Radu Mihaileanu
Train de vie - Un Treno per vivere
(<>, 1998)
Il cast:Regia: Radu Mihaileanu, Sceneggiatura: Radu Mihaileanu. Direttore della fotografia: Yorgos Arvanitis Scenografia: Cristi Niculescu Costumi: Viorica Petrovici.. Musiche: Goran Brengovic Produzione: Frederique Dumas. Distribuzione: Academy. Origine: Francia. Durata: 101'

Gli interpreti:Gli interpreti: Lionel Abelanski (Schlomo), Rufus (Mordechai), Agathe de la Fontaine (Ester), Clement Harari (Il Rabbino), Bruno Abraham-Kremer (Yankele).

La trama: La trama: 1941: per prevenire l'olocausto nazista, gli ebrei di un villaggio dell'Europa dell'Est seguono i consigli del matto Schlomo (Abelanski) e organizzano un finto treno di deportati per fuggire, attraverso la Russia, in Israele. Detto fatto. Il convoglio parte e gli abitanti si distribuiscono i ruoli dei nazisti e dei deportati. Il problema è convincere alcuni compaesani a recitare la parte dei nazisti: come il sarto Mordecha (Rufus), che rischia di perdere la propria identità tra virtuosismi, gaffe e pericoli di immedesimazione.

Il Regista: Ebreo rumeno, francese di adozione, prima di lasciare il suo paese, nel 1980, ha diretto una compagnia teatrale per la quale è stato anche attore e drammaturgo. In Francia ha studiato cinema all'IDHEC e dall'84 ha fatto da assistente ad alcuni registi, tra cui Marco Ferreri e Nicole Garcia ("Un week- end su due ruote"). Ha all'attivo 7 cortometraggi, varie collaborazioni alla sceneggiatura e un lungometraggio, " Betrayed" (1993), insignito di vari premi.

Le Note: Ispirato ad una vicenda realmente accaduta, che il regista ha sentito da uno storico suo amico, "Train de vie" può contare su una colonna sonora di Goran Bregovic, musicista di vari film di Kusturica, che qui approfondisce la musica klezmer ( degli ebrei dell'Europa dell'Est)

Riflessioni: Le riflessioni: A Venezia è stato accolto soprattutto con curiosità, visto che è stata presentata come "l'altra" commedia sulla Shoah, da contrapporre a " La vita è bella". In realtà l'opera seconda del romeno Radu Mihaileanu è più una farsa, con omaggi espliciti al maestro Ernst Lubitsch, che una commedia e soprattutto assai più del film di Benigni, risente della cultura yiddish, in cui è cresciuto lo stesso regista, che dal '78 all'80 ha recitato al Teatro Yiddish di Bucarest. Profondamente yiddish è, d'altra parte, anche il protagonista, il matto del villaggio Schlomo. Al tono beffardo, il film- che ha scene esilaranti, come quella dell'incontro con un altro treno "finto" inventato da un gruppo di zingari- è stato definito dal regista (cita fra gli ispiratori Kafka): "un'opera sulla follia in cui naviga il mondo".






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