Gli scacchi a Catania alla fine dell’Ottocento

Nel 1879 il sig. Antonino Sciuti pubblicò a Catania (tipografia Eugenio Coco) un libello a soggetto scacchistico dal costo di 60 centesimi: Regole elementari del gioco degli scacchi e proposte di riforma per Antonino Sciuti. Il breve scritto constava di 28 pagine e trattava specificatamente tre argomenti: 1. "Del giuoco degli scacchi e della loro bellezza"; 2. "De gli scacchi e la loro decadenza nel secolo XIX"; 3. "Degli Scacchi; e un progetto per risorgere". L’ultimo capitolo dedicato alle regole del gioco presentava alla fine la "proposta di riforma" dell’autore.

L’opera veniva alla luce in un periodo in cui negli ambienti scacchistici d’Italia era al centro dell’attenzione la vexata quaestio delle regole del gioco, argomento spinoso che venne ampiamente dibattuto nel 1878 in occasione del secondo congresso di Livorno. In quella circostanza "il presidente del congresso, l’avv. G. Mimbelli, richiamò l’attenzione dei congressisti sull’isolamento conseguente al mantenimento delle regole "italiane", osservando che "noi siamo appestati rinchiusi in un lazzaretto" (Chicco-Rosino , Storia degli scacchi in Italia , Venezia 1990, pp. 239-240). Il congresso non prese alcuna decisione in merito e si limitò a invitare tutti gli scacchisti italiani a intervenire sulla questione.

Non è possibile stabilire allo stato attuale delle ricerche se l’opera stampata a Catania costituisse una cosciente risposta alle problematiche scaturite dal congresso livornese o se, in alternativa, fosse il risultato di una iniziativa autonoma.

Questo libro, casualmente venuto alla luce, faceva parte della biblioteca scacchistica del farmacista Gaetano Nicolosi di Linguaglossa (Linguaglossa 21.VII.1871-Linguaglossa 27.X.1945); costituisce l’unico esemplare di cui si conosca l’esistenza e dunque rappresenta una vera rarità bibliografica: l’opera non figura neanche nei repertori bibliografici dell’epoca, ad es. il Catalogo generale della Libreria Italiana, volume Materie, 1847-1899, Q-Z s.v. scacchi, Milano 1922, p. 197.

Tra le più antiche testimonianze dell’attività scacchistica catanese anteriore al 1894 ricordiamo le fotografie del barone Franco Auteri a soggetto scacchistico e la notizia che nella lista dei collaboratori de La Nuova Rivista degli Scacchi era menzionato il corrispondente catanese I. Cönthal, attivo tra il 1890 e il 1891.

Nel Rinascimento scacchistico siciliano di fine Ottocento Catania rappresentò il centro più vitale della parte orientale dell'isola.

Soltanto sul finire del 1895 venne fondato ufficialmente il Circolo Scacchistico Catanese. I numerosi appassionati dell'epoca, uomini tutti di un pezzo, di spessore culturale e legati a un codice d'onore allora fortemente sentito, appartenevano alla nobiltà e alla medio-alta borghesia (soprattutto le categorie trainanti erano quelle degli avvocati e dei commercianti).

Ricordiamo Pietro Aellig (banchiere e commerciante svizzero), l'avv. Giuseppe Alessi (presidente del Circolo Scacchistico Catanese), Angelo Ardizzone ("anima" della società scacchistica catanese, nel 1899 si firmava nelle rubriche scacchistiche del Sancio Panza e de La Tarantola con lo pseudonimo anagrammato "Galeno D’Azzoneri"), il barone Adamo Asmundo di Gisira (membro della Nobile Arciconfraternita dei Bianchi diede nell’agosto del 1934 l'estremo conforto spirituale all'ultimo condannato a morte per fucilazione a Catania, prima dell'abolizione della pena di morte per i reati comuni; autore di alcune commedie rappresentate al Collegio delle Verginelle, scrisse anche un romanzo intitolato "Eredi Pianella" di cui una copia con dedica autografa si conserva ai nostri giorni presso la Casa-Museo Verga), Michele Basile, l'avv. Vincenzo Bertone, Vespasiano Bettoni (Colonnello di Capitaneria di porto di origine veneziana, scrisse un’enciclopedia dal titolo "Archivio di cultura universale a sintesi esplosiva" in 30 volumi; la parte dedicata agli scacchi, inserita nell'undicesimo volume, era intitolata "Il gioco degli scacchi"), Vincenzo Borragine (studente in Giurisprudenza originario di Agira), Baldassarre Caflisch (il capostipite dei Caflisch ancora oggi attivamente presenti nell'economia catanese), Carlo Cannata, Giuseppe Cantelli, il prof. Vincenzo Crescimone di Niscemi (fu anche poeta e critico d'arte), l'avv. Rosario De Meo di Giarre, l'avv. Salvatore Distefano Noce (venne eletto sindaco di Catania dal 14 agosto 1920 al 30 novembre 1920), l'avv. Francesco Finocchiaro, lo storiografo Vincenzo Finocchiaro, Giuffré di Riposto, A. Leone, l'avv. Vincenzo Longo Blandini di Nicolosi, il farmacista Gaetano Nicolosi di Linguaglossa (il più forte giocatore della città "dotato di belle qualità e fornito di buoni studi"), l'avv. Gaetano Paola, Girolamo Reyna, Th. Rietmann (banchiere svizzero, contitolare della ditta di Aellig), il cav. Giovanni Rizzari, Ignazio Russo Rocca di Acireale, il dott. Giuseppe Sciuti, Edoardo Speciale Glover (commerciante), l'avv. Francesco Torresi (abile spadaccino, sostenne nel corso della sua vita diciannove duelli; si racconta che in un sfida ferì alla carotide Nino Martoglio), Francesco Ventri Nigrelli, Antonio Zeno (di origine veneziana era fratello dell'ing. Apostolo Zeno: tipo piuttosto eccentrico, fu autore di alcune commedie tra cui ricordiamo Il chiodo), Ignazio Zappalà di S. Giovanni la Punta, Domenico Wrzy (commerciante).

L'avv. Giuseppe Alessi fu invero la figura più rappresentativa dello scacchismo catanese di fine Ottocento. Presidente del sodalizio a partire dal 1896, diresse una rubrica scacchistica sul Corriere di Catania e successivamente sulla Sicilia letteraria. Apprese il gioco dal padre che, come si tramanda in famiglia, giocava a scacchi "per corrispondenza" con un avversario (il duca in persona?) che risiedeva presso la ducea di Nelson a Maniace. Infatti egli dalla torre Alessi, costruzione demolita negli anni ‘60 (1963?, 1964?), spediva e riceveva, tramite piccioni viaggiatori, messaggi con mosse in notazione arrotolati entro bussolotti.

La torre, su commissione di Salvatore Alessi, ricco proprietario terriero, fu realizzata probabilmente negli anni Ottanta dall'architetto milanese Carlo Sada. Essa sorgeva in un grande agrumeto che occupava una ampia area a nord - ovest del giardino Bellini, compresa tra il viale Regina Margherita e l'attuale via Cesare Beccaria. La costruzione non mancò di ispirare Vitaliano Brancati, che la descrisse efficacemente nel suo primo romanzo, Gli anni perduti.

Il sodalizio etneo, dopo lo svolgimento di un primo torneo a premi vinto da Domenico Wrzy, organizzò il suo primo concorso internazionale di problemi a cui parteciparono 45 concorrenti: si classificarono ai primi tre posti rispettivamente E. Pradignat (Francia), A. Reggio (Milano), J. Jespersen (Danimarca). L’11 gennaio del 1898 i circoli di Catania e di Palermo si unirono a quelli di Roma, Genova, Livorno, Napoli, Spezia, Torino, Treviso per costituire una federazione denominata Unione Scacchistica Italiana.

Il sodalizio scacchistico nel settembre del 1899 si trovava nella sede dcl Gabinetto di lettura "Ateneo Siculo" sito nella strada Stesicorea presso il Palazzo Vasta.

Tra i dilettanti illustri Vespasiano Bettoni menziona il poeta catanese Mario Rapisardi.

Nell'ambito della provincia la cittadina di Linguaglossa, per iniziativa di Gaetano Nicolosi e del presidente Giuseppe Scarlata Reganati, crebbe scacchisticamente registrando di fatto un considerevole gruppo di nuovi affiliati. Il sodalizio del piccolo centro si cimentò anche nel gioco per corrispondenza vincendo la sfida per corrispondenza (due partite con la scommessa di lire 30) contro la rappresentativa di Montalbano d'Elicona (ME).

A Belpasso nella 2ª metà dell’Ottocento si distinsero, quali assidui giocatori di scacchi, Carmelo e Barbarino Carbonaro, allora sindaco del centro etneo.

Agli inizi del 1897 si mise in evidenza il centro di Giarre. Infatti, per iniziativa dell'avv. Cosimo Cucinotta, nei locali di una birreria solevano riunirsi quotidianamente numerosi appassionati del gioco. Poco tempo dopo, si costituì nella cittadina, promotore l'infaticabile Alessi, una sezione del Circolo Scacchistico Catanese. Risultavano soci del sodalizio di Giarre: Santi Strano, Leonardo Scandurra, Giuseppe Rosi, Michele Gangemi, l’avv. Orazio Trombetta, l’avv. Rosario Di Mauro, Cosimo Cucinotta, Michele Barbagallo, l’avv. Vincenzo Musumeci, Sebastiano Susinna.

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