PANIC
ROOM - id.
a cura di Corrado Pirovine
Regia di David Fincher. Con Jodie Foster, Forest Whitaker, Jared Leto, Dwight
Yoakam, Kristen Stewart.
Finalmente David Fincher è tornato. Uno dei più apprezzati e apprezzabili
registi di Hollywood ritorna nelle sale cinematografiche con un thriller che
nulla ha da invidiare ai suoi classici del passato: ci riferiamo naturalmente
agli straordinari Seven, The Game e Fight Club. Egli
prosegue con il suo filone claustrofobico permeato dalle consuete atmosfere buie
e leggermente giallo-verdastre che l'eccezionale fotografia di Darius Kondji
permette di creare.
Di fondamentale importanza il sodalizio del regista con lo sceneggiatore David
Koepp, vera mente della precisissima storia, giustificata in tutte le sue
sfaccettature e continuativa in maniera pressoché perfetta. Reduce da una
difficile separazione dal marito, Meg Altman (Foster) si traferisce con sua figlia Sarah (Stewart)
in una lussuosa casa a tre piani nel cuore di New York, dotata di
una panic room, una camera blindata completamente autonoma e provvista di schermi
con cui controllare l'intera abitazione, in cui rifugiarsi nel caso di visite a
sorpresa. Per loro sfortuna la casa viene presa di mira la prima notte da tre
malviventi, proprio per qualcosa contenuto in quella stanza che sarà il luogo
in cui naturalmente madre e figlia andranno a rifugiarsi.
E'assolutamente eccezionale il modo con il quale Fincher trascina per mano lo
spettatore nelle pieghe di una storia misteriosa che si scopre poco a poco,
minuto dopo minuto con continue sorprese e capovolgimenti di fronte, fin dagli
innovativi titoli di testa. Se da un lato già la trama risulta assolutamente
accattivante è il modo con cui il regista ci illustra la situazione a
meravigliare: siamo al limite del virtuosismo d'autore. La cinepresa di David
vola da un piano all'altro, galleggia in cucina tra elettrodomestici, bicchieri
e coltelli, percorre fili elettrici, si insinua nelle serrature; il tutto in un
buio opacizzato, a volte filtrato dalle asettiche telecamere della stanza del
panico e accompagnato da un silenzio ovattato che sembra esaltare i tonfi sordi
dei rumori inquietanti prodotti dai malviventi nei loro tentativi di stanare le
povere malcapitate. Ed è proprio grazie alle immagini di Darius Kondji prima e
di Conrad Hall (American Beauty) poi che tutto questo è stato reso
possibile: raramente una pellicola si è potuta infatti avvalere di due tra i
migliori direttori di fotografia oggi esistenti. E non è un caso che Fincher
abbia voluto aspettare fino all'ultimo prima di dichiarare annullato il film
dopo la rinuncia di Nicole Kidman per una brutta caduta sul set di Moulin
Rouge: ha contattato Jodie Foster, peraltro in dolce attesa e le ha proposto
la parte che lei inizialmente aveva letto con diffidenza; la scelta si è
rivelata più che felice poichè Jodie rappresenta quanto di meglio il cinema
femminile possa offrire in fatto di recitazione. E non sono da meno i
comprimari: Forest Whitaker, già strepitoso in Ghost Dog, è credibile nel
rapinatore deciso, astuto ma anche pieno di rimorsi, Jared Leto e Dwight Yoakam
sono invece abili nel presentare una coppia di criminali senza scrupoli e pronti
a tutto mentre l'esordiente Kristen Stewart risulta perfetta nei panni della
figlia di Meg.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per garantire spettacolo, suspense e
tanta, tantissima classe in questo film di un regista che vorremmo non smettesse
mai di stupirci, una pellicola in grado di affascinare e spaventare allo stesso
tempo poichè, come dice Fincher, lui vuole interagire con lo spettatore, vuole
infondere insicurezza, vuole infondere disagio. E ci riesce benissimo.