19° Festival del cinema Africano, d’Asia e America Latina

Milano, 23 – 29 marzo 2009

www.festivalcinemaafricano.org

La 19° edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina si svolgerà a Milano dal 23 al 29 marzo 2009.

Un appuntamento ormai storico per gli appassionati del cinema del sud del mondo, l’unico festival in Italia interamente dedicato alla conoscenza della cinematografia, delle realtà e delle culture dei paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Oltre 50 nazioni rappresentate, circa 80 tra film e video proiettati.

Inaugurazione Festival, lunedì 23 marzo all’Auditorium San Fedele con l’anteprima italiana del film London River di Rachid Bouchareb, il cui interprete principale, l’attore Sotigui Kouyaté, ha vinto a Berlino 2009 il premio per la miglior interpretazione.

 

London River

 

Il programma del 19° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina prevede le ormai consuete 2 sezioni "competitive" - Concorsi Finestre sul mondo - aperte ai lungometraggi di fiction e ai documentari di Africa, Asia e America Latina. Tra i film selezionati in prima nazionale: l’ultimo film del regista argentino Pablo Trapero, Leonera presentato a Cannes 2008; dal festival di Rotterdam 2009, Adela l’ultima opera di un regista ormai culto nelle filippine, Adolfo Alix Junior. E tre concorsi riservati esclusivamente all’Africa: il Concorso per il Miglior Film Africano e i Concorsi per i Migliori Cortometraggi di Fiction e Documentari e Non Fiction. Tra i titoli: Sex, gombo et beurre salé, l’irresistibile commedia "all’africana" del regista di Daratt, Mahamat Saleh Haroun, e Nothing but the truth, l’opera prima dell’attore sudafricano John Kani (interprete di Un’arida stagione bianca e Spiriti nelle tenebre).

Il Festival dedicherà un Omaggio a Darezhan Omirbayev. Regista di fama internazionale, Darezhan Omirbayev è uno dei cineasti più rappresentatavi del Kazakistan, e ha legato il suo nome a quella che all’inizio degli anni Novanta si pose all’attenzione internazionale come la nouvelle vague kazaka. Omirbayev è tra i registi che fin da subito esprimono un personale percorso d’autore e presenta una filmografia ricca di personalità. Una dimensione poetica, abitata da indimenticabili personaggi colti nelle loro conflittualità esistenziali, che il regista esplora nei cinque lungometraggi realizzati. Con il suo primo film Kaïrat (1992), la storia, quasi senza dialoghi, di un giovane uomo che emigra da un villaggio verso la grande città, vince il Pardo d’argento al Festival di Locarno. Con Cardiogramma (1995), selezionato in competizione alla Mostra del Cinema di Venezia, racconta la storia di un ragazzino di 12 anni che vive isolato nelle steppe e parte alla scoperta del mondo. Tueur à gages (1998), uno dei suoi lavori più significativi, narra le vicende di Marat, un autista che s’improvvisa killer per pagare i debiti. Il film vince il premio della sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes. Seguono la crisi d’identità professionale e personale di un regista in Jol (2001), sempre presentato a Cannes, e Shuga (2007) storia di una donna nella moderna capitale Astana, liberamente ispirato ad Anna Karenina di Tolstoij. Il regista sarà presente al festival ed incontrerà il pubblico in occasione della proiezione dei suoi film.

In seguito al grande successo di pubblico e di stampa della sezione "Musalsalat e il terrorismo sugli schermi arabi", il festival rinnova l’interesse per i media arabi con la sezione tematica: Al Jazeera, l’occhio arabo sul mondo.

Dall’undici settembre in poi assistiamo ad una sempre più progressiva "mediatizzazione" dei rapporti fra le culture. L’undici settembre è stato anche il fatidico momento in cui l’Occidente ha scoperto improvvisamente, attraverso il canale Al Jazeera, che la civiltà araba, da sempre considerata iconoclasta e incapace di rapportarsi alle immagini, riusciva invece ad autorappresentarsi e a rappresentare il mondo attraverso i mass media. Molta della retorica contro Al Jazeera e la sua presunta istigazione al terrorismo presente su gran parte dei media americani ed europei è dovuta proprio a questa reazione istintiva per la perdita di una supremazia mediatica fino ad allora indiscussa. In realtà l’Occidente conosce molto poco dell’universo mediatico arabo che si dispiega ormai su oltre 500 canali satellitari. A questo punto, è doverosa la domanda: quale immagine dell’Occidente emerge da questa miriade di canali televisivi? La selezione di programmi televisivi di Al Jazeera proposti al Festival tenta di dare una risposta a questa domanda, presentando una carrellata di trasmissioni che affrontano l’argomento Obama e la politica Usa, come il talk show Al ittijah al Moakis (La direzione opposta) condotto da Faisal Al Kasim, anchormen di Al Jazeera; mostrando una soap opera, di produzione giordana, Al Ijtiyah (L’invasione) sull’invasione israeliana del campo profughi palestinese di Jenin, che ha ottenuto il prestigioso premio Emmy Award, o il reportage As-sajin (Il detenuto 345) che narra le vicende di un cameraman di Al Jazeera detenuto per sette anni a Guantanamo. Un assaggio di un universo televisivo variegato e complesso, che si interroga sui rapporti con l’Occidente in maniera nuova ed originale.

Tavola rotonda

Giovedì 26 marzo - ore 17.00 - Spazio Oberdan

Al Jazeera , l’occhio arabo sul mondo. Per conoscere meglio il canale televisivo arabo più famoso del mondo, ma di cui pochi in Occidente conoscono la programmazione, incontriamo Mohamed Challouf (curatore della rassegna), Donatella Della Ratta (giornalista specializzata in media arabi), Hahmad Mahfouz (Direttore Documentary Channel di Al Jazeera). Prima dell’incontro sarà proiettato il documentario Vedo, sento, parlo sulla storia della creazione del canale Al Jazeera.

Il fuoriconcorso riserva un’attenzione particolare ai registi italiani con la sezione Extr’A che presenta opere rivolte ai tre continenti protagonisti del Festival e che trattano problematiche relative all’immigrazione in Italia. Tra i titoli: Parafernalia di M. Coppola e G. Giommi su una giovanissima e inquietante predicatrice della chiesa evangelica brasiliana; Enjoy the Poverty di Renzo Martens, scioccante documentario sulla povertà in Congo che diventa la prima risorsa nazionale… a vantaggio di pochi; dalla Corea, Yodok Stories, documentario sulla preparazione di un musical ispirato alla dittatura in Corea del Nord che vede coinvolti cinque ex detenuti dei campi di concentramento; Youssou N’dour: I Bring What I Love, sul famoso cantante senegalese e il suo rapporto con l’Islam.

Alla programmazione nelle sale cinematografiche si affiancano gli eventi del Festival Center, ubicato nel bastione ovest di Porta Venezia.

Tutte le attività per il pubblico saranno gratuite.

Aperto da martedì 24 a domenica 29 marzo dal mattino fino alle 20.30: uno spazio di incontro/bar per gli ospiti del Festival e gli spettatori che accoglierà varie iniziative, mostre e attività multi-disciplinari ispirate alle culture dei tre continenti.

Martedì 24 marzo - ore 18.00 Inaugurazione del Festival Center.

Tra gli appuntamenti e le mostre di quest’anno:

la mostra fotografica Gentlemen of Bakongo-Brazaville di Daniele Tamagni: un percorso tra i "Sapeurs" di Bakongo quartiere storico di Brazzaville in Congo, culla della "Sape" ovvero del culto dell’eleganza; la stanza dei viaggi con racconti di viaggi, book crossing, scambi di indirizzi ed esperienze per appassionati di viaggi; Le vie del tango, improvvisazioni di tango e scambio di indirizzi per ballare il tango in giro per il mondo; Biciclette nel mondo: insoliti itinerari per gli appassionati delle due ruote; La poesia non ha confini: slam session di poeti in viaggio; - Xinjang, il Far West del Celeste Impero. Volti della Cina di confine, mostra fotografica e radio-reportage di Gabriele Battaglia; Acquarelli di viaggio di Marco Palleroni; Divenire, installazione fotografica di Neri Oddo; Africa à la page: quando la moda viene dall’Africa: sfilart, evento dal Senegal tra arte e moda; Mandala (Rangoli) un laboratorio ispirato all’arte popolare dei mandala dell'India per creare all’interno del Festival Center disegni colorati per terra con materiali naturali (sabbia, fiori, sassolini, colori indiani, farina di riso); Atelier di decorazione di borse in tessuto ispirandosi ai colori, alle forme e alle tradizioni artigianali dell’Africa e del Medio Oriente. A cura di Francesca Grazzini.

Dalle 17.30 con L’ora del tè, il festival vi aspetta per conversare con gli ospiti sorseggiando i tè delle diverse culture. Dalle 18.30 alle 21.00 l’Etno-Bar offre al pubblico assaggi di cibo etnico da Cina, Argentina e Mali.

Come da tradizione anche quest’anno il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina propone una serie di appuntamenti alla FNAC (Via Torino angolo via della Palla - 2°piano).

Questo il calendario:

Mercoledì 25 marzo - ore 18.00

Presentazione in anteprima del libro "Sembène Ousmane", un’opera monografica a cura di Thierno I. Dia in collaborazione con Alice Arecco, Annamaria Gallone e Alessandra Speciale. Saranno presenti tutti gli autori.

Con il contributo del Comune di Milano (Ufficio cooperazione e solidarietà internazionale, gemellaggio Milano-Dakar) e la collaborazione della casa editrice Il Castoro, il Festival pubblica la prima monografia in Italia sul regista senegalese. L’opera raccoglie un’interessante varietà di sguardi con l’obiettivo di restituirci in un unico libro quella ricchezza di approcci disciplinari e culturali che studiosi, giornalisti, professori e professionisti del cinema del mondo intero hanno dedicato in questi ultimi anni al regista.

Giovedì 26 marzo - ore 18.30

Inaugurazione mostra Radio Lu14 - Messaggi per l’uomo del campo. Fotografie di Alberto Giuliani. In tutta la Patagonia l’unica forma per comunicare è attraverso la Radio LU14, che cinque volte al giorno legge i messaggi che pervengono alla stazione della piccola cittadina di Rio Gallego, l’ultima del continente. I messaggi sono rivolti alle persone che vivono nel cuore della sconfinata Patagonia: gaucho, operai, maestre, tosatori…

Sabato 28 marzo - ore 11.30

La speranza africana voci e musica dal Kenia. Un incontro con il regista e i giovani cantanti protagonisti del documentario presentato fuori concorso al festival Akiongea_He's talking di Piero Pezzoni. Prodotto da Africa Peace Point Onlus col sostegno di Padre Kizito, il documentario narra la vita e l'arte di alcuni giovani rapper delle baraccopoli di Nairobi.

Sabato 28 marzo - ore 17.00

In occasione della sezione tematica del festival su Al Jazeera, presentiamo il libro "Un Hussein alla Casa Bianca. Cosa pensa il mondo arabo di Barack Obama" (Odoya, 2009) di Donatella Della Ratta, giornalista e ricercatrice indipendente specializzata sui media arabi e Augusto Valeriani. Obama ha passato l’infanzia in un paese musulmano, l’Indonesia, e il suo secondo nome è un nome arabo, Hussein. Può il nuovo presidente americano rappresentare l’interlocutore giusto per il Medio Oriente? Gli autori del libro analizzano i media arabi, raccolgono le opinioni di giornalisti, studiosi, uomini d’affari e persone comuni in Medio Oriente e in Usa, offrendoci una prospettiva sui futuri rapporti tra Stati Uniti e mondo arabo.

I film del Festival anche quest’anno circuiteranno su tutto il territorio italiano toccando altre città italiane tra cui Catania, Trieste, Gorizia, Reggio Emilia, Forlì, Lecco, Roma.

Il Festival è sostenuto da Ministero dei Beni e le attività culturali, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano, ENI, EuroCineMed, CEI, Diocesi di Milano, Fondazione Cariplo, Groupama, Centre Culturel Français de Milan, Fnac, Viaggi Solidali, Lettera 27.

Luoghi e date della manifestazione

La manifestazione si svolgerà a Milano dal 23 al 29 marzo 2009

Questi i luoghi coinvolti:
Auditorium San Fedele
Spazio Oberdan
Cinema Gnomo
Cinema Palestrina
Festival Center- Casello ovest di Porta Venezia - Casa del pane
Espace Cinéma del Centre Culturel Français
FNAC
Tutti i film sono sottotitolati elettronicamente o tradotti simultaneamente in italiano. Per i film in concorso è prevista la presenza del regista.
BIGLIETTO SINGOLO: 5 EURO
TESSERA VALIDA PER TUTTE LE PROIEZIONI: 30 EURO (15 euro per gli studenti e per gli over 65)
CONCORSO VIAGGI SOLIDALI

VINCI UN VIAGGIO IN MAROCCO
Acquistando la tessera del festival potrete partecipare all’estrazione del viaggio-premio per due persone: Marocco - I villaggi dell’Anti Atlante.
Un viaggio di turismo responsabile alla scoperta della cultura berbera, un itinerario di 9 giorni all’insegna della poesia dei paesaggi e delle luci, che punta a svelare tradizioni millenarie e tutti i gioielli di queste terre, tra cui: Marrakesh e le magnifiche falesie di Asragh; i monti dell’Anti Atlante ed i paesaggi desertici che si alternano ad oasi verdissime protette da kasbah imponenti; i mercati vocianti, i colori dei campi di zafferano in fiore e le preziose foreste di argania. Il viaggio è organizzato in collaborazione con l’Ong marocchina Migration et Développement, impegnata da anni nel sostegno delle comunità locali.

Tutti i dettagli su: www.viaggisolidali.itinfo@viaggisolidali.it

Per ogni ulteriore informazione

COE – Centro Orientamento Educativo
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Ufficio Stampa
Studio Sottocorno
Lorena Borghi e Alessandra Depaoli con la collaborazione di Delia Parodo
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