Chiesa di San Giovanni (Battistero),
Scuola del Santissimo, Campanile

      San Giovanni fu ricostruita nei secoli Xl-XII sulla base di altri edifici piu' antichi (vedi muro di fondazione verso Calmaggiore includente lapide e materiali romani), per secoli ha ospitato l'unico fonte battesimale cittadino. La chiesa, alterata nel tempo, e' state riportata in questo secolo alle originali linee romaniche. Costruita in rosso mattone, all'esterno la facciata, i fianchi e l'abside (visibile da Calmaggiore) sono percorsi con raffinato senso plastico da lesene raccordate con leggerezza da coppie di archetti poggianti al centro su mensoline scolpite. Ai lati del portale anteriore, che conserve gli originali Battenti lignei intagliati trecenteschi, sono infissi due Fregi lapidei romani a motivi vegetali (sec. Ill o IV d.C.). Sul fianco destro, verve la Cattedrale, nicchia con affreschi tardogotici (San Giovanni Battista, San Giacomo e Angeli) di pittore assai vicino a Gentile da Fabriano (141 5 ca.). L'interno, a semplice aula rettangolare, ha nel fondo piccolo presbiterio con abside, chiuso da Balaustre a colonnine marmoree e con vigorose teste di Santi (sec. XV). Ai lati del presbiterio sono due absidiole che recano interessanti affreschi duecenteschi: quella di destra una Madonna col Bambino e Santi, di deciso carattere romanico; quella di sinistra una Madonna con Bambino tra l'Arcangelo Gabriele e San Prosdocimo, opera dai lineamenti ancora bizantini, belle per colore ed elegante disegno. Al centro dell'aula e' il grande Fonte battesimale in marmo rosso.

      Dietro alla Chiesa di San Giovanni, fra questa e il campanile, e' la piccola facciata della Scuola del Santissimo, antica sede della omonima confraternita, con accanto la caratteristica scala. Fra le due finestre, al primo piano, vi sono le ormai evanescenti tracce di un Cristo risorto dipinto da Tiziano Vecellio nel 1517. Il Campanile, dal largo basamento, pare opera del sec. XIII, includente una piu' antica torre signorile della famiglia degli avogadori vescovili Tempesta. Rimasto interrotto ben prima del raggiungimento dell'altezza progettata, ha una cella campanaria rientrata "provvisoria". Sul fianco verso la cattedrale e' murata una Lapide romana del sec. I d.C. (copia" originale presso il Museo Diocesano) che" facendo riferimento ai Severi e alla loro opera di pavimentazione del Cardo" e' documento basilare della romanità trevigiana.