E.T. THE EXTRATERRESTRIAL - E.T. L'EXTRATERRESTRE
a cura di Corrado Pirovine


Regia di Steven Spielberg. Con Henry Thomas, Drew Barrymore, Dee Wallace, Peter Coyote.

Nel ventennale della sua prima ed incredibile uscita torna nelle sale cinematografiche uno dei cult più importanti nel panorama cinematografico degli anni '80. Era infatti il 1982 quando E.T. si presentava al pubblico, osannato da Variety che lo definì "L'uomo dello spazio che salvò Hollywood".

E l'uomo dello spazio è tornato davvero, per far provare ai bambini di oggi sensazioni che quelli di ieri hanno avuto la fortuna di assaporare. La trama del film è arcinota: un alieno in esplorazione  in un bosco americano viene abbandonato dai suoi compagni costretti a decollare velocemente con la loro astronave. Spaventato e avvilito, viene trovato da una bambino americano, Elliot, con il quale, nonostante l'incomunicabilità instaura una grande amicizia. Ma E.T. è braccato anche da un gruppo di scienziati, decisi a studiarlo. Elliot con l'aiuto della famiglia e di un gruppo di amici, si impegna a proteggerlo fino al ritorno dei suoi simili.
Nonostante le allusioni alla fantascienza e l'ampio uso di effetti speciali, questa pellicola è una fiaba, una pura favola che non può e non deve mancare nella filmografia personale di ogni serio appassionato di cinema. La dolcezza, l'intensità del grande legame tra Elliot e la creatura rappresentano il fulcro attorno al quale la storia si snoda, colpendo e sorprendendo lo spettatore con lacrime e risate allo stesso tempo. Se E.T., creato dall'italianissimo Carlo Rambaldi, ha un'espressività eccezionale, il resto del cast non è stato da meno anche perché governato da quel maestro che è Steven Spielberg. Henry Thomas e Drew Barrymore sono una coppia di bambini perfetta, i figli che ognuno di noi vorrebbe avere, in piena sintonia con i personaggi delle classiche favole, Dee Wallace è una madre separata e complessata ma legatissima ai suoi figli e Peter Coyote un onesto scienziato, abile nell'accorgersi del particolare legame tra i protagonisti.
La commovente sceneggiatura, scritta da Melissa Mathison, scorre sulle affascinanti pitture dipinte dal direttore della fotografia, Allen Daviau, autore, insieme al regista di alcune delle scene più famose della storia del cinema: potremmo citare, come esempio, l'avvicinamento di Elliot di notte al capanno degli attrezzi in giardino illuminato da un neon sotto l'argentea luce della luna piena, il volo in bicicletta dei due amici sullo sfondo di un cielo stellato e l'alieno che chiama "casa" puntando il mitico dito verso i riflessi rosso-arancio delle tapparelle della camera del bambino, il tutto condito dalla soave musica ideata dal grandissimo veterano John Williams. Sono scene che riconciliano con il cinema, con la Hollywood che tutti noi vorremmo che fosse, nonostante le molteplici idiozie che spesso propina.

Si capisce quindi che Spielberg abbia voluto rendere omaggio a questo film che forse, più di altri gli ha fatto guadagnare la stima di pubblico e critica, e si capisce perché abbia voluto spendere più di cento milioni di dollari per rimasterizzare il sonoro e per digitalizzare alcune scene facendo sparire, ad esempio, le pistole dalle mani dei poliziotti nella scena dell'inseguimento finale. Il nuovo doppiaggio italiano, che risulta piatto e fiacco allo stesso tempo è l'unica pecca di un' operazione eccellente condotta dal regista per far riscoprire il piacere di entrare in una sala con la consapevolezza di uscirne per sentirsi più bambini e quindi, forse, per riscoprirsi migliori.