CATTIVI, 
VI SIETE RIVOLTI DIRETTAMENTE AL POPOLO DI DIO!

L' ordine, da parte della Gerarchia, era perentorio: ignorare l' appello rivolto al Popolo di Dio che vive in Italia per un motivo ben preciso, anche se pretestuoso: i firmatari avevano avuto l' ardire di criticare la Chiesa e il Papa!
Il Cardinale Poletti, presidente della CEI, aveva stigmatizzato aspramente la lettera senza averla letta integralmente; i giornali cattolici non dovevano pubblicare che "brani" di detta lettera per evidenziare solo ed esclusivamente gli "errori" dei teologi italiani, l' insubordinazione, la rivolta, la contestazione, la ribellione.
Scomunicati, o quasi, quei settimanali che, come il Regno, si azzardavano a pubblicare la lettera integralmente o prendevano posizione a suo favore. "Guerra santa", insomma, contro chi, servendosi della "stampa", osava attaccare la Chiesa, il Papa, la Gerarchia.
Ma in effetti, in che cosa consiste lo scritto incriminato7
Intanto, è l' ultimo di una "serie" di documenti pubblicati dai teologi occidentali (tedeschi, fiamminghi, francesi, spagnoli) o da singoli studiosi di problemi teologico-morali (B.Haering) o, addirittura, da vescovi residenziali (Pedro Casaldaliga).
I "temi-problemi" trattati sono comuni perché avvertiti ormai da tutti coloro che non piegano il capo di fronte a Roma (Vaticano) e che non temono ritorsioni di alcun genere.
"Oggi nella Chiesa..." tratta solo quattro questioni:

1. Riguarda il Concilio Vaticano II con i suoi documenti che, in certi ambienti ecclesiali, viene sempre più svuotato del suo valore e della sua importanza teologica.
L' evento concilio, si chiedono i firmatari, continua a costituire "un effettivo punto di riferimento dottrinale nell'affrontare i problemi della missione e dell' evangelizzazione" o piuttosto si tende a sminuire l' importanza di quest' evento qualificandolo come "pastorale" e "non dotato quindi della stessa autorità dottrinale degli altri Concili ecumenici"?

2. Può la Chiesa allontanarsi da "Cristo Gesù, che ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni"? Può essa, impunemente, prendere altra via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza o, peggio ancora, "farsi condizionare dalla logica mondana"?

3. E possibile dimenticare, a breve distanza dall'evento del Concilio Vaticano II, la grande lezione dei Padri sulla "Chiesa comunione di Chiese"? Ciò nulla toglie alla Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, tuttavia occorre ribadire con forza ciò che meglio interpreta il Vangelo, nel rispetto "della comunione, sempre più grande, nell'obbedienza di tutti a Cristo, Signore
della Chiesa".

4. Infine, "uno degli elementi che nella concezione conciliare della Chiesa è entrato in una fase di riaggiustamento è senz' altro la comprensione del Magistero". Quale è il suo ruolo? Prima di tutto "pastorale". Esso, infatti, ha il compito di "presidenza nella comunione della fede". Ma non è salutare, per la stessa fede dei credenti, trascurare "il delicato problema della sua attuale estensione particolarmente nel campo etico, in rapporto al cuore del messaggio evangelico". Non si può non rispettare la "gerarchia della verità" né trascurare "lo studio e l'esperienza dei credenti per un cammino di convergenza di tutti i differenti carismi e servizi nella conoscenza della verità, ognuno secondo il dono ricevuto".
Questi i punti salienti, Occorrerebbe leggere per intera la lettera per convincersi che la reazione del Cardinale Poletti e di gran parte dell'Episcopato italiano, acclamata dai soliti cembali squillanti che non mancano nella Chiesa con la speranza di essere graditi in alto e ricavarne, magari, dei benefici... è stata veramente eccessiva, viscerale. Lo hanno dimostrato alcuni prelati riflessivi ed equanimi dei quali non occorre fare i nomi giacché anche la grande stampa quotidiana li ha citati come esempi di
ponderata riflessione. Certo, un giudizio alla "lettera" andava espresso da parte della Gerarchia, ma non dopo la stroncatura, bensì in conseguenza di un dialogo maturo e rispettoso della "funzione profetica" di tutti i membri di Dio nella Chiesa, chierici, religiosi e laici. La stampa laica oggi tace: la "lettera" non costituisce più notizia; la stampa cattolica è impedita dall' autorità: non è lecito intervenire su un fatto del quale, semmai, solo le alte autorità potranno, in futuro, interessarsi. Uno spiraglio s'intravvede; una piccola luce si è accesa negli Uffici della Sacra Congregazione della dottrina della Fede: il cardinale Ratzinger ha promesso, infatti, ai teologi francofoni firmatari della lettera di fare interessare, riguardo ai suoi contenuti, la Commissione Teologica Internazionale.
Fino ad ora solo i "francesi" sono stati considerati degni di attenzione; gli altri, "cattivi per il fatto che con le loro lettere si sono rivolti direttamente al Popolo di Dio", non meritano risposta...
Eppure...i contenuti di tutte le lettere sono tanto simili da potere, con un'intelligente sinossi, formare un unico testo!

Rimini, 17/6/89
Filippo Di Grazia