L’arte degli scacchi

in Gazzettino di Giarre n. 30, 5 agosto 2000, p. 8.

A Firenze si è chiusa recentemente la mostra "L’arte degli scacchi" allestita nella storica sede della Biblioteca Nazionale Centrale.

Rarissimi e preziosissimi manoscritti, incunaboli e libri testimoniano l’evoluzione e la storia del gioco dal XIII al XVIII secolo. Segnaliamo il Bonus Socius (XIII secolo); il De ludo scachorum di Jacopo da Cessole (1450 circa); l’unico manoscritto di Polerio conservato in Italia (XVI secolo); i manoscritti e i codici di Gioacchino Greco (XVII secolo); "Il gioco de gli scacchi" di Pietro Carrera (Militello, 1617) le opere di Ercole Del Rio e di Giambattista Lolli (XVIII).

Questa straordinaria mostra scacchistica grazie a previ accordi con la "Chess Collectors International" - l’associazione a livello mondiale che annovera bibliofili, studiosi di storia degli scacchi e soprattutto collezionisti di serie di scacchi e che quest’anno ha tenuto il suo IX congresso mondiale a Firenze- è stata completata con una esposizione di rare serie di scacchi, opere raffinatissime prodotte tra il XVIII e il XX secolo, in possesso dei collezionisti dell’associazione e provenienti da ogni parte del mondo: Italia, Francia, Germania, Austria, Inghilterra, Russia, Svizzera, Spagna, Portogallo, Turchia, Israele, Africa, India, Cina, Tuva, Bali, Birmania, Cambogia, Messico.

Certamente la serie "capostipite" è quella di Venafro, la più antica rinvenuta in Europa, un esempio di arte islamica databile al X secolo, ora al Museo archeologico di Napoli.

Sono state esposte anche due scacchiere in legno intarsiato realizzate dall’artista futurista Fortunato Depero (1892-1960) e un quadro "La partita a scacchi" di Giulio Campi (1545 circa).

Il lavoro indefesso di Alessandro Sanvito, il più illustre storico italiano degli scacchi, allievo di Adriano Chicco, ha permesso non solo la realizzazione della mostra ma anche la pubblicazione dello splendido catalogo "L’arte degli scacchi, curato personalmente dallo studioso ed edito dalle Edizioni Sylvestre Bonnard.

Antonia Ida Fontana, direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, soddisfatta della riuscita manifestazione, ha dichiarato che "codici manoscritti, incunaboli, edizioni rare e quadri si sono incontrati con le scacchiere e i pezzi. Preziosi volumi accanto a capolavori dell’artigianato e dell’arte. Le aule del nostro Istituto hanno accolto opere che illustrano un gioco, ma meglio una filosofia del pensiero e della riflessione, più che millenaria".

Foto: Tristano e Lancillotto giocano a scacchi nel castello della Dama del lago

Santo Spina

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