VANILLA SKY - a cura di Corrado Pirovine

Regia di Cameron Crowe. Con Tom Cruise Penelope Cruz, Cameron Diaz, Kurt Russell, Jason Lee.

Dopo i successi conseguiti con Jerry Maguire prima e con Almost Famous poi, il regista Cameron Crowe si presenta con uno degli script più interessanti degli ultimi anni: Vanilla Sky infatti, altro non è che il remake americano dell'intelligentissimo Abre Los Ojos opera per eccellenza dell'emergente talento spagnolo Alejandro Amenàbar, autore anche del recente The Others. Memore della ottima interpretazione di Tom Cruise in Jerry Maguire, Crowe lo scrittura per la parte da protagonista nei panni di un raffinato e giovane editore diviso dall'amore per la sua compagna occasionale Cameron Diaz e per la ragazza misteriosa che si presenta alla sua cena di compleanno, interpretata da Penelope Cruz. Quello che nasce dalla sera della festa di compleanno sarà una sarabanda di avvenimenti che il regista mescola tra il reale e l'immaginario fino al momento in cui sarà proprio lo spettatore a chiedersi cosa sia sogno e cosa sia realtà. Come è successo l'incidente che ha portato alla deformazione facciale di Cruise? Come reagirà la sua nuova fiamma Penelope? Chi ha ucciso chi?
Sono queste le domande che nascono in coloro che si trovano a vedere tale pellicola; ma sono queste stesse domande a rendere ridicolo un film che parte da uno spunto ottimo che è appunto quello ideato da Amenàbar.

Crowe mantiene il suo stile lucido e limpido come sempre ma è evidente che, in quanto a rapporto tra sceneggiatura e regia quest'ultima sia proprio un pesce fuor d'acqua; viene da chiedersi cosa abbia spinto uno dei registi più promettenti di Hollywood a rigirare scena per scena, fotogramma per fotogramma qualcosa di già visto, appena cinque anni fa, qualcosa scritto appositamente per rimanere fuori dalle super produzioni di Hollywood, qualcosa di tremendamente indipendente, come era lo stesso Abre Los Ojos. Certamente qualche buona scena rimane, come ad esempio l'inizio con un Cruise solo in Times Square, e di certo la colonna sonora è di rilievo con R.E.M., Paul McCartney, Bjork e Beach Boys (tra gli altri) ma per sfondare ci vuole ben altro. Il regista non è nemmeno aiutato dal cast: gommoso e paralizzato in un sorriso perenne il bel Cruise, lontano dai suoi livelli, inguardabile e tutta faccine Penelope Cruz e sprecato il grande Kurt Russell che sembra capitato sul set per caso; l'unica a salvarsi è Cameron Diaz che fornisce un'amante disillusa e psicotica al punto da infastidire più volte lo spettatore. E' degno di nota, a proposito di attori o guest star, un cameo di Steven Spielberg, il quale, trovatosi sul set per salutare Cruise col quale ha finito di girare Minority Report,  è stato invitato dallo stesso Cameron Crowe a partecipare come figurante alla cena di compleanno dell'editore protagonista.

Insomma un film inutile che lascia pensare ad un'immensa trovata pubblicitaria riguardante la recente love story tra i due protagonisti: un'idea, questa, irritante ed aberrante alla quale non vogliamo credere...
...e alla quale vogliamo rispondere che gli unici occhi che non vorremmo mai aprire rimangono quelli "ampiamente chiusi" di Eyes Wide Shut unico vero capolavoro del Doppio Sogno che tanto ammalia le produzioni degli ultimi anni.