Un
piccolo centro, la crisi del settore minerario, i licenziamenti, gli scioperi, il governo
Tatcher: lo scenario dell'Inghilterra primi anni '8O è ben delineato, e non rappresenta
una novità (basta pensare a "Full monthy", o a "Grazie signora
Tatcher"). Una parte di cinema inglese trova in quel periodo gli elementi giusti per
fare critica sociale, politica, ironia, sentimentalismo. I riferimenti risultano ancora
una volta indovinati. Di impronta molto realistica negli ambienti e nelle atmosfere, il
racconto acquista poi anche i toni morali di un conflitto sulle scelte e sulla passione:
quest'ultima per l'adolescente, che avverte uno slancio difficile da reprimere ma vorrebbe
anche rispettare il genitore, le altre che invece incombono nella mente del padre, che a
poco a poco deve sostituire il primo impulso di rigetto con un atteggiamento di
comprensione e di vicinanza. Se in alcuni passaggi il film indulge a qualche facile
commozione ed è un po' lacrimoso, resta però intatta la ricchezza dei temi che tocca:
l'adolescenza, la famiglia, il lavoro, il ruolo dell'insegnante, dell'amicizia. Tutto
detto in maniera esplicita e soprattutto con autenticità di dialoghi e facce che filtrano
la durezza e la fatica della vita quotidiana. Parlando di ieri, ma risultando valido anche
per l'oggi. Dal punto di vista pastorale, il film, di gran valore espressivo e tematico,
é da valutare come raccomandabile, problematico e da riservare a dibattiti. |