IL CINECIRCOLO SANTA CHIARA
BEST (Best) | |
Genere:Biografico . |
Nazionalità:Gran
Bretagna Distribuzione: Fandango Anno di uscita: 2002 Orig.: Gran Bretagna (2000) Sogg. e scenegg.: Mary McGuckian, John Lynch Fotogr.(Normale/a colori): Witold Stok Mus.: Mark Stevens . Montagg.: Kant Pan Dur.: 102' Produz.: Mary McGuckian. |
Giudizio: |
Accettabile/superficialità |
Tematiche: |
Alcolismo; Sport; |
Trama | Il film narra le vicende della vita di George Best, ex giocatore del Manchester United, vera e propria leggenda del calcio inglese. La scoperta del suo talento su un anonimo campo della periferia di Belfast da parte di Bob Bishop, la rapida ascesa alla gloria internazionale con la casacca dei mitici 'Red Devils', il premio come calciatore dell'anno nel 1968 e gli anni del declino, accompagnato sempre di più dal massiccio ricorso all'alcol. | |
Critica | "Best,
cioè 'Il migliore'. Ma anche George Best, geniale ala del Manchester
United fine '60, inizio '70. 'Il miglior giocatore del mondo' secondo
Pelè. Un ribelle autolesionista per la regista Mary McGuckian e suo
marito, l'attore John Lynch (era il fidanzato della Paltrow in
'Sliding Doors'), che impersona con rara fiacchezza il fantasista
irlandese. C'è infatti una differenza pazzesca tra il vero Best,
tutto sesso, droga e rock 'n' roll, e quello triste e noioso del film.
Una demistificazione, allora? Forse, ma non si capisce". (Fabio
Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 maggio 2002) "Anche con un budget ridotto, sulla vita di George Best, calciatore del Manchester United, soprannominato El Beatle dopo che la sua squadra soffiò la coppa Europa nel 1968 al Benfica, considerato uno dei cinque migliori calciatori del mondo, si sarebbe potuto fare un film pieno di ritmo, di spunti, di segni del tempo. Il tempo di Best erano infatti gli anni '60 e '70 britannici, di Londra al centro della mappa delle mode, della musica, persino del cinema. Anni di accelerazioni e sperimentazioni, di apparente eterna giovinezza, che Best rappresentò bene con il suo successo, il suo taglio alla Beatle, la sua passione per ragazze, party e alcol. Infatti, il film di MaryMcGuckian parte bene, con leggerezza, imitando un po' Lester, un po' le news. Poi però si appiattisce in un moralismo troppo semplice e ridondante e lascia che a fare il ritmo sia la colonna musicale d'epoca, che è la cosa migliore del film. Ma non basta". (Emanuela Martini, 'Film Tv', 14 maggio 2002) |