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FRENIS   zero   F m g m i s

Scienze della Mente, Filosofia, Psicoterapia e Creatività

Mind Sciences, Philosophy, Psychotherapy and Creativeness

     'EVENTS' II semestre 2005

Le mostre, gli eventi teatrali, gli 'happenings'.... e tanto altro ancora. 

Vai agli 'Events' del PRIMO SEMESTRE 2005

29.10.2005

5° Convegno Nazionale

FEDERAZIONE ITALIANA TEATROTERAPIA

 

10 - 11 - 12 - 13 novembre 2005  -  VAREDO - MI

 

TEATRO SOCIALE e TERAPEUTICO

 

 

 

 

        

  Giovedì   10 novembre

LA RELAZIONE CORPO-MENTE

 

     9.30       Saluto del Sindaco Sergio Daniel

9.45       Introduzione di Walter Orioli - Presidente della Federazione Italiana Teatroterapia

10.00       Vezio Ruggieri - Università La Sapienza , Roma - Il corpo, identità e teatro

   11.00       Sala aperta - Domande e risposte tra i partecipanti e i relatori

 

   14.00       Editoria  

                   Incontro con il direttore di “Artiterapie” Rolando Renzoni 

                   Esperienze - Fantasia d’inferiorità e recitazione

                   Leoni, conigli e tartarughe: la teatroterapia tra senso e complesso di inferiorità - Davide Pagnoncelli, psicoanalista adleriano, teatroterapeuta, Bergamo

                   Psichiatria e teatro - Erica Bertoncello, Vicenza

                   Afasia e teatro - Liliana Boni, Vicenza

 

                Laboratori - Il corpo e la mente in azione

   16.00       A - Marisa Storgato - Insegnante di danza Meditativa, Feltre - BL - Danza meditativa e sacra: un incontro con il corpo

   17.45       B - Massimiliano Megale - teatroterapista, Milano - Sintassi somatica e teatro

                  

                   Performance - Tra psicanalisi e cabaret

   21.00       Tutto vero su mia madre - Nadia Puma

22.00       Tre casi clinici e uno psicooroscopo - Claudio Tosoncin


Venerdì   11 novembre

IL LINGUAGGIO TEATRALE IN PEDAGOGIA E NEL SOCIALE

                               

9.15       Saluto dell’Assessore ai Servizi alla Persona Fernando Borsani

     9.30       Claudio Bernardi - Docente di Antropologia del teatro Università Cattolica Brescia -

              La Bella Addormentata. Una società da svegliare con un Teatro Azzurro

   10.00      Ivano Gamelli - Docente di Pedagogia del corpo Università degli Studi Milano Bicocca - Nel teatro come nell’educazione. I gesti dimenticati nella formazione e nella cura

   11.00       Sala aperta - Domande e risposte tra i partecipanti e i relatori

 

   14.00       Esperienze - Nella scuola e nel sociale

                   Teatri delle diversità - Emilio Pozzi, Pesaro

                   Teatro nelle scuole dell’obbligo - Bianca Maria Cereda, Agrate Brianza MI

                   Lo psicoteatro: incontro tra teatro di tradizione e di ricerca. Esperienza all’Università di Padova con il progetto studenti in cerca d’autore - Carlo Bertinelli, Alessandra Brocadello e Andrea Petromilli, Padova

                   Strumenti di controllo in teatroterapia - Paolo Donzelli, Catania

 

                   Laboratori - Non aver bisogno di educare: soltanto non impedirlo

   14.00       D - Ugo Picerno - medico e teatroterapista, Bergamo - Biografia e teatro

   15.45       E - Marta Molinotti - teatroterapista, Bagnacavallo RA - Enneagramma e teatro

   17.30       F - Patrizia Manzavino - teatroterapeuta, Napoli - Pre-espressivo e mitologia

 

   20.30       Tavola rotonda

                   La Federazione Italiana Teatroterapia e il Codice Deontologico. Coordinatore: Paolo Donzelli, teatroterapeuta, Catania

 

   21.30       Performance interattiva

                   Sdrammatizzazione di eventi personali - Conducono Nicola Cifarelli e Walter Orioli

 

Sabato   12 novembre

TEATRO D’ARTE e CONTENITORE EMOTIVO

 

9.15       Saluto dell’Assessore alla Cultura Fabrizio Figini

     9.30       Claudio Merini - Teatroterapeuta, Pescara - Il gruppo e la creazione dell’opera

10.10       Claudio La Camera – Ideatore di Linea Trasversale, Caulonia, RC – Costruttori di sogni

   11.00       Sala aperta - Domande e risposte tra i partecipanti e i relatori

 

   14.00       Esperienze - Nella vita e nel teatro

                   Artiterapie con la persona anziana - Paolo Donzelli, Catania

                   Teatro e psichiatria: il teatro come esposizione, il teatro come protezione - Mirco Bonomi, Genova

                   L’attore disabile e la presenza in scena - Simona Garbarino, Genova

   15.30       Proiezione video di esperienze teatrali

 

                   Laboratori - Finzione e verità - a Pier Paolo Pasolini

   15.30       H - Giovanna Di Lonardo, Milano - Dall’arteterapia al teatro

   17.30       L - Walter Orioli - Drammaturgia e montaggio delle scene inconsce

 

                   Performance

   21.00       “Corde” Teatro della Spontaneità, Monza - regia di Roberto Motta


Domenica   13 novembre

IL CORPO IN SCENA: SIMBOLO DEL BENESSERE

 

     9.30       Enrichetta Buchli - Psicoanalista junghiana, Milano - Simboli del corpo e teatro di ricerca

   10.00       Walter Orioli - Psicologo, teatroterapeuta - I corpi in scena a più dimensioni

   11.00       Sala aperta - Domande e risposte tra i partecipanti e i relatori

  12.00       Conclusioni generali

 

  14.00       Tavola rotonda

                  La Federazione Italiana Teatroterapia e il Riconoscimento Professionale. Coordinatore: Nicola Cifarelli, teatroterapeuta, Altamura - BA

 

                   Laboratori - Stare insieme e benessere

   15.00       M - Associazione MA.CR.EL. - L’ora del massaggio

   16.15       N - Tamara De Vecchi – teatroterapista, Milano - Teatroterapia con e per le donne

   18.00       Q - Kallol Carlucci - teatroterapista, Lodi - La risata che gioia

 

                   Performance

   21.00       a cura del C.D. di Cusano Milanino e del C.R.A. di Brugherio (D.S.M. Monza)

                   presso Stellapolare - coop. Novo Millennio Via Montecassino, 8 Monza - MI

 


Segreteria:

Roberto Motta – Associazione Politeama – tel/fax 039.2021133

Informazioni: www.fedteatroterapia.it   e-mail: info@fedteatroterapia.it

 


COSTO ISCRIZIONE:    80 Euro   (Soci F.I.T. 40 Euro)

Per partecipare ai laboratori: quota iscrizione + 10 Euro per ogni laboratorio.

(posti disponibili massimi: 20 a laboratorio)

Quota di iscrizione a giornata: 35 Euro   (Soci F.I.T. 15 Euro)

Le adesioni si effettuano versando la quota sul c/c postale n° 43005545 intestato a:

Federazione Italiana Teatroterapia - via Don Valentini, 6 - 20052 Monza (MI)

Causale: 5° Convegno F.I.T. – per chi si iscrive ai laboratori indicare nella causale anche la lettera di quelli scelti

Iscrizioni entro il 2 novembre 2005

 


Sede del Convegno, Esperienze, Tavole rotonde: Palazzo Comunale, Aula Consiliare - Via Vittorio Emanuele II, 1 - Varedo

Sede dei laboratori: Centro Studi Politeama Artiterapie - Via Madonnina, 54 - Varedo

Sede performance: Aula Mariani (adiacente la Biblioteca ) - Viale S. Aquilino, 3 - Varedo

 


Programma aggiornato al 7 ottobre 2005

 

 

18.10.2005 

QUATTRO  MOSTRE AUTUNNALI DA NON PERDERE:

Mélancolie
Génie et folie en Occident

13 octobre 2005 - 16 janvier 2006



Cette exposition a été organisée par la Réunion des musées nationaux et les Staatliche Museen zu Berlin, avec le soutien du musée Picasso, Paris.
Elle sera présentée à la Neue National Galerie, Berlin, du 16 février au 7 mai 2006.

Aucune disposition d’âme n’a occupé l’Occident aussi longtemps que la mélancolie. Le sujet touche au cœur des problèmes auxquels l’homme est aujourd’hui sensible : de l’histoire à la philosophie, de la médecine à la psychiatrie, de la religion à la théologie, de la littérature à l’art. La mélancolie, par tradition cause de souffrance et de folie, est aussi considérée depuis l’Antiquité comme le tempérament des hommes marqués par la grandeur - les héros et les génies. Sa désignation comme « maladie sacrée » implique une dualité. Mystérieuse, la mélancolie l’est toujours, bien qu’elle fasse aujourd’hui l’objet, sous son appellation de « dépression », d’une approche médico-scientifique. L’iconographie de la mélancolie est d’une infinie richesse et il n’est donc pas étonnant que ce soit l’histoire de l’art qui ait su la première fournir les bases de cette nouvelle approche de l’histoire culturelle du malaise saturnien.

L’exposition se propose d’introduire le public à cette richesse encore mal connue, en montrant, avec plus de 250 œuvres réparties en huit sections (La mélancolie antique / Le bain du diable. Le Moyen Âge / Les enfants de Saturne. La Renaissance / L’anatomie de la mélancolie. L’âge classique / Les Lumières et leurs ombres. Le XVIIIe siècle / La mort de Dieu. Le romantisme / La naturalisation de la mélancolie / L’Ange de l’Histoire. Mélancolie et temps modernes), la permanence et les variations de cette humeur sacrée. Des stèles attiques jusqu’à des œuvres contemporaines, de Dürer à Ron Mueck en passant par La Tour, Füssli, Goya, Friedrich, Delacroix, Rodin, Van Gogh, Munch, De Chirico, Picasso… elle met en évidence le rôle essentiel joué par la mélancolie dans les différentes formes de la création artistique en Europe.

Galeries nationales du Grand Palais
Entrée Clemenceau
75008 Paris
Tél. 01 44 13 17 17
Envoyer un courrier électronique
www.rmn.fr/galeriesnationalesdugrandpalais

 

 

DONNA DONNE

apre il 08.10.2005 chiude il 08.01.2006

 PALAZZO STROZZI
piazza Strozzi
Firenze (Fi)

DETTAGLIO NEWS

Donna Donne
Uno sguardo sul femminile nell’arte contemporanea

Progetto di Art for The World, ONG affiliata all’UNDPI

Mostra a cura di Adelina von Fürstenberg

Firenze, Palazzo Strozzi
Sabato 8 ottobre 2005 – 8 gennaio 2006


Da sabato 8 ottobre 2005 sino a domenica 8 gennaio 2006, l’Italia a Firenze in Palazzo Strozzi ospita la prima tappa della mostra Donna Donne, dedicata al tema del femminile nella contemporaneità.

Promossa da Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Regione Toscana e Firenze Mostre S.p.A., la mostra è un progetto di Art for The World, associazione non profit che dal 1995 si occupa di sostenere e ampliare il patrimonio culturale comune e promuovere, attraverso l’universalità del linguaggio dell’arte, la diffusione dei principi sanciti dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.
L’esposizione è prodotta e realizzata da Art for The World e Firenze Mostre S.p.A. con il contributo della Banca Toscana

Donna Donne è una mostra itinerante d’arte contemporanea a cura di Adelina von Fürstenberg ideata in occasione del decimo anniversario della Dichiarazione di Pechino, che, dopo Firenze, proseguirà a Bruxelles (Palais des Beaux Arts e Tour & Taxis) e a San Paolo (Sesc Pompeia).

I 33 artisti partecipanti, uomini e donne, italiani e provenienti da diverse parti del mondo, propongono una riflessione sulla femminilità sotto forma di dialogo e di confronto e analizzano in vari approcci il ruolo della donna nel mondo contemporaneo.

Le opere in mostra, pitture, sculture, fotografie, video-installazioni, provengono da prestigiose collezioni europee pubbliche e private, tra cui la Dakis Joannou Collection di Atene, nonché dagli artisti stessi.

Il percorso si struttura a partire dalle opere di importanti artisti nati dopo la seconda metà del XX secolo, che riflettono gli aspetti principali della percezione femminile della vita e della creatività. Alle opere di giovani artisti provenienti da diversi continenti è affidato invece il compito di rappresentare le differenti sfaccettature dell’identità femminile puntando sulle problematiche e le prospettive delle donne di oggi.
Il termine “donna” viene quindi utilizzato non in senso stretto, biologico o sessuale. Ciò che la mostra indaga è la donna nella sua proiezione sociale, culturale e politica, e il suo essere rappresentazione simbolica e filosofica di valori fondanti nelle diverse culture e regioni del mondo.

Dopo le grandi trasformazioni del ruolo della donna nella società avvenute nel XX secolo, una grande incertezza permane nei paesi industrializzati, come in quelli in via di sviluppo, su cosa comporti essere donna oggi e su cosa significhi esprimersi in libertà. Come avviene oggi la realizzazione della propria potenzialità per una donna in un paese occidentale, sotto le pressioni familiari, professionali, mediatiche, sociali e sessuali? E questa realizzazione ha un qualche significato nei paesi in via di sviluppo, per quelle donne che, ancora schiave ed oppresse, devono liberarsi prima di tutto dai valori tradizionali e dalla povertà?

Come può una comunità eliminare dalla vita delle donne la paura (di se stesse, dell’uomo, delle altre donne, della solitudine, della povertà, della maternità, ecc.)? Come si adoperano le donne per la loro realizzazione personale? Essere di sesso femminile è un handicap quando le donne vogliono essere libere di crescere?

L’arte, si sa, è in grado di esprimere la realtà in maniera universale, superando ogni barriera culturale. La dirompenza del linguaggio dell’arte contemporanea ha qui il compito di riaffermare che eguaglianza non è sinonimo di uniformità, ma è il risultato di un atteggiamento armonioso nella visione e comprensione del mondo.

In occasione dell’inaugurazione, venerdì 7 ottobre 2005, è prevista una performance di Lis (Laboratorio Immagine Sensoriale) nel cortile di Palazzo Strozzi e un’improvvisazione del coreografo Giorgio Mancini nelle sale della mostra.

Il Catalogo della mostra (29 x 31 cm, 96 pagine, Giunti Editore) raccoglie testi di Adelina von Fürstenberg, curatrice della mostra, nonché fondatrice e Presidente di Art for The World, e di Yorgos Tzirtzilakis, critico d’arte e architettura di Atene, curatore di mostre internazionali; prevede una selezione di testi di autori vari che accompagnano le immagini del catalogo, raccolte da Elisabetta Galasso, Direttrice NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, Milano. Il catalogo contiene inoltre più di 66 pagine dedicate agli artisti con i lavori in mostra e le relative schede biografiche.

Il Saggio
Sempre in collegamento con la mostra, l’editore Giunti pubblica il volume “Visioni del femminile nella storia e nell’arte” di Fulvio Salvadori. Il filosofo scrittore di Empoli analizza il tema del femminile intendendo quel carattere, intimamente allacciato alla propria controparte del maschile, che fa parte dell'anima di ciascun essere umano, sia esso maschio o femmina. Gustav Jung ad esempio ha chiamato questo duplice carattere animus ed anima, e gli antichi cinesi con il nome di Yin e Yang.

Il convegno
In concomitanza con l’apertura al pubblico della mostra, e in ideale collegamento ad essa, la Città di Firenze promuove un Convegno Internazionale (sabato 8 ottobre, Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio) dal titolo “Diritti proclamati, diritti violati”. Tra gli ospiti della manifestazione il Premio Nobel per l’Economia Amartya Sen, il l’europarlamentare Luisa Morgantini.

Il Festival dei Popoli
Durante tutti i tre mesi della mostra, il Festival dei Popoli presenterà quotidianamente a Palazzo Strozzi una rassegna di film e di documentari di cineasti internazionali, dedicata alle grandi tematiche del “femminile”. Fondato nel 1959, il Festival dei Popoli è ancora oggi l’unica istituzione italiana ad occuparsi principalmente di film di documentazione sociale.


Gli artisti in mostra:

Marina Abramovic, Serbia
Ghada Amer, Egitto
Dimitrios G. Antonitsis, Grecia
Olivier Blanckart, Francia
Stefano Boccalini, Italia
Berlinde De Bruyckere, Belgio
Daniela De Lorenzo, Italia
Paola Di Bello, Italia
Elisabetta Di Maggio, Italia
Wang Du, Cina
Sylvie Fleury, Svizzera
Katharina Fritsch, Germania
Nan Goldin, USA
Jitka Hanzlovà, Repubblica Ceca
Kimsooja, Corea del Sud
Jannis Kounellis, Italia
Zilla Leutenegger, Svizzera
LIS (Laboratorio Immagine Sensoriale), Italia
Liza Lou, USA
Marcello Maloberti, Italia
Margherita Manzelli, Italia
Andrea Marescalchi, Italia
Yan Pei-Ming, Cina
Tracey Moffatt, Australia
Liliana Moro, Italia
Shirin Neshat, Iran
Chris Ofili, Gran Bretagna
Charlemagne Palestine, USA
Yinka Shonibare, Gran Bretagna
Grazia Toderi, Italia
Barthélémy Toguo, Camerun
Kara Walker, USA
Chen Zhen, Cina


Durata: 8 ottobre 2005 – 8 gennaio 2006
Orario: tutti i giorni ore 10.00 – 19.00

Info in mostra: tel. +39 055 2645155
http://www.donnadonnepalazzostrozzi.it/
http://www.artfortheworld.net/

Ufficio stampa
Bondardo Comunicazione, Milano
Tel.+ 39 02 29005700 Fax + 39 02 29005656
C.S.C.Sigma, Firenze
Tel. + 39 055 2478436 Fax +39 055 244145
cscsigma@tin.it

Dal 14 ottobre 2005 al 15 gennaio 2006
Visionari Primitivi Eccentrici
Potenza
GALLERIA CIVICA - PALAZZO LOFFREDO
Largo Duomo (85100)
+39 0971415087 (info), +39 0971415009 (biglietteria)

Più di cinquanta artisti per raccontare questo particolare aspetto della creatività, italiani e alcuni stranieri che hanno operato e tuttora operano in Italia
orario: da martedì a domenica 9-13 e 17-21
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: € 3,00 intero; € 1,50 ridotto (studenti fino a 24 anni, adulti oltre i 60 anni); l’ingresso per i portatori di handicap è gratuito e avviene da Largo Duomo
vernissage: 14 ottobre 2005. ore 19.30
editore: MARSILIO
ufficio stampa: MARIA BONMASSAR
curatori: Laura Gavioli

 

Visionari Primitivi Eccentrici sono gli artisti presenti nella mostra che si apre a Potenza, a Palazzo Loffredo, il prossimo 15 ottobre.

Visionari che dal secolo scorso ad oggi hanno privilegiato nella loro ricerca non il reale, il razionale, l'equilibrio o la misura, ma gli elementi più congeniali alla loro creatività: il sogno, l'irrazionale, il subconscio.

Più di cinquanta artisti per raccontare questo particolare aspetto della creatività, italiani e alcuni stranieri che hanno operato e tuttora operano in Italia.

La mostra vuole proporre un'immagine frutto del pensiero, del sogno da svegli, della fantasia in libertà. Una realtà mediata, inventata e sospesa, fertile rifugio per molti che hanno trovato nella linea fantastica dell'arte la zona franca della loro più genuina creatività.

Saranno presenti grandi esponenti del Novecento storico italiano, come Alberto Martini, Adolfo Wildt, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Felice Casorati, Scipione, Osvaldo Licini, Ferruccio Ferrazzi, Antonio Ligabue, Fausto Melotti accanto agli artisti contemporanei che meglio esprimono quella particolare sospensione visionaria oggi tanto apprezzata sia dalla critica che dal pubblico, come Luigi Ontani, Mimmo Paladino e Paola Gandolfi.

L’esposizione, curata da Laura Gavioli, con la collaborazione di Stefano Fugazza, Flavia Mattiti, Francesca Romana Morelli, Valerio Rivosecchi, Laura Turco Liveri, è divisa in varie sezioni tematiche:
Io è un altro
Infanzia e Primitivismo
L’idolo e il Corpo
Natura e Artificio
L’atelier e la città






Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo (ed. Marsilio) che conterrà testi critici, ampie schede di documentazione, riproduzione a colori di tutte le opere in mostra.

“Visionari Primitivi Eccentrici” è l’ultimo in ordine di tempo di una serie di eventi che vedono “Potenza Città Cultura”, come centro di promozione attiva che nell’arco di un anno ha portato ad inaugurare il Museo Archeologico Nazionale e la Galleria Civica.





Elenco artisti in mostra:

- Io è un altro
Stefano Canepari, Alfredo Casali, Giovanni Colacicchi, Giorgio de Chirico, Ferruccio Ferrazzi, Franco Gentilini, Cynthia Karalla, Antonio Ligabue, Alberto Martini, Luigi Ontani, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Ottone Rosai, Scipione.


- Infanzia e Primitivismo
Ugo Bernasconi, Cagnaccio di S. Pietro, Carlo Carrà, Felice Casorati, Enzo Cucchi, Giorgio de Chirico, Ilario Fioravanti, Giosetta Fioroni, Tullio Garbari, Guglielmo Janni, Osvaldo Licini, Adelchi R. Mantovani, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Alberto Savinio, Gianfilippo Usellini, Adolfo Wildt.

- L’idolo e il Corpo
Astolfo De Maria, Aron Demetz, Ferruccio Ferrazzi, Lino Frongia, Tullio Garbari, Adelchi R. Mantovani, Marino Marini, Arturo Martini, Ivan Mestrovic, Athos Ongaro, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Antonietta Raphaël, Italo Scanga, Livio Scarpella, Scipione, Francesco Trombadori, Giuliano Vangi, Lorenzo Viani.


- Natura e Artificio
Agostino Arrivabene, Cagnaccio di San Pietro, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Franco Gentilini, Pietro Ghizzardi, Osvaldo Licini, Antonio Ligabue, Fausto Melotti, Mattia Moreni, Goliardo Padova, Fausto Pirandello, Gaetano Pompa, Ascanio Renda, Alberto Savinio, Scipione, Adolfo Wildt.


- L’atelier e la città
Francesco Balsamo, Aurelio Bulzatti, Corrado Cagli, Sergio Ceccotti, Giorgio de Chirico, Pino Deodato, Astolfo De Maria, Ferruccio Ferrazzi, Gianfranco Ferroni, Gustavo Foppiani, Paola Gandolfi, Renato Nosek, Alessandro Papetti, Fausto Pirandello, Massimo Rao, Ottone Rosai, Mario Sironi, Alberto Ziveri, Sergio Zanni.

 

GUSTAV KLIMT - Disegni proibiti
 

Dopo il successo parigino, che ha registrato ben 125.000 visitatori al Museo Maillol, arriva in Italia una nuova selezione di opere di carattere erotico del grande maestro viennese Gustav Klimt appositamente curata per l’Italia.

Dal 24 settembre al 4 dicembre , il Castello Visconteo di Pavia ospiterà l'esposizione GUSTAV KLIMT. Disegni proibiti che raccoglie 50 disegni di uno dei protagonisti della stagione della Secessione viennese e figura di straordinaria importanza nella storia dell’arte moderna.

L’iniziativa, prodotta da Alef in collaborazione con il Comune di Pavia , è affidata alla cura scientifica di Annette Vogel e Caroline Messensee , co-curatrice, hanno appositamente selezionato i 50 disegni sul tema del nudo e dell’erotismo che svelano l’universo più intimo di Klimt.

Il percorso individuato permette alle opere di rivelare un’immagine privata dell’artista poco conosciuta al grande pubblico, che consente di esplorare in profondità la sua personalità più intima. Come era solito ricordare lo stesso Klimt: “Chiunque voglia conoscermi – come artista, perché non c’è altro che sia meritevole d’interesse – deve guardare con attenzione le mie opere e cercare di scoprire quello che sono e quello che voglio”.

Nei suoi disegni, Klimt rende un omaggio alla bellezza femminile attraverso nudi, ritratti in pose spesso estremamente erotiche. Tale rappresentazione del corpo femminile gli permetteva di esprimere e di raggiungere, con il più alto grado di verità, l'essenza delle idee.

Spesso momento preparatorio per le creazioni pittoriche e destinati a un pubblico privato di amici, estimatori e critici i disegni sono liberati dai motivi decorativi, nei quali le figure scompaiono, come assorbite da una trama astratta. Come ha scritto il critico Werner Hofmann, “Klimt era capace di dipingere la donna nella sua distante dignità e di disegnarla nella sua totale disponibilità sessuale”.

La sua produzione, che inizialmente predilige grandi spazi e una dimensione pubblica (la grande sala dell’Università di Vienna), trova nel disegno un momento di più intimo confronto. Le sue opere su carta non sono realizzate per essere mostrate in pubblico, anche se i critici suoi contemporanei li consideravano le sue creazioni migliori.

ORARI DI APERTURA

da Lunedì a Venerdì 10.00 - 19.00
Giovedì 10.00 - 22.00
Sabato e Domenica 10.00 - 20.00

Biglietti
Intero € 7,00
Ridotto € 5,00

Informazioni e prenotazioni
tel. +39 0382 24376
info@alefcoop.it

Sito Internet della mostra:
http://www.klimtdisegniproibiti.it/


 

 

17.08.2005 

Comunicato stampa

Ascanio Celestini e le sue "Storie da legare" faranno le seguenti tappe in giro per l'Italia:

Le diverse tappe del laboratorio STORIE DA LEGARE fanno parte del percorso di ricerca sull'istituzione manicomiale. Il progetto porterà al debutto dello spettacolo La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico coprodotto con il Teatro Stabile dell'Umbria.
Il debutto è previsto per ottobre 2005.

Le testimonianze raccolte sono state documentate sia in audio che in video.

STORIE DA LEGARE
laboratorio di narrazione e memoria sull'istituzione manicomiale

novembre 2003-aprile 2004 Scandicci
in collaborazione con Teatro Studio - Teatro Stabile di Innovazione

11-23 gennaio 2004 Roma
in collaborazione con Centro Studi dell'ex Manicomio di Santa Maria della Pietà
Università Roma Tre Facoltà di Lettere e Filosofia

9-13 febbraio 2004 Bologna
in collaborazione con Dipartimento di Musica e Spettacolo - Cimes

29-30-31 ottobre 2004 Parma
in collaborazione con il Teatro delle Briciole
Centro Studi per la Stagione dei Movimenti
Università degli Studi di Parma Dipartimento di Studi Politici e Sociali. Corso di Perfezionamento in Sociologia dell'Educazione

9-13 novembre 2004 Reggio Emilia
in collaborazione con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Centro di documentazione di storia della psichiatria e l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

7-11 dicembre 2004 Udine
in collaborazione con Centro Servizi e Spettacoli di Udine - Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia
Accademia Civica d'Arte Drammatica Nico Pepe

febbraio-marzo 2005 Perugia
in collaborazione con C.u.t. - Teatro Stabile dell'Umbria
Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
Dipartimento di Salute Mentale
Fondazione Angelo Celli

26-30 aprile 2005 Imola
in collaborazione con il Teatro dell'Osservanza
Dipartimento di Salute Mentale

maggio-giugno 2005 Venezia - Isola di San Servolo
Provincia di Venezia
Associazione culturale Echidna
Fondazione I.R.S.E.S.C.



<< Raccolgo materiale di chi ha conosciuto il manicomio un pò come facevano i geografi del passato. Questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di raccontargli com'era fatta un'isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com'era una strada verso l'Oriente o attraverso l'Africa. Dai racconti che ascoltavano cercavano di disegnare delle carte geografiche. Ne venivano fuori carte che spesso erano inesatte, ma erano piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva conosciuti attraversandoli.

Così io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non per costruire una storia oggettiva, ma per restituire la freschezza del racconto e l'imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell'immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano un viaggio. >
>
Ascanio Celestini

13.08.2005 

"La nuda verità" a Vienna

Schiele: Die Nackte Wahrheit

„La nuda verità“: arte scandalistica nella Vienna del 1900

(fonte: www.wien.info )
La mostra „Die nackte Wahrheit“ (la nuda verità) allestita dal 13 marzo al 22 agosto al Leopold Museum presenta l’arte austriaca del 1900. Verranno esposte opere che fecero scandalo di Klimt, Schiele e Kokoschka.

La mostra allestita dal 13 marzo al 22 agosto sviluppa il tema di una società in conflitto con l’era moderna. Gustav Klimt, Egon Schiele, Oskar Kokoschka scelsero per i loro quadri argomenti tabù: gravidanza, sessualità e potere, omoerotismo, il conflitto tra i sessi e l’adolescenza. Egon Schiele raffigurò per esempio senza veli e abbellimenti temi legati all’eros, alla sofferenza e alla morte e fu addirittura messo in prigione per aver scelto come modelle ragazze giovanissime. Alcune delle sue opere vennero persino distrutte poiché considerate pornografiche

Leopold Museum
lun, mer, ven-dom
10-19, gio 10–21
tel. +43-1-525 70-0
www.leopoldmuseum.at

 

Alfredo Jaar
Waiting, 1999, stampa digitale su vinile, cm 315x731 courtesy l’artista  


 

10.08.2005

"Identità & nomadismo" a Siena

(fonte: www.illy.com )

Comunicato stampa di Lorenzo Fusi, co-curatore della mostra

<<L'idea della mostra nasce da una serrata discussione fra le parti coinvolte nella sua progettazione: il Palazzo delle Papesse e la Regione Toscana attraverso le sue emanazioni "Tra Art, rete regionale per l'arte contemporanea" e il progetto "Porto Franco". Il concetto iniziale era quello di documentare la sempre crescente complessità del nostro tessuto sociale, attraverso l'analisi dei processi di ibridazione, di 'creolizzazione' culturale che stanno avendo luogo un po' ovunque, anche se con sfumature diverse. In sostanza, si voleva dar voce a quel multi-culturalismo, fino a ieri appannaggio unico delle grandi metropoli, sempre più evidente anche nelle realtà periferiche. Confinare, in ambito espositivo, questa analisi al solo territorio toscano, avrebbe chiuso l'ottica invece che aprire il diaframma su più ampie prospettive. La mostra è stata concepita come una piattaforma di discussione, un supporto visivo dal quale prendere spunto per una serie di ulteriori riflessioni, che possono applicarsi a indagini sia a livello micro che macro-territoriale. L'andamento dell'esposizione non è guidato da principi di political-correctness e non offre una rappresentanza paritaria nazionale o continentale. Ho scelto artisti o opere che riuscissero al tempo stesso a comunicare fra loro, almeno a gruppi, e ad affermare singolarmente la loro specificità. Sono dei casi studio, per così dire, che mettono in luce una sorta di 'nomadismo identitario' che a me pare ben caratterizzare la società contemporanea.

 

Gli artisti sono da sempre nomadi o, almeno, rappresentano certamente uno degli strati più mobili della società. Si pensi soltanto al loro storico peregrinare in cerca di commissioni. Naturalmente il loro 'raggio di azione' si è enormemente allargato, mettendo in contatto mondi un tempo molto distanti. Un processo di continua rinegoziazione delle categorie identitarie che, a prescindere dal luogo di provenienza e dalle specifiche biografiche, il lavoro degli artisti invitati mette ben in evidenza. Solo alcune delle opere esposte ambiscono a una forma di "attivismo" sociale o politico - Mario Rizzi, ad esempio, o in forma diversa Alfredo Jaar - mentre altre sono molto introverse, riflessive. Esiste indubbiamente una certa lirica della militanza nella pratica contemporanea, ma se ci si limita all'attivismo politico o sociale credo di poter dire che ci siamo persi qualcosa per strada, almeno in ambito artistico.

 

Ho molte riserve verso l'arte del contesto. Mi sembra che la sua teorizzazione ghettizzi l'operato di molti artisti, invece di liberarlo e renderlo più accessibile o comprensibile. Per questa ragione ho deciso di portare in mostra One Minute di Jon Mikel Euba. Questo lavoro si schiera contro l'arte politicizzata dai curatori dei grandi eventi internazionali e rifiuta il contesto, in questo caso basco, in cui l'artista veniva solitamente confinato. Outsider, forse ancora più che nomade, eccentrico (nel senso di distante dalla centralità uniformata del pensiero dominante), profetico per molti versi: così mi appare l'artista oggi. La questione identitaria e la sua rinegoziazione non sono altro che un riflesso di questa condizione.

 

Il calendario che accompagna la mostra, anche dopo la sua chiusura, è ricchissimo. I mesi di giugno e luglio hanno visto avvicendarsi scrittori, danzatori, attori, musicisti e intellettuali nelle sale delle Papesse. Merita piuttosto parlare degli eventi a venire. La lista è troppo lunga anche solo per farvi cenno, per cui consiglio di controllare periodicamente il link del sito della Regione (http://www.cultura.toscana.it/) o la pagina degli eventi in www.papesse.org.

Personalmente sono coinvolto, insieme a Lanfranco Binni, Marco Pierini e altri, nell'organizzazione del simposio internazionale sui temi della mostra che si terrà dal 9 al 10 settembre in Palazzo Chigi a San Quirico d'Orcia. Contiamo di poter trasformare questo incontro di grande qualità, per la levatura delle personalità invitate, in una pubblicazione. Tutto il pubblico è, comunque, invitato alla conferenza finale che si terrà presso Santa Maria della Scala il giorno 25 settembre, data di chiusura della mostra.

 

Il terzo ciclo espositivo previsto per il 2005 inaugurerà il giorno 15 ottobre. Ancora una volta l'intero palazzo sarà utilizzato per allestire un'unica mostra dal titolo "Guardami. Percezioni del video". Nell'anno in corso si sono svolti a livello internazionale molti eventi dedicati alla pittura: non mi pare ci siano state enormi novità o che questo mezzo stia di fatto vivendo una stagione nuova. Piuttosto, molte di queste mostre mi sembrano pensate per avallare le scelte del mercato, le idee e l'offerta delle grandi fiere internazionali o assecondare il gusto di certi collezionisti. "Guardami" è in qualche modo una nostra risposta a questa uniformità nell'offerta culturale. Si tratta di un'indagine sulla percezione delle immagini in movimento e non di una rassegna storica sulla video arte - anche se i tempi sarebbero certamente maturi per una più consapevole revisione dell'arte in video e per una più sistematica elaborazione teorica. Il desiderio è quello di creare un evento espositivo che metta sempre in gioco l'osservatore e il suo modo di "guardare" l'opera. Accanto a lavori storici, saranno presentate opere recenti che da quelle premesse muovono o differiscono. Vorremmo mettere in discussione le convenzioni del guardare stabilite dai linguaggi artistici tradizionali e, allo stesso tempo, mettere in evidenza il livello di ibridazione che l'arte contemporanea ha raggiunto. Ibridazione, che induce l'osservatore a rivedere il proprio approccio, il suo accostarsi all'opera, di continuo. Questo evento si lega a Invisibile, il progetto che l'anno scorso ha curato per noi Emanuele Quinz, che negando l'oggettualità metteva in discussione la fenomenologia dell'arte. Si trattava allora di stanze vuote, che solo grazie alla presenza del pubblico si attivavano, e di opere che grazie all'interazione dell'osservatore diventavano visibili ma non necessariamente tangibili. L'epifania dell'opera implicava, quindi, la presenza di un pubblico. Con "Guardami", il pubblico è ancora oggetto di indagine. Anche se le sollecitazioni sensoriali indotte dalla mostra saranno molto diverse.

Abbiamo, poi, deciso di sospendere almeno fino al 2006 l'attività della project room (il Caveau) per più motivi: dopo tre anni di lavoro e nove progetti consecutivi, ognuno accompagnato da relativo catalogo, ci sembrava giusto fermarsi per 'prendere le distanze', era giunto il tempo per un momento di riflessione. La formula che abbiamo adottato è stata nel frattempo ripresa e istituzionalizzata da altri centri in Italia: era giusto interrompere e ripensare l'esperienza del Caveau per non cadere nell'omologazione. Non escludiamo di riprendere il ciclo delle installazioni site-specific presto, peraltro mai interrotto poiché lo spazio del bookshop da altrettanto tempo ospita opere connaturate nello spazio come Window di Niamh O'Malley, appena inaugurata. Magari introdurremo qualche novità o cercheremo di esplorare aspetti che finora non stati ancora toccati dagli artisti invitati.

Sempre per il futuro posso già accennare che a fine gennaio ripresenteremo la formula della doppia personale, di un artista per piano. Sono particolarmente felice di annunciare le mostre di Leonardo Drew, il cui lavoro non è mai stato visto in Italia e in Europa, e di Nari Ward. I due collaboreranno a un progetto comune per l'atrio e realizzeranno molti lavori nuovi per noi appositamente pensati.

 

Il Palazzo delle Papesse Centro Arte Contemporanea si appresta, fra non molto, a celebrare i dieci anni di attività. Mi sembra che oggi sia diventato, grazie al lavoro di molti, un vero punto fermo nella scena artistica contemporanea italiana. L'istituzione gode di ottima reputazione all'estero e, cosa ancora più importante, la sua attività mi pare stia attecchendo nel territorio. Operazioni culturali come questa sono delle vere e proprie sfide. Lo sa bene l'Amministrazione Comunale che, con il fondamentale apporto della Fondazione Monte dei Paschi, ha speso energie ed erogato fondi perché il Centro si costituisse e, nel corso degli anni, si rafforzasse fino a divenire un piccolo patrimonio che ha ancora ampi margini di crescita. Un patrimonio alla cui fondazione hanno contribuito tutti gli artisti che si sono avvicendati nelle sale del palazzo. Il mio lavoro futuro è principalmente volto a dare ancora più solidità a questo progetto e ad assicurare a chi verrà dopo di me una situazione lavorativa e operativa serena. La continuità dell'istituzione e non la 'sopravvivenza' delle persone naturalmente, deve essere garantita. A meno che la politica culturale italiana non voglia continuare a produrre bolle di sapone…>>

 

Inez van Lamsweerde 7.08.2005

"I sette vizi capitali a Certaldo"

Nobuyoshi Araki Comunicato stampa (fonte: www.exibart.com)

Perché essere dolci e cortesi, nobili o prudenti, limpidi e onesti? Perché chiedere sempre scusa e per piacere se “Everything goes to hell”, cioè “ogni cosa va a farsi maledire, va a rotoli, va a scatafascio”, sempre e comunque? Così canta Tom Waits in una delle sue migliori ballate, descrivendo con disincanto gli uomini come burattini appesi a fili invisibili, tutti destinati a cadere, inutilmente virtuosi perché, buoni o cattivi, vengono poi tutti travolti dal caso... e se questo è, allora i vizi degli uomini altro non sono che la vita stessa, la più umana delle risposte alle inquietudini che attraversano tutta la nostra esistenza.
Partendo da questa idea, SEVEN... EVERYTHING GOES TO HELL, mostra l’umanità attraverso i sette vizi capitali. Non facendo un monumento alla perdizione, ma provando a mostrare l’uomo per quel che è, individuo in continua tensione, dalla nascita, in un perenne oscillare dalla remissiva rassegnazione alla lotta più cruenta, sino all’ironia della fine, dove tutto è inutile, perché tanto ogni cosa va laggiù.
Così a Certaldo, città di Giovanni Boccaccio – che nel Decameron raffigura senza giudicarli uomini e donne presi dal vortice della vita – trentasei artisti mettono in scena questa tensione vitale riconducendola ai 7 vizi capitali dell’uomo: l’avarizia, la gola, l’accidia, l’invidia, la lussuria, la superbia e l’ira. Ad ogni vizio sarà destinata una stanza del medievale Palazzo Pretorio: presenti artisti italiani e stranieri, distribuiti tra pittura, fotografia, scultura e videoinstallazione, con opere provenienti dalle più quotate gallerie italiane, ma anche realizzate appositamente per questo evento.
“In fondo l’arte prova, da sempre, a dare forma alla maledizione umana – spiega il curatore Maurizio Sciaccaluga – non detta legge e non fornisce certezze, non dà risposte e soluzioni, non offre una redenzione, un modus vivendi. Mostra semplicemente quello che è, senza mezzi termini e vie di fuga: inquietudine allo stato puro, continua tensione perché, tanto, “everything goes to hell”... Attraversando le sale del Palazzo Pretorio lo spettatore fa un viaggio dentro se stesso e le proprie pulsioni vitali. I pezzi esposti mostrano il lato ambiguo dell'essere umano, e forzano chi guarda a chiedersi: chi è la vittima e chi il carnefice? Chi innocente e chi colpevole? Di chi ci si può fidare, se non neppure di noi stessi?...”

Collier Schorr
Certaldo (FI)
PALAZZO PRETORIO
Via Giovanni Boccaccio (50052)
+39 0571661219 (info), +39 0571656721 (biglietteria)
http://www.comune.certaldo.fi.it/

orario: 10-19
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: euro 3
vernissage: 2 luglio 2005.
Questi gli artisti associati ai "loro" vizi capitali:
accidia
Nan Goldin
Margherita Manzelli
Giuliano Guatta
Daniela Perego
Collier Schorr
Vanessa Beecroft
avarizia
Alex Pinna
Corrado Zeni
Jiri Georg Dokoupil
Maurizio Bongiovanni
gola
Sandy Skoglund
Lucia Leuci
Corrado Bonomi
Dario Arcidiacono
invidia
Yasumasa Morimura
Paolo Schmidlin
Marco Fantini
Nicola Samorì
Inez van Lamsweerde
ira
Gianmarco Montesano
Federico Guida
Roberto Coda Zabetta
F.lli Calgaro
lussuria
Richard Kern
Nobuyoshi Araki
Timothy Greenfield-Sanders
Barbara Nahmad
Marco Grassi
Marco Cornini
Wolfgang Tillmans
superbia
Daniela Rossel
Luigi Ontani
Donatella Di Cicco

 

1.08.2005 

"(In)visibile (In)corporeo" a Nuoro

 

(Comunicato stampa a cura di Pier Luigi Tazzi, critico e curatore indipendente)



L'antichità classica, dagli Egizi ai Greci e ai Romani, si era orientata sulla resa plastica del corpo, dei corpi, della loro armonica bellezza, del loro movimento e della loro espansione nello spazio. La modernità post-medievale aveva enfatizzato la visibilità sia attraverso la pittura che la scultura, e l'architettura stessa non ne era stata indenne. Nel corso del secolo appena trascorso gli artisti avevano messo in questione entrambe le procedure: Duchamp aveva criticato il carattere “retinico” dell'arte, Picasso aveva fatto deflettere la grande tradizione della scultura occidentale optando per “l'arte negra”. Negli ultimi cinquant'anni gli artisti sempre più si sono volti verso quell'Altro e quell'Altrove rispetto alla presenza che la cultura europea poneva nei termini della rappresentazione: la rappresentazione come forma particolare della presenza.

(IN)VISIBILE (IN)CORPOREO ha l'ambizione di tracciare una mappa, per quanto parziale, ma non meno pertinente, dell'area operativa più recente in cui si manifestano le concezioni parallele e integrate dell'invisibile nel visibile e dell'incorporeo nel corporeo. Il progetto mira a presentare una varietà di approcci e di esiti molto diversificati tra loro, in un percorso e in un racconto per opere che su queste assunzioni iniziali, la presenza dell'invisibile nel visibile e l'evidenza dell'incorporeo nel corporeo, così come la tensione del visibile verso l'invisibile e del corporeo verso l'incorporeo, sono in varia maniera impostate. Se gli strumenti non possono essere che quelli dell'arte, nel caso specifico di una manifestazione artistica, i due assiomi oppositivi e interconnessi si estendono oltre l'ambito strettamente artistico per collocarsi in un'area di interesse più vasta che abbraccia il senso stesso della cultura nell'epoca che stiamo vivendo.

L'incipit del percorso/racconto è dato da una splendida ed emblematica Cosmogonie di Yves Klein (Nizza 1928 – Parigi 1962), in cui l'impronta di un corpo è restituita nel pigmento blu, cifra essenziale di tutta la sua opera. È di fatto l'artista francese a sollevare in modo perentorio il problema di un'arte immateriale. Se questo è l'inizio, successivamente il percorso si snoda in fasi ed episodi molteplici e lontani da quella affermazione originaria.
Sensualità estetica e culto della bellezza elevano corpi e figure nell'immaterialità sia pure illusoria delle loro apparizioni nell'opera di Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo 1940, vive a Spoltore). Parallelamente, e nella stessa temperie culturale che aveva caratterizzato gli Anni Ottanta, si accende il richiamo a una spiritualità che si manifesta altrettanto ingannevolmente nelle materie e nelle costruzioni di Anish Kapoor (Bombay 1954, vive a Londra).
La tensione di un desiderio senza nome, come una passione senza oggetto che non sia meno della totalità di senso della vita e dell'essere, trasfigura l'opera di Marisa Merz (vive a Milano e Torino) in indice e annuncio di un qualcosa che supera la trivialità di ogni apparenza. L'annullamento dell'immagine nell'opera di Hiroshi Sugimoto (Tokyo 1948, vive a New York e Tokyo) fa sì che lo sguardo torni su se stesso e sulla propria solitudine.
Il segno/gesto che marca il vuoto nella pittura di Lee U Fan (Gyeongnam, Corea, 1936, vive a Kamakura), così come il dissolversi della forma nella scultura di Medardo Rosso (Torino 1858 - Milano 1928) – accostati oltre il tempo in cui hanno fatto la loro comparsa le rispettive opere – indicano la continua emersione dell'invisibile nel visibile e dell'incorporeo nel corporeo.
Addo Lodovico Trinci (Pistoia 1956, vive a Pistoia), che segna secondo i principi della dottrina cinese del Feng Shui le polarità dell'energia dell'universo, e Salis-Vitangeli (Giovanna Salis, Sassari 1970, Massimo Vitangeli, Perugia 1950, vivono a Polverigi), che nella loro rappresentazione di un ambiente sacro fanno trascorrere come ombre fatue delle figure umane, rendono visibile quel che resta invisibile e sottraggono ai corpi la loro potenzialità di rappresentazione.
Il cinema di Mark Lewis (Hamilton, Ontario, 1957, vive a Londra) nella propria evidenza filmica esibisce quel che non appare non sottraendo nulla a quel che è visibile.
Gli interventi di Koo Jeong-a (Seoul, 1967, vive a Parigi) sono sempre site specific e rivelano, pur nella discrezione della loro costruzione, un'essenza sottile che trafigge corpi, sostanze e figure, come un filo di brezza che si leva e penetra nella giornata più calda, facendo riemergere il nascosto e il sopito.
Giovanni Ozzola (Firenze 1982, vive a Firenze) opera nelle sue fotografie e nei suoi video su una sostanza aurorale dove cose, sentimenti e forme vengono in superficie dall'invisibilità che le avvolge e si convertono in forme diafane o in massicce apparizioni in cui qualcosa viene occultato o rimosso. Il video di Sabrina Mezzaqui (Bologna 1964, vive a Marzabotto) è di pari evidenza e non concede alcun accesso se non come mobile cortina che blocca ogni ulteriore visione possibile.
Giandomenico Sozzi (Solaro 1960, vive a Milano e Noto) presenta un percorso di monocromi che si apre con foto trovate e si conclude in una mini scultura di assoluta sacralità, che non racconta nient'altro che la propria imperscrutabile storia.
È del filmmaker Francesco Dal Bosco (Trento 1952, vive a Trento) uno spassionato apologo sulla cecità: due momenti di silenzio che sospendono la parola.
Robert Vincent (entità di lavoro formatasi nel 2004) propone un ambiente abbacinante intorno a un oggetto di elaborate e successive costruzioni, che è indice di un'assenza fondamentale.
Davide Rivalta (Bologna 1974, vive a Bologna) recupera con il disegnare sul muro la più antica tecnica di rappresentazione della storia e la destina alla raffigurazione di animali, come nelle caverne dell'origine dell'arte, non più oggetto di caccia per il sostentamento, ma creature a noi prossime e ormai dimenticate se non come sostanze nutritive senza identità, strumenti di laboratorio e di spettacolo, paria della vita sulla terra. Anche Giuseppe Caccavale (Afragola 1960, vive a Bari e Marsiglia) recupera antichi modi della cultura mediterranea, che attraverso la decorazione e le simbologie desuete esprimono il senso del mistero e l'aspirazione alla bellezza.
La mostra termina con le immagini cosmiche di Rotraut (Uecker Klein-Moquay) a cui fa da pendant le petit prince rustico di Pastorello (Sassari 1967, vive a Sassari), figura di fantasia, personificazione di un'eterna infanzia, che tocca con il pennello della pittura una stella.

Se la mostra dentro il museo qui si conclude, continua oltre le mura di quello e oltre l'evento della sua inaugurazione, nel contesto della città e del suo territorio con interventi segreti (Pawel Althamer, Varsavia 1967, vive nel quartiere di Brodno della stessa città) e occasionali (Piotr Uklanski, Varsavia 1968, vive a Parigi) per concludersi nello spettacolo effimero e conclusivo di Cai Guo Qiang (Quangzhou, provincia di Fujian, Cina, 1957, vive a New York). Se è così, è perché ben si addice a ciò che resta invisibile nel visibile e a ciò che di incorporeo prende corpo in corso d'opera.
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Organizzazione: MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro


Gli artisti
Intra moenia: Yves Klein, Ettore Spalletti, Anish Kapoor, Marisa Merz, Hiroshi Sugimoto, Lee U Fan, Medardo Rosso, Addo Lodovico Trinci, Salis-Vitangeli, Mark Lewis, Koo Jeong-a, Giovanni Ozzola, Sabrina Mezzaqui, Giandomenico Sozzi, Francesco Dal Bosco, Robert Vincent, Davide Rivalta, Giuseppe Caccavale, Rotraut, Pastorello.
Extra moenia: Cai Guo Qiang, Pawel Althamer, Piotr Uklanski.


Concept: Cristiana Collu, direttore MAN

Catalogo: MAN

Inaugurazione: giovedì 30 giugno 2005 - h 19:00

Man Museo d'arte Provincia di Nuoro
Via Sebastiano Satta 15
Orario: 10/13 - 16:30/20:30 dal martedì alla domenica

 

31.07.2005

A Kassel una mostra sui 50 anni di "Documenta"

(text in english  source: www.fridericianum-kassel.de )

50 Jahre / Years documenta

1955 – 2005



An exhibition in five chapters



September 1st– November 20th, 2005


Curator: Michael Glasmeier



The development of the documenta – from a sideshow accompanying the Bundesgartenschau (1955) to the documenta 11 (2002) – consists of many contradictions and inconsistencies, but also reflects different artistic and curatorial passions, philosophies and theories, as much as contemporary political and social trends.


50 years of documenta correspond to 50 years of art- and contemporary history, which simply cannot be described in a linear fashion.


The exhibition 50 Jahre / Years documenta 1955 – 2005 concentrates on the fragility of art history, reconsidered from today’s perspective. By essentially leaving the archival material and the artworks without further interpretations and comments, the visitors are in a position to compare and remember independently and to experience atmospheric insights. In order to present a wide range of vision, the exhibition is structured into five interacting and complementary chapters: an archival, an art historical, a site-specific, a cinematic and a scientific chapter.




archive in motion


In order to do justice to the singular character of each documenta, the various information materials are arranged in eleven separate chambers. This presentation allows a new access to the archival material and a different way of reading. The different compositions are accompanied by artworks by various contemporary artists, who are in this way dealing with one documenta at a time focussing on the archive. Their artworks propose an extended view on the archive and demonstrate – beside the documentary – a creative view of the material.



Artists

William Engelen | Friederike Feldmann | Sabine Groß | Katrin von Maltzahn | Katharina Meldner | Jonathan Monk | Alexander Roob | Tilo Schulz | Andreas Seltzer / Heike Vogler | Heidi Specker | Kai Vöckler




Discreet Energies


This part of the exhibition brings well-known and less well-known artworks of the past eleven documenta-exhibitions back to Kassel. It is not the intention to recapitulate the by now established canon of modernist art after 1945. The selected works remain in opposition to art historiography, because, anarchistic or poetic as they are, they evade the museum. These artworks relate to contemplation, but also to an absolute realism; they are composed of minimal gestures, precise mimesis or atmospheric setting. The artworks are discreet, because they are not imposing.

documenta-works by


Eija-Liisa Ahtila | Giovanni Anselmo | Ida Applebroog | Art & Language | Jo Baer | Thomas Bayrle | Samuel Beckett | Joseph Beuys | Zarina Bhimji | Guillaume Bijl | Julius Bissier | Bernhard Blume | Christian Boltanski | George Brecht | Marcel Broodthaers | John Cage | Luis Camnitzer | Robert Capa | Lawrence Carroll | Christo | Lygia Clark | William Copley | Marcel Duchamp | Ed Emshwiller | Walker Evans | Jean Fautrier | Robert Filliou | Fischli & Weiss | Lucio Fontana | Terry Fox | Malcolm Goldstein | Rodney Graham | Johan Grimonprez | Ulrike Grossarth | Hans Haacke | Richard Hamilton | Peter Handke | Karl Hartung | Werner Heldt | Pierre Henry | Ernst Hermanns | David Hockney | Mauricio Kagel | R.B. Kitaj | Pierre Klossowski | Alison Knowls | Ferdinand Kriwet | Wilhelm Lehmbruck | George Maciunas | Piero Manzoni | Agnes Martin | Gordon Matta-Clark | Henri Michaux | Paula Modersohn-Becker | Malcolm Morley | Bruce Nauman | Claes Oldenburg | Nam June Paik | Pier Paolo Pasolini | Markus Raetz | Gerhard Richter | Dieter Roth | Ed Ruscha | Reiner Ruthenbeck | Rob Scholte | Jan Schoonhoven | Seth Siegelaub | Robert Smithson | Nancy Spero | Mark Tansey | Paul Thek | André Thomkins | Mark Tobey | Heinz Trökes | Hans Uhlmann | Ed van der Elsken | Maria Helena Vieira da Silva | Weegee | William Wegman | Fritz Winter | Krzysztof Wodiczko | Adolf Wölfli | Wols



On Site


On the occasion of the 50th anniversary, the exhibition explicitly refers to the unique documenta-artworks at various locations in the city of Kassel. A brochure with a city map (price: 2 Euro) describes all artworks in the public space in their historical and urban context and re-includes them in general awareness.



Cinema


Nearly forgotten is the fact that, for the first documenta (1955), Arnold Bode organized a film programme, corresponding with his intention of facilitating a reappraisal of the arts after fascism. In addition to the film classics formerly condemned as “degenerated” he showed short films about artists and writers, American and French cartoon-films and experimental films. This programme will be reconstructed and scientifically edited by Deutsches Filminstitut Frankfurt/Main, Institut für Medienforschung der Hochschule für Bildende Künste Braunschweig, Filmladen Kassel e. V. and BALi Kinos at the KulturBahnhof. For the duration of the exhibition it may be seen in Kassel.


Films: Berlin – Sinfonie einer Großstadt by Walter Ruttmann, M- eine Stadt sucht einen Mörder by Fritz Lang, Un Chien Andalou by Luis Buñuel, Von Renoir bis Picasso by Paul Haesaerts, Willi Baumeister malt and Neue Kunst – neues Sehen by Ottmar Domnick as well as Jazz in Farben, Hen Hop and Blinkity Blank by Norman McLaren and others.


Performance of the motion picture La Passion de Jeanne d'Arc (1928) by Carl Theodor Dreyer at the Kassel State Theatre, accompanied by the orchestra
.



Theme Conference


The theme conference documenta between Staging and Criticism does not only intend to summarize the status quo of documenta-research, but to state new perspectives, questions and reflections within the field of contemporary art exhibitions. The conference focuses on staging, internationality and the history of institutional critique in relation to the documenta. The lectures address a wide circle of participants, not only an expert-audience, and will be published in 2006.



documenta between Staging and Criticism
October 27th, – October 30th, 2005
Evangelische Akademie Hofgeismar

With contributions by Roger M. Buergel, Harald Kimpel, Geert Lovink, Sarat Maharadj, Roland Nachtigäller, Ursula Panhans-Bühler, Rudolf Schmitz, Noemi Smolek and others
.



Publication


The exhibition will be accompanied by a two-volume publication with contributions by Elke Bippus, Roger M. Buergel, Dieter Daniels, Martin Engler, Michael Glasmeier, Philipp Gutbrod, Barbara Heinrich, Stefanie Herbst, Justin Hoffmann, Lutz Jahre, Harald Kimpel, Heike Klippel, Christoph Lange, Wolfgang Lenk, Annelie Lütgens, Gabriele Mackert, Roland Nachtigäller, Agnes Prus, Friedhelm Scharf, Gisela Schirmer, Bettina Steinbrügge, Karin Stengel, Annette Tietenberg, Ulrich Wegenast.


archive in motion: 424 pages, Discreet Energies: 240 pages, German-English edition, b/w with colour illustrations, price: 38 Euro


50 Jahre / Years documenta 1955 – 2005 is mounted by: Kunsthalle Fridericianum Kassel. Maintenance: documenta und Museum Fridericianum Veranstaltungs-GmbH, documenta Archiv der Stadt Kassel, ifa (Institut für Auslandsbeziehungen e. V., Stuttgart). The exhibition is funded by Kulturstiftung des Bundes.


Patronage: Bundespräsident Horst Köhler





Vai agli "Events" del secondo semestre 2004 
     30.07.2005 

(da EXIBART di giovedì 28 luglio 2005)


L’ultimo progetto espositivo dello spazio trentino è ideato da dieci artisti dell’IPG, l’International Performance Group fondato dalle regina dell’azione artistica Marina Abramovic, trasformatasi in curatrice per l’occasione.
Il tema è quello universale dell’amore, a cui inneggia il sottotitolo IPG loves you, you love everyone. Non l’amore da canzonetta, ma quello controverso, teso e problematico. Sentimento in cui lo spettatore è da subito coinvolto, passando attraverso il profumato giardino di gelsomini di Amanda Coogan, situato all’esterno, e trovandosi poi davanti il fucile di Dorote Strehlow. Quest’ultimo, sulla parete della prima sala, fa contrasto con il verde ai piedi, i morbidi cuscini su cui sdraiarsi e i leggeri tendaggi trasparenti che creano una veranda. Veranda, sì, perché l’intera galleria è trasformata in spazio domestico che accoglie momenti intimi, della vita di ogni giorno, qui ricreati e approfonditi attraverso l’artificialità artistica e il diretto coinvolgimento del pubblico.
E dalla veranda si passa nella cameretta dei bambini, voluta da Doreen Uhlig per ospitare cavallini a dondolo, lavagne e mattoncini colorati di legno. A fianco, la sala da bagno, finalmente rossa e drappeggiata di voluttuoso velluto bordò: qui, in una ripresa fissa e ravvicinata, Ivan Civic cura la sua pelle, la lava e la profuma con una cipria chiara.

E dopo alcuni minuti di silenzio ricomincia, facendo ripartire questo rito di purificazione per accogliere di nuovo l’amore, il calore dell’esterno. Una frase in nero sul muro invita all’amore: “Release us as sorrow and let love again”. Ma l’amore, dicevamo, è anche velenoso, e così il talco si chiama Family Poison.
Immediatamente acido è invece il dialogo innescato da Nezaket Ekici nei monitor che si possono vedere esclusivamente stando sdraiati all’interno di minute tende chiare. E’ un dialogo d’amore, anche se si presenta piuttosto come un litigio senza via d’uscita. Entrambi di fianco, distanti, nudi, nella penombra, lei snocciola tutti i dubbi, le incomprensioni, le differenze culturali, i preconcetti che li dividono, lui accenna qualche mozzicone di discorso, mentre il suo pene eretto si affloscia.
Scendendo le scale si entra nella camera da letto matrimoniale di  Oliver Blomeier e Melati Suryodarmo, anch’essa rossa, ma fredda, come il video muto che scorre grande sulla parete: lei è sola nei momenti della giornata, sull’autobus, nostalgica alla finestra. Al letto deserto seguono una serie di sei alcove su due livelli ai fianchi del corridoio, nidi d’amore di un infuocato rosso assoluto, con un’abatjour di stoffa e un piccolo amplificatore che suona ammalianti canzoncine. Un po’ orientali, un po’ francesi. Il visitatore anche qui può abbandonarsi, isolarsi, ma l’idea è quella di un impulso superficiale che si sostituisce all’intimità continua di casa.
Sui contrasti giocano anche le ultime due sale: la cucina All you need di Till Steinbrenner e Lotte Lindner, dove possono fermarsi a mangiare solo le coppie di innamorati, e il soggiorno di Viola Yesiltac. Qui l’epilogo inesorabile è quello dell’incomunicabilità: tutti i mobili sono rivolti verso il muro, rovesciati, resi assolutamente inutilizzabili.



mariella rossi
mostra visitata l’11 giugno 2005

fino all’11.IX.2005
IPG - La galleria dell’amore
Trento, Galleria Civica


La galleria dell’amore
IPG loves you, you love everyone
a cura di Marina Abramovic
IPG: Oliver Blomier (Germania), Ivan Civic (Bosnia-Erzegoniva), Amanda Coogan (Irlanda), Nezaket Ekici (Turchia), Lotte Lindner (Germania), Till Steinbrenner (Germania), Dorte Strehlow (Germania), Melati Suryodarmo (Indonesia), Doreen Uhlig (Germania), Viola Yesiltac (Germania)

Galleria Civica di Arte Contemporanea, Via Belenzani 46 - 38100 Trento
12 giugno – 11 settembre 2005 - h. 10.00 -18.00.  - Chiuso lunedì
Ingresso libero - Ufficio Stampa: artlink, Bolzano
Barbara Gambino, Sabrina Michielli
T +39 0461 986138
ufficiostampa@galleriacivica.it

 

29.07.2005

“Un’ora sola ti vorrei”

Intervista a Alina Marazzi di Gabriella Fuschini

(fonte: blog Nazione Indiana www.nazioneindiana.com )

Presentato al festival di Locarno nel 2002, il film-documentario Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi (il sito dedicato al film è qui) circola da un anno in Italia e all’estero, raccogliendo elogi dalla critica e commosse reazioni dal pubblico. La regista cuce insieme un tessuto che è dei più fragili e delicati: la storia di una giovane donna, sua madre, che dopo esser caduta in depressione, si toglierà la vita.

Siamo in una ricca famiglia borghese, quella dell’editore Hoepli. Come in un romanzo, è importante la cornice per capire la storia di Liselì, la protagonista, che da questo ambiente si sente schiacciata, come se si sentisse sempre inadeguata rispetto ai modelli con cui è cresciuta. E anche i soldi, le verranno rinfacciati nel momento in cui serviranno per pagare le case di cura, per una malattia difficile da accettare in quel periodo a cavallo tra gli anni sessanta e settanta.

Nel film sono presenti tutti i mezzi di comunicazione, a cominciare dalla scrittura. E’ la scrittura delle lettere e dei diari che costituisce lo scheletro della sceneggiatura. Ci sono poi le canzoni dell’epoca, suoni originali registrati, rumori d’ambiente e pensieri ad alta voce. E poi le immagini che hanno una grande forza per il loro collegamento a tutti gli altri mezzi. Si passa dal bianco e nero al colore, dalle immagini in movimento alle fotografie, al sovrapporsi di pagine scritte e documenti.

<<Perché questo titolo, che coincide con la durata del film?

Il titolo, Un’ora sola ti vorrei, è stato in qualche modo, “inevitabile” come molte alte scelte del film. Il disco 45 giri all‚inizio del film, con la voce di mia madre, si interrompe proprio quando lei inizia a cantare Un’ora sola ti vorrei rivolta a noi bambini. Ho ascoltato quel disco molte volte da bambina, perché mi divertiva ascoltare la voce dei miei genitori scherzare; poi, da adulta, le voci su quel disco sono diventate sempre più il richiamo struggente al mistero della vicenda di mia madre. Stranamente da piccola ho ascoltato più spesso il disco di quanto non abbia guardato fotografie di mia madre. Ascoltandolo più volte, da adulta, ho capito che dietro a quelle voci scherzose, quelle risate, si celava il dramma del distacco da noi bambini, delle ripetute partenze verso le cliniche svizzere. La voce di mio padre infatti dice “la mamma è appena arrivata dalla Svizzera”, ma non la Svizzera delle passeggiate e delle montagne…, e mia madre comincia a cantare:

Un’ora sola ti vorrei
per dirti ancor coi baci miei
quel che tu sei per me…

esprimendo il desiderio di trascorrere anche solo un‚ora in più con noi. Ecco, facendo il film, e iniziando con quel disco , io ho ripreso il suo desiderio, interrotto, come la sua voce nel disco, come la sua vita, e l’ho fatto mio, perché anch'io le dico Un’ora sola ti vorrei. Il film poi, in maniera forse non casuale, dura un’ora , ed è l’ora che io oggi posso trascorrere con mia madre, e lei con me, ogni volta che lo vogliamo. Ed è tanto.

È molto interessante la sovrapposizione degli sguardi, quello di tuo nonno, il tuo e poi il lavoro di montaggio. Come sei riuscita a non cadere nel sentimentalismo e nell’angoscia? Alla fine non c’è pesantezza, si esce dalla sala con un senso di leggerezza.

Mi fa piacere questa affermazione, anche se credo che non sia così per tutti gli spettatori… Per me il film è pieno di vita, pieno di gioia, pur parlando di morte, di assenza e impotenza. Il film è nato dalla necessità di conoscere mia madre, scomparsa nel ’72 quando io avevo sette anni e di cui in famiglia non si è mai più parlato. Crescendo, a un certo punto non è più stato possibile non sapere da dove venivo e così ho cominciato e guardare i vecchi filmini amatoriali di mio nonno, a rileggere le lettere di mia madre e mi sono anche messa alla ricerca delle cartelle cliniche presso i diversi ospedali. In qualche modo ho intrapreso un’indagine che si è svolta in contemporanea alla realizzazione del film. Man mano che il lavoro di montaggio delle immagini e di selezione dei testi proseguiva, il film, la storia di Liseli si ricomponeva davanti ai miei occhi, cominciavo a conoscerla intimamente e nel mio cuore il sentimento di amore nei suoi confronti cresceva. Credo che sia per questo motivo che nel film non c’è sentimentalismo o retorica… perché in fondo Un’ora sola ti vorrei è un omaggio, un atto d’amore verso chi mi ha messo al mondo, verso una donna che io ora, come donna adulta, posso comprendere e accogliere. Un’ora sola ti vorrei è un percorso di riconciliazione, non di rivendicazione, che passa attraverso la riappropriazione del volto e dello sguardo di mia madre. Lo sguardo materno che mi è venuto a mancare nella vita era stato conservato in quelle scatole di 16mm, e si è nuovamente rianimato nel momento in cui io, la figlia, ho posato il mio sguardo su di lei.

Il lavoro che hai fatto con questo film è un lavoro di recupero di una memoria personale e insieme collettiva, ricorda molto la narrazione di storie di vita o autobiografia. Cosa ti ha spinto verso un’operazione così profonda e allo stesso tempo che rende pubblica la vita della tua famiglia?

È stata una necessità intima e personale quella di ricucire insieme le parti sparse della mia memoria e di conseguenza della mia famiglia; io ho cominciato a lavorare al recupero della mia memoria per me, unicamente per me e da sola. Non sapevo che poi tutto ciò mi avrebbe portato alla realizzazione di un film. C’è stata una dose di inconsapevolezza nel processo di creazione del film che è stata fondamentale (l’ho capito a posteriori), perché ha significato libertà e di conseguenza poesia. La domanda che mi sono posta all'inizio è stata: chi era Liseli?, e solo in un secondo momento, quando il film è stato presentato per la prima volta pubblicamente a Locarno, mi sono posta il problema dell’esposizione pubblica della storia, dato che quella vicenda coinvolgeva anche altre persone. Ma ormai il film era compiuto, era diventato un’opera, autonoma da me, e “doveva” essere mostrato. Come dicevo prima, il film inizialmente doveva rimanere un mio album di famiglia privato. Lavorando al film però mi sono resa conto, anche grazie all’amica e montatrice Ilaria Fraioli, che la storia di Liseli andava oltre al caso personale e isolato, era la storia di molte donne, di molte madri e figlie , di molti genitori e figli. Ed è per questo credo che il film sia arrivato a toccare così tante persone, perché il film parla delle cose di sempre della vita di ogni persona: l’amore, la perdita, il rapporto genitori-figli, il sentimento di inadeguatezza, i sogni, le delusioni, e tante altre cose, oltre ad essere anche il ritratto di un’epoca .

La sensazione molto forte è quella che tua madre oltre a soffrire di un forte disagio creato dall’ambiente in cui è vissuta, non sia stata poi curata nel modo più giusto. Credo che questo film sia molto importante per tutte le persone che soffrono di un malessere esistenziale come lo ha sofferto lei, ora la pratica clinica è in grado di accogliere più di ieri la sofferenza e il disagio. Tu cosa ne pensi?

A seguito del film ho ricevuto molte lettere di persone che soffrono di disagio esistenziale o mentale che si sono riconosciute in Liseli, o almeno in qualche parte di lei; sono tutte lettere di ringraziamento perché il film le fa sentire meno sole e incomprese. E‚ come se la voce di Liseli che finalmente prende spazio e corpo nel film, risonasse anche in loro e parlasse al mondo anche della loro esperienza, indipendentemente dall’età, sesso, condizione sociale, provenienza geografica. Nel film non ho approfondito l’aspetto della malattia mentale, argomento molto complesso e ancora oggi circondato da pregiudizi e incomprensione, molto più di quanto non crediamo. Non avevo – e tuttora non ho - gli strumenti necessari per farlo, ma soprattutto per una sorta di rispetto per quello che è il mistero del mondo interiore della persona, il mistero dell’esistenza. So che il film è stato visto all’interno di gruppi di auto-aiuto di persone che soffrono della medesima sindrome di Liseli, che ora viene chiamata bipolare, e che quindi la sua valenza “terapeutica” si estende anche oltre il mio vissuto; è anche stato più volte presentato all’interno di gruppi di studio di psicoanalisti, psicologi, terapeuti, che in qualche modo vedono nel film il vero e proprio processo di analisi divenuto creazione. Il film quindi opera su due livelli: da un lato l’identificazione con il vissuto di Liseli, la madre, dall’altro con il punto di vista di Alina, la figlia, e il suo percorso di “auto-analisi”. Per quel che ne so, oggi alcune cose sono cambiate, ma non così tanto come ci si aspetterebbe; siamo ancora purtroppo molto ignoranti e impreparati davanti alla malattia mentale, sia a livello individuale che a livello medico.

Attraverso il tuo lavoro si apre la possibilità di lettura e identificazione di molteplici punti di vista, è stata una scelta precisa o è scaturita per la forza della narrazione contenuta nel film?

Il materiale che avevo a disposizione, i filmati di famiglia girati da mio nonno materno tra il 1926 e il 1972, e le lettere e i diari di mia madre scritti tra il 1952 e il 1972, esprimevano ognuno un forte carattere. Mi sono trovata quindi ad avere a che fare non con materiali “neutri”, ma con parole e immagini autobiografiche che esprimevano le personalità dei rispettivi autori. In più c’ero io con la mia indagine sulla vicenda di Liseli e il mio rapporto forzatamente emotivo sia con quelle immagini che con quelle parole.
In un primo tempo ho lavorato solo al montaggio delle immagini, cosa che mi ha permesso di apprezzare ancor più la loro bellezza e potenza evocativa. In sala di montaggio, guardando e riguardando le immagini con Ilaria notavamo come quei “filmini di famiglia” non erano affatto immagini casualmente rubate ai momenti di vita famigliare, erano tutte sequenze in qualche modo “costruite”, coreografate dall’autore, da quel regista inconsapevole che era mio nonno. Come se il mezzo cinematografico, pur usato nel contesto amatoriale, fosse stato da lui utilizzato per mettere in scena una autorappresentazione di sé, della propria famiglia, della classe sociale a cui apparteneva. Non era semplice decostruire quelle sequenze, la forza del punto di vista del loro autore emergeva a fior di fotogramma ad ogni taglio… l’autore si imponeva con tutta la sua autoritarietà là in quella sala di montaggio, così come lo aveva fatto nella vita con la sua famiglia. D’altro canto le parole dei diari di Liseli contraddicevano tutta quella felicità che veniva ostentata nelle immagini; l’accostamento in contrappunto parole–immagini era la via da seguire e forse l’unica possibile. Come se le parole svelassero tutta la falsità delle immagini. Ci tenevo che le parole di Liseli avessero tutto lo spazio possibile - sono così belle! – per finalmente dar loro la possibilità di essere ascoltate. I miei interventi di scrittura sono minimi e solo all'inizio, necessari per dare avvio al racconto. La lettera che ho scritto per l’inizio, come se fosse Liseli a scriverla, serve a dare alcune informazioni, a presentare i personaggi della storia, ed attiva il dialogo con mia madre, dialogo mancato nella vita ma vivo nel film. Facendo mio il suo desiderio di trascorrere un’ora in più con me, attribuisco a lei quella lettera, e il desiderio di “essere raccontata” la propria storia. La sua e la mia.>>

 

  

18.07.2005 

 

E' morto Pietro Consagra.

 

 

 

(fonte ANSA del 16.07.2005)

 

ROMA - A voler isolare in un solo elemento il contributo singolare che Pietro Consagra - morto a Milano, all'età di 85 anni - ha dato all'arte italiana è necessario ricordare la sua assoluta padronanza tecnica nel lavorare la materia, sia la pietra, che il metallo, che il legno in suggestive forme astratte.

Non a caso i suoi critici ricordano una frase precisa della sua autobiografia ("Vita mia"): "Mi sono sentito fortunato a entrare nella scultura in marmo con tutta la variabilità del colore che gli altri scartano come disturbo all'unità plastica". Quasi un manifesto dell' idea dell'arte dello scultore siciliano.

Nato nell'estremo sud dell'isola, a Mazzara del Vallo (TR) nel 1920, Consagra studia all' Accademia di Belle Arti di Palermo. Mentre la guerra finisce, nel 1944, si trasferisce a Roma, dove lavora nello studio di Mazzacurati e in quello di Guttuso. In quei mesi aderisce all' astrattismo. Nel 1947, insieme con Ugo Attardi, Pietro Dorazio, Achille Perilli, Giulio Turcato e i siciliani Carla Accardi e Antonio Sanfilippo, fonda il movimento Forma 1, che teorizzava la lezione dell' astrattismo, appresa durante un viaggio parigino organizzato dalla gioventù comunista. "Trovammo lì la chiave che cercavamo" ricorderà Consagra tanti anni dopo. E la chiave fu l'aver conosciuto artisti come Brancusi, Pevsner, Arp; l' aver osservato i lavori in ferro di Julio Gonzales, sbirciato nello studio di Picasso, compiuto un giro nelle maggiori gallerie d'arte, che riaprivano dopo la guerra, fino a una significativa visita all'atelier di Giacometti.

Al ritorno del viaggio, in quello 'stanzino', che lo scultore condivideva con Renato Guttuso in via Margutta, nascono le sculture astratte di Consagra, caratterizzate da ora in poi dalla ricerca della frontalità, innovativa e rivoluzionaria riduzione ad unico punto di vista per la scultura. Nasceranno così le strutture metalliche di spessore che varia da parecchi metri a un millimetro, blocchi di legno, marmi, sculture monumentali o leggere come l'aria, preziosissimi gioielli; e ancora le serie dei Colloqui, i Piani sospesi, i Piani appesi, i Ferri trasparenti, gli Addossati, le Sottilissime, fino a giungere all'idea della Città frontale, che in Sicilia a Gibellina - dove ha chiesto di essere sepolto - divenne la straordinaria scenografia dell'Oedipus Rex , nel 1988, con quarantotto sagome disposte su tre livelli.

La sua carriera non è stata avara di riconoscimenti. Nel 1948 è tra gli organizzatori della mostra Arte Astratta in Italia. Nel 1950 è invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia, alla quale parteciperà anche nel '52 e nel '54, e con una sala personale nel '56, '60 e '72. Alla XXX Biennale di Venezia riceve il Gran Premio internazionale della scultura.

Nel corso della sua intensa attivita' partecipa ad importanti mostre internazionali in Europa e negli Stati Uniti (Palais des Beaux Arts di Bruxelles; World House Gallery e Malborough Gerson Gallery di New York; Galerie de France, Parigi; Boijmans van Beuningen Museum di Rotterdam). All'Eremitage di San Pietroburgo - dove brillano i capolavori di Antonio Canova - porta una scelta di sculture e la Porta del Cremlino.

Parallela all'attività principale di scultore si sviluppa anche la sua vena di scrittore. Pubblica vari scritti tra cui: "La necessità della scultura" (1952), "La città frontale" e "Vita mia" (1980). Nel 1966, il Palazzo di Brera a Milano, ospita la grande Porta in ferro (6x8 m) in occasione della mostra "Consagra. Scultura e Architettura".

Per la ricostruzione di Gibellina nel Belice realizza nel 1981 una grande Stella, alta 24 metri, in acciaio inox. Fra le sue ultime grandi opere, nel 1998, esegue una scultura in marmo, dedicata a Giano, alta più di cinque metri, situata a Largo Santa Susanna a Roma. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito della medaglia d'oro come Benemerito della Cultura e dell'Arte.

 (da Exibart del 18.07.2005)

Margherita Manzelli a Milano

Margherita Manzelli (Ravenna, 1968) è senza dubbio una delle pittrici italiane più rappresentative della sua generazione. Da anni procede in una ricerca costante che, di lavoro in lavoro, interroga e modula la figura umana femminile.
Le sue donne dai corpi gracili sono come attrici condannate a rappresentare personaggi che non hanno mai età e identità ben definite. Fanciulle sospese in un tempo che sembra oscillare continuamente tra l’adolescenza all’età matura. Ed è proprio qui che l’artista sapientemente interviene, poiché le è sufficiente un dettaglio, una postura o un particolare del viso per palesare e insieme negare il dato anagrafico.
Un’altra costante, rintracciabile anche nei lavori esposti in questa personale, risiede nel limite. La Manzelli sembra sempre interessata ad individuare un punto, un confine -reale o arbitrario- che improvvisamente innesca un mutamento. Accade così di avvertire l’appartenenza dei soggetti ad una duplice dimensione, allorché le figure, posate su limiti di tipo spaziale o architettonico, sembrano quasi in procinto di scivolare da quella situazione per cercarne una nuova.
In questa mostra la ricerca di un punto che condizioni l’immagine sembra così accostarsi al dato luminoso. “il buio sbiadisce, la luce delimita” indica già nel titolo della mostra un tema, che è in effetti il filo rosso che lega le due tele ad olio esposte. Entrando nello spazio della galleria si è subito accolti dai due lavori, differenti per dimensione. Nel primo grande dipinto la figura femminile occupa un piccolo posto nell’immagine, sembra come deposta su di un altare. La luce algida ne descrive e ne sottolinea l’anatomia scarna, enfatizzandone lo stare precario, persino scomodo del soggetto, che indirizza verso lo spettatore uno sguardo enigmatico. Ma lo sguardo non è l’unico mistero di quest’immagine. Altrettanto remoto appare lo strano oggetto sul quale la figura poggia le spalle e il capo: quasi le spoglie di una crisalide, delle ali avvizzite, o un elemento fitomorfo come una rosa metallica? L’intera scena è lambita da una luce diagonale che le conferisce un’aura sacrale.

Eppure, se da un lato, una simile illuminazione e la disposizione quasi luttuosa del corpo conferiscono un aspetto spirituale e meditativo alla figura, l’esplosione di segni, scarabocchi e cartoonesche presenze che costellano lo sfondo, sottraggono l’intera composizione ad una lettura completamente escatologica per consegnarla ad una dimensione di ulteriore mistero.
Nel dipinto più piccolo, il soggetto femminile è una vera e propria apparizione dal buio: il corpo inquadrato, un busto, sembra immerso in un mondo di ombra. Appena si scorgono le spalle, i seni e il copricapo appuntito, che, insieme alla sciarpa, inquadra il viso triangolare (esattamente speculare al triangolo di buio rappresentato dal cappuccio). Il viso della ragazza sembra qui una maschera di cera, riscaldata da una luce confinata al centro del volto che ne racconta i lineamenti pronunciati, la consistenza burrosa e gli occhi lucidi.

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Margherita Manzelli Roma, MAXXI

riccardo conti
mostra visitata il 10 luglio 2005


fino al fino al 29 luglio 2005 e dal 6 settembre fino al 30 settembre 2005
Margherita Manzelli
Guenzani Viamelzo5
Via Melzo, 5 – 20129 Milano
Orario: dal mercoledì al sabato ore 15-19
Mese di luglio: dal mercoledì al venerdì, dalle 15 alle 19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0229409251; info@studioguenzani.it ; www.studioguenzani.it


 

17.07.2005 

Rebecca Horn espone "BODYLANDSCAPES" a Londra.

“Bodylandscapes: Drawings, Sculptures, Installations 1964 - 2004” è la prima mostra incentrata
sul ruolo fondamentale che ha avuto e che ha il disegno nel lavoro di Rebecca Horn (1944), 
ospitata dalla Hayward Gallery di Londra fino al 29 agosto. 
25 tra sculture e installazioni e 80 lavori su carta, avvicinati alle rispettive realizzazioni, per
testimoniare l’importanza del procedimento grafico nei film e nelle performance più celebri 
dell’artista tedesca. Occasione questa che vede l’esordio di due nuove installazioni
sonore, Light Imprisoned in the Belly of the Whale (2002-2005) e Cinema Verité (2005), realizzate
in collaborazione col giovane compositore Hayden Chisholm. 
Info:
www.hayward.org.uk 

 

Dalla presentazione del sito ufficiale della "Hayward Gallery":

 

Rebecca Horn 'Pencil Mask' 1972, Tate, London  © the artist/ DACS 2005

Foto: Rebecca Horn 'Pencil Mask' 1972, Tate, London

 

<<Rebecca Horn is a leading figure in international contemporary art and has created mesmerising works in a variety of media for over three decades.

 

Bodylandscapes explores Horn’s continual investigation into the human body its emotional trajectories and its physical limitations and shows for the first time the importance of drawing in her practice.

Rebecca Horn’s interest in the body intensified in the late 1960s after long stays in hospitals and sanatoriums following a serious illness. This influence can be seen throughout the exhibition from kinetic sculpture to schematic drawings, from poetry to performance. Anticipation and precise timing combine to create a tension that heightens our sensory awareness and produces an unforgettable and breathtaking experience.



Rebecca Horn Moon Mirror
St Paul's Cathedral 27 June - 13 July

In conjunction with Rebecca Horn Bodylandscapes and forming part of a series of art installations developed for the City of London Festival, St Paul's Cathedral will show Rebecca Horn's spectacular installation, Moon Mirror. Light, mirrors, poetry and music combine in this floor-to-celing installation that invites viewers to gaze into a seemingly infinite well.>>

 

 16.07.2005

"ILTEATRO DELL'ARTE" a Villa Manin di Passariano(Udine)

(dalla presentazione del sito web www.villamanincontemporanea.it  )

IL TEATRO DELL’ARTE  
CAPOLAVORI DALLA COLLEZIONE DEL MUSEO LUDWIG DI COLONIA

A cura di Villa Manin Centro d'Arte Contemporanea & Museum Ludwig di Colonia

9 giugno – 6 novembre 2005 / Orari: 9.30 - 19.30 (fino al 18.9)10 - 18 (dal 20.9) chiuso lunedì

Questa mostra rappresenta la seconda importante collaborazione di Villa Manin con le principali istituzioni museali del mondo. Villa Manin ospita i capolavori del Museo Ludwig di Colonia, una delle più importanti collezioni d’arte moderna e contemporanea d’Europa. La mostra comprende opere di pittura, scultura, fotografia e video di artisti che hanno segnato la storia dell’arte del Novecento: da Francis Bacon a Gerhard Richter, da Renato Guttuso a James Rosenquist, da Pablo Picasso a Bill Viola. Attraverso un allestimento che dialoga con l’architettura della villa, Il Teatro dell’Arte rappresenta un panorama completo ed eterogeneo sulle tendenze e le tematiche che hanno caratterizzato il Ventesimo secolo. L'arte come un palcoscenico sul quale, attraverso le visioni degli artisti, si svolge la commedia della storia e della vita. Villa Manin con il suo passato si trasforma in una scenografia fantastica che sottolinea il valore del pensiero umano e della sua creazione.


Opere di: Pawel Althamer, Francis Bacon, Stephan Balkenhol, Georg Baselitz, Max Beckmann, Joseph Beuys, Erik Bulatov, Walter De Maria, Rineke Dijkstra, Otto Dix, William Eggleston, Isa Genzken, Franz Gertsch, Alberto Giacometti, Gilbert and George, Bruno Goller, Renato Guttuso, Georg Herold, Heinrich Hoerle, Jörg Immendorff, Ilya Kabakov, On Kawara, Bodys Isek Kingelez, Martin Kippenberger, Per Kirkeby, Konrad Klapheck, Yves Klein, Komar & Melamid, Maria Lassnig, Boris Mikhailov, Nam June Paik, AR Penck, Pablo Picasso, Sigmar Polke, Gerhard Richter, James Rosenquist, Mimmo Rotella, Niki De Saint-Phalle, August Sander, Tino Sehgal, Wolfgang Tillmans, Jean Tinguely, Bill Viola.

 

 

GILBERT AND GEORGE - WALTER DE MARIA
Museum Ludwig Cologne / Ludwig Donation
foto Sillani, 2005

 

 

PAWEL ALTHAMER
Museum Ludwig Cologne
foto Sillani, 2005

 

 




BODYS ISEK KINGELEZ
Museum Ludwig Cologne
foto Sillani, 2005

 

 

MARTIN KIPPENBERGER
Loan Museum Ludwig Cologne
foto Sillani, 2005

 

LUNA PARK. Arte Fantastica
SCULTURE NEL PARCO

A cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto

9 giugno – 6 novembre 2005 / Orari: 9.30 - 19.30 (fino al 18.9)10 - 18 (dal 20.9) chiuso lunedì

Progetti specifici di 12 artisti internazionali pensati per il parco di Villa Manin

Nel parco storico di Villa Manin un gruppo di artisti internazionali presenta sculture e installazioni che s’ispirano al tema del gioco e coinvolgono il pubblico in un percorso di scoperta, esperienza e divertimento. Gli artisti intervengono in zone distinte del parco - sui prati, lungo i sentieri, tra gli alberi e la vegetazione – e intrecciano armonicamente le opere con il paesaggio naturale. Le forme e le strutture create richiedono il coinvolgimento dei visitatori che possono attraversarle, abitarle e interagire con esse in modo molteplice e spesso inaspettato: panchine colorate, enormi piante carnivore, tiri a segno, giochi da tavola in versione gigante, ombrelli mimetici, ecc. La partecipazione diretta del pubblico e l’aspetto ludico degli interventi artistici rappresentano i fili conduttori di Luna Park. Arte Fantastica, un’iniziativa mirata a rendere il meraviglioso parco di Villa Manin un luogo sempre più aperto e coinvolgente per i visitatori, un punto d’incontro e di interazione, una realtà attiva che si trasforma dinamicamente nel tempo.

Opere di: A12, Petra BLAISSE, CLIOSTRAAT, Alberto GARUTTI, Gabriel OROZCO, Paola PIVI, Tobias REHBERGER, Tomas SARACENO, Andreas SLOMINSKI, Monika SOSNOWSKA, Rirkrit TIRAVANIJA, Patrick TUTTOFUOCO.  PAOLA PIVI
                                                                                                               Untitled (slope)

 

 

 

   

A12
Catapulp-Catapuppet, 2005                                    

foto Sillani, 2005


              RIRKRIT TIRAVANIJA
                                                                                                                                                                       Teahouse / Casa del Thè

GABRIEL OROZCO
Go 4 no borders
foto Sillani, 2005

15.07.2005

"IMMAGINI DALL'IRAN"  al Museo Comunale d'Arte Contemporanea "Pino Pascali" di Polignano a Mare (Bari)

Occasione unica in Italia per vedere un interessante panorama sull’arte contemporanea iraniana
orario: dal giovedì alla domenica 19,30-22,30
(possono variare, verificare sempre via telefono)
vernissage: 2 luglio 2005. ore 19,30
 
 
(da Exibart )
 
Occasione unica in Italia per vedere un interessante panorama sull’arte contemporanea iraniana. Un’attenta selezione di video-artisti iraniani provenienti dal prestigioso Museo d’Arte Contemporanea di Teheran, accreditato tra i migliori e più attivi Musei di Arte Contemporanea oggi, con lo scopo di far conoscere le opere di veri talenti sia emergenti che affermati da tempo. La video-arte iraniana è ancora poco conosciuta in Occidente se si esclude il successo internazionale di Shirin Neshat, Premio Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1999 che ne ha consacrato il successo internazionale, la giovane artista vive a New York dalla rivoluzione komeinista, le sue opere, quasi introvabili in Italia, sono richieste nei principali Musei e collezioni di livello internazionale e ruotano intorno alla figura della donna : famosa la serie delle ’Donne di Allah’ presenti in mostra.
Ma il vero e unico riferimento per le nuove generazioni di video-artisti iraniani rimane Abbas Kiarostami, colui che ha trasposto nel cinema il linguaggio della poesia e di una narrazione sul filo di un realismo magico. Il regista di film come Il sapore della ciliegia (Palma d’oro a Cannes), Il vento ci porterà via ,(Gran Premio della Giuria a Venezia) sino all’ultimo capolavoro in Tickets (con Ken Loach ed Ermanno Olmi) è presente in mostra con un’inedita video-installazione dedicata ancora una volta al tema a lui molto caro, dell’infanzia. Per noi italiani una rara occasione per varcare i confini dettati dagli stereotipi mediali, per avvicinarci ad una cultura dalle radici antichissime e conoscere da vicino gli artisti iraniani che rivelano un uso avanzato dei linguaggi dell’arte al passo con le più innovative espressioni occidentali. Nella rassegna vi è una prevalenza di donne anche molto giovani e impegnate a mettere in luce il difficile compito della donna all’interno della società islamica. Un esempio è riscontrabile nelle installazioni di Minou Amirsoleimeni e Mahshid Mussavi(presenti all’inaugurazione) profondamente legate alle proprie tradizioni, le due artiste mettono in scena i grandi miti persiani, la simbologia della fede, della preghiera, la difficile convivenza tra le diverse culture.
Per i Presìdi del Libro il prof. Angelo Dellisanti proporrà al pubblico un percorso critico attraverso la recensione di tre libri sulla Persia di ieri e sull’Iran di oggi: “Il giardino delle rose” del poeta sufi Sa’di; “Poesie mistiche” di RUMI “La grande casa di Monirrieh”di Bijan Zarmandili. Interviene Younis Tawfik scrittore e docente di Letteratura Araba presso L’Università degli Studi di Genova.
15.07.2005

(da Exibart)

E’ Joseph Kosuth il protagonista delle nuova tappa espositiva del Torrione Passari di Molfetta. L’artista propone all’interno delle due sale della torre un percorso di scritte al neon azzurre, in cui il termine “segnefecate” (significato in dialetto molfettese) viene ripetuto in diverse lingue (tedesco, giapponese, ungherese) lungo le pareti. Fino ad arrivare alla parola nascosta oltre il foro centrale.
Le scritte luminose, lungi dal rappresentare una decorazione della torre, restituiscono l’idea stessa dello spazio in quanto soggetto e contenuto della visione. Si tratta di un dispositivo tautologico che interagisce con l’architettura e con il pubblico: chiunque potrà farsi un’idea del luogo a partire dalle parole luminose, nuove unità significanti percepite come stimolatori d’idee, relazioni, abitudini e connessioni.


Joseph Kosuth
Molfetta (BA), Torrione Passari (centro storico, vicino al Duomo)
opening: 16 luglio 2005, h. 19
fino al 10 Settembre 2005
orari: tutti i giorni, h. 11-13; 19-22
info: associazione culturale @rtistika ; fax 080.397.55.97
ufficio relazioni con il pubblico, tel. 080.334.90.52; numero verde 800.017383
www.protagonistidellarte.it 
info@protagonistidellarte.it


 


 14.07.2005 

Kiki Smith
Homespun Tales
Storie di occupazione domestica

Inaugurazione: 8 giugno 2005 - ore 18

9 giugno - 11 settembre 2005

 

(dal sito www.querinistampalia.it  )

 
Il progetto
Al terzo piano della Fondazione Querini Stampalia Kiki Smith propone una personale riflessione sulla casa veneziana. Traendo ispirazione dalla ricca collezione di ritratti diPietro Longhi, Antonio Canova, Giovanni Bellini e altri artisti collocata al piano sottostante, nelle stanze in cui duecento anni fa viveva il Conte Giovanni Querini, Kiki Smith cuce insieme frammenti di una struggente storia domestica. Riprendendo elementi caratteristici della dimora nobiliare veneziana – dipinti, mobili, specchi – e spirandosi alle tradizioni estetiche americane, a partiredall’epoca coloniale, attraverso gli anni Venti e gli anni Trenta fino al presente, l’artista crea una nuova narrazione capace di mettere in luce l’intraprendenza di un bricolage casalingo.
In un gioco di continui richiami, mimando e imitando diversi elementi presenti nella collezione, Kiki Smith dipana la sua personale e apparentemente disordinata storia di nostalgia di una vita domestica, un habitat tessuto a mano in cui è possibile udire l’eco di tempi e luoghi del passato, in cui si può rintracciare il fascino dell’insonnia, disordine e decorativo squallore, storie di vita precaria e di occupanti abusivi, di donne pensionanti e senza fissa dimora.Il progetto, a cura di Chiara Bertola, si avvale della sponsorizzazione di Montblanc ed è stato realizzato con il supporto della galleria Pace Wildenstein di New York.


La Fondazione Querini Stampalia e l'Arte Contemporanea
La Fondazione, centenaria e prestigiosa istituzione veneziana, famosa per la sua storica Biblioteca e per la Casa-Museo della famiglia Querini Stampalia, ha sviluppato negli ultimi anni una forte e costante sensibilità verso l’arte contemporanea, nella convinzione che lo sguardo degli artisti più interessanti e più sensibili possa aiutare a capire non soltanto il tempo in cui viviamo, ma anche a vedere in modo diverso il nostro stesso passato. Agli artisti viene chiesto di lavorare a partire da un luogo segnato dal tempo, un luogo che è immenso serbatoio di memoria, su spazi architettonici in cui convivono, stratificati con l’edificio del Cinquecento, gli interventi di Carlo Scarpa e di Mario Botta. Un luogo al cui interno – come in un gioco di scatole cinesi – si aprono spazi sempre diversi e insospettabili oltre e dentro quello storicamente dato.

 
Brevi cenni biografici sull'artista
Kiki Smith nasce a Norimberga in Germania nel 1954. Figlia dell’artista americano Tony Smith e della cantante Jane Lawrence, Kiki Smith cresce nel New Jersey. Il suo linguaggio, fortemente evocativo e capace di esprimere la vita contemporanea, affonda le radici nelle rappresentazioni anatomiche del corpo umano così come nei racconti mitologici, nei bestiari e nelle cosmologie, in atmosfere medievali e fiabesche, in oggetti di culto appartenenti alle più diverse culture, nella storia e nel femminismo. Innovativa e indipendente, nei suoi lavori Kiki Smith utilizza i più diversi supporti e materiali: dal vetro al gesso, dalla porcellana alla ceramica, dal bronzo alla carta e attraverso questa attività occupa ormai da tempo un posto di rilevo nel panorama dell’arte contemporanea. Una sua grande mostra retrospettiva dal titolo Kiki Smith: Prints, Books and Things si è tenuta tra il 2003 e il 2004 al Museum of Modern Art - Queens di New York. Nel 2000 Kiki Smith riceve la Skowhegan Medal per la scultura e nello stesso anno viene introdotta all’America Academy of Art and Letters. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni di molti musei, tra cui il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée National d’Art Moderne Centre Georges Pompidou di Parigi e il Museo di Arti Applicate di Vienna. Kiki Smith vive e lavora a New York.

 
Scheda tecnica della mostra
TITOLO: Homespun Tales. Storie di occupazione domestica di Kiki Smith.
CURATORE: Chiara Bertola, consulente per l’Arte Contemporanea della Fondazione Querini Stampalia.
SPONSOR: Montblanc.
COLLABORAZIONE: Furla per l’Arte, Bologna Gondrand Spa, Torino Grafiche Veneziane, Venezia Pace Wildenstein Gallery, New York
UN GRAZIE PARTICOLARE A: Assicurazioni Generali, Venezia; Cantine Bonotto delle Tezze, Treviso; Galleria Raffaella Cortese, Milano; Gruppo Fallani, Venezia; Galleria Barbara Gross, Monaco; Galleria Lorcan O’Neill, Roma
SEDE: Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252.
PERIODO DI ESPOSIZIONE: inaugurazione 8 giugno 2005 ore 18. Dal 9 giugno 2005 all’11 settembre 2005
ORARIO: dalle 10 alle 18. Il venerdì e sabato dalle 10 fino alle 22. Chiuso il lunedì
INGRESSO: intero 6 euro, ridotto 4 euro
PER INFORMAZIONI:
Fondazione Querini Stampalia
tel. centralino 041 2711411, ufficio stampa 041 2711441
ufficiostampa@querinistampalia.org
Ufficio Stampa MontblancAttila & CoGiulia Baragiola
tel 0234970756
giulia.baragiola@attila.itwww.montblanc.com

13.07.2005 

Intersezioni. Cragg Fabre Paladino, Sculture al Parco Archeologico di Scolacium

Roccelletta di Borgia (Catanzaro),
Dal 18 giugno al 9 ottobre 2005

(dal sito www.studioesseci.net  )

Venerdì 17 giugno si è inaugurata al Parco Archeologico di Scolacium, a pochi chilometri da Catanzaro, Intersezioni, la mostra che ha l'obiettivo di proporre una nuova fruibilità dell'arte sottolineando la relazione tra il patrimonio archeologico e l'esperienza di tre fra i più significativi scultori contemporanei, Tony Cragg (Liverpool, 1949), Jan Fabre (Anversa, 1958) e Mimmo Paladino (Paduli, 1948).
Il progetto espositivo, a cura di Alberto Fiz, è organizzato dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con la collaborazione della Regione Calabria, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e del comune di Borgia.
Intersezioni sviluppa un rapporto sinergico tra passato e presente attraverso l'intervento degli artisti che hanno saputo dare nuovi significati metamorfici a un luogo ricco di storia e di memoria. "La mostra", spiega l'Assessore alla Cultura della Provincia di Catanzaro Maurizio Rubino, "s'inserisce in un ampio progetto volto alla promozione del patrimonio archeologico della Calabria e alla diffusione dell'arte contemporanea".
Cragg, Fabre e Paladino hanno studiato tre specifici progetti all'interno del Parco Archeologico di Scolacium. Questo è il nome del luogo che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s'installò nel 123-122 a.C. sulla città greca di Skilletion.
"In quest'occasione", spiega il Presidente della Provincia di Catanzaro Michele Traversa, "il luogo diventa non solo la sede espositiva ma il punto focale di un'indagine tesa a recuperare un'unitarietà che in apparenza appare perduta".
Sono oltre 40 i progetti esposti di cui alcuni realizzati appositamente per quest'occasione.
Se le imponenti sculture di Cragg, cariche di una monumentalità al tempo stesso fantastica e organica, trovano la loro collocazione ideale nel Foro, ovvero la piazza principale della colonia Minervia Scolacium, le figure arcaiche e primordiali di Paladino dialogano alla perfezione con il Teatro romano realizzato nel I e nel II secolo d.C., mentre le opere misteriose e stranianti di Fabre entrano metaforicamente in armonia con la spiritualità della Basilica di Santa Maria della Roccella, uno dei più significativi monumenti medievali della Calabria.
"I tre artisti, pur con linguaggi e approcci diversi, condividono medesime problematiche. Cragg, Fabre e Paladino, infatti, emanano, attraverso le loro opere, una forte energia vitalistica in un confronto con la dimensione temporale e spaziale", spiega Alberto Fiz. "Questo consente di realizzare un'operazione duplice dove la ricerca contemporanea s'innesta sul territorio creando nuovi percorsi visivi e nuove suggestioni".
I tre artisti hanno progettato il loro intervento in relazione alle caratteristiche di uno spazio particolarmente ricco di suggestione. Cragg ha scelto di presentare una serie di opere realizzate tra il 1999 e il 2003 dove si evidenzia un tracciato caratterizzato da continui rimandi all'aspetto geometrico e organico della materia. Tra le grandi sculture scelte da Cragg si distingue Wirbelsaule del 1999, mai esposta prima d'ora, Early Forms del 2001, Cast Glances del 2002 oltre a Untitled del 2000, un lavoro in arenaria rossa di 16 tonnellate caratterizzato da una serie di stratificazioni che ne modificano la prospettiva."Attraverso il tempo gli oggetti diventano residui della propria cultura d'origine, portando con sé il ricordo della conoscenza e dello spirito di chi li ha creati", afferma Cragg.
Per quanto concerne Fabre, la Basilica diventa il punto focale della sua elaborazione plastica caratterizzata da continue metamorfosi. Se in cima alla Basilica verrà collocato L'uomo che misura le nuvole, una grande scultura in bronzo che sembra entrare in relazione con l'ultraterreno, l'artista belga ha progettato per l'occasione I motori dell'anima del 2005, una nuova installazione con motori e cinque teschi di scarabei.
Si tratta di un'opera fortemente simbolica dove, come spiega Fabre, "l'idea è quella di una fusione tra l'energia fisica e quella mentale. A rappresentare l'energia fisica e pulsante sono i motori, mentre l'energia spirituale è simboleggiata dalla Basilica".
Ad occupare il Teatro è Paladino che per l'occasione ha realizzato una specifica installazione
dove lo spazio antico viene animato da presenze silenziose e inquietanti, fantasmi di un passato collettivo. Si tratta de I Dormienti collocati sui gradoni del teatro come spettatori muti. Le 15 opere in terracotta creano un universo autonomo e suggestivo che entra in relazione con gli attori della scena, ovvero i Testimoni, quattro grandi figure in bronzo severe e ieratiche.
Nella parte alta del teatro, Paladino ha deciso di collocare un grande Elmo che sintetizza l'universo mitico e simbolico proprio della sua indagine. "La mie opere non creano fratture e fanno parte del continuum temporale diventando parte integrante di un paesaggio caratterizzato da stratificazioni e sovrapposizioni, come testimonia proprio il Parco Archeologico di Scolacium", spiega Paladino.

Tony Cragg, che nel 2003 ha presentato le sue opere in una grande mostra al Macro di Roma, nel 1988 ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia e quello stesso anno ha vinto il Turner Prize. Ha esposto, tra l'altro, al Museo d'Arte Contemporanea di Nizza, al Reina Sofia di Madrid, alla Royal Academy di Londra, al Museo Cantonale di Lugano, al Museo d'Arte Moderna di Tokyo, al Museo di Grenoble, alla Tate Britain di Liverpool e al Guggenheim di Venezia. Sarà lui a realizzare la scultura simbolo delle Olimpiadi invernali previste a Torino nel 2006.

Jan Fabre è stato invitato per la prima volta alla Biennale veneziana nel 1984. Ha successivamente preso parte a Documenta IX di Kassel, alla Kunsthalle di Basilea e, recentemente, ha esposto con una personale alla Galleria d'Arte Contemporanea di Bergamo, allo Stedelijk Museum di Gand e al Museo d'arte contemporanea di Lione. Fabre si occupa di arte visiva, scrittura e teatro e nel 2005 è co-direttore artistico del Festival di Avignone.

Mimmo Paladino ha partecipato alla sua prima Biennale veneziana nel 1980. Ma vanno ricordate la rassegna alla Lenbachhaus di Monaco, le mostre al Kunstmuseum di Basilea, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna e alla Royal Academy di Londra. Va, inoltre segnalata, la grande installazione Montagna di sale realizzata a Napoli, la personale al Centro d'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 2002-2003. Paladino è membro onorario della Royal Academy di Londra e le sue opere sono collocate in permanenza in alcuni dei principali musei internazionali tra cui il Metropolitan Museum di New York. Nel 2005 la Loggetta Lombardesca di Ravenna ha ospitato una sua personale che affronta il rapporto con il teatro dal titolo Mimmo Paladino in Scena. Sino al 31 agosto 2005 espone al museo Ca' Pesaro di Venezia.


Intersezioni. Cragg Fabre Paladino, Sculture al Parco Archeologico di Scolacium
Curatore: Alberto Fiz
Organizzazione: Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro in collaborazione con Regione Calabria della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e del comune di Borgia.


Periodo:18 giugno-9 ottobre 2005
Sede: Parco Archeologico di Scolacium (Roccelletta di Borgia-Catanzaro)
Orari: tutti i giorni 10-20,30; Ingresso:libero
Telefono del Parco: 0961/391356

Catalogo:Electa con testi in italiano e inglese
Fotografie di Attilio Maranzano

Info:www.provincia.catanzaro.it

Ufficio Stampa:
STUDIO ESSECI – Sergio Campagnolo, tel. 049 663499; fax 049 655098
Email:info@studioesseci.net; website: www.studioesseci.net

Ufficio stampa Electa: tel. 02.21563433; fax 02.21563314 ; elestamp@mondadori.it

 

Tony Cragg

 

 

L'artista inglese ha progettato di trasformare con le sue sculture il Foro, ovvero la piazza principale della colonia Minerva Scolacium dove, in origine, erano collocati i monumenti più importanti, tra cui il Capitolium (era il monumento religioso di maggior significato).

In questa circostanza Cragg ha voluto animare questo luogo dove sono conservati i resti dell'antica civiltà con una serie di opere plastiche che indagano le molteplici relazioni tra l'essere umano e il suo ambiente. Usufruendo di un'ampia selezione di materiali e di tecniche scultoree, l'artista tematizza la complessa connessione tra la figura, l'oggetto e il paesaggio che, per Cragg, include sia sistemi  geologici e microbiologici sia elementi provenienti dal mondo urbani e industriali.

Sono opere misteriose ed enigmatiche quelle collocate nel Foro dove Cragg, pur evitando qualunque riferimento simbolico, fa emergere il continuo riferimento a forme arcaiche o primordiali come avviene in Box del 1999 o in Early forms del 2001. L'armatura (nel caso di Box) o la colonna (nel caso di Early forms) diventano il punto di partenza per la creazione di strutture formali completamente libere che mantengono intatto il ricordo della conoscenza e della memoria storica.

In altre circostanze, come in Column del 2003 di 290 centimetri d'altezza, ci troviamo di fronte a ipotetiche sovrapposizioni di strati geologici che consente all'opera di assumere forme inaspettate e continuamente cangianti tanto da creare un dialogo intenso con le sovrapposizioni linguistiche che caratterizzano il Parco di Scolacium. Column fa parte della serie Rational beings a cui appartengono anche Cast Glances del 2002, Species del 2003 e Out of sight, Out fo mind del 2003. Sono opere di grande vitalismo dove la componente irrazionale entra in relazione con gli elementi geometrici in una fusione tra aspetti a prima vista incongruenti. "Quello che m'interessa", ha scritto Cragg, "è il modo in cui una forma organica e irrazionale si sposa a un elemento geometrico rigido per dar vita a forme che mi sembrano colme di riferimenti e sensazioni eccitanti".      Ma tutta la scultura di Cragg va alla ricerca del punto massimo di estensione come avviene in Out of sight, Out of mind formata da due elementi in bronzo (sono alti rispettivamente 300 e 240 centimetri) che interagiscono tra loro in un dialogo paradossale non privo d'ironia.

 

                             

 

                              Jan Fabre

 

 

 

L'artista belga ha occupato metaforicamente la Basilica di Santa Maria della Roccelletta, uno dei più significativi monumenti medievali della Calabria. Lo ha fatto trasformando radicalmente la percezione del luogo, non più legato ad un tempo immobile ma spazio attivo in grado di mettersi in relazione con la storia. A dimostrarlo è proprio la nuova opera concepita da Fabre per quest'occasione. Si tratta di un'installazione collocata all'esterno della Basilica composta da 70 motori, 3 teschi e animali impagliati. Come spiega Fabre "l'idea è quella di giungere ad una fusione tra l'energia fisica e mentale. L'energia fisica è rappresentata dal motore mentre l'energia mentale e spirituale è rappresentata dalla Basilica".

Ma tutto il progetto di Fabre si sviluppa sinergicamente con il luogo e in cima alla Basilica viene collocata la grande scultura in silicone e bronzo del 1988 intitolata L'uomo che misura le nuvole, un atto utopico e poetico al tempo stesso, ma anche profondamente provocatorio. L'uomo, che ha il colore dell'oro, misura le nuvole con una riga che tiene orizzontale sopra di sé con le braccia distese. Così non sappiamo mai bene quale sia lo strumento da misurare, se l'uomo misura se stesso e si pone in relazione con i propri limiti o tenta un'impresa impossibile. Qualunque sia la spiegazione, Fabre ha la capacità di creare all'interno della Basilica un percorso labirintico sospeso tra finzione e realtà in una continua e progressiva metamorfosi. Questo emerge sia dalla grande installazione di croci in legno ricoperte di colore blu Tomba del computer sconosciuto del 1993 sia nell'installazione collocata all'interno della Basilica Questa pazzia è fantastica! formata da 7 antiche vasche da bagno e da 7 gufi in vetro resi blu dall'uso dell'inchiostro proprio della penna a sfera Bic. Sono strutture imponenti che sembrano dileguarsi nello spazio quasi si trasformassero in vascelli fantasma. Lo stesso avviene per i gufi che Fabre ha voluto utilizzare come guardiani della Basilica collocandoli sospesi nell'ambiente. Ma tutto è dominato da un sottile, instabile equilibrio come testimonia l'angelo realizzato con centinaia di scarabei che tenta di spiccare il volo ma è bloccato nello spazio della Basilica tra due strutture in vetro. "E' un angelo che non può volare che rimane prigioniero della sua armatura", spiega Fabre.

 

 

Mimmo Paladino

 

 

 

Mimmo Paladino ha deciso di realizzare uno specifico progetto da collocare all'interno del Teatro romano realizzato tra il I e il II secolo d.C. In questa circostanza il Teatro diventa esso stesso protagonista di un percorso espositvo dove il luogo fa emergere la sua componente ritualistica. Paladino ha collocato sui gradoni dell'antico Teatro i suoi Dormienti in terracotta quasi a voler rappresentare il punto di passaggio tra la vita e la morte. Sono figure umane accovacciate in posizione fetale che affondano le loro radici nella memoria di un presente non più percepibile. Nascondendosi nel silenzio, le immagini si rifiutano di mostrarsi apertamente alla visione, spettatori muti della rappresentazione. Una rappresentazione che prevede di collocare nell'arena del Teatro quattro grandi sculture in bronzo della serie Testimoni; il viaggio archetipale dell'artista nell'universo segnico trova così la sua completa attuazione in queste figure ieratiche e severe che appaiono avvolte in un silenzio sospeso. Sono loro gli attori di una messa in scena che ha per soggetto il tempo e la memoria in un continuo ripensamento della storia e dei suoi miti. Ma non è un tempo immobile e i Testimoni,  manifestano una ritualità visiva che non può essere bloccata a conferma che il segno sviluppa una propria forza vitalistica che va oltre gli stili e le epoche. Le immagini, del resto, sono attratte all'interno di un campo magnetico dove creano un nuovo sistema formale con significati reconditi.

In cima ai gradoni del Teatro, si staglia l'Elmo di ferro dove il contenitore diventa contenuto evocando una maschera teatrale di forte suggestione ma non priva d'inquietudine. E' il fantasma di una presenza shakesperiana. Come ha scritto il regista Mario Martone "gli elmi da guerrieri lasciavano immaginare anche il passaggio delle streghe di Macbeth...E' un elmo grandioso, come quello di un gigante, dava la sensazione che tutt'intorno sulle colline si stessero combattendo i giganti di Goya".

 

 

(schede a cura di Alberto Fiz)

 

Scheda  tecnica

 

 

 

 

ARTISTI:            Jan Fabre, Tony Cragg, Mimmo Paladino

 

STRUTTURA DELLA MOSTRA:

 

- Opere di Fabre all’interno  della Basilica

- opere in pietra e in bronzo di Tony Cragg nel Foro Romano

- terrecotte e bronzi di Mimmo Paladino nel Teatro Greco

 

NUMERO OPERE:          45

 

INAUGURAZIONE: 17 giugno

 

PERIODO:            18 giugno/9 ottobre 2005

 

INGRESSO: gratuito

 

ORARI: tutti i giorni dalle 9 alle 20,30

 

 

INFOMOSTRA: 0961/84342 – 741257

 

UBICAZIONE:        lungo la s.s. 106

a 13 km dal centro storico di Catanzaro

e a 2 km dal quartiere Lido

 

PRESENZE ARCHEOLOGICHE:            basilica normanna

teatro greco

                                                            foro romano

                                                            necropoli romana

                                                            anfiteatro (poco visibile - scavi appena avviati)

 

ESTENSIONE DEL PARCO:            circa 40 ettari, ma i resti sono concentrati in un’area molto piu’ ridotta

 

INDIRIZZO DEL PARCO:            Parco Archeologico di Scolacium

localita’ Roccelletta di Borgia (CZ)

 

TELEFONO DEL PARCO: 0961/391356

 

ORARI DI VISITA:            tutti i giorni dalle 9.00 ad un’ora prima del tramonto

 

 

 

 

 

12.07.2005

( fonte:  EXIBART di martedì 12 luglio 2005)


Ogni opera d’arte sottende un pensiero che a sua volta implica un’esistenza biologica. Dietro ogni esistenza e ogni pensiero si cela però un atto creativo ed evolutivo paragonabile, a sua volta, alla più complessa e riuscita delle opere d'arte: la vita stessa. Chromosoma, la grande installazione con la quale Enrico Tommaso De Paris, artista veneto di nascita ma torinese d’adozione (Mel, Belluno, 1960) torna alla Biennale di Venezia dopo la partecipazione alla collettiva Italian Factory della precedente edizione, è la trasposizione materiale di questa creazione. L’opera rappresenta una conquista fisica del territorio urbano in punti e momenti diversi (tra gli spazi dell’Arsenale Novissimo quelli della galleria Traghetto), ma soprattutto una riconquista della sfera introspettiva. Quella che racchiude i punti oscuri dell’esistenza, il mistero delle molteplici vite parallelle e biologicamente simili eppure incredibilmente -ed incomprensibilmente- differenti. Quasi un’operazione laboratoriale dal sapore labilmente empirico, una riproduzione al microscopio colorata e gigantografica di una delle sezioni che compongono il Dna di ciascuno di noi. Alla ricerca di un minimo comune multiplo genetico, in nome del quale ricollocare i punti di comunione di un’umanità artistica sempre più globalizzata.

“Il mio lavoro si realizza nella messa in opera di mobiles e strutture pittoriche parcellizzate e frazionate. Organizzo segnali e stimoli nell'intento di costruire un lavoro con un carattere più scientifico che estetico, più sociale che formale; sento che come artista questa è la mia funzione nella società” commenta De Paris. Chromosoma è scomponibile in strutture parcellizzate; lo scheletro/supporto metallico delle strutture portanti si snoda imperioso nello spazio aereo, appeso con corde metalliche agli alti soffitti dell'Arsenale. Esso scandisce ritmicamente elementi sferici o ellissoidali di varie dimensioni in cui moduli assemblabili (i geni, ciascuno identificato da una numerazione a più cifre che ricorda le componenti meccaniche di futuribili ingranaggi perfetti) ne decretano le peculiarità attraverso la posizione assunta nell'insieme. Il modulo genetico, nell’opera di De Paris come nell'opera divina, è il motore propulsore della nostra specificità e della nostra identità. Ogni modulo, anzi, contiene al suo interno i principi della vita stessa, dettagliatamente resi dall'artista ora con la statica teatralità di piccoli pupazzi che animano plastici multicolor, ora col caos vitale di video (proiettati da cinque piccoli monitor dislocati lungo l'installazione) in cui personaggi -tra i quali De Paris stesso- danzano, cantano e suonano, “producendo energia”.

Acciaio inox, vetro soffiato, contenitori pirex, legno pvc, alluminio, cinghie, silicone, plastica e luci allungano potenzialmente all'infinito la struttura genetica in progress, frattale di un universo in espansione sempre più popolato, sempre più esteso e, prendendo in prestito le parole dell'artista “...riconfigurabile otticamente e aperto all'interpretazione”. Ogni tanto piccoli specchietti rotondi spuntano dall'intricato groviglio di oggetti riflettendo la nostra immagine, a ricordarci che il risultato ultimo di questi cervellotici progetti congeniti potremmo essere noi.

gaetano salerno
mostra visitata il 25 giugno 2005

fino al 23.VII.2005
Enrico Tommaso De Paris – Chromosoma
Venezia, Spazio Thetis e Galleria Traghetto


Enrico Tommaso De Paris - Chromosoma
A cura di Antonietta Grandesso
Spazio Thetis - Arsenale Novissimo, Castello 2737/F, Venezia
Orario: 10.00 - 18.00; chiuso il lunedì
Ingresso: Gratuito
Info: Ermanno Tedeschi Gallery, tel. 011 - 4369917, ermanno@etgallery.it
Galleria Traghetto, tel. 041 - 5221188, galleria.traghetto@tin.it


 

11.07.2005 

Bidibidobidiboo

la Collezione per i dieci anni della Fondazione

Dal 31-05-2005 al 02-10-2005

 

Torino - Guarene d'Alba


BIDIBIDOBIDIBOO
Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo
31 maggio - 2 ottobre 2005

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, per celebrare i suoi dieci anni di attività a favore dell’arte e della cultura contemporanea, presenta, dal 31 maggio al 2 ottobre 2005, le opere più interessanti della Collezione Sandretto Re Rebaudengo riunite per la prima volta nella mostra BIDIBIDOBIDIBOO, a cura di Francesco Bonami.

150 artisti internazionali, 200 opere, tre sedi espositive
una importante collezione internazionale

(dal sito  www.fondsrr.org  )


Sono tre gli spazi espositivi che ospiteranno questa parte della collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, data in comodato alla Fondazione: la sede di Torino minimale ed essenziale progettata da Claudio Silvestrin e inaugurata nel 2002 (Via Modane, 16) – dal 31 maggio al 2 ottobre -, il settecentesco Palazzo Re Rebaudengo restaurato e divenuto sede della Fondazione nel 1997 e attualmente anche residenza per artisti (Guarene d’Alba, Cuneo) – dal 28 maggio al 2 ottobre -, e uno spazio pubblico della città di Torino, la Cavallerizza Chiablese e il Salone delle Guardie (Via Verdi, 9) dove verrà allestita la sezione video – dal 1 giugno al 3 luglio -.
In mostra gli artisti che hanno tracciato la storia dell’arte contemporanea dagli anni ’80 ad oggi (in allegato l’elenco completo), tra cui Doug Aitken, Matthew Barney, John Bock, Angela Bulloch, i fratelli Chapman, Tony Cragg, Thomas Demand, Andreas Gursky Mona Hatoum, Damien Hirst, Gary Hume, Anish Kapoor, William Kentridge, Barbara Kruger, Sarah Lucas, Paul McCarty, Reinhard Mucha, Shirin Neshat, Gabriel Orozco, Gregor Schneider, Cindy Sherman, Sam Taylor-Wood e fra gli italiani: Stefano Arienti, Simone Berti, Maurizio Cattelan, Giuseppe Gabellone, Luisa Lambri, Marzia Migliora, Diego Perrone, Paola Pivi, Grazia Toderi e Patrick Tuttofuoco. Individuati e acquisiti in Collezione in anticipo sui tempi, molti di loro sono successivamente esplosi nel panorama internazionale e sono oggi contesi dai principali musei e collezionisti del mondo. Gli artisti affermati sono affiancati da altri ancora all’inizio della loro carriera espositiva che propongono le nuove produzioni, come Avner Ben Gal, Piotr Janas, Francesco Gennari, Michal Helfman e Nobuko Tsuchiya. Nella collettiva sono presenti centocinquanta artisti con circa duecento opere che rappresentano tutti i media: pittura, scultura, video, fotografia, installazioni in un percorso articolato ed esaustivo sull’arte di oggi.
“Mi sono avvicinata all’arte contemporanea come collezionista. Poi, nel ’95, è nata la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per promuovere i giovani artisti in Italia e all’estero”, racconta Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione che porta il suo nome. “Non credo nelle collezioni da caveau e con questa mostra desidero presentare una parte significativa della Collezione, invitando il pubblico ad avvicinarsi alle opere che hanno segnato questi ultimi venticinque anni. “

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo della Collezione, edito da Skira, con testi di Francesco Bonami e un’intervista di Cesare Cunaccia a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

Lunedì 13 giugno alle ore 11, nell’auditorium della Fondazione, Jerry Saltz, critico del settimanale di New York “The Village Voice”, insieme a Francesco Bonami, incontrerà il pubblico e parlerà dello stato dell’arte oggi: collezionismo, musei, aste, gallerie, artisti.
Durante il periodo espositivo verranno inoltre realizzati percorsi di formazione e laboratori didattici per approfondire le tematiche proposte in mostra.

Ufficio Stampa: Angiola Maria Gili 011 19831610 angiola.gili@fondsrr.org
Marcella Laterza 011 19831632 marcella.laterza@fondsrr.org

 

 

 

 

10.07.2005  

E' tempo di festivals!
Da nord a sud dell'Italia girovagando per festivals....

 

SANTARCANGELO DEI TEATRI

Socìetas Raffaello Sanzio e Scott Gibbons (Italia/Usa)
Concerto
The Cryonic Chants
canti e poemi oggettivi, tratti da un impassibile animale*
prima assoluta
durata 1h - ingresso 13 euro - fuori abbonamento - posti limitati
Teatro Comandini - Cesena
1 - 2 - 3 luglio, ore 19.30

*spettacolo in programma al Teatro Comandini di Cesena a partire dal 26 giugno (escluso il 29), ore 19.30.

Teatro Caverna
L’amal’ora
durata 1h 15’ - posti limitati
Teatrino della Collegiata - Santarcangelo
1 luglio, ore 19.30
2 luglio, ore 17.30
3 luglio, ore 23.30

Lucia Ragni e Antonino Iuorio
Le cose sottili nell’aria
prima assoluta
durata 1h 15’
Teatro Supercinema - Santarcangelo
1 luglio, ore 21.30
2 luglio, ore 21.30
3 luglio, ore 19.30

Egumteatro e Teatro Arsenale di Milano
L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi
prima assoluta
durata 1h 10’ - posti limitati
Lavatoio - Santarcangelo
1 luglio, ore 23.30
2 luglio, ore 23.30
3 luglio, ore 21.30

NicoNote
Règola
durata 38’ - posti limitati
Pieve - Santarcangelo
1- 2 luglio, ore 23

Francesca Proia
Buio luce buio
Qualcosa da Sala

durata 35’ e 20’
Teatro Petrella - Longiano
2 luglio, ore 19.30
3 luglio, ore 17.30

Laboratorio Nove e Luca Camilletti
Fine
durata 1h 50’
Teatro degli Atti - Rimini
2 luglio, ore 19.30
3 luglio, ore 19.30

Compagnia Virgilio Sieni Danza e Francesco Giomi
Osso
prima assoluta
durata 20’ - posti limitati
Palestra scuola elementare - Santarcangelo
2 luglio, tre repliche ore 19.30 / 21.30 / 22.30 / 23.30
3 luglio, tre repliche ore 19.30 / 21.30 / 22.30 / 23.30

Cosmesi
Avvisaglie di un cedimento strutturale
durata 50’ - posti limitati
Teatro Novelli - Rimini
2- 3 luglio, ore 21.30 repliche straordinarie ore 22.30

Fanny & Alexander
Adescamenti
durata 1h
VARIAZIONE CAUSA MALTEMPO
Lo spettacolo di Fanny & Alexander da Villa Torlonia - San Mauro Pascoli, sarà trasferito presso:
Sala dei Filtri - Fabbrica - Gambettola

2 luglio, ore 22
3 luglio, ore 22 replica straordinaria ore 20.30

Generazione Scenario
posti limitati
Teatrino della Collegiata - Santarcangelo
5 luglio, dalle ore 19
6 luglio, dalle ore 23

vincitore del Premio Scenario
Il deficiente

di Gaetano Colella e Gianfranco Berardi

menzioni speciali della giuria
'O Mare
Associazione Culturale Taverna Est

11/10 in apnea
Compagnia Teatro Sotterraneo

Qualcosa da Sala
di Francesca Proia
(Teatro Petrella - Longiano - 2 luglio, ore 19.30 - 3 luglio, ore 17.30)

Sistemi Dinamici Altamente Instabili
Bugula
durata 55’
Teatro degli Atti - Rimini
5 luglio, ore 19.30
6 luglio, ore 19.30

Luisa Cortesi e Massimo Barzagli
Di stanze
prima assoluta
durata 1h - posti limitati
Sala dei sacchi - Fabbrica - Gambettola
5 luglio, ore 19.30
6 luglio, due repliche ore 19.30/23.30
7 luglio, due repliche ore 19.30/23.30
8 luglio, due repliche ore 19.30/23.30
9 luglio, ore 17.30

Cane
Psicosi delle 4 e 48. Preludio
prima assoluta
durata 1h 15’ - posti limitati
Sala dei filtri - Fabbrica - Gambettola
5 luglio, ore 21.30
6 luglio, ore 21.30
7 luglio, ore 21.30
8 luglio, ore 21.30

Dal Premio Ustica per il Teatro

fuori abbonamento
VARIAZIONE CAUSA MALTEMPO
Gli spettacoli dal Teatro all’Aperto - Poggio Berni saranno trasferiti al Teatro Supercinema - Santarcangelo

5 luglio, ore 23.30

vincitore Premio Ustica
Quattro
Decimopianeta (Napoli)

premio speciale della giuria
‘A noce
Compagnia del Pappicio (Milano)

Raimondo Brandi
Security
durata 1h 15’ - ingresso 5 euro - fuori abbonamento
Sferisterio - Santarcangelo
5 luglio, ore 21.30

Ninachaos
Inland
durata 50’ - posti limitati
Lavatoio - Santarcangelo
5 luglio, ore 23.30
6 luglio, ore 19.30

Mk
Divano occidentale
durata 30’ – ingresso 5 euro - fuori abbonamento - posti limitati
Palestra scuola elementare - Santarcangelo
5 luglio, ore 23.30
6 luglio, 21.30
7 luglio, ore 23.30

Fanny & Alexander
Vaniada
durata 1h 20’ - posti limitati
Teatro Novelli - Rimini
7 luglio, due repliche ore 19.30/23.30
8 luglio, due repliche ore 17.30/23.30
9 luglio, due repliche ore 21.30/23.30
10 luglio, due repliche ore 17.30/21.30

Amir Reza Koohestani
(Iran)
Amid the clouds
prima nazionale
durata 1h 40’
Teatro Petrella - Longiano
7 luglio, ore 21.30
8 luglio, ore 19.30
9 luglio, ore 17.30

Lady Godiva Teatro
Napoleone
durata 1h 10’ - ingresso 5 euro - fuori abbonamento
Sferisterio - Santarcangelo
7 luglio, ore 21.30

Mk e Esc (Italia/Francia)
Real Madrid
prima assoluta
durata 40’
Teatro degli Atti - Rimini
8 luglio, ore 19.30
9 luglio, ore 19.30
10 luglio, ore 19.30

Garabombo delle risse
Settanta Vallanzasca
durata 1h 35' – ingresso 5 euro - fuori abbonamento
Teatro all’Aperto - Poggio Berni
8 luglio, ore 21.30
9 luglio, ore 21.30
10 luglio, ore 21.30

Cristian Ceresoli e Antonio Pizzicato
Voce Sola
durata 1h 11’ - posti limitati
Teatrino della Collegiata - Santarcangelo
8 luglio, ore 23.30
9 luglio, ore 23.30
10 luglio, ore 17.30

João Fiadeiro (Portogallo)
I am here
prima nazionale
durata 1h - posti limitati
Lavatoio - Santarcangelo
8 luglio, ore 23.30
9 luglio, ore 19.30
10 luglio, ore 21.30

Teatropersona
Theresienstadt
prima assoluta
durata 1h 30'
Teatro Supercinema - Santarcangelo
8 luglio, ore 21.30
9 luglio, ore 21.30
10 luglio, ore 19.30

Teatro della Cooperativa
La nave fantasma
durata 2h 30’ - ingresso 5 euro - fuori abbonamento
Sferisterio - Santarcangelo
9 luglio, ore 21.30

Sandro Lombardi - Compagnia Lombardi-Tiezzi
Pascoli
Villa Torlonia - San Mauro Pascoli
durata 1h - ingresso 5 euro - fuori abbonamento
10 luglio, ore 22

   

INFO: www.santarcangelofestival.com 

 

Vai agli "Events" del primo semestre 2004

UMBRIA JAZZ 2005

VENERDI' 8 luglio '05

ore 13,00
Bottega del Vino
jazz, wine & gourmet cuisine
RENATO SELLANI TRIO

ore 18,00
Rocca Paolina – Sala Cannoniera
PILSNER URQUELL club
RENATO SELLANI TRIO
special guest HILARY KOLE on vocals

ore 19,00
Bottega del Vino
wine aperitif & jazz dinner
BROOKS HUBBERT guitar blues, jazz & vocals

ore 20,30
Rocca Paolina – Sala Cannoniera
jazz dinner – menu raccontato da GAGGI & GAGGI
THE CRESCENT CITY JAZZ BAND

ore 21,30
Deco Hotel – Ponte San Giovani

RENATO SELLANI TRIO & GIANNI BASSO

ore 20,45
Arena Santa Giuliana
PIONEER INVESTMENTS presenta
SERGIO CAMMARIERE
DIANA ROSS


"round midnight"
Teatro Morlacchi
MINGUS BIG BAND

Rocca Paolina – Sala Cannoniera
PILSNER URQUELL club
“Remembering STAN,AL & ZOOT”
SCOTT HAMILTON & HARRY ALLEN
featuring JOE COHN
with JOHN BUNCH, JOEL FORBES, CHUCK RIGGS


 

iNFO: www.umbriajazz.com 

 

ROCCEROSSE 2005 
COMUNICATO STAMPA
                                                       
                                                       
                                                       Poetessa del rock, sacerdotessa del punk, voce autorevole della newwave. Ma soprattutto emblema e icona di 
                                                       un’epoca:  Patti Smith. La cantautrice di Chicago è chiamata a dare il via dal palco di piazza Principessa di 
                                                       Navarra alla 14° edizione del Festival Rocce Rosse Blues che dal 2 luglio al 3 settembre invita a Santa 
                                                       Maria Navarrese, Tortolì e Talana (Provincia Ogliastra), alcuni tra i più prestigiosi nomi del panorama 
                                                       musicale internazionale: Ska-P, Jan Garbarek, John Surman, Giorgia, Willy De Ville, Cousteau, Eric Burdon 
                                                       and The Animals. Ecco un altro ghiotto assaggio del menù musicale che farà risuonare di note alcuni angoli 
                                                       della suggestiva costa ogliastrina. Variegata l’offerta musicale. Sarà un’intensa estate di musica a ritmo di 
                                                       blues, jazz, punk, ska, reggae, canzone italiana d’autore e cabaret. 
                                                       Il festival sceglie un altro marchio e soprattutto triplica i suoi contenuti, aprendo uno spazio alla prima 
                                                       edizione di Rocce Rosse Jazz  e un altro ai Grandi Eventi Rocce Rosse dedicati alla musica italiana e
                                                       al cabaret d’autore.
                                                       
                                                       Ma la kermesse allarga il suo raggio d’azione con parentesi riservate ai sapori e ai gusti della tradizione 
                                                       ogliastrina. Il programma allestito dall’associazione omonima presieduta da Tito Loi diluisce nell’arco di due 
                                                       mesi venticinque appuntamenti, per lo più concentrati nei fine settimana, tra piazza Principessa di Navarra a 
                                                       Santa Maria Navarrese (frazione di Baunei), il teatro San Francesco e la Cattedrale di Sant’Andrea, a Tortolì, 
                                                       con qualche puntatina in quel di Talana.
                                                       
                                                       Catalizzare l’attenzione sulle bellezze del posto e valorizzare le risorse di un angolo tra i più incantevoli della 
                                                       Sardegna è l’obiettivo ambizioso che insegue l’associazione culturale.
                                                       
                                                       Secondo la migliore tradizione di Rocce Rosse Blues sarà una serata per appassionati della “musica del 
                                                       diavolo” quella dell’8 luglio. A Santa Maria Navarrese riecheggeranno le note dell’inno “The House of the risin’ 
                                                       sun” e sul palco ci saranno Eric Burdon & The Animals. Stesso luogo ma atmosfere differenti il 9 luglio con il 
                                                       R&B contaminato di musica latina, gitana e caraibica, soul e rock del poliedrico Willy De Ville che, c’è da 
                                                       scommetterci, non mancherà di regalare al pubblico un suo cavallo di battaglia come “Hey! Joe” di Hendrix in 
                                                       versione “mexican”.

                                                       Il 10 luglio la scena sarà tutta per i Cousteau e il loro sound,sempre in bilico tra soul, pop e chamber music 
                                                       con qualche strizzata d'occhio ai "vecchi leoni" (Pink Floyd e Procol Harum su tutti).
                                                       All’interno della rassegna non manca il tributo a De Andrè. Il 16 luglio a Santa Maria Navarrese ecco una 
                                                       compagine sarda di ben dieci strumentisti, i Malinda Mai che replicano il 7 agosto a Talana, il 14 agosto ancora 
                                                       a Santa Maria e il 24 a Tortolì. Le serate dedicate all’autore di “La guerra di Piero” si sposta idealmente il 9 
                                                       agosto alle 21,30 a Santa Maria Navarrese con i Khorakhanè’, formazione di sei musicisti provenienti dalla 
                                                       Romagna che sarà il 10 agosto di scena a Tortolì.
                                                       
PROGRAMMA
                                                       -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
                                                       02 LUGLIO - PATTI SMITH / 21,30 - Santa Maria Navarrese - p.za Principessa di Navarra / 20 euro + prev.
                                                       08 LUGLIO - ERIC BURDON & THE ANIMALS / 21,30 - S.Maria Navarrese - p.za Principessa di Navarra / 10 euro + prev.
                                                       09 LUGLIO - WILLY DE VILLE / 21,30 - Santa Maria Navarrese - pza Principessa di Navarra / 10 euro + prev.
                                                       10 LUGLIO - COUSTEAU /  21,30 - Santa Maria Navarrese - p.za Principessa di Navarra / 2 euro + prev.
                                                       16 LUGLIO - MALINDA MAI / 21,30 - Santa Maria Navarrese - p.zaPrincipessa di Navarra / -
                                                       17 LUGLIO - MAHEI ZAPP / 21,30 - Santa Maria Navarrese - p.za Principessa di Navarra / -
                                                       22 LUGLIO - GREG OSBY QUINTET / 21,30 – Tortolì - teatro San Francesco / 10 euro + prev.
                                                       23 LUGLIO - JAN GARBAREK & THE HILLIARD ENSEMBLE / 20,00 - Tortolì - Cattedrale Sant’Andrea / 10 euro + prev.
                                                       23 LUGLIO - SKA-P / 22,30 - Santa Maria Navarrese – piazza Principessa di Navarra / 15 euro +prev.
                                                       24 LUGLIO - JOHN SURMAN e VIGLEIK STORAAS / 21,30 - Tortolì - teatro San Francesco / 10 euro + prev.
                                                       24 LUGLIO - FABIO MORGERA / 23,00 - Tortolì - teatro San Francesco / - 

                                                       29 LUGLIO - DR FEELGOOD /  21,30 - Santa Maria Navarrese – piazza Principessa di Navarra / 10 euro + prev.
                                                       29 LUGLIO - AIDA COOPER / 23,00 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra / -
                                                       30 LUGLIO - GIORGIA / 21,30 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra / 20 euro + prev.
                                                       31 LUGLIO - OTIS TAYLOR / 21,30 - Santa Maria Navarrese – piazza Principessa di Navarra / 10 euro + prev.
                                                       31 LUGLIO - PAOLO BONFANTI / 23,00 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra
                                                       04 AGOSTO - CLAUDIO BATTA / 21,30 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra / -
                                                       05 AGOSTO - RUSTIES / 21,30 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra / -
                                                       06 AGOSTO - RUSTIES / 21,30 - Tortolì - teatro San Francesco / -
                                                       07 AGOSTO - THE WAILERS / 21,30 - Santa Maria Navarrese - p.za Principessa di Navarra / 15 euro + prev.
                                                       07 AGOSTO - MALINDA MAI / 21.30 - Talana - piazza Santa Marta / -
                                                       08 AGOSTO - DADO (area ZELIG) più MONSIEUR BUBÈ / 21,30 - Santa Maria Navarrese - p. Principessa di Navarra
                                                       09 AGOSTO - KHORAKHANE’ / 21,30 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra / -
                                                       10 AGOSTO - KHORAKHANE’ / 21,30 - Tortolì - teatro San Francesco / -
                                                       13 AGOSTO - STEVE ROGERS BAND / 21,30 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra / -
                                                       26 AGOSTO - DE GREGORI / 21,30 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra / 20 euro + prev.
                                                       27 AGOSTO - PAOLO MIGONE / 21,30 - Santa Maria Navarrese - piazza Principessa di Navarra  / 10 euro + prev.
                                                       03 SETTEMBRE - FRANCESCO GUCCINI / 21,30 - Santa Maria Navarrese - p.za Principessa di Navarra / 10 euro + prev

 

Vai agli "Events" del 2003 "I SUONI DELLE DOLOMITI" 

Sabato 2
Val di Sella, Malga Costa
Mario Brunello, Aldo Cibic, Peter Sadlo, Markus Stockhausen
Fucina Artesella
Progetto speciale: performance di natura, design e musica

Domenica 3
Lagorài, Rifugio Giovanni Tonini
Mario Brunello, Aldo Cibic, Peter Sadlo, Markus Stockhausen
Fucina Artesella
Progetto speciale: performance di natura, design e musica

Giovedì 7
Dolomiti di Fassa, Rifugio Fuchiade
Ghazal

Sabato 9
Parco di Paneveggio Pale di San Martino, Villa Welsperg
Stefano Bollani con Petra Magoni, Monica Demuru, Cristina Zavalloni, Nico Gori, Mirko Guerrini, Lorenzo Frizzera, Damiano Puliti, Ares Tavolazzi, Cristiano Calcagnile
Gente in cerca di nuvole
Progetto speciale: omaggio a Fosco Maraini

Domenica 10
Altopiano di Folgaria, Forte Sommo Alto
Stefano Bollani con Petra Magoni, Monica Demuru, Cristina Zavalloni, Nico Gori, Mirko Guerrini, Lorenzo Frizzera, Damiano Puliti, Ares Tavolazzi, Cristiano Calcagnile
Gente in cerca di nuvole Progetto speciale: omaggio a Fosco Maraini

 

Sabato 16
Dolomiti di Fassa, Pian de Schiavaneis
Savina Yannatou & Primavera en Salonico

Giovedì 21
Alpi di Ledro, Rifugio Nino Pernici
Triology

 

Sabato 23
Dolomiti di Fassa, Malga Bocche
Banda Osiris & Quartetto Euphoria

Domenica 24
Latemàr, Passo di Lavazè
Mamady Keita & Sewa Kan

Sabato 30
Dolomiti di Brenta, Rifugio Giorgio Graffer
Faraualla


AGOSTO<<<<<<<<<<<<<<<<

Martedì 2
Parco di Paneveggio Pale di San Martino, Carigole
Sarah Chang & Friends

Sabato 6
Monti Lessini, Malga Fratte
Antonella Ruggiero
Coro Valle dei Laghi
Coro Sant'Ilario

Echi d'Infinito
Progetto speciale: la montagna cantata

Giovedì 11
Presanella, Rifugio Giovanni Segantini
John Zorn

Giovedì 18
Dolomiti di Fassa, Tamiòn
Ballaké Sissoko

Sabato 20
Pale di San Martino,
Rifugio Rosetta Giovanni Pedrotti
Gianni Coscia
Gianluigi Trovesi




L'ALBA DELLE DOLOMITI<<<<<


Giovedi 14 luglio
Dolomiti di Brenta, Rifugio Silvio Agostini
Umberto Galimberti
Mario Brunello

Giovedì 28 luglio
Dolomiti di Fassa, Rifugio Roda di Vaèl
Lella Costa Paolo Fresu

Giovedì 4 agosto
Dolomiti di Fassa, Rifugio Sasso Piatto
Vinicio Capossela
Mario Brunello

Martedì 9 agosto
Dolomiti di Brenta,
Rifugio Tosa e Tommaso Pedrotti
Giovanni Lindo Ferretti
Paolo Fresu

 

I concerti iniziano tutti alle ore 14 eccetto quello in Valle di Sella in programma alle ore 16 e quelli all'Alba delle Dolomiti in programma alle 6 del mattino. In occasione di ciascun concerto è possibile effettuare una escursione con le Guide Alpine del Trentino
La partecipazione alle escursioni e ai concerti è libera e gratuita
 

MITTELFEST 2005

Festival delle arti performative, il Mittelfest anche per l’edizione 2005 punterà a quegli eventi che rappresentano in modo significativo e le nuove frontiere della ricerca espressiva e le diverse modalità in cui questa si è esplicata a seconda delle peculiarità dei vari paesi del CentroEuropa.

Musica contemporanea, quindi, ma riletta alla luce della differenti tradizioni, così fortemente caratterizzate nei molti paesi dell’area centroeuropea; teatro di prosa nel quale però, accanto alla parola e alla scrittura drammaturgica, trovino ampio risalto i nuovi linguaggi della comunicazione (video, computer, nuove tecnologie, ....); teatro danza nelle diverse accezioni e configurazioni coreografiche che questa nuovo genere ha via via assunto nelle ultime stagioni.

Mittelfest intende essere sì una "vetrina" rappresentativa delle realtà artistiche più stimolanti della Mitteleuropa, ma si propone anche come luogo di incontro e di conoscenza reciproca attraverso l’universalità dei linguaggi artistici, che proprio in questi anni nella ricerca di modelli comunicativi alternativi si propongono di infrangere alcune barriere, come quelle costitutite, ad esempio, dalle differenze linguistiche.

Per questo non sarà un tema a senso unico a caratterizzare Mittelfest 2005, dandosi il Festival stesso, nella specificità culturale, storica e geografica dell’area di riferimento, come tema assai fertile anche rispetto alla nuova Europa che si sta costruendo. E se una sorta di legame tra tutti gli eventi si deve trovare, questo lo si può evidenziare, come già nella passata edizione, nelle tematiche, amplissime e "aperte" a moltissime incursioni nella creatività contemporanea, del tempo nelle diverse accezioni e significati che questo concetto comporta nelle espressioni artistiche presenti da sempre al Mittelfest.

Musica e prosa, con le loro contaminazioni, trovano, infatti, nell’idea del tempo ed il suo correlato - lo spazio – significati che ben si addicono alle ragioni di un festival come Mittelfest che fin dalla sua istituzione, 14 anni fa, ha registrato le numerose e radicali mutazioni spazio-temporali che hanno ridisegnato la geografia culturale e politica della sua area di riferimento. Mutazioni spazio-temporali che si giustificano in un passato ricco di fermenti e contraddizioni il cui influsso anche drammatico sul nostro presente è assai profondo e stimolante.

Anche il programma dell’edizione 2005 di Mittelfest, perciò, si articolerà attorno ad alcuni dei temi al centro del dibattito culturale di questi nostro tempo, da quella della memoria a quella della contemporaneità, da quella della ricerca interiore a quella della socialità e della collettività: un percorso di oltre trenta spettacoli che parte dalle celebrazione del sessantesimo anniversario della Liberazione per arrivare alla celebrazione di un Friuli possibile "ponte di pace".

Mittelfest ancora una volta dunque come luogo di incontro e riflessione, da un angolo visuale assai rappresentativo della nostra complessa e problematica contemporaneità come è appunto quello dell’area mitteleuropea.

 

iNFO: www.mittelfest.org 

 

XXXVIII Festival delle Nazioni
Città di Castello
20 agosto – 4 settembre
Omaggio alla Polonia


Da questo anno il Festival delle Nazioni torna ad individuare un nucleo centrale, legato ad una nazione ospite, intorno al quale sviluppare tematiche più generali.
Non potevamo ignorare il grande avvenimento politico, culturale ed economico di questi anni: l’entrata di nuove nazioni nella Comunità Europea, nazioni che tornano ad intrecciare la loro storia e il loro sviluppo con un tessuto di cui, in epoche passate, erano parte integrante.
Tra queste la Polonia, su cui si concentrerà il Festival di quest’anno.
Abbiamo visto nella cultura polacca un esempio di come la musica possa divenire veicolo di comunicazione al di sopra dei confini delle nazioni; e Chopin, che potremmo definire l’anima europea della Polonia, ne è l’esempio più forte; ma lo sono o lo sono stati anche musicisti più vicini a noi come Szimanowski, Penderecki, Kilar.

Dunque il Festival si incentrerà sui seguenti nuclei tematici:

  • Chopin;
  • la musica in Polonia nel periodo a cavallo tra ‘800 e ‘900;
  • la musica antica e la musica popolare;
  • i contemporanei.

Naturalmente si cercherà, anche se non certo in maniera esaustiva, di inquadrare gli autori polacchi nelle loro relazioni con la musica europea, coi loro ‘maestri’e le loro culture di riferimento; saranno presenti dunque nel programma opere di Cajkovskij, Dvorak, Skrjabin, Schoenberg.

Un filone si articolerà intorno a Chopin, a partire dai due famosi concerti per pianoforte e orchestra. Verrà inoltre presentata una nuova versione della piece ‘En attendant Chopin’, ideazione e regia di Michal Znaniecki, uno dei registi di prosa e di lirica della nuova generazione più interessanti. In quest’occasione, il salotto parigino della principessa Belgioioso si trasferirà a Città di Castello, in attesa dell’arrivo del genio polacco. Chopin non è mai riuscito a realizzare il suo sogno di visitare il Bel Paese. Neanche questa volta arriverà nel salotto dove si svolge la serata. Delfina Potocka, Henriette Voight, Gorge Sand si racconteranno le loro esperienze legate al musicista, le loro curiosità, gli aneddoti. Verranno eseguiti brani meno conosciuti, quelli ispirati alla lirica italiana, quelli dedicati alle sue allieve. La musica e la parola si sostengono in una ricerca di echi e di rimandi incrociati.

Verrà poi presentata un’interessante rielaborazione cameristica, a quattro voci, dei diciassette Canti Polacchi op. 74 , realizzata dal compositore italiano Lorenzo Ferrero.
Sempre in tema di rielaborazioni, sarà ospite del Festival il pianista americano Uri Caine maestro nell’affrontare, con profondità e disinvoltura al tempo stesso, il rischio della rilettura, a tratti ricca di improvvisazioni, di famosi brani della grande letteratura musicale europea.
Lo spettacolo musicale “Yankele nel ghetto” ci farà compiere un interessante e struggente viaggio nella musica e nella vita del ghetto ebraico di Lodz, tra il 1940 e 1945, attraverso la raccolta di canti curata da Gila Flam, reinterpretati dal gruppo italiano Klezroym.

Un altro filone dell’edizione di quest’anno vedrà protagonista Karol Szimanowski, uno dei più interessanti compositori polacchi protagonisti di quell’epoca ricca di rivolgimenti sociali e fermenti culturali che fu il periodo a cavallo tra ‘800 e ‘900. Ascolteremo uno dei suoi brani più significativi: lo Stabat Mater eseguito dall’Orchestra Filarmonica e Coro Filarmonico di Cracovia diretta dal maestro Tomas Bugaj.

Inoltre, sarà messa in scena in prima assoluta in Italia la “Mandragora”, pantomima in tre argomenti commissionata da Leon Schiller per essere inserita in una messa in scena del “Borghese gentiluomo” di Moliere, nel 1920.
L’Uberblett Ensamble, gruppo italiano impostosi all’attenzione internazionale con lo spettacolo musicale Schoemberg Kabarett eseguirà musiche di Bartok, Schreker e Schoenberg. Avremo inoltre modo di ascoltare il pianista Michail Rudy in opere di Prokof’ev, Skrjabin e Musorgskij.
Era d’obbligo uno sguardo alla musica rinascimentale e prebarocca: l’ensenble polacco più noto internazionalmente, l’Ars Cantus diretto da Tomasz Dobrzanski, eseguirà un programma tratto dal variegato corpus musicale legato al fecondo periodo in cui l’Università di Cracovia divenne il più importante centro culturale della Polonia rinascimentale.

Il Festival getterà naturalmente uno sguardo anche sulla contemporaneità: oltre all’esecuzione di brani di Wojciech Kilar, autore fra l’altro di musiche scritte per film di notissimi registi come Coppola, Waida, Polansky e Zanussi, saranno eseguite composizioni di Gorecki, Lutoslawski e, in prima assoluta, una commissione del Festival delle Nazioni ad uno dei compositori emergenti più interessanti: Hadrian Tabecki. Non mancherà la presenza prestigiosa di Krisztof Penderecki, il compositore più noto della Polonia di oggi, in veste di autore e direttore, con la Vilnius Festival Orchestra.

Infine lo spettacolo commissionato al coreografo Virgilio Sieni che il Festival delle Nazioni presenterà in prima assoluta, ricorderà Alberto Burri nel decennale della scomparsa.
Il festival si chiuderà ritrovando due grandi autori come Wieniawski e Beethoven nel concerto della vincitrice dell’ultima edizione del concorso violinistico dedicato appunto a Wieniawski, Alena Baeva insieme all’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Anton Nanut.

Il Direttore Artistico
M° Aldo Sisillo



Armunia Festival 2005

 

Armunia :: Festival 2005

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Finalmente on line il Giornale di Mezzanotte per Inequilibrio 2005

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CANTIERI - COMUNE DI ALFONSINE
Con il Patrocinio e il Contributo della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Ravenna
Con il Contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo

ALFONSINE 13 > 17 luglio
Info festival e prenotazioni 328.5373819
info@cantieridanza.org

Info laboratori 339.2204729
Le performance e le installazioni di Lavori in Pelle sono a ingresso gratuito
Per "Ballo individuale in circostanze costrette" della STOA - SOCÌETAS RAFFAELLO SANZIO
la prenotazione è obbligatoria (biglietto unico 5 euro)

VENERDI' 1   LUGLIO > SABATO 16 LUGLIO
ALFONSINE "palazzo Marini"
Residenza coreografica

Cantieri, apre con questa edizione del festival la prima residenza coreografica a Palazzo Marini ad Alfonsine. I Nanou, sodalizio artistico ravennate inaugurano questo nuovo spazio appositamente restaurato per diventare il laboratorio dedicato alla danza e alle arti che ad esse sono legate. Lo spazio sarà inoltre abitato da Connection Voyeur, formazione di osservatori e videomaker che collabora con Nanou e con il neonato progetto di scambio e confronto "Aksè".

MERCOLEDì 13 LUGLIO
LONGASTRINO (Alfonsine)
ore 21.30 Piazza del Popolo
1996-2004 Dieci anni di festival
Immagini del festival "Lavori in pelle" (a cura di Simona Diacci)

GIOVEDì 14 LUGLIO
ALFONSINE
ore 17.30 Palestra Comunale - Via Murri 26
LEZIONE DI CLAUDIA CASTELLUCCI su
"RISONANZA E RIPRESA DEL GESTO UMANO"


VETRINA DEI GIOVANI AUTORI
ore 11.30 Forno Pasticceria FABBRI - Corso Matteotti n. 91
(AUDIZIONI DI DANZA URBANA)

ore 21.00 Galleria Aurora - Corso Matteotti 69
in collaborazione con EMPORIUM DRADI
MADDAI - Roma (DANZA URBANA)
O' HEI PILLOLE

ore 21.15 Caffè della Piazza - Piazza Gramsci 30
MADDAI - Roma (DANZA URBANA)
O' HEI PILLOLE

ore 21.30 Museo Del Senio - Piazza della Resistenza
LE-GAMI - Bologna (DA VICINO)
gruppo partecipante al concorso GD'A 04-05
SP.3
NECATE' - Ravenna (DA VICINO)
LA DANZA DEL VENTO
MIIA - Roma (DA LONTANO)
EBE

ore 23.00 Palestra Comunale - via Murri 26
STOA - SOCÌETAS RAFFAELLO SANZIO Cesena (EVENTO SPECIALE)
BALLO INDIVIDUALE IN CIRCOSTANZE COSTRETTE
Prenotazione obbligatoria biglietto unico 5 euro

DOPO FESTIVAL AL FREE BAR
Free Bar - Piazza della Resistenza

VENERDì 15 LUGLIO
ALFONSINE

ore 10.30 Museo del Senio - Piazza della Resistenza
CORSO DI SOPRAVVIVENZA
Incontro di riflessione e confronto sullo stato di "salute" della danza dedicato quest'anno agli organizzatori che programmano e promuovono la giovane danza d'autore in Emilia Romagna e alle compagnie della Regione.

LABORATORI D'AUTORE LAVORI IN PELLE 2005
Dalle 10 alle 13 Palestra Comunale - Via Murri 26
ROSITA MARIANI (MILANO) LUCYLAB
Dalle 15 alle 19 Palestra Comunale - via Murri 26
MK (ROMA/SALERNO)
Laboratorio coreografico: RADURA con Michele Di Stefano

VETRINA DEI GIOVANI AUTORI
ore 11.00 Supermercato CONAD - via Angeloni n. 1
(AUDIZIONI DI DANZA URBANA)
ore 11.30 Parrucchieri PRIMO PIANO - Corso Matteotti 2A
(AUDIZIONI DI DANZA URBANA)
ore 19.00 Agenzia d'Affari in mediazione CONTARINI Corso Matteotti 31
Centro Ottico Optometrico VTC Corso Matteotti 29
(AUDIZIONI DI DANZA URBANA)

ore 21.00 Caffè della Piazza - Piazza Gramsci 30
COMPAGNIA ICS / LADY GODIVA TEATRO - Ravenna (DANZAURBANA)
RADIOCRONACA

ore 21.30 Museo Del Senio - Piazza della Resistenza
AGATHARANDAGIO- Bologna (DA VICINO)
gruppo partecipante al concorso GD'A 04-05
DRUNK
ROSITA MARIANI - Milano (DA LONTANO)
C 14
GIACOMO CALABRESE - Benevento (DA LONTANO)
PROGETTO MOVING_movimento
di CANGO Cantieri Goldonetta Firenze, FABBRICA EUROPA, Istituto Francese di Firenze
MONOCHROME- fase#1

ore 23.00 PALAZZO MARINI - Via di Roma 10
GRUPPO NANOU - Ravenna (DA VICINO)
gruppo partecipante al concorso GD'A 04-05
NAMORO
Prenotazione obbligatoria

Ore 24.00
CONNECTION VOYEUR - Bologna
AKSECOND RELOADED
Posti Limitati

DOPO FESTIVAL AL FREE BAR

Free Bar - Piazza della Resistenza

SABATO 16 LUGLIO
ALFONSINE

LABORATORI D'AUTORE LAVORI IN PELLE 2005
Dalle 10 alle 13 Palestra Comunale - Via Murri 26
ROSITA MARIANI (MILANO) LUCYLAB
Dalle 15 alle 19 Palestra Comunale - via Murri 26
MK (ROMA/SALERNO):RADURA con Michele Di Stefano

VETRINA DEI GIOVANI AUTORI
ore 12.15 I Cugini Toccasana - Piazza II Agosto 9
(AUDIZIONI DI DANZA URBANA)
ore 12.45 Stev's Bar - Viale Stazione 42
(AUDIZIONI DI DANZA URBANA)

ore 21.00 Caffè della Piazza - Piazza Gramsci 30
LUCYLAB EVOLUZONI - Milano (DANZA URBANA)
MOTO DA LUOGO

ore 21.30
Museo Del Senio - Piazza della Resistenza
ESPZ- Milano (DA LONTANO)
I KNOW, I KNOW
FRIDA VANNINI e SARA WIKTOROWICZ - Siena / Olanda (DA LONTANO)
PROGETTO MOVING_movimento
di CANGO Cantieri Goldonetta Firenze, FABBRICA EUROPA, Istituto Francese di Firenze
IN-SIDE
SONIA BRUNELLI - Forlì (DA VICINO)
UMO

ore 23.00 PALAZZO MARINI - Via di Roma 10
GRUPPO NANOU - Ravenna (DA VICINO)
gruppo partecipante al concorso GD'A 04-05
NAMORO
Prenotazione obbligatoria

Ore 24.00
CONNECTION VOYEUR - Bologna
AKSECOND RELOADED
Posti limitati

DOPO FESTIVAL AL FREE BAR
Free Bar - Piazza della Resistenza

DOMENICA 17 LUGLIO
ALFONSINE
LABORATORI D'AUTORE LAVORI IN PELLE 2005
Dalle 12 alle 16 Palestra Comunale - via Murri 26
MK (ROMA/SALERNO): RADURA con Michele Di Stefano

FILO (ALFONSINE)
Ore 21.00 Casa del Popolo
Incursione di danza urbana

Credits Cantieri:
Direzione Artistica/Organizzativa: Monica Francia e Selina Bassini
Coordinamento Compagnie: Francesca Serena Casadio
Direttore Tecnico: Eugenio Sideri
Tecnici: Giovanni Belvisi, Valentina Venturi
Responsabile Ospitalità: Daniele Cannizzo
Responsabile Laboratori: Rhuena Bracci
Ufficio Stampa: Pepita Promoters
Grafica: Marilena Benini
Webmaster: Sara Circassia
Cura delle immagini: Simona Diacci
Si ringraziano: Fabio Natali, Anna Sideri, Roberto Casarotto, Massimo Carosi, Giuseppe Como, le famiglie che hanno adottato un danzatore.

LAVORI IN PELLE 2005
Decima edizione

RESIDENZA COREOGRAFICA
Cantieri, apre con questa edizione del festival la prima residenza coreografica a Palazzo Marini ad Alfonsine. I Nanou, sodalizio artistico ravennate inaugurano questo nuovo spazio appositamente restaurato per diventare il laboratorio dedicato alla danza e alle arti che ad esse sono legate. In questo contesto s'inserisce il lavoro di Connection Voyeur, gruppo di osservatori creativi e videomaker che collabora con Nanou. La formazione ha preso parte a un convivio di quattro compagnie organizzato da Nanou nel gennaio 2005, "Aksè", e ne ha costruito una reinvenzione audio-video denominata "Aksecond" (aprile 2005). A Lavori in Pelle Aksecond diventa "Reloaded": la scommessa di un'ulteriore rinascita dell'oggetto originario conferendogli nuovi connotati.
VETRINA DEI GIOVANI AUTORI
Quest'anno contenitore ideale del festival è una virtuale VETRINA all'interno della quale si articolano le sezioni: DA VICINO, compagnie che hanno sede in Emilia Romagna; DA LONTANO, compagnie che vengono dalle altre parti d'Italia; DANZA URBANA coreografie e installazioni nella piazza di Alfonsine; AUDIZIONI URBANE, spettacoli che gli stessi organizzatori vedono per la prima volta assieme al pubblico, proprio come una vera audizione-provino in luoghi come la stazione ferroviaria, bar, ristoranti, negozi, supermercati.
In VETRINA anche due progetti trasversali alle varie sezioni del festival che mettono a confronto le progettazioni per i giovani autori dell'Emilia Romagna e della Toscana: GD'A-GIOVANI DANZ'AUTORI e MOVING_movimento.GD'A nato da un'idea di Cantieri in rete con alcuni tra i più attenti organizzatori del territorio per promuovere la danza in Emilia-Romagna, e divenuto, grazie anche al sostegno dell'assessorato alle politiche giovanili dell'Emilia-Romagna, un'importante concorso con l'obbiettivo di sostenere alcune giovani realtà artistiche dando loro aiuto organizzativo e visibilità all'interno di Festival consolidati, strumenti necessari per maturare professionalmente e che possono garantire e tutelare il processo creativo.
Il progetto MOVING_movimento a cura di CANGO Cantieri Goldonetta Firenze, del Festival Fabbrica Europa e dall'Istituto di cultura francese di Firenze, dedicato ai giovani coreografi italiani con l'obiettivo di realizzare residenze per la ricerca della danza contemporanea e la produzione di spettacoli che verranno presentati e promossi in altre realtà nazionali ed internazionali.
EVENTO SPECIALE del festival è la presentazione de Il ballo individuale in circostanze costrette, originale lavoro concepito ed espresso dalla Stoa di Cesena, una scuola di discussione filosofica e di movimento fisico, diretta da Claudia Castellucci della compagnia SOCÌETAS RAFFAELLO SANZIO. La plausibilità di questa scuola (rivolta a ragazzi di età compresa tra i quindici e i venti anni), che prende il nome dall'antica Stoa greca, si fonda semplicemente sull'azione. Il termine "ballo" è stato preferito a "danza", perché mentre questa si rifà a esperienze sassoni legate a scopi coreografici, il ballo si richiama a un girare intorno a un centro ideale e ospitante, cui le persone fanno da corona motorizzata. Il ballo è forse "gettarsi" in un cerchio che riproduce nel corpo quello delle ere e dei giri atomici e celesti.
(giovedì 14 luglio ore 23.00 palestra Comunale, prenotazione obbligatoria)
Nella stessa giornata alle ore 17.30 presso la palestra Comunale di Alfonsine,   Claudia Castellucci presenterà una lezione sul   tema "RISONANZA E RIPRESA DEL GESTO UMANO "
CORSO DI SOPRAVVIVENZA
Il festival come ogni anno, è anche un momento di riflessione e confronto sullo stato di "salute" della danza grazie al Corso di sopravvivenza, dedicato quest'anno ad un tavolo di confronto al quale parteciperanno organizzatori che programmano e promuovono la giovane danza d'autore in Emilia Romagna e le compagnie della Regione al fine di supportare progettando in rete, nuovi sistemi organizzativi e lavorativi di questo settore.
(venerdì 15 luglio ore 10.30 al Museo del Senio)

LABORATORI D’AUTORE LAVORI IN PELLE 2005
venerdì 15 - sabato 16 luglio dalle 10 alle 13
c/o Palestra Comunale – via Murri 26
ROSITA MARIANI (MILANO) LUCYLAB
Lucy è un australopiteco vecchio di 3 milioni e mezzo di anni, con un nome da bambina. Si propone un percorso che prende il via dalle memorie evolutive, esplora alcuni passaggi chiave dello sviluppo motorio, dalla cellula alla stazione eretta fino all'espansione nello spazio, indaga i sistemi del movimento umano che conservano parti della nostra storia."
Rosita Mariani è coreografa, insegnante e danzatrice. Da molto tempo interessata alla questione delle origini da diversi punti di vista, recentemente ha creato lucylab.evoluzioni, laboratorio di ricerca che indaga l'essere umano dal punto di vista della sua memoria corporea. Con la partecipazione attiva di Marta Melucci e Francesca Telli, il gruppo ha al suo attivo due produzioni, presentate in questo festival.

venerdì 15 - sabato 16 luglio dalle 15 alle 19, domenica 17 luglio dalle 12 alle 16
c/o Palestra Comunale – via Murri 26
MK (ROMA/SALERNO)
Laboratorio coreografico: RADURA con Michele Di Stefano
Immagino di costruire dinamiche di spostamento a partire dalla percezione di uno spazio esposto, fuori da sé, carico di presagi.
Dove la materia corporea si dispieghi per condividere la scelta dell'atto e le vibrazioni che la modificano.
In completa autonomia di metodo e creazione, il gruppo MK lavora sulla percezione ritmica e il disfacimento della figura. E’ una delle cinque formazioni alle quali e’ dedicato il libro sulla nuova coreografia europea Corpo Sottile (Ubulibri 2003)

RAVELLO FESTIVAL 2005  

Sezione David Herbert Lawrence

TENDENZE

Direzione artistica: Alessio Vlad

Il Ravello Festival mira ad approfondire il tema scelto di anno in anno offrendone interpretazioni inattese e nuove possibili letture.

La Sezione Tendenze contribuisce a questo obiettivo spaziando con libertà e fantasia tra musica, parola e gesto in modo da creare un rapporto sempre nuovo tra spettatore, spettacolo e luogo di rappresentazione o di ascolto.

Vi rientrano, perciò, produzioni originali, nuove sperimentazioni, eventi che oggi, come nel passato, siano in grado di creare una rottura rispetto alla tradizione.


 

Sezione Greta Garbo

CINEMUSIC

Direzione artistica: Lina Wertmuller e Remigio Truocchio

La Sezione CineMusic è intitolata alla grande Greta Garbo, protagonista nel 1938 di una famosa fuga d'amore a Ravello, insieme al maestro Leopold Stokowski: un incontro più che simbolico, il loro, tra cinema e musica.
CineMusic analizza, attraverso proiezioni, incontri e concerti dal vivo, il rapporto indissolubile ed emozionante tra queste due forme d'arte.
Come già lo scorso anno, anche CineMusic 2005 dedica un capitolo particolare al pubblico dei ragazzi.
Infine, la seconda edizione del Premio "Ravello CineMusic", segnalerà la migliore colonna sonora italiana, la migliore colonna sonora europea e la migliore canzone originale tratta da un film della recente stagione.

Sezione Maurits Cornelis Escher


ARTI VISIVE

Direzione artistica: Cesare de Seta

La sezione di Arti visive è intitolata a Maurits Cornelis Escher che, a partire dal 1923, dimorò più volte a Ravello. La presenza di questo grande artista, l'originalità con la quale il suo tratto si è confrontato col paesaggio ravellese, la sua diretta testimonianza a proposito dell'influenza che le impressioni del paese e della Costiera hanno esercitato sulla maturazione di uno stile inconfondibile inducono a rinnovare, di anno in anno, il legame tra Ravello e le Arti visive.
Intento del Festival è di occupare un posto di rilievo nel panorama delle mostre fotografiche e del design.


 

Sezione Richard Wagner

MUSICA SINFONICA

Direzione artistica: Comitato scientifico dei Direttori

La Sezione Sinfonica, indissolubilmente legata al nome di Wagner che visitò Ravello nel 1880, costituisce da più di mezzo secolo l'appuntamento principale della manifestazione, capace di assicurare l'incontro felice tra un pubblico internazionale culturalmente esigente e una rosa di artisti e di ensemble di grande prestigio. Tra le orchestre che si sono avvicendate dal 1953 ad oggi sul suggestivo palcoscenico a picco sul mare, ricordiamo la Staatskapelle di Dresda e i Filarmonici di Monaco, la Royal Philharmonic, l'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, la London Simphony Orchestra, i complessi del Teatro Kirov di Leningrado e della Gewandhaus di Lipsia, l'Orchestra Nazionale della Rai e quella del Maggio Musicale, l'Orchestre National de France, la London Philharmonia. Sul podio, nomi illustri come Ashkenazy, Barbirolli, Chung, A. Davis, Frühbeck de Burgos, Gergiev, Järvi, Maazel, von Matacic, Penderecki, Prêtre, Semkow, Sinopoli, Slatkin, Spivakov, Tate, Temirkanov, Tilson-Thomas. L'edizione 2005 vede il ritorno a Ravello di Gergiev e di Penderecki, ed il debutto di Pehlivanian.


 

SPOLETO FESTIVAL DEI DUE MONDI 2005
Programma e calendario
Anteprima del programma
(pdf, 168 Kb)

Programma completo
(pdf, 545 Kb)

Calendario degli eventi
(pdf, 169 Kb) 

 

8.07.2005

David Hare

Matera, Chiese Rupestri

(da Exibart del 8.07.2005)

A Matera David Hare (1917-1992) c’era già stato nel luglio del 1990. Rimase così colpito dal fascino del luogo (alcune sue opere furono esposte negli ambienti scavati nel tufo della chiesa di Santa Maria delle Virtù, in occasione della collettiva sulla scultura americana) che decise di donare alla città dei sassi l’opera in acciaio Mountaine Moonrise. Un reciproco feeling, quindi, quello tra l’artista statunitense e la città di Matera, che dal 9 luglio al 9 ottobre 2005 gli rende omaggio con un’importante antologica (80 sculture, 55 opere su carta, 24 fotografie e varie litografie). Una mostra, insomma, che ripercorre l’intero iter creativo di Hare, iniziato intorno al 1945 e terminato con la sua morte, nel 1992. Personaggio curioso, descritto dagli amici come un uomo geniale, un po’ distratto, artista bohèmien con “pedigree” che arriva all’arte passando per la chimica, la fisica e la medicina. Fu la madre, l’ereditiera Elizabeth Manning Sage Goodwin, che sembra avesse studiato a Parigi con Brancusi, a credere nelle potenzialità del figlio, permettendogli di aprire uno  studio fotografico a Manhattan nel 1936. Il primo linguaggio artistico che David Hare sperimentò fu proprio la fotografia. Nella mostra di Matera è esposto anche un nucleo delle sue immagini fotografiche degli anni 1940-1943, che include alcuni ritratti di Pueblo Indians of New York as they are today (1940-41), un progetto dedicato agli indiani della riserva del New Mexico che gli fu commissionato dal Museo di Storia Naturale di New York. Per il resto Hare guardava molto alla fotografia di Man Ray e di Roul Ubac: “Era solito usare una fiamma per alterare i negativi in modo tale che le forme fotografate potessero diventare misteriosamente indeterminate, con i neri e i bianchi che si dissolvevano mescolandosi l’uno all’altro”, scrive Milton Gendel in un testo del catalogo.
L’interesse per la scultura arrivò in un secondo momento, frequentando a New York, tra il ’42 e il ’44, il gruppo dei surrealisti scappati dall’Europa nazista. Punto d’incontro era l’Atelier 17 al Greenwich Village: tra gli altri c’erano André Breton e la moglie Jacqueline Lamba (anche lei artista, che dopo poco sarebbe diventata la seconda moglie di David Hare), Max Ernst, Marcel Duchamp, Sebastian Matta. In questo periodo, pur dedicandosi ancora alla fotografia (alcune furono pubblicate sulla testata surrealista VVV, in cui il suo nome compare anche come redattore, accanto a Breton e Ernst), l’artista si avvicina alla scultura, lavorando il gesso, il cemento, la terracotta, la cera, prediligendo infine la flessibilità del metallo. Memore della lezione surrealista dell’automatismo, Hare sfida lo spazio, sfiorando il simbolismo già in quelle opere che furono esposte per la prima volta nel 1942, nella galleria newyorkese Peggy Guggenheim’s Art of this century. Jean-Paul Sartre, suo caro amico, dirà di lui: “La passione non analizza, non osserva: l’oggetto sorge improvvisamente nel suo universo, raccolto, strizzato, non più decomponibile; si vede l’orrendo di un viso non il colore degli occhi. E’ per questo motivo che, nonostante Hare non voglia rappresentare nulla, le sue figure sono sempre un aggrovigliarsi confuso di rappresentazioni contraddittorie, complesse, elaborate, pressate dall’emozione. Se si volesse definire la sua scultura, sarebbe meglio dire che essa non è esplorabile. Perché l’osservazione decompone e ricompone, va dal tutto alle parte e dalla parti al tutto in infiniti percorsi di andata e ritorno in cui ognuno è arricchimento.”

manuela de leonardis


David Hare - a cura di Giuseppe Appella, Ellen Russotto - Matera - Chiese rupestri Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci- tutti i giorni ore 10-21
ingresso € 5,00 – ridotto € 3,50
per informazioni tel. 0835337220
info@incongressmatera.it
ufficio stampa De Luca Comunicazioni m.deluca33@virgilio.it
Catalogo Edizioni della Cometa


 

 

 

 
 
 

 

       

 Responsabile editoriale: Giuseppe Leo

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