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Festival Internazionale Torino Giovani 1995 – Retrospettiva cinema novo Brasile anni ‘60

Uno dei percorsi più esaltanti del Cinema Giovani di Torino è stato quello intitolato "Cinema Nôvo Cinema Marginal. Brasile anni 60". Partendo da alcune pellicole degli anni '50, è stato ripercorso il cammino del Cinema Nôvo brasiliano ma volutamente attraverso non i film più famosi e più visti, per dare spazio a moltissimi titoli importanti e poco famosi che pure hanno fatto la storia di questo movimento.

Il Cinema Nôvo è una rottura col passato e una innovazione, è originalità temeraria, è una visione ancora attuale in linea con relazioni all'attualità, e alcune pellicole hanno ancora una freschezza narrativa incredibile. Proprio perché sono l'espressione di un movimento di cineasti che tende a realizzare del cinema - cinema, piuttosto che farsi influenzare da altre forme artistiche come l'opera, la letteratura, la musica o altro.

Dall'affettività e dall'amicizia tra attori e registi nasce un cinema di forte impronta ideologica e politica per decolonizzare il pubblico brasiliano non con una rappresentazione consolatoria o ottimistica, ma mettendolo di fronte alla cruda realtà, passando da una rivoluzione estetica che però è anche movimento di solidarietà con gli spettatori, ai quali peraltro si chiese sempre complicità nel rivendicare il vero Brasile. E fu una richiesta piuttosto contraddittoria, poiché l'uomo brasiliano viene presentato criticamente, come quello che accetta il misticismo e il destino.

Ma probabilmente era l'unico modo di fare una ricapitolazione del proprio passato, dei mutamenti, delle contraddizioni della società e per vivere la contemporaneità. Tutto ciò era piuttosto complicato da rappresentare sullo schermo ma evidentemente il movimento viaggiava veloce e forte delle proprie convinzioni tanto che poi il risultato è quasi sempre appagante. Solo Nelson Pereira è stato cooptato perché appartiene alla generazione precedente, mentre per il resto il Cinema Nôvo è costituito da giovani registi, il più famoso dei quali resta ovviamente Glauber Rocha, quello più attivo, quello che arriva a Rio De Janeiro, quello che vede che bisogna uscire dalla dittatura, quelli che molti considerano un profeta e pochi un pazzo. Per esempio anche di lui sono stati presentati i film meno circolati. A Idade Da Terra è il suo film più bello, ma è già un film del 1980 e qui non è stato programmato, anche se è il collante del rapporto tra Cinema Nôvo e Cinema Marginal.

Perché parte della retrospettiva era dedicata ai film di quest'altro movimento. Il Cinema Marginal è naïf, nasce quando muore il Cinema Nôvo o forse ne costituisce solo l'avanguardia e naturalmente, come qualsiasi movimento underground, è stato pochissimo visto. O forse ancora i due movimenti sono la stessa cosa e si pongono in dialettica ideologica. Nessuno lo sa e anche guardando i film è impossibile rispondere, in quanto all'estetica della fame propria del Cinema Nôvo si unisce l'estetica del sogno e alla finenon si possono fare divisioni. Anche il Cinema Marginal possiede una forte attrattiva spettacolare, comincia con l'affezione al gangster, possibilmente facendosi lievemente influenzare da Godard, e il titolo che ne costituisce il punto di partenza, IL BANDITO DELLA LUCE ROSSA, è tutto un programma.

Del Cinema Nôvo adesso non resta nulla. Il network Rede Globo assorbe l'80% del mercato televisivo e la sua programmazione non prevede l'emissione di storie non conformi all'imperante omogeneità degli omologhi. E il cinema prevede una cospicua co-produzione con la televisione, ma tutti i passi sono lenti e si riprende solo adesso, dopo quattro anni senza produzioni.

Maurizio Ferrari

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