IL
MIO GROSSO, GRASSO MATRIMONIO GRECO (My big fat greek
wedding) |
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Genere:Commedia
Regia: Joel Zwick
Interpreti: Nia Vardalos (Toula),
Michael Constantine (Gus), Lainie Kazan (Maria), John
Corbett (Ian Miller), Andrea Martin (Voula).
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Nazionalità:Stati
Uniti
Distribuzione: Nexo
Anno di uscita: 2002
Orig.: Stati Uniti (2002)
Sogg. e scenegg.: Nia Vardalos dal proprio, omonimo
lavoro teatrale
Fotogr.(Panoramica/a colori): Jeffrey Jur
Mus.: Chris Wilson
Montagg.: Mia Goldman
Dur.: 94'
Produz.: Rita Wilson, Tom Hanks, Gary Goetzman.
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Accettabile/brillante
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Donna;
Famiglia; Rapporto tra culture; |
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Toula
vive a Chicago e lavora nel ristorante di famiglia,
chiamato "Dancing Zorba's". Il nome rivela che
i genitori e tutti i parenti vengono dalla Grecia. Toula
ha trenta anni e sente che fra poco dovrà rinuciare
all'idea di sposarsi e di avere una vita propria.
L'ostacolo è dato dal fatto che la tradizione vuole che
una greca debba per forza prendere in marito un altro
greco. E Gus, il padre di Toula, è fortemente
intenzionato a rispettare la tradizione. Toula però,
con grande volontà, decide di provare a rendersi
indipendente. Cambia aspetto, apre un'agenzia di viaggi
e qui, un giorno, capita Ian, professore quarantenne,
bello e scapolo. I due si innamorano e si fidanzano. Il
padre non approva, si oppone con decisione, si dispera,
urla, ma alla fine si convince. Il matrimonio si farà,
purchè in perfetto stile 'greco'. Ian si sottopone a
tutte le richieste, tra cui quella di farsi battezzare
secondo il rito greco-ortodosso. I due genitori di Ian
si trovano soli di fronte alla marea infinita del
parentado greco. Ma tutto si sistema. La coppia dei
neosposi va ad abitare nella casa regalata da Gus, in
pratica attaccata a quella della famiglia. Ora Toula ha
una figlia di sei anni, che va a scuola e si appresta
forse a ripetere tutte le 'imprese' della madre.
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La
favola di Cenerentola non tramonta mai: basta
aggiornarla con i giusti ingredienti. Il dosaggio
stavolta è ben riuscito a Nia Vardalos (greca di
origini ma in realtà nata in Canada), sposatasi nella
vita con un attore americano, pronta ad affidare queste
sue esperienze ad un testo teatrale andato in scena a
Los Angeles e notato da Rita Wilson, anch'essa
greco-americana nonchè moglie di Tom Hanks. I fatti, in
questo caso, hanno compiuto il percorso inverso e dalla
realtà sono tornati indietro alla finzione, prima
teatrale ora cinematografica. Non c'è dubbio che
l'operazione funzioni. Nello scontro socio-culturale tra
il padre chiuso nel suo mondo lontano e la ragazza che
vuole superare i vincoli, si sta tutti dalla parte di
lei e si fa il tifo perchè il matrimonio si faccia. Il
lieto fine arriva, preciso, calcolato, perfetto, senza
sbavature. E mentre sotto sotto passa un plauso alla
società statunitense capace di accogliere e rispettare
l'identità di tutti, si ride con la galleria di
personaggi un po' sopra le righe e si pensa a qualche
possibile momento di identificazione trascorso a livello
personale. Film leggero e aggraziato che, dal punto di
vista pastorale, è da valutare come accettabile, e
senz'altro brillante.
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