RIMINI OMAGGIA FELLINI
LUMET E PARIGI, TRA CONVEGNI, MOSTRE, PREMI E INAUGURAZIONI

Rimini è una città affascinante. Che sia affollata dai turisti d’estate, o attraversata il resto dell’anno dai residenti e dai visitatori che non perdono occasione per tornarci, ha sempre un marchio indelebile sulla testa: Federico Fellini. È la città in cui il maestro è nato, dove ha vissuto, raccogliendo i vizi e gli umori dei suoi abitanti, trasportati quest’ultimi a Cinecittà, per divenire soggetti di film che tutto il mondo ci invidia. Naturalmente La città e soprattutto chi ha amato il regista non poteva che omaggiarlo in modo molteplice. Quest’anno la Fondazione Federico Fellini ha avuto diverse occasioni per ricordare il suo maestro.

Prima di tutto la partecipazione della Fondazione alla manifestazione parigina "Fellini, la grande Parade", una grande esposizione al Jeu de Paume, dove resterà fino al 17 gennaio 2010, per trasferirsi poi probabilmente a Bologna. È l’occasione per Parigi di mettere a disposizione dei visitatori i preziosi originali di proprietà della Fondazione Fellini. Vittorio Boarini ha fatto da guida, come Direttore della Fondazione, mostrando gli originali del grande Libro dei sogni, ma anche delle numerose tavole e bozzetti stilali di proprio pugno dal regista, compresi gli schizzi cinematografici disegnati sul set e le caricature fatte al cinema Fulgor, datate 1937/38.

Altro importante evento è l’inaugurazione della Casa-Museo Fellini, che diventa la nuova sede della Fondazione. Gli spazi, messi a disposizione dal Comune di Rimini, si sviluppano su due piani, con uffici, salette d’esposizione e le pareti cosparse di foto, locandine e riproduzione di disegni che fanno capo naturalmente a un’unica persona, che dà il nome alla Fondazione.

 

 

Poi c’è il Premio Fondazione Fellini 2009 a Sidney Lumet, consegnato da Pupi Avati, Presidente della Fondazione. Lumet ha poi incontrato i giornalisti, parlando della differenza tra i suoi film e quelli di Fellini, che ha sempre ammirato per la leggerezza del linguaggio e la genialità della realizzazione. Ha glissato sulle domande politiche, soprattutto quelle che riguardano la situazione giudiziaria in Italia, e sulla vicenda Polanski, per lui comunque grande artista. Ha quindi raccontato dei suoi rapporti con gli attori, con cui tende non approfondire i rapporti, sulla difficile convivenza tra Anna Magnani, "grande attrice" e la "stella nascente" Marlon Brando. E poi la televisione, che "appiattisce tutto, anche la personalità degli sceneggiatori".

E proprio di scrittura cinematografica si è occupato l’annuale convegno organizzato dalla Fondazione, dal titolo: La sceneggiatura all’italiana: Fellini, Pinelli e gli altri, che non poteva essere dedicato che a Tullio Kezich, colonna portante della Fondazione, recentemente scomparso.

Francesca Fabbri Fellini, nipote del grande Federico ha saluto i partecipanti al convegno, ricordando due grandi amici di Fellini, i due Tullio che ci hanno lasciato, Kezich lo scorso agosto e Pinelli a ben 100 anni. Secondo Pinelli, Fellini era geniale, immaginifico, travolgente; e l’amicizia con lui fraterna, profonda, insostenibile.

Quindi è passato il commovente intervento in video di Tullio Kezich, una sorta di presentazione al convegno, cui Tullio aveva lavorato molto.

Gianni Rondolino ha parlato del Fellini sceneggiatore e attore per Roberto Rossellini. Ha raccontato la differenza tra lo scritto di Fellini e la realizzazione di Rossellini nell’episodio Il miracolo, contenuto nel film L’amore del 1948. La stessa discrepanza la si può leggere per Paisà, Francesco giullare di Dio e Roma città aperta. Per quest’ultimo, Fellini avrebbe dovuto scrivere la parte del prete, interpretata da Aldo Fabrizi. Su questi dialoghi c’è stato un approfondimento poi di Fabio Andreazza.

Stefano Stoja ha raccontato del complesso rapporto tra gli sceneggiatori e il regista, soprattutto con Flaiano, che non capiva perché gli facesse scrivere dei dialoghi che regolarmente poi variava.

Si è parlato molto di sceneggiatura, nel convegno, naturalmente di quella legata a Federico. Suggestivo comunque l’intervento di Tonino Guerra, ricco di aneddoti e curiosità, che svelano anche l’umanità e l’umorismo del maestro.

Il convegno ha avuto comunque un risvolto spettacolare nella proiezione dell’ultimo film di Sidney Lumet Onora il padre e la madre e soprattutto con lo spettacolo offerto dalla compagnia Artemis Danza/Monica Casadei, che ha messo in scena I Bislacchi con il balletto Omaggio a Fellini. Un affresco con sei ballerini sul palco e le musiche legate a Fellini, prima di tutto quelle composte da Nino Rota per i suoi film.

Adele Valzasina & Marcello Moriondo

Link: www.federicofellini.it fondazione@federicofellini.it

 

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