S1M0NE
- id. a cura di Corrado Pirovine
Regia di Andrew Niccol. Con Al Pacino, Winona Ryder, Elias
Koteas, Kathleen Keener.
Nell’era dell’ indigestione informatica non poteva mancare la contaminazione
del cinema con il digitale. Ma questa volta il digitale non fa parte
dell’espressione visiva del film quanto della sceneggiatura.
Il semifallito regista Victor Taransky (Al Pacino) è in crisi con la sua
attricetta (Winona Ryder) e con la sua produttrice ex-moglie. Dopo l’ennesimo
insuccesso viene infatti licenziato e la sua ancora di salvezza sarà Hank
(Elias Koteas), un ingegnere moribondo ed il suo software “Simulation One”.
Grazie al genio di Hank, Victor si troverà in eredità Simone, una bellissima
attrice computerizzata che sarà la sua fortuna. Ma non è tutto oro quel che
luccica e Victor si troverà di fronte tanto a straordinari successi quanto a
difficili imprevisti.
Naturalmente la pellicola di Andrew Niccol, già sceneggiatore di The Truman
Show e regista emergente, non si incentra soltanto sulla vicenda principale
dello script ma sottilmente getta uno sguardo critico e satirico sui più comuni
vizi della Hollywood moderna. Gli ingredienti ci sono tutti, dalle starlette
belle e capricciose come quella interpretata dalla Ryder ai registi valutati non
in base ai loro lavori ma in base ai loro attori e poi ancora: attrici
ipervalutate (è il caso di S1m0ne), produttori senza scrupoli, stampa prevenuta
e rotocalchi spazzatura. Il film è più velenoso di quanto non si possa credere
guardandolo. Ma pur essendo una commedia con un’anima critica non convince
fino in fondo. Se infatti visivamente attrae, con una fotografia luminosa e
scenografie accattivanti, la regia semplice e lineare non contribuisce a
scacciare del tutto la sensazione che manchi qualcosa che colpisca lo spettatore
in sala. Non che il film annoi, però dovrebbe scorrere molto di più. E non
basta in questo il solito Al Pacino, qui a livelli più bassi del solito
(strepitoso in Insomnia) ma comunque di grande spessore, a risollevare la
latitante vivacità del lungometraggio: il suo stesso personaggio non è un
esempio di rettitudine comportamentale; Taransky è il classico regista
squattrinato, con poche idee e dalla fantasia criptica, ma è stralunato,
svampito e allo stesso tempo, furbo e lungimirante. S1m0ne è la sua creatura,
esegue tutte le sue direttive ma si ribella perché è egli stesso che porta
tutto alle estreme conseguenze; e quando il punto di non ritorno è ormai
superato non c’è più nulla da fare che proseguire sulla strada ormai
intrapresa. E forse, non tutto il male viene per nuocere…
Dunque S1m0ne è una pellicola provocatoria sul mondo patinato del cinema
hollywoodiano, come lo è Hollywood Ending, di Woody Allen e l’impressione è
che dovendo scegliere sarebbe meglio gustarsi la seconda nonostante manchi di
grandi nomi e di effetti speciali, a dimostrazione del fatto che quando
Hollywood prende in giro se stessa non sempre lo fa con cognizione di causa.