Arte (guida alla visita)

        Navata destra

        Sul primo pilastro, S. Giovanni Battista, bella scultura manieristica di Alessandro Vittoria (seconda meta' sec. XVI, originariamente in San Francesco). Sul secondo pilastro, Visitazione, finissimo altorilievo marmoreo di Lorenzo Bregno (1510 ca. ., originariamente in San Francesco).

Cripta

        Una scaletta discende alla Cripta, unica parte conservata pressoche' intatta e certo la piu' antica della cattedrale romanica, documentata già compiuta nel 1030.         E' un ambiente di grandissima suggestione, quasi un fitto bosco di colonnine marmoree, alcune con bei Capitelli di reimpiego (sec. VIII-lX). Sulle volte a crociera e sulle pareti vi sono numerosi lacerti di Affreschi dei secoli Xlll e XIV. Sul pavimento, parti di mosaico romanico con animali mostruosi.

        Nell'abside e' collocata l'Arca (1403) di S. Liberale, soldato romano e poi eremita cristiano di Altino, patrono della città. Sotto l'arca e' un prezioso e raro Pavimento in piastrelle di maiolica, ottimamente conservato, con motivi policromi vegetali e frutta, probabilmente di fabbrica veneziana (meta' sec. XVI).

        Cappelle absidali

        Alcuni gradini salgono al vestibolo dell'Annunziata. Sulla parete sinistra, importanti opere di pittori trevigiani: Assunzione di Maria (1521), di Domenico Capriolo; Madonna del fiore (1487), capolavoro di Gerolamo Aviano detto G. da Treviso il Vecchio; San Lorenzo e Santi (1562, originariamente in San Lorenzo) e Adorazione dei pastori (Pala Rovero 1557 ca., originariamente in San Francesco) di Paris Bordon.

        Sulla parete destra, Arca sepolcrale del Vescovo Castellano Salomone (+1322), pregevole opera veneziana con influssi toscani (notevoli angeli reggi-cortina e figura giacente).


        Sul fondo si apre la Cappella dell'Annunziata o Malchiostro, dal nome del canonico che la fece erigere nel 1519 e poi decorare.

        L'architettura, nel semplice modulo rinascimentale quadrato con cupola, fu concepita in funzione delle pitture, affidate ai due pittori piu' "moderni" della Venezia di allora: gli affreschi a Giovanni Antonio da Pordenone e la pala a Tiziano Vecellio, risultandone uno dei complessi artistici piu' importanti dell'arte veneta.

        Gli affreschi del Pordenone (1520) sono: sulla parete sinistra l'Adorazione dei Magi, con vigorosi ritratti in abiti contemporanei; sopra, la Visitazione, dipinta, pare, di getto in una sola giornata; nel catino absidale, la Visione di Augusto, purtroppo danneggiato dai bombardamenti del 1944, che hanno anche distrutto il potente Eterno Padre nella cupola. Gli altri Santi sono ritenuti di collaboratori. Pordenone defini' impetuosamente queste immagini con larghe masse di colore, nel fresco ricordo della volta Sistina michelangiolesca, dimostrando un precoce manierismo, primo clamoroso contatto dell'arte veneta con quella del grande Cinquecento romano.


        L'Annunciazione di Tiziano (1521-23) e' un'opera dal colore splendente e di caldo tonalismo, come evidente negli straordinari abiti della Madonna, figura di indicibile bellezza e soavità. Nuovo lo schema compositivo con l'Angelo che giunge dal fondo, davanti allo squarcio luminoso delle nubi; da notarsi il ritrattino, invero caricatura, del canonico committente, che pare spiare dal fondo il sacro mistero. Completano l'ambiente transenne in pietra a traforo e stalli con tarsie lignee. In una nicchia nel tamburo della cupola, Busto in terracotta del vescovo Bernardo De Rossi, ritratto di penetrante realismo attribuito ad Andrea Briosco detto il Riccio (1520 ca. ).

        Una porta vicina puo' condurre alla Sacrestia dei Canonici (chiedere per la visita), ove si trovano importanti dipinti di Gerolamo Aviano (Madonna e Santi, 1490 ca.), Paris Bordon (Sacri Misteri, 1551), Francesco Dominici (Processione della SS. Annunziata, 1571, con ritratti e veduta del Duomo romanico).


        La Cappella maggiore fu ricostruita per ordine del vescovo Zanetto per dedicarla, su impulso dell'intimo amico papa Sisto IV della Rovere, alI'lmmacolata Concezione di Maria. Compiuta su progetto di Pietro Lombardo nel 1488, e' un calibratissimo spazio a pianta quadrata e coperto da cupola emisferica, definito con rigore "toscano" da semplici membrature di pietra. Essa inauguro' a Treviso la piena stagione rinascimentale. Le sue misure e dettagli furono presi a modello per la ricostruzione settecentesca della Cattedrale, dove ore la cappella risulta indistinta. A Pietro Lombardo, con la collaborazione dei figli Tullio ed Antonio, si deve, sulla parete sinistra, il Monumento sepolcrale del vescovo Zanetto (1486), di elegantissimo disegno e fine esecuzione (grande aquila sul festone, racemi classici, statue al vertice), prima clamorosa apparizione di modelli della classicita' a Treviso. Di fronte, Monumento a Papa Alessandro VIII, gia' canonico trevigiano Ottoboni, teatrale opera barocca di Giovanni Bonazza (1693). Ai lati dei due monumenti, Storie della Chiesa Trevigiana, buoni dipinti tardo-ottocenteschi di Ludovico Seitz (1888). Sull'altare maggiore, sormontato da notevole Crocifisso ligneo del primo Cinquecento, Arca coi busti ad altorilievo dei martiri Teonisto, Tabra, Tabrata, sculture d'alta qualità attribuite a Tullio Lombardo (1506).

        Dalla navata sinistra si sale al vestibolo del Santissimo: subito a sinistra, cornice di Ciborio scolpita (sec. XIV); alle pareti grandi Tele cinque e seicentesche (Francesco Bassano, Antonio Zanchi); al centro della parete sinistra, Monumento sepolcrale del vescovo Nicolo' Franco, elegante opera lombardesca (1501).


        Sul fondo si apre la Cappella del Santissimo. Fu eretta per iniziativa del vescovo Bernardo De Rossi tra il 1501 e il 1503, forse su disegno di Antonio Maria da Milano, interamente rivestita di marmo greco e corredata di sculture da Giambattista e Lorenzo Bregno (Redentore, Angeli, Santi Pietro e Paolo), mentre l'affresco nel casino dell'abside (Redentore) e' di Pier Maria Pennacchi (1511). E' un notevolissimo ambiente, dove il preciso disegno architettonico tracciato da paraste e cornici in pietra grigia, unito alla preziosita' delle incrostature marmoree e degli arredi scultorei (originale l'altarino semicircolare secondante l'abside), concorrono a formare un omogeneo insieme di perfetta ed elegante misura.

       
Navata sinistra

        Nella navata sinistra, procedendo verve la facciata: al primo altare laterale, pale con Santa Giustina, Santi e donatore, di Francesco Bissolo (1530 ca.). Nel primo pilastro, Madonna col Bambino, statua dell'ambito del Sansovino (sec. XVI). Nella cappella mediana, grande Altare e tabernacolo architettonico, gia' del Santissimo, in marmi pregiati arricchiti da bronzi di Matteo Carneri (1630). Nel secondo pilastro, statue di San Sebastiano, di Lorenzo Bregno (1515, originariamente in Santa Margherita).