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Festival Internazionale di Rotterdam 1997

Uno dei festival cinematografici internazionali più interessanti per le novità proposte e per il grande richiamo cittadino è quello di Rotterdam, arrivato alla 26ª edizione. Quasi due settimane di film di fiction e documentari, con sessanta anteprime internazionali o europee costituivano un corpo di oltre duecento titoli. L'omologo italiano che più si avvicina a questo festival è quello di Torino Giovani, tanto per dare un'idea, quindi la voglia di privilegiare la produzione indipendente o di alta qualità artistica o sociale e poi ancora grandi pellicole internazionali. Il concorso, con una selezione di quindici titoli, costituiva la parte più appariscente per folte schiere di giovani. L'ULTIMA VACANZA del kazako Amir Karakulov ha vinto il festival con la storia di tre studenti parecchio sbandati che si trovano a dover affrontare un'urbanità che sentono estranea e che non riescono a decifrare molto: il disagio giovanile e le difficili ricerche interiori danno quindi la misura dello standard di tutto il festival. Il programma principale inoltre comprendeva 50 anteprime e una panoramica sulla recente produzione mondiale. E anche le altre sezioni sono state molto frequentate, a cominciare dalla retrospettiva della Golden Harvest di Hong Kong (e la sua star Jackie Chan). Notevole anche l'approfondimento che andava sotto il nome di Fake, dall'omonimo titolo del film di Orson Welles, su tutti quei documentari apparentemente veri e che invece erano spudoratamente falsi. Seguivano gli omaggi ai registi Oleg Kovalov (Russia), Alain Cavalier (Francia) e Jang Sun-Woo (Sud Corea): il primo si dedica alla Russia di questo secolo assemblando materiali di repertorio per costruire intensi drammi storici venati di lirismo e di satira in maniera deliziosamente intelligente; il secondo si è sempre più avvicinato a un cinema di purezza estrema, prima abolendo il trucco sulla faccia degli attori e poi arrivando, film dopo film, a levare il più possibile, fino all'ultima opera di sole mani, corpi e parole di due innamorati; il terzo, imprigionato ai tempi della dittatura, è ora uno dei registi di più grande successo, in bilico tra la passione politica e piccoli eventi quotidiani. A completare il programma venivano proposte le ultime produzioni olandesi, quattro anteprime costituite da due documentari e da due film di generale riflessione sulla realtà nazionale e su una gioventù che sostanzialmente si muove in maniera propositiva. Infine l'Exploding Cinema, il programma inaugurato quest'anno e che vuole riflettere sui nuovi media e sul futuro del cinema, anche con una sala attrezzata con computer dove era possibile manipolare programmi interattivi e discutere sui nuovi progetti multimediali. Si capisce quindi che 250.000 biglietti staccati siano la normalità per uno dei maggiori avvenimenti culturali per l'Olanda, tanto che da quest'anno è stata necessaria l'apertura di un nuovo palazzo del Festival. Non male, considerando che la sua forza è rappresentata dalla voglia di scoprire nuovi talenti.

Maurizio Ferrari

www.filmfestivalrotterdam.com

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