Lo
sguardo corre verso l'orologio in alto sulla parete
dell'ufficio. Sono le 17. Anche per oggi é il momento di andare
via. Ma non é un giorno qualunque, é l'ultimo. Warren Schmidt,
funzionario in una compagnia d'assicurazioni, é in pensione,
domani non dovrà più tornare a sedersi sulla sua scrivania. La
moglie lo aspetta a casa. Dopo 42 anni di matrimonio il dialogo
tra loro é cordiale ma ridotto al minimo. Mentre cerca di
adattarsi ai nuovi ritmi, Warren una sera torna a casa e vede la
moglie riversa sul pavimento ormai priva di vita in seguito ad
un improvviso attacco. Il decesso, accompagnato alla scoperta di
una relazione da lei avuta con un amico di famiglia chissà
quanti anni prima, fa scattare in lui una improvvisa molla
reattiva. Sale sul camper acquistato senza un preciso motivo
anni prima, e da Omaha decide di andare nella città dove
risiede Jeannie, l'unica figlia, in procinto di sposarsi con un
venditore di materassi ad acqua. Jeannie a dire il vero non lo
accoglie bene, né lui vede di buon occhio quel futuro marito
che ritiene di modeste qualità. Accolto in casa dalla
esuberante mamma di lui, Roberta, separata dal padre Larry,
comunque presente in questa occasione, Warren fa un ultimo,
inutile tentativo per dissuadere la figlia. Jeannie non cambia
idea, il matrimonio viene celebrato, al pranzo Warren fa un
sofferto discorso di auguri, paga il viaggio di nozze e poi
torna a casa. Qui trova e legge la lettera inviatagli dal
bambino africano che, subito dopo la pensione, aveva cominciato
ad adottare a distanza. Insieme alla lettera c'é un disegno
raffigurante due pupazzetti che si tengono per mano.
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