SAFAR E' GHANDEHAR - VIAGGIO A KANDAHAR a cura di Corrado Pirovine

Regia di Mohsem Makhmalbaf. Con Niloufar Pazira.

Dopo "Il ciclista", "Pane e fiore", "Salaam Cinema" e "Il silenzio", Makhmalbaf affronta un tema che più attuale non poteva essere: girato prima dello sconvolgente 11 Settembre, "Viaggio a Kandahar" descrive nei più piccoli particolari la condizione nella quale sono costrette a vivere le donne afghane, sotto la più che rigida dottrina talebana. La storia, naturalmente è secondaria: è soltanto un pretesto seguire Nafas (Niloufar Pazira) dall' Iran attraverso l' Afghanistan nel suo frenetico viaggio per salvare la sorella che minaccia il suicidio; è soltanto un pretesto raccontare i vari ciceroni che la accompagnano nel suo sciagurato cammino; è un pretesto fotografare i meravigliosi e severi paesaggi di una regione di una bellezza incontaminata, stuprata dall'ottusità e dalla violenza di una cultura che inspiegabilmente sopravvivve all'avanzare del tempo; non è invece un pretesto ma un assoluto dovere illustrare e documentare le condizioni nelle quali si trovano a vivere uomini ma soprattutto donne e bambini in un paese sventrato sia politicamente che socialmente. Il regista apre così una finestra su un mondo soffocato, coperto da un infinità di veli che soltanto con l'astuzia, il coraggio e l'abilità della troupe sono stati sollevati, consentendo di mostrare qualcosa al mondo, un documento che nonstante tutto è cinema. Cinema: qualcosa che in questo posto lontano ma non troppo, la gente comune non riesce neanche a sognare.

Da un punto di vista tecnico il film è apprezzabile per alcune scene madri, come i bambini che leggono il Corano, il medico che visita le pazienti, i mutilati che corrono incontro alle gambe finte che cadono dal cielo, il corteo matrimoniale delle donne coperte dal burkha, assurda prigione dai colori vivaci ed eleganti e si segnala per l' elegante fotografia e la crudezza dei contenuti: sono proprio questi contenuti il fulcro di un'opera di denuncia, di un documento che ora ci permette di vedere oltre, e di giudicare.