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Festival Internazionale di Venezia 1995

La cinquantaduesima Mostra Internazionale del film di Venezia è stata nel complesso una bella edizione, nel senso che la qualità

complessiva dei film è stata di livello medio-alto, anche

rispetto agli anni precedenti. Certo, è mancato il capolavoro, ma

la selezione generalmente non ha mandato delusi.

Vincitore del Leone d'oro è stato CYCLO del vietnamita Ahn Hung

Tran, una vicenda drammatica di un conduttore di risciò che da

onesto lavoratore viene trascinato nelle vicende più violente per

una disagiata fotografia di una urbanità che sembra appartenere a

tutto l'estremo oriente. A seguire il Gran Premio speciale della

giuria è stato assegnato ex-aequo a L'UOMO DELLE STELLE di

Giuseppe Tornatore, con Sergio Castellitto a vendere l'illusione

di diventare stelle del cinema a sprovveduti siciliani, e a

LA COMMEDIA DI DIO del portoghese Joao César Monteiro, sulle

scanzonate e irriverenti vicende di un gelataio appassionato di

minorenni.

Fra i tanti film interessanti, LA CERIMONIE di Claude Chabrol

porta sullo schermo Sandrine Bonnaire e Isabelle Huppert, coppia

scatenata della provincia francese con alle spalle il famoso

dramma "La morte non sa leggere".

Ancora due segnalazioni dal corpo principale della manifestazione

vanno per i CLOCKERS di Spike Lee, sugli spacciatori di Brooklyn,

poveri afroamericani e morti ammazzati, il tutto a ritmo di rap e

MIGHTY APHRODITE di Woody Allen, divertente commedia romantica

sul matrimonio e l'amore.

Nelle sezioni parallele altri film sono da vedere, anche nelle

nostre sale, come L'ULTIMA ECLISSI di Taylor Hackford, un giallo

sul complesso rapporto tra Jennifer Jason Leigh e Kathy Bates, o

il post-nucleare WATERWORLD di e con Kevin Reynolds, tanta acqua

dopo lo scioglimento delle calotte polari per un racconto

ecologista.

Il centenario del cinema doveva essere anche un bel passo avanti

nelle svolte tecnologiche, ma soltanto un film ha avuto questo

coraggio. Si tratta di STRANGE DAYS di Kathryn Bigelow: alla

vigilia del 2000 a Los Angeles una storia di morti si intreccia

con la tecnologia digitale di contrabbando che trasferisce gli

orrori di qualcuno nel divertimento di qualcun'altro direttamente

dal cervello. Questa sorta di televisione portata ai massimi

confini parte dalla corteccia cerebrale del produttore per

l'emozione dei cinque sensi del consumatore. Violenza, povertà e lotte razziali culminano nella vigilia del millennio, con

migliaia di persone per strada a festeggiare, e qui la Digital

Domain s'è sbizzarrita negli effetti speciali per moltiplicare la popolazione.

Meno eclatanti ma pure importanti sono stati gli effetti speciali

per il rendere credibile il sottomarino in ALLARME ROSSO di Tony

Scott: la Dream Quest Images ha usato infatti immagini di sintesi

o ritoccate o composte, pitture su vetro e naturalmente

il Bluescreen e manipolazioni digitali. La cartella stampa di

questo film reca anche la meraviglia di una versione per computer

tutta interattiva e colorata.

Naturalmente era prevedibile l'entrata massiccia di Internet,

visitabile sia a cura della Mostra del Cinema, sia con varie

agenzie, come le riviste cinematografiche Voci Off, Film.com e

Ente dello spettacolo, presente pure con un cd rom su tutti

i film distribuiti in Italia, al pari della Sacis con "Roma

nel cinema" e della Telecom con "Cinenciclopedia Speciale Centenario". Sicuramente questo centenario non è stato tutto speciale, però il bilancio complessivo a Venezia è stato positivo, e questo fa ben sperare in prospettiva per i tempi a venire.

 

Maurizio Ferrari

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