HARRY POTTER - id. - a cura di Corrado Pirovine

Regia di Chris Columbus. Con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, John Cleese, Robbie Coltrane, Ian Hart, Alan Rickman, Maggie Smith, John Hurt.

Dopo aver sbancato negli Stati Uniti e nella sua patria, il regno unito, il piccolo mago sbarca finalmente sui nostri schermi, pronto a battere ogni record di incasso anche qui. Il film, che ha sbaragliato campioni del passato come Jurassic Park e Guerre Stellari, può contare su un' astuta campagna pubblicitaria che è riuscita a portare l'attesa a livelli estremamente spasmodici prendendo come punto di partenza il successo già planetario del libro di J.K.Rowling, divenuta una delle donne più ricche d' Europa.

La trama del film, che rispecchia totalmente quella del libro, è arcinota: Harry (Radcliffe) è un bambino dagli indiscussi poteri magici che si trova catapultato in un mondo fiabesco e misterioso dopo aver ricevuto una richiesta di iscrizione ad una fantomatica scuola per novelli maghi, Hogwarts. Tra vicissitudini divertenti ed esaltanti Potter rimarrà invischiato in una storia di ingordigia e potere che vede coinvolta una pietra misteriosa, la pietra filosofale del titolo, e la scuola di Hogwarts stessa. Aiutato dai suoi due amici Ron (Grint) e Hermiona (Watson) e dal gigante buono Hagrid (Coltrane) si troverà faccia a faccia col tanto crudele quanto misterioso mago Voldemort.

Il tanto atteso lavoro di Chris Columbus incasserà a volontà, questo è sicuro, ma è anche vero che tutti si aspettavano qualcosa di più. Primi fra tutti i bambini: francamente due ore e quaranta minuti sono un po' troppi anche per il potteriano più incallito; il film non si rivela snello come dovrebbe per accattivare i gusti degli spettatori di tenera età; il nocciolo della questione risiede indubbiamente nella continua e costante presenza sul set della scrittrice Rowlings, la quale ha vincolato il lavoro di Columbus sui binari di completa fedeltà al libro: non si mette in discussione la sceneggiatura ma l'adattamento visivo di un best seller dovrebbe avere un minimo di identità cinematografica, una sorta di "imprinting" da parte del regista, una presa di posizione che purtroppo è venuta a mancare. Certo non stiamo parlando di fallimento, qualcosa è apprezzabile, come la scenografia ed i sontuosi costumi, e qualche scena è piacevole anche se magari farcita con troppi effetti da capogiro (vedi quelli della Sony per le vicende della partita a Quidditch, inguardabili) ma nel complesso non basta. Non aiuta alla scorrevolezza del film una colonna sonora incredibilmente ripetitiva di quel Williams che fino ad ora non aveva sbagliato un colpo e non aiuta neanche la recitazione del gommoso e plastico Daniel Radcliffe scelto tra oltre diecimila aspiranti forse solo in base alla somiglianza col personaggio. Gustosi invece i camei di due grandissimi del cinema moderno quali Richard Harris (già imperatore ne "Il Gladiatore") nei panni del mago Albus, e del veramente superbo John Hurt (un venditore di bacchette magiche) al quale basta un semplice sguardo per afferrare magicamente l'attenzione dello spettatore.

Dunque il risultato appare come una forzatura, una pellicola che non esalta i più piccini e non soddisfa i palati nobili, come se mancasse quel tocco di magia che solo pochi, nel cinema moderno posseggono e che purtroppo, sempre meno riescono a mostrare.