Don Giovanni in scena al femminile 15 / 17 gennaio 2010 La Compagnia Teatrale Costellazione porta in scena, da venerdì 15 a domenica 17 gennaio 2010, al Teatro Blu di Milano, nell’ambito della rassegna Alla corte dei re, DON GIOVANNI, una versione tutta al femminile del Don Giovanni di Molière. Lo spettacolo, con adattamento e regia di Roberta Costantini, nasce nel novembre 2006 come studio sul primo atto del "Don Giovanni" di Molière, per il Festival Internazionale di Regia Fantasio Piccoli di Trento, in forma di corto teatrale di 18 minuti. Il successo dell’idea drammaturgica, il fascino ammaliatore dell’opera originaria e la forza del personaggio hanno convinto Roberta Costantini a mettere in scena, in un atto unico, l’intera opera con un percorso drammaturgico nuovo: ribaltare i ruoli trasponendo il mito al femminile. Non è l’immagine convenzionale di Don Giovanni seduttore l’elemento trainante ma la forza della sua trasgressione, la sua ribellione alla legge di Dio e degli uomini, il rapporto complesso con il suo doppio, il servo Sganarello. E ancora, la continua sfida tra religiosità e dissolutezza, tra morale comune e individualismo, tra vizi privati e pubbliche virtù. E questo personaggio eccessivo, che si fa beffa dell’ipocrisia dominante evidenziando l’attualità di un classico, è una donna: Giovanna (Maria Cristina Gionta). Lo spettacolo Un DON GIOVANNI al femminile con Sganarello trasformato in "voce" che dialoga con la sua "padrona". Nel loro complesso rapporto questa voce non è serva ma un personaggio alla pari della protagonista alla quale appartiene come doppio, un sé scisso, una coscienza divisa. Per il suo avanzato anticonformismo, i nodi al pettine di Giovanna sono intricati: sono i nodi del rapporto con Dio, con la distorta morale, con la fugacità dell'amore, con l'imperante ipocrisia. Giovanna è un personaggio eccessivo, incline a soddisfare esigenze che le paiono vitali e a vivere nella sfida tra religione e libertinaggio, tra la morale comune e l’individualismo, facendosi amara beffa dell’ipocrisia dominante. Ipocrisia capillarmente diffusa nei più intimi rapporti tra uomo e donna che si giurano amore sacro; ipocrisia nella rappresentazione della ritualità ecclesiastica, nei più teneri affetti familiari, nelle dinamiche sociali. Giovanna prende in prestito dalla società stessa questa copiosa nutrice della distorta morale comune per proteggere la perseveranza nel coltivare vizi privati e pubbliche virtù da parte dei suoi personaggi. Con la forza della sua ribellione si rivolta alla legge di Dio e degli uomini, sfida l’impossibile e mostra il suo essere mito: l’eterno teatro della sua vita condannata a mostrare se stessa ogni volta che la si rappresenta su di un palcoscenico. Il linguaggio teatrale è scarno, caratterizzato da un'importante scelta musicale non vista in funzione "cosmetica", ma in chiave emozionale ed esplicativa del testo. Una sinergia tra voce, movimento, musica e luci, giocata su pochi elementi di scena, sostenuta dalla ricerca cromatica dei costumi e dal loro utilizzo, caratterizza la regia che, proponendosi in "quadri" dal disegno luci incisivo, affronta sfaccettature dell’animo della protagonista addossando al corpo la responsabilità di tradurre in immagini ciò che la parola non dice. |
L’anticonformismo attraverso la provocazione di un DON GIOVANNI donna
Il mio percorso drammaturgico, che prende a pre-testo l’opera di Molière, attraverso la figura della protagonista evidenzia l’incredibile attualità di questo classico che si presta ad essere, ancora oggi, una forte provocazione. I nodi al pettine di Giovanna sono piuttosto imbrogliati, anche per gli slanci del suo avanzato anticonformismo. Sono i nodi del rapporto con Dio, con la morale imperante, con la fugacità dell’amore, con l’ipocrisia. In questa mia versione del DON GIOVANNI, la protagonista è un personaggio eccessivo, che vuole grattarsi da sé le proprie rogne, incline a soddisfare esigenze che le paiono vitali e a vivere nella sfida tra religione e libertinaggio, tra la morale comune e l’individualismo, facendosi beffa dell’ipocrisia dominante. Roberta Costantini
Orari spettacolo e prenotazioni: Ufficio Stampa: Studio Vezzoli - tel.+39 026552781 fax.+39 026552346 info@studiovezzoli.com www.studiovezzoli.com |
♥
home ♥ mail ♥