Mike Leigh
Ragazze
(<<Career Girls>>, 1997)

Il cast: Regia: Mike Leigh . Origine: Gran Bretagna.

Gli interpreti: Katrin Cartlidge, Lynda Steadmen, Kate Byers, Mark Benton.

La trama: Hannah ospita per il week-end nella sua linda abitazione londinese Annie, che non vede da sei anni; e, superato un certo impaccio iniziale, nelle due giovani donne riaffiorano i ricordi di quando, studentesse universitarie, avevano condiviso lo stesso disordinato appartamento in un clima esistenziale oscillante fra depressione ed euforia, com’è tipico dell’età. Di flash-back in flash-back, assistiamo al primo incontro fra la spigolosa Hannah e la timida Annie, deturpata da un eczema allergico di chiara origine psico-somatica ; e poi, sullo sfondo disagiato dell’Inghilterra thatcheriana e sul motivo alternativo delle musiche dei Cure, vediamo nascere un rapporto solidale che entra in crisi solo quando Annie si innamora dell’inaffidabile ragazzo di Hannah, che fa il filo ad entrambe. Riconoscendo in un agente immobiliare imborghesito il Casanova di allora, le due riaprono la vecchia ferita; tuttavia il cemento della giovinezza trascorsa insieme si rivela più forte, determinando un nostalgico pellegrinaggio sentimentale, foriero della patetica scoperta che un antico corteggiatore di Annie, grasso e sensibile, è precipitato nella demenza.

Il regista: Mike Leigh è un tipo di cineasta integro, insomma, un vero autore; il successo americano del bellissimo Segreti e bugie, nominato a cinque Oscar dopo aver vinto la Palma d’Oro a Cannes, non lo ha certo indotto a omologarsi al modello hollywoodiano imperante. Presentato al Festival di Locarno, Ragazze è un film alla maniera europea, personale, intimista, frammentario nel rispecchiare per stralci e stati d’animo l’immagine di un’intensa amicizia femminile.

Riflessioni:
Secondo un suo collaudato modo, Leigh ha scritto la sceneggiatura in collaborazione con le attrici protagoniste: la straordinaria Katrin Cartlidge che si ritaglia un personaggio ribelle e aggressivo e l’inedita Lynda Steadman che le si contrappone arpeggiando sui toni della fragilità e dell’insicurezza. Fra un passato pieno di lacerazioni e un presente di ricomposto, apparente equilibrio, si delineano così due personalità diverse e complementari, vulnerate dall’assenza di un padre e afflitte da una figura materna troppo importante. Non c’è quasi altro, ma si sa quant’è ispirato Leigh nell’intrecciare con naturalezza dialoghi e situazioni che lasciano il retrogusto dolce- amaro della vita.





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