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Macchine Fotografiche

La macchina nella foto è una Zeiss Ikon Nettar 515/2 a soffietto che usa rulli di pellicola 120 per fornire un totale per ciascun rullo di 8 immagini 6x9. L'obiettivo è un Nettar Anastigmatico F/6,3 di 105 mm. Dall'aspetto esagonale della placca del meccanismo di scatto il suo anno di costruzione dovrebbe essere il 1933 o il 1934, poichè, successivamente, le placche del dispositivo di scatto furono realizzate rotonde. La foto rappresenta la macchina con il dispositivo esterno di autoscatto.

La macchina sopra rappresentata è una Comet II della Bencini Costruzioni Meccaniche Fotografiche (CMF) prodotta dal 1951. L'obiettivo dovrebbe essere un 55mm con apertura fissa f11. Per poter scattare le foto è necessario tirare in fuori l'obiettivo, e girarlo leggermente in senso orario. Gli unici comandi a disposizione sono la ghiera della messa a fuoco da 1 metro all'infinito e il selettore della posa Bulb, che si deve legermente sollevare. Lo scatto normale è di un cinquantesimo di secondo. Il formato della pellicola è il 127. Su un rullo 127 si possono impressionare 16 pose in formato 3x4. Per aprire la macchina è necessario spingere verso il basso la parte metallica di sinistra. Sul retro ci sono due finestrelle rotonde rosse e la finestrella di sinistra rende visibile il numero della posa che si sta scattando.

Questa macchina è una Zeiss Ikon Contina II (a soffietto) designata con il numero 524/24 nel catalogo ufficiale Zeiss. La prima apparizione della Contina II è del 1952 ed è rimasta in produzione fino al 1955. Usa pellicole 35 mm e l'obiettivo è un Tessar anastigmatico di 51° di apertura, con lente anteriore di messa a fuoco da 3 piedi all'infinito e luminosità massima 2,8. L'otturatore è un Synchro-Compur con le velocità di 1, 1/2, 1/5, 1/10, 1/25, 1/50, 1/100, 1/250, 1/500 di secondo e B. L'otturatore deve essere caricato prima dello scatto spostando una levetta installata sul corpo dell'otturatore. Accanto al mirino, nella parte alta della macchina, è situato un misuratore di distanza a coincidenza con base di 40mm, non accoppiato con l'obiettivo, che fornisce il dato per la messa a fuoco. Il flash a lampadina mostra il posizionamento del contatto di sincronismo.

Questa è una delle più rare macchine fotografiche sub-miniatura mai costruite, l'italiana SCAT, prodotta a Roma dalla Società Costruzioni Articoli Tecnici. L'obiettivo, di focale 20mm, è ad apertura fissa pari a 3,5 e messa a fuoco da 1,5 m all'infinito. Usa pellicole da 20 mm con un formato di 8x11mm. Gli anni di produzione sono all'incirca dal 1945 al 1950. Il bottone nella parte inferiore della macchina deve essere ruotato in un senso per far avanzare la pellicola e caricare l'otturatore e, poi, in senso opposto, per produrre lo scatto dell'otturatore.

Questa è una Leica IIIG che rappresenta la massima evoluzione delle Leica 35mm con attacco delle ottiche a vite e con telemetro a coincidenza accoppiato alla messa a fuoco. Essa è stata prodotta dal 1957 al 1961e, questa particolare camera, porta il numero di serie 849 240. L'obiettivo montato è un Elmar 50 mm con apertura f 2,8. Rispetto ai precedenti modelli presenta il mirino maggiorato, il synchro-flash, mentre i tempi lenti dell'otturatore a tendina partono da 1 secondo per raggiungere fino a 1/1000 di secondo nei tempi rapidi.

In questa foto la Leica IIIG monta sull'obiettivo Elmar una lente anteriore per macrofotografie ed un prisma davanti alle finestre del telemetro e del mirino per correggere la parallasse.

Ancora la Leica IIIG che, questa volta, monta un obiettivo fish-eye di costruzione russa, ossia il Russar MR-2, di apertura 5,6 e lunghezza focale 20mm ed un mirino sostitutivo.

L'Exakta Varex II b mostrata in foto è una delle ultime reflex 35mm della casa Ihagee di Dresda. Essa è stata prodotta nel 1963 ed è l'erede della della Kine Exakta, la prima reflex 35 mm della storia, costruita prima della guerra. L'appellativo Varex sta ad indicare la possibilità di intercambiare il mirino, che fino a quel momento era disponibile, come nella macchina sopra rappresentata, solo come pozzetto, con un mirino a pentaprisma. Le ottiche hanno un sistema di innesto a baionetta che ha costituito per un certo tempo un quasi standard utilizzato anche da macchine giapponesi. La macchina nell'immagine monta un obiettivo Jena Flektogon 2,8/35mm. L'otturatore a tendina oltre alle pose B e T può fare scatti da tempi lunghissimi (12 secondi) fino ad 1/1000 di secondo. La macchina possiede una taglierina per estrarre lo spezzone di pellicola già impressionato.

Questa è ancora la Exakta Varex II b che monta il mirino a pentaprisma in sostituzione del mirino a pozzetto. La sostituzione è semplicissima: basta far scorrere verso l'alto, fino ad estrarlo, il mirino da sostituire ed inserire l'altro spingendolo verso il basso nel vano che si viene così a formare. L'ottica montata sulla macchina è costituita da un moltiplicatore di focale EX AUTO TELEPLUS 2X, applicato sul corpo della macchina e da un teleobiettivo Quinar 135/200 mm, applicato, in successione sul moltiplicatore di focale. Il diaframma ad iride per la regolazione dell'apertura luminosa delle ottiche è montato tra le lenti delle ottiche stesse. Esso viene portato dall'apertura massima, che serve per inquadrare e mettere a fuoco l'immagine, all'apertura impostata per fare la foto da un pulsante solidale alle ottiche che, nella seconda parte della corsa preme il pulsante di scatto sul corpo macchina.

La Pentax ME Super, uscita nel 1980, è stata una delle fotocamere più avanzate in commercio munita, nel corpo macchina reflex 35mm più piccolo mai realizzato, di un eccellente otturatore elettronico e di un raffinato esposimetro. Essa può essere equipaggiata con le moltissime ottiche di uno dei sistemi fotografici più ampi del mondo, con una vasta gamma di ottiche normali per il primo equipaggiamento, tra le quali, come si può vedere nell'immagine, il 50 mm Pentax M 1.7, considerato da molti il miglior 50 mm giapponese del suo tempo. La macchina non ha l'impostazione dei tempi di posa poichè, una volta stabilito, con l'ausilio dell'esposimetro, l'apertura dell'obiettivo, il tempo di esposizione viene stabilito automaticamente. L'attacco delle ottiche è a baionetta e il cambiamento dell'apertura del diaframma, inserito tra le lenti delle ottiche, modifica la luminosità dell'immagine al momento della ripresa.

La Hawkeye, prodotta dal 1966 al 1971, è una delle fotocamere economiche Kodak studiate per rendere semplicissimo il loro utilizzo. In particolare l'utente, per eseguire una foto, deve solo far avanzare la pellicola con l'apposita leva, inquadrare il soggetto, purchè quasi fermo, ben illuminato e non troppo vicino e premere il pulsante di scatto. La Hawkeye infatti è dotata di ottica con apertura e fuoco fissi ed utilizza il sistema Instamatic per il caricamento della pellicola, Questo si basa sui rulli 126 che comprendono il magazzino di invio della pellicola da esporre, l'area di esposizione della pellicola ed il magazzino di ricevimento della pellicola esposta e quindi possono essere caricati, dopo aver aperto il dorso della macchina, semplicemente facendoli "cadere" nell'apposito alloggiamento e prelevati senza riavvolgerli. Gli attacchi sopra la camera sono per un flash a lampadina da selezionare per l'uso con il commutatore accanto all'obiettivo.

La Nikon TW Zoom, introdotta nel 1991, è una macchina 35 mm compatta con dispositivo di Auto Focus (AF) e con obietivo zoom 35~80mm f/3.5~f/7.8. Essa è quindi completamente automatica, sia nella messa a fuoco che nella determinazione dei tempi di esposizione. Ha incorporato un dispositivo di autoscatto e un flash elettronico che entra in funzione automaticamente alle basse luminosità (segnalazione nel mirino) o selezionandolo con un pulsante. Lo zoom può essere posizionato con continuità, oppure si può pre-selezionare un tipo di inquadratura (ritratto, panorama, ..). Avendo l'avanzamento della pellicola a motore permette anche l'esecuzione di sequenze di foto. Incorpora inoltre un orologio-calendario (Quartz Date), visibile posteriormente, la cui data può essere impressa sulle foto al momento dell'esposizione.

La Olympus 35 SP è stata costruita dal 1969 fino al 1976. Essa monta un obiettivo non intercambiabile di 35 mm con aperture da f/1.7 a f/22, con distanze di messa a fuoco da 0,85 m all'infinito. La macchina è dotata di un dispositivo di messa a fuoco a coincidenza. L'utilizzo della macchina può essere completamente automatico, nel qual caso essa determina sia l'apertura dell'obiettivo che i tempi di scatto. Se utilizzata in modalità manuale si può scegliere la posa B o i tempi che vanno da 1 secondo a 1/500 di secondo e, per quel che riguarda l'apertura dell'obiettivo, si ha un misuratore di luminosità, con indice visibile nel mirino, che ha la possibilità di fare una misura dell'immagine pesata sul centro o una misura spot. La macchina è dotata di autoscatto e del sistema "flashmatic" che, quando si usa il flash, imposta l'apertura dell'obiettivo in base alla distanza di messa a fuoco.

Diapositive stereoscopiche in bianco e nero su vetro della società "A. Lumiere & ses fils" dei primi del '900.

Evoluzione estrema delle fotocamere ultra-economiche: le macchine usa-e-getta. Quella in alto a sinistra è addirittura subacquea.

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