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Festival Internazionale di Venezia 1996 – I cortometraggi

Una parte della fucina veneziana è stata dedicata ai cortometraggi, principalmente nelle sezioni di "Finestra sulle immagini" e "Cortometraggi A.I.A.C.E. - C.I.C.". Dalla prima sezione da segnalare i dodici minuti di Daniele Fallieri e Werther Germondari con L'ARMADIO, dove una ragazza vive da sola in un paesello della provincia con addosso gli occhi poco benevoli dei passanti: sola consolazione sono gli oggetti di un armadio, i silenzi e i mutamenti di una pancia ches'ingrossa sempre più. Nella stessa linea di semplicità narrativa si colloca GIAIME PINTOR AL FRATELLO LUIGI, 28 NOVEMBRE 1943 di Stefano Grossi sull'ultima lettera prima del sacrificio partigiano, ricca di riflessioni sulla libertà e responsabilità. BACI PROIBITI di Francesco Micciché è un corto comico che nasce lentamente e infine raggiunge punte di inarrivabile comicità, col protagonista che non sopporta le coppie innamorate che si baciano apertamente. Mezzo intervista e mezzo inseguimenti da voyeur, sono 11 minuti senza respiro. Dall'Australia PACT di Scott Patterson è una comica elencazione di diversi sistemi per fala finita in coppia, che due innamorati tentano disperatamente di mettere in atto e si segnala per la varietà di situazioni e per il buon ritmo. Leggero e quasi uno schiaffo per la memoria è poi 5 APRILE di Matteo Pellegrini, siamo nel '44 e una missione attende due partigiani, ma a volte più del battesimo di fuoco fa più timore l'incontro con una ragazza.

Tra i corti A.I.A.C.E. surreale e spiazzante risulta BISCOTTI di Davide Grassetti e Fabrizio Sferra, con Stefania Sandrelli alla stazione e un gioco degli equivoci che sembra un duello. Bene ancora il cinema italiano con FATE I BRAVI, RAGAZZI di Andrea Papini con tre nipotini irrefrenabili a combinare guai e il nonno sordo e rintronato come pochi e infine con DOOM di Marco Pozzi, realizzato con due lire, dove davanti a un citofono scorrono tutte le speranze di giovani attori e produttori. Film in bianco e nero ma che forse ci annuncia un futuro a colori.

Maurizio Ferrari

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