THE OTHERS - a cura di Corrado Pirovine

Regia di Alejandro Amenabàr. Con Nicole Kidman, Fionnula Flanagan, Alakina Mann.

Dopo il consenso della critica per il suo Tesis, film sugli snuff movies, Alejandro Amenabàr si appresta a ricevere anche quello del pubblico con una pellicola straordinariamente solida, da moltissimi punti di vista. The Others è indubbiamente un film dell'orrore, in cui però l'orrore ci viene presentato in una maniera che non si vedeva da tempo; il regista è abile nel nasconderlo, nel farlo appena percepire, nel comunicarlo tramite improvvisi rumori, flebili ombre, sussurri, grida; quella di Amenabàr è una narrazione che si avvicina di più ad un gioco con lo spettatore; egli incentra la narrazione sulla rarissima malattia dei bambini della elegante Grace (Nicole Kidman), costretti perchè fotosensibili a vivere al buio, sempre. Dopo l'arrivo di un nuovo gruppo di servitori (un vecchio giardiniere, una anziana governante ed una giovane sguattera), voci, percezioni e sospiri sembrano moltiplicarsi all'interno di una casa che appare sempre più ostile, e non solo per i bambini.

Una Kidman semplicemente perfetta incarna nel migliore dei modi la severa e religiosissima Grace, reggendo sulle sue spalle tutto il film e confermando un eclettismo già mostrato nel recente Eyes Wide Shut (Kubrick non sceglieva mai a caso...). Nicole è probabilmente quanto di più adatto Amenabàr potesse ottenere per mostrare allo spettatore il personaggio femminile centrale della pellicola. Se dunque la scelta degli attori sembra perfetta (brava anche la Flanagan) curatissime sono anche scenografia e fotografia: da brividi infatti gli esterni della villa vittoriana immersa nella nebbia e le stanze avvolte dall'oscurità ed illuminate soltanto da lumi di candela; tutto sembra rientrare nella logica del regista: è come se egli volesse ovattare le sensazioni del pubblico per esaltare il mistero della sceneggiatura, contorta ma senza difetti; e lo fa con trovate registiche davvero ad effetto, che ottimamamente si sposano con inquadrature che sembrano estratte da pitture: la silouhette ottocentesca della Kidman che nella penombra accende una lampada ad olio è straordinaria nella sua semplicità e nella sua bellezza visiva.

Prodotto tra gli altri da Tom Cruise (come produttore esecutivo, al suo ultimo rapporto di lavoro con la ex-moglie) questo elegante film di un regista cileno, trapiantato in Spagna, si avvia ad un indiscusso successo già ottenuto in maniera sorprendente negli States ed ora sempre più certo anche qui in Europa, dove è noto che i palati sono più fini che altrove...