Festival di Cannes 2012
65a edizione 16-27 maggio

La sessantacinquesima edizione del Festival viene spostata nella seconda metà del mese di maggio per non sovrapporsi alle previste Elezioni Presidenziali francesi e viene festeggiata fin dal poster, che riprende Marilyn Monroe nello scatto di Otto L. Bettmann e una sola candelina. Il presidente della giuria del Festival di Cannes sarà Nanni Moretti, che finora ha presentato sei film al Festival di Cannes, fra i quali Habemus Papam, ed è stato vincitore nel 2001 della Palma d'Oro con La stanza del figlio. "È una gioia, un onore e una grande responsabilità presiedere la giuria del festival del cinema più prestigioso del mondo, che si svolge in un Paese che ha sempre guardato al cinema con grande attenzione e rispetto" è stata la dichiarazione del regista all'indomani della elezione. Per Thierry Fremaux, delegato generale del Festival di Cannes, "Nanni Moretti è un autore importante, molto in alto nel mio pantheon personale". A presiedere la giuria per i cortometraggi e la Cinefondation sarà invece il belga Jean-Pierre Dardenne, già vincitore con il fratello Luc del Grand Prix per Il ragazzo con la bicicletta, delle due Palme d'oro Rosetta e L’enfant e miglior sceneggiatura per Il matrimonio di Lorna.

Per avere certezze sui titoli bisogna aspettare la conferenza stampa della selezione ufficiale prevista per giovedì 19 aprile, mentre la selezione della Settimana della Critica sarà rivelata il 23 e quella della Quinzaine des réalisateurs il giorno dopo. Uniche due certezze al momento sono Madagascar 3 fuori concorso per la regia di Eric Darnell, Tom McGrath e Conrad Vernon, col solito gruppetto di quattro impunite bestie da zoo Melman, Alex, Marty e Gloria che cercano di tornare a New York dall'Africa passando anche per Monte Carlo (a un tiro di schioppo da Cannes), Londra, Roma e le Alpi svizzere

 

 

e l'apertura con Moonrise Kingdom dello statunitense Wes Anderson, il primo film di live-action di Anderson da Il treno per il Darjeeling (2007) e che vede la partecipazione di Bill Murray, Jason Schwartzman, Bruce Willis, Tilda Swinton, Frances McDormand e Edward Norton nella storia di due 12enni del New England che si innamorano, fanno un patto segreto e decidono di scappare insieme in un’isola selvaggia davanti al New England nel 1965, con tutti gli abitanti della loro cittadina che si mettono a cercarli.

 

  Il resto sono solo supposizioni e previsioni in base ai titoli pronti nel periodo e più affini al tipo di festival che contraddistingue Cannes.

Il concorso ufficiale, il fuori concorso, Un certain regard, Semaine de la critique

Per quanto riguarda il concorso, si attende sulla Croisette Amour dell'austriaco Michael Haneke, su una coppia attempata con l'89enne Jean-Louis Trintignant che affronta un momento difficile quando la moglie Emanuelle Riva viene lesa da un ictus: li accompagna la figlia Isabelle Huppert, parimenti protagonista di In Another Country di Hong Sang-soo. Cosmopolis del canadese David Cronenberg dal romanzo di Don DeLillo con Juliette Binoche, Paul Giamatti e Robert Pattinson, giovane miliardario che vive in un attico su tre piani insieme alla moglie ugualmente facoltosa. Stanco della routine oltrepassa Manhattan e finisce nel West Side, viaggio metaforico alla ricerca della proprie origini e della fine. On the Road, peraltro invano già atteso nella precedente edizione, del brasiliano Walter Salles ricostruisce i momenti passati da Jack Kerouac insieme all'amico Neal Cassady ad attraversare gli States alla ricerca di se stessi.

 

 

Angel's Share dell'inglese Ken Loach su sceneggiatura del fedele Paul Laverty. Beyond the Hills del rumeno Cristian Mungiu. Elefante blanco dell'argentino Pablo Trapero. Post Tenebras Lux del messicano Carlos Reygadas. Big House di Matteo Garrone, film incentrato sul fenomeno dei reality show, tutto il mondo della televisione e sull'alterazione di prospettive che il mezzo produce in Italia. Laurence Anyways del canadese Xavier Dolan. Aimer à perdre la raison del belga Joachim Lafosse. Oltreoceano James Gray starebbe accelerando il montaggio di Low Life con la giovane emigrante Marion Cotillard che abbandona la Polonia per Ellis Island, diventando prostituta per assicurarsi cibo e medicine per la sorellina malata. Anche Terrence Malick, dopo essere rimasto decenni poco fecondo, dovrebbe palesarsi con The Burial, un documentario naturalistico IMAX interpretato da Brad Pitt e Emma Thompson. Mud di Jeff Nichols. Killing Them Softly di Andrew Dominik. Place Beyond the Plains di Derek Cianfrance. The Master di Paul Thomas Anderson con Philip Seymour Hoffman e Laura Dern, finiti negli anni '50 con un carismatico ideologo che fonda una nuova setta religiosa e allaccia una conoscenza ossessiva con un giovane discepolo. A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan di Roman Coppola. Prometheus di Ridley Scott. Tra i pretendenti a un posto nella selezione ufficiale, sono da citare anche In The Fog dell'ucraino Sergei Loznitsa, Paradise dell'austriaco Ulrich Seidl, No del cileno Pablo Larrain, Pierre de patience del franco-afghano Atiq Rahimi, Après la bataille dell'egiziano Yousry Nasrallah. Sull'indefinito fronte asiatico probabile Stocker del coreano Park Chan-wook. Anche Like Someone in Love / The end dell'iraniano Abbas Kiarostami (che non sarebbe stato ancora visionato) e interpretato da Ryo Kase e Tadashi Okuno. The Land of Hope del giapponese Sono Sion è un altro papabile.

Sul fronte francese Holly Motors di Leos Carax, che ritorna al lungometraggio dopo tredici anni e finisce nel cimitero parigino di Père Lachaise ai tempi di Internet con Eva Mendes (in versione Amy Winehouse) e Michel Piccoli, presente anche in Vous n’avez encore rien vu di Alain Resnais, che invece dovrebbe finire fuori concorso. De rouille et d’os / Rust & Bone di Jacques Audiard. Le grand soir del duo Benoît Delépine - Gustave Kervern. Dans la maison di François Ozon. Journal de France di Raymond Depardon e Claudine Nougaret. Foxfire, ma girato in Canada e in inglese, del vincitore della Palma d'Oro a Cannes nel 2008 per La classe Laurent Cantet dal romanzo dell'americana Joyce Carole Oates "Ragazze cattive", cinque adolescenti di una cittadina negli anni '50 dagli aspetti sociali e politici. The We and the I di Michel Gondry sulle dinamiche sociali giovanili dell'adattarsi dei ragazzi ad un gruppo. Après mai di Olivier Assayas sul liceale parigino Gilles agli inizi dei '70 tra attivismo politico e ideali artistici e cinematografici. E poi un'opera prima bulgara e un'opera prima belga alla Settimana Internazionale della Critica (SIC) e di un colombiano da qualche parte del Festival.

Quinzaine des réalisateurs

Potrebbe trovare posto alla Quinzaine des réalisateurs un film d’animazione coreano. Il film Opération Libertad dello svizzero Nicolas Wladimoff. Come pure Berberian Sound Studio del britannico Peter Strickland e The Deep dell'islandese Baltasar Kormakur, The Hijacking del danese Tobias Lindholm e La Pirogue del senegalese Moussa Touré. Si mormora anche della coproduzione tedesco-australiano-scozzese Lore di Cate Shortland, Beasts of Southern Wild dell'americano Benh Zeitlin (vincitore al Sundance), il film d'animazione Ernest et Célestine di Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner, An Estonian in Paris di Ilmar Raag, Les Adorés della francese Hélène Fillières, J’enrage de son absence di Sandrine Bonnaire. Confessions d'un enfant du siècle di Sylvie Verheyde. Potrebbe essere l'anno di Gebo et l'ombre con Claudia Cardinale e Jeanne Moreau del portoghese Manoel de Oliveira, che di anni ne compie 104 il prossimo 11 dicembre! Tra gli spagnoli Jaime Rosales (Dream and Silence) e Albert Serra (Historia de la meva mort), tra i russi Aleksei German (The Chronicle of the Arkanar Massacre) e Ilya Khrzhanovsky (Dau) e Felix von Groeningen (The Breakdown Circle and the Cover-Ups of Alabama) dal Belgio. Chissà!

Maurizio Ferrari

Link: www.festival-cannes.org

 

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