IL CINECIRCOLO SANTA CHIARA
e

PANE E TULIPANI ()  
Genere:Commedia
Regia: Silvio Soldini
Interpreti: Licia Maglietta (Rosalba), Bruno Ganz (Fernando), Giuseppe Battiston (Costantino), Marina Massironi (Grazia), Antonio Catania (Mimmo), Felice Andreasi (Fermo), Tatiana Lepore (Adele).
Nazionalità:Italia
Distribuzione: Istituto Luce
Anno di uscita: 2000
Orig.: Italia (1999)
Sogg. e scenegg.: Doriana Leondeff, Silvio Soldini
Fotogr.(Panoramica/a colori): Luca Bigazzi
Mus.: Giovanni Venosta
Montagg.: Carlotta Cristiani
Dur.: 115'
Produz.: Istituto Luce; RAI
Radiotelevisione italiana; Monogatari.


Giudizio:

Discutibile/ambiguo***

Tematiche:

Amicizia; Donna; Libertà; Matrimonio - coppia; Solidarietà-Amore;  


Soggetto:

 

Durante una gita turistica in pullman, Rosalba, casalinga di Pescara, viene dimenticata in un autogrill. Un po' offesa, invece di aspettare che marito e figli vengano a riprenderla, decide di tonare da sola a casa. Si trova però su un auto diretta a Venezia, dove lei arriva per la prima volta e sente di voler rimanere. Mimmo, il marito, non sa come comportarsi, finché scopre che Costantino, un suo dipendente, è un appassionato di libri gialli e allora lo spedisce a Venezia con il compito di ritrovare la moglie. Rosalba intanto ha trovato lavoro nel negozio di fiori di Eliseo, un anziano anarchico, e vive a casa di Fernando, uno strano signore di origini islandesi che fa il cameriere ed é un cultore dell' Orlando Furioso e della poesia in genere. Rosalba stringe inoltre amicizia con Grazia, vicina di casa, estetista e massaggiatrice, poi, sollecitata da Fernando, riprende anche a suonare la fisarmonica. Dopo varie peripezie Costantino riesce a trovarla ma nel frattempo ha conosciuto Grazia e i due si innamorano. Per Rosalba però la vacanza sembra ormai finita. Torna a casa alla vita di tutti i giorni con i problemi casalinghi e familiari. Un giorno a Pescara arriva Fernando che le fa una dichiarazione d'amore. Lei dice che ha marito e figli. Insieme vanno a ballare in una balera. Alla fine Rosalba gli dice: "Se ci dessimo del tu?". E si scambiano un rapido bacio.


Valutazione
Pastorale:

 

Giunto al suo quarto lungometraggio (dopo "L'aria serena dell'Ovest", "Un'anima divisa in due", "Le acrobate"), Silvio Soldini conserva lucida e intatta una particolare propensione per l'analisi introspettiva e intimista della confusa Italia contemporanea. Bello e amaro, insieme dolente e ironico, insolito nello spunto narrativo, suggestivo nel rincorrersi delle ambientazioni, il film ha il taglio di un mosaico che si ricompone sotto il segno dell'amore. Raccontato come una fiaba, senza badare ad una eccessiva coerenza realistica ma invece scavando nel disagio dello scontro tra sentimenti espressi e non esprimibili, il racconto é ricco di suggerimenti e suggestioni. Mentre si osservano con attenzione i pericoli che minano l'unità della famiglia, dall'altro lato l'occhio del regista cade sulla poesia, la musica, i fiori come luoghi e occasioni per superare le nevrosi quotidiane. Si parlava di fiaba prima, perché tutto potrebbe essere visto come un sogno della protagonista, una voglia di fuga dalla noia della vita di provincia. L'interrogativo se ci sia un giudizio morale nei confronti del matrimonio e del ruolo di madre può essere superato nell'ottica di una lettura del film che mette in primo piano l'amicizia e il sentimento come valori fondanti di riscoperta di se stessi e degli altri quando sembrano prevalere sconforto e disillusione. Forse rimane qualche dubbio, ma la delicatezza e la sensibilità dello svolgimento danno comunque sostanza e interesse al film. Dal punto di vista pastorale, lo si può valutare come discutibile, e ambiguo soprattutto nella parte finale.


Utilizzazione:

 

il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in altre circostanze come proposta di film italiano ben fatto, ben girato, tematicamente ricco e visivamente coinvolgente.


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