Festival di Cannes 2005
58a edizione 11-22 maggio

La Croisette ha visto per la 58esima volta un’edizione del Festival di Cannes, che dopo aver incoronato l’anno precedente un documentario, il politico e militante Fahrenheit 9/11 di Michael Moore, si è occupato di una più classica glorificazione dei grandi autori cinematografici, tutti dedicati all’emozione, alla buona qualità e allo spettacolo. Grandi sono stati anche i nomi degli attori che si sono presentati a proporre i loro film, come Natalie Portman, Bill Murray, Jessica Alba, Scarlett Johansson, Zhang Ziyi, Asia Argento, Val Kilmer, Ewan McGregor, Sharon Stone, Viggo Mortensen, Samuel Jackson, Tommy Lee Jones, Kevin Bacon, Jessica Lange, Woody Allen, Gael Garcia Bernal, Bruce Willis e Benicio del Toro. Non è mancato neanche il contorno al peperoncino della starlette in ascesa Paris Hilton, quella ex di Leonardo DiCaprio, ambiziosa ventiquattrenne ereditiera della catena di alberghi e vedette dei reality americani, dalla figura provocante e interprete di un’esibizione hard finita su Internet ed ora in veste di studentessa universitaria di National Lampoon’s Pledge this!. Il week-end è stato in gran parte dedicato all’anteprima mondiale dell’ultimo capitolo di Star Wars, quel punto di giuntura tra la prima e la seconda serie, quando George Lucas finalmente rende tutti partecipi del segreto della trasformazione di Anakin Skywalker da nobile e indomabile Jedi in tremendo Sith, molto violento in alcune sequenze, decisamente non consigliato a tutti i bambini ma ricchissimo di effetti speciali, ben 2.500. Tra gli altri film del fuori concorso sono da ricordare la coproduzione europea pacifista Joyeux Noël di Christian Carion, Midnight Movies di Stuart Samuels e il Allen Woody di Match point, in gran forma con uno dei suoi migliori film, forse il più cinico di tutti.

 

Match point

 

Madrina delle cerimonie è stata l’attrice belga Cécile de France, presente anche alla cerimonia finale di premiazione, che ha aperto il Festival dando il benvenuto alla giuria e al suo presidente Emir Kusturica, un regista deciso a porre l’estetica e l’arte al centro della manifestazione. Temi dominanti sono stati l’idea del viaggio, il confronto interculturale, la paternità, non disgiunti dalla violenza nel mondo e un certo ritorno al classicismo, per un totale di trentaquattro nazionalità rappresentate e novanta i film nelle sezioni ufficiali.

IL CONCORSO

Dalla ventina di opere ammesse al concorso ecco quindi il ritorno di Gus Van Sant, che si ispira agli ultimi giorni della vita di Kurt Cobain in Last Days, Jim Jarmusch, Lars von Trier, arrivato con Manderlay al secondo episodio della trilogia americana dopo Dogville.

 

Manderlay

 

Michael Haneke e la sua Juliette Binoche nel misterioso Caché, David Cronenberg, nel superbo A history of violence per le sue ossessioni personali, i fratelli Dardenne, intrigati da una visione molto politica della società belga ed europea in L’enfant, Wim Wenders, ancora a visitare l’America in Don’t Come Knocking, con il cinema asiatico e le produzioni europee a primeggiare. Unico italiano a rappresentarci è stato Marco Tullio Giordana con l’opera sociale Quando sei nato non puoi più nasconderti, già vincitore di Un Certain Regard nel 2003 con La meglio gioventù, diventato un caso europeo, e adesso a dirigere Alessio Boni e Michela Cescon, splendido volto di Primo amore. Abbastanza curioso è stato poi il primo film da regista dell’attore americano Tommy Lee Jones, il western contemporaneo The three burials of Melquiades Estrada, girato in Messico, paese al quale questa edizione ha dedicato una particolare attenzione con due film, tra cui la rivelazione licenziosa Batalla en el cielo di Carlos Reygadas e presente anche con una corposa retrospettiva. Alla fine, tra tutti questi lavori da giudicare, un team guidato e presieduto da Emir Kusturica e composto dai registi Agnès Varda, Benoît Jacquot, Fatih Akin, John Woo, dagli attori Javier Bardem, Nandita Das, Salma Hayek e dalla scrittrice Toni Morrison, ha premiato a sorpresa il film dei registi belgi: con L’enfant i fratelli Dardenne hanno messo in scena la paternità mancata e la strenua difesa del figlio da parte della madre, in una grande varietà di emozioni e con una impronta di regia personale, a mettere in dubbio sicurezze e desideri legittimi. Più intuibile è stato il premio per la regia a Michael Haneke, che con Caché obbliga ad un esame di coscienza in salsa thriller. Il gran premio della giuria è stato attribuito a Jim Jarmusch per Broken flowers, altro bilancio divertente, sarcastico e melanconico di un seduttore che per le strade americane cerca la tizia che probabilmente l’ha fatto diventare padre. Miglior attrice è stata l’ottima Hanna Laslo che in Free zone di Amos Gitai è un’israeliana che fa affari con i palestinesi.Miglior attore, e anche regista di se stesso, è stato quel cowboy taciturno di Tommy Lee Jones per The three burials of Melquiades Estrada/Le tre sepolture sull'inutilità delle frontiere, come quella tra Usa e Messico.

 

Le tre sepolture

 

UN CERTAIN REGARD

Lo spazio per il nuovo è stato in gran parte concentrato nella sezione Un certain regard, luogo dove spesso si trova la sperimentazione d’autore, come quella dell’autobiografico Le filmeur di Alain Cavalier che traccia una sorta di bilancio della sua vita, o quella delle giovani promesse. Grande e inquietante l’Edward Norton di Down in the Valley di David Jacobson, straniero carismatico e un po’ stupido che vagabonda per una desolata America di campagna. L’ottimo Nordeste di Juan Solanas è una coproduzione francese e argentina per un toccante sguardo sulla povertà di quella regione, attraverso gli occhi di una madre, che cerca di restare attaccata alla sua terra, e suo figlio, sempre sollecitato a marinare la scuola da un gruppo di coetanei irrecuperabili. Dalla ventina di bei registi spiccavano i nomi quello del francese François Ozon di Le temps qui reste, su un fotografo trentenne che scopre di avere poco da vivere e utilizza molto intensamente ogni giornata che gli rimane e del coreano Kim Ki-duk, che con Hwal-L’arco ha accontentato il suo assodato pubblico.

 

L’arco

 

LA SETTIMANA DELLA CRITICA

L’orizzonte degli eventi di Daniele Vicari, premiato a Venezia con Velocità massima, è stato selezionato nella Settimana della Critica. In questa opera seconda il bravo attore romano Valerio Mastandrea interpreta un fisico del Laboratorio nucleare del Gran Sasso che per una ricerca incontra per caso un pastore che vive su quella montagna. Sempre in questa sezione è stato proiettato anche Vento di terra, per la direzione di Vincenzo Marra, regista di grande talento e qui concentrato su un poetico tributo al neorealismo con un sedicenne napoletano suo malgrado eroe di tutti i giorni.

QUINZAINE DES REALIZATEURS

Nella Quinzaine des Réalisateurs, altro momento parallelo alle sezioni ufficiali, c’è stato da inseguire almeno il giapponese sognante La foresta dimenticata, il bizzarro tragicomico La moustache, l’amore, speranza e destino di Be with me e l’americano Factotum con il ritrovato Matt Dillon che interpreta Bukowski in maniera convincente. Meno impegnativi ma pur sempre divertenti i francesi Cache cache di Yves Caumon su un poveraccio espropriato che si rifugia in fondo al suo pozzo e da lì osserva i nuovi venuti a casa sua e Travaux, on sait quand ça commence di Brigitte Roüan con Carole Bouquet, avvocato di successo che per non essere disturbata da un vicino troppo invadente comincia a fare lavori in casa, ridisegnando tutto l’appartamento.

IL MERCATO

La situazione del mercato, non solo quello di Cannes ma anche degli altri maggiori mercati mondiali, è in netta evoluzione, dopo che lo spostamento del mercato americano, l’American Film Market , si è insediato in prossimità del nostro Mifed. Sulla situazione dei mercati Paillard vede "una sempre maggiore bipolarizzazione: da una parte il Marché di Cannes, dall’altra l’American Film Market, In mezzo ci sarà spazio solo per mercati specializzati come quello di Berlino". E anche quella di Cannes è stata un’edizione forse con meno presenze ma più qualificate, pur essendo uno degli allestimenti di maggior successo. Infatti sempre secondo Jerome Paillard, direttore del mercato francese, tutto è andato bene in termini di presenze, di film presentati, di aziende e di buyer presenti. Inoltre una grande riconoscimento viene anche a livello di producers network, seconda edizione dello spazio dedicato ai produttori e operatori qualificati in cerca di partner.

EVENTI

Tra le molte manifestazioni di supporto e a corollario della kermesse, ci sono stati tanti appuntamenti collaterali, tra i quali "Tous les Cinémas du Monde", un nuovo programma di presentazione delle creazioni cinematografiche di alcune nazioni, la "Lezione d’attrice", ospite Catherine Deneuve, le proiezioni serali sulla spiaggia e la giornata dedicata all’infanzia. Viviane Reding, Commissario europeo per la Cultura e le Telecomunicazioni, ha organizzato per il terzo anno consecutivo la "Giornata dell’Europa" 2005. Al forum hanno preso parte rappresentanti politici, artisti e operatori dell’entertainment. Tema dell’incontro quest’anno era "Cinema su Internet e video-on-demand". A chiusura lavori i partecipanti hanno stilato una serie di linee guida per la crescita dell’entertainment nell’era delle nuove tecnologie digitali. Poi c’è stata una esposizione di foto su James Dean a cinquant’anni dalla morte. Infatti al Festival di Cannes 1955 veniva presentato il film A est dell’eden di Elia Kazan, dal capolavoro di John Steinbeck, con il suo eroe, un giovane sconosciuto, venuto fuori dall’Actor’s Studio, James Dean. Il film partecipò al concorso, ma la giuria presieduta da Marcel Pagnol non lo degnò di nessun premio, segno che il mito doveva diventare tale soprattutto post mortem. Era l’anno di Sophie Loren, Brigitte Bardot, Silvana Mangano, Esther Williams, Eddie Constantine e soprattutto Grace Kelly, invitata d’onore al festival, e quindi da lì pregata di far visita nel principato di Monaco al charmant principe Ranieri. Ancora nessuno sapeva che sarebbe diventata la principessa di Monaco. Ma questa, come si dice, è un’altra storia.

Maurizio Ferrari

I premi

Palma d’oro a L’enfant i fratelli Dardenne.
Premio per la Regia a Michael Haneke per Caché.
Grand Prix a Broken flowers di Jim Jarmusch.
Premio della Giuria a Shangai Dreams di Wang Xiaoshuai.
Premio per il miglior attore a Tommy Lee Jones per The three burials of Melquiades Estrada di Tommy Lee Jones.
Premio per la migliore attrice a Hanna Laslo per Free zone di Amos Gitai.
Premio per la Sceneggiatura a Guillermo Arriaga per The three burials of Melquiades Estrada di Tommy Lee Jones.
Camera d’Or a Me and you and everyone we know di Melinda July ex-aequo con Sulanga Eni Pinisa di Vimukthi Jayasundara.
Fipresci/Premio della critica internazionale a Caché di Michael Haneke.
Un Certain Regard a Moartea Domnului Lazarescu di Cristi Puiu.
Quinzaine des Réalizateurs a La moustache di Emmanuel Carrere.
Semaine de la Critique a Me and you and everyone we know di Melinda July.

Link: www.festival-cannes.org

 

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