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BABY ALONE IN BABYLONE

Tutte han cantato per Serge

"Belle, belle, belle, belle, comm' le jour
Blonde, blonde, blonde, blonde, comm' l'amour
Un reve est passé sur l'écran
Et dans la salle obscurément
Des mains se cherchent, des mains se trouv'nt" da Cinématographe di Boris Vian, ed. Polygram.

La tentazione di avvicinarsi a un microfono e cantare ha attraversato da sempre la mente delle star di celluloide. Lo dimostrano esempi illustri: da Marlon Brando a Orson Welles, da Anthony Perkins a Yves Montand, da Sordi a Mastroianni. Ma a sfondare con una carriera parallela a quella cinematografica sono le attrici. Il caso più eclatante è Marilyn Monroe, tra i brani da lei cantati, Bye Bye Baby e I wanna be loved by you sono diventati brani cult, come la registrazione di Happy birthday mr. President, sussurrata con sensualità per la gioia di John Kennedy. Poi ci sono le star della canzone che si cimentano dietro la cinepresa. Da sempre si è sfruttato il successo di un cantante girando un film che spesso portava il titolo di una canzone. In Italia ci sono passati tutti. da Luciano Tajoli a Giacomo Rondinella, da Tony Renis a Mina, da Fred Buscaglione a Marisa Sannia, da Rita Pavone a Caterina Caselli. Raramente c'è stato un prosieguo con un minimo d'impegno sullo schermo, se si eccettua Lucio Dalla nelle mani dei fratelli Taviani o Gianni Morandi diretto da Pietro Germi e Celentano da Germi e Dario Argento. Ancora Celentano con almeno una sua opera meritevole di nota: "Yuppi Du". In Francia, partendo dagli Anni 60, sono soprattutto le donne a passare con disinvoltura dalla canzone al cinema e viceversa. I cantanti degni di nota si contano sulle dita, per citarne alcuni Jacques Brel, Jacques Dutronc, Patrick Bruel e naturalmente Serge Gainsbourg. E' Juliette Greco, cantante manifesto dell'esistenzialismo, che ha prestato il suo volto per lo sceneggiato tv "Belfagor", poi gli occhi d'oro di Marie Laforet da René Clément (Plein soleil) a Fernando Solanas (Tangos). Ci sono poi le apparizioni di Françoise Hardy tipo "Ciao Pussycat", Vanessa Paradis che da cantante è diventata attrice, così come Lio; Mylene Farmer che tra un album e l'altro ha girato due film, Elsa, interprete di "Il ritorno di Casanova" al fianco di Alain Delon, Sylvie Vartan nel discutibile "L'angelo nero".

Per le attrici, il passo verso la sala d'incisione è stato più semplice, e parecchie di loro lo hanno fatto grazie al contributo di Gainsbourg, con qualche eccezione illustre, tipo la splendida Jeanne Moreau di Le Tourbillon (da "Jules e Jim" di Truffaut) e di Each man kills the thing he loves (da "Querelle" di Fassbinder).

Decisiva, per la poesia di Gainsbourg e i testi delle sue canzoni, la scoperta di Boris Vian, poeta, scrittore e cantante di rottura, conosciuto in Italia soprattutto per Le déserteur, inciso in italiano da Ivano Fossati. Juliette Gréco, che a più riprese ha inciso le canzoni di Serge, diceva di loro: "Boris e Serge sono fratelli nella derisione, nella crudeltà, nella tenerezza, la vulnerabilità." Nel 1963 Brigitte Bardot incide per la prima volta due pezzi di Gainsbourg, inseriti nell'album intitolato semplicemente Brigitte Bardot, ristampato di recente e distribuito in Italia da Polygram. E' poi la volta di Mireille Darc che incide un 45 giri di Serge: La cavaleuse. Nel 1967 la tv francese produce la commedia musicale "Anna". Gli interpreti sono Gainsbourg, Anna Karina, Jean-Claude Brialy e non manca un'apparizione di Marianne Faithfull, che ai tempi usciva con Mick Jagger. "Adoravo quando Serge mi mostrava le sue canzoni", diceva Anna Karina, reduce dal divorzio con Godard, "mi ricordava di quando a 14 anni il mio secondo padre mi portava nei bar, lui suonava e io cantavo". Brigitte Bardot incide Harley Davidson e nasce l'amore tra i due: "Fu un amore folle, da sogno", ha scritto B.B. nell'autobiografia edita da Bompiani "un amore che resterà nei nostri ricordi e nella storia... Da quel giorno, da quella notte, da quell'istante, nessun'altra creatura, nessun altro uomo contò più per me. Era lui il mio amore". E lui continuava a scrivere canzoni, seduto al pianoforte di Brigitte. "E una mattina mi suonò il suo regalo d'amore: Je t'aime moi non plus." Ma la registrazione del brano, incisa dai due fu bloccata da B.B., minacciata di scandalo dal marito Gunter Sachs. Intanto dall'Inghilterra era giunta a Parigi Jane Birkin, diciotto anni, reduce da un matrimonio sbagliato e da un'apparizione in "Blow Up" di Antonioni. Incontra Serge sul set del film Slogan e la canzone scandalo passa ad altre mani. "Quando Serge mi ha chiesto di cantare con lui Je t'aime moi non plus, non volli ascoltare l'altra versione, per non averla come paragone nella testa". Il direttore della Philips, dopo averla ascoltata consigliò di incidere un album: "Non vale la pena di rischiare la prigione per un 45 giri." Nel 1971 Gainsbourg incide Histoire de Melody Nelson (ed. Polygram), con la voce in sottofondo di Jane, ormai sua compagna. Poi la Birkin termina il ruolo di supporto vocale e, pur continuando a cantare le canzoni scritte da Serge, alterna la carriera di attrice a quella di cantante, con album e concerti. Da non perdere è la raccolta Ex-Fan des Sixties (Polygram), dove, nel brano che dà il titolo all'album, la cantante elenca la sua nostalgia per le star della canzone scomparse. Nel 1981 Serge scrive un intero 33 giri per Catherine Deneuve: Souviens-toi de m'oublier (Polygram). "Serge è senza dubbio un tipo molto difficile ma la sua compagnia è molto gradevole, di una allegria vera e un'ingenuità sincera." L'album contiene anche un pezzo dissacratorio degli inni americani: Marine band tremolo. Nel 1983 è la volta di Isabelle Adjani, che esce con un album scritto da Serge, in cui spicca il brano Pull marine, diventato anche un video in cui l'attrice esce dalla piscina vestita unicamente da un pullover blu. E' poi la figlia Charlotte Gainsbourg, quasi una replicante della madre Jane, che sussurra i suoi Papapapa in un altro brano scabroso (come il video che ne è seguito) dopo Je t'aime: Lemon incest, parole di Gainsbourg, musica di Chopin, da Tristesse. L'ultima "diva" plasmata da Serge è Vanessa Paradis, la "petite lolicyenne", come lui amava definirla, ormai passata dalla canzone al cinema. Serge Gainsbourg è morto il 2 marzo del 1991, a 62 anni, lasciandoci i suoi film, le sue canzoni, le sue poesie.

MARCELLO MORIONDO

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