IL CINECIRCOLO SANTA CHIARA
e

LA RAGAZZA SUL PONTE (La fille sur le pont)  
Genere:Metafora
Regia: Patrice Leconte
Interpreti: Daniel Auteil (Gabor), Vanessa Paradis (Adele), Isabelle Petit-Jacque (la sposa), Frédéric Pfluger (il contorsionista), Demetre Georgalas (Takis), Mireille Mossé (miss Memory), Jacques Vertain (il clown), Catherine Lascault (Irene).
Nazionalità:Francia
Distribuzione: Key Films
Anno di uscita: 1999
Orig.: Francia (1998)
Sogg. e scenegg.: Serge Frydman
Fotogr.(Scope/b&n): Jean
Marie Dreujon
Mus.: brani di musica leggera
Montagg.: Joelle Hache
Dur.: 88'
Produz.: Films Christian Fechner, UGCF, France 2 Cinema.


Giudizio:

Accettabile-riserve/problematico

Tematiche:

Libertà; Matrimonio - coppia; Metafore del nostro tempo; Solidarietà-Amore;  


Soggetto:

 

Nel raccontare ad un'assistente sociale la propria ancora giovane vita, Adele afferma con convinzione di essere stata sempre molto sfortunata, anche nel non riuscire a dire di no agli uomini che incontrava ogni giorno. Quando, durante la notte, decide di buttarsi da un ponte, arriva un uomo che cerca di dissuaderla e poi la tira fuori dall'acqua fredda. Si chiama Gabor, fa il lanciatore di coltelli e convince Adele a seguirlo in una tournée in località del sud della Francia. Dopo qualche contrattempo, gli spettacoli, grazie alla bellezza della ragazza e all'abilità dell'uomo, riscuotono notevole successo. Gabor deve tuttavia tenere a bada l'esuberanza di lei, che prosegue nei suoi incontri rapidi e occasionali. Imbarcati per un ingaggio su una nave-crociera, Adele conosce un greco in viaggio di nozze e accetta di fuggire con lui. Gabor allora fa lavorare la moglie abbandonata, che però una sera rimane ferita alla gamba. Gabor rimane solo e senza lavoro. Ad Istambul si adatta a fare l'uomo-sandwich. Ma non ha casa, non ha soldi e decide di buttarsi in mare. Allora arriva Adele a salvarlo. I due si abbracciano.


Valutazione
Pastorale:

 

E' la storia di due solitudini che si incontrano, si ignorano, si separano per poi ritrovarsi come obbedendo ad un destino più forte e non rinviabile. Avvolta in un 'bianco&nero' di bello smalto formale che crea di continuo una lucentezza opaca e inquieta, strutturata come un 'road-movie' attraverso varie località come tappe di un sofferto avvicinamento reciproco, la vicenda ha un convincente taglio metaforico. Gli impacci affettivi, le sprovvedutezze sentimentali, il dolore trattenuto corrono lungo un dialogo asciutto ed essenziale, lungo variazioni caratteriali e emotive impercettibili. Cronaca dolente sull'incontro che salva due anime alla deriva, il film restituisce le atmosfere anni '50 con aderenza e senza mai cadere nell'estetizzante. Dal punto di vista pastorale, l'appello alla speranza di fronte alla precarietà del vivere rende il film positivo, accettabile quindi e problematico, con qualche riserva per una possibile non immediata chiarezza della soluzione finale.


Utilizzazione:

 

il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in occasioni mirate, come proposta di un cinema europeo di qualità formali e di contenuti.


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