LE VITE PARALLELE DEL CINEMA, TRA SOGNO E REALTÀ

Una proposta del Cinecircolo Jeanne Moreau curata da Marcello Moriondo

Questa rassegna si iscrive nel classico schema delle contaminazioni artistiche. Nel caso in questione è la letteratura a dare un suggerimento agli autori cinematografici. E di conseguenza il cinema a sua volta si contorce su sé stesso, plagiandosi indiscriminatamente, raccontando storie che contengono delle indiscutibili similitudini. O forse no. Può darsi che gli autori elencati non abbiano mai letto I fiori blu di Raymond Queneau. Può darsi che (a parte alcuni casi clamorosi) non abbiano visionato le pellicole precedentemente uscite.

Ma entriamo nei contenuti della proposta.

Nel 1965 Raymond Queneau scrive I fiori blu. Si narra di un nobile del 1264 che quando si addormenta sogna di essere nel futuro. Nel futuro si addormenta e sogna di essere ancora nel passato. L’edizione italiana si avvale della fantastica traduzione di Italo Calvino.

Nel 1982 Krzysztof Kieslowski realizza Destino cieco, dove un uomo arriva in stazione e un imprevisto origina delle varianti nel suo destino. A causa di questo vivrà tre diverse vite in tre diversi luoghi.

Nel 1991 Kieslowski ci riprova, con La doppia vita di Veronica. In questo caso sono entrambi cantanti, una vive in Polonia, l’altra in Francia.

Nel 1993 Maurizio Nichetti porta sullo schermo Stefano Quantestorie, dove racconta con leggerezza le varie opportunità che riservano le scelte future, in alcuni tratti ricorda quello più serio del primo Kieslowski. In questo caso, le vite parallele sono addirittura sei.

Nel 1996 Eric Rochant gira Anna Oz, dove una ragazza si addormenta a Parigi e si sveglia a Venezia con un’altra vita e viceversa. È forse l’idea più vicina a Queneau, anche se l’epoca narrata e la situazione sono evidentemente differenti.

Nel 1998 Tom Tykwer dirige Lola corre, dove l’eroina (appunto correndo a ritmo infernale) rivive più volte la stessa situazione, però con il senno di poi, variandola a suo favore ogni volta fino a renderla perfetta.

Nel 2005 Emmanuel Carrère mette in scena L’amore sospetto, brutto titolo italiano di La moustache, tratto dal suo romanzo Baffi, dove si racconta di un uomo che decide di tagliarsi i baffi, ma non se ne accorge nessuno, nemmeno la moglie. Scopre che la sua vita col baffo è forse un’esistenza parallela.

Come sviluppare l’iniziativa: sono sei serate in cui vengono proiettati allo Spazio Dugnana altrettanti film. Prima della proiezione c’è una breve lettura di brani del libro di Queneau, da Baffi di Carrère, da Doppio sogno di Arthur Schnitzler, di altri volumi sul tema e, in occasione di Anna Oz, un brano dal libro La mela d’oro di Hugo von Hofmannsthal, già citato da Marco Lodoli, che aggiungo qui sotto. Il brano in questione è direttamente successivo al risveglio dopo un sogno che alla protagonista è sembrato molto "reale". La lettura è a cura di Vanni Mosca e Marisa Belloni, già usi a situazioni di questo tipo.

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI, GIOVEDÌ ALLE ORE 21 PRESSO LO SPAZIO DUGNANA, VIA ALDO MORO 19, PIOLTELLO (Milano):

17 settembre 2009 Destino cieco

24 settembre La doppia vita di Veronica

1 ottobre Stefano Quantestorie

8 ottobre Anna Oz

15 ottobre Lola corre

22 ottobre L’amore sospetto

I partecipanti pagheranno la quota di 5 euro.

Il presidente
Marcello Moriondo

Da La mela d’oro di Hugo von Hofmannsthal

Non era tanto un’insoddisfazione della propria vita, quanto una rappresentazione lusinghevole di come avrebbe potuto essere diversa, una febbre silenziosa in cui si svolgevano con eccessivo diletto vicende non vissute... Tornava a lei il senso della sua natura di fanciulla, anima e corpo, e avvolta in un destino che non era divenuto il suo conduceva con amici e nemici sconosciuti, con larve indistinte, colloqui in cui si effondeva tutto ciò che giaceva in lei di inespresso e infruttuoso, una tale profusione di inesauribili possibilità, di gioco e d’abbandono, che trascinava con sé e sommergeva la realtà... Non sapeva che era appunto la moltitudine di queste possibilità interiori che la preservava da desideri volgari

 

 

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