Itinerari Cilentani

a cura del Centro di Promozione Culturale per il Cilento


PREFAZIONE

Nel realizzare questa piccola guida turistica, lo scopo che ci ha spinto è stato quello di parlare del Cilento: non solo del Cilento costiero, visitato da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, toccato da un mare dagli incredibili colori, ma anche del Cilento interno, antico, fatto di paesetti arroccati, di montagne inesplorate, di boschi e torrenti suggestivi dove sopravvivono costumi e usi di tempi antichi, intessuti di leggende e miti.
Il nostro interesse si è focalizzato in particolare su tutta quell'area comprendente il Cilento cosiddetto storico, che va dal fiume Solofrone, presso Agropoli, al fiume Alento, prima di Ascea Marina: all'interno di questo territorio si propongono quattro itinerari che, partendo da Castellabate, condurranno il turista attraverso bellezze sia di tipo naturale-paesaggistico che storico-artistico. E' questa infatti una delle grandi preziosità del nostro Cilento: la simbiosi continua tra natura e cultura che offre - in ogni sua parte.
Ci auguriamo che la scoperta di questo territorio arricchisca l'animo e la cultura del turista; e se a qualcuno di voi dovesse capitare di essere invitato da un'anziana e sconosciuta signora a prendere un caffè, non rifiutate... Qui da noi l'ospitalità è ancora sacra!

CASTELLABATE

Punto di partenza dei nostri itinerari è S. Maria di Castellabate, frazione di Castellabate, insieme con S. Marco e Ogliastro Marina.
Castellabate, il paese antico, è ubicato sul colle S. Angelo (mt. 280) da cui è possibile ammirare un panorama incantevole costituito dal golfo sottostante compreso tra Punta Tresino (verso nord) e Punta Licosa (verso sud).
Il paese si presenta arroccato, fatto di viuzze e vicoli suggestivi che scorrono fra palazzi nobiliari e casette antiche. Interessante è il famoso Castello dell'Abate, iniziato a costruire nell'ottobre del 1123 per ordine di Costabile Gentilcore, IV Abate di Cava, originario di Tresino, per difendere la popolazione dalle incursioni dei Saraceni e dei Turchi. Fu presidio militare e centro feudale di ben 43 casali, fortificati da torri e serviti da 5 porti da cui si imbarcavano merci per essere scaricate in tutti i più importanti porti del Sud Italia. Denominato originariamente Castello dell'Angelo, alla morte del fondatore, prese il nome di Castello dell'Abate (da cui Castellabate).
Caratteristico il suo centro antico e di interessante richiamo artistico e storico la Chiesa parrocchiale detta S. Maria de Gulia (il termine "de Gulia", dal tardo medioevo, viene interpretato come "della sommità"). Il nucleo originario a tre navate di stile romanico risale al 1100; successivamente fu ampliato nel 1600 con la costruzione delle cupole e dell'abside. Sono state ritrovati degli affreschi di scuola giottesca, e una pavimentazione del battistero risalente al 1400. Le tele, ai lati dell'altare, raffiguranti San Lorenzo e San Nicola, sono di scuola napoletana del 1700; la pala sull'altare maggiore risale al 1474; il busto di San Costabile in rame è del 1662; il mosaico è della scuola fiorentina e raffigura il Santo, fanciullo e abate, in venerazione presso la Madonna.
Di bellissima fattura è anche il campanile romanico affianco alla chiesa e il Palazzo Perrotti risalente al 1740 (settecento napoletano) che ospitò Gioacchino Murat di passaggio per il paese nel 1811.

S. MARIA DI CASTELLABATE

Giù alla marina si stende S. Maria, famosa per il suo mare incontaminato e la bellezza del luogo, sede del primo parco marino italiano.
Da vedere la Chiesa madre, il lungomare Perrotti su cui si staglia l'imponente omonima Torre (sec. XIII), gli antichi palazzi nobiliari (Perrotti, Granito di Belmonte, Iaquinto), il vecchio borgo marinaro.
Molto caratteristico l'antico porticciolo denominato "Lu Traviersu" antistante la Chiesa madre, detto anche "Porticati" per i suoi caratteristici portici, nome poi trasformato in Porta delle Gatte. Affianco a quest'ultimo, da visitare l'Antiquarium, di recentissimo allestimento, che raccoglie diverse ancore e qualche anfora di epoca romana, raccolte dal locale Centro Subacqueo di raccordo con la Soprintendenza competente.
Suggestiva a S. Maria è la Festa Patronale della Madonna dell'Assunta del 15 Agosto, che vede la Madonna portata in processione per il paese, tutta coperta delle banconote che i fedeli offrono in segno di fede.
Da S. Maria attraverso la zona Lago si può visitare Punta Tresino, zona archeologica e naturale di bellezza rara (si ipotizza in questa zona un insediamento dell'antica popolazione greca dei Trezeni). Da vedere l'antica ma purtroppo molto diroccata Chiesa di San Giovanni risalente al 957 con annessi i resti del vecchio monastero.
Rarità naturalistica di Tresino è il famoso pino d'Aleppo, che solo qui riesce a riprodursi spontaneamente senza necessità di rimboschimento, date le particolari condizioni di equilibrio ambientale della zona.

S. MARCO

Da S. Maria, a 2 km verso sud si trova S. Marco, al cui bivio è ancora visibile una torre, detta appunto "Torretta"; questa faceva parte del complesso militare del Castello dell'Abate. Nel sec. XVII fu residenza marchesale con annessi depositi per prodotti agricoli.
S. Marco, dal tipico aspetto di borgo marinaro, è un centro abitato di recente sviluppo sorto prospiciente il porto greco-romano, di cui non restano che avanzi di mura in arenaria, coperte dalle acque. Interessante sapere che recenti scavi archeologici hanno portato alla luce varie antiche tombe di epoca imperiale (I sec d. C.) sul promontorio che domina il porto, ora purtroppo ricoperte. Caratteristica è la Festa Patronale di S. Marco Evangelista del 25 aprile, di antiche reminiscenze propiziatorie, che vede la statua del santo caricata su una grossa barca e portata in processione in mare, seguita da numerose imbarcazioni (per lo più adibite alla pesca) gremite di fedeli.

PUNTA LICOSA - OGLIASTRO MARINA

Da S. Marco, attraverso un meraviglioso sentiero pedonale in piena macchia mediterranea, detto "Vallone Alto", si può raggiungere Punta Licosa e l'isoletta omonima.
Questa piccolissima isola, unica isola del Cilento, ha eternato il suo nome alla sirena Leucosia che, secondo gli antichi, qui visse e qui venne sepolta. Aristotele, nel libro "Sulle cose mirabili", tramanda che su detta isola vi era un tempio dedicato alle Sirene e che intorno allo stesso era sorto un centro abitato, poi divorato dal fenomeno del bradisismo intorno al V secolo d. C. ; resti di mura antiche, visibili nel fondo marino prospiciente l'isola, accrediterebbero questa ipotesi.
L'isola e il mare che la contornano affascinano chi l'ammira e ne stimolano la fantasia: pare di sentire il canto melodioso della Sirena che tenta di ammaliare Ulisse e i suoi compagni nel loro avventuroso viaggio narrato da Omero.
Poco lontano dall'isolotto sorge Ogliastro Marina. Di questo piccolo paese si parla per la prima volta in un documento del 1113, ubicato intorno ad una torre chiamata "Castrum Licosii". Ebbe durissime ferite a causa della guerra del Vespro del 1282-1302: il casale fu quasi distrutto, e vi rimasero solo poche capanne abitate da pescatori. Di recente, grazie ad un grosso afflusso turistico attirato sul luogo dal clima mite e dolce e dal suo mare incontaminato, il paese sta avendo un solido sviluppo.
Interessante vedere la bellissima costa e la pineta con la sua naturalissima strada.

Costituisce una bellissima passeggiata in macchina giungere all'antica Velia tramite la strada costiera. Infatti, muovendosi da Ogliastro Marina lungo la strada provinciale litoranea (SS 267), si attraversano ambienti naturalistici di estremo interesse e bellezza come la pineta delle Ripe Rosse, caratterizzata dalla macchia mediterranea e dai pini di Aleppo, e alcuni centri costieri, tipici borghi marinari, come Agnone Cilento, Acciaroli, Pioppi, Casalvelino.
A poca distanza da quest'ultimo si trovano gli scavi di Velia, l'antica città, famosissima sede della Scuola Eleatica fondata dal filosofo Parmenide. Helea, così anticamente appellata, deve la fondazione ai Focei intorno al 530 a. C. Gli scavi sono visitabili tutti i giorni con ingresso libero, dalle ore 9 ad un'ora prima del tramonto.
Per informazioni più dettagliate su Velia rimandiamo alle varie pubblicazioni o guide turistiche che descrivono minuziosamente la storia e l'importanza di questa magnifica perla della Magna Grecia.

AGROPOLI

Agropoli vanta origini antichissime. Questa magnifica cittadina, secondo il suo significato, città fortezza, è ancora oggi a forma di roccaforte in una posizione invidiabile. Città ricca di storia, meta di molti turisti italiani e stranieri. Poco distante vi è la pittoresca baia di Trentova.
Interessante vedere la Torre dello Scoglio di S. Francesco, dove si racconta che S. Francesco, di ritorno dalla Terra Santa, abbia qui sostato e predicato ai pesci. Il miracolo è ricordato da una croce posta qui sullo scoglio.
Al centro antico vi si accede da una serie di caratteristiche gradinate che portano alla grande Porta e da lì, risalendo per vie e viuzze, si giunge al castello. Meta d'obbligo del centro antico sono: la Chiesa della Madonna di Costantinopoli (XVII sec.) e quella di SS. Pietro e Paolo (Alto Medioevo), il Castello bizantino a pianta triangolare che si erge sul promontorio, la sua cinta muraria. Altra importante attrattiva è la Torre di S. Marco.
Scendendo verso il porto vale la pena visitare l'Antiquarium, sito in via Pisacane. Custodisce numerose testimonianze della storia più antica di Agropoli ed è stato possibile realizzarlo mediante l'attività di recupero del "Gruppo Archeologico Agropoli", di concerto con la competente Soprintendenza. Vi sono varie sezioni da visitare, dalla preistoria all'eta greca, romana, lucana e alto medievale; interessanti i reperti di anfore e ancore recuperate a mare (età tra il VII e il IV sec. a. C.).
Caratteristiche sono le due feste:
24 luglio: Festa della Madonna di Costantinopoli, portata in processione a mare
29 luglio: Festa di SS. Pietro e Paolo, che si svolge nel centro antico. In serata hanno inizio "le grigliate" nelle piazzette, che continueranno per tutta l'estate.
Da Agropoli ci si muove verso Torchiara, caratteristico paesino posto su un'amena collina.

TORCHIARA

Paese con due frazioni: Copersito e Sant'Antuono. Vi si può comprare vino, olio e fichi secchi. Festa patronale il 6 agosto in onore di San Salvatore, e agli inizi di luglio quella di Santa Barbara.
Da visitare: le due chiese, il Palazzo de Conciliis e il borgo antico con le sue caratteristiche vie ed alcuni palazzi.
Da Torchiara è possibile raggiungere Rutino.

RUTINO

Anch'esso ubicato su un'altura. Vanta antiche origini: la prima notizia che abbiamo di questo casale risale al 1053, ma la tradizione lo vuole ancora più antico, ossia a quando furono traslate le reliquie di San Matteo a Capaccio (954). Si narra che dove fu poggiata l'urna sacra, scaturì una sorgente che ancora oggi disseta gli abitanti.
Il suo clima è asciutto e mite, e permette un'ottima produzione di vino, olio e salumi. Interessanti le sue sagre estive, che riscuotono larga partecipazione di pubblico.
La parte storica del paese è varia ed interessante: si possono ammirare la Chiesa di S. Michele ed alcuni antichi palazzi.
Caratteristica è la festa patronale dell'8 Maggio, che raggiunge il suo apice a mezzogiorno, con la sacra rappresentazione della lotta tra l'Angelo ed il Diavolo.

LUSTRA

Dal centro antico di Rutino si può raggiungere Lustra. Il paese è di origine longobarda. Importante la chiesa di S. Maria delle Grazie, con soffitto ligneo ed organo (XVII sec.); inoltre, è interessante ammirare il campanile della chiesa di S. Maria Vetere, del XII secolo.

ROCCA CILENTO

Nel nostro itinerario non poteva mancare Rocca Cilento, centro storico della civiltà del Cilento tra l'XI ed il XVI secolo. Il castello è il più antico della regione. La sua costruzione risale alla fine del IX secolo, e precisamente allorquando il Gastaldato longobardo della Lucania iniziò a frammentarsi in contee e signorie offerte in vassallaggio a persone della dinastia salernitana.
Nel corso dei secoli il castello ha subito notevoli rifacimenti: un primo probabilmente dopo la rivolta detta di Capaccio del 1245; altri mutamenti nel 1486, quando la baronia fu di nuovo confiscata da Antonello Sanseverino. Durante la rivoluzione del 1799 nel castello avvennero duri combattimenti tra le masse borboniche ed i giacobini del Cilento. Oggi, grazie agli ultimi restauri, lo rivediamo nel suo antico splendore.

LAUREANA CILENTO

Lasciata Rocca, ci muoviamo verso un altro caratteristico ed antico paese: Laureana Cilento. Comprende due frazioni: Matonti e S. Martino. Degni di ricordo sono i suoi uomini illustri, quali il medico Orazio Sanseverino, Ottavio Bambacaro ed il giurista Gian Cola del Mercato.
Importanti i suoi palazzi, come quello medioevale dei del Mercato, dei Cagnano, ed altri. Da visitare la Cappella dell'Annunziata del 1328, la Chiesa parrocchiale di S. Maria del Paradiso del 1520, la Chiesa ed il Convento di S. Michele Arcangelo del 1619, il Santuario dell'Acqua Santa a valle del centro abitato, il cui soffitto a cassettoni risale al 1600; nello stesso vi è un pozzetto dal quale si trae "l'acqua miracolosa": è in marmo e porta la data del 1652. Una tappa da non saltare è l'imponente convento di S. Francesco, fondato nel 1417.
Da Laureana, proseguendo per la strada del convento di S. Michele, si giunge a Matonti, frazionato in quattro casali. Interessante è il palazzo feudale, un tempo dei marchesi Ametrano, oggi della famiglia Materazzo; da vedere anche il palazzetto Bambacaro con torretta seicentesca. Di rilievo il palazzo che originariamente era della famiglia Di Sergio o De Serio. Qui ogni anno, ad agosto, si svolge l'importante sagra detta del "capicollo".

PERDIFUMO

Da Matonti si arriva agevolmente a Perdifumo, che ha varie frazioni: Camella, Mercato Cilento, Vatolla. Perdifumo è sorto intorno al secolo XI, presso il monastero di Sant'Arcangelo. Nei secoli successivi fu feudo della famiglia Capece e dei Filomarino. E' ubicato alla base della punta Carpinina (detta Antenna), dove ancora affiorano i ruderi di una fortificazione velina.
Fra le cose più importanti da visitare, l'antico convento di Santa Maria dei Martiri, i tre centri antichi, in particolare: S. Maria degli Angeli di Perdifumo, ove è possibile ammirare un artistico tabernacolo ligneo del secolo XVII; la chiesa di S. Nazario di Camella; il convento e la chiesa di S. Maria della Pietà, la chiesa madre della Madonna dell'Assunta (ambedue a Vatolla), sulla cui facciata sono murati due frammenti di sarcofaghi romani (III sec. d. C.).
Sempre a Vatolla da vedere il palazzo dei Vargas, celebre per avere ospitato il grande filosofo napoletano G. B. Vico, che qui scrisse la sua importante opera "La Scienza Nuova".
Caratteristica, a Perdifumo, la festa della Madonna del Rosario, festeggiata il primo martedì dopo la Pentecoste, con la processione che raggiunge il convento di S. Maria degli Angeli.
Alla fine di agosto, a Vatolla, si tiene la famosa sagra della trippa.

SESSA CILENTO

Da Mercato Cilento si arriva agevolmente a Sessa Cilento, che è capoluogo delle frazioni di S. Mango Cilento, S. Lucia, Casigliano e Valle Cilento. Sessa era nota per la fabbricazione di utensili di terracotta.
Importanti da vedere i centri antichi sia del capoluogo che delle frazioni, che sono quasi integri nel loro aspetto seicentesco.

OMIGNANO

Proseguendo il nostro itinerario giungiamo ad Omignano, antico casale che sorge alle falde del Monte della Stella (m. 1181). Notevole è l'incremento del turismo estivo per la vicinanza al mare di Casalvelino ed Ascea, nonché per le sue ottime ed abbondanti acque sorgive e per la freschezza dei suoi boschi.
La prima notizia del paese è in un documento del 1047: pare che in origine fosse un castello longobardo posto lì per controllare il territorio sottostante. Da visitare la parte antica del paese e la chiesa madre. Vale la pena l'ascesa al Monte della Stella, da cui si può ammirare un panorama di sogno.
Durante il periodo autunnale ed invernale, fra i boschi di castagno del Monte della Stella, si effettua la raccolta di prelibati funghi porcini, mentre durante il periodo primaverile si ha la germinazione di ampie distese di fragoline aromatiche. A cicli annui viene effettuato il disboscamento del fitto bosco di castagni, con taglio di numerose piante il cui legno è utilizzato da un'attiva produzione locale.

VALLO DELLA LUCANIA

Antica cittadina posta ai piedi del Monte Gelbison (o Monte Sacro). Si può ammirare la chiesa di S. Maria delle Grazie, che conserva un famoso polittico di Andrea da Salerno del 1530, e la preziosa tela della Madonna col Bambino e S. Francesco da Paola di Girolamo Santacroce del 1515.
Da visitare: la Cattedrale della diocesi del secolo XVIII, che conserva le spoglie di S. Pantaleo, a cui la chiesa è intitolata, ed il Museo diocesano. Quest'ultimo, sorto con lo scopo di tutelare e far conoscere le opere di arte sacra della diocesi di Vallo, occupa un piano del grande edificio del Seminario. Il materiale esposto privilegia particolarmente la pittura a partire dal sec. XV. Molto interessanti sono i pezzi delle cosiddette "arti minori", fra cui spiccano il Calice di S. Silvestro, firmato da Guidino di Guido, ed il cofanetto nuziale del sec. XV; fra le sculture la statua in legno di S. Filadelfio del sec. XIII. Il settecento è poi testimoniato da numerosi manufatti di oreficeria napoletana.
A Pattano, frazione di Vallo, sono da vedere i celebri ruderi del Cenobio dei monaci basiliano, detto di S. Maria di Pattano del sec. IX, e la Cappella di S. Filadelfio con affreschi bizantini.

NOVI VELIA

Si trova a pochi km da Vallo. Sono da vedere: le Porte greche del IV sec. a. C., rievocanti il tempo quando Novi era roccaforte di Velia; la chiesa di S. Maria dei greci del sec. VI d. C. ; la chiesa di S. Maria dei longobardi del sec. X, di stile romanico. Importanti anche i robusti ruderi della Torre medioevale e del castello del sec. XIII.
Sul Monte Gelbison (m. 1707) domina imponente il Santuario della Madonna del Sacro Monte, di origine basiliana (VIII sec.) interamente ristrutturato nel secolo scorso: meta di migliaia di pellegrini provenienti da ogni dove, resta aperto dall'ultima domenica di maggio all'ultima di ottobre. Qui si ha la possibilità di assistere, durante i pellegrinaggi, a riti ed atti di devozione religiosa di antica origine.

CANNALONGA

Muovendosi da Angellara, a pochi km da Vallo vi è Cannalonga. Da vedere l'antico palazzo ducale (sec. XVI), il palazzo dei Torrusio sec. XII), la chiesa dell'Assunta (sec. XVI).

MOIO DELLA CIVITELLA

Da Cannalonga, seguendo la stessa strada, giungiamo a Moio della Civitella, che forma, con la frazione Pellare, un unico tessuto urbano, situato a Sud Ovest del Monte Civitella, dove sorge la Cappella omonima (sec. XVIII).
La località anticamente fu sede di una città greco-lucana. In questa zona si possono ammirare i ruderi detti appunto "della Civitella" del V sec. a. C. Molto probabilmente Moio della Civitella era un'antica fortezza che dipendeva da Velia.
Nel centro abitato, in frazione Pellare, sosta obbligata del turista è la visita dell'interessantissimo Museo della Civiltà contadina, che ha sede nell'edificio delle Scuole elementari. Esso conserva reperti della cultura rurale del Cilento: attrezzi per la vinificazione, tessitura, lavorazione della terra. Vi sono, inoltre, testimonianze dei moti del Cilento del 1828 e del 1848.

 GIOI CILENTO

Da Moio è possibile raggiungere agevolmente i paesi dell'interno che si affacciano sulla valle del fiume Alento; ciascuno sorge su una collina.
Gioi occupa uno dei colli più alti. E' ricco di memorie storiche che testimoniano la sua passata grandezza. Gli anziani ancora raccontano che qui sorgeva una fortezza greca e che gli abitanti vivevano dell'intensa attività artigianale (fabbrica di tegole di terracotta, concia delle pelli, industria della cera) e dei proventi dell'allevamento. Queste stesse attività continuarono a fiorire anche nel medioevo, quando Gioi fece parte della Baronia di Novi Velia, ed ebbero i loro massimo sviluppo tra il XV ed il XVII sec. per la grande fiera che vi si teneva, alla quale giungevano mercanti anche dall'Oriente, specie ebrei ed arabi. Verso la fine del Settecento i diritti della fiera furono venduti a Stio e comincia per Gioi la lenta ed inesorabile decadenza economica.
Testimoni della sua storia restano oggi i ruderi del castello, che occupano la parte più alta del paese. Ancora si può seguire parte della cinta muraria nella quale si notano alcune torri ed un'artistica porta detta Porta dei Leoni. Due meravigliose chiese, Sant'Eustachio e San Nicola, ricche di opere d'arte, rappresentano il vanto della fede dei cittadini.
Infine, ai piedi del paese, il Convento di S. Francesco, fondato nel 1466, ed oggi in parte restaurato. Vi si ammira il chiostro originario e la bellissima anche se piccola chiesa. Esso è sede della rinomata sagra dei Fusilli, che ogni anno, tra il 10 ed il 17 agosto, rappresenta una tappa obbligata per i buongustai; si servono fusilli (piatto tipico cilentano, fatto con farina integrale e condito con salsa di castrato); il vino locale, salumi e dolci paesani completano la cena.

 PIANO-VETRALE

A qualche km da Gioi si possono raggiungere due minuscoli villaggi: Piano e Vetrale, assurti di recente a notorietà nazionale per la bellissima e coraggiosa iniziativa della Pro Loco: i Murales, che coprono le pareti esterne delle abitazioni e degli edifici pubblici.
Questa iniziativa fu ideata per commemorare il noto pittore, nativo di Piano, Paolo de Matteis detto Paoluccio della Madonnina (1662-1728), le cui opere sono vanto di musei anche all'estero. I murales rappresentano un modo originalissimo di come sia possibile valorizzare i paesi e di come si possa attuare ancora oggi il senso dell'ospitalità: i proprietari delle case che desiderano far affrescare un muro dell'abitazione, ospitano un pittore per tutto il periodo della manifestazione.
Due "Scuole" vi hanno partecipato: l'una siciliana e l'altra campana; non sono mancati anche pittori stranieri. Il risultato parla da solo: i due paesini appaiono più vivi e sembra che quelle pitture si inseriscano a meraviglia nell'ambiente che è rimasto intatto nella sobrietà e rusticità dell'architettura, che in gran parte è quella originale del XVII secolo.
A Piano ed a Vetrale, dunque, va gustato il nuovo "ambiente" che così si è creato, e che concorre ad arricchire la suggestione di una visita a questi due tipici paesi della collina cilentana. Non deve sfuggire una visita alle due chiese di Santa Sofia e di Sant'Elia, che rappresentano due magnifici esempi di architettura sacra rurale.

 STIO

Da Stio, paese poco distante da Gioi, è possibile effettuare con la guida del gruppo ecologico del luogo, due bellissime escursioni a piedi: una che porta alla cima del Monte Cervati (m. 1700) ed un'altra lungo il corso del fiume Calore, con la visita di vecchi mulini ad acqua attraverso suggestivi e bellissimi scorci di natura incontaminata.


(Tratto da:
AA.VV., Castellabate e il Cilento antico. Proposte di itinerari turistico-culturali , Acciaroli, Centro di Promozione Culturale per il Cilento,1990)



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