Barry Lindon (1975)
Regia,
Sceneggiatura: Stanley Kubrick
Fotografia: John Alcott
Montaggio: Tony Lawson
Scenografia: Ken Adam
Interpreti: Ryan O'Neal (Redmond Barry, Barry Lindon), Marisa
Berenson (Lady Lindon), Patrick Magee (cavaliere di Balibari),
Hardy Kruger (capitano Potzdorf), Godfrey Quigley (capitano
Grogan), Philip Stone (Graham).
TRAMA
Redmond Barry,
giovane irlandese senza beni, sfida a duello l' amante di sua
cugina Nora, un capitano inglese che non esita a fingersi morto
per poi sposare in incognito la sua amata. Convinto di essere un
assassino, Redmond fugge e subisce una rapina per opera di due
briganti. non gli resta che lo arruolamento nell' esercito
inglese, impegnato nella guerra dei Sette Anni. In Germania
Redmond incontra un suo vecchio amico che lo informa della truffa
di sua cugina Nora, ora sposata. Barry diserta ed incontra un
ufficiale Prussiano che lo costringe a diventare spia: si farà
così assumere dall' irlandese cavaliere di Balibari esperto
giocatore d' azzardo come domestico ed al quale confesserà le
sue peripezie. Il cavaliere lo adotta ed insieme sbancheranno
molte sale da gioco. Gli affari vanno a gonfie vele e Redmond
Barry incontra Lady Lindon compagna di un diplomatico inglese: i
due si sposano, osteggiati, dal capellano della Lady e dal suo
giovanissimo figlio: Lord Bullingdon.
Barry Lindon inizia così una vita da gran signore presso la
tenuta della moglie anche se gli vengono chiuse le porte dell'
alta aristocrazia per via delle sue origini irlandesi e per via
dello odio di Lord Bullingdon. I due sposi danno alla luce un
bambino, Brian per il quale Barry prova un' amore sconfinato; ma
la vita di Brian è breve; dopo la sua morte Lady Lindon, tenta
il suicidio, mentre Barry, fragile più che mai, diviene sempre
più l' obbiettivo di Lord Bullingdon.
I due si sfidano a duello: Barry domina ma alla fine decide di
lasciare in vita l' avversario che lo ferisce ad una gamba: si
rende necessaria la amputazione. Barry viene poi cacciato dalla
tenuta e fa ritorno in Irlanda con la sola pensione versatagli da
Lady Lindon.
Una voce fuori campo afferma che Barry tornerà sul continente per dedicarsi al gioco fino a quando le sue tracce si perdono nel nulla....
"Barry
Lindon" è un film bellissimo; nel senso che "parla del
bello": musica, pittura, abbigliamento, architettura...; in
un' unica parola: arte.
In questo contesto si inserisce la figura di Redmond "Barry
Lindon", narrata in terza persona tramite un classico
espediente kubrickiano che in questo modo si lava le mani dalle
azioni che convolgono il giovane protagonista del film; si badi
bene, ciò non esprime superficialità da parte del regista, anzi,
Kubrick vuole sottolineare da un lato la presa di distanze col
romanzo di Thackeray (narrato in prima persona) e desidera
evidenziare cinicamente dall'altro l'aspetto penoso delle
disavventure di Barry Lindon.
Nel film l'arte è equilibrio; è questo forse, stilisticamente parlando, il film più classico della produzione di Stanley Kubrick: mai come in questa pellicola infatti il regista era stato così attento alle simmetrie (precise al millimetro), allo schermo (potente ed enorme), ai gesti, agli sguardi e alle sequenze (chiuse geometricamente). Ed i personaggi assumono il ruolo di autentici manichini, aiutati dal comportamento e dalle maniere dell'epoca: si mostrano, si guardano, si mettono in posa in tutto: dalla semplice partita a carte fino al duello. Solo in determinati frangenti essi escono dal loro guscio per rivelare la loro vera ed inquieta autenticità: si pensi alla disordinata rissa tra Lord Bullingdon e Barry Lindon, si pensi alla scena del tentato suicidio di Lady Lindon nella cui scena ci viene mostrato non solo il suo reale aspetto interiore, ma anche quello esteriore (i suoi veri capelli sconvolti e la sua faccia struccata ne sono l'emblema). Per essi Kubrick ha voluto restituire l' "io" perduto durante tutto il film, ha voluto restituire loro la dignità smarrita e mai ritrovata, spezzando così quella narrazione di terza persona e dunque la loro apparente e penosa remissività. Nonostante ciò il suddetto senso di vuoto interiore mascherato dalla potenza dell' estetica pervade tutto e tutti: ed è lo stesso vuoto che si legge come "morte" nello sguardo di Lady Lindon nel momento del loro primo incontro: la morte che avrà il suo culmine nel bacio tra i due, bacio che proietterà la figura di Barry Lindon nello spazio sospeso tra la sua ascesa e la sua decadenza: sospensione dalla quale egli non riuscirà a riprendersi. A conferma di ciò, sono numerose le scene riprese magistralmente a lume di candela, nella tenue illuminazione che solo una fiamma può dare, il cui tremolio rappresenta la precarietà di Barry che è anche la precarietà dell'uomo.