SHALLOW HAL - AMORE A PRIMA SVISTA  a cura di Corrado Pirovine

Regia di Peter & Bobby Farrelly. Con Gwyneth Paltrow, Jack Black.

Dopo i dissacranti successi di Tutti pazzi per Mary e Io, Me e Irene tornano i fratelli Farrelly con la loro ennesima commedia provocatoria. Shallow Hal ha infatti scatenato le proteste dell'associazione per l'accettazione dei grassi, arrabbiati per essere stati spettatori delle mirabolanti comicità espresse da una super magra come la Paltrow con indosso circa un quintale di protesi. E già da queste critiche si può intuire di che pasta sia fatto il film che narra di Hal (Jack Black), un giovane bruttino, ossessionato a causa del padre, dalla ricerca della donna perfetta. Dopo innumerevoli flop, la sua vita cambia grazie all'incontro con un guru televisivo che lo ipnotizza, facendogli scoprire l'importanza della bellezza interiore delle donne; per questo Hal si innamora di Rosemary, un pupazzo della Michelin avente le fattezze della bella Gwyneth al naturale. Tra equivoci, sorprese e perfino una briciola di umanità, si arriverà fino allo scontatissimo finale.

Nonostante le proteste dell'associazione dei grassi, bisogna riconoscere alla Paltrow una buona dose di sensibilità in quanto, come da lei stessa raccontato in una recente intervista, ha provato a farsi un giro in un centro commerciale con il costume di scena indossato risultando completamente trasparente alle persone che la circondavano e comprendendo come sia complessa e difficile la vita di certe persone. A proposito del film, è proprio lei che eleva di molto il livello di qualità delle scene con la sua classe e la sua bellezza statuaria che sono pari alla bravura che esprime interpretando un personaggio non facile. Jack Black sarà anche al settimo posto della classifica dei comici d'America ma non riesce ad accattivare le simpatie del pubblico con troppe smorfie e volgarità fuori luogo che del resto sono un marchio dei fratelli registi. Per il pubblico maschile comunque, oltre a Gwyneth Paltrow resta da segnalare un campionario addirittura eccessivo di bellezze americane che sembrano straripate dalle copertine di Play-Boy.

Partendo dal presupposto che il film rientra nello stile della classica commedia irriverente americana si ha la sensazione che poteva uscirne qualcosa di meglio, se soltanto i due registi avessero deciso di rinunciare a qualche loro solita stravaganza. I Farrelly infatti dirigono il tutto con la consueta semplicità, senza ricercare inquadrature troppo sofisticate ma eccedono in particolari inutili (vedi una certa coda) e in scene francamente deludenti come quella iniziale che rientra nell'olimpo delle cinque più brutte degli ultimi anni ma che purtroppo il pubblico americano sembra gradire molto avendo infatti il film incassato il doppio rispetto al suo costo di produzione.