SHREK 2 - id. a cura di Corrado Pirovine

Regia di Andrew Adamson e Kelly Asbury.

A distanza di qualche anno della sua prima e fino ad ora unica comparsa torna sul grande schermo l’orco più buono mai visto prima, frutto della fulgida fantasia dei laboratori della Dreamworks.
Ci si attendeva un grandissimo successo di pubblico e così è stato, rispettando in pieno le più rosee aspettative che fanno pensare ad una finalità più commerciale che “cinematografica” laddove, con il termine “cinematografico” si vuole intendere il classico intrattenimento che è l’anima che dovrebbe spingere ogni film. Shrek 2 infatti pecca di originalità rispetto al primo soprattutto per quanto concerne la trama nella quale Shrek e Fiona si godono il loro amore puro ed incontaminato fino a quando non arriva il momento di tornare da mamma e papà, regina e re, per sancire anche a livello ufficiale la relazione. Sarà proprio a corte, accompagnati dall’inseparabile Ciuchino che verranno ostacolati dalla fata turchina e da suo figlio pretendente della bella orchessa Fiona e soprattutto del suo trono ma sarà proprio una volta tornati in patria che avranno la possibilità di fare la conoscenza di un gatto molto particolare…

Qualche volta accade che i sequel siano migliori del capostipite: è avvenuto per “L’Impero Colpisce Ancora”, per “Spiderman 2” e per “Il Padrino parte II” tanto per fare degli esempi ma non è avvenuto per questo cartone animato che resta, comunque, davvero gradevole. I personaggi sono gli stessi del primo film con l’intelligentissima aggiunta del formidabile gatto con gli stivali tanto opportunista e vigliacco quanto simpatico e decisivo; esso aggiunge quel tocco di fiabesco in più come del resto fa la presenza della fata turchina anche se a cercare il pelo nell’uovo di fiabesco manca un vero e proprio “cattivo” capace un minimo di creare brevi momenti di spavento negli spettatori: nel primo film, ad esempio, fino alla fine si teme il drago o meglio, la draghessa che si vede anche in questo capitolo; in questo non si teme nessuno particolarmente e dunque, osservando il tutto con lo spirito di un fanciullo si è meno portati a schierarsi con il buono perché la semplice simpatia, si sa, non è sempre sufficiente.
Ad ogni modo, le gag non mancano anche grazie ai personaggi secondari; si rivedono occasionalmente i tre topolini ciechi, il formidabile biscottino e perfino Pinocchio in versione osé; numerose poi sono le canzoni della colonna sonora così come le citazioni di altri film e se da un lato è interessante osservare il film sotto l’aspetto di “musical” dall’altro è anche divertente soffermarsi a scoprire i titoli delle pellicole qui citate.

Insomma, come il primo, Shrek 2 può essere considerato per tutti i palati, perfino quelli più esigenti ma paradossalmente meno indicato per i più piccini, visto il linguaggio a volte colorito (in puro stile orchesco) e i doppi sensi più o meno spregiudicati.