, il transfert, il controtransfert, la resistenza, il determinismo psichico, il punto di vista evolutivo, la soggettività dell’individuo (nella psicoterapia psicodinamica si intende quella del paziente e dello psicoterapeuta).

Gli accadimenti che esprimono il funzionamento della coppia paziente-terapeuta mostrano come le diverse configurazioni degli oggetti interni e stati del sé, si manifestano sotto forma di rappresentazioni e si concretizzano connotandosi affettivamente, in funzione dell’impatto relazionale; si tratta dunque di eventi psichici che possono essere colti all’interno di una dinamica soggettiva e intersoggettiva,  inoltre nella prospettiva orientata alla mentalizzazione (P.Fonagy et al.2002), propria della situazione psicoterapeutica, è possibile pervenire alla coscienza dei sentimenti connessi a desideri e intenzioni che caratterizzano tali eventi, i quali sono espressione della realtà interna e delle relazioni d’oggetto di entrambi i partecipanti la coppia, quantunque il lavoro analitico sia basato sull’interpretazione della realtà interna del paziente.

I casi clinici che verranno presentati hanno lo scopo di mettere in evidenza alcune dimensioni della relazionalità che sono presenti nell’interazione tra paziente e terapeuta. Si ritiene che sia opportuno, oltrechè inevitabile, la presa di coscienza della partecipazione del terapeuta al processo psicoterapeutico, perciò assume un’importanza centrale focalizzare l’interesse conoscitivo ai sentimenti che vengono generati nella relazione sia nel paziente che nel terapeuta. Occorre però tenere presente che tale prospettiva non sposta l’asse portante della questione solo sul polo fenomenologico osservativo del comportamento interattivo, il baricentro del discorso  rimane sempre centrato sul vertice dell’inconscio, quindi sull’intrapsichico, che è ciò che si riferisce propriamente all’unicità della persona.

Lo studio di casi  in gruppo può essere considerato come un tentativo di esplorazione di questo argomento che ha un rilievo clinico considerevole, in riferimento agli aspetti della relazionalità così come  si manifestano nelle interazioni di transfert-controtransfert e in quel tipo di esperienza della coppia analitica generata intersoggettivamente che può determinare un’apertura trasformativa.

Si tratta di un’esercitazione finalizzata ad attestare come sia possibile essere consapevoli dell’unicità della persona del paziente (e del terapeuta) pur all’interno di una relazione che, per la sua peculiarità e profondità, elicita eventi psichici nuovi sulla base della storia personale del paziente e del terapeuta che non sarebbero esistiti senza quella relazione, quindi rappresentazioni di ciò che fino a quel momento poteva essere compreso all’interno di concetti di idee inconsce, motivazioni nascoste e rimozioni e  sé potenziali (C.Bollas,1989;1992).

 

Nel corso degli incontri si articoleranno una serie di argomenti di trattazione e momenti esperienziali che saranno esplicati con i metodi della supervisione, della discussione e del role-playing in gruppo di casi clinici proposti dai partecipanti e dal conduttore.

L’evento formativo è organizzato in una serie di 4 incontri in ciascuno dei quali verrà presentato un caso clinico che sarà esperito e trattato secondo le modalità precedentemente illustrate.

Ognuno degli incontri si svolgerà secondo la seguente metodologia:

 -      Esposizione di un caso clinico

-       Discussione in gruppo, produzione di ipotesi diagnostiche, partecipazione attiva alle ipotesi interpretative e sull’assetto mentale ritenuto più congeniale e in sintonia col paziente e col proprio stile personale

-              Role- playing ed esplicazione dei vissuti emotivi suscitati dall’esperienza in  oggetto

 

Date degli incontri

31 gennaio   2008 :  Disturbo borderline dei personalità:instabilità dell’immagine di sè

21 febbraio  2008 : Disturbo borderline di personalità: instabilità delle relazioni interpersonali

20 marzo   2008 :  Disturbo borderline di personalità: instabilità affettiva

17 aprile     2008 : Disturbi dell’umore: episodio depressivo maggiore

15 maggio  2008 : Aspetti psicodinamici del narcisismo

19 giugno  2008 :  Disturbo da attacchi di panico: aspetti psicodinamici

17 luglio  2008 :  Disturbo dell’alimentazione: anoressia nervosa

18 settembre  2008 :  Disturbo borderline di personalità e abuso di sostanze

16 ottobre  2008 :  Disturbo d’ansia generalizzata e ipocondria

13 novembre  2008 : Disturbo ossessivo compulsivo: il dubbio e l’angoscia

11 dicembre  2008 : Disturbo paranoide di personalità : la minaccia e l’umiliazione

 

 

 
Roma, 11.01-6.06.2008 "IL TRAUMA IN ETÀ EVOLUTIVA II PARTE"; Sede: VIALE GORIZIA, 24, 00198 ROMA  Info: sipsiaroma@tin.it  LIVIA.TABANELLI@TIN.IT  Fees= n.d.
Rif. Organizzatore   3834 - 8001372

Corso di formazione

 

IL TRAUMA IN ETA’ EVOLUTIVA

 

Programma del

CORSO  PROPEDEUTICO

 

 

I PARTE  DA ACCREDITARE

 

 

IL TRAUMA IN ETÀ EVOLUTIVA

Venerdì  14 sttembre 2007

Ore  8.00  iscrizione partecipanti

ore   9.00  Psicologia dello sviluppo normale in  età                                          

                  evolutiva  (V. Bonaminio )

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (V. Bonaminio)

ore 11.00  Pausa

ore 11.15  Rischi di sviluppo psicopatologico in età 

                  evolutiva   (P. Fabozzi)

ore 12.15  Discussione con i partecipanti (P. Fabozzi)

 

Venerdì 12 ottobre 2007

ore  9.00   La funzione genitoriale (M. L. Algini)    

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (M. L. Algini)    

ore 11.00  Pausa

ore 11.15  Il Servizio socio-sanitario: dalla segnalazione  

                 alla presa in carico (L. De Rosa)

ore 12.15  Discussione con i partecipanti (L. De Rosa)

IL FIGLIO NELLA CRISI DELLA COPPIA

 

Venerdì 9 novembre 2007

ore   9.00  Interruzione dei rapporti e discontinuità  dello 

                  sviluppo in  età evolutiva  (S.  Maccioni)

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (S.  Maccioni)

ore 11.00  Pausa

ore 11.15  Coppia coniugale e coppia genitoriale 

                 (D.  Norsa)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti   (D.  Norsa)

 

Venerdì 30 novembre 2007

ore   9.00  Il magistrato civile e le separazioni

                 (F.  Mangano)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (F.  Mangano)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15   I consulenti del giudice:  CTU  e operatori dei  

                 servizi  (S. Frinolli)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti  (S. Frinolli)

 

ore 13.15 Valutazione dei partecipanti  S. Grimaldi

II PArte da accreditare

LE DISFUNZIONI GENITORIALI

Venerdì 11 gennaio  2008

ore   9.00  Difficoltà evolutive dei figli in ambienti familiari

                 disfunzionali   (S. Grimaldi)

ore 10.00  Discussione con i partecipanti (S. Grimaldi)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 La valutazione delle disfunzioni genitoriali e 

                delle possibilità di integrazione o sostituzione

                (R. Colarossi)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (R. Colarossi)

 

Venerdì 8  febbraio 2008

ore   9.00  Il magistrato per i minori coinvolti in situazioni        

                di sofferenza e rischio  (C.  Cottatellucci)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (C.  Cottatellucci)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15  L’operatore dei servizi  (P. R e)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (P. R )e

 

 

IL MINORE VITTIMA DI ABUSI E VIOLENZE

Venerdì 29 febbraio  2008

ore   9.00  La diagnosi differenziale in età evolutiva per le                                        

                  vittime di abuso (M. G.  Fusacchia)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (M. G.  Fusacchia)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 Valutazione delle funzioni genitoriali e                       

                 dei  fattori di rischio.  Profilo psicologico      

                 dell’adulto abusante (G. Nicolais)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (G. Nicolais)

 

Venerdì 28  marzo 2008

ore   9.00  Il minore nel processo penale - percorsi                                                                              

                 giuridici (N. D’Elia)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (N. D’Elia)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 La consulenza o perizia per i minori coinvolti                                    

                nei procedimenti penali   (M. Mazzolini)   

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (M. Mazzolini)   

 

 

IL MINORE AUTORE DI REATO

 

Venerdì 18 aprile 2008

ore   9.00 Il Procuratore dei minori autori di reato            

                 (S. Matone)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (S. Matone)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15  La consulenza psicologica sul minore autore di         

                 reato  (U. Sabatello)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (U. Sabatello)

 

Venerdì 16 maggio 2008

ore   9.00  Aspetti psicologici dell’adolescente con                     

                tendenze antisociali (G. Imparato)

ore 10.00 Discussione con i partecipanti (G. Imparato)

ore 11.00 Pausa

ore 11.15 Variazione e trasformazione delle funzioni     

                 parentali nei genitori di adolescenti  

                 (A. M. Nicolò)

ore 12.15 Discussione con i partecipanti (A. M. Nicolò)

 

LA RELAZIONE TECNICA  -  CONCLUSIONI

 

Venerdì 30 maggio  2008

ore   9.00 Confronto  con i partecipanti  (F. Rocchetto) 

ore 10.00 La relazione tecnica come strumento     

                 d’integrazione dei linguaggi: giuridico e          

                  psicologico  (F. Rocchetto) 

ore 11.00 Pausa

ore 11.15  Confronto con i partecipanti (A. Giganti)

ore 12.15 La relazione tecnica come strumento     

                 d’integrazione dei linguaggi: giuridico e          

                  psicologico  (A. Giganti)

 

 

Venerdì 6 giugno 2008

ore 9.00   Tavola rotonda.

                Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica  (S. Grimaldi )

 

ore 10.00 Tavola rotonda

                 Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica (L. Fadiga)

 

ore 11.00 Pausa

 

ore 11.15 Tavola rotonda

                   Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica  (M. Patarnello)

 

ore 12.15 Tavola rotonda

                 Coordinamento ed integrazione tra i diversi        

                interventi: potenzialità e limiti della relazione    

                tecnica (U. Sabatello)

 

ore 13.15  Valutazione dell’apprendimento (S. Grimaldi)

 

ABSTRACT

 

Psicologia dello sviluppo normale in età evolutiva

Dott V. Bonaminio

 

Il seminario si propone di offrire rudimenti di psicologia dello sviluppo normale in età evolutiva focalizzando il tema del trauma e delle sue conseguenze nel corso della crescita. Si tratterà il tema del trauma differenziando le situazioni in cui l’evento traumatico ha una funzione strutturante ed organizzativa da quei fenomeni traumatici che espongono il bambino ad esperienze disorganizzanti e destrutturanti.

 

 

Rischi di sviluppo psicopatologico in età evolutiva

Dott. P. Fabozzi

 

Il seminario si propone di offrire una panoramica dei rischi di sviluppo psicopatologico cui sono esposti i minori quando sperimentano eventi traumatici che il loro livello di sviluppo affettivo e mentale non è in grado di tollerare e di elaborare.

Verranno presentate diverse tipologie di trauma (cumulativo, ad evento unico) e le diverse intersecazioni con le differenti età cronologiche del minore o i differenti stadi di sviluppo psicoaffettivo dello stesso.

 

 

La funzione genitoriale

Dott.ssa Maria Luisa Algini,

 

A partire da una disamina generale delle funzioni genitoriali utili alla normale crescita del bambino si tratterà nello specifico quali le risorse necessarie ad un genitore alle prese con un’esperienza traumatica esperita dal proprio figlio.

Si introdurrà il tema della coazione ripetere nella prospettiva generazionale e quali i possibili interventi sul nucleo familiare necessari al cambiamento ed a possibili trasformazioni.

 

 

Il servizio socio-sanitario:dalla segnalazione alla presa in carico.

Dott.ssa L. De Rosa

Al vivo interesse da sempre suscitato  dalle violenze sui minori, è corrisposta una storica difficoltà a coglierne precocemente gli elementi di rischio ed i relativi segnali di disagio – forse a causa di resistenze profonde di fronte a tematiche inquietanti – ed una ‘fatica’ a mettere a punto prassi di intervento integrate. Nel tempo, e con l’apporto di professionalità e istituzioni differenziate, si sono definiti modelli di comprensione  ed opportune linee di intervento volte alla diagnosi precoce e alla presa in carico. L’équipe multidisciplinare dei servizi sociosanitari si pone come polo ricevente dei segnali provenienti dalle varie istituzioni, opera un approfondimento delle dinamiche relazionali e attua interventi di tutela e cura verso il soggetto abusato ed il suo nucleo familiare.

 

Difficoltà evolutive dei figli in ambienti familiari disfunzionali

Dott. Salvatore Grimaldi

 

La presentazione prenderà avvio dal riferimento teorico psicoanalitico ai bisogni che ha l’essere umano perché si avvii un processo di crescita e di sviluppo, anche grazie alla facilitazione dell’ambiente che si prende cura e responsabilità di tale processo.

Verranno sottolineati in particolare i processi che portano al “potersi fidare di” come presupposto e premessa al raggiungimento della “fiducia in se stessi” che equivale ad essere capaci di autonomia e creatività.

Sulla base di queste premesse  emergono le conseguenze negative sullo sviluppo dei figli quando i bambini vivono in ambienti inadeguati che causano i danni della deprivazione affettiva.



 

 

La valutazione delle disfunzioni genitoriali e

delle possibilità di integrazione o di sostituzione

Dott.ssa  Rita Colarossi

 

La coppia e la genitorialità

Origini e cause di crisi e disfunzioni nel rapporto con i figli

Possibilità di recupero delle funzioni genitoriali

Analisi delle motivazioni delle coppie che desiderano prendere un bambino in casa

Diverse peculiarità sia dell'affido che dell'adozione

Valutazione delle possibilità e delle opportunità di inserimento di un bambino in realtà differenti dalla "coppia"

 

 

Il Magistrato per i minori coinvolti in situazioni di sofferenza o rischio

Dott. Claudio Cottatellucci

 

Il seminario verterà sui vari strumenti giuridici a disposizione del Magistrato Minorile per far fronte alle situazione di grave pregiudizio per il benessere psicofisico del minore. Si tratterà l’affido ai servizi sociali, l’allontanamento familiare e le possibili soluzioni di affido extra  familiare sia presso strutture sia presso famiglie disponibili a tale percorso

 

L’operatore dei servizi

Dott.ssa Paola Re

 

Dal momento della segnalazione, le fasi del percorso con il minore vittima d’abuso, di maltrattamento e di situazioni d’abbandono, ed il suo nucleo familiare possono coinvolgere varie figure professionali ed istituzionali impegnate nel lavoro con l’infanzia. La complessità degli interventi si confronta con aspetti problematici, in parte intrinseci alla stessa relazione d’abuso, in parte inerenti alla coordinazione ed integrazione fra le risorse esistenti e le diverse istituzioni.

Verranno discussi i diversi interventi attuati dall’équipe multidisciplinare, che quando possibile possono prevedere il sostegno ai vari membri del nucleo familiare ed alla relazione fra il minore ed i suoi genitori, ed in particolari situazioni possono richiedere interventi volti specificamente alla tutela del minore, a volte attraverso la separazione del bambino dal nucleo con collocazione extrafamiliare, e con un lavoro di ‘cura’ volto alla trasformazione della relazione abusante.

 

 

Interruzione dei rapporti e discontinuità  dello sviluppo in età evolutiva 

Dott.ssa Sandra Maccioni

 

      La relazione tratterà i seguenti temi:

Effetti della conflittualità familiare sul figlio: emozioni, fantasie e difese. Proiezione o scissione di aspetti genitoriali sui figli.

Trasformazione o trauma della crisi genitoriale: occasione di modificare relazioni disfunzionali, o perpetuarsi traumatico di tensione, abbandono, distacco.

Gli esiti di un conflitto o divorzio sul figlio in relazione alla particolare età del bambino (prima infanzia, latenza, adolescenza).

Gli influssi sul Sè del bambino: discontinuità e rotture nel suo mondo interno. Internalizzazione di un modello relazionale conflittuato. Immagine di sè non coesa, e difficoltà di  integrazione degli affetti.

 

Normalità, disagio, o psicopatologia nel bambino/adolescente in reazione alla crisi genitoriale:  manifestarsi di angosce, difficoltà relazionali, disturbi del comportamento - sentimenti di perdita, aggressività - disturbi del sonno, dell’alimentazione, dello sviluppo -  difficoltà scolari, agiti.

 

 

 

Coppia coniugale e coppia genitoriale

Dott.ssa Diana Norsa

 

Il seminario metterà in evidenza le diverse funzioni e caratteristiche esistenti tra coppia coniugale e coppia genitoriale. Verrà sottolineata l’importanza di sostenere la tenuta della coppia genitoriale nelle situazioni di crisi della coppia coniugale per proteggere lo spazio psichico dei figli

 

 

 

 

L’affidamento dei figli nelle separazioni dei genitori

Dott.ssa  Franca Mangano

In riferimento alle disposizioni in materia di affidamento dei figli si evidenzieranno le implicazioni delle norme più recenti e le problematicità inerenti  la loro applicazio- ne, in particolare circa l’ascolto del minore.

Per quanto attiene alla nomina di CTU e/o al coinvolgimento dei servizi sociali e sa- nitari il seminario intende approfondire la riflessione sui  criteri di scelta, i quesiti posti e/o gli incarichi conferiti, i risultati attesi.

 

 

I consulenti del giudice: CTU e operatori dei servizi

Dott.ssa Simonetta Frinolli,

 

Il  seminario vuole prendere in esame le diverse funzioni e competenze di quanti a vario titolo sono chiamati dal giudice ad intervenire nelle situazioni di separazione dei genitori: CTU, CTP, Operatori dei servizi socio-sanitari, Spazi neutri, Centri per la mediazione familiare.

In riferimento al materiale clinico desunto dal lavoro sul campo si evidenzierà come, pur nel rispetto dei rispettivi ruoli, sia necessario “pensare ed adottare” modalità improntate alla collaborazione e alla integrazione degli interventi; caratteristiche queste che  maggiormente favoriscono nel figlio la possibilità di integrare - nella realtà e a livello intrapsichico - le relazioni con entrambi i genitori.

 

 

 

La valutazione psicodiagnostica del bambino nel percorso giudiziario

Dott.ssa Maria Grazia Fusacchia

 

La diagnosi differenziale in età evolutiva  

 

 Il tema dell’incontro si concentrerà sulla valutazione di quali possano essere gli elementi che, nell’ambito   di una  valutazione diagnostica di un soggetto in età evolutiva, possano ritenersi compatibili   con l’ipotesi che questi sia stato vittima di un abuso sessuale o di maltrattamenti.

Il seminario si prefigge di tener conto dell’importanza della psicosessualità in un bambino e delle sue possibili alterazioni o distorsioni, là dove l’ambiente familiare o allargato possa aver trascurato di tener conto delle differenze dei ruoli e delle generazioni.

 

 

Valutazione delle funzioni genitoriale e dei fattori di rischio.Profilo psicologico dell’adulto abusante

Dott. Giampaolo Nicolais

 

Il seminario verterà sulla valutazione dei fattori di rischio nelle famiglie in cui è presente un abuso intra o extra familiare. Si effettuerà inoltre una disamina sia dei fattori protettivi nell’ambito delle funzioni genitoriale rispetto al rischio di abuso, sia della capacità di resistenza da parte del minore con particolare attenzione alla questione della resilienza

 

Il minore nel processo penale – percorsi giuridici

Dott.ssa Nunzia D’Elia

 

Il seminario illustrerà i passaggi procedurali che coinvolgono i minori all’interno dei procedimenti penali quando è vittima.

Oltre ai riferimenti alle norme legislative vigenti si tratterà il senso e l’utilità della consulenza psicologica sul minore in ambito penale.

 

 

 

La consulenza o perizia per i minori coinvolti nei procedimenti penali

Dott.ssa Marilena Mazzolini

 

Il seminario si propone, a partire da materiale clinico in ambito peritale, di offrire strumenti utili per aiutare i minori coinvolti nei procedimenti giudiziari penali.

Si approfondirà la questione della rilevazione del trauma nei minori attraverso:

  • l’analisi della denuncia e della rivelazione;

·        la conduzione dell’intervista;

·        criteri per la valutazione delle dichiarazioni;

·        pre-requisiti e requisiti per la valutazione dell’idoneità alla testimonianza ed attendibilità;

Si accennerà alle questioni più squisitamente peritali descrivendo la costruzione della perizia, le diverse competenze (CTU, CTP, PM, G.I.P. etc) ed infine l’escussione del perito.

 

Il procuratore dei minori autori di reato

Dr.ssa Matone Simonetta

 

Il seminario verterà sulle varie forme di intervento giuridico previste dalla legislazione per il minore autore di reato con particolare riferimento al ruolo della consulenza psicologica e all’utilizzo di tale strumento da parte del Giudice minorile.

 

 

La consulenza psicologica sul minore autore di reato

Dott. Ugo Sabatello

 

 

 La presentazione si articolerà attraverso una disamina sia delle premesse teoriche e metodologiche sottese alla perizia psichiatrica in età evolutiva, sia della metodologia di indagine e di valutazione utilizzabile in ambito psichiatrico-forense per rispondere in modo corretto e deontologicamente valido ai quesiti del magistrato.

 

Aspetti psicologici dell’adolescente con  tendenze antisociali

Dott. Imparato Giampaolo

 

Il comportamento antisociale può rapresentare in adolescenza l’esito comune di processi di sviluppo diversi, corrispondenti quindi anche a diverse forme di funzionamento mentale dell’adolescente con disturbo della condotta. La discriminazione di tali aspetti riveste un ruolo importante sia in termini di valutazioni prognostiche che di indicazioni terapeutiche.

 

 

Variazione e trasformazione delle funzioni parentali nei genitori di adolescenti

Dr.ssa Anna Maria Nicolò

 

Vengono proposte alcune riflessioni sulla trasformazione del ruolo genitoriale in relazione alle vicissitudini dello sviluppo adolescenziale dei figli. In particolare verranno prese in considerazione le condizioni nelle quali per motivi di diversa natura, i genitori manifestano profonde difficoltà nell’esercizio delle funzioni gnitoriali.

 

La relazione tecnica come strumento di integrazione dei linguaggi giuridico e psicologico

Dr. Rocchetto Fabrizio

 

Il seminario verterà sulla metodologia relativa alla consulenza tecnica d’ufficio di carattere psicologico e il minore autore di reato con particolare riferimento alla stesura della stessa in modo che tematiche di carattere psicologico possano divenire strumenti utili alle decisioni in ambito forense. Particolare attenzione sarà rivolta alla necessità di costruire un linguaggio specifico che tenga conto dell’integrazione del sapere psicologico e di quello giuridico.

 

 

La relazione tecnica come strumento di integrazione dei linguaggi giuridico e psicologico

Dr.ssa Angela Gigante

 

Il seminario verterà sulla metodologia utile alla stesura della consulenza tecnica di ufficio per quanto concerne il minore vittima di reato e quindi con particolare attenzione alle questioni inerenti l’attendibilità e l’idoneità alla testimonianza del bambino in sede giuridica.

Inoltre si tratterà la metodologia utile alla stesura della consulenza tecnica di ufficio peri minori coinvolti in procedimenti civili con particolare attenzione alle tematiche inerenti le separazioni coniugali e ai rischi per i minori che vivono in famiglie gravemente disfunsionali per cui si profila la necessità di un progetto di allontanamento.

 

 

Coordinamento ed integrazione tra i diversi interventi: potenzialità e limiti della relazione tecnica.

Dr. L. Fadiga, Dr. S. Grimaldi, Dr. M. Patarnello, Dr. Ugo Sabatello

 

La tavola rotonda intende concludere il Corso di Formazione con l’intervento congiunto di magistrati e di neuropsichiatri sul tema della relazione tecnica. Riprendendo i temi trattati durante il Corso di Formazione si discuterà nella prospettiva di favorire ed incentivare lo sviluppo di interventi coerenti ed integrati tra i diversi operatori nella direzione di una sinergia valida ed efficace soprattutto a favore di minori interessati ed implicati nei rapporti con la prassi giudiziaria.

 

 

 
Parma, 19.01-6.12.2008 MASTER IN PSICOANALISI DELL'ADOLESCENTE; Sede: STRADA DELLA REPUBBLICA, 61; Info: centrodiparma@sipreonline.it  Fees= euro 2000,00
Rif. Organizzatore   2990 - 8000696

Responsabile scientifico evento:

Michele Minolli: psicologo e psicoterapeuta, docente e direttore della scuola di specializzazione in psicoterapia della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe), presidente della SIPRe, analista con funzioni di training e supervisore SIPRe, autore di due volumi e di numerosi articoli e relazioni a convegni sulla psicoanalisi dell’adolescente e dell’adulto.

 

 

Psicologia dell’adolescenza/Claudia Zilioli

Abstract:

Viene introdotta storicamente la collocazione dell’adolescenza all’interno delle teorie psicodinamiche, attraverso l’illustrazione delle posizioni dei principali autori italiani e stranieri che hanno contribuito al suo sviluppo. Viene poi declinata una sintesi che integra alcune posizioni attualmente presenti nel panorama teorico internazionale.

Breve curriculum docente:

Claudia Zilioli è psicologa e psicoterapeuta formatasi nel Centro Studi di Via Ariosto a Milano.

Lavora da molti anni all’interno dell’Ausl di Parma nei servizi per l’età evolutiva. Attualmente è responsabile dell’U.O. di psicologia clinica dell’infanzia e dell’adolescenza della stessa Ausl. E’ autrice di alcuni articoli e relazioni a convegni su tematiche adolescenziali.

 

Psicopatologia dell’adolescenza/Fabio Vanni

Abstract:

Viene presentato un modello teorico che illustra la psicopatologia dell’adolescente di oggi che si rifà ad alcuni vertici teorici che si cerca di integrare: la teoria dei sistemi dinamici non lineari (Telen e Smith, Seligman), la psicopatologia evolutiva (Cicchetti), la ricerca psicoanalitica (Tronik, Sander). La declinazione del modello, che fa da ponte fra la teoria dell’adolescenza e le applicazioni cliniche, mette al centro della psicopatologia la rigidità del sistema adolescente e dunque la sua difficoltà a far fronte adeguatamente ai cambiamenti che caratterizzano quest’epoca della vita.

Breve curriculum docente:

Fabio Vanni è psicologo e psicoterapeuta, socio ordinario SIPRe, supervisore SIPRe per l’adolescenza, insegna nella scuola di specializzazione in psicoterapia SIPRe di Roma e di Milano. Lavora da una ventina d’anni con adolescenti e giovani sia in ambito clinico che educativo. E’ responsabile dello ‘Spazio Giovani’, il consultorio per adolescenti dell’Ausl di Parma. E’ autore di due volumi e di numerosi articoli riguardanti, in larga prevalenza, le tematiche adolescenziali e formative.

 

La consultazione psicologica/Fabio Vanni

Abstract:

Dopo un breve excursus sui principali modelli della consultazione clinica in adolescenza (Senise, Minotauro, Tavistock) viene descritta una metodologia di lavoro che mette al centro la capacità, maggiore o minore, del sistema adolescente di aprirsi ed apprendere. In questa linea viene proposto un metodo che prevede, spesso, la partecipazione attiva dei genitori e delle figure di contesto come coautori del cambiamento.

Il pomeriggio prevede la discussione clinica di due casi di consultazione presentati dai partecipanti.

Breve curriculum docente:

Si veda sopra

 

La psicoterapia individuale/Ada Labanti/Alfonso Bellettini

Abstract:

Vengono illustrate le principali caratteristiche che rendono specifica la psicoterapia individuale con gli adolescenti e quella con i giovani adulti. La relazione terapeutica, il setting, le diverse fasi del processo ed in particolare quella conclusiva, le interruzioni e gli abbandoni, la relazione con i genitori e con la scuola, sono i principali argomenti trattati.

Il pomeriggio prevede la discussione clinica di due casi di psicoterapia presentati dai partecipanti.

Brevi curricula docenti:

Ada Labanti: Psicologa e psicoterapeuta, Socia Società Gruppoanalitica Italiana (SGAI) e SIPRe, Supervisore SIPRe sull’adolescenza, Direttore del Centro SIPRe di Parma, Lavora da molti anni con adolescenti ed adulti sia privatamente che come collaboratrice del SerT e dello ‘Spazio Giovani’ dell’Ausl di Parma.

Alfonso Bellettini: Psicologo e psicoterapeuta, Socio ordinario e Supervisore SIPRe sull’adolescenza, lavora da quasi trent’anni con adolescenti ed adulti all’interno dell’Ausl di Parma e, per un breve periodo, nel SerT dell’Ausl di Imola (Bo). Attualmente si occupa di situazioni di disagio sociale in bambini ed adolescenti all’interno dell’U.O. di Neuropsichiatria e Psicologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza e nello ‘Spazio Giovani’ dell’Ausl di Parma.

 

Clinica del tentativo di suicidio/Gustavo Pietropolli Charmet

Abstract:

Viene illustrata la psicodinamica del tentativo di suicidio in adolescenza ed una specifica metodologia di lavoro per come è stata elaborata dal gruppo ‘Minotauro’ a Milano.

Il modello teorico, che prende spunto e rielabora in modo originale la teoria di Franco Fornari, si traduce in un approccio clinico sul tentativo di suicidio che coinvolge in modo significativo i genitori all’interno di un processo che vede coinvolti i protagonisti della vita familiare in una ridefinizione dei ruoli affettivi reciproci e nella ridefinizione di sé.

Breve curriculum docente:

Gustavo Pietropolli Charmet è medico psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica. Dopo aver lavorato per molti anni in ambito psichiatrico ed accademico anche in collaborazione con Franco Fornari, ne diviene il sucessore all’Università di Milano nella cattedra di Psicologia Dinamica ed in seguito Direttore della scuola di specializzazione in psicologia del ciclo di vita a Milano Bicocca. Presidente del ‘Minotauro’, uno dei principali centri italiani di ricerca e formazione sull’adolescenza, del ‘Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato ed alla Famiglia in Crisi’ e di ‘Amico Charly’, un’associazione che si occupa di tentativo di suicidio in adolescenza. Autore di numerosi volumi, articoli e relazioni a convegni sulle tematiche adolescenziali e giovanili.

 

La clinica dell’adolescenza/Fabio Vanni

Abstract:

L’incontro si prefigge di condurre una riflessione comune con il gruppo sulla clinica dell’adolescenza e della prima età adulta. Verranno ripresi alcuni contributi della prima parte del Master e tratteggiate alcune linee comuni. Verranno portati alcuni esempi clinici da parte del docente sui quali si svilupperà una riflessione che valorizzi anche l’esperienza dei discenti sulle relazioni d’aiuto.

Breve curriculum docente:

Si veda sopra

 

La psicoterapia di gruppo e lo psicodramma/Elvira Pancheri

Abstract:

La giornata verrà avviata da un’illustrazione delle principali teorie relative al gruppo ed allo psicodramma in adolescenza nel tentativo di fornire un modello coerente che integri le modalità gruppo analitiche più centrate sulla parola con quelle più attive ed operative.

La seconda parte della mattina ed il pomeriggio vogliono fornire ai partecipanti un’esperienza di gruppo di psicodramma ad orientamento psicoanalitico e fornire loro alcuni criteri sulle indicazioni di elezione per questo strumento.

Breve curriculum docente:

Elvira Pancheri è psicologa e psicoterapeuta di origine italiana, si laurea e si specializza in Italia e poi in Belgio ed in Svizzera in psicoterapia della famiglia ed in psicodramma. Lavora a Losanna dal 1973 sia presso l’Ospedale di Cery che privatamente. Si occupa da molti anni di violenza intrafamiliare e di insegnamento dello psicodramma con adolescenti.

 

Antisocialità e condotte trasgressive/Alfio Maggiolini

Abstract:

Il docente svilupperà nella mattina la trattazione critica delle principali concezioni teoriche sulla trasgressività, l’antisocialità e la devianza in adolescenza. Seguirà l’illustrazione delle metodiche d’intervento che la letteratura internazionale riporta come maggiormente efficaci nel trattamento di queste difficili problematiche.

Nel pomeriggio verranno discussi due casi clinici portati dai partecipanti relativi a casi di adolescenti e giovani antisociali e/o trasgressivi.

Breve curriculum docente:

Alfio Maggiolini è psicologo e psicoterapeuta, docente di Psicologia dell’Adolescenza all’Università di Milano Bicocca, Coordinatore del Centro per la Giustizia Minorile della Lombardia e della Liguria, è vice-presidente del ‘Minotauro’ ed autore di numerose pubblicazioni sui temi della trasgressività e dell’antisocialità in preadolescenza ed adolescenza.

 

Orientamento sessuale e genere/Vittorio Lingiardi

Abstract:

I concetti fondamentali sull’identità sessuale. L’omosessualità come malattia e come variante della sessualità umana. La differenza tra transessualità ed omosessualità. Le conoscenze psicologiche sulla formazione dell’identità sessuale in adolescenza. Il vissuto omosessuale negli adolescenti. I problemi del rapporto con la famiglia e con i pari dei giovani omosessuali. L’omofobia fra silenzio e disgusto.

Nel pomeriggio verranno discussi due casi clinici portati dai partecipanti relativi alle tematiche trattate al mattino.

Breve curriculum docente:

Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è Professore Straordinario presso la Facoltà di Psicologia 1 dell’Università «La Sapienza» di Roma.

Nato a Milano nel 1960, nel 1985 si è laureato in medicina si è specializzato in psichiatra. È psicoanalista del Centro Italiano di Psicologia Analitica, CIPA e membro dell’International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy (IARPP).

Dal 1988 al 1998 ha lavorato come psichiatra presso l’Ospedale San Raffaele di Milano.

Nel 1987-88 e nel 1995 ha trascorso periodi di formazione negli Stati Uniti e in Canada presso i seguenti istituti: Menninger Clinic (Topeka, Kansas), Chestnut Lodge Clinic  (Rockville, Maryland), McGill University (Montreal, Canada).

Nel 1995 ha conseguito una seconda specializzazione in Pedagogia e Didattica delle Scienze della Salute presso l’Università di Parigi, Bobigny.

Per Raffaello Cortina Editore dirige la collana «Psichiatria, Psicoterapia, Neuroscienze».

È nell’editorial board delle riviste scientifiche italiane: Infanzia & Adolescenza, PsychothechKOS.

Ha pubblicato numerosi articoli su riviste italiane e internazionali ed è autore di diversi volumi.

 

Gravi psicopatologie ed esordi psicotici/Marco Sarno

Abstract:

L’adolescenza e la prima età adulta costituiscono l’età di esordio delle psicopatologie più importanti, sia quelle psicotiche e schizofreniche che quelle disti miche. Verranno illustrate le principali teorie psicopatologiche che spiegano questi quadri nosografici a partire dalle teorie classiche per arrivare alla psicopatologia evolutiva, modello attualmente molto rilevante.

Nel pomeriggio verranno discussi due casi clinici portati dai partecipanti e/o materiale clinico del docente.

Breve curriculum docente:

Marco Sarno è medico psichiatra. Ha lavorato prima all’Ospedale Psichiatrico U. Cerletti di Parabiago, poi all’Ospedale Psichiatrico G.Antonini di Limbiate, ed infine, dopo alcuni anni di servizio nel Centro Psicosociale di Cinisello Balsamo,dal 1989 ha avuto la responsabilità del Reparto Psichiatrico dell’Ospedale E. Bassini sempre a Cinisello. Attualmente è Primario della locale Unità Operativa di Psichiatria.

E’ supervisore delle attività psicoterapiche individuali e di gruppo della Unità Operativa di Psichiatria n. 40 (Monza-Cinisello Balsamo) e ha sviluppato specifici progetti di formazione per il personale medico e non medico, nell’ambito di una più generale attività di umanizzazione dell’ospedale. E’ psicoanalista individuale e di gruppo, membro didatta dell’Istituto Italiano Psicoanalisi di Gruppo, Full Member dell’International Psychoanalitic Association. Ha collaborato con l’Istituto di Psicologia dell’Università di Milano, diretto da F. Fornari, dal  1980 all’ ’84.

Professore a contratto presso l’Università di Parma e di Milano, attualmente insegna Psicoterapia di gruppo alla Scuola di Specializzazione in Psichiatria e conduce seminari teorico clinici all’ IIPG e alla SPI.

 

Le dipendenze da sostanze/Riccardo C. Gatti

Abstract:

Vengono illustrate le caratteristiche delle principali ‘nuove sostanze’ in uso e le principali teorie esplicative delle dipendenze adolescenziali e giovanili.

L'incontro con le sostanze in adolescenza viene spesso vissuta come una opportunità di definizione rispetto ad una proposta che arriva dal gruppo dei pari piuttosto che come una ribellione o una trasgressione contro le famiglie o la società; più di frequente è la possibilità di prendersi una pausa rispetto all'emergenza di affrontare i compiti evolutivi specifici di questa fase.

Breve curriculum docente:

Riccardo C. Gatti è nato a Milano nel 1953. Medico, specialista in psichiatria, psicoterapeuta, si occupa di prevenzione e di terapia delle farmaco - tossicodipendenze dall’inizio degli anni ’80. Dal 1983 ad oggi è stato responsabile di Servizi per le Tossicodipendenze, prima a Rozzano (MI) e, poi, a Milano. Attualmente è Direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche della A.S.L. Città di Milano. Inoltre, come Dirigente di Struttura Complessa, è responsabile di un SERT cittadino cui sono aggregate anche tre strutture dedicate agli alcolisti e, per Delega della Direzione ASL, (avvalendosi di collaboratori per le specifiche aree e di un ufficio) gestisce le strutture accreditate cittadine, la prevenzione specifica ed il progetto unità di strada. Si è occupato, tra l’altro, dello studio dei fenomeni di abuso e dell’organizzazione dei sistemi di intervento in diversi Stati europei e nord americani. E’ autore di numerose pubblicazioni sull’argomento tra cui i volumi  “Lavorare con i tossicodipendenti – manuale per gli Operatori del Servizio Pubblico”,  “Ecstasy e nuove droghe”, “Droga – Architettura e Materiali per le nuove reti di intervento” editi da Franco Angeli. Editorialista per il Corriere della Sera ed il Settimanale Vita gestisce il sito www.droga.net. Ha conseguito un diploma in seguito ad un corso biennale di management sanitario della Regione Lombardia (IREF). E’ iscritto all’Elenco degli Psicoterapeuti presso l’Ordine dei Medici di Milano e Provincia, svolge attività di consulenza, ricerca, formazione, supervisione clinica e organizzativa,  per Enti pubblici e privati di livello nazionale e locale. Dal 1998 è docente a contratto presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Statale di Milano Bicocca in tema di sociologia della medicina  (politiche sociali e tossicodipendenze). Dirige progetti di ricerca e studio tra cui un Osservatorio previsionale sulla evoluzione della diffusione delle droghe in Italia (Prevo.Lab) realizzato in seguito ad un accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio e la Regione Lombardia.  E’, inoltre, su nomina Ministeriale, membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale istituito a supporto dell’azione antidroga.

 

Momento finale di verifica/Fabio Vanni, Ada Labanti, Alfonso Bellettini

Abstract:

Prima della somministrazione e della compilazione del questionario conclusivo ECM verrà effettuato un momento di scambio conclusivo sul Master fra i tre docenti interni del corso ed il gruppo dei discenti. L’incontro verterà sulla valutazione reciproca e l’elaborazione di quanto si è ricevuto e si è preso nel percorso formativo sia in termini di contenuti informativi che di esperienze che di strumenti. Verranno infine consegnati gli attestati di partecipazione.

Brevi curricula docenti:

Si veda sopra

 

 

 
Bologna, 24.01-18.12.2008 "PERCORSI DELLA PSICOANALISI CONTEMPORANEA TRA TERAPIA E RICERCA"; Sede: CENTRO PSICOANALITICO BOLOGNESE VIA CESARE BATTISTI 24 BOLOGNA; Info: CentroPsicoanalitico_diBologna@fastwebnet.it  Fees= euro 200,00
Rif. Organizzatore   9332 - 8000397

 

CENTRO PSICOANALITICO DI BOLOGNA

"Glauco Carloni"

Sezione della Società Psicoanalitica Italiana

Componente della International Psychoanalytical Association

Via C. Battisti, 24  - 40123 Bologna

 

 

 

Percorsi della psicoanalisi contemporanea tra terapia e ricerca

Durata Evento: 24 gennaio-18 dicembre 2008

 

Curriculum Relatori

 

 

Angelo Battistini

 

Nato a Bologna, qui ha studiato Medicina, Psichiatria e Psicologia Medica. Ha lavorato per sedici anni presso i Servizi Psichiatrici di Rimini, dove ha fondato e diretto la Struttura Terapeutica diurna per bambini psicotici e autistici “I TIGLI” ed un Servizio di Psicoterapia per l’età evolutiva. Già Segretario Scientifico del Centro  Psicoanalitico di Bologna, da novembre 2006 ne è il Presidente. E’ Membro Ordinario e Didatta della Società Psicoanalitica Italiana e full member dell’International Psychoanalytical Association. Vive ed esercita a Rimini come psicoanalista. Oltre all’attività clinica si è sempre interessato alle applicazioni della Psicoanalisi, soprattutto alla psicoterapia, alla giustizia, all’estetica. Come Consulente Tecnico del Tribunale di Rimini ha effettuato diverse perizie sia in sede civile che penale, tra cui quella per il delitto di S. Patrignano. Ha organizzato, in collaborazione con la Cineteca di Rimini, cicli di conferenze e proiezioni su “Psicoanalisi e Cinema”; ha tenuto gruppi di formazione e sensibilizzazione alla prospettiva psicoanalitica per psichiatri e psicologi, neuro-psichiatri infantili, medici, educatori, insegnanti. Da marzo 2002 tiene una rubrica settimanale, sulle pagine della cronaca di Rimini de “Il Resto del Carlino”, su temi di psicoanalisi e vita quotidiana.

Ha scritto articoli riguardanti la psicoterapia infantile, la psicoterapia istituzionale, il cinema di F. Fellini, W. Allen, M. Antonioni, l’umorismo. In ambito più strettamente psicoanalitico, lavori clinici sulle manifestazioni claustro-agorafobiche, l’analista come persona, l’alleanza terapeutica, i “fatti clinici” in psicoanalisi, le manifestazioni occulte di resistenza, gli atteggiamenti mentali inconsci del paziente.

Tra le pubblicazioni più importanti:

Angelo Battistini (a cura di)

“LE NEVROSI INFANTILI” , Boringhieri, Torino, 1984.

Angelo Battistini

“IL DELITTO DI S. PATRIGNANO”, Editori Riuniti, Roma, 1995.

Angelo Battistini

“LO SGUARDO PSICOANALITICO”

Antigone Edizioni, Torino, 2007.

 

René Roussillon  (Lione)
è psicoanalista di training , membro della Société psychanalytique de Paris (SPP) e insegna Psicologia clinica e patologica all’Università Lumière Lyon-II.

E’ presidente del  Groupe Lyonnais de Psychanalyse, Direttore del dipartimento di psicologia clinica. Direttore del gruppo di ricerca su processi di separazione/differenziazione

 

Pubblicazioni

Du baquet de Mesmer au baquet de Sigmund Freud Ed : PUF, 1992,

Paradoxes et situations limites de la psychanalyse, Ed: Presses universitaires de France, 2001

Agonie, clivage et symbolisation Ed.: PUF, 1999

Logiques et archéologiques du cadre psychanalytique Ed.: Presses universitaires de France, 1995

avec C. Chabert, A. Ciccone, A. Ferrant, N. Georgieff, P. Roman : Manuel de psychologie et psychopathologie clinique générale

 

Antonello Correale (Roma)

 

Nato a Roma il  12/12/1944, laurato in MEDICINA  con SPECIALIZZAZIONE in PSICHIATRIA

Dipendente ASL Roma  dal 1975 come Primario di psichiatria a tempo pienp

Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana

Attività in qualità di docente e/o relatore

Ha effettuato numerosi seminari in varie aree d’Italia sul tema delle patologie mentali gravi

Principali pubblicazioni

Il campo istituzionale, Quale psicoanalisi per le psicosi?, curato con Luigi Rinaldi,

Psicoanalisi e Psichiatria, curato con Giuseppe Berti Ceroni,

Borderline con Alonzi, Carnevali, Di Giuseppe, Giochetti.

Il gruppo in psichiatria, con Nicoletti.

Area traumatica e campo istituzionale

 

Franco Conrotto   (Napoli)

 

Curriculum vitae: Francesco Conrotto, analista con funzioni di training della SPI della quale attualmente è Segretario Nazionale del training. E' autore di numerosi articoli di teoria e clinica psicoanalitica pubblicati in riviste specialistiche e in volumi collettanei. E' inolte autore del volume "Tra il sapere e la cura", Franco Angeli, 2000 e curatore e coautore della Monografia della Rivista di Psicoanalisi "Statuto epistemologico della psicoanalisi e metapsicologia", Borla, 2006. 

 

Giovedì 3 APRILE ore 21:15-23:15
Giuseppe Berti Ceroni (Bologna): "La dissociazione della coscienza. Nota storico-critica del concetto in differenti periodi storici e in differenti aree culturali"

 

Medico, psichiatra, psicoanalista (membro della Società Psicoanalitica Italiana)

Già primario di psichiatria in Servizi psichiatrici di Bologna, tuttora professore a contratto nella Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell'Università di Bologna e docente nella scuola di formazione alla psicoterapia della Società Psicoanalitica Italiana.

Curatore di numerosi volumi, gli ultimi dei quali sono Psicoanalisi e Psichiatria (Cortina 1999) e Come cura la psicoanalisi? (FrancoAngeli 2005)

 

Franco D’Alberton, Stefania Nicasi

 

Franco D’Alberton

Psicologo dirigente di I° livello. Disciplina psicoterapia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S.Orsola-Malpighi

 

Membro associato della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytic Association.

 

Inizialmente rivolta all'adulto, la sua attività clinica si e' sempre più rivolta al bambino, all'adolescente e alle problematiche genitoriali.

Dal 1983  al 2000,  psicologo dell’Azienda USL Città di Bologna ha operato nel settore tutela salute psichica dell’infanzia con una attenzione particolare alla prevenzione e alla cura del disagio psichico nelle sue componenti individuali e familiari.

Dal gennaio 2001 è dipendente dell’Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico S.Orsola Malpighi come psicologo di primo livello dirigenziale, dal 7/3/2005 gli è stato conferito l’incarico dirigenziale professionale ad alta specializzazione di responsabile di articolazione funzionale denominata Psicologia clinica specialistica

Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Pediatria della facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Bologna e la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica delle Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna.

 

Pubblicazioni

 

D’Alberton F. 1984 "Mio fratello tossicomane, alcune riflessioni sulle tossicodipendenze elaborate da un Servizio di Igiene Mentale infantile" Comune di Bologna, Atti del "Convegno meeting sui problemi delle tossicodipendenze" 1994.

Ambrosi S.,D’Alberton F. 1987 "Era una casa molto carina, alcune riflessioni sulla messa in atto nel trattamento di un bambino di sette anni con una distorsione della personalità'" Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, Volume 54 N. 1 1987 .

D’Alberton F. Ambrosi S., 1989  "Riflessioni sul rifiuto della scuola a partire dal concetto nosografico di 'fobia scolare'" Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, Volume 56 N. 4 1989 .

D’Alberton F., La consulenza psicologica, in: Il più bravo tira la via, Attività educative con adolescenti di una periferia difficile, Tempi Stretti Edizioni, Bologna 1994.

D’Alberton F., 2004  "Disturbi emotivi ad espressione somatica, i disturbi addominali ricorrenti'" Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, Volume 71 N. 1 2004

D’Alberton F. , 2004  "Le ambiguità genitali, riflessioni sul trauma, sul segreto, sul dolore e sull’ integrazione” Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, Volume 56 N. 4 1989

 

Stefania Nicasi

Laureata in Filosofia nell’Università di Firenze nel 1977.

Psicologa e psicoterapeuta.

Ha lavorato come psicologa nelle ASL  fiorentine dal 1982 al 1994.

Dal 1998 è membro associato della Società Italiana di Psicoanalisi.

Esercita la libera professione in  Firenze, dove vive.

E’ Segretario Scientifico del Centro Psicoanalitico di Firenze.

Oltre a contributi di  storia della psichiatria e a numerose recensioni, ha pubblicato:

 

Stefania Nicasi, La Psicoanalisi e il Mondo dell’Infanzia, Loescher, Torino, 1978

Stefania Nicasi, Meccanismi di Difesa, Il Saggiatore, Milano, 1980

Stefania Nicasi, “Sigmund Freud e la Psicoanalisi” in Storia della Scienza Moderna e Contemporanea, volume terzo, Il Secolo Ventesimo, tomo 1, pagg. 148-160

Stefania Nicasi, “La Psicologia dal 1930 al 1950” in Storia della Scienza Moderna e Contemporanea, volume terzo, Il Secolo Ventesimo, tomo 2, pagg.10091030

Stefania Nicasi, “La Psicologia degli Ultimi Decenni” in Storia della Scienza Moderna e Contemporanea, volume terzo, Il Secolo Ventesimo, pagg.1031-1054

Mario Rossi Monti, Stefania Nicasi, “La Psichiatria del Novecento” in Storia della Scienza Moderna e Contemporanea, volume terzo, Il Secolo Ventesimo, tomo 2, pagg.1075-1087.

 

 

 
Donald Campbell (Londra):
 

Past President della Società Psicoanalitica Britannica e former Secretary General dell’IPA, the International Psychoanalytic
Association. 
E’ analista di training analyst per candidate che operano con bambini, adolescenti ed adulti. Oltre alla pratica privata, ha lavorato per 30 anno alla Portman Clinic, un centro di consultazione del Servizio Sanitario Nazionale rivolto in particolare al trattamento psicoterapeutico psicoanalitico di pazienti con comportamenti delinquenziali o criminali o che soffrono di forme di perversione. Ha pubblicato oltre 30 artcioli su argomenti quale la violenza, il suicidio, l’abuso sessuale e ingenerale sull’adolescenza.

 

Giovedì 15 MAGGIO ore 21:15-23:15

Ronny Jaffè (Milano): "Idealizzazione-persecuzione e tracce corporee"

 

Psicanalista spi con funzioni di training

Iscritto  nella lista della S.P.I. e dell’I.P.A. come esperto di bambini e di adolescenti

 

Accanto alla pratica privata,  ha svolto attività di consulenza nell’ambito del servizio psichiatrico (1983-1989) e nell’ambito dei servizi dedicati all’età evolutiva (1989-2003).

 

Referente dell’Osservatorio di Psicoanalisi del bambino e dell’adolescente dal 1997 al 1999. Dal 2000 al 2004 sono stato membro dell’Esecutivo del C.M.P. con la funzione di responsabile del Servizio prime visite.

Ha organizzato, insieme al Dott. Goisis, il convegno che aveva per titolo   “Patologie gravi in infanzia ed in adolescenza” (Milano, 1998); e, insieme a A. Ferruta, P. Goisis e N. Loiacono, ha curato la pubblicazione del volume “Il contributo della psicoanalisi nella cura delle patologie gravi in infanzia e adolescenza” (Armando Roma, 2000).

Successivamente ha organizzato insieme al Dott. Landoni il convegno “L’assetto mentale dello psicoanalista nella consultazione” (Milano, 2004). E la successiva pubblicazione del volume “L’assetto mentale dello psicoanalista nella consultazione” (Quaderni del Centro Milanese di Psicoanalisi C. Musatti, 2006).

 

 

Sabato 31 MAGGIO ore 10:00-13:30

Antonino Ferro (Pavia): "Supervisione di materiale clinico presentato da Andrea Scardovi"

 

Antonino Ferro è nato a Palermo, vive e lavora a Pavia. È medico psichiatra e membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana. Attualmente è Presidente del Centro Milanese di Psicoanalisi ''Casare Musatti''. Si è occupato in particolare di analisi di bambini e di patologie gravi. Ha approfondito i nessi tra narrazione e psicoanalisi con particolare attenzione alle ''forme'' del dialogo analitico e alle modalità interpretative. È autore di molti articoli scientifici pubblicati sulle principali riviste internazionali di Psicoanalisi e di diversi libri, tradotti in varie lingue. È invitato a tenere seminari e supervisioni presso Società di Psicoanalisi in Europa, Nordamerica e Sudamerica.

 

Principali pubblicazioni in italiano

 

Ferro A. (1992) La tecnica nella psicoanalisi infantile. Il bambino e l'analista: dalla relazione al campo emotivo.Cortina Raffaello

Ferro Antonino (1999) La psicoanalisi come letteratura e terapia Cortina Raffaello

Ferro Antonino   (2000) Teoria e tecnica nella supervisione psicoanalitica. Seminari clinici di San Paolo Cortina Raffaello

Ferro Antonino (2002) Fattori di malattia, fattori di guarigione. Raffaello Cortina

Ferro Antonino (2003) Il lavoro clinico Raffaello Cortina

Ferro Antonino (2007) Evitare le emozioni, vivere le emozioni. Raffaello Cortina

 

Andrea Scardovi

 

Medico specialista in psichiatria, psicoanalista associato della Società Psicoanalitica Italiana. Da diversi anni si occupa dei rapporti fra psichiatria e medicina di base ed in particolare della formazione dei Medici di Medicina Generale alla relazione con il paziente. Attualmente è professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università di Bologna, dove tiene un insegnamento di psicoterapia centrato sull’utilizzo delle risorse comunicative nella relazione col paziente.

 

 

Giovedì 12 GIUGNO ore 21:15-23:15

Paola Golinelli (Bologna): "Lutto, maternità e identità femminile nel film Le ricamatrici di Eleonore Faucher"

 

Laurea in Psicologia, attività libero professionale

 

Membro Ordinario della SPI; Segretario agli Affari Internazionali della SPI dal 2005; membro dello Sponsoring Committee dell’IPA  per la promozione dello Psychoanalytic Study Group della Croazia; Consultant per l’Italia dell’ European Film Festival di Psichoanalisi e Cinema, organizzato dalla BPS (British Psychoanalytical Society) dal 2000 ; Co-chair per l’Europa del Psychoanalysis and Culture Committee dell'IPA dal 2005. 

 

Giovedì 26 GIUGNO ore 21:15-23:15

Fabio Benini (Brescia): "Pinocchio o del Denaro"

 

nato a Sarezzo, Brescia, Laurato a Padova in Psicologia.

Ho lavorato per un Consorzio Sanitario di Zona di Brescia per 3 anni nel servizio di Età Evolutiva.

Per 5 anni in una Ussl della provincia di Brescia, nel Consultorio.

Mi sono occupato di Psicologia del lavoro, Marketing, Personale, Pubblicità in varie agenzie di Milano.

Varie supervisioni.

Scuole di psicologia clinica, psicologia cognitiva, comportamentale, ipnosi, e psicodiagnostica prima del training a Milano.

Membro associato della Società Italiana di Psicoanalisi

Attualmente svolgo solo attività clinica privata, da circa 20 anni a Brescia.

Associato nel 2003.

Ho avuto contatti continuativi all’ interno di una partecipazione attiva dell’ IPSO con colleghi di varie estrazioni e provenienze .

 

Andreas Giannakoulas  (Roma)

 

 

Nato a Mikrokampos (Grecia) 2 Agosto 1936, con nazionalità  Greca e Britannica

 

Titoli di Studio

1961: Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Bologna, Italia

1961-1965: Specializzazione in Psichiatria, Clinica Universitaria di Basilea (Svizzera)

1966-1968: Stages e studi post-specializzazione in ospedali e centri di ricerca psicosomatica in Germania, Svizzera e Grecia

 

1968-1973: Training Psicoanalitico all'Istituto di Psicoanalisi della Società Britannica.

1974: Membro Associato della Società Britannica di Psicoanalisi e della Associazione Internazionale di Psicoanalisi (IPA).

1977: Membro Ordinario della Società Britannica di Psicoanalisi e della Associazione Internazionale di Psicoanalisi (IPA)

 

1967-1974: Tavistock Center (Londra) studi di formazione e lavoro come Senior Registrar in Dipartimenti per adulti, adolescenti e bambini. Conduttore di gruppi terapeutici e Balint groups; ricerca e lavoro sulla terapia breve, counseling psicodiagnostico, diagnosi e terapia psicoanalitica della coppia.

1971-1976: Saint Mary Hospital - Paddington Clinic (Londra), assistente clinico part-time di psicoterapia di gruppo e individuale e tutor di corsi e insegnamenti multidisciplinari.

 

1975 ad oggi: Visiting Professor in varie Università italiane e straniere.

1987: Membro onorario della S.I.Ps.I.A. (Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Infanzia e dell'Adolescenza).

1985-1993: Membro Ordinario in qualità di dual member della Società Psicoanalitica Italiana (SPI).

1993 ad oggi: Membro fondatore e docente della 'Scuola di Psicoterapia del Bambino e dell'Adolescente' (ASNEA) presso l'Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Milano.

1994: Membro didatta e Segretario Scientifico (1993-95) dell'Associazione Italiana di Psicoanalisi.

1999-2003: Presidente dell'Associazione Italiana di Psicoanalisi.

2000: Presidente emerito del Corso di Psicoterapia Psicoanalitica del Bambino e dell'Adolescente.

2004: Presidente Onorario del Centro Studi Donald W. Winnicott.

 

 

Pubblicazioni

2002: A. Giannakoulas, Donald W. Winnicott tra pediatria e psicoanalisi, in Tra pediatria e psicoterapia, Quaderni di psicoterapia infantile (a cura di M. Lugones)

2003: A. Giannakoulas, Childhood Sexual Theories and Childhood Sexuality. The Primal scene and Parental Sexuality in Relation to Childhood Sexual Theories and Childhood Sexuality, in Winnicott and Sex (edited by Lesley Caldwell), London: Karnac

2003: A. Giannakoulas, L'interpretazione e le sue vicissitudini. La tecnica in questione, in Forse dell’interpretare, (a cura di P. Fabozzi), Franco Angeli

2004: A. Giannakoulas, Counselling psicodinamico (co-author S. Fizzarotti Selvaggi) in Conunselling psicodinamico AA.VV.), Borla, (I premio Gradiva).

2006: A. Giannakoulas, Sarantis Thanopulos in L’eredità della Tragedia  (AA.VV.), Borla

2006: A. Giannakoulas, “La sibilla morta" Riparazione e restituzione di un’assenza

Congresso internazionale della European Psychoanalytical Federation,  5-8 aprile 2006 Athene, "Psychic transformations in the psychoanalytic process"."

 

 

Marilia Aisenstein

 

Analista di training  della Società Psicoanalitica di Parigi, della quale è stata anche  tesoriera, segretario generale e presidente e segretario scientifico.

E’ stata anche presidente del comitato scientifico dell’Unità di ricerca dell’istituto di psicosomatica di Parigi e chair del board dell’Ipso.

Editor della  "Revue Francaise de psychanalyse" ( 1991-1998)

Editor della  "Revue Francaise de psychosomatique"

European chair del "programme Committee" ( Barcelona Congress)

European chair an the C.P.S. (Committee Psychoanalysis and Society)

Membre formateur de la SPP et de la S. Hellenique de Psychanalyse.
Attualmente è Presidente dei "new groups" delll'IPA

 

Ha lavorato 17 anni nei Centri di Salute Mentale Parigi 13° e 26 anni Presso L’Istituto di Psicosomatica di Parigi dove dirigeva un’unità di ricerca.

Ha scritti vari libri e  numerose pubblicazioni in varie riviste internazionali.

 

Svolge da quindici anni  attività didattica sia all’Istituto della Società di Parigi che in sedi Universitarie.  

Ha ricevuto nel 1992 il  "Premio Maurice Bouvet" ( riconoscimento internazionale per lavori scritti di argomento psicoanalitico).

 

Marco Monari (Bologna)

 

Nato a Bologna il 24/1/54, laureato in medicina e chirurgia dal 1978, specialista in psichiatria dal 1982 e membro della Società Psicoanalitica Italiana dal 1992. Dal 1980 lavora ei servizi psichiatrici territoriali: tra il 1981 e il 1991(anno in cui sono diventato per concorso aiuto ospedaliero) nel servizio ambulatoriale di v. dello Scalo dell’allora USL 27 di Bologna, mentre,  tra il 1994 e il 2000, è stato titolare di modulo dirigenziale delle attività ambulatoriali del CSM di S.Lazzaro dell’Az.USL Bo-sud. e dal 2000 a tutto il 2004 ha diretto, sempre con la medesima qualifica, il Day Hospital territoriale di Casalecchio nella medesima USL. Dal gennaio 2005 a oggi dirige il CSM e il Day-Hospital territoriale di Casalecchio nell’AUSL di Bologna.. Nel corso di questi anni, oltre ad all’intensa attività psichiatrica ambulatoriale e a quella psicoterapeutica privata, mi sono via via occupato di formazione psichiatrica per medici ed infermieri nei servizi pubblici, di consulenza ospedaliera (sono stato consulente psichiatra all’Ospedale Maggiore e all’Istituto Rizzoli)  e dei rapporti con i medici di base, insieme ai quali ho partecipato ad attività di ricerca empirica e clinica (Rivista Sperimentale di Freniatria, 1997, 2005). Un altro focus importante dei miei interessi clinici è tuttora il problema  del trattamento dei pazienti gravi e difficili, sia in ambito psichiatrico pubblico, che nei setting psicoanalitici privati. 

I lavori scientifici più recenti sono comparsi nelle seguenti pubblicazioni:

-Psiche (1995);

-L’ambulatorio psichiatrico pubblico. G. Berti Ceroni e E. Paltrinieri (a cura di). La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1996;

-Il medico di base e lo psichiatra. F. Asioli (a cura di), La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1996.

-Recensioni di Contemporary Psychoanalysis (dal 1997 al 2002) comparse sulla Rivista di Psicoanalisi;

-Psicoanalisi e psichiatria. G. Berti Ceroni e A. Correale (a cura di). Raffaello Cortina Editore, Milano,1999;

-Prospettive Psicoanalitiche nel Lavoro Istituzionale (1997);

-Rivista Sperimentale  di Freniatria (1988, 1989, 1998a, 1998b, 2001a, 2001b); 

-Rivista di Psicoanalisi (2000, 2004, 2005);

-Psichiatria di Comunità (2002,  2003, 2005, 2006, 2007)

-Interazioni (2003).

 

 

Benedetta Guerrini Degl’ Innocenti (Firenze)

 

 

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi dal titolo “Attacchi di panico e personalità”.

 

Specialista in Psichiatria presso la scuola di specializzazione della stessa Università con una tesi dal titolo “La depressione infantile”.

 

Dottorato di ricerca in Psicodinamica e Neurofiosiologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Genova, con una tesi dal titolo “Memoria, coscienza e trauma”

 

Ha fatto parte del primo Istituto di formazione sull’attaccamento e i suoi strumenti tenuto in Italia da Mary Main a partire dal 1989.

 

Ha partecipato al corso di formazione sulla codifica della Strange Situation tenuto da Alan Sroufe Presso l’Università del Minnesota nel giugno 1989.

 

Consulente del settore Politiche Sociali della Provincia di Milano sulle tematiche della relazione  precoce madre-bambino.

 

Docenza nel Corso di perfezionamento post-laurea , “Aspetti normali e patologici dello sviluppo”, organizzato dalla Cattedra di psicologia dello sviluppo dell’Università di Firenze in collaborazione con il Centro Psicoanalitico di Firenze. Anno 2003,2004,2005, 2006, 2007 e per il 2008..

 

Membro Associato della Società Psicoanalitica Italiana.

 

Autrice di numerose pubblicazioni sui temi dell’attaccamento, della genitorialità e della relazione precoce madre-bambino.

 

Patrizio Campanile (Mestre):
 

Nato a Napoli (1952), risiede a Mestre-Venezia. Laureato in psicologia a Padova, ha effettuato dapprima una formazione in psicoterapia psicoanalitica del bambino e dell’adolescente e quindi il training psicoanalitico, diventando nel 1992 membro associato della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.) e dell’International Psychoanalytic Association (I.P.A.). Nel 1999 è stato inserito nell’elenco degli esperti di psicoanalisi infantile e degli adolescenti della S.P.I. e dell’ I.P.A.

Dal 2005 è membro ordinario della S.P.I. e Full member  dell’I.P.A.

Fin dalla tesi di laurea si è occupato di psicopatologia e psicoterapia infantile, lavorando  come libero professionista e come psicologo presso un Servizio di Neuropsichiatria Infantile fino al 1994. Da allora svolge unicamente attività libero professionale sia con bambini ed adolescenti che adulti.

Dal 1995 è membro della Redazione della Rivista di Psicoanalisi e dal 1998, al febbraio 2005, vi ha svolto la funzione di Redattore Capo. Da allora ne è il direttore.

Con alcuni colleghi psicoanalisti ha fondato l’Istituto Cesare Musatti con sede a Venezia, associazione di ricerca psicoanalitica.

Professore a contratto (15 ore) in materia di Psicopatologia generale e dell’età adolescenziale presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita della Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova negli a.a.   2002-2003, 2003-2004, 2004-2005, 2005-2006, 2006-2007.

Pubblicazioni:

- Costruzione della preadolescenza e processo di soggettivizzazione. Rivista di Psicoanalisi, 1/2003. - Teoria dell’isteria e isteria della teoria. Con A.A. Semi, nel volume Isteria curato da C. Albarella e A. Racalbuto, Borla, 2004.

- Rappresentarsi, rappresentarsi il destino della rappresentazione, per non perdersi. Psicoterapia Psicoanalitica, XIII,1,2006.

- La strega di ha-ish Mosheh. Alcune considerazioni (e qualche congettura) a margine di Analisi terminabile e interminabile. Rivista di Psicoanalisi, 3-2006 (tradotto in inglese in The Italian Psychoanalytic Annual 2007, Borla Editore, col titolo: The witch of ha-ish-Mosheh. Some considerations (and conjectures) on Analysis terminable and interminabile).

- Dal piatto di terracotta al destino della rappresentazione. In corso di pubblicazione.

- Un luogo scomodo e l’odio per la psicoanalisi. In corso di pubblicazione.

 

Marco Mastella (Ferrara):

Nato a Ferrara il14/11/1947, si è laureato in Medicina e Chirurgia a Ferrara nel luglio 1972,discutendo un a tesi dal titolo: ‘ Approccio sistemico all’attuale struttura formativa del medico’ ( 110 e lode), si è specializzato in Psicologia ind. Medico a Bologna nel 1975, discutendo una tesi dal titolo : ‘ La percezione interpersonale nella coppia’ ( 70 e lode) e in Neuropsichiatria inf. a Sassari nel 1980, discutendo una tesi dal titolo: ‘L’autismo infantile nei servizi territoriali’ ( 50 e lode).

E’ stato assistente universitario alla Cattedra di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Ferrara dal settembre 1972 al luglio 1973, poi assistente presso il Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi di Ferrara dal 1973 al 1975, quindi medico psicologo con funzioni di neuropsichiatra inf. presso il Comune di Ferrara fino al 1978 e poi presso il C.S.S. di Ferrara e Poggiorenatico fino al 1980, quando divenne aiuto neuropsichiatra inf. presso l’U.S.L. di Ferrara, fino al 1988. In tale veste è stato consulente con frequenza settimanale presso l’Istituto di Neonatologia  e la Clinica Pediatrica dell’Università di Ferrara. Dal 1988 al 1992 è stato Dirigente ( Primario) di Neuropsichiatria inf. e Responsabile del Servizio Materno-Infantile dell’A.S.L. N. 20 di Casalecchio ( Bologna).

Dal 1975 al 1980 è stato anche medico di base convenzionato.

E’ stato anche esercitatore presso la Cattedra di Psicologia della Facoltà di Medicina dell’Università di Ferrara, nonché docente presso numerose Scuole ( per ostetriche, per terapisti della riabilitazione, per insegnanti di alunni portatori di handicap, per tecnici audiometristi, per Pediatri). E’ stato per 5 anni professore a contratto di Psicologia dello Sviluppo presso la Facoltà di Scienze motorie dell’Università di Ferrara.

E’  docente di Psicologia dello Sviluppo presso la Scuola (ora Diploma di Laurea) per Logopedisti e di ‘Consultazione psicodiagnostica e psicoanalitica in età evolutiva’ presso le Scuole di specializzazione in Neuropsichiatria inf. e  in Psicol. Ind. Medico dell’Università di Bologna.

Da molti anni è formatore presso diverse A.S.L. ( Rovigo, Ravenna, Rimini, Ferrara, Imola, Cesena, Firenze, Bologna).

Da molti anni conduce Gruppi di Genitori ed attività formativa per educatori di Nidi e Scuole d’infanzia e per insegnanti di Scuole dell’obbligo.

Ha completato da tempo il training presso la Società Psicoanalitica Italiana (  I.P.A.), di cui è membro, ed esercita come psicoanalista per adulti, adolescenti e bambini ( ha anche la qualifica di socio esperto in psicoanalisi del bambino e dell’adolescente I.P.A.). E’ socio della S.E.P.E.A. ( Socièté Europeenne pour la Psychanalise de l’enfant et de l’adolescent).

 E’ Giudice Onorario presso la Corte d’Appello del Tribunale per i Minorenni di Bologna.

E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche e relazioni a Convegni Nazionali e internazionali .

Da molti anni organizza con colleghi attività di aggiornamento e formazione presso il Centro Psicoanalitico di Bologna, dove ha contribuito alla nascita dell’Osservatorio per la Psicoanalisi del bambino e dell’adolescente e all’avvio del Corso di Aggiornamento- Perfezionamento in Psicoanalisi del bambino e dell’Adolescente dell’Istituto di Training della S.P.I. ed è docente presso la Sezione locale veneto-emiliana dell’Istituto Nazionale di training.

 

Produzione scientifica degli ultimi cinque anni:

- Mastella M. (2002) Il vero figlio adottivo dei suoi veri genitori adottivi. In: Trombini E. (a cura di) Il dolore mentale nel percorso evolutivo. QuattroVenti, Urbino.151-176.

- Mastella M. (2003) L’Amenorrea come sintomo psicosomatico. Comunicazione al Convegno: Domande e… Possibili Risposte nella Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Ferrara, 28/11/2003. Atti.

- Mastella M. (2004) Nascita del figlio e dinamica della coppia: una prospettiva psicoanalitica. In : Galli Arfelli A., Galli G. (a cura di) Interpretazione e nascita. La nascita dei genitori. La nascita del figlio. Atti del XXIII Colloquio sulla Interpretazione, Macerata, 3-4 aprile 2003. Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma.

- Baldaro B., Mastella M. (2004) Dalla Diagnosi Psicoanalitica all’invio. Relazione per Gruppo di lavoro al Convegno: L’assetto mentale dello psicoanalista nella consultazione. Milano, 8-10 ottobre 2004.  Pubbl. modificato (‘Note sulla consultazione con i nuovi pazienti’) in: Landoni G., Jaffé R.  (2006) (a cura di) L’assetto mentale dello psicoanalista nella consultazione. Quad. Centro Milanese di Psicoanalisi, 9 , 107-128.

- Cattelan C., Mastella M. (2005) I disturbi del Comportamento Alimentare tra pensiero-fantasia e azione tra prima infanzia e adolescenza. Relazione al Convegno: La sofferenza “agita” dell’adolescente. Abano Terme, 17-18/06/05. Pubbl. modif. in: Condini A., Doninotti E., Gatta M. (a cura di) Atti Convegno, Imprimitur Editore, Padova.

                                                                     Abstracts

Giovedì 24 GENNAIO ore 21:15-23:15

Angelo Battistini (Rimini): "Una città sul lettino"

 

UNA CITTA' SUL LETTINO è il nome di una rubrica settimanale sulle pagine di un quotidiano in cui uno psicoanalista interpreta fatti della vita quotidiana nell'ottica psicoanalitica. Che si tratti di incidenti stradali, suicidi, fatti di cronaca nera, comportamenti anomali di bambini o adescenti, conflitti famigliari o quant'altro, la specificità è che avvenimenti di cronaca vengono indagati tenendo conto della dimensione inconscia del comportamento, il vero "specifico della psicoanalisi", e ciò consente al lettore, per identificazione, di interrogarsi su quelle stesse dimensioni inconsce in gioco nella vita quotidiana propria e altrui.

Venerdì 15 FEBBRAIO ore 21:15-23:15

René Roussillon (Parigi): "Problèmes techniques posés par les problématiques narcissiques-identitaires en cours de cure"

 

Le problematiche narcisistiche-identitarie, (cioè quelle nelle quali è implicata la questione dell’identitò) pongono alla pratica psicoanalitica domande che sono al centro della riflessione moderna sulla tecnica psicoanalitica. Queste sono chiamate in causa nella misura in cui la dlimitazione Io/non Io viene a trovarsi al centro del processo, in particolare dal fatto che  è sotto scacco il processo del lutto originari “l’ombra dell’oggetto cade sull’Io” e questo tende ad assimilarla, si trova dunque ad essere colonizzato dall’ombra dell’oggetto ma la assume anche al suo proprio funzionamento. L’analisi è dunque condotta a scarcerare l’ombra e a ritrovare dietro il funzionamento attuale dell’analizzando le situazioni storiche traumatiche che hanno portato ai processi con il quale il transfert si confronta.

 

Giovedì 28 FEBBRAIO ore 21:15-23:15

Antonello Correale (Roma): “Dalla psicosi non rappresentativa al deliro e alle allucinazioni: il ruolo del trauma”

 

Il delirio costituisce un tentativo di dare ordine all’insensato.

Nella fase depersonalizzativa, che precede il delirio, la vita psichica si impregna di estraneità. L’estraneità rende difficile collegare tra loro i singoli elementi costitutivi della vita psichica stessa per cui si viene a costituire un coacervo di fatti, pensieri, fantasie, ricordi.

Il delirio è una costruzione che tende a mettere in ordine cose eterogenee, fatti e ricordi, pensieri, fantasie. Esso contiene quindi un importante nucleo di verità che va indagato e raccolto, perché rinnegandolo in toto si disconosce un’esperienza fondamentale per il paziente che può andare così incontro a fenomeni di confusione.

Va invece scomposto nei suoi singoli elementi per articolare fra loro aspetti veritieri e aspetti difensivi o francamente distruttivi.

 

Giovedì 6 MARZO ore 21:15-23:15

Franco Conrotto (Napoli): "Paradossalità e polisemia nel concetto psicoanalitico di limite"

 

L'autore ritiene che gli "stati-limite" non siano patologie "al confine" ma patologie "del confine". Paradossalmente in questi casi non vi è una aleatorietà dei confini ma una rigidità delle difese (scissioni, priezioni) con inadeguata capacità relazionale e di scambi tra i differenti distretti dell'apparato psichico. Questo può essere ascritto ad un deficit dello sviluppo dell'area transizionale. La clinica degli "stati-limite" chiama in causa l'apparato psichico dell'analista che dovrebbe poter vicariare per un lungo periodo della cura le funzioni di simbolizzazione carenti nel paziente.

Giovedì 3 APRILE ore 21:15-23:15

Giuseppe Berti Ceroni (Bologna): "La dissociazione della coscienza. Nota storico-critica del concetto in differenti periodi storici e in differenti aree culturali"

 

Il seminario verte sulla definizione del concetto di dissociazione da parte di psicologi dell'ottocento, psichiatri, psicoanalisti (Freud, Ferenczi, Klein, etc.), antropofenomenologi, psicologi delle ultime decadi. Conversione, rimozione, diniego, splitting, spaltung sono concetti fra i quali si cerca di districare la specificità della dissociazione. Le conclusioni coincidono in buona misura con le argomentazioni di Ferenczi sul trauma, dell'ultimo Freud sulla scissione dell'Io e degli psichiatri più colti, come  Spitzer e collaboratori, che evitano la riduzione del concetto al costrutto del disturbo postraumatico da stress. 

Giovedì 17 APRILE ore 21:15-23:15

Franco D’Alberton, Stefania Nicasi, (Firenze-Bologna): "Le ragioni del corpo. Considerazioni sul trattamento psicoanalitico di pazienti con diabete giovanile"

 

Il lavoro propone una riflessione circa possibili le risonanze emotive dell’esperienza della malattia e la sua influenza sullo sviluppo individuale e sul raggiungimento dell’autonomia personale.

Sulla base di materiale relativo a pazienti con diabete mellito di tipo 1 insulinodipendente in trattamento analitico verrà affrontata la dimensione traumatica dell’esordio diabetico e i tentativi di  trovare una via di espressione, di essere raffigurato e pensato.

Verrà seguita l’evoluzione della dimensione traumatica e la sua integrazione simbolica attraverso la presentazione dei disegni prodotti da una bambina fra i cinque e gli otto anni di età . Le considerazioni sull’impatto di una malattia organica sulla relazione con gli oggetti interni proseguirà nei riferimenti ai trattamenti di due giovani adulti, un uomo e una donna entrati in analisi al termine del percorso scolastico per disturbi di panico ed altre manifestazioni ansiose e nell’analisi di una giovane donna che dopo un lungo periodo di analisi affronta l’esperienza della maternità.

L’andamento del tranfert e del controtransfert sembra presentare caratteristiche particolari, prima fra tutte una notevole ambivalenza che va dalla presenza di forti elementi di idealizzazione nel quale l’analista rappresenta il salvatore, a forti elementi di contrasto quando l’analista viene a rappresentare gli elementi di aggressione, (glicemie, iniezioni continue, limiti ai comportamenti alimentari) che i pazienti sono stati indotti a seguire dalle persone in altri momenti idealizzate.

 

Giovedì 8 MAGGIO ore 21:15-23:15

Donald Campbell (Londra): "Doubt in the Analysis of a Paedophile"

 

Il titolo di questo lavoro si riferisce ad una delle conseguenze dell’abuso infantile, in particolare il dubbio che si crea nella mente della vittima, che a sua volta ha contribuito a creare un dubbio nella mia mente nel corso dell’analisi di un pedofilo che era stato a sua volta abusato da bambino. Materiale clinico da quell’analisi verrà usato per mostrare come l’impatto del tradimento, del dolore fisico e della scissione nell’abuso infantile crea una attitudine perversa verso il credere, il ricordare il conoscere e il significato delle parole.

 

Giovedì 15 MAGGIO ore 21:15-23:15

Ronny Jaffè (Milano): "Idealizzazione-persecuzione e tracce corporee"

 

Questo relazione ha l’intento  di affrontare il problema dell’idealizzazione connesso al frammento corporeo e per fare questo vuole partire dalle orme di Freud che si incarnano nell’area dell’intrapsichico-somatico. Per es. alla fine del cap. 11 di Inibizione, sintomo e angoscia (316) quando Freud tratta il tema del dolore dice che vi è una stretta connessione tra “il dolore interno psichico e il dolore corporeo (proveniente o dall’epidermide o da un organo interno). Nel dolore corporeo vi è un investimento elevato narcisistico delle zone dolenti del corpo che svuota l’Io. Ora secondo Freud vi è un pari investimento elevato e nostalgico nel dolore psichico quando parliamo di perdita dell’oggetto. Solo che il passaggio dal dolore fisico al dolore psichico implica il passaggio dall’investimento narcisistico a quello oggettuale. Del resto in alcune pagine precedenti Freud ci anticipa che “nell’angoscia si avvertono determinate sensazioni corporee che si riferiscono ad organi ben precisi” (280).

Il tema del somatico lo si ritrova anche in altri scritti di Freud  (primo fra tutti Studio sull’Isteria), sembrerebbe quasi modo inverso quando egli dice che “la conversione è il salto dallo psichico all’innervazione somatica (da Laplanche 101) e “dove i sintomi corporei sono l’emergenza delle rappresentazioni rimosse” (102)

 

Sabato 31 MAGGIO ore 10:00-13:30

Antonino Ferro (Pavia): "Supervisione di materiale clinico presentato da Andrea Scardovi"

 

L’evento consisterà di un lavoro di gruppo centrato sulla discussione di un caso clinico. La discussione utilizzerà i criteri della supervisione clinica di stampo analitico in setting di gruppo, che sarà coordinata dal dott. A.M. Ferro. Il caso – che verrà presentato dal dott. Andrea Scardovi - riguarda una paziente con grave disturbo di personalità in analisi da circa tre anni con tre sedute alla settimana. La discussione dei complessi aspetti relazionali incontrati nel corso dell’analisi sin qui svolta, l’approfondimento di alcuni aspetti legati a note psicopatologiche perverse che accompagnano il profilo personologico della paziente, l’elaborazione delle difficoltà incontrate nel lavoro analitico - complicato dall’uso di sostanze effettuato dalla paziente stessa - rappresenteranno il focus della giornata di lavoro.

 

Giovedì 12 GIUGNO ore 21:15-23:15

Paola Golinelli (Bologna): "Lutto, maternità e identità femminile nel film Le ricamatrici di Eleonore Faucher"

                                                      

 

A partire dalla presentazione di un videoclip del film “Le ricamatrici” (Eleonore Faucher, Francia 2004), e dalla lettura psicoanalitica del film stesso, propongo di riprendere i temi del lutto, della maternità e dell’identità femminile, legati a quello delle angosce di perdita e separazione dal corpo materno.

Nel corso dello sviluppo psicosessuale femminile, ogni volta che il corpo subisce mutamenti massicci  (come nell’adolescenza e nella gravidanza) o attacchi alla sua integrità, tornano in campo angosce di separazione, che coincidono con la difficoltà di accettazione del proprio corpo e del fatto di essere dello stesso sesso della madre. Il corpo con le sue manifestazioni sempre "drammatiche" può evidenziare i nuclei legati ad aspetti di perdita o separazione irrisolta nella relazione primaria, che si affacciano sulla scena analitica attraverso il corporeo o l'agito, prima di accedere ad una rappresentazione verbale.

Durante certe fasi del trattamento analitico, quando si mettono in moto angosce di separazione o perdita, il corpo si affaccia sulla scena analitica riattualizzando nel transfert l’antico “ corpo a corpo” madre-figlia.

Il percorso che il film in questione delinea, è idealmente raffrontabile a quello che nella stanza d’analisi vede la nascita e lo svolgimento della relazione terapeutica, quando essa è capace di sanare ferite profonde e di rimettere in circolazione desideri e affetti.

Inizialmente e a volte a lungo, la coppia analitica, come quella del film, si muove in una dimensione fatta di silenzi e di atmosfere attente ad evitare la rottura di quel tessuto simbiotico che deve andare a riparare strappi troppo precoci o intollerabilmente dolorosi. L’incontro tra le due protagoniste del film permette alla più giovane di divenire più consapevole delle sue capacità creative, mentre l’ adulta recupera la sua vitalità creativa, spenta dal lutto.

Entrambe riesplorano aspetti del loro funzionamento mentale originario, presimbolici, vicini al sensoriale, al corporeo, facilitate in ciò dal ricamo, dall’amore per le cose belle, brillanti, che si pone tra loro come spazio intermedio, transizionale, presimbolico: esse riparano così una carenza narcisistica di base, tornando a sentirsi “la luce degli occhi di un altro”.

L’interazione e la compenetrazione talora silenziosa, altre volte verbalizzata, di emozioni, immagini, significati dell’una nell’altra opera la trasformazione dal negativo verso un’area di condivisione estetica e di sublimazione e creatività che entrambe avevano perduta nella ribellione psichica contro il dolore e il lutto.

 

Giovedì 26 GIUGNO ore 21:15-23:15

Fabio Benini (Brescia): "Pinocchio o del Denaro"

 

Lo scopo del lavoro è quello di riflettere, con un occhio al training ed alla mia esperienza personale diretta, sul significato che il Denaro assume nel training di un candidato SPI, utilizzando la metafora di Pinocchio che, nella propria emancipazione, si trova ad affrontare diverse configurazioni e significati del Denaro stesso, partendo da una condizione per la quale il Denaro non è altro che uno strumento per soddisfare i propri desideri ed arrivando a considerare il Denaro come elemento indispensabile per una riuscita personale e professionale adulta (questa è la tesi di fondo del lavoro).

 

 

Giovedì 2 OTTOBRE ore 21:15-23:15

Andreas Giannakoulas (Roma) "Senso nel non senso"

 

Prendendo le mosse dalla versatilità di M. Milner, che le ha sempre permesso di spaziare liberamente da concetti psicoanalitici verso il territorio della poesia e della pittura, si tratterà un lavoro centrale nello sviluppo del suo pensiero: Il senso del non senso: (Freud e il Giobbe di Blake). Questo lavoro aveva all'origine lo scopo di poter offrire un modello utilizzabile in senso pedagogico dagli insegnanti, cui M. Milner si rivolge, ma anche e soprattutto dal mondo psicoanalitico e non solo nel senso della psicoanalisi applicata, dato che le sue considerazioni teorico-clinico sono di grande portata. Il tempo della sofferenza e della deprivazione esterne ed interne serve per consumare fino in fondo l’espiazione mentre il processo di un accadere psichico e il working through vengono relegati sullo sfondo. Personalmente considero questo scritto una lettura psicoanalitica più unica che rara. E' grazie alla capacità di lettura di M. Milner, alla sua capacità, cioè, di cogliere un significato profondo e dare un senso psicoanalitico a questa complessa leggenda arcaica se l'esperienza di Giobbe diventa un esempio di concezione tragica che si presta per una spegazione metapsicologica (Io, Es, Superio) freudiana, e se una metafora razionale punitiva ed espiatoria viene convertita in un vissuto trasformativo, sia esso winnicottiano o bioniano, con tutti i processi di elaborazione psichica. M. Milner è in grado di usufruire a pieno della teoria psicoanalitica classica e di approdare, con tutta la sua originalità, ad una teoria sulle possibilità creative dell'individuo.

Il lavoro della Milner verrà illustrato con un DVD allo scopo di avviare una discussione utile e fruttifera, dopo la presentazione.

 

Venerdì 17 OTTOBRE ore 21:15-23:15

Marilia Aisenstein (Parigi): "Transfert et contre-transfert dans les cas difficiles"

 

La relatrice cerca di ridefinire il transfert dei pazienti difficili, quelli per i quali la rimemorazione non funziona come nella nevrosi.

Con questo proposito, cerca di decomporre la comprensione del tranfert su vari livelli. Attraverso due brevi frammenti clinici sviluppa la sua idea sul ruolo del controtrasfert, sempre riferendosi a queste patologie difficili.

Giovedì 30 OTTOBRE ore 21:15-23:15

Marco Monari (Bologna): "Il trattamento di due sedute: una psicoanalisi light?"

 

Nel corso del suo intervento l’Autore descrive il rapporto tra le psicoterapie psicoanalitiche e il trattamento psicoanalitico anche alla luce di quanto emerso  dall’indagine SPI-Eurisko 2004.

In essa risulta che la media statistica del numero di sedute praticate nei trattamenti psicoanalitici dagli psicoanalista italiani è di 2.65, abbastanza lontana dalle 4 sedute che sono considerate necessarie all’interno del setting classico.

Vengono esaminate le ragioni economiche, storiche e sociali di questo mutamento. Sono inoltre trattate le principali opinioni, che compaiono nella letteratura internazionale, intorno alle differenze tra le diverse forme di  psicoterapia psicoanalitica e la psicoanalisi. 

Viene descritto infine un caso clinico di trattamento a due sedute ed è discusso soprattutto nei suoi rapporti con la tecnica psicoanalitica classica.

 

Sabato 8 NOVEMBRE ore 10:30-13:30

Intercentro Tosco-Emiliano a Bologna

Benedetta Guerrini (Firenze): " Diventare un sé: corpo clinico e mente riflessiva”

 

Il corpo e la corporeità, intesa come sensazioni ed esperienza corporea, come metafore ed immagini, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’individuo, così come nel processo terapeutico. Allo stesso modo il sé e la riflessività, intesa come disposizione e capacità di pensare in modo orientato psicologicamente, rappresentano delle funzioni cardine nella costruzione dell’identità e del funzionamento mentale, così come si pensa che il processo psicoanalitico sia essenzialmente un esercizio nell’uso, nello sviluppo e nel potenziamento dell’auto-consapevolezza riflessiva.

In questo lavoro parlerò del ruolo del corpo nel funzionamento auto-riflessivo e il coinvolgimento del corpo quando l’auto-riflessività fallisce, dal momento che la costruzione del sé corporeo richiede l’auto-riflessività e l’auto-riflessività emerge attraverso l’intersoggettività. Cercherò di illustrare, anche con l’ausilio di materiale clinico, come il trauma sia responsabile di rotture nello sviluppo dell’auto-riflessività e dell’intersoggettività e come questo possa tradursi in una difficile integrazione corpo-mente e in una delega al corpo della funzione di espressione e di regolazione degli stati emotivi. Lo studio clinico e la ricerca nel campo della auto-riflessività e dei suoi rapporti con l’intersoggettività e il trauma, sono tra le aree più promettenti della ricerca psicologica e della investigazione psicoanalitica e proprio a questa area alcune idee derivate dall’infant research e dalla  teoria dell’attaccamento ed i successivi sviluppi clinici hanno dato il contributo più importante.

 

Sabato 29 NOVEMBRE ore 10:30-13:30

Intercentro Veneto-Emiliano a Bologna

 

Patrizio Campanile (Mestre): Il legame di odio

 

Partendo da una riflessione su come sia stata oggetto di studio prevalente, nei casi di isteria, la regressione dominata dall’oralità, viene indagata, sulla scia di precedenti riflessioni, quella che vede invece in primo piano l’analità e vengono ripresi i contributi degli autori che più hanno messo in evidenza questo aspetto.

Il fenomeno può essere indagato secondo tre dimensioni: la prima è quella relativa alla regressione pulsionale; la seconda è messa in evidenza dal verificarsi dei fenomeni ossessivi che segnalano un accentuarsi del bisogno di padroneggiamento; la terza si serve della teoria della pulsione di morte per dar ragione del pericolo in cui si viene a trovare l’Io e quindi della sua necessità di difendersi (ricorrendo alla regressione anale ed all’impiego delle difese ossessive). 

 

Giovedì 18 DICEMBRE ore 21:15-23:15

Marco Mastella (Ferrara): "Spazio concavo e  spazio vuoto dentro e fuori di sé: maternità e arcaico nella stanza d’analisi"

 

Ci si propone di esplorare gli albori e gli sviluppi del sentimento e della rappresentazione della maternità interiore nelle diverse fasi del ciclo della vita, nella femmina e nel maschio, con riferimenti a materiale letterario e biografico (esempio Pascal), a materiale clinico relativo alla nascita da procreazione assistita, all’effetto di traumi precoci, nonché a materiale proveniente dall’analisi infantile e di donne divenite madri in situazioni difficili.

 

 

 
Roma, 11.01-13.06.2008 "WINNICOTT E GLI ALTRI AUTORI:ULTERIORI SVILUPPI NELL'OPERA TEORICO-CLINICA DI D.W. WINNICOTT"; Sede: VIA DEI SABELLI 108 - ROMA; Info: ANNA.LANZA@UNIROMA1.IT  Fees= euro 310,00
Rif. Organizzatore   1442 - 8002432

EVENTO FORMATIVO E.C.M.

PER MEDICI E PER PSICOLOGI PISCOTERAPEUTI

iscritti ai rispettivi albi professionali

 

CONFERENZE CLINICHE

su

 

 

Winnicott e gli altri autori:

ulteriori sviluppi nell'opera teorico clinica di D.W. Winnicott

 

 

INFORMAZIONI GENERALI

 

·        Luogo di svolgimento: Le conferenze si terranno presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche Psichiatriche e Riabilitative dell'Età Evolutiva, Sapienza Università di Roma "" -Via dei Sabelli 108, Roma.

 

·        Calendario 2008:   11-18-25 GENNAIO;   22 e 29 FEBBRAIO;

7-28 MARZO; 4-11-18 APRILE;

      23-30 MAGGIO; 6-13 GIUGNO

 

·        Orario di svolgimento: 8:30-10:00  (monte ore per ciascun incontro: 1,30).

·        Numero complessivo degli incontri: 14.

 

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Breve Curriculum del Docente

 

Dott. Andreas Giannakoulas

 

·        Medico-Psichiatra, Psicoanalista, Past President e Membro didatta della Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Ps.I.) e Membro didatta della International Psychoanalytical Association (I.P.A.)

 

·        Didatta Supervisore del Corso di Psicoterapia Psicoanalitica del Bambino, dell'Adolescente e della Coppia (ASNE-SIPsIA), riconosciuta dal MIUR con D.M. del 20 Marzo 1998 e successivo adeguamento, D.M. del  25 Maggio 2001.

 

·        Autore di numerosi di articoli scientifici pubblicati su riviste specialistiche italiane ed internazionali. Membro del Comitato Editoriale delle riviste scientifiche: The Journal of Psychoanalysis and Psychotherapy, Psichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Richard & Piggle, Interazioni.

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Brevi Curricula dei responsabili dell'evento formativo

 

Prof.ssa Anna Maria Lanza

 

·        Professore Aggregato di Neuropsichiatria Infantile presso l'Università degli Studi  di Roma "La Sapienza".

·        Dirigente Medico di I Livello presso la  UOC “A” Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze Neurologiche  Psichiatriche e  Riabilitative dell'Età Evolutiva “Giovanni Bollea”.

·        Docente di Neuropsichiatria Infantile presso il Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia della Prima Facoltà di detta Università.

·        Docente di Neuropsichiatria Infantile presso la Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile e Pediatria  presso detta Facoltà.

·        E' Autrice di n. 5 libri (in collaborazione) e di n. 147 pubblicazioni relativi ad argomenti di Neuropsichiatria Infantile, Psicopatologia diagnostica dell'età evolutvia, Psicosomatica infantile, Psicoterapia del bambino.

 

Dott. Salvatore Grimaldi

 

·        Neuropsichiatra Infantile, Psicoanalista (A.I.Ps.I.).

·        Didatta Supervisore del Corso di Psicoterapia Psicoanalitica del Bambino, dell'Adolescente e della Coppia (ASNE-SIPsIA), riconosciuta dal MIUR con D.M. del 20 Marzo 1998 e successivo adeguamento, D.M. del  25 Maggio 2001.

·        Membro didatta della Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Ps.I.) e della International Psychoanalytical Association (I.P.A.)

 


 

Programma Scientifico:

 

·        Le conferenze, tenute in seduta plenaria, sono articolate in tre diversi momenti formativi:

 

      1) n. 5 conferenze su temi preordinati;

 

      2) n. 14 confronti-dibattito;

 

      3) n. 4 presentazione e discussione di casi clinici.

 

 

11 Gennaio 2008       8.30 - 10.00      Relazione tra mente e psiche-soma.

 

18 Gennaio 2008       8.30 - 10.00      Lo psiche-soma: normalità e patologia.

 

25 Gennaio  2008      8.30 - 10.00      Il concetto di cura. Fattori curativi nella psicoterapia del bambino e dell'adolescente.

 

22 Febbraio 2008      8.30 - 10.00      La medicina psicosomatica.

 

29 Febbraio 2008      8.30 - 10.00      L'evoluzione del Sé. Le basi del Sé nel corpo.

 

7 Marzo 2008           8.30 - 10.00      L'evoluzione del Sé. Le basi del Sé nel corpo.

 

28 Marzo 2008          8.30 - 10.00      Patologia e normalità nel bambino e nell'adolescente.

 

4 Aprile 2008            8.30 - 10.00      ADHD malattia psicosomatica o neurologica?

 

11 Aprile 2008          8.30 - 10.00      Anoressia Mentale. Fattori socioculturali ed epidemologici.  

 

18 Aprile 2008          8.30 - 10.00      La mente come oggetto.

 

23 Maggio 2008        8.30 - 10.00      Deprivazione, delinquenza, tendenza antisociale.

 

30 Maggio 2008        8.30 - 10.00      Deprivazione, delinquenza, tendenza antisociale.

 

6 Giugno 2008           8.30 - 10.00      Riflessioni sulla tecnica nel trattamento dei breakdown adolescenziali.

 

13 Giugno 2008         8.30 - 9.30        Riflessioni sulla tecnica nel trattamento dei breakdown adolescenziali.

                                9.30 - 10.00      Verifica con  Questionario.

 

 


 

OBIETTIVI DELL'EVENTO FORMATIVO:

 

Approfondimento di alcuni concetti e temi clinici del pensiero di Donald W.Winnicott. In parallelo saranno presi in considerazione i contributi di pensiero, i cambiamenti della teoria e della tecnica psicoanalitica in alcuni autori "classici" in particolare: W.R. Bion, M. Balint e W. R. Fairbairn. Sarà inoltre rivolta una particolare attenzione ad autori appartenenti o sensibili alla "Tradizione Indipendente" della Psicoanalisi Britannica, che hanno sviluppato ulteriormente, con una lettura interpretativa originale, la ricerca teorico-clinica winicottiana nel lavoro clinico con i bambini e gli adolescenti: J. Bowlby, M. Milner, M.R. Khan, A. Green, J.B. Pontalis, C. Bollas. Breve presentazione e discussione di casi clinici.

 

Un focus introduttivo ad ogni incontro sarà dedicato ai quadri psicopatologici attuali: normalità e patologia nell'infanzia e nell'adolescenza.

 

Le conferenze, inoltre, prevedono rimandi di approfondimento teorico-clinico  ai concetti fondamentali della psicoterapia psicoanalitica.

 

In particolare verranno affrontati i seguenti argomenti:

 

-         Interventi psicoterapeutici nel bambino,

-         Interventi psicoterapeutici nell'adolescente,

-         Colloqui psicoterapeutici,

-         Psicoterapia breve.

 

 

 

 
Bologna, 26.01-10.05.2008 "DECLINAZIONI DELLA PERVERSIONE"; Sede: CENTRO PSICOANALITICO DI BOLOGNA VIA CESARE BATTISTI 24 BOLOGNA; Info:  CentroPsicoanalitico_diBologna@fastwebnet.it ; Fees= euro 250,00
Rif. Organizzatore   9332 - 8000234

 

 

Milano, 11.01-20.06.2008 CORSO DI PSICOTERAPIA PSICOANALITICA DELLA FAMIGLIA E DELLA COPPIA; Sede: MILANO, VIA REVERE, 9 Info: edeverdiere@tiscalinet.it 

FRABERT@INFINITO.IT  Fees= euro 2196,00

Rif. Organizzatore   11664 - 8000645

ANNO 2008

Corso di psicoterapia psicoanalitica della  famiglia e  della coppia

 

Il Corso è rivolto a psicologi, medici e psichiatri che nel loro lavoro avvertono l’esigenza di acquisire conoscenze sul modo di funzionare della famiglia e sulle relazioni interpersonali inconsce che in essa si instaurano.

Il Corso prosegue da alcuni anni  e si riferisce teoricamente alle concettualizzazioni psicoanalitiche freudiane approfondite e correlate alle più recenti teorie delle relazioni oggettuali di Joseph e Anne Marie Sandler dell’ Anna Freud Center di Londra.

Metodologia

Il Corso, aperto a un numero massimo di 12 persone, si svolgerà il venerdì dalle ore 12.45 alle ore 17.10 per un numero complessivo di 20 incontri e avrà inizio il giorno 11 gennaio 2008 e terminerà il giorno 20 giugno 2008..

Ogni incontro sarà costituito da tre momenti:

 

  -12.45  ­- 14.15      Gruppo di discussione, condotto dalla dott.ssa De Verdière, di casi clinici  portati dai partecipanti;

 

-14.15 – 15.15  Gruppo teorico con lettura di testi riguardanti la terapia della famiglia, esposizione da parte della Conduttrice di concetti psicoanalitici, approfondimento in gruppo di

temi emersi dai casi clinici trattati;

 

-15.40 - 17.10 Gruppo di discussione, condotto dalla dott.ssa Magnoli, di casi clinici portati dai partecipanti.

 

Le Conduttrici responsabili del Corso sono la Dott.ssa Raffaella Magnoli e la Dott.ssa Elisabeth de Verdière, psicoterapeute dell’individuo, della coppia e della famiglia. Entrambe si sono formate con il Dott. Paolo Saccani del Centro Studi di via Ariosto a Milano, presso il quale hanno condotto la Scuola di Terapia della coppia e della famiglia.

Costo

La quota di iscrizione è di € 1.830,00 + IVA 20% 366,00

 

Sede

Via Revere 9 e Corso Sempione 5, Milano

 

Per informazioni e iscrizione contattare entro il 15 settembre:

-Raffaella Magnoli  031.930984 – 335.6546339  raffaellamagnoli@virgilio.it

-Elisabeth de Verdière 02.33604574  edeverdiere@tiscalinet.it

Accreditamento ecm ottenuto nel 2007:50 crediti

 

 

Associazione Paolo Saccani        Via G.G. Rousseau,  4     42100 Reggio Emilia.            CURRICULUM VITAE

 

 

 

 

 

Milano, 14.01-9.06.2008  SEMINARIO MENSILE SULLA TERAPIA DELLA FAMIGLIA E DELLA COPPIA; Sede: MILANO, VIA REVERE, 9; Info: edeverdiere@tiscalinet.it FRABERT@INFINITO.IT; Fees= euro 840,00
Rif. Organizzatore   11664 - 8000639

Associazione Paolo Saccani 

Studi psicanalitici della famiglia e della coppia

 

Anno 2008

 

Seminario mensile sulla terapia della famiglia e della coppia

 

Il seminario è rivolto a colleghi medici e psicologi specializzati nella Psicoterapia psicoanalitica della famiglia e della coppia che avvertono l’esigenza di approfondirne la formazione.

 

Il Seminario ha come obiettivo la supervisione in gruppo dei casi clinici portati dai partecipanti.

Il gruppo sarà costituito da un numero massimo di 12 partecipanti.

 Sono previsti 10 incontri suddivisi in due momenti di 1. 30 h ciascuno, il primo condotto dalla dott.ssa Raffaella Magnoli, dalle 12 alle 13.30; il 2° dalla dott.ssa Elisabeth De Verdière, dalle 14 alle 15.30. Gli incontri inizieranno il 14 gennaio 2008 e termineranno il 9 giugno 2008.

 

 

Le Conduttrici responsabili del Seminario sono la dott.ssa Raffaella Magnoli e la dott.ssa Elisabeth de Verdière, psicoterapeute dell’individuo, della coppia e della famiglia.

Entrambe si sono formate con il dott. Paolo Saccani del Centro Studi di via Ariosto a Milano, presso il quale hanno condotto la Scuola di psicoterapia della coppia e della famiglia ed hanno contribuito alla fondazione dell’Associazione Paolo Saccani – Studi psicoanalitici della famiglia e della coppia.

 

Costo

La quota di iscrizione è di €700 + Iva 140,00

 

Sede

Via Revere 9 e Corso Sempione 5, Milano

 

Per informazione ed iscrizione telefonare a:

 

Raffaella Magnoli  031.930984 – 335.6546339 raffaellamagnoli@virgilio.it

Elisabeth de Verdière 02.33604574 edeverdiere@tiscalinet.it

 

Accreditamento ecm (nel 2007 : 26 punti)

 

Associazione Paolo Saccani        Via G.G. Rousseau,  4     42100 Reggio Emilia. 

 

 

 

Parma, 12.01-13.12.2008 GRUPPO DISCUSSIONE CASI CLINICI DI ADOLESCENTI; Sede: STRADA DELLA REPUBBLICA, 61; Info:centrodiparma@sipreonline.it  MAXIMFONT@LIBERO.IT  ; Fees= euro 100,00
Rif. Organizzatore   2990 - 8000710

Responsabile scientifico evento:

Michele Minolli: psicologo e psicoterapeuta, docente e direttore della scuola di specializzazione in psicoterapia della Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione (SIPRe), presidente della SIPRe, analista con funzioni di training e supervisore SIPRe, autore di due volumi e di numerosi articoli e relazioni a convegni sulla psicoanalisi dell’adolescente e dell’adulto.

 

Breve curriculum docente:

Ada Labanti: Psicologa e psicoterapeuta, Socia Società Gruppoanalitica Italiana (SGAI) e SIPRe, Supervisore SIPRe sull’adolescenza, Direttore del Centro SIPRe di Parma, Lavora da molti anni con adolescenti ed adulti sia privatamente che come collaboratrice del SerT e dello ‘Spazio Giovani’ dell’Ausl di Parma.

 

Abstract relazioni significative:

Il Gruppo di discussione di casi clinici di adolescenti prevede una struttura semplice e ricorrente: a rotazione uno dei partecipanti presenta un caso clinico del quale si sta occupando e che presenta per lui una problematicità o una significatività ed il gruppo, con l’aiuto del conduttore, riflette assieme al presentatore del caso.

Ogni giornata di tre ore si articola in due sessioni di 1h e 30’ in ognuna delle quali viene discusso un caso clinico nuovo o ripreso un caso già presentato per un aggiornamento.

A fine giornata viene deciso il presentatore dei casi dell’incontro successivo.

 

 

Milano, 19.01-21.04.2008 "TEORIA E CLINICA NELLA TERAPIA PSICOANALITICA DI COPPIA"; Sede: MILANO SALA INCONTRI ARCIPELAGO VIALE DEI MILLE 33 - 20133 MILANO; Info: barbara.bianchini@tin.it Fees= euro 360,00
Rif. Organizzatore   413 - 8000401

4°  Seminario di aggiornamento

 

Teoria e Clinica nella terapia psicoanalitica di coppia

 

Milano, 19 gennaio, 16 febbraio, 12 aprile 2008

Sede incontri Arcipelago: Viale Dei Mille 33 - 20133 Milano

 

 

Docente: Prof. Giulio Cesare Zavattini

Prof. Ordinario di “Psicodinamica della coppia con elementi di psicoterapia” presso la 1a Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Membro Associato della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.) e dell'International Psychoanalytical Association (I.P.A.).
Associate Member della Society of Psychoanalytic Couple Psychotherapists, Londra.

Membro Ordinario della Società di Psicologia e Psicoterapia Relazionale (SIPPR).



Segreteria Scientifica ed Organizzativa:

Arcipelago Onlus  
Piazza S. Agostino, 22  
20123 Milano 
tel. O2 73951433

 

Obiettivi:

 

v     Approfondire i contenuti teorici della terapia psicoanalitica della coppia e, aiutati dal materiale clinico, provare a ipotizzare percorsi teorici nuovi

v     Approfondire lo sviluppo di alcuni concetti fondamentali nella pratica psicoanalitica attraverso l’uso di materiale clinico e di ricerca

v     Per questo quarto corso di aggiornamento si darà la precedenza ai partecipanti dei corsi precedenti per dare continuità e approfondimento al lavoro del gruppo e per potenziare attraverso il materiale clinico di ciascuno la capacità di lavoro e di pensiero del gruppo stesso.

 

Obiettivo formativo di interesse nazionale:

 

Gruppo 2 - Aggiornamento professionale nell'esercizio dell'attività psicologica e psicoterapeutica

In maniera più estesa l’aggiornamento professionale, all’interno dell’attività psicologica e psicoterapeutica, su temi fondamentali dello sviluppo individuale e delle dinamiche della coppia, riteniamo che sia alla base di qualsiasi interazione relazionale non solo personale e familiare, ma anche sociale e culturale. Inoltre l’impiego dell’esposizione di casi clinici e la discussione di gruppo possono favorire un ampliamento delle conoscenze in ciascuno dei Partecipanti.

 

Svolgimento del Seminario:

Il Seminario si svolge in tre giornate, articolate in tre momenti:
a) Presentazione di materiale clinico da parte degli allievi
b) Discussione di gruppo sulle tematiche cliniche, tecniche e teoriche emerse nel materiale clinico
c) Pensiero teorico, tecnico e clinico del supervisore
 

 

Numero  massimo partecipanti: 20 (psicologi psicoterapeuti)

La presenza verrà rilevata tramite firma dei partecipanti.

 

Quota di iscrizione Euro 360 Iva inclusa

 

 

Testi di riferimento:

AA.VV.(2007 ) La nozione di campo, Rivista di Psicoanalisi, n.1,gennaio-marzo 2007.

Baranger, W., Baranger, M (1969) La situazione psicoanalitica come campo bipersonale, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1990.

Beebe, B., Lachmann, F. (2002) Infant Research e trattamento degli adulti: un modello sistemico-diadico delle relazioni, Raffaello Cortina Editore, Mi, 2003.

Britton, R. (1989) The Missing Link. Parental Sexuality and the Edipus Complex. In: Britton, R., Feldman, M., O'Shaughnessy, E., The Edipus Complex Today. Clinical  implications,  Karnac Books: London, pp. 83-102.

Coates, S.W. (1998) Having a Mind of One’s Own and Holding the Other in Mind: Commentary on paper by Peter Fonagy and Mary Target, Psychoanalytic Dialogues, vol. 8, pp 115-148.

Clulow, Ch. (2001) Attaccamento adulto e psicoterapia di coppia, Borla, Roma, 2003.

Dicks, H.V. (1967) Tensioni coniugali, Borla, Roma, 1992.

Ferro, A. (1996) Nella stanza d'analisi. Emozioni, racconti, trasformazioni, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Fisher, J. (1999) L'ospite inatteso. Dal narcissimo al rapporto di coppia, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2001.

Fonagy P. (1999) Psychoanalytic Theory from the Viewpoint of Attachment Theory and Research, In: Cassidy, J., Shaver P. H. Handbook of Attachment. Theory, Research, and Clinical Application, The Guilford Press, New York, London pp. 595-624.

Fonagy P. (2005)  Psychoanalytic Development Theory. In: E.S. Person, A.M, Cooper, G.O. Gabbard, The American Psychiatric Publishing Textbook of Psychoanalysis, American Psychiatric Publishing, New York, pp. 117-130.

Lupinacci M.A., Zavattini G.C. (2004 a) Un sogno per due: il sogno nella psicoterapia psicoanalitica di coppia. In: R. Girelli, S. Marinelli, F. Vasta (a cura di) Mito, sogno, gruppo, Borla, Roma, pp.   237-244.

Messina S., Zavattini G.C. (2006) Il Senso della relazione: note sull’ interpre- tazione,  in: E. Nicolini (a cura di), Quaderni di psicoterapia (in stampa)

Morgan  M. (2001) I primi contatti: ‘lo stato mentale di coppia’ del terapeuta come fattore di contenimento delle coppie viste in consultazione, in:  F. Grier ( a cura di) Incontri brevi con le coppie, Borla, Roma, 2003, pp. 25-41.

Norsa D., Zavattini G.C. (1997) Intimità e collusione. Teoria e tecnica della psicoterapia psicoalitica di coppia, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Ruszczynski S. (1993) Psychotherapy with Couples. Theory and Practice at the Tavistock Institute of Marital Studies, Karnac Books, London.

Santona A., Zavattini G.C.(2007) La relazione di coppia: valutazione e misure, Borla, Roma

Santona A., Zavattini G.C. (2005) Ni avec toi, ni sans toi: Collusion et accordage affective dans le couple, Divan Familial, 14, pp. 39– 47.

Stern D.N. (2004) Il momento presente. In psicoterapia e nella vita quotidiana, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2005.

Zavattini G. C. (1988) L'altro di me, ovvero la mia metà: considerazioni sull'identificazione proiettiva, Rivista di psicoanalisi, XXXIV, pp. 349-375..

Zavattini G.C. (2001) Shared internal worlds: collusion and affect attunement in the couple, Bullettin of the Society of Psychoanalytical Marital Psychotherapists, 8, pp. 29-37.

Zavattini G.C. (2004) Therapy with the Parental Couple: Psychodynamic of Affects and Interactions, ISAP Treatment in adolescence. Development in clinical works, Publications, http://www.isapp.org.

Zavattini G.C. (2006) El “espacio triangular” y el setting en la psicoterapia psicoanalítica de pareja, (in stampa)

 

I testi sottolineati sono da considerare di prevalente importanza per il 4° seminario e vanno studiati prima dell’inizio dei lavori.

 


Programma

 

 

Sabato 19 gennaio 2008

Ore   8.30 Registrazione dei partecipanti

Ore 09.00 Presentazione del Prof. Zavattini del tema della giornata::

                 “Lo scenario della psicoterapia psicoanalitica di coppia come matrice di significati ”

Ore 10.15  Presentazione del materiale clinico

Ore 11.15  Break

Ore 11.30 Discussione di gruppo sul materiale clinico (1° caso)

Ore 13.00  Pausa pranzo

Ore 14.00  Presentazione del materiale clinico (2° caso)
Ore 15.00  Discussione di gruppo sul materiale clinico

Ore 17.00  Chiusura dei lavori

 

Sabato 16 febbraio 2008

Ore 09.00  Presentazione del Prof. Zavattini del tema della giornata:

                  “Un sogno per due”

Ore 10.15  Presentazione del materiale clinico (1° caso)

Ore 11.15  Break

Ore 11.30 Discussione di gruppo sul materiale clinico

Ore 13.00  Pausa pranzo

Ore 14.00  Presentazione del materiale clinico (2° caso)
Ore 15.00  Discussione di gruppo sul materiale clinico

Ore 17.00  Chiusura dei lavori

 

 

 

Sabato 21 aprile 2007

Ore 09.00  Presentazione del Prof. Zavattini del tema della giornata:

                  “ Sull’interpretazione: il copione relazionale”

Ore 10.15  Presentazione del materiale clinico (1° caso)

Ore 11.15  Break

Ore 11.30 Discussione di gruppo sul materiale clinico

Ore 13.00  Pausa pranzo

Ore 14.00  Presentazione del materiale clinico (2° caso)
Ore 15.00  Discussione di gruppo sul materiale clinico

Ore 17.00  Questionario finale

Ore 17.30  Chiusura dei lavori

 

Il 4° corso del Professor Zavattini risente, per quanto riguarda i riferimenti teorici, in primis della tradizione psicoanalitica inglese, ma ha dietro anche i riferimenti ad altri paradigmi.

Intanto all’area che va sotto il nome di Infant Research che ha sottolineato il tema della reciprocità e la teoria dell’attaccamento con particolare riferimento al tema degli Internal Working Models.

In questo senso si fa cenno al tema della “sintonizzazione affettiva” (Stern) e alla RF (Fonagy).

Infine il riferimento a Fonagy e al suo schema dello Sviluppo del Sé.

 

Per riprendere con i temi del terzo anno, si vogliono sottolineare di nuovo alcuni punti:

  1. È stato discusso molto di come vi sia la quasi ovvia tendenza a percorrere un’ottica ricostruttivistica in cui si cerca di capire il perché della scelta del partner e il perché si sta insieme, in termini di storia della coppia.
  2. una certa difficoltà a muoversi nella velocità della seduta e rispetto ai molti scambi, riuscendo a stare dentro questo processo e a starne fuori.

Ciò ha portato a riflettere sul fatto che non è facile cogliere quello che alla fine dell’altr’anno chiamammo “la proprietà emergente del campo”. Desideriamo continuare in questa indagine utilizzando anche il nuovo materiale teorico messo a disposizione dal Professor Zavattini con le sue nuove pubblicazioni indicate nella bibliografia.

 

Sembra anche esserci un contrasto nel nostro pensiero che desideriamo chiarire e approfondire, tra:

  • un aspetto verticale-transgenerazionale che può essere anche orizzontale, se intendiamo l’incastro inconscio anch’esso staticamente o storicamente (F. Grier nell’Edipo e la coppia mostra che può essere un’illusione pensare di essere così liberi nelle scelte sentimentali).
  • Un aspetto orizzontale-dinamico come l’Organizzatore di coppia (qui dovremmo vedere Beebe e Lachman ed il tema della regolazione reciproca delle emozioni).

 

 

 

Come si prevede lo svolgimento dei temi teorici degli incontri

 

I punti di rilievo fondamentali nella psicoterapia psicoanalitica della coppia di cui si terrà conto nello svolgimento del lavoro teorico tecnico del 4°corso di aggiornamento di quest’anno riprendono inevitabilmente il lavoro fatto negli anni precedenti: il desiderio del corso è infatti quello di continuare uno studio di approfondimento dell’ambito delle relazioni psichiche all’interno della coppia per cercare sempre nuovi pensieri e strumenti per dipanarne l’intricata matassa che crea grande disagio coniugale e famigliare e anche al lavoro dei terapeuti. Ci sentiamo perciò di riportare all’attenzione i fondamentali punti individuati precedentemente che saranno comunque il filo rosso che sottenderà il lavoro:

 

Il Senso della relazione

1. Il concetto di reciprocità può essere inteso come un importante elemento di confronto tra l'infant research e la teoria delle relazioni oggettuali, questi studi pongono, infatti, in luce come il comportamento e i fenomeni psicologici non siano il prodotto di aspetti intrapsichici isolati, ma si creino nell’interfaccia tra mondi di esperienza che interagiscono reciprocamente (Clulow, 2001; Beebe, Lachman, 2002, Stern, 2004).

Tale processo negli esseri umani si configura come diadico e implica il coinvolgimento di due menti. Non si tratta, dunque, di una mente individuale isolata, ma piuttosto di un sistema più ampio creato dallo scambio reciproco tra i mondi soggettivi del bambino e del caregiver, di un adulto con un altro adulto, del paziente e dello psicoanalista.

 

2. E', inoltre, opportuno tener presente che se il bambino ha avuto la possibilità di sperimentare scambi emotivi sufficientemente positivi ed un caregiver emotivamente disponibile, può costituirsi un nuovo livello di significato condiviso, un terzo spazio (Coates, 1997). Tale lettura non é lontana, pur nelle differenze, da quanto la tradizione psicoanalitica ha messo in evidenza come passaggio da una visione bidimensionale ad una visione tridimensionale in cui, oltre a quello che potremmo chiamare il senso dell'Io e del Tu, emerge - parallelamente - il Senso della relazione come "un'entità a sé stante", da cui si può essere esclusi o inclusi (Britton, 1989). Potremmo dire, come ha proposto George Klein (Klein, 1976), che si crea un “Senso del Noi” interiorizzato.

 

3. In quest'ottica la relazione di coppia deve essere vista come un organizzatore di due mondi interni, si instaura, cioé, una dimensione inter-intrasoggettiva, "un mondo a due", nel quale non solo si forma una coppia, ma si pongono anche le basi per la ristrutturazione e il riproccessamento del Sé.

Ciò non toglie – specie in psicopatologia – che ci possa essere un aspetto ‘vischioso’ e rigido, ossia difficilmente riprocessabile, degli schemi organizzativi individuali mutuati dall’esperienza previa che può essere fittiziamente risolto affidando l'incoerenza del Sé alla relazione. E' in questo senso che si può dire che alla relazione di coppia é delegato il tentativo di soluzione delle incoerenze dei due Sè.

Tale equilibrio su cui la coppia si è relativamente attestata - collusione - però non è statico, dipende dal ‘momento’ del ciclo vitale in cui incontriamo la coppia. E’ il ‘perché ora’.

 

4. Su tali presupposti di fondo é necessario che il terapeuta assuma quello che è stato chiamato lo stato mentale di coppia (Morgan, 2001) che, a sua volta, presuppone l’assunto che il paziente è la relazione (Rusczynski, 1993).

Un importante fattore di contenimento della coppia é rappresentato, infatti, dalla capacità del terapeuta di tenere entrambi i partner in mente. Si tratta, soprattutto, di tenere in mente la relazione ossia assumere quella disposizione mentale che permette di essere soggettivamente coinvolti con entrambi i partner, ma anche, al tempo stesso, di porsi esternamente alla relazione e osservare la coppia nella sua interazione. Lo “stato mentale di coppia” del terapeuta sollecita gradualmente la formazione di un analogo stato mentale nei membri della coppia, nella misura in cui per ognuno di essi sarà possibile iniziare a percepire se stesso, i bisogni dell’altro e la relazione tra loro.

 

5. Su tali premesse la logica dell’intervento presuppone andare oltre una lettura meramente individuale nell’idea che le dinamiche e la configurazione dei simboli e dei contenuti vadano letti rispetto ad un campo bipersonale condiviso (Baranger, Baranger 1969) tra i partner della coppia e terapeuta/i che influenza sul piano dell’hic et nunc l'andamento e lo strutturarsi della seduta (Lupinacci, Zavattini, 2004 ). In questo senso il setting ha la funzione di creare uno scenario in cui bisogna comprendere qual’è la dinamica della matrice dei significati che scaturiscono sul piano dell'hic et nunc dallo spazio virtuale creatosi in seduta e qual'é la proprietà emergente del campo (Zavattini, 2006).

 

6. La tecnica di interpretazione dovrebbe essere allora in grado di cogliere il doppio aspetto dato dalle dimensioni "condivise" e dalle dimensioni più legate alle dinamiche dei singoli nel senso di potere elaborare un'interpretazione incrociata che colga le dinamiche della collusione e dell'identificazione proiettiva reciproca (Norsa, Zavattini, 1997; Santona, Zavattini, 2005). In altri termini lo scenario creato dal particolare setting di coppia, quello cioè in cui si é in presenza del partner reale, dovrebbe offrire la possibilità:

a)  non solo di utilizzare l'insight,

b) ma anche mettere i membri della coppia in condizione di potere fare esperienza di alcuni aspetti della propria soggettività che sono stati dissociati ed affidati alla relazione.

 

7. L'obiettivo terapeutico deve essere quindi inteso come la possibilità per ogni partner di riconoscere le proprie proiezioni, scoprire come questi aspetti di sé siano sentiti e quanto siano tollerabili (Fisher, 1999), in modo da favorire un Sé autonomo, più integrato e coerente, ma anche di potere comprendere e sperimentare quali schemi siano stati "messi in scena" nella relazione e come essa venga usata reciprocamente sia per combattere una 'vecchia guerra' con un nuovo nemico, sia rispetto alla nuova realtà intersoggettiva (collusione) data dall'incontro di due organizzazioni interne (Messina, Zavattini, 2006)

 

 

Le presentazioni del materiale clinico sono previste come segue:

a) due casi clinici dei partecipanti per ogni incontro, ossia sei in tutto

b) le presentazioni dovrebbero mettere in evidenza:

- maggiormente l’esordio della psicoterapia

- i significati e i simboli che circolano inizialmente

- le teorie sullo star male su di sé e l’altro, sul ‘noi’ come coppia

- il perché ora

- le reazioni transferali e controtransferali

 

c) infine:

- la conduzione delle prime sedute e la costruzione di una prima ipotesi non

  solo sull’incastro inconscio, ma anche su come si relazionano in seduta i

  partecipanti (pazienti + psicoterapeuti). Che configurazione/i emerge/ono.

  Cioè come il terapeuta/i coglie l’atmosfera, l’insieme, che organizza il campo.

  Poi, semmai, la storia.

 

 

Attività Scientifica del Professor Zavattini

 

Le linee di ricerca del Prof. Giulio Cesare Zavattini si sono orientate soprattutto verso la psicologia e psicopatologia a indirizzo dinamico :

con particolare riferimento a quelle correnti che maggiormente hanno sottolineato il tema delle relazioni oggettuali e l'aspetto interazionistico a base della formazione della personalità dell'individuo, delle coppie e dei gruppi familiari.

Una costante attenzione è stata data all'analisi dei rapporti tra presupposti teorici e modalità applicative in campo clinico tenendo conto del confronto e  delle differenze tra paradigmi diversi e prassi d'intervento  nell'ottica psicodinamica soprattutto nella prospettiva psicoanalitica e sistemica. 

Questi temi sono stati affrontati tramite una serie di saggi relativi alla teoria ed alla teoria della tecnica nell'ambito della "lettura" che si riallaccia alla teoria dei sistemi e della pragmatica della comunicazione umana, nonché dei nuovi orientamenti sul trattamento della coppia e dei gruppi familiari secondo la scuola inglese di psicoanalisi e le recenti considerazioni di autori di scuola americana come Stern ed Emde attenti al confronto tra Developmental Psychology e la teoria degli affetti e della socializzazione. Punto nodale di questa ricerca, che ha alle spalle un lungo e articolato cammino sul piano della riflessione teorica e della formazione sul piano clinico, è l'idea di superare la prassi in campo applicativo in cui l'intervento non si ricollega a una teoria della motivazione e della personalità o che l'assuma acriticamente non tenendo conto del confronto con la ricerca empirica o con  gli altri modelli della psicologia dinamica.

In questa prospettiva numerosi saggi sono dedicati all'analisi dei parametri costitutivi di un modello segnalandone le conseguenze sul piano dell'intervento rispetto all'osservazione, all'assessment e alla psicoterapia. L'intento di questi contributi della produzione scientifica del Prof. Zavattini è quello  di andare oltre il cosiddetto "disposizionismo" e "situazionismo" che caratterizzano nelle loro estremizzazioni, i modelli e gli interventi sul singolo, spesso collegati alla cosiddetta "one-body psychology", o quelli centrati sulle dimensioni interattive con esclusione delle indagini sulla "mente" o sulla soggettività.  Al contrario l'obiettivo di fondo è quello di porsi all'interno della problematica odierna che considera imprescindibile, pur nelle diversificazioni d'impostazione teorica, il rapporto tra mondo rappresentazionale e comportamenti interattivi, assumendo la discrepanza e la differenza tra queste due dimensioni come una delle fonti d'indagine più promettente.

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
Eventi ECM PRIMO SEMESTRE 2008 già accreditati:

 

   
   

 

Eventi ECM provenienti da fonti  diverse da ECM-Sanità:

Società Psicoanalitica Italiana

Centro Psicoanalitico di Roma

Via Panama, 48 – 00198 Roma – Tel. 06.64781827 – Fax 06.8415016

e-mail: cpdr@tiscali.it

 

 

 

Psicoanalisi e Cinema: un fertile incontro

 

Il cinema ha modalità espressive affini a quelle dei sogni e dell’immaginario, utilizzando anche quel registro iconico su cui la Psicoanalisi indaga come livello di simbolizzazione sulla strada della rappresentazione e della pensabilità. Partendo da questo interesse  il Centro Psicoanalitico di  Roma, organizza anche quest'anno una serie  d’incontri centrati sul rapporto tra il Cinema e la Psicoanalisi e sugli aspetti teorico-clinici che la visione di un film e la discussione tra colleghi  può approfondire.

I film presentati e i temi di ricerca e riflessione proposti vertono intorno ad un percorso che attraversa il tema della costruzione, dell'evoluzione ed alcune patologie legate all'identità femminile.

 

 

Programma '08

              1) 23 gennaio

              Introduzione al ciclo di serate da parte della Dott.ssa Patrizia Cupelloni

              Segretario Scientifico del Centro Psicoanalitico di Roma

Proiezione del film: “Water, il coraggio di amare” di Deepa Metha (2005)

presentato dalla Dott.ssa Paola Catarci, sul tema: “Destini della femminiltà”

 

2) 27 febbraio

Proiezione del film : “La pianista” di Michael Haneke (2001)

presentato dalla Dott.ssa Angelique Costis, sul tema: “Il sublime e il crudele, riflessioni su sublimazione e perversione”

 

3) 12 marzo

Proiezione del film : “Cria Cuervos” di Carlos Saura (1975)

presentato dalla Dott.ssa Livia Pascalino Bellanova, sul tema :“Fantasie e fantasmi nell'infanzia e preadolescenza, un percorso di definizione dell'identità femminile”

 

4) 23 aprile

Proiezione del film: “La donna che visse due volte” di Alfred Hichcock (1958)

presentato dalla Dott.ssa Laura Montani, sul tema : “La costruzione del femminile”

 

5) 7 maggio

Proiezione del film: “Quattro minuti” di Chris Kraus (2006)

presenato dalla Dott.ssa Manuela Fraire, sul tema: “La passione delle donne”

 

6) 11 giugno

Proiezione del film : “ Mèdèe Miracle” di Tonino De Bernardi (2007)

presentato dalla Dott.ssa Pia De Silvestris con la partecipazione del regista

sul tema :“L'identità femminile, dal mito greco alla società contemporanra”

 

 

Le serate, presentate dal Dott. Fabio Castriota, inizieranno alle ore 21.

          Gli incontri sono aperti e gratuiti,

per i colleghi esterni interessati all’accreditameno ECM , il costo è di 100  euro +Iva.      

Per informazioni e prenotazioni, telefonare allo 068415016.

 

 

 

Società Psicoanalitica Italiana

Centro Psicoanalitico di Roma

Via Panama, 48 – 00198 Roma – Tel. e fax 06.8415016

Tel. 06.64781827 e-mail: cpdr@tiscali.it

 

 

SEMINARIO CONTINUATIVO 2008

 

CODICI IDENTITARI

Invarianze, vincoli, limiti

 

Introduce gli incontri Patrizia Cupelloni Segretario scientifico del Centro Psicoanalitico di Roma

 

Mercoledì 20 Febbraio ore 21    I fondamenti strutturali dell’identità: il carattere  

                                                   Francesco Conrotto                                                     

 

Mercoledì 5 Marzo ore 21        La doppia natura del volto tra artificio e verità      

                                                   Patrizia Magli

 

Mercoledì 19 Marzo ore 21      Dal determinismo genetico alle reti di sviluppo   

                                                   Elena Gagliasso

 

Mercoledì 2  Aprile ore 21        Simulacri d’identità: imposture                    

                                                   Lucio Russo

 

Mercoledì 16 Aprile ore 21       La personalità autistica in contesti ecologici  

                                                   Francesco Barale  

 

Mercoledì 30 Aprile ore 21      Il corpo come strato roccioso: implicazioni del genere sessuale

                                                   Fausta Ferraro

 

Mercoledì 14 Maggio ore 21     Lo stile schizoide di Pirandello                             

                                                   Elio Gioanola

 

Si prega di prenotare l’iscrizione in Segreteria

Segue invito

 

Quota di iscrizione

€  30 iva compresa per ciascun incontro € 20 per allievi e specializzandi

€ 180 iva compresa per l’intero ciclo di incontri € 120 per allievi e specializzandi

Gli ECM saranno attribuiti a coloro che frequenteranno l’intero ciclo di incontri.

Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 15 febbraio 2008

 

 

 

 

CODICE MATERNO

AOU Meyer

Viale Pieraccini, 24

 

Firenze, 16 febbraio 2008

 

Convegno sulla funzione materna per                                                                          Pediatri di libera scelta, Pediatri Ospedalieri e Universitari, Psicologi, Psicoterapeuti,Neuropsichiatri Infantili

 8.30  Messaggio di benvenuto del Direttore del DAIPI

Prof.Maurizio De Martino

 8.45   Introduzione

           Dr. Chiara Ciampi

 

9        La funzione materna e il Dipartimento Materno-Infantile

           Dr. Paolo Morello Marchese

 

9.15   Dati sulla realtà della famiglia  di oggi

           Dr.Franca Rusconi

 

9.35    Presentazione questionario:

 

o        I cardini della funzione materna dalla parte del Pediatra di libera scelta           

          Dr. Marzia Guarnieri

 

o        I cardini della funzione materna dalla parte del Neuropsichiatra infantile     

          Dr. Chiara Ciampi

 

10.15   La funzione materna e la politica

          On. Enrico Rossi

 

 

           

10.35   Ruolo del Pediatra di libera scelta quale interprete del rapporto bambino-genitori

            Dr. Giovanni Vitali Rosati

 

10.55

   Basi neurobiologiche dell’empatia

          Dr. Delia Lenzi

 11.15 Break

 11.30         La funzione materna nella psicoanalisi

            Prof. Gina Mori Ferrara

 

 

11.50  La funzione della madre nella Storia della Pediatria                  

           Prof.Donatella Lippi

 

12.10  Confronto del ruolo materno, nell'ambito della struttura 
            familiare, fra culture diverse nel tempo.

            Prof. Marinella Corridori

 12.30   Discussione e Conclusioni

 Abbiamo voluto analizzare gli elementi costitutivi dell’essere madre oggi, muovendoci fra ciò che è essenziale e continuativo dalle nostre origini e i peculiari adattamenti richiesti alle madri di oggi  per realizzare la funzione materna

Abbiamo coinvolto i Pediatri come professionisti della funzione materna

Abbiamo cercato di far emergere le essenzialità con la rilevanza del contributo della Psicoanalisi e le peculiarità multiculturali , statistiche e storiche

 Relatori

 

Dr. Chiara Ciampi , Neuropsichiatra Infantile , AOU Meyer Firenze

Prof. Marinella Corridori , Direttore Rivista CHOES

Dr. Marzia Guarnieri, Pediatra

Dr. Delia Lenzi, Ricercatrice Dipartimento Scienze neurologiche -Università La Sapienza Roma

Prof. Donatella Lippi, Professore Associato Storia della Medicina-Dipartimento di Anatomia Umana – Università di Firenze

Dr. Paolo Morello Marchese

Direttore Generale AOU Meyer-DirettoreDipartimento Materno-Infantile

Prof. Gina Mori Ferrara- Pediatra- Pscicoanalista-Società Italiana di Psicoanalisi

Dr. Giovanni Vitali Rosati- Vice Segretario  FIMP Firenze

On.Enrico Rossi, Assessore al Diritto alla Salute Regione Toscana

 Dr. Franca Rusconi- Epidemiologia AOU Meyer Firenze

 Iscrizione gratuita entro il  31-1-08

mediante comunicazione via mail

zampino@unifi.it     o via

Fax 055/570380

Saranno rilasciati attestati di partecipazione

E’ in corso l’attivazione di crediti formativi ECM

 

Comitato Organizzativo

Dr. Chiara Ciampi

Dr. Marzia Guarnieri

Dr. Roberta Nistri

Tecnico Andrea Zampino

 

 
   
   
   
   
   
   
   

 

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Responsabile editoriale: Giuseppe Leo