GOLUBOI DIADIA - ГОЛУБОЙ ДЯДЯ

Ovvero (ipo)tesi sulla declinazione maschile di sostantivi con desinenza in -а e -я.

Non bisogna aver timore di pensare che a questo mondo esistano sostantivi maschili che apparentemente seguono la declinazione femminile e che vengono quindi comunemente pensati come declinazione femminile e che invece sono di declinazione maschile. Per esempio in italiano sostantivi come il tema, il poeta, il sistema, il problema, il pigiama, il diploma, il monarca e (immancabile) il cinema, terminano in -a ma sappiamo che sono maschili, e infatti l’articolo determinativo, l’articolo indeterminativo, l’articolo partitivo e gli aggettivi riferiti a questi sostantivi sono di genere maschile.

Allo stesso modo anche nella lingua russa esistono dei sostantivi che sono di genere maschile per il significato del quale sono portatori e non sono da considerarsi femminili solo perché hanno la desinenza in -а e -я.

Per quanto riguarda la desinenza in -а, ovviamente alcuni nomi propri come Иона, Иуда, Никита, Савва, sono maschili perché riferiti a uomini. E se questi nomi sembrano pochi bisogna considerare che la maggior parte dei diminutivi, vezzeggiativi e familiari dei nomi maschili ha desinenza in -а e -я.

Analogamente esistono sostantivi che si riferiscono a persone di sesso maschile, il loro significato è chiaramente maschile e si dichiara che la declinazione di tali sostantivi è maschile, anche se la desinenza è in -а e -я. Alcuni esempi sono дедушка, папа, мужчина. Anzitutto derivano da sostantivi palesemente maschili, дед, муж. Altri esempi sono il servitore domestico слуга, l’impiegato zelante слугажа o il sagrestano служка. Anche tra gli inanimati troviamo questo genere di sostantivi, come il lumino коптика. Una differenza la si trova anche nel genitivo plurale, che non segue obbligatoriamente la declinazione del sostantivo femminile, e non chiederò l’aiuto dei chiaccheroni, in quanto dal nominativo singolare балаболка nel genitivo plurale si passa a балаболок, che non è la desinenza zero tipica del femminile (e diventerebbe un improbabile балаболок-#, ma che comunque ne segue la prassi femminile di contrazione della radice per i sostantivi con radice in -к-), quanto dei padri, che, seppure in forma antica e ironica, dal nominativo singolare батька, diventano non solo dei батек, ma anche dei батя.

Lo stesso discorso vale per la desinenza in -а, coi nomi propri Илья, come per il nostro дядя, che deriva dal sostantivo maschile дяд. Forse il дядя che prendiamo ad esempio sarà un po' голубой, ma per quanto effemminato possa essere, non ci riferiremo mai a lui definendolo голубая дядя, con l’aggettivo declinato al femminile, e lo schema di concordanza tra aggettivo e sostantivo si ripete anche per gli altri soggetti. Esempio inanimato della desinenza maschile in -я è la mezza giornata полдня. Oltre all’aggettivo aiuta il genitivo plurale, che non segue per niente la declinazione del sostantivo femminile, e che infatti prende la desinenza in -ей, diventando дядей e non дядь, e (giudice) судья diventa судей, come (ubriaco) зюзя diventa зюзей, affermando dunque la propria mascolina diversità dalla declinazione femminile e facendo coppia con la declinazione del segno dolce ( -ь) maschile.

Maurizio Ferrari

P.S. eventualmente sono i femminili narice e chele a prendere la desinenza maschile

 

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