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BOSÉ, DOMINGUIN E PICASSO, IN MOSTRA A MILANO

Nella tarda primavera milanese, una matura Lucia Bosé, per l’occasione con i capelli colorati di blu, ha presentato allo Spazio Oberdan di Milano le foto in mostra di Luis Miguel Dominguin. Naturalmente, parlando di colui che era definito il numero uno della tauromachia mondiale, non potevano essere immagini comuni. Infatti le fotografie presentate fanno parte della collezione privata di Dominguin, e sono messe a disposizione dalla sua vedova, Lucia Bosé. L’argomento rappresentato è un altro grande del secolo scorso, forse il suo più grande artista: Pablo Picasso.

In particolare, da queste foto emerge la grande amicizia tra Picasso e la famiglia Dominguin, nonostante le diverse idee politiche. Quelle del torero, vicinissime al generalissimo Franco, quelle di Picasso, causa dell’esilio dell’artista. Un grande rapporto tra il pittore e i coniugi Dominguin, avvenuto negli ultimi anni di vita del grande artista. Ma come nasce questa anomala amicizia?

"Tradizionalmente, racconta Lucia Bosé, la Festa Nazionale in Spagna significa tori. È quasi una religione che va oltre i sentimenti d’amore e di lotta tra animali e uomini. L’Andalusia è la terra dove nasce Picasso ma è anche il luogo dove è molto forte questo rito dei tori."

In Lucia e Luis, il pittore ha trovato la seduzione dello sguardo che in Spagna comprende i due oggetti del desiderio: il torero (rappresentato da Dominguin) e la bellezza della dive (rappresentata dalla Bosé)

"La bellezza, l’erotismo e la morte, aggiunge Lucia, sono i temi dominanti nell’opera di Picasso e sono anche i temi che attraversano la corrida e che ricorrono in diverse opere letterarie, da Fiesta di Hemingway a L’histoire de l’oeil di Bataille, solo per citarne un paio. Inoltre lo stesso Picasso amava sognare di essere torero e si è fatto fotografare durante una sua vestizione, come un toreador, quasi pronto a entrare nell’arena. "È questa la vera arte", diceva, riferendosi alla corrida. E negli Anni '30 diverse sue opere rappresentavano la tauromachia.

"A me non piace la corrida, aggiunge Lucia, ne avrò vista solo una in tutta la mia vita." Anche perché, secondo la tradizione, la donna del matador non assiste alle sue corride, altrimenti porta disgrazia. Lucia si lascia andare e racconta i pettegolezzi su una sua presunta storia con Picasso, poi alcuni aneddoti (che sono contenuti anche nel libro Picasso & Dominguin – Un’amicizia ad arte.)

"Picasso mostrò a Miguel e Lucia (e suo figlio Miguel Bosé da grande ha seguito le orme materne) che metteva sul terrazzo la sua pipì in un vaso e che le colombe la andavano a bere. Allora chiesero anche a me di farlo, ma probabilmente la mia pipì non era particolarmente "artistica" e le colombe la ignorarono. Un altro giorno il piccolo Miguel disse a Pablo: "Mio papà mi ha dedicato le quattro orecchie del toro". Pablo cercò di fargli capire che i tori hanno solo 2 orecchie. ‘Allora perché tu dipingi le donne con quattro occhi?’ l’attaccò Miguel. Picasso, preso alla sprovvista decise di dipingere per Miguel un toro con quattro orecchie. Un’altra volta era il compleanno della piccola Lucia e Pablo gli chiese cosa volesse per regalo. Lei rispose: una bambola. Detto fatto, Picasso la dipinse e gliela porse. Lucia la guardò poi la gettò in faccia al pittore dicendo che era brutta e le faceva paura, che voleva una bambola vera. Poi scappò via piangendo. Ecco, quel toro con quattro orecchie e la bambola di Picasso, ora fanno parte della mostra."

Dal 16 giugno al 18 luglio 2004 a Milano
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto, 2
Tel. Info: 02 77406359

Marcello Moriondo

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