IL CINECIRCOLO SANTA CHIARA
e

SOTTO LA SABBIA (Sous le sable)
Genere:Drammatico
Regia: Francois Ozon
Interpreti: Charlotte Rampling (Marie Drillon), Bruno Cremer (Jean Drillon), Jacques Nolot (Vincent), Alexandra Stewart (Amanda), Andrée Tainsy (Suzanne), Pierre Vernier (Gérard).
Nazionalità:Francia
Distribuzione: Lucky Red Distribuzione
Anno di uscita: 2001
Orig.: Francia (2000)
Sogg. e scenegg.: Emmanuelle Bernheim, Francois Ozon, Marina De Van, Marcia Romano
Fotogr.(Panoramica/a colori): Antoine Héberlé, Leanne Lapoire
Mus.: Philippe Rombi
Montagg.: Laurence Badewin
Dur.: 96'
Produz.: Olivier Delbosc, Marc Missonier.


Giudizio:

Accettabile-riserve/problematico

Tematiche:

Donna; Malattia; Matrimonio - coppia;  
Trama Sposati da 25 anni, come ogni estate Jean e Marie Drillon vanno in vacanza nella loro casa nelle Lande. Improvvisamente, mentre Marie dorme sulla spiaggia, Jean sparisce senza lasciare la minima traccia. Le ricerche si protraggono per giorni senza esito. La moglie è disperata, anche se non vuole credere alla sua morte. Dopo alcuni mesi ritroviamo Marie a Parigi apparentemente tranquilla... ma cosa nasconde?
Critica Come Moretti, meglio di Moretti. (...) Abilissimo nel suggerire che la nevrosi delirante di questa moglie abbandonata è uno stratagemma psicologico per raccontare l'inossidabile unione interiore con l'altro, quando 'due è come uno', il francese Ozon spinge la regia ai limiti del visibile cinematografico sfidando la letteratura, che può, per diversa natura semiologia, descrivere la percezione di un personaggio nell'intimità del lettore-spettatore. (...) Charlotte Rampling non solo ha il fisico del ruolo, con l'età che matura la fusione nel tempo e quegli occhi stretti fin da ragazzina contesi dalla follia: Rampling è anche un'attrice disposta all'abbandono nell'immagine. Da non perdere". (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 27 aprile 2001) "Quarto film del francese Francois Ozon, classe 1967, 'Sotto la sabbia' è un capolavoro di emozione e (apparente) semplicità. Come si supera la perdita quando non c'è un corpo? Non è solo follia o fuga dalla realtà (...) Doloroso, imprevedibile, fisico e mentale insieme, uno dei più commoventi ritratti di donna che il cinema ci abbia mai dato, dominato da una Rampling semplicemente meravigliosa. Degno di Bergman e Dreyer - anche se Ozon non dimentica mai il corpo, anzi parte proprio da lì". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 27 aprile 2001)



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