GOSFORD PARK - a cura di Corrado Pirovine
Regia di Robert Altman. Con Maggie Smith, Ryan Philippe, Stephen Fry, Emily Watson, Alan Bates, Kristin Scott Thomas, Jeremy Northam, Helen Mirren, Derek Jacoby, Bob Balaban.
Che Robert Altman sia sempre stato coerente con le sue idee lo si sapeva, ma
probabilmente con questa pellicola firma il più classico dei suoi film, anche
perchè ambientato in quell'Inghilterra così lontana dal frastuono e dalle luci
di Hollywood. Gosford Park, vincitore solo dell'oscar per la
sceneggiatura originale di Julian Fellowes risulta uno degli sconfitti della
notte dell'Academy: esso infatti può definirsi un film quasi perfetto; il quasi
è d'obbligo in quanto solo Kubrick e pochi altri potevano eseguire pellicole
perfette ma comunque Altman dirige e mostra allo spettatore le sue vicende in
maniera davvero impeccabile.
La storia è intrigante e perfettamente racchiusa nello slogan promozionale del
film: "Tè alle quattro, cena alle otto, omicidio a mezzanotte"; nata
da un' idea tipicamente gialla, alla Agatha Christie per intenderci, la trama ci
conduce verso quello che Altman vuole mostrarci; è lui che infatti coordina il
lavoro di Fellowes riuscendo nel suo intento ovvero quello, lampante, di mettere
in mostra stili di vita diametralmente opposti quali quello dei ricchi snob ed
insopportabili e quello della servitù che li accudisce, incompresa,
trasparente, volubile; il regista riesce a dimostrare che seppure ci sia un
abisso, i due mondi si completano a vicenda senza neanche troppe distinzioni e
differenze. Lo spunto è dunque un omicidio; il più classico degli spunti, in
una villa dallo stile classico, ma del resto non poteva essere altrimenti;
attorno ad esso si aggira tutto il resto della storia che metterà in luce
pregi, difetti, segreti dei commensali e dei servi fino all'immancabile scoperta
dell'assassino e soprattutto del misterioso movente.
Il solito cast ben nutrito dà inoltre una buona mano all'opera del regista
questa volta orientato più su attori puramente anglosassoni che su divi
Hollywoodiani; l' eccelsa Maggie Smith sfodera una prestazione superba che lei
stessa condisce con battute velenose per inquadrare meglio il personaggio,
Stephen Fry è il più classico degli ispettori svampiti, la Thomas è una
nobile perfetta mentre la Watson incanta per una sorprendente bellezza oltre che
per una naturale interpretazione del ruolo di una serva; ottime prove, come
sempre del resto, di Jacoby, Bates e Northam mentre si rivela il talento di
Philippe. Una sceneggiatura dunque precisa fino a livelli maniacali, un cast
perfetto sono completati da una fotografia limpida e anticata allo stesso tempo
e da una scenografia impeccabile che inquadra le campagne inglesi di fine
Novembre e la lussuosa villa in un prezioso dipinto.
In definitiva un ottimo film, per passare oltre due ore in compagnia del fascino
del cinema, della scorrevolezza di un racconto molto complesso, per farsi
qualche risata e per riflettere sulle condizioni di vita che, sebbene siano
rappresentate quelle di fine ottocento, sono attuali più che mai.