BOWLING
A COLUMBINE (Bowling a columbine) |
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Genere:Drammatico
Regia: Michael Moore
Interpreti: I protagonisti degli
episodi di cronaca che il film prende in esame.
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Nazionalità:Stati
Uniti
Distribuzione: Mikado Film
Anno di uscita: 2002
Orig.: Stati Uniti (2002)
Sogg. e scenegg.: Michael Moore
Fotogr.: non indicata
Mus.: Jeff Gibbs
Montagg.: Kurt Engfehr
Dur.: 123'
Produz.: Michael Moore, Kathleen Glynn, Jim
Czarnecki, Charles Bishop, Michael Donovan.
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Accettabile/problematico/dibattiti
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Politica-Società;
Potere; Violenza; |
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Il
20 aprile 1999 dodici studenti ed un insegnante del
liceo di Columbine a Littleton (Colorado) vennero ucciso
a colpi di arma da fuoco da parte di alcuni giovani
entrati all'improvviso nell'edificio. Da questo episodio
Michael Moore, mostrandosi in prima persona come
conduttore e commentatore, accompagna le immagini del
documentario. Ecco le registrazioni delle telecamere a
circuito chiuso situate all'interno della mensa la
mattina del massacro, le statistiche sul possesso delle
armi, le interviste a vari cittadini: uomini e donne per
i quali é normale e lecito armarsi, cittadini che
dormono con una 44 Magnum sotto il cuscino, un ragazzo
che fabbrica napalm, l'attività di gruppi paramilitari.
Alla ricerca di testimonianze e motivazioni, Moore
lascia il Colorado e il Michigan, e allarga la propria
prospettiva: il punto di vista sulla storia americana
rivisitata a cartoni animata dall'arrivo dei Padri
Pellegrini con l'eliminazione dei Nativi fino agli
interventi militari americani degli ultimi 50 anni. Si
prosegue poi con la ricostruzione di episodi di violenza
domestica, con lo scandalo della fabbrica di armi Enron,
con un'intervista a Charlton Heston, presidente della
National Rifle Association. Moore fa poi anche una
visita in Canada, nella zona dell'Ontario, per
riscontrare le differenze di vita appena oltre confine.
Ricorda infine che dopo l'11 settembre 2001 la vendita
delle armi negli Stati Uniti è cresciuta del 70%.
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Dal
racconto dei materiali che il documentario ha assemblato
é possibile individuare le motivazioni del lavoro
realizzato da Michael Moore, cineasta americano lucido e
incisivo, già autore nel 1989 del noto "Roger
& Me" sui licenziamenti alla General Motors.
Moore parte dunque dalla constatazione della assoluta
"normalità" che regna nel rapporto tra gli
americani e le armi: é 'normale' possederle, é
'normale' usarle. Collocando questa 'normalità' su un
piano storico a più ampio raggio (non è nata oggi, ma
in anni ben lontani), Moore sarebbe portato a
considerazioni amare sull'impossibilità di un
cambiamento. Con saggezza invece il documentario non si
lascia andare a facili lamenti ma sceglie un taglio tra
l'umoristico e il tragico, facendo emergere
l'incoscienza di molti e la furbizia di altri. Ne esce
così un film di forte denuncia, che si affida solo alle
immagini e alle parole, e non ha bisogno di sbandierare
le conclusioni in modo didattico o ripetitivo. L'uso e
l'abuso delle armi contro i nostri simili é un terreno
che interpella la coscienza di singoli individui, di
collettività, di governanti: e su questo Moore ci
richiama. Dal punto di vista pastorale, il film è da
valutare come accettabile, senz'altro problematico e
adatto per dibattiti.
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il
film può essere utilizzato in programmazione ordinaria,
e recuperato in molte cicostanze per avviare riflessioni
sui temi di stretta attualità che propone.
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