Le Giornate del Cinema Muto 1995 e cinema cinese

La quattordicesima edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone ha avuto una maggior selezione di film rispetto alle precedenti edizioni e quindi c'erano molti più confronti da fare. C'erano due sale anziché una e il festival è durato un giorno in più. Piuttosto che avere un'unica importante sezione e svariati argomenti laterali, questa volta le Giornate hanno preferito basarsi su percorsi da seguire molto diversi fra loro.

Andava sotto il titolo "Lo schermo della grande muraglia: cinema cinese 1922 - 1938" (la produzione muta arriva fino a quella data) la proposta di una panoramica dei maggiori successi e dei classici cinesi, in attesa di una più ampia retrospettiva da realizzarsi nel 1997. Donne di eccezionale bellezza, a volte realmente dive, costellavano film ricchi di drammi terribili, duro lavoro, prostituzione, gente malata, intolleranza e spesso niente lieto fine ma quasi sempre dallo stile narrativo leggero e di atmosfere gentili, in piena maturità espressiva solo negli anni '30.

I documentari girati in Palestina prima della nascita dello stato di Israele, per la sezione Israele Prima Di Israele, documentano della diaspora ebraica, del Purim, di festeggiamenti, di vedute generali, di famiglie e amici messi in posa.

I cartoni animati dei fratelli Fleischer erano sotto il titolo di Out of the Inkwell: Max & Dave Fleischer e da qui figure umane disegnavano cartoni animati che uscivano dal foglio per poi combinare guai di ogni genere fin quando non venivano riportati nel calamaio. Ko-Ko e Fitz furono i due personaggi di maggiore successo sul finire del muto, a indispettire il povero Max.

I film di Henry King, soprannominato il "regista volante", partono da una semplice trama per approfondire personaggi di notevole eroismo romantico da contrapporre al Male: tra gli altri sono stati presentati LA SUORA BIANCA e ROMOLA con Lillian Gish e STELLA DALLAS, tutti di grande effetto spettacolare.

Alcuni film erano molto e brevi e frammentati, riguardando i primi anni del cinema, ma molto interessanti per chi è interessato al cinema delle origini, spesso documentari, e sono stati raccolti nel programma Fiction-Non Fiction, dove un "programma di scoperta" proponeva gli argomenti più disparati, industria, agricoltura, pesca, artigianato, film amatoriali, di pseudo-finzione, pubblicità, esperimenti e quant'altro.

D'altro canto c'erano i classici degli anni '10 e '20: le due serate di apertura e quella di chiusura in particolare costituiscono anche motivo di attrazione del pubblico della città, che ha infatti riempito il cinema Verdi in occasione di L'UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA di Dziga Vertov, accompagnato dalla Alloy Orchestra, PRIGIONIERI DI GUERRA di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi con il gruppo di Giovanna Marini e chiusura in bellezza con LA FEBBRE DELL'ORO di Chaplin con musiche originali adattate da Carl Davis e la sua grande Orchestra di Ljubljana. Sotto il titolo di "Lo schermo della grande muraglia: cinema cinese, 1922-1938" è stata aperta una prima finestra su una cinematografia dove appare evidente la commistione tra la volontà di rimanere ancorato tra la volontà di rimanere ancorato a uno stato teatrale tradizionale e uno stato moderno: i primi due decenni del secolo sono stati dedicati a portare sullo schermo molti lavori teatrali più di successo di quegli anni, possibilmente reinventando un sistema di rappresentazione filmica tipicamente occidentale e hollywoodiano. Da quanto visto a Pordenone risulta però chiaro che la maturità espressiva viene raggiunta solo negli anni '30. La selezione dei film proposti, proprio perché non provenienti esclusivamente dalle cineteche cinesi, hanno dato un'immagine della realtà lievemente in contraddizione rispetto a quella ufficiale che propone il Dipartimento Stampa e Propaganda, quello istituzionale di Pechino attivo a tutt'oggi. Sono stati presentati film non solo della più tradizionale casa di distribuzione Lianhua ma anche della Minxin, dove in modo più vistoso c'era stata un'infiltrazione di intellettuali comunisti, che detenevano addirittura il controllo di una delle due strutture di questa major.

Tra i grandi classici splendevano alcune perle: BACHI DA SETA PRIMAVERILI di Chen Bugao, storia di una semplice famiglia che ci fa ripercorrere tutte le fasi della lavorazione della seta, DALU / LA STRADA di Sun Yu, coi lavoratori alle prese con la costruzione di una strada per il trasporto militare di entusiastico nazionalismo anti-giapponese, LA DIVINA Ruan Lingyu diretta da Wu Yonggang, prostituta di forte dignità che combatte contro il puritanesimo per l'avvenire di suo figlio e DONNE MODERNE, identica la star, questa volta diretta da Cai Chusheng, ispirato al suicidio di un'attrice, con la protagonista giovane intellettuale, prostituta per una notte a fin di bene e suicida previa diffamazione, stessa fine che poi fece realmente.

Maurizio Ferrari

www.cinetecadelfriuli.org

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